LA VIGÉLIA ’D NADÊL ’D ’NA VOLTA
La lettura del piccolo saggio “C’era una volta la vigilia di Natale” del linguista, scrittore e traduttore Campeginese Riccardo Bertani ci ha ispirato questo componimento.
La lettura del piccolo saggio “C’era una volta la vigilia di Natale” del linguista, scrittore e traduttore Campeginese Riccardo Bertani ci ha ispirato questo componimento.
Una Stôria dal Tabâr ispirata dal mito di Proserpina e Plutone, che riflette il ciclo morte-rinascita della terra, con preziosi inserti in dialèt arsân.
Il dialetto reggiano utilizza molte espressioni derivate dall’attenta osservazione degli animali per definire caratteristiche
Una piccola lezione di grammatica dialettale tenuta dal fantasioso “professore” Luciano Cucchi, in una delle sue Stôrie dal Tabâr.
L ē dmèj fêr gòla che fêr pietê”. Questa espressione era utilizzata dalle famiglie che ostentavano un alto tenore di vita, sottolineando la generosità delle forme muliebri, simbolo di ricchezza, salute e benessere. Ce lo spiega questa Stôria dal Tabâr.
Una Stôria dal Tabâr di Luciano Cucchi dedicata ai diversi significati della parola dialettale Lòuv. Li conoscete?
La Bôrda era un animale, tra fantastico e mitologico, che abitava nel fondo di pozzi e dei tanti stagni (mêşer) dove veniva fatta macerare la canapa. Sebbene fosse spaventoso, alla fine aveva una missione molto importante. Ce lo spiega Luciano Cucchi in questa Stôria dal Tabâr.
Quando il cristianesimo si sostituì alle religioni pagane preesistenti, ai riti pagani dell’esaltazione della luce nella notte del solstizio d’estate si sostituì la simbologia dell’acqua. La rugiada della notte i San Giovanni arrivò a rappresentare l’acqua del battesimo e le si attribuirono poteri miracolosi e propiziatori.
Un letterato e ricercatore di tradizioni popolari, Giuseppe Ferraro, raccolse il testo di una antichissima canzone popolare a Montericco di Albinea e la pubblicò nel 1901. Il testo è purtroppo privo di due versi, che stiamo cercando. Qualcuno li conosce?
Nell’antica Reggio, al tempo del Rinascimento, nell’area attorno all’attuale via Galgana, una conceria ammorbava l’aria. Ma come i fiori che nascono dal letame, da quelle parti nacque anche un pittore importantissimo per le sue opere a Valencia.
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