
RAFFAELLO BALDINI
Si possono tradurre le poesie di Raffaello Baldini in un altro dialetto? La loro bellezza spinge a fare un tentativo, se non altro per favorire la conoscenza di questo straordinario poeta.
È disponibile in edicola e nelle migliori librerie la nuova edizione del calendario “strappapensieri” Tîn Bôta!. Il piccolo calendario da tavolo sta diventando un piccolo oggetto “cult” per i reggiani, ideale per un regalo natalizio ma anche come pro-memoria giornaliero delle espressioni più tipiche del nostro dialetto.
La nuova edizione presenta 365 modi di dire, tutti diversi da quelli degli anni precedenti, grazie ad un lavoro di ricerca nel nostro patrimonio di fonti dialettali scritte e dall’ascolto delle espressioni spontanee carpite dai dialoghi dei nostri concittadini.
Una prima novità della nuova edizione sta nella pubblicazione di modi di dire segnalati dai lettori dei precedenti calendari, lettori che sono stati debitamente citati per ringraziarli della collaborazione. Non tutte le segnalazioni sono state recepite in quanto diverse erano già pubblicate nelle edizioni precedenti, ma non andranno certamente perse: tgniròm bôta per giungere ad altre edizioni del calendario nel prossimo futuro.
La seconda novità è nelle pagine di passaggio da un mese al successivo. Grazie alla collaborazione dell’amica e scrittrice Ivanna Rossi, le tradizionali ricette sono sostituite da gustose “pillole” letterarie-gastronomiche, piccole storie di una nonna piena di fantasia in cucina, alle prese con Lì, una bella nipotina alla moda, sempre preoccupata di ingrassare, curiosa ma un po’ şbeschésla.
Infine, il 15 di ogni mese non riporta un modo di dire, ma un gioco di parole, uno scioglilingua, come ne inventavano i nostri nonni tanti anni fa ma, da allora in poi, da tempo non se ne vedevano di nuovi. Ci ha pensato Denis Ferretti, instancabile sperimentatore e, nello stesso tempo, conservatore della nostra tradizione dialettale.
Anche nel 2026, Léngua Mêdra sarà presente alla prossima edizione del Concorso di Poesia “Amos Bonacini”, 2025, sezione “Traduzioni in dialetto di poesie memorabili. ”
Salva le date: Presentazione dei testi entro il 31 Gennaio 2026.
Premiazione: sabato 16 Maggio 2026
Nell’immagine: la premiazione di Maria Teresa Pantani, al IX Concorso di Poesia 2024
L’Arşanèin: abbiamo pensato di chiamare cosi questo nos-
tro vocabolarietto dialettale, di poco più di mille parole. Per-
ché è un piccolo vocabolario destinato ai piccoli, ai bambini
che speriamo di incontrare numerosi nelle scuole, nelle biblioteche
e in altri luoghi di aggregazione, per far conoscere
loro la nostra lingua madre. Sperando che lo portino nelle loro
case e che susciti la curiosità anche di quella “generazione di
mezzo” che ancora comprende il dialetto, ma lo parla poco,
fatica a leggerlo e ancor più a scriverlo. Sperando che sia un
ponte per far dialogare nonni dialettofoni e nipoti in una lin-
gua altrimenti destinata a scomparire o a corrompersi irrime-
diabilmente.
Le poesie di
nel dialetto della valle del Tassobio
lette da Normanna Albertini
Riflessioni e mappe concettuali di
Rolando Gualerzi
Il periodo reggiano di PPP e le POESIE A CASARSA tradotte in dialetto da
Gian Franco Nasi
Un viaggio nella storia della bicicletta, passando per Reggio tra una pedalata in italiano e una in dialetto
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Si possono tradurre le poesie di Raffaello Baldini in un altro dialetto? La loro bellezza spinge a fare un tentativo, se non altro per favorire la conoscenza di questo straordinario poeta.

Viene sinteticamente descritta la prima esperienza di Lèngua Medra in una 5^classe di Scuola Primaria, realizzata nell’anno scolastico 2024-25.

Quest’anno cade l’80° anniversario della fine della Seconda Guerra mondiale. Voci ben più autorevoli della nostra celebreranno il 25 Aprile. Nessuno del gruppo Léngua Mêdra ha conosciuto direttamente quel giorno di festa, ma è ben vivo nei ricordi: per i racconti dei nostri genitori e nonni;
Parole, modi di dire, grammatica e pronuncia del dialetto reggiano. Nella consapevolezza che la memoria si esaurisce pian piano con l’avvicendarsi delle generazioni, e solo la conoscenza può pienamente sostituirsi ad essa.
Questa pagina è dedicata alla natura del territorio che ci circonda, che con la sua estensione dal Po fino ai 2000 metri del Cusna, ci offre la sua complessa e sorprendente biodiversità.
Una ricchezza che, a differenza di oggi, era intimamente conosciuta dalle generazioni che ci hanno preceduto, come dimostra il fatto che ogni animale ed ogni pianta od erba presenti sul territorio era nota ed identificata col suo nome in dialetto reggiano.
Il lavoro di ricerca portato avanti da alcuni di noi è volto ad identificare le specie faunistiche e floreali presenti sul nostro territorio, ed a rievocarne il loro nome reggiano.
Parole, modi di dire, grammatica e pronuncia del dialetto reggiano. Nella consapevolezza che la memoria si esaurisce pian piano con l’avvicendarsi delle generazioni, e solo la conoscenza può pienamente sostituirsi ad essa.
Dedichiamo questa piccola Galleria a “Luoghi ed Eventi di Reggio” che presentano secondo noi una loro caratteristica di originalità o di un’attività a volte sorprendente e misconosciuta, o rinnovata alla nostra memoria in modo non convenzionale.

Un video per conoscere l’esistenza a Bibbiano di un piccolo ma interessantissimo museo che raccoglie reperti della Prima Guerra Mondiale, un messaggio contro tutte le guerre rivolto soprattutto ai giovani.

Con la traduzione in dialetto reggiano della poesia di Loris Malaguzzi sui cento linguaggi dei bambini, ricordiamo il fondatore delle Scuole Comunali dell’Infanzia di Reggio Emilia in occasione 103° anniversario della sua nascita (23 febbraio 1920).

Una mostra fotografica dedicata al maestro burattinaio Otello Sarzi, allestita in occasione delle celebrazioni del centenario della sua nascita. Opere di 7 grandi fotografi: Vasco Ascolini, Gianni Berengo Gardin, Gianni Biccari, Ivano Bolondi, Claudio Salsi, Enrica Scalfari e Alfonso Zippoli.
La nostra piccola Galleria di “Personaggi Reggiani”
Non necessariamente Personalità illustri, che presentano secondo noi una loro caratteristica di originalità o di un’attività a volte sorprendente e sconosciuta ai più.

In questa videointervista e nel testo di accompagnamento, Vilmo Del Rio, il “papà” di “Albinea jazz”, ripercorre gli inizi di questa importante manifestazione musicale giunta alla 34^ edizione, arricchiti da ricordi personali di tanti artisti, pensando ai possibili scenari futuri.

Gino Bondavalli, l’ ómm ch’al balêva sòvra al ring e al scrivîva atâch ai mûr, campione europeo dei pesi piuma nel lontano 1941, in un ritratto firmato dal nostro Merlino.

Una video-intervista ad un campione reggiano del ciclismo dilettantistico degli anni ’50 del secolo scorso, vincitore di ben 102 gare.
Al fôli, nel nostro dialetto, sono le favole o le storie un po’ fantasiose che si raccontavano durante i filôs nelle stalle. Le nostre fôle sono piccoli contributi, in forma scritta o di brevissimi video, che produciamo con cadenza mensile e diffondiamo in collaborazione con la biblioteca comunale “Pablo Neruda” di Albinea. Modi dire, proverbi, leggende, canti popolari e tanto altro ancora, secondo quello che la nostra curiosità, di volta in volta, ci suggerisce.
Contributi brevi però, anche perché tutti i reggiani hanno imparato fin da bambini che la fôla ed l’ôca l ē bèla s’l ē pôca.

A gh ēra na gâza che, tânt tèinp fà, la vulêva lébra in séma a la so tèra. Na stréssia d tèra ròsa, sabiōşa, cun al so cà, i so còp e in so curtî pîn ed vōş indi dé d marchê.

Una favola di Fedro sembra essere di grande attualità in questi nostri giorni di disorientamento. Pensiamoci, per non finire come le rane.

Denis Ferreti ha scritto questa favola moderna, per ricordare l’importanza di essere sempre gentili.
Reggianità: vocabolo che non troviamo appunto nei vocabolari, ma che secondo noi, esiste a pieno diritto nelle stesse accezioni riconosciute al termine Italianità, cioè:
1- L’essere conforme a ciò che si considera peculiarmente reggiano o proprio dei reggiani nella lingua, etnia, cultura, e
2- L’appartenenza alla civiltà, alla storia, alla cultura e alla lingua reggiana, e soprattutto la consapevolezza di questa appartenenza.
Ecco quindi questa piazzetta che abbiamo aperto spontaneamente per condividere con tutti quelli che vorranno frequentarla, questa nostra appartenenza alla Reggianità.
Lo facciamo con i nostri contributi più disparati, che articoliamo man mano in pagine e sezioni dedicate; forse siamo un po’ ambiziosi, ma confidiamo nell’ attenzione, nei contributi, spunti, idee e suggerimenti da parte di tutti.
Paolo Gibertini – Rolando Gualerzi – Gian Franco Nasi – Luciano Cucchi –
Isarco Romani – Denis Ferretti – Livio Ferretti – Enzo Ferretti – Betty Bertani – Brunetta Partisotti – Corrado Barozzi – Andrea Gibertini – Filippo Bonazzi