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INVECE IL CENTO C’È: RICORDO DI LORIS MALAGUZZI

 

 

La poesia di Loris Malaguzzi in dialèt ârşan

Tutti hanno imparato a conoscere Loris Malaguzzi, il pedagogista reggiano più famoso, che ha acceso nel mondo l’idea di una scuola, a partire da quella dell’infanzia, che “crede fermamente che ciò che i bambini apprendono non discende automaticamente da un rapporto lineare di causa-effetto tra processi di insegnamento e risultati, ma è in gran parte opera degli stessi bambini, delle loro attività e dell’impiego delle risorse di cui sono dotati”.

E allora ci piace aggiungere, nell’occasione del ricordo del suo compleanno il 23 febbraio, una nota di forte valore per noi della libera Associazione Léngua Mêdra, con il pensiero rammemorante rivolto a “Loris”.

Malaguzzi ha sempre riconosciuto alla poesia detta e scritta una importanza estetica, oltre che simbolica e di senso; per lui era “un acceleratore mentale”, come ci ha ricordato il poeta russo Josip Brodskij (premio Nobel per la letteratura 1987) .

La poesia divenuta più famosa, detta e scritta da Malaguzzi è INVECE IL CENTO C’E’ -“I Cento linguaggi dei bambini”, che abbiamo tradotto nella ‘lingua reggiana’ con il titolo INVÎCI ‘L SÈINT AL GH Ē e che nel nostro agorà proponiamo a viva voce.

Nei nostri eccessi di ammirazione e impertinenza, ci piace pensare, anche per esperienza diretta di alcuni di noi che l’hanno conosciuto e che hanno lavorato con lui, che Malaguzzi sarebbe stato più che felice di potere ascoltare e ripetere in “dialetto” quella sua poesia.

Utilizzava, spinto fino al vizio, il suo bilinguismo simultaneo dialetto-lingua nazionale in molti momenti del giorno, soprattutto quando era in presenza della sua comunità di insegnanti, genitori, pedagogisti, pubblici amministratori e collaboratori delle scuole reggiane.

Il suo cervello, nel portare la parola alla voce, era coinvolto in una sorta di danza tra una lingua e l’altra. Sapeva teoricamente e per la pratica, che nella “léngua mêdra” – di maggior intensità emotiva rispetto alla lingua nazionale (più tecnica) – si pensa solamente con le parole che si conoscono. Il bilinguismo gli permetteva di nominare le cose e il nome delle persone due o più volte con termini dal significato simile, ma più ricco, raddoppiato. Aveva imparato e provato che nessuna cosa è dove la parola manca.

A quella sua poesia “INVECE IL CENTO C’E’”, tradotta in oltre 60 lingue, ove la parola condivisa è sempre nuova, si aggiunge ora una nuova traduzione nella sua lingua madre, che è stata anche per lui la prima udita e parlata: la più antica.

Come libera associazione invitiamo gli amici di Loris a proporci altre traduzioni della poesia, consapevoli che i dialetti, anche nella nostra Reggio Emilia, sono ancora un bene prezioso, con le loro peculiarità e fonazioni proprie.

Ci impegniamo a renderle leggibili e udibili il prossimo 23 febbraio del 2024.

Inviatecele, grazie.

 

INVECE IL CENTO C’È

Il bambino
è fatto di cento.

Il bambino ha
cento lingue
cento mani
cento pensieri
cento modi di pensare
di giocare e di parlare

cento sempre cento
modi di ascoltare
di stupire di amare
cento allegrie
per cantare e capire

cento mondi
da scoprire
cento mondi
da inventare
cento mondi
da sognare.

Il bambino ha
cento lingue
(e poi cento cento cento)
ma gliene rubano novantanove.

La scuola e la cultura
gli separano la testa dal corpo.
Gli dicono:
di pensare senza mani
di fare senza testa
di ascoltare e di non parlare
di capire senza allegrie
di amare e di stupirsi
solo a Pasqua e a Natale.

Gli dicono:
di scoprire il mondo che già c’è
e di cento
gliene rubano novantanove.

Gli dicono:
che il gioco e il lavoro
la realtà e la fantasia
la scienza e l’immaginazione
il cielo e la terra
la ragione e il sogno
sono cose
che non stanno insieme.

Gli dicono insomma
che il cento non c’è.
Il bambino dice:
invece il cento c’è.

Loris Malaguzzi

INVÎCI  ’L SÈINT AL GH Ē

Al putîn
l ē fât ed sèint.

Al putîn al gh à
sèint léngui
sèint mân
sèint pinsēr
sèint manēri d pinsêr
d şughêr e d descòrer

sèint sèinper sèint
môd d escultêr
ed fêr di squêş ed vrèir bèin,
sèint cuntintèsi
pèr cantêr e capîr

sèint mònd
da imparêr
sèint mònd
da invintêr
sèint mònd
da insoniêres.

Al putîn al gh à
sèint léngui
(e pó sèint sèint e sèint)
ma ä gh in rôben novânt-e-nōv.

La scōla e la cultûra
el gh divéden la tèsta da  l côrp
Ä gh dîşen:
ed pinsêr sèinsa mân
ed fêr sèinsa tèsta
d escultêr e n parlêr mia
ed capîr sèinsa èser cuntèint
ed vrèir bèin e fêr di squêş
sōl per Pâsqua e per Nadêl.

Ä gh dîşen:
d imparêr al mònd ach gh ē già
e d sèint
ä gh in rôben novânt-e-nōv.

Ä gh dîşen:
che i blèin e  l lavōr
la realtê e la fantaşìa
la sjînsa e l’inmaginasiòun
al cēl e la tèra
la ragiòun e l insòni
în dal côşi
ch e’ n stân mia insèm.

Ä gh dîşn insòma
che  l sèint a’n gh ē mia.
Al putîn al dîş:
invîci ‘l sèint al gh ē.

Traduzione di Denis Ferretti

 

Voce recitante Luciano Cucchi 

 

La scuola Comunale dell’infanzia Diana riporta ancora sul muro esterno la scritta realizzata oltre cinquant’anni fa da Rolando Gualerzi, uno di NOI di Léngua mêdra.

 

POST-SCRIPTUM

Il nostro invito ad inviarci altre traduzioni della poesia di Loris Malaguzzi ha trovato sollecita risposta in due insegnanti che lavorano nelle scuole dell’infanzia e che ringraziamo per avere accettato il nostro invito.

 

INVECI AL SENT AL GH’E’
Traduzione in dialetto di Castelnovo Monti di Elda Zannini

Al ragasèt
Lè fàt ed sent.

Al ragaset al gh’à
Sént léngue
Sént man
Sént penser
Sént mod ed pensàr
Ed sȇugàr ed parlar

Sént semper sént
Mod d’ascultar
Ed far armagnre da stùk,
Da vrer ben
Sént alegrei
Per cantar e capìr

Sént mönd
Da squerciàr
Sént mönd
Da inventàr
Sént mönd
Da insuniàr
Al ragasèt al gh’à
Sént léngue
(e po’ sènt sènt sènt)
Ma igh n’in röbne nuvantinöv.

La scȇola e al savèr
Igh divedne la testa dal
Igh disne:
Ed pensàr sensa man
Ed far sensa testa
D’ascultar sensa parlar
Ed capir sensa alegréa
D’amar e da rmagnre da stùk
Sul a Pasqua e a Nadàl

Igh disne
Da squerciar al mönd chi già al ghè
E ed sént igh n’in robne nuvantinöv

Igh disne
Chi al sögh e al lavur
L’è realtà e fantaséa
La sciensa e l’immaginasiun
Al cel e la tèra
La ragiùn e la fantaséa
Ién quèi
Chi na stan méa insèm.

Igh disne insöma
Chi al sént an gh’è méa
Al ragasèt al dis:
invéci al sent al gh’è.

INVEZI AL ZÈNT AL GHÈ
Traduzione nel dialetto di Ferrara di Loredana Bondi

Al putin
l’è fàt ad zènt

Al putin al ģà
zènt lingv
zènt man
zènt pensier
zènt mod ad pensar
ad zugàr e ad ciàcarar

Zènt sempar zent
mod ad ‘scùltar
de stupir
e d’amar
zènt alegrii
Par cantàr e intendar

zènt mond
da truvàr
zènt mond
da inventàr
zènt mond
da sugnàr
Al putin al gà
zènt lingv
(e po’ zènt,zènt,zènt)
ma ‘ i ghìn tira via nuàntanov.

La scòla e al saver
igh stàca’ la testa dal corp.
Igh dis:
ad pensar senza man
ad far źenza testa
ad scultar e d’an ciàcarar
ad capir senza alegrii
ad vler ben e ad maràviaras
sol a Pasqua e a Nadàl.

Igh dis:
ad squàciar al mondo ca’ ghè zà
e ad zènt I ghìn ròba nuàntanov.

Igh dis:
che al zog el’ lavor
La vrità e la
la sienza e
al ziel e la tera
la rasòn el’ sogn
iè quèi
chin’ stà brisa insiem

Igh dis: insoma
che al zènt an ghè brisa
Al putin al dis:
Invenzi al zènt al ghè!

9 risposte

  1. Bellissima poesia, in dialetto ancora più vera! Come atelierista di lungo corso, tra i tanti linguaggi a volte propongo anche le esplorazioni dei dialetti, il nostro in particolare perché è quello che parlo fin da piccola. I gruppi di bambini di oggi sono così variegati e le sonorità così tante che meritano di essere sostenute tutte! Ma il nostro dialetto non lo sanno parlare nemmeno i genitori! Grazie a tutti voi per sostenerlo e diffonderlo!

    1. Grazie Daniela, ci fa un grande piacere incontrare un’alleata nella difesa del dialetto, per di più impegnata proprio con i bambini, che non devono perdere la nostra lingua madre.
      Speriamo di contribuire anche noi a questo obiettivo con le nostre iniziative.
      Buon lavoro!

  2. Conosco la pedagogía di Malaguzzi. Insegnante della scuola dell’infanzia abbiamo messo in atto oltre ad altre progettazioni anche… E invece il cento c’è.
    Poesía bellissima in dialetto Reggiano,che comprendo benissimo essendo io stessa di origine Emiliana(Ferrarese).
    Per noi insegnanti, Malaguzzi è stata una guida pedagogico – didattica in primis. Oserei dire :”Malaguzzi è la scuola dell’infanzia!”
    Comunque…. Congratulazioni a questo nostro grande Maestro.

    1. Grazie Marisa, ci fa molto piacere che questa nostra iniziativa abbia raccolto così tanti apprezzamenti. Significa che Loris Malaguzzi ha lasciato un ricordo veramente bello nelle persone chiamate a dare corpo alle sue idee. Ed è bello che persone che non si conoscono ma che hanno conosciuto Loris Malaguzzi si ritrovino idealmente insieme per ricordarne il compleanno e fargli un caloroso applauso.

  3. Luciano Cucchi ha scritto:
    Ricevo da Carla Maria Nironi, già segretaria di Loris Malaguzzi, il seguente commento:
    Caro Luciano, sono commossa da questa versione dei cento linguaggi. Io e lui parlavamo spesso in dialetto. Mi diceva:
    “Dai “fulmine di guerra” screvom ch’la roba ché, e gh’ho da cunsgner l’artecol incoo”.
    Quando gli ho detto che avevo scritto le memorie e gli aneddoti del nostro lavorare mi disse: “Daboun? E’t m’al fee po’ leser”. Con mio grande dolore se ne andò prima.

  4. Non immaginate che il mio nipotino più giovane, nato meno di tre anni fa a Franklin (Tennessee), frequenta un nido da quelle parti, ispirato agli insegnamenti di Loris Malaguzzi, che viene ricordato ogni anno per il suo compleanno! La cosa curiosa è che i bambini sono raggruppati inizialmente per età, ma anche in corso d’anno, se manifestano progressi sono ‘promossi’ alla classe superiore, ricevendo dunque una educazione adeguata al loro sviluppo!

  5. Bellissima poesia!
    Anche quì in Olanda le idee di Loris Malaguzzi sono ben conosciute. Sono un`insegnante reggiana che ormai vive da vent`anni all`estero ma oggi, per festeggiare Malaguzzi ,ho letto (tradotta) la sua poesia ai miei studenti e insieme l`abbiamo commentata. Sono ragazzi più grandicelli , hanno tra gli undici e i tredici anni ma è stato bellissimo ed erano molto interessati!
    Grazie per questa iniziativa!

    1. Grazie Paola per questo bellissimo commento, che testimonia quanto sia noto anche all’estero Loris Malaguzzi e il metodo pedagogico da lui espresso in forma poetica nella poesia Invece il cento c’è.
      E il merito va anche dato a tutto il personale delle Scuole dell’infanzia della nostra città che ha saputo tradurre nella pratica le idee di Malaguzzi.

  6. Mi sono fatto spedire i link dalla scuola “reggiana” nel Tennessee.

    Little Sunshine’s Playhouse
    We are a national ReggioEmilia-inspired preschool designed to inspire imagination and create a love of learning through play 💫
    http://www.littlesunshine.com

    January feels like it just flew by! February is going to be a ton of fun! We have so many celebrations planned this month; Valentine’s Day, our loose parts drive, and Reggio Emilia founder, Loris Malaguzzi’s, birthday!
    This month, your child will be learning all about Safety and how to identify problems and communicate their ideas and feelings about potentially dangerous situations. As they act out the role of a safety helper or work on safety procedures such as “stop, drop and roll,” they will learn how to use their bodies and minds in emergencies.
    Looking for some fun projects to try at home? Check out our resources below.
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