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LÉNGUA MÊDRA

Rèș e la nôstra léngua arsâna

AL NOSTER GRÓP

Curti Benito
Il Maestro

Se un gruppo di quella V Elementare del 1959/1960 si è ritrovato e sta diventando anche “altro” oltre ad essere amici, è certamente in larga parte dovuto all’ imprinting del nostro Maestro che ricordiamo tutti con stima ed affetto, e che sentiamo fare parte di diritto nel nostro Gruppo.

Gian Franco
Nasi

Ero in quarta o quinta elementare quando il maestro Curti, il grande maestro Curti delle scuole dell’Ospizio, ci ha parlato di atomi, molecole e altre cose simili. Fin d’allora la mia vita ha trovato la sua strada. Sono diventato chimico poi farmacista.
Ciò che voglio dire è che sono state delle parole strane che mi hanno incantato per prime, parole difficili e grandi come una montagna per me che ero piccolo come un elettrone. Nella mia vita ho sempre amato la scienza, e la semenza di tutto questo sono state le parole del Maestro.
Mi piace anche mescolare la scienza con la letteratura e la poesia, come un dilettante ben inteso.
Non c’è differenza tra scienza e poesia: quando una cosa è bella è bella!
Così come l’amicizia che c’è nel nostro gruppo che ci tiene tutti quanti insieme, come se fossimo le dita di una mano racchiuse in uno stesso guanto.

Quando ho scritto questa presentazione l’ho fatto di getto in dialetto reggiano:

Mé a j ēra in quêrta o quînta elementêra quând al mèister Curti, al grând mèister Curti dal scòli ed l’Uspési, al s à parlê d’ âtom, molècole e d’ êter quèl acsè. Fin d’alōra la mé véta l’à catê la só strêda. Mé a sûn dvintê chémich e dôp farmacésta.
Còl che vòj dîr l ē che în stêdî dal parôli strâni che m àn incantê per prémi, parôli difécili e grôsi c’me ‘na muntâgna per mé che j ēra céch c’me j eletròun. In d’la mé véta m’à sèinper intrighê la siĵnsa, mó la smèinsa in stêdi al parôli dal Mèister.
E pó a m piêš armes’cêrla cun al lètri e la poešéia, da diletânt, che sia bèin cêr.
An gh ē mìa diferèinsa tra siĵnsa e poešéia: quand ‘na côša l’ē bèla, l’ē bèla!
Acsé come l’amicésia in dal nòster grópp ch’l’as tîn unî tót quânt cme i dî d na mân dèinter in dl’ istèss guânt.

Rolando
Gualerzi

Data l’età e le esperienze maturate, mi considero promotore di “pensiero calcolante e pensiero meditante”: un doppio pedale per accogliere la vita come un viandante; ho aggiunto recentemente le varianti su”poesia pensante e pensiero poetante”.
A proposito di ‘pensiero calcolante: su progetti di Marketing dei Servizi e Economia della Conoscenza ho collaborato con grandi e piccole imprese, città, territori italiani e stranieri per la loro crescita e, se possibile, prosperità.
Sono stato presidente di una Cooperativa di informazione e comunicazione; direttore per otto anni, in Italia, dell’ufficio del Dipartimento dello Sviluppo Economico degli Stati di New York e Pennsylvania. Ho conseguito Master alla SDA Bocconi sui temi del marketing dei servizii; all’Università di Siena ho seguito corsi su lettere moderne. Continuo a scrivere testi e saggi critici dedicati ai nuovi temi dell’economia, in particolare su economia dell’esperienza, e per il ‘pensiero meditante’ sul linguaggio e la parola della poesia. Opero nella consulenza e coaching  per le imprese e organizzazioni complesse. Insieme a Gianni Scalia sono stato redattore della rivista internazionale di poesia e filosofia del linguaggio “In Forma di parole”, fondata a Reggio Emilia.
In quest’autunno della vita mi rendo attivo nel volontariato: ho fondato A.L.I.Ce Onlus Bologna – Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale; partecipo al Consiglio dell’Associazione CARER: Caregiver: familiari portatori di cure ;  e poi vicepresidente della Fondazione Sarzi – teatro sociale d’animazione. Ora, con enorme soddisfazione partecipo con i miei compagni d’infanzia a questo Noster Grópp per un  Contribùt à la Léngua Aržàna – Da Nu’èter per Nu’èter.

Qui di seguito, troverete una pagina interamente dedicata alle mappe concettuali realizzate da Rolando Gualerzi.

Paolo
Gibertini

Di quella Vª di ormai sessant’anni fa mi sono rimasti alcuni bei ricordi ed un gruppo di amici ritrovati.
Nel frattempo ho percorso una vita quasi “normale”, passata per la conclusione delle superiori nella Svizzera Tedesca, il rientro in Italia e il militare, il matrimonio, due figli, una vita professionale intensa anche a livello imprenditoriale, la casa e, in men che non si dica, la pensione. Fine primo tempo.
Ora sto percorrendo un’altra vita quasi “normale”, col volontariato in Croce Verde e vari interessi a cui posso dedicarmi maggiormente.
Uno di questi sta diventando la passione per il dialetto reggiano e la “Reggianità” in generale che ho trovata condivisa in questo gruppo, al quale dedico spassionatamente le mie (poche o tante) capacità e competenze.

SALUTO A PAOLO

La natura ama nascondersi per ridonarsi anche nella nostra
lenguamedra. E il nostro Paolo lo sapeva.

Il quattro giugno di quest’anno è venuto a mancare Paolo
Gibertini; nostro prezioso amico e compagno già dai piccoli
banchi di scuola, quando il dialetto reggiano era ancora la nostra
léngua mêdra: la prima lingua per la nostra comunità di “Villa
Ospizio”.
Ci eravamo ri-trovati e riuniti oltre sessant’anni dopo aver
praticato anche la necessaria immersione nell’italiano e aver
mutuato il bilinguismo che abbiamo ricercato, ridetto e ascoltato
insieme a Paolo dopo l’incontro del 2019 decidendo di ‘fondare l’
“agorà”digitale www.lenguamedra.org, attraverso la quale aprire
a noi, alle amiche e amici amatori della nostra léngua arşâna quel
concetto di Cioran , per cui “non si abita un luogo, ma si abita una
lingua”.
Così abbiamo ritrovato l’amicizia d’un tempo, rinsaldandola ogni
giorno con un vivo confronto per le scelte necessarie alla nostra
impresa digitale, in un rapporto che è stato di dipendenza senza
dipendenza.
Grazie a Paolo, da tutti noi immediatamente nominato sul campo:
web master e developer dell’agorà digitale, e con amici che si
sono aggiunti lungo il cammino, siamo arrivati a rendere visibili e
udibili fino maggio di quest’anno, centinaia di pagine e immagini
sui diversi temi e aree, che concordavamo settimana per
settimana.
Nel lavoro in piena gratuità che siamo andati componendo, Paolo
ha spinto fino al vizio la mania del tecnico-poetico. Non sapeva
arrestarsi: aveva l’impeto del procedere oltre, e noi con lui. Era
spontaneo e preciso, colto e genuino.
Fino agli ultimi giorni che è stato con noi, con i figli e la moglie,
Paolo ci ha trasmesso la chiara impressione di sovrastare il
proprio destino, preparando anche nei particolari tutte le cose da
fare per il dopo di lui e per le quali il figlio Andrea ha assunto il
pieno impegno di portarle a compimento. E fra queste Paolo
aveva messo ai primi posti lo sviluppo della nostra Agorà digitale,
per accrescerla con più aggiornati sistemi di gestione digitale e
una più facile interfaccia sulla quale potessimo operare anche noi.
Grazie ad Andrea e al nuovo amico Filippo, proprie in queste ore,
abbiamo corrisposto alla richiesta di Paolo: rendere visibile il
rinnovato e più accessibile sito Web all’indirizzo:
www.lenguamedra .it
Ora dovremo abituarci ad una “assenza di parola, intervenuta in
quel momento imprevedibile, inafferrabile, ma naturale del
sottrarsi del corpo.
La natura ama nascondersi e Paolo lo sapeva. Il darsi e sottrarsi la
rende eterna. E così il suo venire e ritirasi rende l’umanità eterna,
grazie al sacrificio di ogni singola donna e singolo uomo, ogni
volta..
Ciao caro antico e moderno amico Paolo. Un abbraccio, nella
nostra lenguamedra,
Andrea, Betty, Brunetta, Cesare, Denis, Enso, Filippo, Gian Franco,
Isarco, Luciano, Roberto, Rolando.
2 novembre 2022

Luciano
Cucchi

Pensando ad una mia presentazione mi son trovato a chiedermi: “Chi sono dunque io? Ditemi questo prima di tutto”. Alla soglia dei 70 anni ancora non so rispondere; sarà che sono tardivo? O forse godo di quel tipo di maturazione che passa direttamente dall’acerbo al troppo maturo? Mah…
Qui intanto mi hanno proclamato “Declamatore Ufficiale”

Tornant al país di P.P.Pasolini (Trasposizione in Arşân di P. Gibertini)

 

Il Matto da Spoon River di F. De Andrè (Trasposizione in Arşân dello stesso L. Cucchi

Il “C’era una volta” dei luoghi intorno alla nostra infanzia

La “Coperativa” ed l’Uspesi

Perchè as fèva êter che “pianser”
in sèma al péchi d’la coperativa

La particolare atmosfera di questa foto, di cui non conosciamo l’anno a cui risale, ha ispirato il nostro Gian Franco Nasi ad immaginare una “possibile” data significativa, giovedì 15 Luglio 1948, giorno feriale ma col paese fermo per l’attentato a Togliatti del giorno prima. Ne è scaturita così una sirudèla evocativa, un “fermo immagine” di un episodio nodale della nostra recente storia Democratica.
Vai alla poesia:

Dèinter’na fotografèia
dla Coperativa ‘d l’Uspési

La “Bassa” – Angolo Via Emilia / Via Guicciardi

La bottega Cucchi situata nella “Bassa”, con la prole ereditiera
(Un giorno tutto questo sarà vostro !)