AL VÊRB ÈSER

ô  â

 

Utòber, 2022

Stê mèis, la mé gînta, a’v vòj fêr ’na lesiòun ‘d gramâtica, cûrta, cûrta:

Mé a sûn,
Té t ē
Lò l ē, Lē l ē,
Nuêtr a sòm,
Vó a sî
(forma di cortesia), ‘Uêter a sî (maschile), ‘Uêtri a sî (femminile)
Lòur j în
­

Bèin vót còunter ‘na stôria dal Tabâr tóta acsè?­

­ Csa gh ē ’d mêl, che male c’è, Seakespeare al gh à scrét l “Amleto” sòl cun l’infinito:
èser o an èser mìa”. ­
Potrò dunque provarci anch’io con l’indicativo presente; figuratevi che un mio collega di Léngua Mêdra ha definito la declinazione del verbo essere “una poesia visiva”.

Al di là dei dubbi esistenziali, resta la domanda: Chi sei? E subito dopo: chi vorresti essere?
L’autore di Alice in Wonderland (ch al vòl po’ dîr paèiş dal maravéj) le fa dire. “Chi sûnia dòunca mé, dgîmel prêma ’d tót” (chi sono dunque Io, ditemi questo prima di tutto).

Un altro, un filôşof ch’al s’ ciamêva  Diogene, andava in giro con una lanterna a cercare sé stesso …
E nuêter ed Léngua Mêdra a sòm ancora ché a serchêr ed cuntèrov ‘n’êtra stôria vècia c’me al mònd sèinsa saveîr chi sòm!

Stê bèin e po’ grâsia.

 

Guarda il video

 

 

L’immagine “Diogene” è opera del pittore e scultore francese Jean-Léon Gérôme (1824-1904)


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