
LA FÔLA DELL’ANGELO PENNUTO
Una breve e divertente favola raccolta dalla viva voce di Genoeffa Branchetti, nativa di Pratofontana di Correggio.
Una breve e divertente favola raccolta dalla viva voce di Genoeffa Branchetti, nativa di Pratofontana di Correggio.
Come il Capodoglio ammirato da tutti i bambini reggiani è arrivato nel Museo Lazzaro Spallanzani di Reggio in una ricostruzione un po’ fantasiosa e un po’ veritiera, come spesso sono le fôle che si raccontano.
Un’antica favola reggiana che i vecchi erano soliti raccontare ai bambini per giustificare le macchie scure che compaiono sulla faccia della Luna piena. Denis Ferretti l’ha fissata nella versione dialettale, come il nonno gliela raccontava, per la gioia dei bambini di oggi e per quelli del futuro.
Una piccola fake-news per ambientare in terra reggiana l’origine dei cappelletti, prendendo a prestito Alessandro Tassoni e Giuseppe Ceri. Per onestà, viene raccontata anche la vera, sebben fantasiosa, storia della nascita dei tortellini: bolognesi o modenesi? Noi reggiani abbiamo i cappelletti e non entriamo nella diatriba.
Una filastrocca di Gianni Rodari tradotta in dialetto reggiano, affinché il dialetto possa essere insegnato piacevolmente anche ai bambini. In più, la complicata storia della maschera di Sandròun.
Quando ancora non esisteva la TV e la pubblicità era semplice informativa, il dialetto reggiano aveva già elaborato tecniche per catturare l’attenzione dell’interlocutore, in modo simile a quanto Charles Dickens fa fare al suo personaggio Sam Weller.
La storia di Ginevra, figlia del Re di Scozia, è narrata nell’Orlando Furioso. Luciano Cucchi la reinterpreta nella sua Stôria dal Tâbar evidenziandone la grande attualità in questi tempi di misoginia.
Questa è la piccola storia natalizia, liberamente tratto da un racconto orale, ideata da Luciano Cucchi per la serie delle Stôri dal Tabâr
La lettura del piccolo saggio “C’era una volta la vigilia di Natale” del linguista, scrittore e traduttore Campeginese Riccardo Bertani ci ha ispirato questo componimento.
Una Stôria dal Tabâr ispirata dal mito di Proserpina e Plutone, che riflette il ciclo morte-rinascita della terra, con preziosi inserti in dialèt arsân.
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