
LA BICICLÈTA E AL DÒNI
«Su preghiamo il buon Signore
Che ci salvi a tutte l’ore
Da tempesta e da saetta
E da donne in bicicletta».
Don Dario Flori, 1917
«Su preghiamo il buon Signore
Che ci salvi a tutte l’ore
Da tempesta e da saetta
E da donne in bicicletta».
Don Dario Flori, 1917
L ē dmèj fêr gòla che fêr pietê”. Questa espressione era utilizzata dalle famiglie che ostentavano un alto tenore di vita, sottolineando la generosità delle forme muliebri, simbolo di ricchezza, salute e benessere. Ce lo spiega questa Stôria dal Tabâr.
Il nostro Giovanni Ramusani, scrisse un sonetto, nella raccolta Don Bortlin da la Chervara, che illustra bene quale fosse la posizione ufficiale della Chiesa, alla fine dell’ottocento, sull’impiego della bicicletta da parte del clero.
Una Stôria dal Tabâr di Luciano Cucchi dedicata ai diversi significati della parola dialettale Lòuv. Li conoscete?
La Bôrda era un animale, tra fantastico e mitologico, che abitava nel fondo di pozzi e dei tanti stagni (mêşer) dove veniva fatta macerare la canapa. Sebbene fosse spaventoso, alla fine aveva una missione molto importante. Ce lo spiega Luciano Cucchi in questa Stôria dal Tabâr.
«L’idea di una città in cui prevale la bicicletta non è pura fantasia».
Marc Augé
Quando il cristianesimo si sostituì alle religioni pagane preesistenti, ai riti pagani dell’esaltazione della luce nella notte del solstizio d’estate si sostituì la simbologia dell’acqua. La rugiada della notte i San Giovanni arrivò a rappresentare l’acqua del battesimo e le si attribuirono poteri miracolosi e propiziatori.
Un letterato e ricercatore di tradizioni popolari, Giuseppe Ferraro, raccolse il testo di una antichissima canzone popolare a Montericco di Albinea e la pubblicò nel 1901. Il testo è purtroppo privo di due versi, che stiamo cercando. Qualcuno li conosce?
Nell’antica Reggio, al tempo del Rinascimento, nell’area attorno all’attuale via Galgana, una conceria ammorbava l’aria. Ma come i fiori che nascono dal letame, da quelle parti nacque anche un pittore importantissimo per le sue opere a Valencia.
«La verità fa male.
Certo, non come saltare su una
bicicletta dove manca il sellino, ma fa male».
Leslie Nielsen
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