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LÉNGUA MÊDRA

Rèș e la nôstra léngua arsâna

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Luigi FERRARI (1922 – 2016)

Figura importante della cultura reggiana per la sua attività di poeta dialettale e per avere legato il suo nome a due grandi dizionari di dialetto realizzati in collaborazione con il professor Luciano Serra. Autore di cinque libri di poesie dialettali e uno di favole e indovinelli. Molte altre poesie sono sparse in tantissime pubblicazioni. Nelle sue poesie ha cantato soprattutto la natura e la gente umile.

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Luciano SERRA (1920 – 2014)

Fu compagno di studi ginnasiali di Silvio D’Arzo e universitari di Pier Paolo Pasolini. Autore di poesie in lingua italiana, si interessò di letteratura e scienza, di storia dello sport e storia locale. Nelle due raccolte di poesia dialettale attestò locuzioni e termini ormai decaduti dall’uso ma ricchi di echi provenienti dalla civiltà passata. Autore, con Luigi Ferrari, di due vocabolari sul dialetto reggiano.

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Gastone TAMAGNINI (1916 – 1986)

Gastone Tamagnini era di Correggio e fu molto apprezzato dai correggesi, come spesso accade per chi sa utilizzare il dialetto come un potente mezzo comunicativo,. Amava a sua volta il suo paese, la sua terra e i suoi abitanti, tanto gli umili, quanto i più famosi (ai quali ha dedicato alcune delle sue poesie. Bellissimi i suoi epigrammi.

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Giuseppe DAVOLI (1905 – 1975)

Giuseppe Davoli considerato il continuatore della poesia dialettale reggiana dopo Carlo Grassi, nel solco della tradizione, di una poesia popolare perfetta nella costruzione e nell’uso dei termini. Mario Mazzaperlini, autore di un commosso ritratto dell’amico Giuseppe Davoli, disse che: “Piruletta”,, deve essere ricordato come il poeta dialettale più rappresentativo del suo tempo.

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Cesare ZAVATTINI (1902 – 1989)

Cesare Zavattini è stato uno degli intellettuali più importanti e influenti del Novecento, in grado di influenzare con le sue opere e il suo lavoro la letteratura e il cinema prima di tutto, ma sempre esplorando le più disparate forme artistiche, dedicandosi anche alla pittura, al teatro e all’editoria. Nell’opera letteraria di Zavattini c’è però un unicum, che ad oggi è rimasto tale anche per quanto riguarda la poesia dialettale italiana: è il caso della raccolta di poesie del 1973 “Stricarm’in d’na parola”.

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Noemi SILIPRANDI-MOSCATELLI (1900 – 1998)

Praticamente contemporanea di Elvira Fangareggi Cingi, anche la voce di Noemi Siliprandi Moscatelli percorre tutto il ‘900 della poesia dialettale reggiana. La raccolta “Soquanti ricord” comprende 45 componimenti che descrivono il piccolo mondo antico di Gualtieri, con i temi tipici della poesia dialettale che vibrano nella lingua madre appresa da bambina

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Elvira FANGAREGGI-CINGI (1894 – 1998)

Elvira Fangareggi Cingi è la prima voce femminile che si incontra nella storia della poesia dialettale reggiana. In gioventù fu assidua frequentatrice del cenacolo letterario di Virginia Guicciardi Fiastri, famosa per le sue commedie comiche riproposte poi da una terza donna cultrice del dialetto, Ennia Rocchi. Nella sua vita, per sua stessa dichiarazione, la poesia l’ha accompagnata giorno per giorno, come una specie di diario quotidiano.

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Carlo GRASSI (1892 – 1965)

Carlo Grassi fu per anni considerato “l’ultimo vero poeta dialettale reggiano” e si dovette aspettare Giuseppe Davoli, prima di smentire le parole di Mario Mazzaperlini, che non vedeva chi fosse in grado di continuare sulle sue orme. Poeta molto amato dai reggiani, che conobbero la sua produzione poetica attraverso i suoi libri e le sue innumerevoli pubblicazioni.

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Giuseppe AMOROTTI (1887 – 1944)

Giuseppe Amorotti venne definito da Ugo Bellocchi l’ “ultimo cantore di Carpineti”, dove nacque nel 1887 e vi morì nel 1944, assassinato da militari tedeschi durante un rastrellamento. Disse di sé stesso: “Appartengo a quegli animali che amano vivere nella solitudine del deserto o nel più folto e profondo della macchia. Somiglio a quelle piante che, portate dove il sole dardeggia, non si trovano in condizioni a loro favorevoli e soffrono.”

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Amerigo FICARELLI (1873 – 1938)

Amerigo Ficarelli nacque e visse nel cuore della vecchia Reggio, in Borgo Emilio, “patria” del Popol Gióst nel quartiere di Santa Croce. Considerato da diversi critici del passato il successore di Giovanni Ramusani, la sua opera principale fu La vétta ed l’om,: “E un’onda vin… la bérca la zagagna,/ La selta, la scherznéss… ormai egh sòm…/ La bérca, la va in fond cme ‘na cavagna…/ Ed ecco cusa l’é la vétta e dl’om!

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