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LÉNGUA MÊDRA

Rèș e la nôstra léngua arsâna

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Elvira FANGAREGGI-CINGI (1894 – 1998)

Elvira Fangareggi Cingi è la prima voce femminile che si incontra nella storia della poesia dialettale reggiana. In gioventù fu assidua frequentatrice del cenacolo letterario di Virginia Guicciardi Fiastri, famosa per le sue commedie comiche riproposte poi da una terza donna cultrice del dialetto, Ennia Rocchi. Nella sua vita, per sua stessa dichiarazione, la poesia l’ha accompagnata giorno per giorno, come una specie di diario quotidiano.

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Carlo GRASSI (1892 – 1965)

Carlo Grassi fu per anni considerato “l’ultimo vero poeta dialettale reggiano” e si dovette aspettare Giuseppe Davoli, prima di smentire le parole di Mario Mazzaperlini, che non vedeva chi fosse in grado di continuare sulle sue orme. Poeta molto amato dai reggiani, che conobbero la sua produzione poetica attraverso i suoi libri e le sue innumerevoli pubblicazioni.

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Giuseppe AMOROTTI (1887 – 1944)

Giuseppe Amorotti venne definito da Ugo Bellocchi l’ “ultimo cantore di Carpineti”, dove nacque nel 1887 e vi morì nel 1944, assassinato da militari tedeschi durante un rastrellamento. Disse di sé stesso: “Appartengo a quegli animali che amano vivere nella solitudine del deserto o nel più folto e profondo della macchia. Somiglio a quelle piante che, portate dove il sole dardeggia, non si trovano in condizioni a loro favorevoli e soffrono.”

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Amerigo FICARELLI (1873 – 1938)

Amerigo Ficarelli nacque e visse nel cuore della vecchia Reggio, in Borgo Emilio, “patria” del Popol Gióst nel quartiere di Santa Croce. Considerato da diversi critici del passato il successore di Giovanni Ramusani, la sua opera principale fu La vétta ed l’om,: “E un’onda vin… la bérca la zagagna,/ La selta, la scherznéss… ormai egh sòm…/ La bérca, la va in fond cme ‘na cavagna…/ Ed ecco cusa l’é la vétta e dl’om!

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Giovanni RAMUSANI (1851 – 1923)

Giovanni Ramusani à considerato il maggiore poeta satirico in dialetto reggiano. Sempre interessato alla politica cittadina, Di temperamento battagliero, fondò il giornale satirico Prusproun (Giurnel seinsa preteisi), interamente scritto in dialetto in cui vennero pubblicati numerosi sonetti di carattere politico nei quali criticava tutti coloro che abusavano della fiducia del popolo reggiano.

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Don Ferrante BEDOGNI (1813 – 1856)

Don Ferrante Bedogni, vissuto nella prima metà dell’Ottocento può essere considerato il punto di riferimento per molti poeti dialettali reggiani venuti dopo di lui. Fu il primo a rivendicare l’uso del dialetto reggiano come lingua letteraria: “Cruscant, purista, n’ me saltèdi adòss / S’ j ho scritt al me lunari in lingua ‘rsana/ Perchè j’ hi da saveir, fra gl’ èter coss, / Che me n’so gnanc dv’ as sia la Toscana,

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