O ME GIOVANETTO!

 

O mè donzèl, memòrie
ta l’ odòr che la plòja
da la tière ’a sospìre, ’a nàs.
’A nàs memòrie
di jèrbe vive e ròja.

In fònt al pòs Ciasàrse
– còme i prâs dì rosàde –
di timp antîc ’a trème.
Lajù, ’i vìf di dùl
lontàn frut peciadòr,
ta un rìdi sconsolât.
O mè donzèl, serène
puàrte la aère ombrène,
tai vècius mùrs: in sièl
la lùs imbarlumìs.

 

O ME GIOVANETTO!

O me giovanetto, memoria
nasce dall’odore che la pioggia
ravviva dalla terra.
Nasce memoria
di roggia ed erba viva.

In fondo al pozzo Casarsa
– come di rugiada i prati –
trema di antico tempo.
Laggiù, io vivo di pietà
lontano fanciullo peccatore,
in un riso sconsolato.
O me giovanetto, serena
la sera reca l’ombra,
sulle vecchie mura: in cielo
la luce acceca.

O ME GIOVANETTO!

O mé zuvnètt, memôria
da l’udòur ed l’ aqua
ch’la švapora da la tèra la nâs.
A nâs memôria
d’èrba vîva e d’fióma.

In fònd al pòss Casarsa
– cumpâgn i prèe ed rušêda –
ed tèimp antîgh la trèma.
Là zò, me vîv ed pietèe
luntân putèll pecadòur,
in d’na ridûda scunsuleda.
O mé zuvnètt, chēta
la sîra la porta al scûr,
sòuvra i vècc mûr: in cēl
la lûs l’imbarbaja.

 

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La versione in dialetto reggiano è recitata dal nostro Luciano Cucchi
I sottotitoli possono essere scelti tra Italiano e Friulano (inserito come Interlingua). Vai sul tasto impostazioni per effettuare la scelta.

Nota: Nei vv. 9-10 «Lajù, ’i vîf di dûl / lontàn frut peciadoˆ r, // ta un rìdi sconsolât» “Laggiù, io vivo di pietà, lontano fanciullo peccatore,/ in un riso sconsolato”, «lajù» è il fondo del pozzo che riflette l’io. Riflette il doppio che potrebbe essere il suo interno, la sostanza dell’io che sta quaggiù. …
Questo termine lo si ritrova in altre Poesie, nei vv. 4-6 di Lis litanis dal biel fi I, «Lajù il sièl l’è dut serèn! / – si tu vens cajù, se ciàlitu? / Plòja, folc, un plant d’infiâr» “Laggiù il cielo è tutto sereno! – Se tu vieni quaggiù cosa vedi? Pioggia, fulmine, un pianto d’inferno”, il contrasto è evidente con senso morale, fra bene e male, o fra vita e morte, in una giovinezza che rappresenta la vita, appartiene al passato , e quindi è perduta. Doi Hideyuki: L’ esperienza friulana di Pasolini. Cinque studi. Franco Cesati Editore, 2011

 

L’immagine “Valvasone, Torre medievale” (1941)  è opera di Pier Paolo Pasolini

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