COME STANNO I DIALETTI ITALIANI?

Nel 2017 l’ISTAT ha pubblicato un proprio Report[1]  relativo all’anno 2015, nel quale vengono presentate le stime sull’utilizzo dei dialetti in Italia.

L’ISTAT ci informa che:

  • si stima che il 45,9% della popolazione di sei anni e più (circa 26 milioni e 300mila individui) si esprima prevalentemente in italiano in famiglia e il 32,2% sia in italiano sia in dialetto. Soltanto il 14% (8 milioni 69mila persone) usa, invece, prevalentemente il dialetto. Ricorre a un’altra lingua il 6,9% (all’incirca 4 milioni di individui, nel 2006 erano circa 2 milioni 800mila individui).

 

  • La scelta dell’italiano come lingua prevalente è più frequente nelle relazioni con gli amici (49,6%) e ancor più nelle interazioni con gli estranei (79,5%) (Prospetto 1):

 

Nei tre contesti relazionali considerati è diffuso anche l’uso misto di italiano e dialetto: in famiglia parla sia italiano sia dialetto il 32,2% delle persone di 6 anni e più, con gli amici il 32,1% e con gli estranei il 13% circa. Soltanto il 14,1% della popolazione parla prevalentemente il dialetto in famiglia (8 milioni 69mila persone), ancor meno con gli amici (12,1%) e gli estranei (4,2% circa).

Nel 2015 per la prima volta è stato rilevato il linguaggio abitualmente usato nel contesto dell’attività lavorativa: la maggior parte delle persone di 15 anni e più fa un uso esclusivo dell’italiano (77,5%) e nel 15,8% dei casi un uso misto di italiano e dialetto.

L’uso prevalente dell’italiano diminuisce con l’età L’uso prevalente dell’italiano diminuisce all’aumentare dell’età in tutti i contesti relazionali: in famiglia varia dal 58,5% delle persone di 6-24 anni al 34,2% delle persone di 65 anni e più. Specularmente, l’uso esclusivo del dialetto cresce con l’età, passando dal 6,7% dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 24 anni che parlano per lo più dialetto in famiglia al 26,9% delle persone di 65 anni e più. Le differenze tra giovani e adulti nell’uso misto sono invece meno accentuate (Prospetto 2)

 

 

L’uso del dialetto è un’abitudine che risente delle consuetudini dell’ambito familiare: se entrambi i genitori sono soliti parlare il dialetto (in modo esclusivo o alternato all’italiano), bambini e giovani tra i 6 e i 24 anni tendono a fare altrettanto mentre solo nel 20% dei casi parlano prevalentemente l’italiano.

Considerando solo la popolazione di lingua madre italiana, tra il 2006 e il 2015 l’uso prevalente o esclusivo del dialetto in famiglia diminuisce per tutte le fasce di età, soprattutto a partire dai 45 anni. Questo andamento risente dei cambiamenti generazionali e del progressivo innalzamento dei livelli di istruzione delle generazioni più giovani che si riflettono anche nelle abitudini di linguaggio delle famiglie

La scelta della lingua è fortemente legata al livello di istruzione. Tra le persone di 25 anni e più l’uso prevalente del dialetto in famiglia e con gli amici riguarda maggiormente coloro che hanno un titolo di studio basso, anche a parità di età. Il 24,8% di coloro che possiedono la licenza media (o titoli inferiori) usa quasi esclusivamente il dialetto in famiglia e il 33,7% con gli amici (contro rispettivamente il 3,1% e il 2,7% di chi ha la laurea o un titolo superiore). In tutti i contesti relazionali sono soprattutto le persone di 65 anni e più con al massimo la licenza media a parlare prevalentemente il dialetto: il 32,5% lo usa come lingua prevalente in famiglia, il 29,5% con gli amici, il 12,1% con gli estranei.

 

Dialetto più parlato al Nord-est e al Sud

Il ricorso al dialetto nei diversi contesti relazionali e soprattutto in famiglia resta una specificità di alcune regioni. Al Sud e nelle Isole (ad eccezione della Sardegna) oltre il 68% delle persone di 6 anni e più utilizza il dialetto in famiglia – prevalentemente o in alternanza con l’italiano – contro il 31% circa del Nord-ovest.

 

 

Le regioni dove questa tendenza è più diffusa sono la Campania (75,2%), la Basilicata (69,4%), la Sicilia (68,8%) e la Calabria (68,6%). Al Centro soltanto nelle Marche si registra un uso del dialetto in famiglia (esclusivo o alternato all’italiano) superiore alla media nazionale (56,3%). Al Nord a distinguersi per il ricorso al dialetto in famiglia, anche se non esclusivo, sono la provincia di Trento (54,9%) e il Veneto (62%).

 

[1] L’uso della lingua italiana, dei dialetti e di altre lingue in Italia (istat.it)

 

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