CAPRIFOGLIO

Caprifoglio

 

 

Denominazione scientifica:
Lonicera caprifolium

Denominazione comune:
Caprifoglio comune, Madreselva comune, Abbracciabosco, Legabosco, Uva di San Giovanni, Manicciola

 

Denominazione in Arşân:
Caperfòj, Ligabôsch *, Scarbósel *, Mân ed San Şvân

 

Note e Crediti
Caperfoj
è la derivazione dialettale di Caprifoglio, dal tardo latino caprifolium, composto dai termini “caper”, capri“capro” e folium “foglia” perché si dice che le capre si cibino volentieri delle sue foglie giovani e dei suoi nuovi getti.
Ligabôsch  è la traduzione di Legabosco  e deriva dal suo portamento rampicante che spesso avvolge. Da altri nomi comuni della pianta (Uva di San Giovanni – Manicciola) deriva il termine reggiano di Mân ed San Şvân, Mani di San Giovanni”.
Secondo alcune ricette il caprifoglio entrava nella miscela di erbe con la quale si preparava l’acqua di San Giovanni la notte tra il 23 e il 24 giugno, ritenuta benefica nella tradizione popolare.
Foto di Silvio Colombo in: Forum Acta Plantarum – Indice

 


 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli pubblicati

DIALETTO È UNA BRUTTA PAROLA?

Quante volte si sente dire: – No, il dialetto …. non è un dialetto ma una lingua! Sembra che chi vuole difendere il dialetto rifugga da questa parola per dire che il suo dialetto è più importante degli altri e che raggiunge la dignità di lingua. In un bel libro sui dialetti nell’Italia unita, il suo autore spiega la differenza fra il dignificato delle parole dialetto e dialect (inglese), forse all’origine di questo atteggiamento.

COME STANNO I DIALETTI ITALIANI?

Un Rapporto ISTAT relativo all’anno 2015 fornisce molti dati sull’utilizzo dei dialetti in Italia in diversi contesti della comunicazione, nonché il trend nel corso degli ultimi 30 anni.

BIBBIANO: IL MUSEO “IL NEMICO ERA COME NOI”

Un video per conoscere l’esistenza a Bibbiano di un piccolo ma interessantissimo museo che raccoglie reperti della Prima Guerra Mondiale, un messaggio contro tutte le guerre rivolto soprattutto ai giovani.

FABRIZIO DE ANDRÉ

Fabrizio De André ha tradotto testi di cantautori e poeti, suscitando grande ammirazione nella critica per l’abilità con cui ha inserito in queste storie i temi a lui più cari, quali la difesa dei più deboli e il valore della libertà. Luciano Cucchi, a sua volta, ha tradotto in dialetto e ha dato voce ad alcune di queste storie.

ALDA MERINI

“Sono nata il ventuno a primavera” e “Io come voi sono stata sorpresa”: due poesie di Alda Merini tradotte nel nostro dialetto.

VÓLA BÂS

Da Bibbiano un bellissimo esempio di come si può insegnare il dialetto ai ragazzi grazie all’attività del gruppo Vóla Bâs e alla collaborazione con il mondo della Scuola. Così anche imparare l’Educazione Civica diventa un gioco da ragazzi!