Lój, 2022
Stavôlta av vòj cuntêr ’na stôria ch la pèrla dl’aqua, vést ch’l as fà tânt tribulêr. Gh î da savèir, dovete sapere, che quando eravamo piccoli, i nôster vècc s’arcmandêven di stare molto attenti all’orlo del pozzo dove si attingeva l’acqua con un s’cîn e ’na sirèla (carrucola) ch la sighêva. Avvicinarsi e sporgersi sul pozzo significava esporsi alle brame della Borda!
La Borda l ēra ’na bèstiasa bróta cme la fâm, presente in tutta l’Emilia-Romagna, con nomi leggermente diversi da una provincia all’altra. A Reggio è detta anche Burda o Burdana, ma la sostanza non cambia.
Questo animale, tra fantastico e mitologico, abitava nel fondo di pozzi e dei tanti stagni (mêşer) dove veniva fatta macerare la canapa.
Al magnêva sòl la chêrna şòvna di ragâs, che riusciva ad agguantare con le possenti e nerborute braccia pelose; i suoi occhi erano coperti da una benda, il corpo squamoso, impiastricciato di fango. Guai ai malcapitati che si avvicinavano troppo!
Gnîven branchê e tirê şò in fònd sèinsa pietê.…
La giustificazione per un tale essere maligno era quella di spaventare i bambini affinché non si avvicinassero a pozzi e maceri con il rischio di precipitare o annegare.
Il nome pare derivare dalla radice linguistica bor- che partecipa alla formazione di nomi di luoghi e di voci comuni che hanno attinenza con acque sorgive o termali nel Nord Italia e area transalpina. Un esempio è il toponimo Bormio, città ricca di acque termali.
E visto che siamo in luglio ricordiamo il proverbio:
L’aqua per S. Âna dmèj che la mana! (L’acqua per Sant’Anna – 26 luglio - è meglio della manna).
Stê bèin e po’ grâsia.