Cerca
Close this search box.

PRÉMA ’D PARTÎR

 

 

‹La bicicletta è un modo di accordare
la vita con il  tempo e lo spazio,
è l’andare e lo stare dentro misure ancora umane».
Sergio Zavoli

Pronti per la partenza!

Per sapere dove si poteva andare con il “pensiero pedalante”, quali territori avremmo potuto esplorare con la nostra bicicletta ideale, avevamo bisogno di una mappa e Rolando Gualerzi, il più “teorico” del nostro gruppo, ce ne ha preparata una, un poco complicata ma … pian piano, senza fretta, proveremo ad interpretarla. Soprattutto, ci interesserà trovare sempre un filo di collegamento con la nostra città, con le sue vicende e con i suoi “eroi” che con la bicicletta hanno lavorato, combattuto, gareggiato e “vinto” un posto nei ricordi dei reggiani.

 

La “mappa mentale” del nostro viaggio

 

Per il nostro viaggio ci serviva anche un canto di incitamento, una bella poesia, che ci desse la giusta carica , e qui ci è venuto in aiuto Pablo Neruda con la sua Ode alla bicicletta, che Paolo Gibertini ha tradotto dallo spagnolo al dialetto.

CÂNT A LA BICICLÈTA

I andêva
per la strêda
che quêşi ciochêva:
al sōl al se šgranêva
come dal furmintòun bujint
e l’ ēra
la tèra
chêlda
un cîrcol sèinsa fîn
cun al cēl sòvra
celèst, e vōd.

A m’ în pasêdi
atâch
al biciclèti,
j’ ónich
musèin
ed còl
minût sèch d’istèe,
ed sopiât,
rapidi,
trasparèinti:
ém în sembrêdi
un muvimèint ed l’âria.

Operâi e ragâsi
al só fâbrichi
andêven
mèinter dêven
j’ôc
a l’istèe,
al tèsti al cēl,
sdû
sòvra
agli êli
dagli êlti
biciclèti
che s’ciflêven
mèinter ch’atraversêven
pûnt, giardèin, râşi
e al meşdé.

Mé pinsêva a la sîra quând i ragâs
as lèven,
a cànten, màgnen, léven
un bicēr
ed vèin
in unōr
ed l’amōr
e d’la véta,
e atâch a l’ós
la spetêva
la biciclèta
fêrma
perché
sōl
ed muvimèint l’ē la só âlma
e lé per tèra
l’an n’ē mia pió
un musèin trasparèint
ch al travêrsa
l’istèe,

un po’ ed fèr
frèd
che sōl
al tôrna a èser
côrp ch al viâsa
cun la prèsia
e la lûs,
dòunca,
cun
la
rinascita
ed tót i dé.

(Trad. P Gibertini)

 

 

Oda a la bicicleta
Iba
por el camino
crepitante:
el sol se desgranaba
como maíz ardiendo
y era
la tierra
calurosa
un infinito círculo
con cielo arriba
azul, deshabitado.
Pasaron
junto a mí
las bicicletas,
los únicos
insectos
de aquel
minuto
seco del verano.
Sigilosas,
veloces,
transparentes:
me parecieron
sólo
movimientos del aire.
Obreros y muchachas
a las fábricas
iban
entregando
los ojos
al verano,
las cabezas al cielo,
sentados
en los
élitros
de las vertiginosas
bicicletas
que silbaban
cruzando
puentes, rosales, zarza
y mediodía.
Pensé en la tarde cuando
los muchachos
se laven,
canten, coman, levanten
una copa
de vino
en honor
del amor
y de la vida,
y a la puerta
esperando
la bicicleta
inmóvil
porque
sólo
de movimiento fue su alma
y allí caída
no es
insecto transparente
que recorre
el verano,
sino
esqueleto
frío
que sólo
recupera
un cuerpo errante
con la urgencia
y la luz.
es decir,
con
la
resurreción
de cada día.
Ode alla bicicletta
Andavo
per la strada
crepitando:
il sole si sgranava
come mais ardente
ed era
la terra
calorosa
un infinito circolo
col cielo in alto
azzurro, disabitato.
Passarono
vicino a me
le biciclette,
gli unici
insetti
di quel
minuto
secco dell’estate,
riservate,
veloci,
trasparenti:
mi sembrarono
soltanto
movimenti dell’aria.
Operai e ragazze
alle loro fabbriche
andavano
consegnando
gli occhi
all’estate,
le teste al cielo,
seduti
sulle
elitre
delle vertiginose
biciclette
che fischiavano
attraversando
ponti, roseti, rovi
e il mezzogiorno.
Pensai alla sera quando
i ragazzi
si lavano,
cantano, mangiano, alzano
una coppa
di vino
in onore
dell’amore
e della vita,
e alla porta
aspettava
la bicicletta
immobile
perché
soltanto
di movimento è la sua anima
e lì caduta
non è più
insetto trasparente
che percorre
l’estate,
ma
scheletro
freddo
che solo
recupera
un corpo errante
con l’urgenza
e la luce,
cioè,
con
la
resurrezione
di ogni giorno.
(Trad. P Gibertini)

 

2 risposte

  1. La mappa mentale è molto stimolante , aperta verso molti ricordi e pensieri . Come il solito siete bravissimi a toccare le corde dei nostri ricordi , dei nostri affetti sedimentati legati a persone , cose , paesaggi che senza che ce ne accorgiamo ci assalgono senza che ce ne accorgiamo . Grazie , continuo a leggervi con riconoscenza, Maria

    1. Grazie Maria per il tuo commento. Per noi è una bellissima esperienza, ci mantiene curiosi, con tanta voglia di cimentarci su temi sempre nuovi. Un grande Auguri di Buone Feste.
      Gian Franco

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli pubblicati

L’IMPORTANZA DEGLI ACCENTI

In questo articolo Denis ci offre molti esempi di “falsi amici”: parole dialettali che hanno una grafia molto simile, che differisce solo nei segni diacritici, modificandone la pronuncia e il significato.

SE HOLLYWOOD AL GNÉS A RÈŞ

Come sarebbero i dialoghi di un film poliziesco, stile “old America”, se fossero tradotti in un puro dialetto reggiano? Denis Ferretti li ha immaginato così!

sul VOCABOLARIO DELLA VALLE DEL TASSOBIO

Il vocabolario dialettale della valle del Tassobio di Savino Rabotti, per la sua completezza e precisione è un ottimo strumento per far capire il funzionamento di un sistema linguistico.

RENZO PEZZANI: LA STRIA SAVATA

Un omaggio a Renzo Pezzani, poeta parmigiano al quale sono dedicate molte scuole per la sua attività nel campo delle letteratura per bambini. Qui lo ricordiamo per la sua produzione dialettale con una poesia adattata al nostro dialetto da Luciano Cucchi.

ESERCIZI DI TRADUZIONE: ARTHUR RIMBAUD

Una poesia può avere tante traduzioni diverse: possono essere molto fedeli o libere, rispettare la metrica e le figure retoriche o essere lo spunto per una storia nuova. Sei amici hanno provato a tradurre, separatamente Le dormeur du val, di Arthur Rimbaud. Una ulteriore versione è stata costruita con le idee migliori.

LA FÔLA DI TURTLÈIN

Una simpatica favola di Denis Ferretti per fare gli Auguri di Buon Natale a tutti gli amici di Léngua Mêdra.

NERUDA, SZYMBORSKA E LA CIPOLLA

L’umile “cipolla” nei versi di Pablo Neruda e Wisława Szymborska, messi a confronto qui nelle traduzioni in dialetto reggiano dal nostro Denis Ferretti.