Il volume “L ardzi’goggle – parola di ligonchiese” è stato pubblicato nel 2021; ci eravamo ripromessi di recensirlo appena uscito, ma per varie ragioni arriviamo a farlo solo ora. Però, a quasi quattro anni dalla sua uscita, possiamo tranquillamente affermare che il lavoro di Sandra Bacci è ancora oggi quanto mai “attuale” e siamo certi lo rimarrà per molti, molti anni. Non è solo un vocabolario, è molto di più. È stata fatta una ricerca assai approfondita che presenta diversi aspetti non facilmente riscontrabili in altre opere simili nel nostro territorio: l’autrice, madrelingua ligonchiese, non si è limitata a raccogliere ricordi e conoscenze linguistiche personali dirette, ma ha voluto conferire la massima scientificità al suo lavoro, avvalendosi anche di preziose collaborazioni, prima con l’Università di Modena e Reggio e poi con il contributo della professoressa Laura Bafile, docente di linguistica dell’Università di Ferrara. La parte riguardante il lessico è estremamente curata ed è preceduta da due paragrafi assai utili su forme grammaticali ed esempi di paradigmi. Ogni lemma riporta la grafia in dialetto e quella in IPA. Quest’ultima scelta può destare in qualcuno delle perplessità, ma è certo che molti suoni del dialetto ligonchiese non sono facilmente esprimibili coi semplici caratteri latini e relativi accenti. Pertanto il potersi trovare la grafia di tutti i termini e di tutte le frasi in alfabeto IPA, per quanto di non facile lettura, è da ritenersi opera alquanto meritoria; possiamo peraltro solamente immaginare l’impegno sia redazionale sia tipografico che ciò ha comportato.
Per ogni termine inoltre, accanto al significato, vengono forniti esempi frasali che arricchiscono la lettura di sfumature espressive importanti per una migliore comprensione. A seguire la parte di vocabolario vero e proprio troviamo una raccolta di modi di dire, filastrocche e brevi racconti, con inserite diverse foto storiche del paese e dei suoi dintorni. Si passa poi dalla lingua …al palato, con alcune ricette tipiche ligonchiesi, forse povere di ingredienti, ma certamente ricche di sapori e di idee. Infine troviamo le trascrizioni delle registrazioni fatte a vari abitanti del paese che raccontano fatti anche minuti della loro vita, citando posti, cibi, abitudini, aneddoti. È chiaro che questa parte, indipendentemente dai contenuti, è di grandissimo valore documentario; e nel cd allegato si possono ascoltare le voci, le inflessioni, gli accenti ed anche le varianti di pronuncia, segnalate dall’autrice nel testo, che si possono trovare fra parlanti di frazioni e borghi che si trovano a pochissimi km di distanza. Considerato che noi di Lèngua Mêdra siamo da qualche tempo impegnati a realizzare nel nostro sito una sezione fonoteca nella quale intendiamo raccogliere il maggior numero possibile di varianti del dialetto reggiano, si può ben capire che questo lavoro susciti in noi riconoscenza e sincera ammirazione per l’autrice.