Cerca
Close this search box.

LÉNGUA MÊDRA

Rèș e la nôstra léngua arsâna

Vocabolario dialettale della Valle del Tassobio

U

U Disgiunt. O… o. O questa o l’altra. In realtà la U è una O molto stretta. U mangiâr sta mnèstra u saltâr cla fnèstra = o mangiare questa minestra o saltare quella finestra.

Ubdîr V. intr. 1. Obbedire, dare retta. 2. Stare alle regole. Dal latino obœdire = ubbidire.

Ubersèt Sm. Locanda, osteria (piccolo albergo). Dal francese auberge = albergo.

Ubidiênsa Sf. 1. Ubbidienza, accettazione. 2. Rispetto. Ubidiênsa e pajûra – pôch la dûra, ubbidienza e paura / poco dura.

Ubidiênt  Agg. 1. Ubbidiente. 2. Docile, mansueto.

Ubietâr V. intr. Obiettare, replicare. Dal latino obiectare, intensivo di obìcere = opporre (un argomento).

Ubietîv 1. Sm. Obiettivo, scopo, fine. 2. Lente di apparecchio fotografico. 3. Agg. Ragionevole, ponderato. Dal latino medievale obiectivum, aggettivo di Objèctum = soggetto di argomento o riproduzione inimmagine.

Ubligâ  Agg. e Pp. 1. Obbligato, costretto. 2. Riconoscente.

Ubligâr V. tr. Obbligare, costringere. Dal latino obligare = legare strettamente (Ob+ligàre).

Ubligasiûn Sf. 1. Obbligazione. 2. Dovere. 3. Prestito da restituire con interesse.

Ubligatòri Agg. Obbligatorio, imposto.

Ucâda Sf. Sciocchezza, errore stupido, distrazione. Dal latino  tardo auca, classico àvica (da avis = uccello, pennuto).

Ucâr Sm. Allevatore di oche.

Ucarèla  Sf. (raro) Il perno per fermare gli scuri delle finestre, o le staffe per le gronde [Pini]. Dal termine “oca” (per la forma dei due oggetti). Dâr l’ucarèla al fnèstri = fermare le imposte.

Ucarîna Sf. Strumento musicale in terracotta, dalla forma simile a una piccola oca. Fu inventata da Donati di Budrio (Bologna) nel 1867.

Ucaròt Sm. Tonto, poco furbo, lento a capire.

Ucarûn Sm. Tonto, rimbambito.

Ucašiûn Sf. 1. Occasione. 2. Circostanza favorevole. Dal latino occasio. L’ucašiûn la fà l’óm lâder e la dúna putâna = l’occasione fa l’uomo ladro e la donna sgualdrina.  Dâr l’ucašiûn = fornire il pretesto.

Ucèl Sm. Occhiello. Vedi Ucèt.

UcètSm. 1. Piccolo occhio. 2. Ammiccamento, occhiolino. 3. Asola, foro per infilare i lacci delle scarpe, nelle borse o nelle tende, rinforzato con l’occhiello di metallo. 4. Qualunque congegno a forma d’occhiello. 5. Richiamo di una notizia sul giornale.

Uchîna Sf. Oca appena nata, papera.

Uciâ Sm. pl. Occhiali. Dal latino òculus. Uciâ nîgher = occhiali da sole.

Uciâda Sf. 1. Occhiata, sguardo. 2. Aspetto. 3. Lettura superficiale. 4. Sguardo di rimprovero, cenno. A la prìma uciâda = a prima vista.

Uciadîna Sf. 1. Sbirciata, sguardo fugace. 2. Lettura superficiale. Dâr un’uciadîna = dare una sbirciatina.

Ucialâr Sm. Ottico, venditore di occhiali.

Ucialîn Sm. pl. Occhialini.

Ucialûn Sm. 1. Persona che usa occhiali spessi. 2. pl. Grossi occhiali.

Uciàs   Sm. Occhiacci, sguardo cattivo.

Ucîn Sm. Occhiolino, ammiccamento, segno d’intesa.

Uciûn   Sm. pl.  Occhioni, occhi larghi.

Ucûn   Sm. Ocone, tonto.

Udiâr  V. tr. Odiare. Avere rancore.

Udiênsa Sf. Udienza. Dal latino audientia = il porgere ascolto.

Uditòri   Sm. 1. Uditorio, persone che ascoltano. 2. Sala destinata all’esecuzione di musiche. Dal latino auditorium = auditorio.

Udiûš   Agg. Odioso, spregevole; cattivo.

Udûr Sm. 1. Odore, profumo. Olezzo. 2. Sospetto. Dal latino òdor = profumo, odore. Avrîl al fà i fiûr – e màš a gh’dà l’udûr = aprile produce i fiori / e maggio dà loro il profumo. Sentîr udûr (púsa) da strinâ = sentire puzzo di bruciato.

Udurâr V. intr. Spandere profumo, emanare odore.

Udurîn Sm. Profumino; aroma di cibi.

Üfa (A)  Locuz. A ufo, gratis, a scrocco. L’Accademia della Crusca fa derivare la locuzione da a[b] uf[fici]o, = (proviene) dagli uffici pubblici, quindi esente da tasse. Altri vi scorgono la sigla A.U.F. che Gian Galeazzo Visconti faceva apporre alle pietre trasportate dal Lago Maggiore a Milano per la costruzione del Duomo: ad usum fàbricæ [Colonna]. Altri ancora ritengono il termine di origine onomatopeica legata allo sbadiglio [Devoto].

Ufèndse V. rifl.  Offendersi, restarci male.

Ufensîv   Agg. Offensivo.

Ufèndre   V. tr. 1. Offendere, insultare. 2. Lesionare. Dal latino offendere = offendere.

Ufèndse V. rifl.  Offendersi, restarci male.

Ufensîva 1. Sf. Attacco, avanzata in massa di un esercito. 2. Agg. Offensiva, che offende.

Ufêrta 1. Sf. Offerta. 2. Obolo. 3. Proposta. Dal latino offerre = portare avanti. 4. Pp. Offerta.

Ufertòri Sm. Offertorio, parte della Messa in cui il celebrante offre ostia e vino a Padre. In certe occasioni è il popolo che offre il frutto del proprio lavoro..

Ufêš   Agg. e Pp. 1. Offeso, insultato. 2. Leso, zoppo.

Ufêša 1. Sf. Offesa, insulto. 2. Agg. e Pp. Offesa

Uficiâl 1. Agg. Ufficiale, reso pubblico dalle autorità competenti. 2. Sm. Ufficiale, graduato; superiore. Dal latino officialis.

Uficiâr V. tr. Celebrare i riti sacri.

Uficîna  Sf. 1. Officina. 2. Laboratorio, bottega artigiana. Dal latino officina (opificìna) = luogo dove esegue il lavoro (opus) l’artigiano (opifex).

Ufìsi   Sm. 1. Ufficio, studio, luogo di lavoro per impiegati. 2. La parte del salterio che i sacerdoti devono recitare ogni giorno. Dal latino officium = obbligo, dovere. Ufìsi da môrt = rito di suffragio per i defunti.

Ufrîr V. tr. Offrire, proporre, esibire.

Ugèt  Sm. 1. Oggetto in genere. 2. Tema di un discorso. 3. Motivo di una disputa. Dal latino medievale obiectus. Un bêl ugèt = un bel tipo.

Úgni   Agg. Ogni. Vedi Ógni.

Ugnûn Pron. Ognuno, ciascuno.

Ulandêš 1. Agg. Olandese. 2. Sm. Abitante dell’Olanda. 3. Tipo di caffé in uso prima del secondo conflitto mondiale (utilizzato come surrogato da aggiungere all’orzo).

Ùlcera Sf. 1. Ulcera, ferita, lacerazione. Dal latino ulcus = piaga.

Uliâda 1. Sf. Ingrassaggio, lubrificazione. 2. Agg. e Pp. Lubrificata; carta oleata.

Uliadûr Sm. Ampolla per oliare.

Uliâr V. tr. Lubrificare, oliare, ungere, ingrassare. Dal latino oleum.

Uliêra  Sf. Ampolla per l’olio.

Ulîv, Ulîva Sm. e Sf. 1. Ulivo (albero). 2. Ulivo della domenica delle palme. Dal greco èlajon, in latino oliva, che indica sia l’albero che il frutto. L’ulivo fino a pochi secoli addietro, si coltivava anche nelle zone più protette e più calde del basso appennino. Castellarano, secondo i più recenti studi, deriverebbe da castrum oleariànum = castello dell’olio. Il ritrovamento (1979) di una domus rustica romana del II secolo d. C., con frantoio, in località Gambarata, comune di Castellarano, sembra confermare questa ipotesi.

Ulîva  Sf. Oliva, frutto dell’ulivo.

Ulivàster Agg. Olivastro; di carnagione scura.

Ulmâda (raro) Sf.  Filare di olmi.

Ûlmi  Sm. La pianta dell’olmo. Dal latino ulmus = olmo.  

Ûltme, Ûtme   Agg. Ultimo, elemento terminale di una serie. Dal latino ultimus.

Umà-g  Sm. Omaggio, regalo. Dal latino medievale hominaticum, in francese hommage  [Colonna].

Umagiâr  V. tr. Rendere omaggio, fare regali.

Umân  Agg. 1. Umano, relativo al genere umano. 2. Comprensivo, rispettoso. Dal latino humanus.

Umanitâ Sf. L’insieme degli esseri umani. Dal latino humanitas.

Umarèl   Sm. Omino, uomo da poco.

Umarîn  Sm. 1. Omuncolo, tipo poco raccomandabile. 2. Ometto, ragazzino saggio. 3. Uomo piccolo di statura. Dal latino homo.

Umàs   Sm. 1. Uomo grosso e rustico. 2. Uomo volgare e prepotente.

Umasûn Sm. Omaccione.

Umberlâda  Sf. Ombrellata, colpo inferto con l’ombrello.

Umberlài  Sm. Ombrellaio, chi vende o ripara ombrelli.

Umberlîn   Sm. Piccolo ombrello. Lo usavano le signore per il passeggio.

Umberlîna 1. Sf. Ombrellino. 2. N. pr. Ammanita phalloides (fungo).

Umberlûn Sm. 1. Ombrellone (ombrello da spiaggia). 2. Ombrello da pastore. 3. Fungo della famiglia Macrolepiota procera.

Ùmbra Sf. 1. Ombra, refrigerio. 2. Sospetto. 3. Persona magrissima. Dal latino umbra. Fâr ùmbra  = dare fastidio. Avêr pajûra d la su’ ùmbra = essere sospettoso, essere pauroso. Stâr a l’ùmbra = riposare, stare al fresco.  Armàgnre int l’ùmbra = restare nascosto,operare di nascosto.

Umbrèla  Sf. 1. Ombrello, ombrellino. 2. Protezione; riparo. Dal latino medievale umbrella (latino classico umbella = ombrellino). A ’n giudicâr mài un òm da l’umbrèla ch’al pôrta. La pudrê ânch n’êser brîša sùa = non giudicare mai un uomo dall’ombrello che porta: potrebbe non essere suo.  Umbrèla da pastûr = ombrello da pastore (più largo di quelli usuali). Era spesso di colore verde. Disponeva di un legaccio che permetteva, quando era chiuso, di portarlo a tracolla. Nomenclatura: Màndghe, Anèl, Puntûn, Bastûn o Càna, Bachèti, Têla.

Umbrìgle   Sm. 1. Ombelico. 2. Nòcciolo della questione. Dal latino umbilicusA ògni paêš la su’ ušânsa: a ògni umbrìghel la su’ pânsa = a ogni paese le sue usanze: a ogni ombelico la sua pancia.

Umbrûš  Agg. 1. Ombroso, che produce molta ombra. 2. Sospettoso, pauroso.

Ûmde, Ûmid 1. Agg. Umido, bagnato, molliccio. 2. Sm. Spezzatino, carne in umido. Dal latino umidus.

Umditâ Sf. Umidità, infiltrazione, trasudamento.  

Umèt   Sm. 1. Ometto, persona bassa. 2. Persona poco affidabile. 3. Reggispinta tra le due travi oblique di una capriata; è detto anche “morto” o ”monaco”. 3. Gruccia, attaccapanni a forma di croce. Sinonimi: Crûša, Crušêra.

Umicìdi   Sm. Omicidio, assassinio. Dal latino homicidium, omicidio, uccisione, da hominis cædes = uccisione dell’uomo.

Umiliânt   Agg. Umiliante.

Umiliâr  V. tr. 1. Umiliare. 2. Rimproverare aspramente. 3. Maltrattare pubblicamente. Dal latino tardo humiliare, umiliare, schiacciare a terra.

Umiliasiûn Sf. Umiliazione, rimprovero. Ciapâr n’umiliasiûn = subire un torto, un’umiliazione.

Umiltâ Sf. 1. Umiltà. 2. Coscienza dei propri limiti. Sênsa umiltâ ógni virtú la dvênta vìsi = senza umiltà ogni virtù diventa vizio.

Umîn Sm. 1. Ometto, ragazzino saggio. 2. Uomo piccolo di statura. 3. Uomo gretto, pretenzioso. Umîn dal lúster, = omino dal lucido (riferito a persona di poco affidamento). Deriva dalla pubblicità del lucido per scarpe della “Brill”, in cui compariva un sorridente lustrascarpe [Bellei]. Esiste anche l’espressione più sprezzante: bagàj dal lúster.  = bravo a parlare ma non a mantenere le promesse.

Umûn    Sm. Omone.

Umûr  Sm. Umore, stato d’animo. Dal latino humor. Êsr’ad bûn umûr = essere allegri. Êsr’ad catîv umûr, = essere triste, nervoso.

Umurísta  Sm. Umorista, vignettista; barzellettiere. Chi riesce a creare buon umore. Dal latino humor, attraverso l’inglese humorist.

Umurìstich   Agg. 1. Umoristico, comico. 2. Allegro.

Ûn 1. Num. e Sm. Uno, un tale, uno dei tanti. Dal latino unus. Ûn pr’ûn = uno per ciascuno. Ûn da ’d föra = un estraneo, non del posto. 2. Agg. e Pron. Uno, uno solo.

Ùnda Sf. 1. Onda di fiume o di mare. 2. Ondulazione; dondolio. Dal latino unda. Ciapâr l’ùnda = cogliere l’occasione. 3. Ondulazione dei capelli. Si faceva con la mìsa in pîga (messa in piega) dalla parrucchiera o a casa con uno strumento apposito.

Undâda Sf. Ondata.

Undegiâr V. intr. Dondolare, fare l’onda.

Unèst   Agg. Onesto, leale. Dal latino honestus, degno d’onore. Dal latino honor.

Unestâ  Sf. Onestà, rettitudine.

Ungarêš   Agg. e Sm. Ungherese.

Ungèla   Agg. Castagna quasi vuota, soffocata dalle altre all’interno del riccio. Vedi Scherflûn.

Úngia Sf. 1. Unghia. 2. Zoccolo d’animale. 3. Quantità minima. Dal latino unguis = unghia. Al s’é salvâ pr’un’úngia = se l’è cavata appena appena.  

Ungiâda  Sf. Unghiata, graffio.

Ungîn  Sm. Unghiello, unghiolo.

Ungiûn Sm. Grossa unghia di animale.

Únich  Agg. 1. Unico, raro, inimitabile. 2. Singolo. Dal latino unicus, uno (ed uno) solo.

Unîr   V. tr. Unire; riunire; radunare; accorpare. 2. Legare. 3. Sposare. Dal latino unire = unire (da ùnum fàcere = rendere una cosa unica).

Unîs  V. rifl. 1. Unirsi, raggrupparsi, fare gruppo. 2. Aggregarsi. 3. Sposarsi.

Unitâ Sf. 1. Unità; unione. 2. Uniformità di vedute.

Uniûn Sf. 1. Unione. Riunione. 2. Solidarietà.

Univêrs Sm. L’universo. Dal latino universus, tutto intero.

Universâl  Agg. Universale; globale; che riguarda tutti.

Universitâ Sf. Università, ateneo. Dal termine Universitas studiorum = luogo in cui era possibile imparare tutto lo scibile noto. Quella di Bologna fu fondata nel 1076, ed è la più antca d’Europa.

Universitàri   Agg. Universitario; studente che frequenta l’università.

Ûnsa  Sf. Oncia (misura di peso). Dal latino uncia, = oncia, unità di peso. L’oncia appartiene ai sistemi angloamericani (non metrico-decimali). Se ne conoscono due tipi: oncia per il peso (e corrisponde a 28,35 grammi), e oncia per liquidi (inglese, 28,41 cm³; americano, 29,57 cm³).

Unsîn  Sm. Gancio, uncino. Dal greco ònkos, attraverso il latino uncinus, curvo.

Unsinèt Sm. Uncinetto, lavoro di ricamo.

Ûnšre  V. tr. 1. Ungere, ingrassare; lubrificare. 2. Sculacciare, infliggere una punizione corporale.

Ûnt 1. Agg. e Pp. Unto, bisunto, sporco di grasso. 2. Lubrificato. 3. Sm. Strutto per friggere. Grasso per lubrificare. Dal latino unctus, da ungere.

Ûnta 1. Sf. Lubrificazione, unzione. 2. Agg. e Pp. Unta, lubrificata. 3 Dâr un’únta = dare una lezione.

Untân Sm. Ontano. Dal latino tardo alnetanus.

Un tânt al bràs   Locuz. 1. Pressappoco, approssimativamente. 2. “A braccio”. Sinonimi: Presapôch, A l’incîrca.

Ûntúm Sm. Untume, sporcizia; lerciume.

Untûš   Agg. 1. Viscido, unto, scivoloso, ingrassato. 2. Che sporca. 3. Persona servile, opportunista.

Unumàstich  Sm. Onomastico. Dal greco onomastikòs, = attinente al nome.

Unûr   Sm. 1. Onore. 2. Onorabilità. Rispetto. 3. Atto di ossequio. Dal latino honor = rispetto, stima.  Tör l’unûr, = disonorare, violentare. Fâr unûr = onorare, riverire.

Unurâ  Agg. e Pp. Onorato, rispettato; omaggiato.

Unurâr  V. tr. Omaggiare, onorare, rispettare.

Unurèvle Sm. Onorevole, chi ha o ha avuto la carica di deputato.

Upâl  Sm. Opale, pietra preziosa. Dal francese opale (a sua volta dal latino opalus).

Upalîn Agg. Opalino, color opale.

Uperài Sm. Operaio, lavoratore non qualificato. Dal latino operarius = lavoratore, operaio, bracciante.

Uperâr  V. tr. 1. Operare, lavorare. Ricamare. 2. Intervenire chirurgicamente. Dal latino operari = lavorare. Têla uperâda = tela ricamata.

Uperasiûn Sf. 1. Operazione aritmetica. 2. Intervento chirurgico. 3. Azione, iniziativa. Dal latino operatio = operazione, opera.

Upiniûn Sf. Opinione, parere, punto di vista personale. Dal latino opinio = opinione. 

Upú  Cong.  Oppure, ovvero.

Upušisiûn  Sf. Opposizione, resistenza. Dal latino oppositio, opposizione (posizione contrastante).

Ûra Sf. 1. Ora. 2. Scadenza. 3. Tempo adatto per. 4. Ora come tempo (sessanta minuti). Dal latino hora = ora (greco ôra = stagione).  A ûra e têmp = a tempo e luogo. Šú d’ûra = giù d’orario, fuori tempo. 5. Avv. Ora, adesso, in questo momento (più usato adès).

Uràcle  Sm. Oracolo, profezia, predizione. Dal latino oraculum = oracolo (espresso con la bocca).

Uragân  Sm. 1. Uragano, tempesta. 2. Sconquasso. Dallo spagnolo huracàn, che deriva dal nome del dio del tuono per i popoli centroamericani.

Urâl 1. Agg. Orale, a voce, a bocca. 2. Sm. Esame o relazione fatta a voce. Dal termine latino oralis = orale (os, òris = bocca).

Uramài, Urmài  Avv. Ormai, d’ora in poi. Vedi Arumàj, Darumàj.

Uràri Sm. 1. Orario, ora fissata per un determinato evento. 2. Tabella esposta con gli orari relativi a servizi pubblici, uffici, stazioni, ecc. Dal latino medievale horarius, relativo a hora. L’é in uràri = è puntuale. Šú d’uràri =  fuori orario.

Urasiûn Sf. 1. Orazione. 2. Preghiera, giaculatoria. Dal latino oratio, discorso, petizione. Un’urasiûn bén déta – la vâl pu’ che ’na mèsa, una preghiera detta bene vale più di una messa (filastrocca popolare).

Uratòri Sm. Oratorio, cappella, chiesetta.

Urbèt   Sm. 1. Orbettino (piccolo rettile inoffensivo). Il nome deriva dall’opinione errata che lo riteneva cieco. Se l’urbèt ghe vdìsa – e la vìpra gh’ sentìsa – pôvra al cristiân ch’à s’gh’imbatìsa = se l’orbettino vedesse e la vipera udisse sfortunato l’uomo che vi si imbattesse. Viene chiamato anche giasöl perché è un animale a sangue freddo. Non aggredisce.

Urbetîn Sm. Orbettino.

Urbigöl (Casteln.) Sm. Orbettino.

Urbîn 1. Agg. Piccolo cieco. 2. Sm. Mosca cieca.  Šugâr a l’urbîn = giocare a mosca cieca.

Urbîr   V. tr.  Accecare, impedire di vedere.

Ûrca!  Escl. Orca! (esclamazione di meraviglia)

Urchèstra   Sf. 1. Orchestra, complesso musicale. Dal greco orkèstra = spazio per il coro.

Urchestrâl   Sm. Musicista che fa parte dell’orchestra.

Urchestrîna Sf. Piccola orchestra, complesso, band.

Urchidèa Sf. Orchidea, fiore. Dal greco orkìdion = piccolo testicolo, per la forma delle sue radici.

Urcîn  Sm. 1. Orecchio piccolo. 2. Orecchino (si usa anche pendênt).

Urcîna  Sf. 1. Piccolo orecchio. 2. Cantharellus cibarius (fungo).

Urcîna servàdga  Sf. Indica il Lactarius deliciosus (fungo).

Urciûn 1. Sm. Grosso orecchio. Stâr in urciûn = stare tutto orecchi, stare all’erta. 2. Persona che ha grosse orecchie. 3. Omosessuale. 4. Indica il Pleurotus ostreatus (fungo). 5. pl. Parotite, malattia delle orecchie.

Urdî Sm. 1. Ordito, la predisposizione dei fili per tessere.

Urdidûr Sm. Attrezzo per predisporre i fili per tessere.

Urdidûra   Sf. La preparazione dell’ordito.

Urdìgn   Sm. 1. Ordigno. 2. Meccanismo. 3. Marchingegno. Per lo più si intendono ordigni bellici. Dal latino medievale (IX secolo) ordinium = suppellettile.

Ûrdin, Ûrdne  Sm. 1. Ordine, comando, imposizione. 2. Successione ordinata; gerarchia; sequenza. 3. Commessa commerciale. 4. Sacramento per il conferimento del Sacerdozio. Dal latino ordo. Stâr a l’ûrdne = attenersi alle norme. Šú d’ûrdin, disordinatamente.

Urdinâ  Agg. e Pp. 1. Ordinato, diligente. Messo a posto. 2. Richiesto con commessa. 3. Consacrato.

Urdinânsa Sf. 1. Ordinanza: ordine impartito dall’autorità per esigenze precise. 2. Termine militare per indicare normative obbligatorie.

Urdinânt Sm. 1. Chi richiede una cosa o un servizio. 2. Committente. 3. Vescovo che consacra un sacerdote.

Urdinâr  V. tr. 1. Riordinare, mettere ordine. 2. Comandare, imporre. 3. Richiedere un prodotto. Dal latino ordinare = ordinare, disporre.

Urdinàri    Agg. 1. Ordinario. 2. Comune. 3. Villano, maleducato. 4. Scadente.

Urdinasiûn  Sf. 1. Richiesta, ordine d’acquisto. 2. Ordinazione, consacrazione religiosa.

Urdîr  V. tr. 1. Ordire, preparare il filato per la tela. 2. Tentare un raggiro, un imbroglio a danno di qualcuno.  Dal latino ordiri = preparare la trama per il tessuto. Sinonimo: Tramâr.

Urdnâr  V. tr. 1. Ordinare; comandare, imporre. 2. Consacrare.

Urècia   Sf. 1. Orecchio, organo dell’udito. 2. Manico o presa del vasellame. 3. Predisposizione alla musica, al canto o alla poesia. 4. Piega agli angoli delle pagine. Dal latino auricola, orecchio. Tirâr agli urèci = rimproverare, castigare. Fâr urèci da mercânt = far finta di non capire, non curarsi di cosa si dice in giro. Urècia stânca – parôla frânca; – urècia drìta – parôla maldìta = se ti fischia l’orecchio mancino dicono bene di te; se (ti fischia) il destro ne dicono male. Dûr d’urècia = sordastro. Ma anche: non volere dare retta, non ascoltare. Drisâr agli urèci = drizzare le orecchie. Insospettirsi. Urècia d’âši =  tipo di erba.

Urèfice Sm. Orefice, gioielliere. Dal latino aurifex (aurum facere) = chi lavora l’oro.

Ûrle   Sm. (raro) Urlo, grido, schiamazzo.

Ûrle  Sm. 1. Orlo, bordo. 2. Rifinitura. 3. Margine di guadagno.

Urènd    Agg. Orrido, orrendo. Dal latino horrendus = orrendo, che fa paura.

Urèta   Sf. Un’ora scarsa.

Urfanatròfi, Urfanotròfi  Sm. Orfanotrofio.

Urfanèl   Sm. Orfano.

Urfanîn   Sm. Orfanello.

Urganâr  Sm. Organista, suonatore di organo.

Urganîn  Sm. 1. Organetto; armonica. 2. Portafoglio rigonfio.

Urganišadûr  Sm. Chi organizza, chi mette ordine.

Urganišâr  V. tr. Organizzare, predisporre, distribuire compiti e incombenze. Dal latino medievale organizare = conformare.

Urganišâs  V. rifl. Organizzarsi, trovare le soluzioni e gli strumenti idonei.

Urganišasiûn  Sf. Organizzazione.

Urganìsta   Sm. Organista, suonatore di organo.

Urgênsa Sf. Urgenza, necessità impellente. Dal latino urgēre = premere, incalzare.

Urgênt   Agg. Urgente, impellente.

Uriênt Sm. Levante, Oriente. Dal latino oriens, che nasce, quindi dove nasce il sole.

Urientâl  Agg. Orientale, che sta a Oriente.

Urìgin   Sf. 1. Origine, principio. Inizio. 2. Causa, cagione. Dal latino origo = origine.

Uriginâl   Agg. 1. Originale, autentico, vero. 2. Strambo. Dal latino originalis = originale.

Urîna  Sf. Orina. Dal latino urina

Urinâl  Sm. Pitale; vaso da notte.

Urinâr   V. intr. Orinare, urinare.

Uripilânt  Agg.  Orripilante, che mette paura.

Urišûnt Sm. 1. Orizzonte, linea tra cielo e terra. 2. Punto di riferimento. Dal greco òrizon = orizzonte. Pêrder l’urišûnt = perdere l’orientamento.

Urišuntâl  Agg. Orizzontale. Mètse in urišuntâl = sdraiarsi, andare a dormire.

Urišuntâs  V. rifl. 1. Orientarsi. 2. Districarsi. 3. Farsi un’idea.

Urladûr Sm. Addetto a fare gli orli.

Urladûr (raro) Agg. 1. Urlatore, chiassoso. 2. Dai modi volgari. È più diffuso il termine šbrajûn, che assume anche il significato di imbonitore.

Urladûra Sf. Orlatrice.

Urlamênt (raro) Sm. Chiasso, baccano, pianto, lamenti.

Urlâr V. tr. 1. Fare l’orlo. 2. Abbellire, ricamare. Dal latino volgare orulare = fare l’orlo.

Urlâr (raro) V. intr. Sbraitare, urlare, fare baccano. Dal latino ululare = ululare, urlare. È più comune šbrajâr.

Urletadûra Sf. Orlettatura.

Urletâr  V. tr. Rifinire, fare i bordi a pellame o rifinire lavori artigianali.

Ûrma Sf. 1. Orma, impronta, traccia. 2. Indizio.

Urmûn  Sm. Ormone, prodotto di certe ghiandole. Dal greco ormào = io stimolo, attraverso l’inglese hormone [Colonna].

Urnadûr Sm. Chi adorna, chi abbellisce.

Urnamênt Sm. Ornamento; festone; arricchimento.

Urnâr  V. tr. Adornare, abbellire, arricchire. Dal latino ordinare = ordinare, disporre.

Ûrs  Sm. 1. Orso. 2. Uomo burbero, grezzo. 3. Uomo spettinato. Dal latino ursus = orso. Mnâr l’ûrs a Mòdna = prendersi un impegno di difficile attuazione. L’espressione ha avuto origine da una consuetudine storica: Per sedare le liti sui pascoli tra garfagnini e lombardi (i reggiani), Borso deste, il 28 luglio 1451 conesse ai garfagnini la facoltà di pascolare nei terreni reggiani, ma dovevano portare a Modena ogni anno per Natale un Orso vivo: “Comune et hommi de Carfaniana hanno a dare ogni anno al Nostro Signore a la Festa de Natale per feudo de gabella orsi uno o uno porcho cengiario, e quando non potessero dare dicto orso o porcho cengiario, debbano dare uno porcho domestico di libbre 300″. In seguito l’obbligo divenne una tassa in denaro anche sotto il Regno d’Italia. Delicâ cmé un ûrs = grossolano.

Uršâda  Sf. Orzata, bevanda ricavata dall’orzo. Dal latino hordeum (volg. hordjum).

UršajöSm. Orzaiolo, foruncolo. Dal latino volgare hordeolum.

UrsètSm. 1. Piccolo di orso. 2. Giocattolo a forma di orsetto.

Uršöl  Sm. Orzaiolo. 

Ursulîni  Sf. pl. Suore Orsoline. Dal nome di sant’Orsola, cui si ispira la congregazione fondata da Angela Merici nel 1535, finalizzata all’educazione delle fanciulle.

Ûrt Sm. (raro) Urto, collisione, spintone, scontro, botta.  È più usato: sburlûn, spintûn.

Urtà-g Sm. pl. Ortaggi, verdure coltivate nell’orto. Dal latino hortus = giardino.

Urtâr  V. tr. 1. Urtare, sbattere contro; spintonare. 2. Provocare fastidio. Dal franco hrüt = ariete, attraverso il provenzale urtar [Devoto, Colonna].

Urtâs  V. rifl.   Urtarsi, scontrarsi.

Urtênsia 1. Sf. Ortensia (fiore). 2. N. pr. Ortensia.

Urtîga  Sf. 1. Ortica, erba irritante. 2. Persona sarcastica; di carattere scontroso. Dal latino urtica.

Urtigâda  Sf. Irritazione da contatto con l’ortica.

Urtigâr  Sm. Orticaio, luogo infestato da ortiche.

Urtigâra  Sf.  Orticaria.

Urtîna Sf. Un’ora scarsa.’Na mèš’ urtîna = mezz’oretta.

Urtlân Sm. Ortolano, fruttivendolo. Dal latino hortus, giardino. Màš urtlân – tânta pàja e pôch pân = maggio ortolano tanta paglia e poco grano.

Ús   Sm. Uscio, porta, anta. Dal latino ostium = ingresso, imboccatura. Màgre cmé un ús = magrissimo.  

Ûš  1. Agg. Usato, utilizzato. 2. Abituato, solito. 3. Sm. Uso, utilizzo. 4. Usanza, consuetudine. Dal latino usus. A ûš = a disposizione di; alla maniera di. Prûš = per abitudine.

Usadûra  Sf. 1. Struttura ossea. 2. Impalcatura; struttura portante di una costruzione. Dal greco òsteon e dal latino os e ossum = ossa, scheletro.

ânsa Sf. Consuetudine, tradizione, costume.

âr  V. tr. Usare, utilizzare; servirsi di. È più usato druvâr = adoperare.

dîn Sm. Piccola porta, piccolo uscio.

Ušèl   Sm. 1. Uccello in genere. 2. Persona di carattere difficile. 3. Membro virile. Dal latino tardo aucellus (avicellus) diminutivo di avis. Mèj êsr’ ušèl da bòsch che ušèl da gàbia = meglio essere uccello di bosco  che uccello da gabbia.

Usêr   Sm. Usciere, portinaio.

Uservâr  V. tr. Osservare, studiare, ammirare. Dal latino observare.

Uservasiûn Sf. 1. Appunto. 2. Osservazione.

Usesiûn  Sf. Ossessione, mania, chiodo fisso. Dal latino obsessio = assedio.

frût, Ušofrût  Sm. Usufrutto.

gnöl, ignöl   Sm. 1. Usignolo. 2. Canto melodioso. 3. Persona minuta. 4. Cantore dalla voce melodiosa. Vedi Rešgnöl, Rušgnöl.

Usicîn  Sm. Ossicino, osso minuto, sottile.

Usîda  Sf. 1. Uscita; porta di uscita. 2. Alternativa. 3. Trovata spiritosa. 4. Gag.

Usigenâ 1. Agg. e Pp. Trattato con acqua ossigenata (tipico trattamento dei capelli per renderli biondi). 2. Sf.  Acqua medicale ricca di ossigeno. Dal francese oxygene.

Usigenâr e Usiginâr    V. tr. 1. Medicare con acqua ossigenata. 2. Aiutare la respirazione. 3. Colorare i capelli mediante acqua ossigenata.

Usîn Sm. Ossicino, osso minuto, sottile.

Usiûš  Agg. Ozioso, perditempo, fannullone. Dal latino otiosus.

Ušlàs,   Sm. 1. Uccellaccio. 2. Persona brutta, grossa e goffa.

Ušlîn   Sm. 1. Uccellino. 2. Persona gracile e minuta. Alvâr i’ ušlîn = catturare gli uccellini nel nido. Ušlîn dal frèd = scricciolo. Lo si dice di bambini infreddoliti e rannicchiati per proteggersi.

Uspedâl, Uspdâl, Usdâl Sm. Ospedale, casa di cura. Dal latino (locus) hospitalis (da hospes) = luogo per gli ospiti che transitavano per quel luogo.

Uspìsi,   Sm. Ospizio, ricovero; casa di riposo. Dal latino hospitium.

Uspitâl  Agg. Ospitale, cordiale, accogliente. Dal latino hospitalis = che offre ospitalità.

Uspitâr  V. tr. Ospitare, accogliere.

Úst   Avv. Solo, solamente, appena, poco fa. Dal latino juxta = presso, subito dopo.  

Ustaculâr  V. tr. Ostacolare, impedire, rendere difficile. Dal latino obstare = ostacolare, stare contro.

Ustàcle Sm. Ostacolo, impedimento, contrarietà. Dal latino obstaculum.

Ustadès   Avv. Poco tempo fa; giusto ora. Dal latino iuxta e “adesso” = vicino adora, poco fa.

Ustà-g   Sm. 1. Ostaggio, garanzia. 2. La persona presa in ostaggio.

Ustensòri   Sm. Ostensorio, arredo sacro per l’esposizione al pubblico dell’Eucarestia. Dal latino medievale ostensorium, da ostendere, mostrare.

Usterìa Sf. Taverna, osteria.

Ustiâr V. intr. Bestemmiare, imprecare.

Ustinâ  Agg. Ostinato, deciso, irremovibile; cocciuto. Dal latino obstinatus = ostinato.

Ustinâs V. rifl. Ostinarsi, resistere; volere ottenere a tutti i costi.

Ustinasiûn Sf. Ostinazione, testardaggine; decisione.

Ušufrút  Sm. Usufrutto, godimento di un capitale senza il diritto di alienarlo o disperderlo.

Ušûra Sf. 1. Usura. 2. Ricatto. Dal latino usura = godimento, interesse.

Ušurài  Sm. Usuraio, strozzino.

Üšvìj   Sm. 1. Attrezzo, utensile, ferro del mestiere. 2. Ragazzo vivace, lazzaroncello. 3. Persona dal comportamento poco chiaro. 4. Pene. Dal latino medievale usuvilium [Cavalieri].

Utantîna Sf. Ottantina, circa ottanta.

Utâv  Agg. Ottavo. Dal latino octavus.

Utâva Sf. 1. Ottavo giorno. 2. Spazio di otto giorni, in preparazione a una festa o in ricordo di un defunto. 3. Nota musicale dopo una scala completa (Do-Do).  4. Strofa di otto versi.

Utavàri,    Sm. Preghiera comune di otto giorni in preparazione a una festa. Dal latino della liturgia octavarium, da octava feria = ottavo giorno.

Utavîn Sm. Ottavino, strumento musicale.

Utênt Sm. 1. Utente, utilizzatore. 2. Abbonato. Dal latino utens = che usa.

Ùter, Ùtre   Avv. Qua, da questa parte; oltre. Dal latino ultra, al di là. Vên ûtre = vieni qua, entra.

Utgnîr V. tr. Ottenere, raggiungere, realizzare. Dal latino obtinēre = ottenere.

Útil 1. Agg. Utile. 2. Sm. Utile, interesse, guadagno. Dal latino utilis = utile.

Utilišâr V. tr. Utilizzare, servirsi di; sfruttare. Dal latino uti = usare, servirsi di.

Utilitâ Sf. Utilità, vantaggio; profitto. Dal latino utilitas, = utilità.

Utimìsta  Agg. Ottimista, positivo. Dal latino optimus.

Utîte Sf. Otite, infiammazione all’orecchio.

Ûtme   Agg.  Ultimo.   

Utùber, Utùbre   Sm. Ottobre. Dal latino october = ottavo mese. Nel calendario giuliano e gregoriano è il decimo mese dell’anno, mentre nell’antico calendario romano era l’ottavo mese (da cui october).

Utumâna Sf. Sofà, divano, ottomana. Vedi Tumâna.

Utûn Sm. Ottone, colore dell’ottone. Dall’arabo latûn, = rame [Devoto, Colonna].

Utunâr Sm. Ottonaio, ramaio.

Úva Sf. Uva. Dal latino uva, uva. Tipi d’uva: Úva crôva, berglàsa, muscatèl, cavìcia, santamaria, fràula, cavasîna.

Uvâia Sf. Ovaia. Dal latino tardo ovarium [Devoto].

Uvâl 1. Agg. Di forma ovale. 2. Sm. La forma del viso. Dal latino volgare ovalis = a forma di uovo.

Uvâra  Sf. 1. Ovaia. 2. Luogo ove si ripongono le uova. Dal latino ovarium.

Uvaröl  Sm. Mercante di uova. Dal latino ovum = uovo. Era il mercante che passava di casa in casa, munito di due canestri pieni di paglia, fermati al bàšel, dove riponeva le uova comperate o barattate con altri prodotti. Comperava anche conigli, galline, pelli di conigli, di volpi o di altri animali.

Uvaröla  Agg. e Sf.  Gallina da uova.

Uvàta   Sf. Ovatta, cotone da medicazione. Dal francese ouate (XVIII secolo).

Úvèta Sf. Uvetta, uva sultanina.

Uvîn Sm. Piccolo uovo, ovetto, uovo di uccelli.