Cerca
Close this search box.

LÉNGUA MÊDRA

Rèș e la nôstra léngua arsâna

Vocabolario dialettale della Valle del Tassobio

F

Fa 1 1) V.tr. Egli fa; agisce, realizza. 2) Locuz.  Al  fa = dice. Àgh fa = fa finta; ma anche: gli (le) si addice.

Fa 2  Sf. Quarta nota musicale.

Fa 3  Avv. In passato, in un determinato tempo. Tân-c ân fa, tanti anni addietro.

  Voce verbale, indicativo e imperativo: 1) Egli fa. 2) Agisci, concludi. 

  Avv.  In passato, in un determinato tempo. 

Fàbrica Sf. 1) Fabbrica, ditta, azienda. 2) Costruzione, edificio, laboratorio. Dal latino fabrica, da faber, quindi il lavoro di colui che fa, (il fabbro, l’artigiano). La fàbrica ’d l’aptît = la fabbrica dell’appetito. Stricâr la fàbrica = chiudere l’attività.

Fabricânt Sm. Fabbricante, costruttore, inventore.

Fabricâr V.tr. Fabbricare, costruire, erigere.

Fabrìsio  N. proprio. A Modena veniva identificato con la statua del patriota Nicola Fabrizi (1804 – 1885), e da qui l’adagio: Avèregh dû pè cme chi d’ Fabrìsi  significava avere piedi enormi come la statua di Fabrizi.  

Facènda Sf. Faccenda, affare, cosa da discutere. Dal latino faciendum, cosa da fare. L’ê ’na facènda curiûša = è un affare complicato. Šmešdâr la facènda = rimestare le cose, intrigare. Scurtîr al facèndi =  abbreviare i tempi, accelerare. ’Na facènda grîša =  una situazione difficile.

Fachîn 1) Facchino, portatore. 2) Convogliatore meccanico. Dal francese del XVI secolo faquin, colui che porta il sacco. Si tratta di un termine recepito dal gergale (compaignons de la) faque [Devoto, Colonna, Rusconi].

Fàcia Sf. Faccia, volto. Nel dialetto però si usa di più ghìgna. Dal latino facies, aspetto, volto, che nel tardo latino divenuto fàcja. In fàcia = di fronte. A n’ guârda in fàcia a n’sûn = non guarda in faccia a nessuno. Avêgh dû fàci = fare il doppio gioco. Fàcia da cûl = faccia tosta, inaffidabile. Fàcia a vìsta, = muro senza intonaco.

Fàcia tòsta  Locuz. Faccia tosta. Avégh ’na fàcia tôsta = non avere scrupoli, essere sfrontato.

Faciâda Sf  Facciata; parvenza; apparenza.  Dal latino fàcies = aspetto, volto.

Fàcil Agg. Facile, agevole.  Dal latino fàcilis, (da fàcere) = che si può fare, fattibile.

Facilitâ Sf. Facilità.

Facîn Sm. Volto grazioso, musetto.

Faciòt Sm. 1) Faccia simpatica, buffa, paffuta, che desta buonumore. 2) Faccione. 3) Persona poco affidabile.

Faciûn Sm. Volto paffuto e simpatico, faccio­ne, facciona.

Fadàbi Sm Uccello notturno, detto nottolone o covaterra, o anche succiacapre.  Dal medioevale fatàpulus, in cui si fondono il concetto di fata (o strega), vento,  fiato o veleno. Concetto da attribuire all’aspetto del volatile.

Fadîga Sf. 1) Fatica, affaticamento. 2) Lavoro d’impegno. Òm da fadîga = operaio, facchino. L’è pú la fadîga che l’útil, = è più la spesa che il guadagno. L’ê pú la fadîga che ’l gúst = è più la fatica che il piacere. Êsr’ìnt’ al fadîghi, = trovarsi nel pieno dei lavori. A m’ sà fadîga, = non ho vo­glia di fare, non mi attira. A n’ sentêr brîša la fadîga, = non sentire il peso della fatica.

Fadigâda Sf. Faticata, lavorata, sfacchinata.

Fadigâr V.intr. Faticare, lavorare, trovare difficoltà. Dal latino fatigare, affaticare.

Fadigûš Agg.. Faticoso, oneroso, pesante.

Faênsa N. prop. Città in provincia di Ravenna. La si nomina, per motivi di rima, come Fidenza e Piacenza, nel proverbio: Fâr cme chi d’ Faênsa / che ad cul ch’i n’ gh’hân i n’in fân sênsa.  = fare come quelli di Faenza che di quello che non hanno fanno senza. Dal latino Favèntia = alla lettera: cose favorevoli. Ma anche in questo caso abbiamo molte e fantasiose interpretazioni del nome. Chi la vuole fondata dagli Attici nel 1199 a. C. col nome  Phaenthia = splendente; chi la vuole fondata dai Pelasgi nel 1856 a. C. col nome di Phaoenthia = splendente fra gli dei. Vi è chi vede nel nome Faventia la peculiarità di essere favorevole a Roma durante le guerre puniche. In fine, e forse è la versione più realistica, vi è chi attribuisce il nome al fatto che la località ha ottimo clima e sorgenti salutari, favorevoli appunto.

Fagnênt Sm Fannullone, battifiacca, indolente.  Fusione di fare e niente.  Fagnênt al n’ha mai lavurâ! = faniente non ha mai lavorato.

Fagòt Sm. 1) Fagotto, involto. 2) Persona vestita a più strati. 3) Bimbo rotondetto. 4) Persona goffa. 5) Strumento musicale. Dal francese (XIV secolo) fagot, con identico significato. Fâr sú fagòt, = andarsene in fretta; anche morire. 

Fagutîn Sm Fagottino, bimbo imbacuccato. 

Fagutûn Sm. 1) Grosso fagotto. 2) Persona goffa e vestita male.

Fagutûna Sf. Donna grossa e goffa.

Faîna Sf  1) Faina (animaletto carnivoro). 2) Persona astuta e infida.  Dal tardo latino fagìna = che mangia semi di faggio.

Fàl Sm. 1) Fallo, sgarbo, errore. 2) Difetto di fabbrica, smagliatura nel tessuto. 3) Passo in fallo, scivolata. Dal latino fàllere, errare, mancare. I l’ân catâda in fàl, = l’hanno sorpresa in fallo (mentre tradiva il marito). Un brút fàl, = un fallaccio (nel gioco del calcio).

Falâ Agg. Fallato, difettoso.

Faladìs  Agg.. 1) Fallato. 2) Tessuto pieno di falli. 3) Frutto non bene sviluppato.

Fâla fnîda  Locuz. Farla finita; smettere, concludere, darci un taglio.

Falàngia Sf. 1) Falange, parte del dito. 2) Schieramento militare. Dal greco phàlangs, anche in latino phalanx, =  falange.

Falbalà Sf  Falpalà, finitura, guarnizione crespata per abiti o tende. Dal francese falbala.

Falchèt, Farchèt, Ferchèt Sm. Vedi Farchèt.

Fàlda Sf Falda, strato di terreno.  Dal franco fàlda = piega.

FalegnàmSm. Falegname. È più usato marangûn.

Falî Agg. Fallito, andato in rovina; incapace. Dal latino fàllere (popolare fallìre) col significato di imbrogliare, ma anche di cadere (mettere il piede in fallo).

Falimênt Sm Fallimento, smacco.    

Falîr V. intr. 1) Fallire, sbagliare gli affari. 2) Mancare il bersaglio. 3) Errare.

 Falìstra Sf  1) Scintilla, favilla, fuliggine ardente che sale per il camino. Si pensava che le faville  rappresentassero i sogni e si interpretavano anche come presagio per il tempo. 2) Falde di neve (per similitudine tra i fiocchi di neve e le faville che, spente, ricadono al suolo). 3) Scatto d’ira, nervosismo. Fâr al falìstri, = fare scintille (di rabbia) ma anche dimostrare la propria abilità. Fâr vèdr’ al falìstri, = rendere la vita difficile a qualcuno. Fâr spudâr al falìstri, infierire contro qualcuno. Spudâr al falìstri, fare scintille, lavorare alacremente. Flecchia propone questo percorso: favilla, falliva,  fallìvistra, falìstra, condiviso da Bellei, Pini, Guccini.

Falò Sm. Grande fuoco all’aperto in occasione di certe festività (Sabato Santo, San Silvestro). Dal greco phàros, faro, poi phanòs, torcia, lanterna.

Fàls Agg.. 1) Falso, ingannevole, bugiardo. 2) Contraffatto, non autentico. Dal latino fàllere, ingannare. L’é fâls cmé la pistôla d’i carabiniêr, = è falso come la pistola dei carabinieri (perché si riteneva fosse sempre scarica). L’é fâls cmé Giûda, = è falso come Giuda.

Falsâr V. tr. Falsare, falsificare, ingannare.   

Falsàri Agg. Falsario, contraffattore.    

Falsèt  Sm. Falsetto, voce forzatamente alta. Dal latino fàllere, ingannare, perché si falsa la voce. Si tratta di una voce virile che vuole interpretare un ruolo femminile.

Falsûn Agg. Persona notoriamente falsa.

Falùpa, Flúca  Sf  Fiocco di neve, falda. Dal latino medioevale (X° sec.) falùppa = insieme di pagliuzze, strato morbido.

Fàm (a volte Fàma), Sf. 1) Fame. 2) Povertà. 3) Indigenza. Dal latino fames, fame. Chi sbadàcia an völ d’ingàn: / o sê, o sún, o fàm, / o quèl ad mâl pensâ, / o ch’l’è inamurâ, = chi sbadiglia non cerca inganni: / o ha sete o sonno, o fame, / o ha qualche brutto pensiero, / oppure è innamorato. Al sgnûr al màngia quând l’à fàm, al purèt quând a gh’n’à, = il ricco mangia quando ha fame, il povero quando ne ha. I’ gh’ò ’na fàm ch’i la vèd, = ho una fame che la vedo. Cavâs la fàm, = mangiare a sazietà. Al cumpanàdghe pu’ bûn l’ê la fàm, = il miglior companatico è la fame. Fam da lùv, fame da lupi. Môrt ad fàm, deperito, magrissimo; molto affamato. S-ciancâr ’d la fàm, = sopportare la fame, patire fame. Êsr’ a la fàm, essere allo stremo, in miseria. Brút cmé la fàm, = brutto come la fame. Mandâr a la fàm, = mandare in miseria.

Fâma  Sf  Fama, notorietà.  Dal latino fàri = parlare. Quindi famoso è uno di cui si parla molto.

Fàma  Sf  Malattia del farro e dei cereali in genere.  Poterebbe essere una deformazione di fùmus, la nebbia, altro modo di indicare la malattia dei cereali.

Famìa Sf. (pl. Famìj o Famìji) 1) Famiglia. 2) Nucleo, stirpe, discendenza, casato. Dal latino familia (collettivo di famulus). 3) Gruppo di persone affiatate. L’ê ’na famìa curiûša, = è una strana famiglia. Famìa gròsa = famiglia numerosa. Cûn di gràsia e dagli avmarìa / a n’ se mantîn brîša la famìa, = con dei grazie e delle avemarie / non si mantiene la famiglia. La radice è la stessa di fàmulus ed indicava il complesso di persone addette al servizio di un nucleo (composto da fàmuli et domini = servi e padroni).

Familiâra Sf. Auto familiare, station wagon.

Famiulâra Sf. Famiglia pesante. Famiglia male assortita, poco concorde.

Famiulîna Sf. Famigliola.

Famûš Agg.  Famoso, noto

Fanâl Sm. 1) Fanale (di auto), lampione. 2) Occhiali. Dal greco phanòs, lampada, da phàino, = mostro, rendo chiaro.

Fanalîn Sm. Luci di posizione.

Fanalûn Sm. Grosso lampione, faro

Fanàtich Agg. Fanatico, esaltato, eccessivo. Dall’etrusco, attraverso il latino Fànum (tempio). Fanaticus era colui che apparteneva al tempio, come addetto al culto, che a volte assumeva l’atteggiamento di ispirato. L’é un fanàtich, è un infatuato. N’ êser mìa fanàtich! Non fare il fanatico.   

Fanatîšme Sm. 1) Fanatismo. 2) Ossessione.

Fanfalúca Sf  Fanfaluca; sciocchezza, cosa da nulla. Dal tardo latino Fanfalùca = bolla d’acqua.

Fanfarûn Agg. Fanfarone, raccontaballe, megalomane. Dall’arabo farfar, attraverso lo spagnolo fanfarron = che parla molto, che è arrogante.

 Fangh 1) Sm. Fango, mota. 2) Disonore. 3)  pl. Fanghi termali.  

Fant  Sm. 1) Soldato del corpo di fanteria. 2) Figura delle carte da gioco. 3) Persona debole.    

Fantašìa Sf. 1) Fantasia, inventiva, estro. 2) Elucubrazioni senza fondamento. Dal greco phantàzo = faccio apparire.    

Fantasiênsa Sf. 1) Fantascienza. 2) Cose non (ancora) reali.

Fantâšma Sm. 1) Fantasma, apparizione, spauracchio. 2) Ossessione.

Fantasticâr  V. intr. Fantasticare,   illudersi, immaginare.

Fanterìa  Sf. L’insieme delle forze militari a piedi.  

Fantîn Sm Fantino, cavallerizzo  

Fantò-c Sm Fantoccio. Spaventapasseri. Persona priva di carattere, debole. Ccontrofigura.    

Fantûn Sm. Pupazzo, spaventapasseri. Imbambî cmé un fantûn, = rimbambito, scimunito.

Fâr 1 V.tr. 1) Fare, produrre, agire. 2) Partorire. 3) Esercitare una professione. Dal latino fàcere (latino tardo, VI secolo, fare).  A vâl pù un fàt fàt che sênt fàt da fâr, = vale più un lavoro eseguito che mille da fare. A fâr i sö fàt a se scâmpa sênt àn, = pensando ai propri fatti si campa cento anni. Fâr e desfâr l’è tút lavurâr, = fare e disfare è tutto lavorare. Fâr al suldâ, = essere di leva. La vàca l’à fàt, = la mucca ha partorito. Al fà ’l muradûr, = esercita la professione del muratore. A s’ fà per môdo ‘d dîr, = si fa giusto per dire qualcosa. Fâr l’âši, = fare lo stupido. Fare il cascamorto. Fâr adrê, = imitare, scimmiottare, prendere in giro, deridere. Fâr savêr, = diffondere informazioni; far conoscere; fare in modo che una persona venga a conoscenza di un certo discorso. Fâr ad savêr fâr, = far finta di sapere, darsi delle arie. Savêr fâr, = avere garbo, diplomazia. Avere esperienza. Fâr cûntra, = opporsi a sentenze giudiziarie, ricorrere, impugnare. Fâr sú, avviluppare, irretire, involgere, gabbare; accudire, conciare la carne di maiale. Fâr un bûš ìnt l’àqua, = fallire un’impresa. Fâr e desfâr, = decidere, fare il bello e il cattivo tempo. Fâr câri câri, = accarezzare, blandire un bimbo. Fâr atensiûn, = fare attenzione, stare attenti, seguire.

Fâr 2  Sm. 1) Comportamento, contegno, modo d’agire. 2) Aspetto, atteggiamento.

Fàr Sm. Farro, cereale. Dal latino classico far, latino volgare farrum, = farro.

Farabulân Agg. Chiacchierone, fanfarone, raccontatore di storie. 

Farabút Sm Farabutto, malandrino. Dal tedesco freibeuter (pronunciato fraibòiter), in olandese vrjbùiter) = pirata, quindi prepotente, grassatore.

Faraûn Sm 1) Sovrano dell’antico Egitto. 2) Riccone, che ostenta i propri agiDall’egiziano Per-aa, attraverso l’ebraico Par-oh, poi il latino Phàrao. Significa: grande casa perché si riteneva che potesse ospitare tutte le divinità e tutto il popolo.

Faraûna  Sf  Gallina faraona.  Il nome è legato al Faraone perché era molto diffusa in Egitto.

Farchèt, Ferchèt  Sf Falchetto, piccolo rapace. Dal latino falco, derivato da falx, concetto derivato dalla forma del becco a falce.

Farfàla Sf. Farfalla. Vedi Parpàja.

Fâr fînta Locuz. Fingere, simulare, scimmiottare. Fâr fînta ’d gnênt, = fare lo gnorri, ignorare, non dare soddisfazione per uno smacco subito.

Farfujâr V.intr. Farfugliare, borbottare, parlare malamente. Vedi Sarfujâr.

Farîna Sf. 1) Farina. 2) Polvere. Da far (farris), farro, cereale. Cûn la farîna ’d farò a n’ se farà mai gnênt, = con la farina di farò non si farà mai niente. A la lûš ad la candlîna ânch al rèmle al pâr farîna, = alla luce della candela anche la crusca sembra farina. La n’é brîša farîna dal tu’ sàc, = non è farina del tuo sacco. Al cià-cri a n’ fân farîna, = le chiacchiere non producono benessere. Fiûr ’d farîna, = farina scelta, fior di farina. La farîna dal diâvle la fnìsa túta in rèmle, = la farina del diavolo finisce tutta in crusca. Farîna ch’ la sà ’d palûr, = farina che sa di umido, che è avariata. Al nâš d’ i cân, al cûl ’d cal dúni e la farîna ’d furmênt i ên frèd a tú-c i têmp, = il naso dei cani, il sedere delle donne, e la farina di grano sono sempre freddi. Farîna biânca, = farina di grano. Farîna’d castìgna, = farina di castagne. Farîna šàla  = farina di mais.

Farinâda Sf. Focaccia di farina di castagna o di cereali.

Farinâr V.intr. Fare farina. Ridurre in farina.

Farinàs,  Sm. Farina di cereali vari per animali.

Farinûš Agg.. Farinoso, non coeso (detto di neve asciutta), che si sgretola.

Fariöl Sm. Farro o spelta. Diminutivo di farro.

Fâr la röda Locuz. Fare la ruota, essere vanitoso (come il tacchino o il pavone).  Quando questo atteggiamento viene utilizzato per conquistare una donna si dice fâr al pît, fare il tacchino.

Farmacìa Sf  Farmacia. Disponibilità di molte medicine.

Farmacìsta  Sm Farmacista.  Un lavûr da farmacìsta, = lavoro di precisione. Vâš da farmacìsta, = vaso per le spezie o erbe medicinali.

Farneticâr V. intr. Farneticare, elucubrare, sragionare.   

Farnètich Agg.. 1) Farnetico, farneticante, delirante. 2) Frenetico. Dal greco phrèn, relativo alla mente, attraverso il latino phreneticus. 

Fâro  Sm. Faro, torre con potente luce per indicare un porto. Dal greco phàros, pharus in latino. Prende il nome dell’isolotto di Faro su cui sorgeva il famoso faro di Alessandria.

Fârsa Sf. Farsa, messa in scena, commedia. Dal francese farce, dal verbo farcir = spettacolo farcito di battute e gag.

s  Sm. 1) Fascio, fascina. 2) Raggruppamento, mescolamento. Dal latino volgare fascium, latino classico fascis (fascio, mazzo). Fân un fàs, = mettere tutto assieme, senza ordine e distinzione. Andâr in fàs, = sfasciarsi, disfarsi (detto di botte, tino e simili). L’é tút in fàs, = è tutto sfasciato. Mandâr in fàs, = sfasciare, rovinare. Fâr i fàs, = fare le fascine. Finîr in fàs = finire malamente (anche in senso economico).

s. V. rifl. Farsi, proporsi, vantarsi. Fâs föra, = sporgersi, affacciarsi. Fâs inâns, = farsi avanti, concorrere, candidarsi. Fâs indrê, = ritirarsi, indietreggiare. Rievocare.  Fâs bèl, = vantarsi, farsi bello.

Fàsa Sf  1) Fascia, benda. 2) Zona. 3) Striscia decorata. 4) Fascia per neonati. Dal latino fascia, benda, fascia. Brút in fàsa bèl in piàsa, = brutto da piccolo, bello da grande.

ša Sf. 1) Faggio, albero delle cupuliformi. 2) Legno di faggio, lavorato o da ardere. 3) Faggeto. 4) Colore del faggio lavorato. Dal greco phêgos, in latino fagus, poi fageum, e quindi fagjum.

Fasadûra Sf  Fasciatura, bendaggio.   

Fašân Sm. 1) Fagiano. 2) Persona un po’ stupida. Dal greco phasianòs, attraverso il latino phasianus, = uccello del fiume Fasi, nella Colchide (oggi Georgia). Sguastâr la cùva dal fašân, = rompere la covata del fagiano, rompere le uova nel paniere.

Fašanîn Sm. Piccolo fagiano, fagiano giovane.

Fašanòt Sm. Fagiano piccolo, appena nato.

Fašanûn Sm. Fagiano grosso.

Fasâr V.tr. 1) Fasciare. 2) Mettere le bende. 

Fasâs V. rifl.. Fasciarsi, bendarsi, medicarsi. Fasâs i ò-c pr’àn vèdre, = fasciarsi gli occhi per non vedere, non arrendersi all’evidenza, negare a tutti i costi.

Fasdîn Sm. Piccola fascina, fastellino.

Fasdûn Sm. Grossa fascina, fastellone.

Fasêra Sf. Fasciera, stampo per le forme.

FasètaSf. 1) Piccola fascia. 2) Piccola cintura metallica per fissare tubi di gomma al supporto metallico, o per applicazioni simili.

Fasîn Sf. Fascina. Le fascine erano senza foglie, fatte prevalentemente con residui di potature, mentre i rami con le foglie, utilizzati in inverno per alimentare pecore e capre, venivano confezionati quando la foglia era ancora verde ma “fatta” e si chiamavano vinsìj (vedi).

Fasinâra Sf  1) Mucchio di fascine. 2) Luogo di stoccaggio delle fascine.

Fàsio Sm. 1) Fascio. 2) Fascismo. Ideologia ispirata alla grandezza dei Fasci Littori dell’antica Roma. Ca’ dal Fàsio, = casa del Fascio, sede del partito fascista. Idea basata sulla forza del potere. I fasci (fascio di verghe con una scure) nell’antica Roma servivano per le esecuzioni.

Fasìšme  Sm. Fascismo.

Fasìsta  Agg.. 1) Iscritto o simpatizzante del partito fascista. 2) Dittatore, arrogante, violento.

Fasistûn  Sm. Fascista convinto, intransigente. 

Fašö, Fašöl  Sm. pl. 1) Fagioli. 2) Testicoli. Dal greco phàselos, latino phaseolus, latino volgare phasjolus, = fagiolo. Cambiâr l’àqua ai fašö, = pisciare. Scunîr i fašö, = scolare i fagioli.

Fasöla Sf. Fascia, fasciola, benda.

Fastìdi, Fastúdi  Sm. 1) Fastidio, disturbo; imbarazzo. 2) Vomito. Dal latino fastidium. Dâr fastìdi, = importunare, infastidire. Al fa fîn gnîr al fastúdi = fa perfino vomitare.

Fastidiûš Sm Fastidioso, noioso

Fastúdi  Sm  Imbarazzo di stomaco; vomito.    Cfr.:  Fastìdi.

Fasulèt  Sm. 1) Fazzoletto. 2) Piccolo appezzamento di terra. Dal latino volgare facjolum, da facies, volto, quindi qualcosa relativo al volto. Fâr al grúp al  fasulèt, = farsi il nodo al fazzoletto, tenersi bene in mente. I n’ m’arcôrd brîša perché i’ ò fàt al grúp al fasulèt, = non ricordo perché ho fatto il nodo al fazzoletto. Un fasulèt ad têra, = un fazzoletto di terra, un piccolo appezzamento di terreno.

Fašulîn Sm. 1) Fagiolino, fagiolo cornetto. 2) Bimbetto. 3) Fagiolino (maschera bolognese).

Fasultîn Sm. Fazzolettino.

Fasultûn Sm. Fazzolettone, foulard.

Fašulûn Sm. Uomo bonaccione, poco scaltro.

Fàt  1) Agg.. e Pp  Fatto, realizzato. 2) Compiuto, maturo. 3) Sm. Fatto, evento, accadimento, affare, faccenda. 4) Compito, dovere. 5) Sm. pl. Lavori di casa. L’é un óm fàt, = è un uomo maturo. L’ê ’na dóna fàta, = è una donna matura. Mèj un fàt fàt che sênt fàt da fâr, = meglio un compito assolto che cento ancora da fare. Fâr i sö fàt, = badare a sé stesso. Chi ch’ fa i sö fàt a n’ se spôrca brîša al mân, = chi pensa a sé non si compromette.  Fâr i fât ad cà, =  sbrigare le faccende di casa. 

Fâta  Sf  Fata, donna bella e buona. Dal latino fàta, (plurale di fàtum = destino), quindi le cose già pronunciate, predestinazione.

Fàta Agg. Fatta, realizzata.   

Fatîna Sf. Fatina, fata buona. Ragazza giovane e bella.

Fatûr Sm Fattore, amministratore.  Dal latino fàctor = colui che fa, colui che esegue gli ordini del padrone. A volte si usa anche al femminile per indicare una donna energica. Fàm fatûr pr’un àn: s’i’ n’advênt padrûn i m’adàn = fammi fattore per un anno: se non divento padrone (del podere) mi danno.

Fatûra 1 Sf. 1) Donna energica, padrona della situazione. 2) Moglie del fattore. 3) Fattrice, femmina da riproduzione (riferito ad animali).

Fatûra 2 Sf. 1) Esecuzione (di un abito, di un progetto). 2) Fattura, bolla d’acquisto; documento. 3) Malocchio, stregoneria. 4) Tiro birbone. 4) Parto. Fâr la fatûra, fatturare del materiale. Atênti ch’ i’ t’ fàgh la fatûra, attento che ti castro (rivolto ai bambini per convincerli a ubbidire). L’ê ’d fatûra, sta per partorire.

Fatûra 3 Sf  1) Malocchio, stregoneria. 2) Tiro birbone. Dal latino factùra = esecuzione, (sottintendendo l’incarico dato ad una fattucchiera) .

Faturâr V.tr. 1) Fatturare. 2) Adulterare.

Faturîn Sm. 1) Fatturino, messo. 2) Sostegno, appoggio (usato dai falegnami, detto anche servidûr).

Faturîna Sf. Fattura di poco importo.

FatútSm. 1) Tuttofare, tipo che si arrangia a fare ogni mestiere. 2) Faccendiere, maneggione.

Fâva  Sf. Fava, legume. Dal latino faba, fava. La fava marzaiola o marzola, dalle teche e grani piccoli (Vicia faba), era usata verde per alimentazione umana, secca come biada. Macinata serviva a fare il “farinaccio”, insieme ad altri leguminacei. La Madóna ’d la fâva: era la sagra in onore della Madonna della fava che si celebrava a Onfiano di Carpineti la terza domenica di giugno. Ciapâr dû clòmb cûn ’na fâva, = prendere due piccioni con una fava. Fâva d’ Ìndia, = carruba. Fâva gràsa, = tipo di fava a foglia grassa, simile alla sassifraga. Nell’antichità e nel Comune di Firenze utilizzavano le fave (bianche) per le votazioni in consiglio.

Favâr, Favâra Sm, Sf,  Il terreno ove si semina la fava. 

 Favàs Sm Scarti di fava da dare agli animali.    

Favàs Sm Colombaccio (Colùmba palùmbus).   Dal colore del piumaggio  uguale a quello della fava secca. Ma è più probabile la derivazione dal greco phàps = colombo selvatico.

Favèla Sf  Favella, parola, linguaggio.  Dal  latino fàri, = emettere suoni con la bocca. Sequenza: fari, fàbula, fabèlla, favèlla.

 Favèst, Favestîn, Favesta    Nomi Propri.   Fausto, Faustino, Fausta.   In latino Fàustus significa: favorevole, propizio, dal verbo favère = favorire. Nota:  Il termine latino Faustus deriva da un arcaico Favèstus (un superlativo?).  La curiosità sta nel fatto che il nome sia sopravvissuto quasi esclusivamente  nella frazione di Frascaro.

Favûr Sm 1) Favore, piacere. 2) Evento propizio. Dal latino favor (da favère, essere favorevole). Al gh’à l’ària in favûr, = ha la fortuna dalla sua.

Favurî Agg. e Pp. Favorito, avvantaggiato, protetto.

Favurîr V.tr. 1) Favorire. 2) Proteggere, assecondare. 3) Accettare qualcosa da mangiare. Vrîv favurîr?, = Volete favorire?

Fèda 1  Sf. 1) Fede in Dio. 2) Ideale, convinzione. 3) Militanza politica. Dal latino fides.

Fèda, 2  Sf.  Fede o Vera nuziale. Esiste anche la versione Vèra (vedi).

Fedêl Agg.  1) Fedele, fidato; pio, religioso osservante. 2) Nome proprio di persona. Dal latino fidèlis.

Fedeltâ Sf. 1) Fedeltà. 2) Affidamento. 3) Garanzia.

Federâl Agg. Federale, associato con consimili. Carica politica in epoca fascista.  Dal latino foèdus = patto di solidarietà reciproca. Alla radice vi è Fìdes = fedeltà.

Federasiûn Sf  Federazione, associazione, unione. 

Fégna Sf. Bica di fieno o altro foraggio. Dal latino faenum, fieno [Minghelli]. Il termine compare nel Frignano (fìggna), a Mantova (figna), e nel Polesine (feggna). Cfr.: Pajâr.

Fêl,  Fêla  Sm. e Sf. 1) Fiele. 2) Cistifellea. 3) Veleno, bile. 4) Rancore, livore. Dal latino fel. Amâr cmé la fêla, = amaro come il fiele, amarissimo. Fâr gnîr la fêla mârsa, = fare schiattare per la bile. Avêr la fêla infiamâda, = soffrire di colecistite. Spudâr la fêla, = avere un travaso di bile, compiere un grosso sforzo. 

Felice Sm 1) N. prop. Felice. 2) Agg. Felice, contento. Dal latino fèlix, che in origine significava: nutrito, quindi sazio, soddisfatto.

Felicitâ Sf. Felicità, contentezza.

Fèlša, Fèlši Sf Felce. Dal latino fìlix. Con le foglie si facevano gli strofinacci per il forno quando mancavano le foglie di granoturco.

Felšê  Sm. Felceto, luogo ove abbondano le felci.

Fêlsi Sf  Morbillo, malattia infantile. Vedi Fêrsi.

Fêlter, Fêltre Sm. Feltro, cascame per imbottiture. Dal franco filtir, attraverso il tedesco filz. Il feltro è un panno non tessuto, ottenuto pressando lana o peli imbevuti di colla.

Feminìsta Sf. Femminista.

Fémna Sf. FemminaDal latino fèmina o fœmina, derivato da una radice fer che allude alla fertilità.

Femnîna Sf. Femminuccia, femminetta.

Fên  Sm. Fieno, foraggio. Dal latino fænum, fieno. Mètr’ un câmp a fên, = passare un campo a coltivazione di fieno. Mantgnîr a fên, = nutrire a fieno (cioè trattare bene). Mangiâs al fên sùta, = mangiarsi l’erba sotto i piedi, sperperare, spendere oltre il guadagno. Fâr i fên, = tagliare il fie­no, raccogliere il foraggio.

Fenòmne Sm. Fenomeno, evento fuori del normale. Dal greco phainòmenon, = apparizione. Fâr al fenômne = dar­si un sacco di arie.

Fenumenâl Agg. Fenomenale, bravissimo, strano.   

Fèr  Sm 1) Ferro, metallo. 2) Attrezzo del mestiere. 3) Falce fienaria. In latino fèrrum indica sia il metallo che le armi in genere, di conseguenza anche i ferri del mestiere. Fêr vè-c = ferro vecchio, rottame. Andâr súta ai fêr = subire un’operazione chirurgica. Nàsre cûn i fêr = nascere con il forcipe (taglio cesareo). Dâr un culp ad fêr = dare una veloce stirata. Fâr cûn i sö fêr = arrangiarsi coi propri mezzi, con le proprie forze. Un stùmghe ’d fêr = uno stomaco forte, che digerisce tutto.

Fêra Sf. 1) Fiera, mercato. 2) Confusione, baccano. Dal latino volgare fiera, a sua volta dal latino tardo feria, giorno di festa. Fêra dal vàchi, d’i bö, dal pégri, = fiera delle mucche, dei buoi, delle pecore. Erano i tre giorni della fiera di San Vitale a Carpineti (29, 30, 31 agosto) O a Castelnovo per la fiera di San Michele (29 Settembre). Fâr d’ la fêra, = fare un gran chiasso, litigare a voce alta. Trê vàchi al fân un mercâ, tre dóni al fân ’na fêra, = tre mucche fanno (solo) un mercato, (ma) tre donne fanno una fiera.

Fèra Sf. Falce fienaria. Bàter la fèra, = dare il taglio alla falce. Ci si serviva dell’incudine (pian­ta) e del martello apposito.

Feragùst Sm. Ferie di metà agosto. Dal latino feriae Augusti, riposo (in onore) di Augusto.

Ferâra N. pr. Ferrara.

Fèr da šgâr Sf   Falce fienaria.    

Fèr da cavàl Sm  Ferro di cavallo.  Si ritiene che porti fortuna per due motivi: 1) È a forma di mezza luna e richiama la dea Iside. 2) Nell’antichità il ferro era ritenuto metallo prezioso.

Fèr da vernàja Sm. Attrezzo (vanga a tre punte) per sezionare il fieno nel pagliaio o nel fienile (vernàja, = cose per l’inverno).

Fèr di bö,  dal vàchi Sm Ferro per bovini.

Ferdûr Sm Raffreddore,  costipazione. Cunfùnder ’na pulmunîte pr’ un ferdûr, = scambiare una polmonite per un raffreddore, prendere un abbaglio.

Fergâ Agg. e Pp. Fregato; imbrogliato.

Fergâda  1) Sf. Fregata; fregatura, imbroglio. 2) Pp. Strofinata. 3) Agg. Fregata, imbrogliata. Dal latino fricare, sfregare, strofinare. Ciapâr ’na fergâda, = prendere una fregatura.

Fergâr V. tr. 1) Sfregare, strofinare. 2) Imbrogliare, rubare.  

Fergâsne V. rifl.. Fregarsene.

Fergnöl  Sm   Foruncolo. V. Fignöl

Fergûn Sm  Paletto di legno (anche di metallo) per curare il fuoco all’interno del forno.   

Feriâl Agg. 1) Feriale. 2) Lavorativo.

Fèrie  Sf  Ferie, riposo, vacanza.    Dal latino fèriæ = riposo.

Fermâs V.intr. 1) Fermarsi, arrestarsi. 2)  Trattenersi.

Feriêra Sf. 1) Ferriera, miniera. 2) Lavoro avvilente e pesante.  Dal latino ferrària, attraverso il francese ferrière =  miniera, e anche fucina. L’é ‘l padrûn d’ la feriêra = è il padrone della ditta. I titolari di miniere, di solito, erano molto ricchi.

Fêrla Sf. 1) Stampella. Dal latino ferulus = colui che porta. 2) Grosso chiodo fatto a mano per fermare le travi tra di loro. 3) Chiavarda. Durmîr inséma a ’na fêrla, = dormire scomodi. Da fèrulus = piccolo ferro? Bertani riallaccia il termine ad una radice longobarda di  cui si avrebbe memoria nel vocabolo svedese forlängd = lungo, allungato.

Ferlèta Sf. Chiavistello, chiodo, fermaglio.  

Ferlòch Sm. Farfuglione, confusionario.

Ferlucâda Sf. Farfugliata, discorso senza senso.

Ferlucâr V.intr. Farfugliare, parlare senza senso.

Ferlucûn Sm. Farfuglione, che parla senza senso.

Fermâ Agg.. e Pp. 1) Fermato. 2) Arrestato. 3) Trattenuto. 4) Sospeso.

Fermâda 1) Sf. Fermata, so­sta, pausa. 2) Punto fisso di sosta di un mezzo pubblico. 3) Pp = Arrestata, fermata.

Fermài Sm Fermaglio, gancio. Dal latino firmare = fermare, rendere solido.

Fermâr V.tr. 1) Fermare, arrestare, consolidare. 2) Prenotare. Dare una cauzione. Dal latino firmare, rendere solido (quindi anche consolidare, garantire con la propria firma). L’é tânt dûr ad tèsta ch’a n’al fêrma gnân Crìst, = è tanto testardo che non lo ferma neanche Cristo.  

Fêrme  1) Agg.. Fermo, solido. 2) Sm. Fermo, arresto. 3) Fermaglio, blocco

Fermênt Sm 1) Fermento, entusiasmo. 2) Malumore, agitazione. 

Fermentâr V. intr. Fermentare; ribollire; agitarsi. 

Fermentasiûn Sf.  Fermentazione.

Fernešìa  Vedi  Frenešìa.

Ferneticâr V. intr. Farneticare, elucubrare, sragionare.   

Fernètich Agg.. 1) Farnetico, farneticante, delirante. 2) Frenetico. Dal greco phrèn, relativo alla mente, attraverso il latino phreneticus, poi, per metatesi, fernèticus.

Fêrsi Sf. pl. Morbillo, malattia infantile.  

Fertâda Sf. 1) Frittata, piatto di uova strapazzate. 2) Rovesciamento di qualcosa, danno. Dal latino frictus (da frigere, friggere).

Fertèla  Sf  1) Frittella. 2) Macchia di unto. 3) Cosa piatta, schiacciata. 4) Errore banale. Dal latino frictus, fritto. Al cià-cri a n’ fân fertèli,  = le chiacchiere non fanno frittelle.

Fertlîna Sf. Frittella piccola, polpetta fritta.

Fertlôt Sm. Frittella di castagna (tipica di carnevale). Dio te scâmp tânt cmé un fertlòt in búca a un cân, = che tu possa campare quanto una frittella in bocca a un cane.

Fertlûn Sm. 1) grossa frittella. 2) Cosa arruffata, fatta senza cura e in fretta. 3) Errore banale.

Feruvìa Sf. 1) Ferrovia, strada ferrata. 2) Ente ferroviario.     

Feruviàri  Agg.. Ferroviario.

Feruviêr Sm Ferroviere, addetto alle ferrovie.  

Fervâr  Sm. Febbraio. Dal latino februarius, mese delle febbri. Fervâr cûrt, cûrt / l’è péš che un tûrch! =  Febbraio corto, corto è peggiore di un turco! Fervâr / cûrt e amâr = Febbraio / corto e amaro.

s  Agg.  Fesso, sciocco, sempliciotto. Dal latino fatìscere = marcire, venir meno.

sa dal brâghi  Sf.  Patta, apertura anteriore dei pantaloni. Si usa più il termine butêga.

Fèsia Sf. 1) Feccia della mostatura o della macinatura delle olive. 2) Monello, dispettoso, peste, birichino.   

Fèsta  (pl. Fèsti e Fèst) Sf. 1) Festa, giorno festivo. 2) Bella accoglienza. 3) Le feste natalizie. Dal latino dies festus, giorno festivo. Dì ’d fèsta = giorno festivo. Vestî da la fèsta, = abito bello o nuovo. Fâr fèsta, = esser contenti; accogliere con gentilezza. Fâr la fèsta, = eliminare.  Dâr al búni fèsti, = fare un omaggio in occasione del Santo Natale. Cunsâr pr’al fèsti, = conciare per le feste, ridurre a mal partito. 

Festegiamênt Sm. 1) Festa. 2) Festeggiamenti, celebrazioni.

Festegiâr V.tr. Festeggiare, celebrare.

Festîv Agg. Festivo.

Festivàl, Sm. 1) Festival, festa danzante; rassegna di canzoni. 2) Balera mobile. Dal latino medievale festivalis, poi dall’inglese festival.

Festûš Agg.  1) Festoso, gaio, allegro, giulivo. 2) Accogliente, ospitale.

Fesûra Sf. Fessura, fenditura, spacco, crepa, feritoia. Dal latino fissura, fenditura. Ària ’d fesûra, = spiffero. .

Fèta Sf. Fetta, parte, porzione, spicchio. Dal latino offetta (diminutivo di offa, boccone). Fèta ’d pân, = fetta di pane. Fèta ’d furmàj, = porzione di formaggio. Fâr a fèti, = affettare; o anche distruggere. Fèta ’d mèš, = fetta centrale, la parte migliore.    

Fetênt Agg.. 1) Fetente, pestifero, carogna. 2) Maleodorante, puzzolente. Dal latino fœtère, = puzzare.

Fetîv  Agg.. 1) Effettivo. 2) Assunto in organico. L’é pasâ fetîv, = è entrato in ruolo, è passato in organico.

Fetlîna Sf. Fettina, piccola fetta.

Fetlûna Sf. Grossa fetta.

Fetvûš Agg.. Affettuoso, carino, gentile, amorevole.

Fiâ Sm. 1) Fiato, respiro. 2) Sosta, ristoro, sopravvivenza. Dal latino flatus, soffio, alito, respiro. Fiâ gròs, = fiatone, affaticamento. Tirâr al fiâ, = vivere, ma anche riposarsi per un attimo. Fîn ch’a gh’è fiâ a gh’è sperânsa, = fin che c’è fiato c’è speranza. Dâr un pô ’d fiâ, = lasciare respirare.

Fiàca Sf Fiacca, stanchezza, svogliatezza

Fiacâ  Sm. e Pp. Scocciato, annoiato.

Fiacâda 1) Sf. Stanchezza, grande fatica. 2) Scocciatura. 3) Pp. Annoiata, scocciata.

Fiacadûr Sm. Scocciatore, rompiscatole.

Fiacâr V.tr. 1) Fiaccare, scocciare, annoiare. 2) Piegare (un ramo). Dal latino flaccus, fiacco, cascante. Fiacâr ’na bròca, = danneggiare un ramo senza staccarlo.

Fiàch Agg. Fiacco, stanco, strac­co; debilitato. Dal latino flaccus, = fiacco, cascante.  

Fiàcula (raro) Sf  Fiaccola, face. Dal latino fàcula diminutivo di fax,= torcia.

Fiaculâda (raro) Sf. Fiaccolata, processione con fiaccole.

Fiacûn Sm Fannullone, fiaccone, perditempo.    Dal latino Flàccus = molle, franato, rilassato.

Fiadâda Sf. Fiatata, zaffata, alito cattivo.

Fiadâr V.intr. Fiatare, respirare. Azzardarsi a parlare.

Fiâla Sf. Fiala, boccetta. Dal greco phiàle, attraverso il latino phiàla, coppa.

Fialèta Sf. Fialetta, provetta.

Fiàma Sf. 1) Fiamma, fuoco vivace. 2) Ardore sentimentale. 3) Donna amata. 4) Sterco di cavallo. Dal latino flamma. A mèša fiàma, = a metà fiamma. A fiàma vîva, = a fuoco vivo. Fiàma ’d cavàl, = concime di cavallo. Dal latino flàmma, alla cui origine resta il concetto di brillare.

Fiamâda  Sf  Fuoco improvviso, fiammata.

Fiamaröla  Sf. Fuoco fatuo, cosa di poca entità.

Fiamèla Sf. Fiammella.

Fiamìfre (raro) Sm. Fiammifero. Si usa più frequentemente fulminânt.   

Fiancâda  Agg.  Fiancata di edificio o di auto, lato, parete. 

Fiânch Sm. Fianco, lato. Anca.  Mètse ’d fiânch, = mettersi di fianco. Girarsi su un lato. Fiancheggiare. Affiancare. Avêgh mâl ai fiânch, = avere dolori lombari. Piciâr int i fiânch, (termine pugilistico) = picchiare ai fianchi, lavorare l’avversario ai fianchi. Dal franco hlanka (anca), poi nel francese antico flanc.

Fiàsca Sf  Fiasca, grosso fiasco

Fiasch Sm. 1) Fiasco, bottiglione. 2) Fallimento, insuccesso. Dal gotico flasko, bottiglia. Fâr fiàsch = fallire. Impajâr i fiàsch, = rivestire i fiaschi. Guardâr ìnt al fiàsch, = essere strabico. Capîr fìs-c per fiàsch = fraintendere.

Fiaschèt Sm Piccolo fiasco.  

Fiaschîn  Sm. 1) Piccolo fiasco. 2) Recipiente per la polvere da sparo, usata per i fucili ad avancarica.

Fiascûn Sm Grosso fiasco. Quelli non impagliati venivano definiti pistûn, e a volte li usavano per fare il burro.

Fiatâr V. intr. 1) Fiatare, respirare. 2) Parlare, dire.

Fíbia (più raro Fúbia) Sf  Fibbia, fermaglio. Dal latino fìbula, derivata da fìgere = conficcare, fermare.

Fibiâr V.tr. Affibbiare, rifilare.

Ficâr V.tr. Ficcare, piantare. Dal latino figere, conficcare. Ficâr in cò, = mettere in testa, convincere.

Fidâ Agg.. Fidato, onesto, responsabile.

Fidansâ Sm Fidanzati, promessi sposi.    Da fides = garantire fedeltà.

Fidansamênt Sm. Fidanzamento.

Fidansâs V. rifl.  Fidanzarsi, farsi promessa di matrimonio.

Fidâr V. intr.   Aver fiducia, confidare.    

Fidâs  V. rifl. 1) Dare fiducia, fidarsi. 2) Azzardare. L’é ûn da fidâs, = è attendibile, è uno di cui ci si può fidare. Fidâs l’é bên, a n’ se fidâr l’é méj = fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

Fìdghe  Sm. 1) Fegato. 2) Coraggio, animo, forza. Avêgh un bèl fédegh, = avere una faccia tosta. Avêgh dal fédegh, = avere coraggio.

Fidúcia Sf. Fiducia, affidamento.

Fiduciàri Sm Fiduciario, incaricato, responsabile

Fiduciûš Agg. Che ha fiducia, speranzoso. 

Fìfa Sf  Fifa, paura, titubanza.  

Fifûn Agg. Fifone, pauroso, debole.

Fîga Sf. Vulva, vagina. Sinonimi: sa, Pitìra, Paciarâna; Natûra (vulva di animale da riproduzione), fregna.

Figâda Sf. Stupidata, sciocchezza.  

Figadîn Sm. (quasi sempre al pl.) 1) Fegatelli, fegatini. 2) Ninnoli, cose da nulla; lavori di poco impegno. 3) Uomo poco importante.

Figaröl Sm. Donnaiolo, puttaniere.

 Figàsa Sf. Sgualdrina.

Fîgh Sm. Fico. Dal latino ficus. Fîgh biânch = fico di settembre. Fiurûn = fiorone, fico di giugno.

Fighîn Agg. Snob, damerino, effeminato.

Fighîna Sf. Ragazza sbarazzina.

Fignöl Sm Foruncolo, piccolo bubbone, brufolo. Dal tedesco antico fìnne = pustola.

Fignulûš Agg. Brufoloso. Incö fignulûš, stâtr’ àn  spûš, = oggi brufoloso, il prossimo anno sposo.

Figûra Sf. 1) Figura, immagine. 2) Illustrazione. 3) Comportamento, atteggiamento. Dal latino figura, da fingere, plasmare (con la creta), fare una immagine [Colonna]. Fâr bèla figûra = fare bella figura.

Figûra Sf  Comportamento, atteggiamento. Dal latino fìgere = plasmare.

Figûra Sf  Nel gioco delle carte: fante, cavallo, re  

Figurâr V.intr. Figurare, comportarsi bene. Figurâr ben, mâl, = figurare bene, male.  

Figurâs V. rifl. Figurarsi. Figurèmse, = figuriamoci! Non se ne parla nemmeno.

Figusa  Sf. Figuraccia, comportamento disdicevole.

Figurîn Sm. Figurino. Al pâr un figurîn, = sembra un figurino, è inappuntabile nel vestire.

Figurinìsta Sm. e Sf. 1) Figurinista. 2) Disegnatore di figurine, di modelli di abiti.

Figurûn Sm. Figurone, trionfo.

Fîl  Sm. 1) Filo, spago, refe, filamento. 2) Taglio di coltello. 3) Cavetto per freno o frizione sulle motociclette o biciclette. 4) Cavo elettrico o telefonico. Dal latino filum, = filo. Dâr dal fîl da tôršre, = impegnare, dare preoccupazioni, essere di difficile soluzione. Al fîl ’d la pulénta, = era il filo usato per fare le fette di polenta. Un fîl ’d pân, = un filo di pane. Ragiunâr a fîl, = ragionare correttamente. 

Fîla 1 Sf. 1) Fila, serie. 2) Schieramento ordinato, successione. 3) Attesa, coda. La fîla ’d l’ôca, = fila interminabile. Mètr’ in fîla, = riordinare, allineare. Mèts’ in fîla, = accodarsi, allinearsi. ’Na fîla ’d gênta, = un corteo di persone.

Fîla! 2  V. intr. (imperativo)  Fila via! Vattene!

Filâ Agg.. e Pp. 1) Filato (di lana o lino). 2) Scappato via.

Filâda 1) Sf. Filatura di lana o canapa. 2) Pp. Filata, scappata.

Filadûr, Filadûra Sm e Sf  Colui o colei che fila.    

Filadûra Sf Filatura; la quantità filata; l’azione del filare.    

Filànda Sf Fabbrica ove si produce il filo  

Filâr  V.tr. 1) Filare (lana, lino). 2) V.intr. Fuggire, filarsela. 3) Filare, fare il filo, morosare. Dal latino filum. Filâr vìa, = scappare. Filâr cmé ’l vênt, = correre come il vento. Filâr drìt, = osservare le regole. 

Filâr  Sm. Fila di alberi. È detto anche piantâda. Indica file di alberi da frutta oppure filari di oppi (acero bianco) allineati per sorreggere le viti.

Filarîn Sm. 1) Filatoio, macchina per filare lana, canapa o lino. 2) Moroso, spasimante, fidanzatino.

Filastròca Sf 1) Filastrocca, cantilena. 2) Serie di rimproveri soliti. Burdigûn cha stà a palàs, / cûn i lìber sùta al bràs, / al völ dîr la sö rašûn! / Bûna nòta, burdigûn, = lo scarafaggio che abita nel palazzo, / con i libri sotto il braccio / vuol far valere le sue ragioni / Buona notte, scarafaggio (filastrocca destinata ai ficcanaso). L’ucarîna dai curàj / la và in gîr cun i smurgàj / e cûn j’ ò-c piên ’d ricutîna / ma la dîs ch’l’é ’na sgnurîna = l’ochetta dai bargigli / va in giro col naso sporco / e con le cispe agli occhi, / ma afferma d’essere una signorina [Pini].

Fîl d’àqua Sm Filo d’acqua, zampillo leggero. .

Filèt Sm. 1) Filetto (taglio di carne). 2) Frenulo. 3) Filettatura (di viti, perni). 4) Gioco. I gh’àn tajâ ’l filèt da cìch, = gli hanno tagliato il filetto della lingua da piccolo, è muto.

Filetâr V.tr. Filettare.

Filibustêr, Filibustiêr Sm. Filibustiere, pirata, disonesto, fedifrago.

Filîn  Sm. 1) Filino, trebbo. 2) Filarino, macchina per filare

Filòs Sm. 1) Trebbo. 2) Serata insieme per filare nella stalla. 3) Veglia. 4) Chiacchiere. Si chiama Filòs perché era un modo di stare insieme ma filando lana o canapa.

Filòšofo Sm 1) Filosofo. 2) Pensatore. Fâr al filòšofo, = fare il sapientone, sputare sentenze.

Filôssera Sf. 1) Filossera. 2) Malattia delle viti. Si tratta di un insetto (famiglia degli afidi) che attacca i germogli o le radici della vite sottraendole la linfa. Dal greco phyllon = tralcio e xeros = arido.

Filòt Sm. Filotto. Fâr filôt, = causare la caduta di più oggetti in fila.

Fîlsa Sf. 1) Filza, matassa. 2) Sequela. 3) Cartella di documenti (termine tecnico). Dal latino volgare filicella (da filum), cordicella. A la fîn d’ la fîlsa, = al termine del ragionamento.

Fîlter Sm. 1) Filtro, colino; filtro dell’olio o dell’aria. Dal francese filtre. 2) Filtro amoroso, pozione magica. Dal greco philtron (dal verbo philèo, amo), attraverso il latino philtrum.

Filtîn Sm. 1) Filo sottile. 2) Capelli d’angelo (spaghetti sottili). Un filtîn d’aqua, = un sottile filo d’acqua.

 Filtrâ Agg. 1) Filtrato, pulito dalle scorie. 2) Esaminato con scrupolo.

Filtrâr V.tr. Filtrare, depurare. Vîn filtrâ, = vino dolce, filtrato appena pigiato.

Filûn    Sm. 1) Fil di ferro; filo di sostegno delle viti. 2) Spina dorsale (filûn ’d la schêna). 3) Micca di pane. 4) Agg. Furbacchione, astuto. Fâr al filûn, = fare il furbo.

Filunsîn Sm. 1) Filo di ferro sottile. 2) Filoncino, sfilatino di pane.

Filusufìa Sf. Filosofia; saggezza; rassegnazione. Dal greco phìlos e sophìa = amante della sapienza.

Fîn (1) Agg. 1) Sottile, fine. 2) Scaltro. 3) Raffinato, educato gentile. Sàbia fîna = sabbia fine.

Fîn (2) Sf. 1) Fine, termine, conclusione. Rivâr a la fîn, = giungere al termine, raggiungere lo scopo. Sênsa fîn, = senza fine, senza misura, senza limite. Andâr a bûn fîn, = concludersi bene, andare a buon fine. Dâr la fîn, = finire, concludere; consumare del tutto, uccidere. 2) Sm Scopo, intenzione.

Fîn (3) Avv. 1) Fino a,  fino che. 2) Perfino. 3) Fintanto.

Fîna Sf. Rifinitura finale dell’intonaco. Dâr la fîna, = dare l’ultima mano. .

Finâl 1) Agg. Finale, conclusivo. 2) Sm. Esito, finale, conclusione. Dal latino finis.

Finalìsta Agg. Che compete per l’ultima fase di una gara o di un concorso. 

Finalmênt Avv.  Finalmente.   

Finânsa Sf. 1) Disponibilità economiche. 2) Corpo delle Guardie di Finanza. Dal francese finance.

Finansiamênt Sm. Finanziamento, capitale a disposizione.

Finansiâr V.tr. Finanziare, sostenere nelle spese.

Finansiêr Sm. 1) Finanziere (chi gestisce le finanze). 2) Agente del Corpo di Finanza.

Finèsa Sf Finezza, delicatezza, educazione.    

Finî Agg.. e Pp. Finito. Il termine sa già di italiano.  Vedi Fnî.

Finidûra Sf. Finitura, rifinitura, conclusione.

Finimênt Sm. pl. Finimenti, briglie, addobbi. Nomenclatura: Brìa, briglia; Cavèsa, cavezza; Imbrâga, imbracatura; Culâna, collare per traini pesanti; Môrs, morso; Bàst, basto; Sèla, sella; Portastàngh, cinghia di sostegno per le stanghe; Sutpânsa, sottopancia; Sutcùa, sottocoda; Paraò-c, paraocchi; Rampûn, ramponi per caricare legna lunga sul basto; Stàfi, staffe della sella; Sprûn, speroni.

Finimûnd Sm. 1) Cataclisma, disastro. 2) Confusione estrema.

Finsiûn  Sf. 1) Finzione, inganno. 2) Immaginazione.    

Fìnšre,  V.tr. e intr. Fingere, simulare, imitare. Dal latino fingere, modellare, plasmare.

Fînt = Finto, falso, artificiale.    da latino Fìngere = plasmare, riprodurre una figura.

Fînta Sf. Finta, mossa strategica, gesto per imbrogliare l’avversario.

Fintânt = Fintanto, fino a che, tutto il tempo che.    da Fino a tanto.

Fintûn = Bugiardo, imbroglione abituale. Dal latino Fìngere = plasmare, riprodurre una figura.

Finûra Avv. Finora, sinora.

FiöFiöl Sm. (pl. Fiö) Dal latino filius. L’é ’l fiöl ’d su’ pà =  ha gli stessi difetti e qualità del padre. Tirâr sû i fiö, = allevare i figli. Avêr fiö, = partorire. Sptâr un fiöl, = attendere un figlio, essere incinta. Ciamâr per fiöl, = adottare, riconoscere come figlio.

Fiöla Sf. Figlia. Dâr marî al fiöli, = accasare le figlie. 

FiòcaSf. Chiaro d’uovo sbattuto, montato. Fâr la fiòca = montare l’albume delle uova.

FiòchSm. 1) Fiocco, fiocchetto, ornamento. 2) Falda di neve. Dal latino floccus, batuffolo di lana. Fâr ’na côša cun i fiòch, = lavorare eccellentemente.

Fiòs  Sm. Figlioccio, pupillo. Il padrino si chiama gus.

FiòsaSf. Figlioccia, pupilla. La madrina si chiama gusa.

Firênse  N.pr.  Firenze.

Fîrma Sf. 1) Firma; autografo. 2) Avallo; garanzia. Da latino firmare, confermare, garantire. L’é ’na bùna fîrma, = è un poco di buono. Fâr la fîrma, = sottoscrivere. Fâgh la fîrma, = essere d’accordo, accettare una proposta.

Firmâr V.tr. Firmare, sottoscrivere.

Fîrmajöl Sm Chi firma per continuare il servizio militare. 

Fîrmaröl Sm Chi firma per continuare il servizio militare. 

Fìs  1) Agg. Fitto, denso, torbido. 2) Fisso, stabile3) Gremito. 4) Sm. Deposito di liquidi, fondo di bottiglia, botte o damigiana. 5) Malumore o disappunto serpeggiante.  In latino fìxus = conficcato, fermato.   Prèdica cûrta e mnèstra fìsa = predica breve e minestra densa. Tút a fa fìs, =  tutto serve.

Fisâr  V.tr. 1) Rendere solido, stabile. 2) Stabilire un riferimento, un appuntamento. 3) Guardare con insistenza, osservare. Dal latino figere, conficcare.   

Fìs-c Sm. 1) Fischio, sibilo. 2) Fischietto, zufolo. 3) Richiamo, sollecito. Da fistula, la canna della zampogna. 

Fiscâl Agg. 1) Fiscale, relativo alle tasse. 2) Esoso, esigente.

Fis-cèt  Sm. Fischietto.

Fis-cetâr V. intr. Fischiettare.

Fis-ciâda Sf. 1) Fischiata, zufolata. 2) Inezia, cosa di poco conto. I l’ò tôt per ’na fis-ciâda, l’ho comperato per poche lire.

Fis-ciadûr Sm. Fischiatore.

Fis-ciamênt Sm. Confusione di suoni sibilanti, debolezza con senso di risonanza nelle orecchie.    

Fis-ciâr V.tr. e intr. Fischiare, fischiettare. Quand at vê in cantina fìs-cia, = quando scendi in cantina fischia (così non bevi).

Fis-ciarâna  Sf. Diarrea.

Fis-cîn  Sm  Fischietto.    

Fis-ciûn (Casteln.) Sm. 1) Esplosione di diarrea delle mucche. 2) Persona un po’ sciocca.

šich, Sm. 1) Fisico, costituzione fisica. 2) Stazza, statura, presenza esteriore. 3) Agg. Fisico, attinente all’aspetto esteriore. 4) Scinziato.

Fišiunumìa  Sf. Fisionomia, aspetto, connotati. Dal greco fisiognomia = conoscenza delle fattezze di una persona.

Fìstula  Sf. 1) Fistola, piaga. 2) Tubicino. Dal latino fistula, canna, cannuccia.

Fisúm  Vedi  Fitúm.

Fit 1 Sm. Affitto, noleggio. Dal latino commerciale pretium fictum, = prezzo stabilito, fissato.

 Fit 2 Agg.. Fitto, abbondante, numeroso.

Fìta Sf. Fitta, trafittura, dolore improvviso. 

Fitânsa Sf. Affitto a lunga scadenza, affittanza.

Fitânt Sm. Fittavolo; locatore.

Fitâr V.tr. Affittare, locare.

Fitàvle Sm. Fittavolo; locatore.

Fituàri Sm. Fittavolo; mezzadro.

Fitúm Sm. 1) Fittume, grande assembramento di persone. 2) Bosco incolto, selva.

Fitûn  Sm. 1) Fittone, grossa radice. 2) Palo; paracarro. 3) Blocco per controtiranti. Dal latino figere, = conficcare.   

Fiucâr V. intr. Fioccare (della neve); cadere fra capo e collo, capitare all’improvviso.  

Fiuchèt  Sm Fiocchetto, ornamento.   

Fiuchîn Sm. Fiocchetto, ornamento.

Fiulânsa  Sf   Figli, discendenza  

Fiulâr V. tr. Figliare, partorire, procreare.    

Fiulàster, Fiulàstra Sm. Sf. Figliastro, figlio adottivo.    

Fiulîn Sm  Bimbetto, figlioletto  

Fiúm Sm  1) Fiume. 2) Marea di gente. Dal latino flùmen (da flùere = scorrere).

Fiûr Sm. 1) Fiore (termine botanico). 2) Fior di farina. Dal latino flosfloris =  fiore. L’é un fiûr d’un galantòm =  è onesto. Se i fiûr i’ àn da fiurîr i fiurìsi ânch d’invêrne = se è tempo di fiorire i fiori fioriscono anche in inverno. Fiûr d’ farîna  = farina bianca della migliore. Fiûr dal vîn = muffa del vino (che sta prendendo il forte). A fiûr d’àqua, = a pelo d’acqua.

Fiuràj Sm. Commerciante di fiori.

Fiurentîn,  Agg.. 1) Fiorentino, abitante di Firenze. 2) Tipo di salame. Salàm fiurentîn = salame del budello gentile.

Fiurentîna 1) Agg. Fiorentina, abitante di Firenze. 2) Sf. Fiorentina, tipica bistecca con osso.  3) Squadra di calcio.

Fiurêra  Sf. Fioriera, vaso da fiori.

Fiurèt  Sm. 1) Fioretto (arma). 2) Ano del cavallo. 3) Sacrificio, privazione. 4) Occhiello delle scarpe per infilarvi i lacci. Dal latino flòs, flòris = fiore. Nel primo significato si tratta del bottone di cuoio sulla punta della spada. Per il terzo fare un fioretto, un piccolo sacrificio, equivale ad offrire un fiore a Dio. Nel quarto caso immagino che il significato sia da collegare alla forma che assume l’occhiello nella parte interna, dopo essere stato applicato

Fiuridûra  Sf  Fioritura, moltiplicazione.    

Fiuriêra  Sf  Fioriera, grosso vaso  

Fiurîr V. intr. 1) Fiorire, germogliare. 2) Essere in salute. 

Fiurìsta Sm Fiorista, fioraio, commerciante di fiori.    

Fiurtîn Sm Fiorellino.   

Fiurúm Sm. Tritume di foglie e fiori di foraggio, di fieno. Il fiorume si dava ai vitelli e, quando non era più commestibile, serviva da lettiera.

Fiurûn Sm. 1) Fico primaticcio, fiorone. 2) Ano (per analogia e spesso con allusione alla fortuna). Al gh’à un fiurûn! = ha una fortuna!

Fiutâr  V.tr. 1) Fiutare, odorare. 2) Subodorare, sospettare.

Flanèla Sf  Flanella, tessuto caldo. Dal francese flanèlle, attraverso l’inglese flannel.

Flebîte  Sf  Flebite. Dal greco flèps = malattia delle vene.

Flêbo Sm Iniezione di liquido in vena. 

Flèma  Sf  Flemma, inerzia, pigrizia.  Dal greco phlègma, attraverso il tardo latino phlegma = infezione, arsura.

Flènga  Sf  Carta da gioco con scarso valore.

Flesìbil   Sm. 1) Smerigliatrice elettrica. 2) Flessibile (tubo di raccordo).

Flìp  Sm. Nel corteo nuziale era colui che doveva condurre gli sposi alla nuova abitazione. Prevaleva però il termine mnûn = conduttore.

Flìpa 1,   Sf. Pronuba, comare, colei che doveva ammaestrare la sposa per il matrimonio. In alcuni luoghi la flìpa era la sorella della sposa. Doveva essere nubile o non ancora madre, e le spettava il compito di preparare una torta (la tûrta d’la flìpa) per lo sposalizio, ma anche di organizzare la cerimonia. L’é ’na mèša flìpa = è una persona di poco conto.

Flìpa 2 Sf. Fetta di frutta seccata al sole o al forno.

Flòber(t) Sm  Piccola carabina.  Dal nome del costruttore.

FlòpaSf. Falda di neve.

Flòs  Agg.  Floscio, abbacchiato. Dallo spagnolo flòjo.

Flòta  Sf. 1) Frotta. 2) Quantità di persone.

Flúca,  Flúch Sf, Sm  Falda di neve, fiocco; falda di fuliggine, feluca.  Dall’arabo faluck, attraverso lo spagnolo faluca, e il francese felouque = nave leggera.

Flús   Sm. 1) Flusso, regole mestruali. 2) Diarrea. 3) Convogliamento di persone o animali.

Flúsca Sf. 1) Falda di neve, fioc­co. 2) Falda di fuliggine. 3) Briciola.

Fluscâr V. impers.   Nevicare leggermente.

Fnèstra Sf. Finestra, apertura. Dal latino fenestra, = apertura. O mangiâr ’sta mnèstra o saltâr clà fnèstra =  non avere alternative. Stâr a la fnêstra = stare alla finestra (cioè perdere tempo, oppure disinteressarsi, non intervenire). Fâs a la fnêstra = affacciarsi. Butâr šó da la fnêstra, = defenestrare (se si tratta di persone); disfarsi, buttare via (se si tratta di cose). Stumpâr ’na fnêstra, = murare una finestra. Bendarsi un occhio.

Fnestrîn, Fnestrîna Sm. e Sf.   Finestrino, sportello; finestra piccola.

Fnestrûn Sm. Finestrone, porta-finestra.

Fnî   Agg. e Pp. 1) Finito, concluso. Dal latino finire, definire, concludere. 2) Sfinito, stremato. Fâla fnîda = farla finita, troncare un discorso. La fôla l’ê fnîda = la storia è terminata.

Fnîl  Sm.  Fienile. Dal latino fænum, fieno. Sinonimo: ša = teggia.

Fnîr V.tr. 1) Finire, terminare, concludere. 2) V.intr. Imbattersi. Dal latino finire, delimitare, chiudere, concludere. Fnîr la cûrsa, terminare il viaggio. Fnîr in mân a di’ strusîn = finire in mano agli usurai.

FnòcSm. 1) Finocchio. 2) Omosessuale, pederasta. Dal latino tardo fenuculum.

Fnucîna Sf. 1) Aneto, finocchio selvatico. 2) Seme di finocchio.

FòcaSf. 1) Foca. 2) Pelle di foca. Dal greco phòke, attraverso il latino phoca. Mammifero pinnipedo di vita acquatica.

Föder  Sm. Fodero, guaina.

Födra Sf. 1) Fodera, interno di abito. 2) Inganno. Druvâr ’d la födra, usare inganni, astuzia. 

Fögh Sm. 1) Fuoco, incendio, focolare. 2 . Sparo. Dal latino focusDâr fögh, = incendiare. Ciapâr fögh, incendiarsi, arrabbiarsi. s cme ‘l fögh, = adirato, paonazzo, rosso infuocato. Schersâr cûn al fögh, = scherzare col fuoco; correre un rischio. Fâr fögh, = far fuoco, sparare.

Föj Sm. 1) Foglio, pagina. 2) Giornale. Dal latino folium, = foglia. Föj ad sîra, foglio di cera.

Föja Sf. (pl. Föji) 1) Foglia. 2) Fogliame raccolto per darlo alle mucche. 3) Lamina di metallo. Dal latino folia (pl. di folium). Fâr (Andâr a) la föja, = raccogliere le foglie per le mucche. Mangiâr la föja, = subodorare un tranello. Dâr la föja, = governare le bestie con le foglie. Föja d’ la vîda, = pampino. Gnîr šú a föja, = planare a volo libero. Föja ’d furmentûn, = brattea del granoturco.

Fòl (in) Locuz. 1) Essere in folle, viaggiare in folle, senza le marce inserite. 2) Andare a ruota libera. Dal latino fòllis che indica un pallone, una bolla d’aria, quindi qualcosa di svincolato dal comportamento comune.

Fól  Sm. Follone, follatoio (strumento per strizzare i panni appena tessuti, mentre si lavano).

Fôla Sf. 1) Favola, fola. 2) Fandonia. Dal latino fàbula (poi faula, quindi fola), racconto. La fôla ’d l’ôca / l’ê bèla s’ l’ê pôca, = la favola dell’oca / è bella se è corta; ogni racconto è bello se è breve. Avêgh dal fôle, = fare storie. L’ê ’n âtra fôla, = è tutt’altra cosa. La pâr ’na fôla, = è incredibile. 

Fòla  Sf. 1) Folla, gente. 2) Ressa, assembramento. Dal latino volgare fullare, ammassare.

Föra Avv. Fuori, all’esterno. Dal latino foris, all’esterno. Andâr föra (al pégri), = andare a pascolare. Dâr föra al cârt, = distribuire le carte da gioco. Fâr föra un piàt de mnèstra, = mangiare un piatto di minestra. Saltâgh föra, = cavarsela. Tirâs föra, = liberarsi, declinare un impegno. Êser (andâr)  föra ’d tèsta, = essere impazzito, dare i numeri. Ad föra vìa, = forestiero. In föra, = sporgente. Föra dai pê!, = Esci, piantala, fuori dai piedi. Êser föra, = essere assente, non avere responsabilità. Saltâr föra, = uscire all’improvviso. Ciamâsne föra, = declinare ogni responsabilità, lavarsene le mani. Föra che, = eccetto.

Föravìa, Locuz. 1) Fuori strada. 2) Estraneo, che viene da altro paese. 3) Avv. A meno che, salvo che. Êsre d’ föravìa, = essere straniero.

Fôrbši, Sf. pl. 1) Forbici, cesoie. 2) Forbicetta (ortottero, detto anche forfecchia). Dal latino forfex, forbice.

Fôrs  (Fôrsi) Avv. Forse, può darsi.  Dal latino fòrs sit = sia destino, legato a fortuna intesa come casualità.

Fôrsa Sf. 1) Forza, gagliardia, coraggio. 2) Energia elettrica; forza motrice. 3) La forza pubblica. Dal latino tardo fortia, = le cose forti (da fortis). Dâr fôrsa, = dare, imprimere forza. Soccorrere, consolare. Tör cun la fôrsa, = prendere con la forza, violentare, stuprare. Fôrsa e curà-g! = forza e coraggio!

Fôrt 1) Agg. Forte, robusto, sonoro (del volume). 2) Sm. Acido (detto del vino). 3) Fortezza, rocca. 4) Avv. Fortemente. Parlâr fôrt, = parlare ad alta voce. Fâs fôrt, = avvalersi, farsi forte di… Tgnîs fôrt, = resistere, tenersi saldo. Stê fôrt! = Trattenetevi ancora! L’è ‘l su fôrt, = è il suo punto forte. Ciapâr al fort, = diventare aceto.

Fôrt Sm 1) Fortezza, rocca. 2) Rinforzo per le scarpe. 

Fortûna Sf. Fortuna, buona sorte. Per fortuna! Dal latino fortuna,  da fòrs = caso.

Fortu Agg. Fortunato (anche nome di persona).

s Sm. Fosso, baratro, fossato. Dal latino fossa, da fòdere = scavare. Sâlta fôs, = scapestrato, saltafossi. Saltâr i fôs a la lónga, = non avere problemi. Fâr i fôs, = predisporre gli scoli nei campi coltivati. Fôs maìster, = fosso principale, dove confluiscono altri scoli.

sa Sf  Fossa, invaso, cisterna. Servivano prevalentemente per raccogliere l’acqua piovana. 

Fotografìa Sf  Foto, ritratto.  Dal greco phòs = luce e gràpho = disegno, scrivo, quindi  immagine realizzata con la luce.

Fotògrafo  Sm Fotografo.   

Fra, tra Prep. s. Tra, in mezzo; a breve scadenza.  In fra la stmâna = durante la settimana. Dal latino ìnfra = fra, in mezzo, fra poco, più in basso.

Frâ 1 Sm. Frate, monaco, membro di una congregazione religiosa. Da frater, fratello. Frâ capusîn, = frate cappuccino. Che per la gente indica qualsiasi religioso, anche di altri ordini. Tušâr a frâ, = fare la tonsura, la chierica. Tâvla d’ i frâ, = tavolo fratino.  Andâr ìnt i frâ, = entrare in convento.  Quànd l’é vè-c, tût a-sdentâ –  ânch al diâvle al và int i frâ = quando è vecchio e senza denti anche il divolo si fa frate.

Frâ 2 Agg.. e Pp. 1) Ferrato; dotato di ferri (detto di bovini ed equini). 2) Competente.

Frâ 3 Sm.frate”, specie di farfalla (Zygæna Angelicæ oppure Ægeria apiformis). L’appellativo deriva dall’interpretazione popolare che paragonava l’insetto a un frate (se ha lo sfondo rosso e i puntini neri) o prete (se ha lo sfondo nero e i puntini bianchi). Da qui nasceva il gioco crudele di impalare l’insetto con un sottile stelo di erba, e quindi, di liberarlo per osservarne l’agitazione a causa del dolore. Veniva detto “far cantare la messa”.

Fracàs Sm 1) Fracasso, frastuono, confusione. 2) Gran quantità (di botte).  Dal latino quassàre.

Fracasâ, Agg., Pp. Fracassato, rotto.

Fracasâda 1) Agg. Fracassata, rotta. 2) Sf. Fricassea.

Fracasâr V. tr.  Fracassare, rompere, danneggiare.    

Fracasûn Agg. Fracassone, rumoroso, sfascione.    

Frâda Sf. 1) Inferriata, grata. 2) Colpo di falce fienaria. 3) Ampiezza della bracciata quando si falcia.

Fradê.  Fradèl Sm. pl. Fratelli, amici fraterni. Dal latino frater, fratello. Amûr ’d fradê, amûr ’d curtê = amore di fratelli, amore di coltelli. Êser damànd dû fradê, = essere come due fratelli.  

Fradlàster,  Fradlàstre Sm Fratellastro, fratello acquisito ma non fratello di sangue

Fradûra  Sf   Ferratura degli animali (cavalli, buoi) 

Fragèl, Flagèl Sm. 1) Flagello, danno, rovina. 2) Scudiscio. Dal latino flagellum (diminutivo di flagrum, sferza). Dal latino flàgrum = sferza, al diminutivo flagèllum.

Fràgil Agg.. 1) Fragile, delicato, cagionevole. 2) Debole di carattere. Dal latino fràgilis, (forse da frangìbilis) = che si può rompere.    

Fràgola (úva) Sf. Uva fragola, detta anche uva americana.

Framênt Sm. 1) Frammento, scheggia, pezzetto. Dal latino fragmentum, da frangere. 2) Ferramenta.

Fràna  Sf. 1) Frana, smottamento. 2) Incapacità. L’é ’na fràna = è una frana. Dal latino fràngere, attraverso il volgare  frà(gi)na = voragine.

Franâ   Pp. Franato, crollato.

Franâr V.intr. 1) Franare, smottare. 2) Fallire. 3) Crollare moralmente.

Francbùl Sm. 1) Francobollo. 2) Marca da bollo. 3) Rappezzo. Da franco = esente e bollo = sigillo, garanzia.

Francêš   Agg. Francese. Al mâl francêš = sifilide. Relativo al  territorio dei Franchi.

Francèsca, Francèsco  N.pr. Francesca, Francesco. Si abbrevia in Chèco, Cèsco, Chichîn. (Francesca diventa: Cesca, Ceschina, Chècca, Checchina). Dal nome dei Franchi, popolo della Francia.

Francešîna  Sf. 1) Gallinella minuta, di piccola taglia. 2) Donna piccola e minuta.

Frânch 1 Agg.. Franco, sincero. Dal nome del popolo dei Franchi (“franco” equivaleva a uomo libero). Dâr cârta frânca = autorizzare, dare carta bianca. La cârta frânca, nel gioco, è una carta sicura.

Frânch 2 Sm. Moneta, denaro, franco, lira. Dalla scritta che compariva sulle monete francesi: franc[orum] rex, il re dei francesi. L’é ûn da frânch = è uno da soldi.

Franchîn Sm  Moneta, soldo, spicciolo.  

Francia  N.pr. Francia. Il nome significa: terra dei Franchi. A cmànda la Frância = comanda la moglie.

Frànclin Sm. Stufetta cilindrica, adatta solo per riscaldare. Deve il nome allo scienziato americano Benjamin Franklin.

Frânco   N. pr. Franco.

Frànša Sf. 1) Frangia, ornamento. 2) Filacci, fili pendenti. Dal francese frange, che è dal latino fimbria (normalmente usato al pl.).   

Franšâr V.tr. Macinare grossolanamente le granaglie per animali.

Franšîna Sf. Frangetta.

Frantòj Sm Frantoio, frantumatore.   

Frantúm Sm. Frantumazione, spezzettamento. Andâr in frantúm = sbriciolarsi, stritolarsi, andare in mille pezzi.  Da fràngere (part. pass. = frànctum).

Frantumâr = Frantumare, spezzettare; frangere.    da Fràngere (part. pass. = Frànctum).

Frantumâs V. rifl. Frantumarsi, rompersi.

Fráp Fràpi, Sf. pl.  Frappe, dolce di carnevale.

Fràpa Sf. 1) Frangia, frappa. 2) Nastro di pasta fritta nell’olio, tipico di carnevale.

Frâr  Sm. Fabbro, maniscalco. Dal latino (faber) ferrarius = che lavora il ferro.

Frâr V.tr. 1) Ferrare (cavalli). 2) Armare certi strumenti con rivestimento in ferro. Da “ferrare” (mettere i ferri). Và mo’ a Lúca a frâr i gât, po’ pôrtme i sôd = va a Lucca a mettere i ferri ai gatti, poi portami il guadagno (lo si diceva a uno scocciatore).

Frarêš Agg.. Ferrarese, di Ferrara. Int al frarêš = in territorio di Ferrara.

Fràsca  Sf. Fronda, frasca, frascame. Dal latino brassica, cavolo. A n’ gh’é Pàsqua sênsa fràsca, = non c’è Pasqua senza la vegetazione avanzata. Al vîn bûn al n’à mìa bšúgna ’d fràsca = il buon vino non necessita di frasca (dall’abitudine antica di mettere una frasca quale richiamo per segnalare le osterie). Andâr in fràsca = produrre foglie e non grappoli (detto della vite). 

Frascâda  Sf. Copertura di capanne realizzata con frasche.

Frascâr Sm. Luogo denso di frasche.

Frascâra Sf  Recinzione fatta con frasche.  

Frasiûn Sf  1) Frazione, parte di un oggetto. 2) Borgata, parte di un territorio.  

Fràsne Sm Frassino. Da una radice fàrnus, in latino fràxinus = albero simile alla quercia. Esistono i tipi: fraxinus excelsior, fraxinus ornus e fraxinus americana (frassino bianco).

Fràta Sf. 1) Fratta. 2) Terreno scosceso, dirupo. Dal latino fractus, rotto (da frangere).

Fratàs Sm  Frattazzo, strumento del muratore per levigare l’intonaco.

Fratîn 1) Sm. Fraticello, giovane frate. 2) Agg. Tavolo fratino; tipo di tavolo, semplice, essenziale.

Fràula (uva) Sm  Uva americana.

Frècia  Sf. 1) Freccia; arpione, lancia. 2) Segnale stradale. 3) Spia direzionale sulle auto. Dal francese antico flèche (XIV secolo).

Frèd  1) Agg. Freddo, gelido. 2) Scostante, indifferente. 3) Sm. Freddo, gelo. 4) Inverno. Dal latino frigidus (frigdus, friddus, freddo) da frigère = avere freddo. ’Na dùna frèda = una donna frigida. L’é un òm frèd = è uno che dà poca confidenza, è un calcolatore.  Un frèd bôja, = un freddo cane.  L’ušlîn dal frèd = scricciolo.

Frenâ Agg. Pp. 1) Frenato, calmato, domato. 2) Bloccato (detto di un veicolo).

Frenâda 1) Sf. Frenata, bloccaggio. 2) Agg.. Pp. Frenata, bloccata.

Frenadûr Sm. Frenatore.

Frenâr V.tr. 1) Frenare; calmare; frapporre ostacoli. 2) Costringere a ragionare. Dal latino frenare, domare con la briglia.

Frenešìa Sf. 1) Frenesia. 2) Impazienza, eccitazione. 3) Delirio.

Fréno Sm. 1) Freno. 2) Morigeratezza, senno. Dal latino frenum, morso, briglia. Il freno dei barrocci e dei carri si chiamava martinìca e marcanìcia (martinicca). Tirâr la marcanìcia = frenare, far riflettere. Frêno a mân = freno meccanico. Frêno a bachèta (nelle bici di un tempo), = freno con asta rigida. Frêno a fîl = freno a tirante (filo d’acciaio).

Frequènsa  Sf. 1) Intervallo tra il ripetersi di un evento, ripetizione. 2) Frequenza. In elettricità indica il numero dei periodi del generatore in un secondo. In radiotecnica la frequenza delle radioonde, in cicli o chilocicli. In fisica indica il numero di vibrazioni o oscillazioni di un elemento in un determinato tempo. 3) Frequentazione, scambio di visite. Dal latino frequentia.

Frequént Agg. Frequente, che capita spesso, ripetitivo.

Frequentâr V.tr. Frequentare, visitare, andare spesso in un luogo.

Frêša  Sm. Fresa, utensile per levigare o sagomare metalli o legno. Dal francese fraise.      

Frešadûr Sm. Fresatore.

Frèsch  Agg.. Fresco. Dal franco frisk = forte, giovane [Colonna]. Sta frèsch = Scordatelo! Andâr (mandâr) al frèsch = andare (mandare) in prigione. Fresco, arieggiato; giovanile, tenero. 

Freschèsa Sf. Freschezza, frescura.

Freschìn 1) Agg. Fresco, arioso, refrigerante. A fa freschîn = comincia a fare freddo.

Frescûra Sf. Frescura, brezza, aria fresca.

Frêva Sf. 1) Febbre. 2) Sfogo cutaneo. 3) Lavoro impegnativo, difficile. Dal latino febris = febbre. Frêva malìgna = febbre perniciosa. 

Frî Agg. e Pp. 1) Ferito, mutilato. 2) Offeso.

Fricandò Sm. 1) Pietanza di carne rosolata poi cotta nella salsa. 2) Rammendo approssimativo, grossolano. Dal francese fricandeau.

Frîda Sf. 1) Ferita, cicatrice, lacerazione. 2) Onta, offesa.

Frîgo Sm. (neol.) Frigorifero, congelatore. Dal latino frigus, freddo, gelo.

Frîna Sf. Falce fienaria. Diminutivo di fèra.

Fringuèl, Sm. 1) Fringuello (passeraceo). 2) Persona un poco stramba. Dal latino fringilla, poi fringillus. L’è un fat fringuèl = è un tipo del quale è meglio non fidarsi.

Frîr V.tr. Ferire, offendere. Dal latino ferire.

Frîs V. rifl.. Ferirsi.

FrìsSm  Frizzo, battuta allegra o arguta; motteggio.    Dal latino frictiàre, intensivo di frìgere.

Frìs, SfrìsSm Rocca a forcella per filare la lana.  

Frisânt  Agg. 1) Frizzante (detto di vino). 2) Allegro, spiritoso, divertente (detto di persona).

Frisiûn Sf. 1) Frizione (termine meccanico). 2) Strofinamento, massaggio. Dal latino fricare, = strofinare.

Frìšre 1) V.tr. Friggere, cucinare, cuocere. 2) V. intr. Fremere, stare sulle spine, ribollire per l’ira o l’impazienza. 3) Cigolare, crepitare. Vàt a fâr frìšre = va a quel paese.  Dal latino frìgere =  arrostire.

Frisûn Sm. Punteruolo.

Frìt 1) Agg. e Pp. Fritto, cotto. 2) Vinto. 3) Sm. Fritto, frittura. L’é bèle frìt, = è spacciato.

Fritâda Sm. Vedi Fertâda.

Fritûra Sf. 1) Frittura. 2) Alimenti fritti in genere.

Fròl Agg.. 1) Frollo (di pasta). 2) Caduco, maturo (di frutta). 3) Floscio, appassito.   

Frôla Sf. Fragola. Dal latino volgare fragula, diminutivo di fraga = fragola.

Frugâr V. intr. Frugare, cercare, indagare.  

Frugûn =  Cfr.:  Fergûn.

Frúl Sm 1) Frullo. 2) Elica. Nel primo caso si tratta di un gioco costruito con un osso di zampetto di maiale, forato al centro, ove si applicava un cordone di lana. Si faceva ruotare l’osso in modo da avvolgere il cordone, poi, con un movimento elastico a fisarmonica, si riusciva a farlo ruotare a lungo e  produrre il rumore di un’elica. 2) Aveva lo stesso nome un’elica metallica applicata ad un listello mobile, esposto alla corrente d’aria in posizione elevata. Serviva da anemometro e da spaventa passeri.

Frulâ Agg.. e Pp. Carne cui veniva tolto il sapore di selvatico lasciandola in acqua a lungo o esposta all’aria durante la notte.

Fru Agg.. e Pp. 1) Macerato in acqua o salamoia. 2) Passato col frullatore

Frulâda 1) Sf. (gergale) Scopata. 2) Pp. Macerata, frullata.

Fruladûr Sm. 1) Frullino, elettrodomestico per triturare verdure e frutta. 2) Donnaiolo.

Frulâna Sf  1)Termine arcaico e di sapore letterario per indicare la falce fienaria.   2) Storpiamento di Furlana, un antico ballo.

Frulâr  V.intr. 1) Frullare in testa, passare per la mente. 2) (in gergo) Scopare. 3) V. tr. Gabbare, imbrogliare. Chî sà cùša gh’ frúla in cò =  chissà cosa gli frulla in capo.

Frulâr V. tr. Frollare, trattare la cacciagione per farle perdere l’odore di selvatico. Termine legato al verbo latino follare = mettere in ammollo, tenere sotto acqua per lavare. Ma era anche il trattamento riservato alla lana grezza. Infatti in latino fullo significa lavandaio nel senso più ampio, come sarebbe l’odierno ruolo di lavanderia-tintoria.

Frulîn Sm Frullino, trita verdure, agitatore, miscelatore.    

Frulûn Sm. Grossa fragola.

Frûnt Sm 1) Fronte (militare), schieramento, barriera. 2) Facciata di un edificio. 3) Fronte del viso. Dal latino fròns, con il concetto di posizione antitetica, fronte a fronte, opposto. Ad frûnt, = di rimpetto.

Frûnta Sf Fronte (volto). Dal latino fròns, ma pensando a ciò che si vede in opposizione (non necessariamente come nemico).

Fruntâl Agg. Frontale, opposto; facciata di mobile o edificio. Scontro diretto fra veicoli.

Fruntespìsi Sm Frontespizio, copertina, facciata.  Da latino tardo (V secolo) frontispicium, = facciata visibile.

Fruntiêra Sf. Frontiera, confine di stato, dogana. Dal latino frons, attraverso il provenzale frontièra.

Frìj Sm. 1) Ragazzo vivace, con l’argento vivo addosso. 2) Chiasso, confusione.

Frúst, Frústa Agg. Frusto, consumato, liso, logoro, sdrucito.

FrústaSf. 1) Utensile miscelatore da cucina. 2) Frusta, sferza, per sollecitare i cavalli e animali in genere. Dal latino fustis, = bastone. 

Frustâda 1   Agg.. Consumata, sciupata.  

Frustâda 2   Sf Scudisciata, colpo di frusta.  

Frustàgn, Fustàgn Sm Fustagno, tessuto resistente. Di dubbia derivazione: dal medioevale fustàneus = che riguarda il fusto; oppure dall’arabo Fustàt = sobborgo del Cairo.

Frustâr V.tr. 1) Consumare, usurare, finire. Dal latino fustare (da fustis, bastone), usare il bastone, quindi, lacerare, consumare. Era il modo di trattare i tessuti per togliere loro la ruvidezza. Venivano percossi a lungo mentre si facevano scorrere tra l’acqua e un supporto (banchetto o sasso). 2) Frustare, scudisciare, percuotere.

Frustâs V. rifl.. Frustarsi, logorarsi.

Frustîn Sm. Frustino, scudiscio.

Frút Sm 1) Frutto, frutta. 2) Interesse. Dal latino frùere = godere di qualcosa.

Frût Sm. 1) Frutto, frutta. Dal latino fructus. Al frût pruibî, l’è ’l pu’ savurî = il frutto proibito è il più saporito. 2) Frutto, interesse, quindi l’utile ricavato da un capitale. Mètr’ a frût = depositare soldi in banca. Far tesoro di una esperien­za. Capire la lezione.

FrútaSf. Frutta. A n’ gh’è frúta tânt dûra, che ’l têmp a n’ la madûra =  non vi è frutta tanto dura, che il tempo non riesca a renderla matura. Savêr ad frûta = avere sapore di frutta (detto di vino o liquore). 

Frutâr V.intr. Fruttare, rendere.

Frutaröl  Sm. Fruttivendolo.

Frutêra Sf. Fruttiera, vassoio per la frutta.

Frutêt  Sm. Frutteto.

Ftâ Agg. e Pp. Affettato, sezionato, fatto a fette. Insaccati e altra carne servita affettata.

Ftâr V.tr. Affettare, sminuzzare.   

Fubiâda Sf. Cinghiata, colpo inferto con la fibbia di una cintura.

Fubiâr V.tr. Percuotere con la cintura.

Fucilasiûn, Filasiûn  Sf  Fucilazione, esecuzione capitale  

Fudrâr V.tr. Foderare, rivestire, coprire.

 Fudrèta Sf. Fodera per cu­scino.

Fudrîna Sf. Foderina, copertina, copertura.

Fûga Sf Fuga, ritirata. Dal greco phèugo, attraverso il latino fùgo, = io fuggo.

Fugâr V.tr. e intr. Affogare, annegare. Vedi Afugâr.

Fugarîn Sm Focherello.   

Fugâs V. rifl.  Affogarsi, annegarsi. 

Fugàs  Sm. Fornello per riscal­dare caldaie o paioli. È più usato fugûn.

Fugàsa   Sf. 1) Focaccia. 2) Disco di vinacce compresse e asciugate da mettere nella stufa. Dal latino tardo focacia (cotta sul fuoco). Fâr fugàsa = marinare la scuola.

Fugatûn (In) Locuz. Frettolosamente, in fretta e con poco controllo.

Fughìsta  Sm. Fochista, addetto all’alimentazione del fuoco. Questo termine, nato con le locomotive a carbone, è passato a indicare i responsabili del fuoco in qualsiasi stabilimento.

Fuglâr Sm. 1) Focolare, camino. 2) Famiglia. Dal latino focus.

Fuglâra Sf. Focolare, camino. Dal latino focus.

FúgnaSf. 1) Fogna, scarico, scolo, sporcizia. 2) Luogo o persona lurida. Sbunîr la fúgna, = liberare, disintasare la fognatura.

Fugnadûra Sf. Fognatura, scarico, condotta.

Fugnèta Sf. Scarico; scolo per liquame.

Fugûn Sm. Grosso fuoco; grosso fornello per riscaldare caldaie o paioli; fornello e caldaia. Si tratta di un fusto metallico, privato di un fondo, cui viene praticata un’apertura in basso per alimentare il fuoco. Nella parte superiore, senza fondo, si inserisce il paiolo.

Fugûš Agg. Focoso, impulsivo, nervoso, aggressivo.   

Fujâda  Sf. Sfoglia, pasta casereccia. Dal latino (s)foliare = rendere foglia, assottigliare, trasformare in un foglio. Manîr la fujâda = predisporre per fare la sfoglia. Tirâr la fujâda = fare, stendere la sfoglia.    

Fujàm Sm Fogliame; mucchio di foglie secche. 

Fujâr Sm Ripostiglio per le foglie da utilizzare come lettiera per le mucche. Dal tardo latino Foliàrium.

Fujaröl   1) Sm. Ripostiglio per foglie da lettiera. 2) Agg. (Terreno) boschetto che produce molte foglie.

Fujèta Sf  Quartino di vino.

Fuîn, Fuîna Sf  1) Faina (carnivoro). 2) Persona astuta e infida. Dal tardo latino faggìna = che mangia semi di faggio. È più usato Faîna.

Fujîna, Fuitîna  Sf. Fogliolina.

Fujöl Sm. Trippa.

Fulâr 1  Sm. Foulard, grande fazzoletto da usare per il capo o per il collo. Dal francese foulàrd = fazzoletto di seta.

Fulâr 2 V.tr. Follare, trattare tela di canapa con il follone.

Fuléna Sf. Favilla infuocata.

Fulèt Sm. 1) Folletto, gnomo, fantasma, diavoletto 2) Folata di vento. Dal latino flatus = soffio, per il rumore che produce, simile a un soffio di vento.

Fúlmen, Fûlmne Sm. 1) Fulmine, lampo, saetta. 2) Accidente. 3) Fatto repentino.

Fulminânt 1) Sm. Fiammifero. Si dice anche furminânt. 2) Agg. Fulminante, fulmineo, mortale. Dal latino fulmen, fulmine, saetta.

Fulminâr V. tr. Fulminare; atterrire; guardare con severità e rimprovero  

Fulšèl Sm. Bozzolo del baco da seta. Filugello. Dal latino volgare follicellus, sacchettino (si tratta di un sacchetto di cuoio, ma il termine indica anche il bombice del gelso). È giunto a noi attraverso il lombardo filosèl, e il toscano filugello [Palazzi, Devoto].

Fulûn Sm. Follone, follatore. Si tratta di una macchina rudimentale, azionata ad acqua corrente, che utilizza grossi magli per rassodare i tessuti o infeltrire il panno. Dal latino fullo, lavandaio, chi sgrezza i tessuti col follone.

Fúm  Sm. Fumo, nebbia, smog. Dal latino fumus. Fúm ìnt i’ ò-c = dispetto, illusione, far credere una cosa per un’altra. Cà ch’ la tîn al fúm = casa che trattiene il fumo (il camino non tira). Andâr in fúm, andare in fumo, svanire, finire male. 

Fumadûr Sm. Fumatore. Fumadûr da pìpa = fumatore di pipa.

Fumâna Sf. 1) Fumo. 2) Nebbia. 3) Arrabbiatura. Quànd (il padrone) al vên per la spartâna – al fa sú ’na grân fumâna”, = quando viene per la spartizione fa su una gran confusione (canto popolare).  Andâr in fumâna, = andare in collera. 

Fumâr 1) V.intr. Fumare, evaporare. A gh’ fúma ’al servèl = gli fuma il cervello (non ragiona più). 2) V.tr. Fumare sigaretta, sigaro o pipa. Oggi ha anche il significato di: “consumare droghe”.

Fumaröl Sm. 1) Fumaiolo, parte esterna del camino. 2) Piccolo tizzone fumante.

Fund 1 Sm Scodella, fondina. Dal latino fùndus, =  concavo.

Fùnd 2,  1) Agg. Fondo, profondo. 2) Buio. A nòta funda = in piena notte, al buio. 3) Sm. e Sf. Fondo, profondità. 4) Avv. A fondo, in profondità. Arâr fùnd, arare in profondità. Andâr a fùnd, = affondare. Esaminare attentamente.

Fùnd 3 1) Sm. Fondo, podere. 2) Deposito di impurità di un liquido. 3) Scodella, fondina. 4) Fondo di un oggetto, parte bassa di un recipiente. 5) Sm. pl. Denari, capitale, mezzi economici. Fùnd ad magašîn,=  rimanenze. Dâr al fùnd, = passare la base per tinteggiare una parete.  Dâr a fùnd, = consumare tutto, dilapidare.

Fundàj Sm. Sedimento, feccia, fondo di vino o altri liquidi.

Fundamênt Sm. 1) Fondamento, struttura portante per iniziare una costruzione. 2) Fondamenta, base su cui consiste una teoria. Avêr d’ i bûn fundamênt = avere buone basi. Fâr i fundamênt, = gettare le fondamenta. 

Fundâr  V.tr. 1) Fondare, dare origine, iniziare. 2) Affondare. Dal latino fundare, porre le fondamenta.

Fundasiûn Sf. 1) Fondazione, costituzione; fondamenta. 2) Lascito per beneficenza.

Funderìa  Sf   Fonderia, officina di fusione.    Dal latino fùndere.

Fundîna Sf. 1) Fondina di rivoltella. 2) Piatto fondo. Dal latino medievale fundus, coppa, scodella.

Fùndre V.tr. 1) Fondere, sciogliere (col calore). 2) Fondere il motore, grippare, renderlo inutilizzabile. Dal latino fùndere, versare, liquefare.

Fùndse V. rifl.. Fondersi, gripparsi.

Funerâl  Sm. Funerale, rito religioso per defunti. Dal latino funus, esequie. Avêgh ’n ària da funerâl, = avere un’aria da funerale, essere tristi.

Fungàj  Sm  Cercatore di funghi. 

Fùnš  Sm. Fungo, boleto. Dal latino fungus. Si diceva che i funghi li trovavano i bugiardi oppure chi si mette la giacca a rovescio. Forse per la fretta d’arrivare nel bosco prima degli altri.

Funsiûn Sf. 1) Funzione, rito. 2) Esercizio di un ruolo. Dal latino functio, ruolo, una carica, avere funzione.

Funsiunamênt Sm. Funzionamento, espletamento.

Funsiunâr   V. intr. Funzionare, essere in ordine, assolvere bene i propri impegni di lavoro. Detto anche per i macchinari.

Funsiunàri, Sm. Funzionario, impiegato in un ruolo. Dal francese fonctionnaire.

Funtâna Sf. Fonte, fontana, sorgente. Dal latino tardo (aqua) fontana, acqua di fonte (fons = sorgente). 

FuntanàsSm. 1) Fontanazzo. 2) Cisterna d’acqua piovana, fossa di raccolta di acqua di superficie. 3) Terreno con acqua risorgiva.

Funtanîna Sf. Sorgente, polla, fonte.   

Fûr Sm  Foro, buco, passaggio. Dal latino arcaico fòrum = recinto, poi porte del recinto. Quindi varco, passaggio.

Furâda  1) Sf. Ferita da spino o da spillo, puntura. 2) Agg. e Pp. Forata, bucata.

Furadûra  Sf. Foratura di uno pneumatico.

Furà-g  Sm  Foraggio, alimento per animali. Dal franco fòdar, attraverso il francese fouràge = alimento, nutrimento.

Furagiâr V.tr. 1) Foraggiare, dare il cibo agli animali. 2) Mantenere, nutrire.

Furâr V.tr  Forare, bucare, trapassare.     

Furasêva  Sm.  Scricciolo, detto anche scaršarîn (Vedi).

Furastêr Sm Forestiero, straniero, estraneo, poco sociale.   Dal latino fòras = esterno. Il termine è ritornato da noi attraverso il provenzale forestièr. Il concetto propone una persona che vive nella foresta relativamente a chi vive in città. Parlâr furastêr = parlare straniero.

Fûrb Agg.. Furbo, astuto, sveglio. Dal francese (XV secolo) fourbe = ladro. Fûrb cmé l’àqua di macarûn = sempliciotto. A n’ fâr mìa al fûrb = non fare il furbo.

Furbaciûn Sm. Furbacchione, astuto, sveglio.

Fûrbàster  Sm. Furbastro. Intraprendente.

Furbîn Agg. 1) Sveglio, difficile da gabbare. 2) Efficace e sbrigativo (detto di un attrezzo).  

Furbìsia  Sf  Furbizia, astuzia, avvedutezza. 

Furbšèta Sf  Forbicetta (ortottero). Dal sabino fòrfex, in latino fòrbex= tagliare.

Furbšîni  Vedi  Fôrbši.

 Fûrca   Sf  1) Forca, capestro. 2) Tridente, forcone. Il significato di capestro deriva dal fatto che le forche primitive si servivano di due bidenti fermati in terra coi rebbi verso l’alto, e una traversa che li collgava, cui veniva appeso il giustiziato.  Fûrca bunèla = antico gioco in cui ci si metteva a testa in basso e con le gambe in alto. Dal latino furca, al diminutivo fùrcula, ed indica uno strumento a due punte. Qualcuno accomuna questa radice a quella di forare.

Furcâ, Furcâl Sm Tridente, forca. Dal latino furca, al diminutivo fùrcula.

Furcâda Sf. 1) Forcata, quantità di foraggio trasportabile con una forca. 2) Colpo inferto col forcone.

FurchètaSf. Forchetta, posata. Per alcuni indica anche il forcone.

Furchetûn Sf. Forchettone, strumento da cucina.

Furcûn Sm. Forcone, tridente. Indica in particolare uno strumento di legno sagomato, con due o più rebbi, utilizzato per ammucchiare fieno o strame. Permetteva di spostarne una quantità maggiore.

Furcunâda Sf. Forconata, colpo di forcone.

Furêr  Vedi  Furiêr.

Furerìa  Sf  Magazzino militare

Furèsta Sf. Foresta, grande bosco intricato. Dal latino tardo (VI secolo) forestis (silva), da foris =  la selva che sta fuori.

 Furestâl 1) Agg.  Forestale (relativo a foresta). 2) Sm. Chi appartiene al Corpo Forestale.  con compiti di sorveglianza dell’ambiente. Da Fòris, cioè all’esterno del recinto, quindi non curato, incolto.

Furestâle Sf. La Forestale, corpo paramilitare impegnato nella sorveglianza del patrimonio boschivo e dell’ambiente. Oggi è inglobato nell’Arma dei Carabinieri. Il Corpo Forestale dello Stato fu istituito il 5 Gennaio 1933, alla diretta dipendenza del Ministero dell’Agricoltura.

Furfânt Sm Furfante, malandrino, imbroglione.    dal latino fur (ladro), attraverso il francese forfaire = far fuori (rubare).

Furfè (A furfè)  Locuz.  Contratto approssimativo, a cottimo. Dal francese forfait (alla lettera = per quello fatto) = cottimo.

Furgûn, Fergûn, Sfurgûn 1 Sm. Bastone per “frugare” il forno a legna. Da non confondere con lo strufinûn che invece serviva per pulire il piano da braci e cenere prima di introdurre il pane da cuocere. 

Furgûn Sm. (neol.) Autocarro chiuso per trasporto merci. Dal francese fourgon.

Furgunsîn Sm. Furgoncino.

Fúria Sf. 1) Furia, ira. 2) Persona scalmanata, adirata. 3) Fretta, premura. 4) (nei polli) Ghiandola di grasso. Dal latino furia.

Furiêr Sm. Magazziniere militare. Dal francese fourrier =  foraggiatore, dispensiere.

Fûriûš  Agg.   Furioso, adirato. Màt furiûš =  pazzo scatenato.

Furlâna, Frulâna Sf. 1) Ballo popolare di origine friulana. Da friulana, cioè del Friùli. Era un ballo delle nostre nonne e bisnonne, molto prolungato, tanto da diventare il simbolo delle cose noiose come le sgridate. 2) Ramanzina, lavata di capo. 3) Falce fienaria. Balâr la frulâna =  ballare la furlana. Fâr balâr la frulâna = impartire un severo rimprovero.

Fûrma Sf. 1) Forma, stampo, sagoma. 2) Aspetto esteriore visibile. 3) Salute efficiente. 4) Forma di formaggio. Ma ha tanti significati adattabili, come la parola cosa. È la metatesi del greco morphè in latino forma = aspetto, forma esteriore di un oggetto. Êsr’ in fûrma = stare bene. Al fûrmi pr’al scârpi = le forme per fare o per allargare le scarpe. Fûrma ’d fèr = forma per aggiustare le scarpe, detta anche pè d’ fèr = piede di ferro. Dâr la fûrma = sagomare. Mettere le forme nelle scarpe. Dare forma ai capelli. Linsâr la fûrma =  iniziare una forma di formaggio. Rùmper la fûrma = rompere gli stampi (in fonderia). Ma si usa ancxhe per dire che non si è più in grado di procreare. Fâr la fûrma = fare la forma (del Parmigiano-Reggiano). Curiosità: pare che il nome di forma attribuito al parmigiano-reggiano derivi dal borgo di Frombolara, (in antico Formulara, nei pressi di Marola) ove venne prodotto il primo formaggio che poi divenne il prodotto tipico.

Furmàj  Sm. Formaggio. Dal latino medievale formaticus (caseus) = cacio fatto con la forma o stampo, attraverso il francese antico formage. A pân e furmàj = pasto a pane e formaggio. Era il pasto povero di chi andava a lavorare lontano da casa. Furmàj ad pègra = pecorino. Furmàj cûn i bêgh = formaggio con i bachi (non perché era marcio; era una specialità). Furmàj radû, = formaggio grattugiato. Grànd cmé i dû ‘d furmàj = alto come un soldo di cacio (dû = due centesimi). Nota: Per la storia del grana Reggiano  leggere gli articoli su Reggiostoria, Nº 88, a pg. 22 e su Tuttomontagna, Nº73, a pg. 14)

Furmaiö Sm pl. Casari, formaggieri, produttori di formaggio.   

Furmàja Sf. Grossa forma di formaggio.

Furmajâr Sm. Formaggiaro, casaro.

Furmajêr Sm. Ghiotto di formaggio.

Furmajîn Sm. Formaggino. Formetta di cacio.

Furmajêra Sf.   Formaggera.

Furmalîna Sf. Formalina, usata anche come antitarlo.

Furmâr V.tr. Formare, educare; realizzare, dare un aspetto, una forma. Dal greco morphè, attraverso il latino (per metatesi) formare, modellare, dare una forma.

Furmasiûn Sf. 1) Formazione, maturazione intellettuale, realizzazione. 2) Squadriglia (di aerei o militari). 3) Realizzazione di un lavoro.

Furmênt Sm. Frumento, grano. Dal latino frumentum, = grano, cereale (da frui, fruimèntum = ricavare un vantaggio).

Furmentûn Sm. Granoturco, mais (detto anche grano siciliano o saraceno). Pulênta ’d furmentûn / e aqua d’ fòs: / lavûra te, padrûn, / che me in n’in pòs, = polenta di granoturco / e acqua di fosso: / lavora tu padrone / che io non ne posso più. Dâr tèra al furmentûn = smuovere la terra vicino al piede. Nomenclatura: Cavî d’la panòcia, = capelli, ciuffo. Melghèt,= parte superiore dello stelo o infiorescenza (che veniva tolto per fare crescere meglio la pannocchia). Gambûn,=  stelo; Föja dal gambûn, = foglia esterna; Föja ’d la panòcia, = foglia della pannocchia, bràttea (le più tenere si utilizzavano per confezionare il paglione); Canò-c, = tutolo, parte interna della pannocchia; Grân,=  grano. Nota: il nome grano turco è il frutto di una interpretazione errata del termine inglese. In americano era weat of turkei = cibo per i tacchini. Fu tradotto ad orecchio e diventò grano dei turchi. Siccome la parola sapeva di esotico non fu più corretta.

Furmentunâr Sm. Campo di granoturco.

Furmèta  Sf. Piccola forma di formaggio fatto in casa.

Furmîga Sf. 1) Formica. Ma è più comune š. 2) Creatura piccola. 3) Persona laboriosa. 4) Sapore acido, sgradevole. 5) Caricatrice meccanica a nastro.  Dal greco myrmyx, in latino formica. Un semnèl ad furmîgh, = una lunga fila di formiche. Strambucâr ìnt un ôs ad furmîga, = annegare in un bicchiere d’acqua. Furmîga dagli êli = formica alata. Ciapâr l’udûr d’ furmîga, = assumere odore e sapore acido e sgradevole (detto di cibi).

Furmigâj, Furmigâr Sm. 1) Formicaio, termitaio. 2) Ressa, ammasso di persone. Stusigâr un furmigâr, = stuzzicare un formicaio.

Furmigamênt Sm. Formicolio.

Furmigâr V. intr. Formicolare (provare sensazione di fastidio, come se le formiche camminassero entro il corpo).

Furmigûn Sm. Formicone, formica grossa.

Furminânt Sm. Fiammifero. È più frequente Fulminânt.

Furnâda Sf. Una cotta di pane, la quantità che sta in una infornata.  

Furnâr Sm Fornaio, panettiere. Dal latino furnàrius = addetto al forno.

Furnâša S. f.. 1) Fornace. 2) Locale molto caldo. 3) (ironico) Bocca larga. Dal latino fornax.

Furnašèla Sf  1) Piccola fornace o fornello, per cuocere calce o bianchetto. 2) Fornelletto a legna che nelle grandi cucine di un tempo stavano di fianco al camino.

Furnašûn Sm. Grossa fornace a livello industriale.

Fûrne, Fûrn (se seguito da parola che inizia per vocale). Sm. 1) Forno; altoforno. 2) Loculo, tomba. 3) Terapia. 4) (in senso ironico) Bocca larga. 5) (in gergo) Vagina. Dal latino furnus, = forno familiare. Mandar ai fûrne = condannare a morte per asfissia. Fâr i fûrne = curarsi con la terapia del calore. Nomenlatura: Sràja = lastra di metallo per chiudere la bocca del forno. Poteva essere anche di legno foderata di lamiera.  Spasadûr = spazzolone di foglie di granoturco per pulire il piano prima di infornare il pane. Sfurgûn = frugone, bastone per attizzare il fuoco. Pâla, = pala di legno o di metallo per infornare il pane.  Da noi il forno si costruiva con mattoni, a Colagna e Ligonchio con un tipo di sasso detto Caprûn. Chi non è in forno è sulla pala = chi non è ancora stato punito lo sarà presto[Castellini]

Furnèl  Sm. Fornello (in mattoni, in lega metallica, a gas). Può indicare sia la piccola fornace per cuocervi calce, gesso o laterizi, come il fornello in muratura a fianco del camino o il braciere su cui era possibile cuocere i cibi con le pignatte.

Furnîr V.tr. 1) Provvedere, rifornire, dare. 2) (arcaico) Finire, terminare. Dal franco frônjan, attraverso il francese antico fornir. La vöt furnîr? = vuoi smetterla?

Furòt Sm. 1) Puntura. Iniezione. 2) Lesina a punta dritta.

Fursèla,  Sfursèla  Sf  Forcella, elemento biforcutoDiminutivo di Fûrca (Cfr.: Sfursèla ).

Fursîna  Sf. 1) Forchetta. 2) Forcone. Dal latino furcilla, = piccola forca. L’è ’na bùna fursîna, = è una buona forchetta, è un grande mangiatore.

Fursinâda Sf. Forchettata, la quantità asportabile con una forchetta.

Fursinûn Sm. Grossa forchetta di legno, per cucinare.

Fûrt Sm. Furto.  Dalla stessa radice latina di fur derivca il termine ladro.

Furtèsa Sf. 1) Robustezza, rinforzo, vigore. 2) Fortezza, castello.

Furtûna Sf. Fortuna, buona sorte. Dal latino fortuna. La radice fort indica insicurezza, casualità. I bên ’d furtûna / i pàsi cmé la lûna, = i beni avuti per fortuna / passano come la luna. La furtûna la và adré ai màt, = la fortuna favorisce i matti. Per furtûna, per fortuna, meno male.

Furtu Agg. Fortunato. Anche come nome proprio.  Furtunâ cùl vilân / che cùl ch’a n’ pöl fâr incö al le fà dmân,=  fortunato il villano che fa domani quello che non può fare oggi. Furtunâ cmé un cân in cêša, = fortunato come un cane in chiesa. Siccome venivano considerati esseri immondi venivano cacciati a botte.

Furûr Sm Furore, ira. Dal latino fùrere = scatenarsi, diventare furioso.

Fûš Sm.  Fuso, rocchetto. Dal latino fusus, fusi, = il fuso per filare. Nota: Il fuso è anche simbolo della rigidità eretta di una persona: Drìt cme un fûš = ritto e rigido, citato anche dal Giusti in Sant’Ambrogio: “Davanti a Dio diritti come fusi” [Verso 24].

Fûš    Agg.  Sciolto, fuso (p. pass. di fòndere).   

Fusadèl  Sm Rivolo, solco, rigagnolo.  

Fusadlîn Sm. Rigagnolo, piccolo fossato.

Faröla Sf  Portafusi, fusiera.  Normalmente era un triangolo di listelli di legno con fori sui due lati e appeso al muro.

Fuschìa Sf. Foschia, nebbiolina.

Fusèta Sf. 1) Piccola fossa, cisternino. 2) Fossetta (del viso).

Fusfàto Sm. Fosfato, concime integratore. Dal francese phosphate.

Fìble, Fìbil Sm. Fusibile, protezione all’impianto elettrico. Dal latino fusilis (da fundo), che si può sciogliere. Veniva chiamato valvulina e il portafusibili era detto tabachêra.

Fîl Sm. Fucile, schioppo. Dal ltino volgare focile (da focus). È più frequente s-ciòp, schioppo.

Fušîlâ  Pp. Fucilato, ucciso, giustiziato.

Fusilâda 1) Sf. Fucilata, sparo di fucile. 2) Pp.  Uccisa con un colpo di fucile.

Filâr V.tr. Fucilare, uccidere.

Filasiûn, Fucilasiun Sf. Fucilazione, esecuzione capitale.

Filêr Sm. Fuciliere.

Filêra, Filiera Sf. Fuciliera, armadio o rastrelliera per appoggiare i fucili.

Fîl mitragliadûr Sm. Fucile mitragliatore.

Fîna Sf. Fucina, forgia, fabbrica. Dal latino [of]ficina.  (da òpus facere, poi opificìna).

Fiûn Sf. 1) Fusione di un metallo. 2) Fusione, unificazione.

Fúst Sm. 1) Fusto, contenitore, bidone. 2) Tronco. 3) Persona aitante, robusta. Dal latino fustis, = bastone.

Fustàgn, Frustàgn Sm. Fustagno, tessuto resistente. Dal latino medievale fustaneus, o dall’arabo Fustat, sobborgo del Cairo ove si lavorava questo tipo di stoffa [Colonna, Palazzi, Rusconi].

Fustigûn Sm. 1) Attizzatoio per il forno. 2) Persona magra, smunta. Tulî marî dunšèli, / tulîl pròpia da bûn: / A tös marî cal bèli, / a gh’armàgn i fustigûn = sposatevi ragazze, / sposatevi davvero; / si sposano le più belle, / ci restano solo gli spilungoni (ioè quelli sgraziati). Vedi Sfurnigûn.

Fulêra Sf. (neol.) Fusoliera. Parte dell’aereo a forma di fuso.

Fusûn Sm. Grande fosso.

Fûn Sm. Gatto cui piace fare le fusa.

Fúta Sf. 1) Rabbia, nervoso, stizza, arrabbiatura. 2) Bugia, frottola. S’a m’ vên la fúta, se mi arrabbio. Avêgh la fùta, essere arrabbiato. 

Fùtbal Sm Gioco del calcio, del pallone.  Dall’inglese foot + bal

Fùtnes V. rifl. Fregarsene, non interessarsi.

Futògrafo Sm. Fotografo.

Fùtre V.tr. Fottere, imbrogliare, turlupinare, ingannare. Andê a fâv fùtre, = andate a quel paese.

Futû Agg.  e Pp. Fottuto, imbrogliato.

Futûda 1) Sf. Fregatura. Ciapâr ’na futûda = prendere una fregatura. 2) Agg. e Pp. Fottuta, imbrogliata.

Futugrafìa,  Sf. Fotografia, ritratto. Dal greco phòs e gràpho  = immagine realizzata con la luce.

Futûr Sm. Futuro, avvenire. Dal latino futurus = che sarà.