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LÉNGUA MÊDRA

Rèș e la nôstra léngua arsâna

Vocabolario dialettale della Valle del Tassobio

A

A – Prima lettera e prima vocale dell’alfabeto.  Prima lettera di un ordinamento che fonda le radici negli antichi popoli mesopotamici. Per l’Occidente la numerazione resterà alfanumerica fino all’arrivo della civiltà araba, quando costoro prendono in uso una grafia dei numeri che risale ad antichi popoli dell’India. La lettera A diventa Àlep in fenicio, Àlef in aramaico, Alfa in greco, A in latino. Questa lettera  è stata scelta come simbolo atto a concentrare concetti o parametri: A davanti ad un vocabolo diventa privativa [A-morale = non ligio alla morale comune; A-nonimo = privo della notorietà derivata da un nome importante]. Oppure indica una categoria prioritaria (Vitamine A, Serie A, Classe A, ecc…). Il nome Àlep in fenicio indicava anche la testa del toro, venerato da quel popolo. Il che ci fa intravvedere un riferimento religioso, legato al principio di ogni cosa.

A – Prep. s.    A, fino a, a favore di. Traduce la preposizione latina Ad che indica: avvicinamento. Andâr a Castalnöv = andare a Castelnovo; vantaggio o favore A bûn pro = a vantaggio, alla salute; termine (A nujêter a s’ piâš durmîr = ci piace dormire); estensione (fino a), collocazione (A la rànda dal sûl = sotto il sole), data o collocazione nel tempo (A Pasqua, A Nadâl,) ecc…

A – Prep.  modale    Alla maniera di, nel modo che. A bûn mercâ = Ad un prezzo accessibile, a buon mercato.  A la búna =  Alla buona, alla maniera familiare, come si usa tra amici. A la garandèla: se riferito ad un abito  = cascante, troppo largo; se riferito al clima = pioggia scrosciante, a catinelle.  A la lârga = stare a rispettosa distanza sia per evitare pericoli sia per timore che si scoprano cose proprie poco piacevoli.  A la mân = semplice, bonario, che si adatta, senza pretese.  A la mèj = alla meglio, nel modo migliore. Ma indica anche un lavoro eseguito in fretta. A la mnûda = al minuto, al dettaglio. A la péš = nel modo peggiore, in maniera trascurata; mal che vada!; A la sulìj = esposto al sole; A la tùnda = intorno, in circolo.  A möd, A mudîn  =  con garbo, con gentilezza, con impegno. A pê: a piedi, senza un mezzo di trasporto. A pûnta = aguzzo, acuminato. A rúta d’ còl = a precipizio, di corsa.  A st’ûra = a quest’ora, in questo momento. L’espressione mantiene la sfumatura di: troppo tardi, ormai è tardi. A test’âlta = a testa alta, con arroganza; ma anche: con coraggio, con orgoglio, sicuri della propria onestà. A testa bàsa = a capo chino, [che può indicare mortificazione e pentimento, ma anche alacrità, decisione nel lavoro; come può indicare un gesto di sottomissione alle autorità]. Indica anche la perdita di una opportunità.

À –  Avv.   Là.    Fàt in à = fatti in là. Stà in à = sta lontano, scostati. In sà e in à = qua e là.

A-  Particella eufonica.  Si inserisce la vocale  tra una parola che finisce per consonante e un’altra che comincia con un gruppo di consonanti.  Lasèml’ a-stâr = lasciamolo stare. Un quêrch a-šbàli = qualche errore.

Abâ, Abât Sm. Abate, superiore di un monastero. Dall’aramaico  Abbàh = padre.

Abacìo, A bacìo. Vedere Albašîn. Abacìo (parola unica) è usata prevalentemente nell’alto Frignano, vicino al confine con la toscana.

 Abaîn  Sm.   Abbaino. Termine poco usato e recente. Si chiamava gûva (Vedi). Pare derivi dal ligure abaèn = abatino, perché gli abatini (aspiranti di un ordine religioso) vestivano una tunica con cappuccio grigio simile alle lastre usate per coprire l’abbaino.

Abandûn   Sm.   Rinuncia; abbandono. Stato di decadenza. In abandûn = trascurato, smesso, lasciato a  sé stesso.  A l’abandûn = allo sbaraglio.  

Abandunâ  agg.   Abbandonato, disertato, smesso, reietto. Non coltivato; lasciato alla propria sorte.  

Abandunâr  V. tr.  Rinunciare; arrendersi; ritirarsi, abbandonare, staccarsi da un gruppo, deviare. Dal francese medioevale à ban donnèr  = inserire nel bando, nella lista, mettere a  disposizione. Era riferito soprattutto ai lavoratori con occupazione saltuaria. Abandunâr la via maìstra = uscire dalla strada principale e immettersi su una secondaria [riferito soprattutto al senso morale].

Abandunâs   v. rifl.  Abbandonarsi, arrendersi; lasciarsi andare, cedere.

Abarcâs, Imbarcâs   v. rifl.  Incurvarsi, arcuarsi, piegarsi, imbarcarsi, cioè prendere la forma della barca. Da ab+barcarsi = diventare come una barca, cioè inarcarsi, curvarsi. 

Abardâs  V. rifl.   (Riferito particolarmente ad animali). Arrestarsi per la stanchezza, essere sfinito, mettersi calmo. Pur non avendo una etimologia garantita sembra di leggervi sotto un riferimento al verbo appartarsi, nel senso di procurarsi un riparo o uno strumento che ristori appena. 

A bàs Locuz.  1) Di sotto, in basso. 2) Abbasso!

Abasamênt   Sm.   Abbassamento, cedimento del terreno, calo di voce, livellamento al grado inferiore.

Abasâr V. tr.   Abbassare; collocare in basso; degradare; diminuire il prezzo, tirare giù. Da bàssus, derivato dall’osco. Ma vi è chi ritiene derivi dal  greco bathýs = profondo, imo, che sta sotto, in basso. (Vedi Sbasâr)   

Abasâs  v. rifl.   Abbassarsi; adeguarsi; umiliarsi.

Abàsta, A basta  Locuz. 1.  Abbastanza, a sufficienza; a sazietà. 2. Essere stufi, scocciati.

Abastânsa  Avv.  Abbastanza, a sufficienza. Fusione dei vocaboli A + bastanza. Bastânsa, in origine, era un  neutro plurale, Bastàntia, e significava: Le cose che bastano. (V. Bastâr).

Abât, Sm.   Abate, superiore.  Dall’aramaico abbàh = padre.

Abât (Pêr) Sm.   Tipo di pere, dette appunto Pere Abate.

Abàter, Abàtre, v. tr.  Abbattere, demolire; confutare;  uccidere (un animale, un avversario); sconfiggere. Dal latino ad + battùere, poi bàttere, ove sopravvive un’idea di:  sbattere a terra, quindi vincere, sconfiggere, sprofondare, umiliare. Lasâs abàtre = avvilirsi, rinunciare.

Abbûda, ‘bbûda 1)  Agg.  Bevuta, sorbita; creduta. 2)  Sf.  Bevuta; ubriacatura.

Abecedàri Sm. Abbecedario, primi elementi di una disciplina. Libro di istruzioni. Dal latino medioevale   Abecedàrius, diffuso in epoca carolingia, in cui si indicano i primi elementi del sapere tramite le prime quattro lettere dell’alfabeto. Una vecchia strofetta suonava così: A, Bé, Cé, Dé – ciàpa l’âši pr’i pê, – ciàpa l’âši per la cùa, – tìrtle adrê fîn a ca tùa [A, B, C, D, prendi l’asino per i piedi, prendilo per la coda e trascinalo fino a casa tua]. La strofetta canzonava chi l’ascoltava, ma serviva anche come  filastrocca per la conta.

 Abelimênt   Sm.   Abbellimento, miglioria, fronzolo, ornamento.

Abelîr   V. tr.   Abbellire, ornare; addobbare, adornare, elogiare; ripulire (la casa). Dal latino llus, arcaico Bonèllus, diminutivo di Bònus = carino, grazioso.

Abêt   Sm.   Abete, legno di abete. Dal latino àbies,  = abete, conifera sempreverde. Ne esistono circa trenta tipi presenti nelle regioni montane. Da noi prevale l’abete bianco. In alcuni luoghi  le tavole d’abete vengono dette di piella.

Abigliamênt   Sm.   Abito, vestito; moda; stile. Dal francese habillement, ove sopravvive il latino hàbitus (vestito).

Àbil    (Casteln. – Vetto) Agg.   Abile, idoneo, capace, esperto. Dal latino hàbilis, dal verbo habère = idoneo ad avere, adatto. Oggi potremmo dire: abilitato all’uso.

Abiòch  Sm.   Pìsolino dopo un pranzo consistente; pennichella, assopimento. Devoto collega il termine al vocabolo bocca, forse legato all’idea di sbadiglio.

Abìs  Sm.   Abisso, distanza incolmabile. Precipizio. Dal greco àbyssos, in latino abýssus, letteralmente = senza fondo.

Abisîn  Sm.  Abissino, africano.

Abisìnia Sf.  Abissinnia, territorio africano.  Deriva dall’aggettivo habish = misto, per indicare l’insieme di molte razze. Vanta una storia  di circa 3.000 anni. L’Italia, durante il fascismo (1934/1935), tentò di impadronirsi dell’Abissinia, ma la disorganizzazione, l’incalzare della IIª guerra mondiale e l’avanzata degli inglesi determinarono il fallimento dell’impresa.

Àbit   Sm.   Abito, vestito. Dal latino hàbitus = contegno, aspetto, passando da un concetto di oggetto applicato (il vestito) a quello di dote acquisita (contegno). Deriva dal verbo habère, ma con chiara attinenza ad habitare (intensivi di habère). Abitare significa, in definitiva, essere posseduto da un ambiente. In italiano il termine ha assunto il significato di vestito, abito, ma anche di comportamento, stile, mentre in dialetto ha conservato solo il significato di vestito, [poco usato, e sostituito dal più comune Vestî )].

Abitânt  Sm.  Residente; dimorante; nativo del luogo, cittadino di.

Abitâr, V. intr.   Risiedere, occupare, dimorare. Dal latino habitàre, intensivo di habère = possedere, occupare. Ma anche, come si diceva sopra, abitare significa essere posseduto da un ambiente.

Abitasiûn Sf.  Residenza; dimora, abitazione.

Abituâ, (Casteln. – Vetto)  Agg.  Abituato, assuefatto; solito, consueto.

Abituâr, V. intr.   Abituare, assuefare. Dal tardo latino habituàre = rendere  consueto.

Abituâs, V. intr.   Abituarsi, assuefarsi, adattarsi, rassegnarsi.

Abitúdne  Sf.   Abitudine.

Abjucâ  Agg.   Sonnacchioso, in siesta, assopito, abbioccato.

Abjucamênt  Sm.  Assopimento. Necessità di riposo dopo un pasto abbondante.

Abjucâs  V. rifl.   Sonnecchiare, fare il riposino dopo un pasto; assopirsi, appisolarsi.

Abelîr, Ablîr V. tr.   Abbellire, ornare; addobbare, adornare, elogiare; ripulire (la casa).

Abòrd   Sm.   Aborto.

Abôrt,  Abòrt  Sm.   Aborto (prevalentemente riferito al bestiame); lavoro mal fatto. Dal latino ab+òrior  forma negativa di orior = nascere, sorgere (del sole). Quindi qualcosa che è nato male, non secondo le leggi di natura.

Abòs  Sm.  Abbozzo, schizzo; idea da perfezionare. Da bozza, deformazione di boccia  intesa come forma, campionatura.

A bòt   Locuz. Stimare ad occhio un lavoro da realizzare o un cumulo di materiale da valutare, e fidarsi reciprocamente, con una pacca sulle spalle a vicenda.

A bòta   Avv. (In disuso)   In abbondanza, in grande quantità. A tutti i costi.  Pare di leggere, sotto questa espressione, l’azzuffarsi di chi vuole accaparrarsi parte della roba a disposizione prima che altri se ne impossessino [Fare a botte per impossessarsi], ma vi potrebbe essere allusione all’espressione a botto = tutto insieme.

Abrasâr,  V. tr.   Abbracciare, salutare; comprendere; interessare. Dal latino ad bràchia [tràhere] = tirare verso di sé.

Abrasâs   V. rifl.   Abbracciarsi; salutarsi; partecipare ad una grande gioia.

Abreviâr   V. tr.   Abbreviare, accorciare; tagliare corto, riassumere. Dal latino brèvis = corto, breve. Nel linguaggio comune diremmo: tgnîla cûrta! tajâr cûrt.

A brích  Locuz. avv.  1) Se è riferito ai capelli sta per: tosato a zero come di solito si faceva con le pecore. 2) In altre espressioni indica cocciutaggine, testardaggine. Brich è il montone, testardo per antonomasia.

Abrunšâ Agg.  Abbronzato (neol.).  Da bronza = brace accesa, ma presa quando comincia a formare la cenere. Così la maggior parte degli etimologi. Qualcuno preferisce la derivazione da bronzo intendendo mettere in risalto il colore di tale metallo.

Abrunšâs,  V. rifl.  Abbronzarsi (neol.).   

A-btûn  Vedi Btûn.

Abucâ Agg. Detto del vino: tendente al dolce, amabile. Da bocca (ad bùccam) = che soddisfa la bocca.

Abucamênt (raro)    Sm.   Appuntamento, incontro prefissato.  Da bocca = dal modo di trasmettere il proprio pensiero, comunicandolo attraverso la bocca [Devoto]. Nell’espressione rimane il concetto di un qualcosa comunicato in segreto, lontano da chi potrebbe ascoltare, e in modo che non ne resti traccia.

Abucâr V. intr. Abboccare, cadere nella trappola. Da bocca (come se chi abbocca assomigliasse ad un pesce).

Abucâs,  V. rifl.  Venire a un incontro, ad un colloquio, accordarsi.

Abu,    Agg.   Abbuffato, sazio.

Abufâs, V. rifl.  Abbuffarsi, mangiare senza misura.

Abuminèvle  Agg.  Abominevole, orripilante, orribile. Dal latino ab + ominàre, da òmen = cosa di  male augurio.

Abunâ  Agg.   Abbonato. Ripetitivo. Sfortunato. Condonato, perdonato.  Dal francese abonnèr = pattuire un prezzo, convalidare una prestazione, dare per buono.

Abunamênt  Sm.   Abbonamento, canone.

Abunâs V. rifl.  Abbonarsi, pagare un canone per un servizio.

Abundânsa  Sf.   Abbondanza, soprannumero.

Abundânt  Agg.    Abbondante, copioso; prodigo.

Abundâr V. intr.  Abbondare; disporre di; esagerare. Dal latino abundàre = straripare  (ab + unda), esondare, superare gli argini della necessità.

Abunîr, V. tr.  Bonificare, risanare; rabbonire. Dal latino  bonus, quindi: rendere buono, ammansire.

Abunîs V. rifl.  Rabbonirsi, venire a miti consigli, raddolcirsi, calmarsi.

A bunûra  Avv.  Di buon’ora, presto, al mattino. E qui sembra di udire il proverbio “Il mattino ha l’oro in bocca“, e il richiamo all’operosità perché lavorare col fresco si produce di più.

Aburdîr V. tr.  Abortire. Si dice anche: burdîr.

Aburtîr  V. tr.  Abortire, perdere il figlio. Ma il termine vale solo per aborti naturali. Dal latino ab + òrior,  forma negativa di òrior = nasco.

Abûš,  Sm.  Abuso, prepotenza; corruzione, profitto, prevaricazione, violenza. Dal latino abùtor = uso male, uso una cosa (legge, posizione sociale) fuori dallo scopo cui essa è destinata.   

Abusâr   V. tr.  Abbozzare, accennare; accennare al sorriso.

Abâr  V. intr.  Abusare, approfittare, usare per secondi fini.

Abâs    V. rifl.  Approfittare di un vantaggio, usare per secondi fini. Pensare solo al proprio comodo. 

Abîv Sm. e Agg. Abusivo, clandestino, profittatore; illegale.

Áca   Sf.   Acca, ottava lettera dell’alfabeto. Indica cosa di nessun valore. Il concetto deriva dal fatto che l’H non ha suono proprio ma solo in composizione dopo C e G oppure come suono aspirato per alcune voci del verbo Avere. In composizione, per indicare misure, l’H moltiplica per cento: nella misura di aree ha equivale ad ettaro al quadrato, detto anche ara (10.000 m²); nelle misure di lunghezze Ettometro = hm = 100 metri; così per i liquidi ettolitro [hl], o per i pesi, Etto(gramma) [hg]. In geometria indica l’altezza. Nella scala degli elementi sta per idrogeno (Hydrogenus).

Acampamênt  Sm.   Accampamento, termine militare. Oggi lo si usa anche per il campeggio  e, in senso figurato, per dire come ci si è sistemati in ferie o a casa. Dal termine campo, alludendo alla provvisorietà della sistemazione in un campo, simile a quella di chi va alla guerra, si ferma un poco, ma poi deve ripartire. Il termine moderno campeggio ha gli stessi connotati.

Acanî  Agg.  1) Accanito; adirato. 2) Indefesso.

Acanimênt  Sm.  Accanimento.

Acanîs V. rifl.   Accanirsi; insistere. Resta incluso il concetto di rabbia come quella dei cani.

Acaparadûr  Sm.   Accaparratore, incettatore.

Acaparâr V. tr.   Accaparrare, fare scorta; vincere la concorrenza. Da capo + arra, che va inteso come:  Inizio (capo)  della garanzia (arra) proposta.

Acaparâs  V. rifl.   Accaparrarsi.

Acapunâr V. tr.  Accapponare,  fare rabbrividire. Raramente sta per evirare = rendere cappone. L’espressione è sempre riferita alla pelle. Quindi significa: far venire la pelle come quella dei capponi. Di solito si usa: far venire la pelle d’oca.

Acapunâs (Carp.)    V. rifl.  Accapponarsi, avere la pelle d’oca, rabbrividire.

Acartuciâ  Agg.   Accartocciato, rannicchiato. Cfr. Cartúcia.

Acartuciâr V tr.   Accartocciare, appallottolare. Da carta. Cioè rendere una cosa come una pezzo di carta appallottolato in mano.

Acašâ Agg.    Accasato; sposato; sistemato.

Acašâr  V. tr.    Accasare, sistemare, mettere a disposizione una casa. Maritare una figlia.

Acašâs  V.  rifl.   Accasarsi, sposarsi, mettere su famiglia, andare ad abitare.

Acàt (D’) Nella espressione: Tgnîr d’acàt = conservare, mettere da parte.  È la contrazione dell’espressione: tenere in un luogo facile “da catâr” (trovare), e rientra nel concetto che nulla si deve buttare. Si dice anche: tgnîr da cûnt.

Aceleradûr Sm.. Acceleratore, organo che regola il flusso del combustibile nel motore.

Acênt  Sm.  Accento, segno grafico. Sottolineatura. Modo di parlare,  pronuncia, flessione linguistica. Dal latino accèntus, fusione di ad + càntus. Si tratta di accorgimenti grafici atti a favorire l’impostazione della musica su testi di poesie, in modo da realizzare un ritmo e una tonalità già noti ai cantores, per facilitarne lettura ed esecuzione. In altre parole si tratterebbe dell’antenato della notazione musicale codificata poi da Guido [Guittone Monaco] d’Arezzo. Mèter l’acênt = accentuare, rimarcare, sottolineare. Al gh’ha un acênt furastêr = ha un accento forestiero, non è nativo di queste parti.

Acetâ  Agg.  Accettato, tollerato, inserito, approvato.

Acetâr V. tr.  Accettare, acconsentire, condividere, aderire, gradire, rassegnarsi,  accedere a. Dal latino  acceptàre,  che a sua volta è una variazione di accipio (prendo).

Achît (D’ Locuz.   Improvviso, di primo acchito. Dal francese acquit = liberato. Prevale però l’idea di improvviso, rapido.

Àcid  Agg.  Acido, agro, acetoso. Da una radice ak = essere appuntito (acuto), presente nei paesi dell’oriente, in Grecia, in latino (ove dà origine ad altri termini come àcies = filo della spada, acùtus, acùmen, àcus). Il concetto viene ribadito nell’espressione dialettale riferita al vino: Al gh’ha la pûnta = ha preso l’acido.

Acidûš   Agg.   Che tende all’acido, che è in fase di inacidirsi, asprigno, agro, mordace (detto di satira).

Acôrd Sm. Accordo, contratto, intesa, convenzione. Accordo musicale; sintonizzazione di strumenti musicali. Dal greco kordē attraverso il latino chòrda [strumento a corde = cetra, lira]. Êser d’acôrdi, = Essere d’accordo; N’èser mìa d’acôrdi, = non essere d’accordo, dissentire, pensarla diversamente. I’ s’ên mìs d’acôrdi = Si sono accordati, rappacificati; Fâr j’acôrd = fare gli accordi per strumenti musicali, prima di iniziare l’esibizione.

Acôrdi (D’) D’accordo, dello stesso sentimento o modo di vedere le cose.  È come se due volontà raggiungessero l’unisono, al pari di due strumenti musicali. Mèter d’acòrdi = pacificare, conciliare. Mètse d’acôrdi = accordarsi. N’èser mìa d’acòrdi = dissentire.

AcòršeV. rifl.   Accorgersi, rendersi conto.

Acôrt Agg.  Accorto, sveglio, prudente. Sintesi di un arcaico ad+corrigere [ad+cum+règere] che esprime il concetto di  amministrare assieme a qualcuno nei confronti di altri. E quindi gestire le cose con oculatezza. Il concetto si è poi evoluto fino a diventare: incominciare a capire, vedere le cose come stanno.

Acòst  Avv.  Accanto, vicino, accostato. Dal latino ad còstam (ire) = avvicinarsi alla  costa (arrivando dal mare).

Acsí, Acsí!  (Vetto) Avv.  Così (anche come esclamazione). Anche  Csí.  Dal latino atque sic = e in tal modo.

Acubiâ  Agg.   Accovacciato, sdraiato; sistemato nel nascondiglio, nascosto.

Acubiâs V. rifl.   Accovacciarsi, mettersi comodo.

Acuciâ   Agg.   Accucciato. Dal latino collocàre, tramite il  francese cuchêr.

Acuciâs   V. rifl.  Accucciarsi, zittirsi.

Acugliénsa Sf.  Accoglienza, ospitalità, garbo, bon ton, rispetto verso l’ospite. Dal latino ad + collìgere = scegliere, selezionare, preferire.

Acumdamént   Sm.   Accomodamento, accordo, sistemazione.

Acumdâr  V. tr.   Accomodare; comporre, conciliare, aggiustare, riparare. Dal latino ad + còmmodum = (rendere) conveniente.

Acumudâr (fâr)   V. tr.   Invitare l’ospite a sedersi.

Acumdâs  V. rifl.  Accomodarsi; riconciliarsi, sistemarsi.  Ch’al s’acòmda = si accomodi!

Acumpàgn  Sm. Funerale  corteo funebre.

Acumpagnâ  Agg.   Accompagnato, guidato, dato con altre cose. Intonato a. Convivente. Dal latino medievale (ad)cum pane =  che condivide (con altri) lo stesso pane.   Êsr’ acumpagnâ = convivere fuori del matrimonio.

Acumpagnadûr  Sm.  Accompagnatore, (con strumento musicale); che fa compagnia, che viaggia assieme. A volte tutore, protettore.

Acumpagnamênt  Sm. 1) Accompagnamento musicale. 2) Partecipazione al funerale. 3) Sussidio per persone inabili. I gh’han dâ l’acumpagnamênt = gli hanno dato il sussidio di accompagnamento (per l’invalidità)

Acumpagnâr  V. tr.  Accompagnare, fare compagnia; abbinare; partecipare al funerale di. Quand a piöv l’aqua la bàgna! / Crist a i fa po’ a i acumpàgna.   (Come) quando piove l’acqua bagna, (così) Cristo li crea e poi li accoppia.  Il motto è da mettersi in relazione al male che producono le cattive compagnie, e anche  a condizioni di convivenza.

Acumpagnâs   V. rifl.  Convivere senza essere sposati.

Acûnt  s. m.  Acconto, anticipo, caparra. Locuzione che significa:  dato al posto del conto. Cioè: un anticipo dato sul totale del conto.

Acuntentâr V.  tr.   Accontentare, soddisfare. Dal latino ad + continere = essere pieno, essere sazio cioè avere riempito tutto lo spazio del contenitore. Un altro modo di tradurre il verbo in latino è satisfàcere = rendere soddisfatto.

Acuntentâs  V.  rifl.   Accontentarsi, limitarsi; prendersi qualche soddisfazione.

Acupâr  V. tr.  Accoppare, uccidere. Termine legato alla parola coppa intesa come cervice, punto pericoloso se viene colpito.  Ne sanno qualcosa i conigli che, tempo addietro, venivano uccisi con un forte colpo sul collo dato con la mano usata come ascia.

Acurâr  V. tr.  Accorare, trafiggere, uccidere (il maiale) con l’accoratoio; far soffrire. L’accoratoio come  strumento è detto burcàj. Dalla fusione di  ad + cor = [colpire] al cuore.

Acurdadûr  Sm.   Accordatore di strumenti musicali.

Acurdadûra  Sf.   Accordatura di strumenti musicali.

Acurdâr  V. tr.  Accordare, pacificare, concedere; sintonizzare strumenti musicali.   Vedi   Acôrd.

Acurdâs  V. rifl.  Accordarsi, mettersi d’accordo.

Acûša   Sf.   Accusa, imputazione. Corruzione del latino (ad) càusam vocare = citare in giudizio.

Acâ  Agg.   Accusato, imputato.

Acadûr   Sm.   Accusatore, legale avverso.

Acâr  V. tr.   Accusare, imputare, percepire malessere. Nel gioco delle carte = avvisare gli altri giocatori che si dispone di tris di carichi o di napoletane (asso, due, tre dello stesso seme).  Nell’ultimo caso è più usato Câr (accusare).

Acustâr    V. tr.   Accostare, avvicinare, paragonare, mettere su un lato. Mandare la boccia vicino al pallino senza bocciare. Dal latino ad còstam (ire) = avvicinarsi alla  costa.

Acústica  Sf.   Acustica, risonanza gradevole.  Dal greco akusticòs attraverso il francese acoustique,  però il termine ha origini scientifiche ed è stato coniato da Sauveur nel 1701 [Rusconi].

Àcva   Sf.    Acqua.  Da una radice àkwa che indicherebbe praterie con molta acqua, paduli.

Acvûš  Agg.   Acquoso, umido, annacquato. 

Ad   Prep. partitiva   Del, dello, della.  Al m’ha dâ ad l’âši = mi ha trattato da somaro. 

Ad   Prep.  sempl.  Di. L’è una dùna  ad ca’ = è una donna di casa. 

Adâ   Agg.   Che si è reso conto, che ha notato; avveduto, accorto.

Adanâ, Danâ  Agg.   Dannato; fanatico.  Dal latino damnàtus = condannato, dichiarato colpevole.   Adanâ adrê ai sôld = assetato di denari.

Adanâs   V. rifl.   Dannarsi, affannarsi, tribolare; accanirsi;  affaticarsi.

Adarnî  Agg.   Stancato, intorpidito, fiaccato; domato. Riferito ad animali.

Adarnîr  V. tr.   Stancare, infiacchire, domare.

Adâs V. rifl.  Accorgersi, avvedersi; scorgere, percepire, notare. Dal verbo latino dare, cui viene preposta la particella ad. Si tratterebbe quindi di un intensivo di dare con riferimento al soggetto che “dà se stesso”, si dedica a capire  quanto proposto  [Ricchi]. È usato anche da Dante.

Adâši  Avv.  Adagio, lentamente. V. Aš

Adàt   Agg.  Adatto, idoneo, predisposto. Chi ch’ n’è adàt pr’al re  al n’é gnàn adàt per la regîna.(chi non è adatto per il re non lo è neppure per la Regina). Era riferito agli inabili al servizio militare. Le ridotte attitudini fisiche producevano anche discredito fra le ragazze da marito.

Adatâ Agg.  Adattato, predisposto, usato in sostituzione dell’originale. Dal latino ad + aptàre = rendere adatto, idoneo, disponibile.

Adatamènt  Sm.   Adattamento, adeguamento.

Adatâr   V. tr.   Adattare, predisporre, rendere idoneo, far combaciare.  V. adatâ.

Adatâs V. rifl.  Adattarsi, sistemarsi, arrangiarsi.  

Adchí  Avv. di luogo. È più usato dadchì o dedchí  = da qui, da questo punto, da questa parte; d’ora in poi. Contrazione dei termini latini de hinc = da ora in poi, da qui in poi.

Addrê, Addrêda AvvDietro, posteriormente. Addrê da ca = sul retro della casa.

Aderbâr V. tr. Foraggiare i bovini con erba fresca. Fare uscire i vitelli al pascolo (erano i primi per risparmiare foraggio. Più avanti toccava anche alle mucche).

Aderénsi  Sf. pl.  Appoggi; vicinanze, aderenze, conoscenze. Aderenze anomale tra tessuti muscolari. Protezioni o favoritismi in  alto loco.   Dal latino adhæreo = sto attaccato, sto incollato. Avêgh dagli aderènsi = avere appoggi politici.

Adernî Agg.  Stanco, rotto per la fatica, Sf.inito.

Adès Avv.   Ora, adesso.  Dal latino ad ipsum (tempus) = allo stesso tempo.

Adèsa  Avv.   Ora, adesso.

Adès adès Avv.  Or ora, poco fa.   I’ l’ò fàt adès adès = l’ho appena terminato.

Adêši  Avv.  Adagio, lentamente. Da ad agio = con comodo. Però Pini, che cita Maranesi, collega il termine ad una fusione tra la preposizione Ad ed il francese aisi. La cosa mi sembra legata unicamente alla pronuncia, avendo lo stesso significato citato sopra. Chi töš marî in prèsia al padìs adêši. = chi si sposa in fretta soffre  lentamente.

Adešîv   Agg.  e  Sm.   Adesivo, collante.  Dal latino adhæreo = sto attaccato, sto incollato, nelle forme verbali derivate dal supino adhæšum.

Adiritûra   Avv.   Addirittura!  Da a dirittura = in vista del  traguardo, cioè: a corsa quasi conclusa!

Adisiûn  Sf.   Addizione, aggiunta, somma. Dal latino àddere = aggiungere, sostantivato in addìtio = aggiunta.

AdisiunâlAdisiunâla   Sf.  Tassa aggiuntiva.

Adlà Avv.  È più usato dedlà, dadlà. Di là, oltre. Corruzione del latino de illhac = da quella parte là.

Admân   Avv.   Domani. I’ t’al dìgh po’ admân = te lo dico poi domani (cioè mai).

Adòb Sm.  Addobbo, ornamento, arredo. Dal francese  adobér = armare il cavaliere o il guerriero.  Ci ricorda la prassi dell’investitura in cui il cavaliere veniva simbolicamente toccato dal signore con la spada sulla spalla e su una guancia. In franco  dubban = colpire con la spada.

Adòs Avv. Addosso, sopra; indossato. Composto da ad + dosso, quindi equivale a: appoggiato sulla schiena (dorsum).  ‘n gh’avêr gnênt adòs = essere svestito. Saltâr adòs = aggredire a tradimento. Dâr adòs = dare addosso, pretendere;  dare una lezione. Tör d’adòs = spogliare; levare di dosso. Stâr adòs a ûn = incalzare, tenere controllato, insistere.

Adrê   Avv.    Dietro; durante; vicino, rasente; avere iniziato, star facendo, avere un’azione in corso. Dal latino ad rètrum, come se si stesse inseguendo qualcuno.    Adrê tèra = raso terra. I’ sùn adrê fâr = sto facendo. Dîr adrê = sparlare. Adrê al mûr = rasente il muro.  Adrê la vìa = lungo la strada. L’é adrê murîr = sta morendo.  Stâgh adrê = curare una cosa, darsi da fare, insistere. ‘n stâr mia adrê! = non preoccuparti!

Aduciâr  V. tr.   Adocchiare, vedere, considerare.  Dal latino ad oculàre = avvicinare all’occhio.

Adulsîr  V. tr.   Addolcire, zuccherare; attenuare, Sm.ussare, facilitare. Dal latino dùlcis, arcaico dùlcus, derivato dal greco antico dlykýspoi glykýs = dolce, zuccherino.

Adunâ   Agg.    Adunato, riunito, raccolto.

Adunâda  Sf.   Adunata, convocazione.

Adunânsa  Sf.   Adunanza, riunione.

Adunâr  V. tr.   Adunare, riunire. Dal latino ad + ùnum = rendere una sola cosa, mettere assieme.

Adurâr  V. tr.   Adorare, venerare; amare intensamente. Dal latino ad + òro = prego (rivolto verso) qualcuno.

Adurasiûn  Sf.   Adorazione, innamoramento, contemplazione.

Adurmî  Agg.   Addormentato, lento di riflessi.

Adurmîda  Agg.   Addormentata, lenta di riflessi.

Adurmîr  V. tr.  Addormentare, intontire, tramortire. Dal latino ad+dormìre.   Al gh’à dâ ‘na bòta ch’ a  l’ha adurmî = gli ha dato una botta che lo ha stordito.

Adurmîs  V. rifl.   Assopirsi, addormentarsi, essere annoiato.

Aeruplân  Sm.   Aeroplano. Il termine significa: oggetto che plana nell’aria.

Âfa   Sf.      Afa, calura, canicola. Dal greco  aphē = accendere, quindi riscaldare (l’aria). Colonna preferisce derivare il vocabolo dal romanesco afa = respirare affannosamente, o dal napoletano abbafà = soffocare per il caldo.

Afàbil   Agg.  Affabile, gioviale, socievole, alla mano. Deriva dal latino fàri = pronunciare, dire. Dalla stessa radice derivano i termini:  infante = bimbo che non parla; facondo = che parla molto; nefando = da non dire.

Afamâ  Agg.   Affamato, ingordo, denutrito. A volte descrive un essere molto magro.

Afamâr V. tr.  Affamare,  far patire la fame; ridurre in miseria, Sf.ruttare. Da ad + fame (v. Fàm).   

Afàn   Sm.   Affanno, ansia; aSm.a. Dal provenzale àfan = con fatica. Avêgh l’afàn = avere il respiro affannoso.

Afanâ   Agg.    Affannato, molto impegnato a fare qualcosa.

Afanâs  V. rifl.   Affannarsi, affrettarsi, darsi da fare, impegnarsi a fondo.

Afâri Sm.s   Affare, interesse, tornaconto. In certi ambienti indica anche il pene. Da una espressione arcaica  “a fare”, (cose da fare)  ancora usata in Toscana, parallela alla costruzione del francese à faire = (cosa) da fare.

Afâri   Sm. pl.   Gli affari, la gestione dei propri capitali, gli interessi. In certi ambienti indica anche i testicoli.  I’ afâri luntân / i’ n’ dân né vîn né pân. = Gli affari conclusi a distanza (che non puoi controllare)  non producono vantaggi.

Afàt   Avv.  Affatto. Dalla fusione di a e fatto, alludendo a qualcosa di concluso definitivamente, su cui non si può ritornare.

Afermâ, Afermâda Agg. neol.   Affermato, realizzato, famoso, che ha fatto carriera.

Afermâr V. tr.   Affermare, sostenere, difendere un’idea o una tesi. Dal latino firmare + l’intensivo ad = rendere fermo, sicuro, definitivo.

Afermâs V. rifl.   Affermarsi, realizzarsi, diventare famoso, fare carriera.

Afermasiùn Sf.   Affermazione, asserzione, dichiarazione, carriera. Mentre in affermazione il pensiero si orienta verso una garanzia data attraverso la parola, il concetto di stabilità e sicurezza è sopravvissuto nel termine firmare, e nel francese fermér = chiudere.

Afesiûn Sf.   Affezione, gratitudine. Legato al latino affèctus, derivato dal verbo affectàre = ostentare, mettere in mostra.

Afesiunâ  Agg.   Affezionato, grato.

Afesiunâs  V. rifl.   Affezionarsi, voler bene.

Afèt  Sm.     Affetto; amore, predilezione. Dal latino affèctus, con reminiscenza di affectare inteso come sentimento che colpisce.

Afetâ   Agg.   Vanitoso, effeminato. Deriva da affetto (per sé stesso).

Afetâ   Agg.   Affettato, tagliato a fette..

Afetâr   V. tr.   Affettare.  Dalla composizione di ad (in questo caso diventa intensivo) e fetta = rendere a fette. Si usa anche ftâr.

Afetvûš   Agg.   Affettuoso, amabile, amorevole.

Afidâ, Afidâda   Agg.   Fidato, fedele.

Afidamênt   Sm.   Affidamento, fiducia, stima. Dall’agg. latino fìdus = fidato, di fiducia. L’é ûn ch’a m’ dà pôch afidamênt = è uno di cui ho poca stima.

Afít  Sm.   Affitto; nolo; canone; rata; riscossione. Dal latino ad fìctum [pretium]  =  a prezzo fissato, concordato. Êsre in afìt = essere in affitto.  Dâr in afìt = locare, affittare.  Tör in afìt = prendere in affitto. Pagâr l’afìt = pagare la rata di affitto.

Afitâ Agg.  Affittato, locato. L’à ‘fitâ al piân d’adsûra = ha affittato il piano superiore (nel senso che “Ha il cervello non tanto a posto”).

Afitânsa   Sf.   Affitto a lunga scadenza, affittanza.

Afitâr   V. tr.  Affittare, concedere o prendere in locazione.

Afituàri  Agg.  Affittuario, locatore.

Afradlâs  V. r.  Affratellarsi, fraternizzare, essere solidali, socializzare. Dal vocabolo fratello, inteso come atteggiamento di fraternità, tentativo di diventare come fratelli.

Àfra  N. proprio di persona.  Afra. Aggettivo che indica provenienza dall’Africa. Il nome è stato diffuso in seguito alle campagne d’Africa di fine 800 e in epoca dell’impero.

Africân Agg. e  Sm.  Africano, originario dell’Africa. Aggettivo che indica provenienza o  rassomiglianza con prodotti derivati dall’Africa. L’espressione sottintende un concetto di rude, rustico, selvatico, sia nell’apparenza che nel contenuto (aspro).

Afrûnt  Sm.  Affronto, offesa, scontro, onta. Termine derivato dalla fusione di a + fronte, con la sensazione di mettere due cose a confronto, di fronte, quindi anche in posizione antagonistica.

Afruntâr  V. tr.  Affrontare, sfidare.

Afruntâs  V. rifl.  Affrontarsi, sfidarsi.

Afugâr  V. tr.  Affogare, soffocare, sopprimere, annegare. Dal latino decadente ad + focare = togliere il respiro, stringere le fauci fino ad uccidere (fauces diventa fòces, passando dal sost. al verbo fòco per l’Italia centrale, fògo al nord). I bcûn gròs i’ ên chî ch’i’ aföghne = sono i bocconi grossi quelli che strozzano.

Afugâs  V. rifl.  Affogarsi, soffocare, ingozzarsi, rischiare di soffocare.

Afumicâ   Agg. Affumicato, stagionato vicino al camino.Fusione di ad (vicino) e fumo (con reminiscenza di fumigare).

Afûš   Agg.      Afoso, irrespirabile.

À-g   Sm.      Aggio, guadagno. Pare derivi da agio = vantaggio, profitto [Devoto].

Agân-c   Sm.  Aggancio, appiglio, conoscenze in posti chiave.  Dal greco kampsòs attraverso il turco kànca, = oggetto ricurvo. Al gh’ha j’agân-c giúst = ha le conoscenze giuste.

Aganciâ   Agg.  Agganciato, appeso, preso.

Aganciâr   Agg.  Agganciare, rimorchiare, appendere ad un gancio; prendere il secchio caduto nel pozzo. 

Agensìa Sf.   Agenzia, succursale, ufficio dislocato. Dal verbo latino àgere, col significato di condurre, guidare.

Agênt  Sm.   Agente, rappresentante di una ditta. Appartenente ai corpi di pubblica sicurezza.

Agetîv  Sm.   Aggettivo, epiteto, soprannome. Dal latino nòmen adjectìvum = nome aggiuntivo, soprannome, intendendo soprattutto la sottolineatura di una qualità precipua. Tra i romani famosi ricordiamo: Cicerone detto così perché aveva un porro (cìcer = cece) sul viso; Cesare per una notevole cicatrice (da cædo = taglio, ferisco); Calìgola perché portava sempre le caligæ (calzari).

Agevulâr  V. tr.   Agevolare, favorire. Dal latino agìbilis = rendere agevole, facilitare.

Agevulasiûn Sf.   Agevolazione, favore.

Agh’ Pron.: Gli, le, loro. S’a m’ fa gnìr al nervûš agh’ìn dìgh quâtre: = se mi fa venire il nervoso gliene dico quattro.

Agh’ Avv.:  Ci, vi. A gh’ và luntéra = ci va volentieri.

Âgher  Agg.  Agro, brusco, acre. Dal latino àcer = aguzzo, pungente.  L’ha ciapâ l’âgher = ha preso l’agro, si è inacidito (riferito al lardo o allo strutto di maiale). Ricordiamo per inciso che in molti paesi europei il vino diventato aceto si traduce Vino Agro (Vinaigre in francese, Vinàgre in spagnolo, Winegar in inglese).

Aghiā  Sm.  Vincastro, pungolo per bovini da tiro. (Vedi   Aghièl).

Aghièl Sm. Pungolo, stimolo, bastone per sollecitare i buoi. Dal latino àcus = punta, ago.  Quindi: dotato di ago. Lungo il Tassobio si chiama stùmbel.

Agitâ, Agitâda  Agg.   Agitato, innervosito.

Agitâr V. tr.  Agitare, Sm.uovere. Dal latino agitàre, iterativo di àgere = fare con frequenza.

Agitâs  V. rifl.   Agitarsi, innervosirsi.

Agiurnâ, Agiurnâda  Agg.  Aggiornato, informato, messo al corrente, addestrato.

Agiurnâr  V. tr.  Aggiornare, informare, mettere al corrente, addestrare. Dal latino ad + diùrnum (tempus) = (informare fino) al giorno d’oggi. Cioè fino alle ultime ore.

 Agiurnâs  V. rifl.  Aggiornarsi, informarsi.

Agnèl  Sm.  Agnello; persona timida, docile.  Avér al mâl d’ l’agnèl / ch’a crèsa la pânsa e a gh’ càla âter quèl! = essere obeso e aver perso la virilità. Dal latino àgnus = agnello,  derivato dall’indoeuropeo ag-w-no = animale giovane.

 Agnlîn  Sm.  Agnellino; persona timida, docile

Agóst  Vedi   Agùst.

Agràri  Agg.  Agrario, relativo all’agricoltura; terriero, proprietario; perito agrario. Dal latino àger = campo, in contrapposizione ai centri abitati.

 Âgre Agg.  Agro, brusco, acre.

Agrìcul  Agg.  Relativo all’agricoltura; addetto al lavoro dei campi. Dal latino agrìcolus, composto da àgri = del campo e còlere = coltivare. Quindi: coltivatore del campo.

 Agricultûra   Sf.   L’arte di coltivare i campi.

 AgruAgg.  Allacciato, annodato;  raggruppato. 

Agrupâr  V. tr.   Fare un nodo, allacciare, raggruppare. Arrestare.

 Agrupâs  V. rifl.  Riunirsi. Allacciarsi, legarsi. Vedi Grupâs.  Agrupâs al scârpi = allacciarsi le scarpe.

 Agunìa  Sf.   Agonia, malattia finale, sofferenza estrema. Indica anche il suono delle campane per una persona in fin di vita. dal greco agōnia, derivato dalle lotte  nei circhi, quindi col significato di: lotta per sopravvivere.  Èsr’in agunìa = agonizzare. Sunâr l’agunìa = suonare le campane per l’agonia (avevano un particolare modo d’essere suonate, lento e con toni bassi).

 Agùst Sm. Agosto, mese. Dal nome dell’imperatore Augusto, cui era dedicato questo mese. Chi ch’dôrma d’Agúst – al dorma a su’ cúst = chi dorme in Agosto lo fa a proprio rischio. L’è d’Agúst / che l’úva la fa ‘l must. = è in Agosto che l’uva cresce bene.  Agùst al rimpìsa la cušîna, Setèmber la cantina. = Agosto riempie la cucina, Settembre le cantina. I dû d’agòst = i testicoli. Questa espressione è nata quando all’esercito francese fu imposta una divisa molto stretta. Il problema era come disporre i testicoli per non sentire male. Il generale interpellato rispose: “Les deux a gauche”, i due a sinistra. Passato in Piemonte il motto fu travisato e divenne i due d’agosto.

Àh! Escl.    Ah!   Ah Dio là! = Ma no! Al contrario.

 Ahañ!   Interiezione di meraviglia e incredulità, in cui però è celato il concetto di: “Aspetta che te lo faccio vedere io!“.!

Àhi!   Escl.    Ahi!

 Àhia!   Escl.    Ahi!

 Ahn!   Escl.    Ah!, Eh!

 Ahñ?  Inter.   Cosa?, Come?

 Ài     Prep. Art.   Ai, agli.

 Àj Sm.   Aglio.  Dal latino àlium (o àllium). Appartiene alle liliacee, con bulbo a spicchi, commestibile. Chi ch’ a n’ cûmpra d’l’àj per San Švàn / l’armàgn purèt tút l’an = chi non compra l’aglio a San Giovanni (24 Giugno) resta povero tutto l’anno.  Rabî cmè l’àj = fuori di sé per la rabbia. Vêrd cmè l’àj = acerbo, immaturo. Chi ch’ völ un bel ajâr / al piânta l’àj a Šnâr  = chi vuole aglio florido lo pianti a Gennaio. Ma c’è anche: Chi ch’ völ un bel ajûn / ch’al le smêna per San Simûn. = chi vuole un aglio grosso lo semini per San Simone (28 Ottobre). Dài e dài, / ânch la sigùla la dvênta àj = calunnia, calunnia, qualcosa rimarrà. A forza di raccontare una cosa falsa poi diventa vera.

Ajâda  s. f.  Agliata, salsa a base di aglio. Zuppa con salsa di aglio.

 Aîd  Vedere   Aiût.

Ajdâr   V. tr.   Aiutare, soccorrere, favorire, consigliare, incoraggiare. Dal latino Adjuvàre, corrotto via via in  adjutare, aitare, poi addolcito in aidàre.   Aîda prìma i tö, po’ chiêter se t’ pö. = prima aiuta i tuoi, poi gli altri se puoi.                                                       

Ajèt  Sm.  Aglio selvatico, aglietto. 

Ajöla  Sf.   Aiuola, fioriera, giardinetto. Dal latino arèola, diminutivo di area, luogo circoscritto, curato.

Aisâr  V. tr.  Aizzare, incitare. Da un arcaico a + izza. Molto probabilmente da una radice onomatopeica usata per stimolare i cani nella caccia.

Ajustâr, Justâr  V. tr.   Aggiustare, adattare, adagiare, accordare. Dal latino adjustàre = porre nel posto giusto, mettere in ordine.

Ajût Sm.   Aiuto; soccorso; collaborazione. Dal latino adjutòrium, poi  adjùtum = soccorso, aiutato. Si dice anche, di rado, aîd, e aîda, inteso come soccorso reale.

Ajutânt  Sm.   Aiutante, collaboratore, garzone. 

Ajutâr   V. tr.   Vedi  Ajdâr.

Al Art. sing. masch. Il.

Al   Art. pl. femm.   Le.  Al dònn = le donne;  Al màchini = le macchine.

Al pron. Egli, lui. Al dîš = egli dice;  Al fà = egli fa.

Àl, A l’   Prep. art.   Al.  Cunsìgnle al su’ padrûn = consegnarlo al suo padrone.

A la   Prep. art.   Alla.  A la matìna = al mattino;  A la sìra = alla sera;  A la nòt = di notte, alla notte.

Āla,  pl. Êli  Sf.   Ala; ali. Ma è più diffusa la versione Êla (Vedi).  Da un arcaico latino àxla, poi contratto in ala = articolazione della spalla. Da àxla deriva ascellaMètr’ agli êli = scappare, fuggire; Muciâr agli êli = mettere le penne.

Alagâ Agg.   Allagato, pieno d’acqua, troppo  annaffiato.

Alagamént   Sm.   Allagamento, inondazione.

Alagâr V. tr.   Allagare, bagnare troppo, straripare. Mandare l’acqua nelle risaie; sommergere. Dal latino làcus = lago, stagno. Quindi: rendere, trasformare in un lago

Alampanâ  Agg.   Allampanato, magro, denutrito. Il termine deriva da un’antica Làmpana, lo stelo che reggeva le lampade, sottile e lungo.

Alapâ  Agg.    Morto di sete, disidratato.

Alapâr (Carp.) V. intr.   Morire di sete.  Onomatopeico. Indica la bocca asciutta, che produce i suoni di L e P.   Alapâr da la sê = morire di sete.

Alārme Sm. Allarme. Avvertimento; richiamo. Avvisatore, antifurto. In origine era il grido della sentinella che chiamava i soldati a prendere le armi per respingere l’assalto, con l’espressione “All’arme, all’arme!

Alarmâ Agg. Allarmato; avvertito.

Alarmâr  V. tr. . Allarmare; avvertire, mettere in agitazione. Vedi Alārme.

Alarmâs V. rifl. Allarmarsi; agitarsi.

A la švêlta  Locuz.   In fretta, alla svelta, senza vincoli. Probabilmente dallo spagnolo suelto = sciolto, slegato.

Alatâr V. tr.   Allattare, nutrire, allevare, curare.

Alba  S. f .  Alba, mattino. Dal latino àlbus = bianco, chiaro. È anche nome proprio di donna.

Albarê  Agg.  e  nome di molte località, ma con riferimento costante ad alberato, boscoso, alludendo a piantagioni coltivate, ad alberi selezionati.

Albarèla Sf.   Pioppo selvatico, dalle foglie argentate (Pòpulus træmula).

Albarèla Sf.   Fungo mangereccio da alcuni detto porcinello rosso o rossino (Bolètus rufus).

Albašîn  Avv.   In zona ombrosa, poco assolata, a bacìo. Dal latino (o)pacìvus = opaco, ombroso, diventato poi a bacìo, che nel crinale modenese, vicino alla Toscana, diventa abacìo, riprendendo la funzione iniziale di aggettivo. Il termine è presente già dal 1115 nella forma Vagiva, poi Bazìva [Veneto 1039], A bacìo [Lorenzo De’ Medici], Bacìo [Pulci]. È interessante la documentazione proposta dal Minghelli sul vocabolo alle pag. 1-3 (V. Bibliog.).

Alberâ = Vedi  Albarê e Albrâ.

Albérgh Sm.   Albergo, luogo di ristoro. Dal gotico hari-bairg = riparo (inizialmente per l’esercito).

Âlbi Sm.   Abbeveratoio, truogolo, beccatoio. Dal latino àlveus = letto del fiume, quindi  luogo ove sta l’acqua, ambiente concavo. Andâr a l’albi = andare a tavola.

Albrâ Agg.   Alberato.  Dal latino àrbor (albero), quindi che dispone di molti alberi.

Âlbre  Sm.  Perno (meccanico), albero motore.

Âlbre Sm.   Albero; pianta. Dal latino àrbor.  L’âlbre d’la cucàgna = albero della cuccagna, ma anche utopia, paese del bengodi. Insignâr ai gàt a rampâr insìma a i âlbre = volere suggerire a chi ne sa più di noi.

Àlcol   Sm.   Alcool, spirito, liquore. Dall’arabo ‘al-kuhl = ombretto per le ciglia, giunto a noi attraverso il  tardo latino àlcohol che però indica l’essenza del vino.

Alcòlich   Agg.    Alcolico, liquoroso.

Alculišâ, Agg.  Alcolizzato, dedito all’alcool.

Aldàm   Sm.   Letame; concime, stallatico. Dal latino lætàmen = cosa che  allieta, quindi che concima, che rende rigoglioso.  Viene anche detto rût o ledàm.  Sternîr al rût [Vetto], Stremnâr l’aldàm = spandere il letame.

Aldamâ, Aldamâda  Agg.   Concimato con letame.

Aldamâr   Sm.   Letamaio, concimaia, immondezzaio.

Aldamâr   V. tr.  (Raro).   Spargere il letame, concimare.

AlêgherAlêgre  Agg. Allegro, gioioso, gioviale  Dal latino àlacer = che attira a sé.  A gh’é pôch da stâr alêgher = non c’è motivo di stare allegri. L’é un tîpo alêgher = è un tipo simpatico. Tgnîr alègher = rallegrare la compagnia.

Alegrìa  Sf.  Allegria, gioiosità, festa.

Alenadûr   Sm.   Allenatore, trainer.

Alenamênt   Sm.   Allenamento, esercitazione.

Alenâr   V. tr.   Allenare, esercitare. Da (a)lenare, metatesi del latino anhelàre = ansimare. Vedi Lêna.

Alêv   Sm.   Vitelli tenuti per rinnovare la stalla. Da allevare.

Alevamênt   Sm.   Allevamento. Può essere di animali (bovini, ovini, conigli, polli), di insetti (lombrichi), a volte anche di piante.

Alfabéto   Sm.   Alfabeto; scuola, istruzione. Rudimenti di un’arte o di un mestiere. Dalle prime lettere dell’alfabeto greco Àlfa e Beta che indicano l’inizio dell’apprendimento. A gh’ mânca ‘na quêrca lèttra d’l’alfabéto = Gli manca qualche rotella.

Alfiêr   Sm.   1) Alfiere, colui che porta lo stendardo. 2) Pezzo degli scacchi  Dall’arabo al-farìs, passato nello spagnolo con alfèrez = cavaliere. In origine era: cavaliere di elefanti.

Algerîn    Agg.   Algerino, oriundo dell’Algeria; africano. Dall’arabo al-giàza’ir = isolotto.

Algûn-c   N. proprio di località.     Ligonchio, comune dell’alto Appennino, a 1.000 m. di altitudine, 72 Km da Reggio. Era il capoluogo di comune più alto  della provincia, noto per la centrale elettrica, per avere dato i natali a Iva Zanicchi e per alcune località: Casalino, Piolo, Montecagno, Caprile, Cinquecerri, Vaglie, Casenove con la corte dei Papi. Da qui partono itinerari turistici di rilievo: Foresta dell’Ozzola, Prati di Sara, Cascate di Lavacchiello, Rifugio Rio Re e Bargetana. Oggi fa parte del Comune Ventasso.

Aliânt   Sm. (neol.)   Aliante, velivolo senza motore. È il part. pres. del verbo aliàre, legato ad ala, e quindi che usa le ali, che vola.

Aliêv   Sm.   Allievo, alunno, apprendista, seguace. Dal latino àlere = allevare,  alimentare, crescere. A volte si usa anche per indicare i figli, cioè coloro che proseguiranno il mestiere o l’arte del padre.

Aliûn   Sm.   Mensolone a muro (in origine supporto della tavola per fare

Almânch   Avv.  Almeno, perlomeno. Fusione di al + manco = mancante, monco, minorato.

Almêra (Ramiseto)  Sf.    Vomere, punta dell’aratro. Vedi Gmêra.

Alò-g S. m    Alloggio, casa, riparo. Breve ospitalità. Dal francese à loge = nella capanna. Ma vi è anche chi preferisce farlo derivare dal tedesco lauba o laubja = loggia [Devoto] incrementato da allogare = collocare.

 Âlp, Âlpi, Âip n. pr. pl. Montagna alta, gruppo o catena di monti. Insìm l’Âlp = sull’alto Appennino. Dedlà da l’Âlp = al di là degli Appennini.   Nell’alto Frignano usano Alpo, (come, del resto dicono Monto) e Alpòn è il nome popolare del Cimone, mentre nel pontremolese diventa Alpa. [Minghelli]. Vi è una radice preindoeuropea Alp con valore di altura, pietra, passata nel gallico con Alpis o Alpa, ed indica pascolo montano. In latino il termine Alpes si riferisce direttamente alla catena montuosa tra Italia e Gallia. Qualcuno vi vede un’allusione al biancore delle cime innevate (Albia, da àlbus = bianco). Il termine compare in Cino da Pistoia: L’Alpe passai con voce di dolore. E per chi esce dalla Toscana la prima catena montuosa che incontra è l’Appennino.

Alpîn  Agg. e Sm.   1) Relativo alle Alpi. 2) Alpino, appartenente al corpo militare degli alpini.  1) Vedi Âlp. 2) Dall’impiego precipuo di tale corpo, quello di fare la guerra sulle cime alpine.

Alpinìsta  Sm.   Alpinista, scalatore, amante delle montagne.

Âls Sm.   Alzo, angolo di elevazione delle bocche da fuoco per raggiungere l’obiettivo.

Alsâr V. tr.  Alzare, sollevare, erigere, alzare le carte da gioco. Dal latino altiàre = rendere più alto. Alsâr i tàch = andarsene in fretta.

Alsìa (Vt).  Sf.  Liscivia, ranno. In senso dispregiativo indica le bibite moderne.  Al bevrê anch l’alsìa = berrebbe di tutto! Dal latino lixa = acqua bollita.

Âlt   Agg.  1)  Alto di statura, slanciato, longilineo. 2)  Posto in alto, distante, difficile da raggiungere. Dal latino àltus,  derivato dal verbo àlere, alimentare, far crescere.

Alt!  =  Intimazione a non muoversi, ordine  di fermarsi. Termine di origine militare, dal tedesco  halt! = fermo! Fermati lì!

Âlta (Dâgh l’)  Locuz. Darci l’alta, mollare la discussione, disinteressarsi. Dâr l’âlta = mollare, rassegnarsi, chiudere una discussione. Si dice anche: dâr l’àsa!  L’espressione deriva da una usanza poco edificante di mettere un rospo sopra una tavoletta in bilico, poi colpire la tavoletta dal lato libero. Il rospo veniva proiettato verso l’alto e, cadendo, rimaneva stordito. Il fatto è legato alla credenza che il rospo, gonfiandosi, sputasse negli occhi e la sua saliva fosse avvelenata e capace di far perdere la vista.

Altâna  Sf.  Altana, (torretta sul tetto delle ville  ottocentesche); stenditoio. Dalla posizione alta, oppure all’aggettivo  altano riferito al vento di libeccio.

Altâr  Sm.  Altare di chiesa; posto d’onore. Forse da alta ara, la parte dell’ara ove si ponevano i doni e le vittime sacrificali. Altâr magiûr: altare maggiore, posto d’onore. Purtâr a l’altâr: portare la figlia all’altare per il matrimonio; sposare una donna. Dîr ‘na coša da l’altâr =  parlare in modo solenne.

Altarîn  Sm.  Segreto, sotterfugio. Scröver j’ altarîn = scoprire dei sotterfugi e palesarli.

Altèsa  Sf.  Altezza.  Dal tardo latino  altìtia, derivata da altus.

 Altêra Sf.  Altiera; testata del letto.  Da alto, rialzo. Altêra da co’ = testiera. Altêra da pê = sponda da piedi.

 Altrîte   Sf.   Artrite, dolore alle ossa. Vedi Artrîte.

Altrôši   Sf.   Artrosi. Vedi Artrôši.

Alugâr  V. tr.   Collocare, sistemare, posizionare. Trovare una buona sistemazione. È più usato Lugâr

Alûra  Inter. o part. interr.   Allora!  E allora? Ambedue sottintendono che è l’ora di finirla. 

Aluviûn  Sf.   Alluvione, allagamento. 

Alvâ  Agg.   Alzato, allevato. Tolto. Lievitato. Da elevare.

Alvâda  Sf. e Agg.  Sveglia; levata. Alzata. Lievitazione. Da elevare, poi levare = alzare.   Sta anche per grattata, levata, tolta, rubata. “Co’ l’êt pagâda?” “Quàter dî e n’alvâda”.  = Quanto l’hai pagata? Quattro dita e un’alzata, e con le quattro dita si fa il gesto di “sgrafignare”  l’oggetto in causa. A n’é ancùra spuntâ al dì / ch’ l’ê  šà in pê, l’é bèli lì, / a guardâr se, int la nutâda, / al pastûn l’ha fat l’alvâda. = Non è ancora spuntato il giorno che lei è già lì (in cucina) a guardare se, nella notte,  il pastone è lievitato.

Alvâda Sf.   1) Raccolta delle uova. 2)  Alzata delle carte da gioco. 3) Il momento di alzare, di prelevare la bara per avviarsi al cimitero. 4) Allevamento; covata, nidiata. Per 1, 2, 3 =  da elevàre = alzare, togliere (dalla cova). Per 4 = da àlere = nutrire, alimentare,  allevare.

Alvadîna Sf.   Riferita al terreno =  collinetta, rialzo. 

Alvadûr   Sm.  Lievito. Da levitàre = diventare leggero, fermentare. Fâr cme l’alvadûr = fare fermentare, creare disagio, mettere malumore.

Alvâr   V. tr.  1) Sollevare, alzare (anche le carte da gioco). 2) Raccogliere (le  uova). 3) Allevare; coltivare; educare.  Per 1, 2, 3 = da elevàre = alzare. Per 4 = da àlere = nutrire, allevare. NB: Si usa lo stesso termine quando la taccata delle bestie da tiro è lunga e l’ultima coppia deve spingere all’esterno rispetto alla curva per evitare che il traino (aratro o carro) vada fuori dal tracciato. In tal caso l’animale all’interno della curva deve “alzare la testa” sopra la gerla della coppia che lo precede. Come concetto non si può escludere un aggancio al termine alzaia (colei che tira la fune) che deriva da helcion = giogo, dal verbo greco ‘elkō  = io tiro. Si usa ancora questo verbo quando l’acqua inizia a bollire (Alvâr al bùj).  Fâr alvâr = fare lievitare; Fâr alvâr da lèt = svegliare. Alvâr i’ öv = raccogliere le uova.

Alvâr V. tr. Da àlere = alimentare. Devoto preferisce la composizione ad+levare = tirare su.

Alvaröli Sf.  Tirelle, cinghie di cuoio che univano le corna dei buoi al giogo. Da elevare = elevare il capo. Vedere la nota in Alvâr = sollevare.  La forma al plurale è dovuta al fatto che l’oggetto è sempre costituito da una coppia di elementi (antico duale?).

Alvâs  V. rifl.   Levarsi, alzarsi, togliersi (una voglia);  privarsi. Da levàre = togliere. Alvâs sö = alzarsi (in piedi o dal letto).

Am   =    A me,  mi. 

A m’   =    A me, mi.  Me a m’ sà = mi sembra, credo,  

Amàbil Agg.  Amabile, carino, simpatico. Riferito al vino = che tende al dolce.

A malapéna   Avv.  A malapena; appena in tempo.

Amalucâ   Agg.  Ammalloppato, non bene amalgamato, che ha dei grumi.

Amalupâ   Agg.  Ammalloppato, non bene amalgamato, che ha dei grumi.

Amanî   Agg.  Pronto; vestito; apparecchiato. Êsre ( o Stâr) amanî = essere pronto.

 Amanîr  V. tr.  Preparare, disporre, apparecchiare. Dal gotico manwjan = preparare.

Amanîs  V. intr.  Vestirsi, prepararsi per uscire.

Amâr   Agg. e Sm. 1)  Amaro, acre,  disgustoso. 2) Amaro, digestivo. Dal latino amàrus, legato al sanscrito amlàh = acre [Colonna]. Devoto pensa ad un arcaico amère, ma non convince.

Amâr   V. tr.  Amare, volere bene. Ma è raro e recente, derivato dall’italiano. In dialetto si usava: Vrêr bên. Dal latino amàre, legato ad una radice mediterranea preindoeuropea in cui si fonde il termine àmma = madre. Con la stessa radice abbiamo: amìta (zia), Manth (dio dell’amore etrusco).

Amarèsa Sf. Amarezza, delusione. Dal tardo latino amarìtia (da amàrus  = acre).

Amarèt  Sm.  Amaretto, biscotto amaro.

Amarûn  Agg. e Sm.  Molto amaro. Esiste anche un vino con questo nome.

Amâs  V. rifl.   Amarsi,  volersi bene. Vedi Amâr, verbo.

Amàs Sm.   1) Ammasso (di gente o cose). 2) Consorzio, deposito pubblico di cereali o derrate. Dal latino massa = quantità. Purtâr ‘al servèl a l’amàs = portare il cervello all’ammasso (rinunciare a ragionare).

Amasâr  V. tr. 1) Uccidere, ammazzare; uccidere il maiale. V. Masâr. 2) Radunare, ammucchiare, riunire.

Amasâs  V. rifl.  1) Uccidersi;  ma anche lavorare alacremente. 2) Riunirsi in massa.

Amatî Agg.  Impazzito, diventato matto, che ha perso il controllo.

Amatîr V. intr.  Impazzire, ammattire, dare in escandescenze.

Ambaradàm  Sm.  Ambaradàm, confusione, andamento un poco confuso. È presente nei dialetti lombardo, piemontese e ligure nella forma Ramadàm, e lo si ricollega al mese di preghiera dei mussulmani. Ma è più giusto collegarlo al nome del massiccio etiopico Amba Aradàm (2756 m.), che ricorda la battaglia contro ras Mulughità, vinta dagli italiani il 15 Novembre 1936. [Cevolani]. Và a capîr tút l’ambaradàm = cerca pure di capirci qualcosa!

Ambasâda  Sf.  Ambasciata.  Vedi  Ambasiâda.

Ambasadûr Sm. Ambasciatore. Vedi  Ambasiadûr.

Ambasiâda  Sf.  Ambasciata, messaggio; minaccia. Dal gotico andbàhti, latinizzato in ambàctia, poi passato al provenzale  ambaisàr = prestare un servizio.

Ambasiadûr Sm.   Ambasciatore, rappresentante, messaggero.

Ambiênt Sm.   1) Ambiente, locale, vano. 2) Posizione  sociale. 3) Insieme di situazioni. Dal latino àmbiens = che va intorno, che va avanti e indietro, qua e là.

Ambisiûn Sf.   Ambizione. Volontà di …

Ambisš Agg.   Ambizioso.

Ambrènda   Sf.   Merenda, spuntino all’aria  aperta. Dal latino mèreor. Merènda quindi è qualcosa da  meritare.  Anche: ‘mbrènda e mrènda.

Ambrūš   Sm.  Moroso, fidanzato.

Ambrūša Sf.   Morosa; fidanzata. Da amoroso. La su’ ‘mbrûša l’ê persuâša che la brêša la n’ brûša brîša. = la sua morosa afferma che la brace non scotta. L’ambrûša la s’ càta prèst. L’è difìcil lasâla! = È facile fidanzarsi. Il difficile è liberarsene.

Ambrúša Sf.  Meriggiare, crocchio di pecore che cercano ombra  ponendo la testa le une sotto la pancia delle altre. A Cervarezza lo dicono Ambrùz, nell’alto Frignano  Ambrizzo. Equivale anche a fiacca, pigrizia, cagna. Non è chiara l’origine della parola. Potrebbe avere a che fare con ombra, ombruzza.

Ambrušâda  Sf.   Flirt, storia d’amore. Blandizie  per  ottenere benefici da qualcuno.

Ambrušâr  V. tr.   Frequentare per amore; morosare;  manovrare per interesse.

Ambrušîn, Ambrušîna Sm. e f.   Morosino, fidanzatino.

Ambulânt  Sm.  Venditore ambulante. Da ambulàre = camminare, perché l’ambulante viaggia in continuazione.

Ambulatòri Sm.   Ambulatorio. Dal verbo latino  ambulàre, che traduce il nostro camminare nelle diverse sfumature. Si tratta perciò di un locale che si può raggiungere camminando. Il prefisso amb ha un significato duale: ambo = tutti e due; ambulare = camminare con due gambe; ambiguo = che ha due modi di comportarsi; ambiente = che ti sta di qua e di là, che ti contiene.

Amdàja, (pl. = Amdàj) Sf.  Medaglia.  Vedi Mdàja. Per prèmi  i t’ darân ‘na mdàja d’ cartûn  = per premio ti daranno una medaglia di cartone.

Amdajûn Sm.  Medaglione.    

Amèrica Sf. America, continenti americani, del Nord e del Sud. Scoperta da Cristoforo Colombo il 12 Ottobre 1492,  deve il  nome ad Amerigo Vespucci, l’esploratore che, nel 1499, dimostrò che l’America era un’altra cosa dalle Indie occidentali. A darle questo nome furono “il cartografo tedesco Martin Waldseemüller… su suggerimento del poeta Mathias Ringmann”. Il cartografo, nel 1507, aveva realizzato una mappa del mondo su commissione di Renato IIº duca di Lorena [Gatta Enrico su QN (Il resto del Carlino) del 22 Novembre 2007, pag. 35].

Americân   Sm.  Americano, gradasso,  smargiasso. Úva americâna = uva fragola; Fâr l’americân = darsi delle arie.

Amiânt   Sm.  Amianto. Dal greco amìantos, in latino amiàntus = incorruttibile.  

Amicìsia   Sf.  Amicizia, fratellanza.

Àmid  Sm.    Amido. Dal greco àmylon = non macinato, anche in latino àmylon, poi modificato in àmidum. L’amido si otteneva macerando il frumento, non macinandolo.

Amîgh   Sm.  1) Amica, amico, amici. 2)  amante. Dal latino amìcus = amabile, derivato da amàre, evoluzione di una radice  preindoeuropea a base onomatopeica amma  = mamma [da cui anche amita = zia;  amœnus = ameno; Manth =  eros, dio dell’amore, in etrusco]. Al s’è fat l’amîga = ha l’amante. Amîgh beneficâ, nemigh dichiarâ = amico beneficiato, nemico dichiarato, ovvero a fare del bene si ricevono calci.

Aministradûr   Sm.  Amministratore.

Aministrâr   V. tr.   Amministrare. Dal latino ad + ministràre = governare, servire. Minister era il servitore, l’aiutante.

Aministrasiûn   Sf.  Amministrazione.

Aministratîv   Agg.  Amministrativo. Gli aministratîvi = elezioni amministrative.

Amirâr  V. tr.  Ammirare, lodare, apprezzare. Dal latino ad + miror = guardare con  meraviglia.

Amìt   Sm.  Amitto, copri-spalle del sacerdote nelle sacre funzioni.

Amnistìa Sf.  Amnistia, condono. Dal greco amnēstìa, che significa: remissione, dimenticanza, con sottinteso il senso di non fare memoria.

A möd Avv.  Con garbo, gentilmente, con attenzione. Dal latino ad + mòdum = con ponderazione, con misura.

A möj Avv.  A mollo, in bagno; in ammollo. Dal latino ad + mòllis = a bagno, a mollo. Predisporre per la zuppa = pân a möj. Tgnîr i pê a möj = ristorarsi dopo una lunga camminata.

Ampulîna   Sf.   1) Ampolla, oliera. 2) Ampollina per la Messa.  Deformazione di àmphora in  ampùlla = piccola anfora.

Amsûra Sf.  Falce messoria (v. anche  Msûra). Dal latino (fàlx) messòria, = relativa alle messi, a sua volta da  mètere = mietere.

Amšûra  Sf.  1) Misura; dimensione. 2) Precauzione. 3) Distanza.  A noi è giunto attraverso il latino mensùra (da metìri = misurare), ma la radice deriva dall’indoeuropeo *me,  presente in greco, sanscrito, gotico, ecc. con lo stesso senso. Tör l’amšûra = prendere le misure. Föra d’amšûra = sproporzionato. Bùna amšûra = misura abbondante. Pasâr l’amšûra = oltrepassare i limiti (anche della sopportazione). Rivâgh d’amšûra = arrivarci a stento. Sênt amšûri e un tàj sûl = cento misure ma solo un taglio (per non sbagliare), riferito al sarto.

Amšu  Agg.  Misurato; controllato.

Amšuradina  Sf.  Misura approssimativa. Vale anche per una sculacciata correttiva.

Amšuradûr  Sm.  Misuratore; addetto al controllo delle misure.

Amšurâr  Sf.  Misurare; controllare, limitare. 

Amšurâs  Sf.  Misurarsi; competere. 

Amšurîn, Mšurîn: s. m. 1) Misurino, oggetto per misurare. Normalmente ci si riferisce a medicinali liquidi (sciroppi). 2) Piccolo verme verdastro che vive tra le foglie. Dal verbo misurare. Nel II° caso deriva dal modo di procedere del vermiciattolo, che si accorcia poi si allunga come se misurasse il percorso.

Amtât   Sm.    Essiccatoio per castagne  (V. Mtât).

AmuAgg.   Ammuffito, avariato, stantio.

Amufîr  V. Intr.  Ammuffire, odorare di muffa, andare a male.

A muménti Avv.  Tra poco; in seguito. Poco c’ è mancato che.

Amûr Sm.  1) Amore. 2) Oggetto prezioso; cosa graziosa. Sostantivazione del latino Àmo. A n’ gh’è pianta sensa fiûr, – a n’ gh’è dúna sensa amûr = non vi è pianta senza fiori; non vi è donna senza amore! L’amûr i ‘l caghèt, chi ch’ n’ al pröva n’al crèd = chi non prova l’amore o la diarrea non ci crede. Andâr d’amûr e d’acôrd, oppure: D’amûr e d’ajid  = andare d’amore e d’accordo. Pêrder tút l’amûr = disamorarsi, disinteressarsi.

Àn  Sm.   Anno, annata. Dal latino ànnus, derivato da una radice preromana à[t]nus, corrispondente all’idea di ruota, quindi rotazione del tempo. L’an d’là = due anni fa. L’an dal mai o anche L’an di dû = l’anno che non verrà mai. L’àn dal dû e al mêš d’e’ maj = mai. L’àn ch’a  vên; = l’anno prossimo; l’àn pasâ = l’anno scorso. Per àn e annòrum = per sempre, per lungo tempo. Àn, bisàn: sunsìsa e salàm  = per un anno e per due anni salciccia e salame. In sênt àn e sênt mêš l’aqua l’arturna al su’ paêš = in cento anni e cento mesi l’acqua ritorna da dove è partita.

A n’   Particella  negativa (rafforzata, alla francese, da mìa) = non.  A n’ capìsa mia = non comprende. In forma positiva (congiunta a in) = Ne.   A n’in sa úna pu’ che ‘l diâvle = ne sa una più del diavolo.

Anâda  Sf.  Annata (12 mesi). Raccolto annuale. In fùnd a l’anâda = a fine anno agricolo, cioè a S. Martino.

Anârchich  Agg.   Anarchico.

Anarchìa  Sf.   Anarchia. Dal greco  anarkìa = senza governo.

Anatêma   Sm.  Anatema. Rimprovero, sgridata, rimbrotto. Il termine è usato da chi ha una certa cultura. Dal greco anàthema che in origine indicava una cosa data in offerta agli dei, mentre col cristianesimo è passato ad indicare scomunica, ripudio.

Anatumìa   Sf.  Anatomia, scienza che studia la formazione del corpo mediante dissezione. Dal greco anatomē = separazione, sezionatura.

Ânca Cong.   Anche, pure, ancora. Vedi  Ânch.

Ânch  Cong.   Anche, pure, ancora.

Àncura   Avv.  Ancora,  aggancio, sostegno. Dal latino àncora, che a sua volta deriva dal greco ànkyra ove si richiama il concetto di curva, quindi di uncino, gancio.

Ancúra Avv.   Ancora, di nuovo. V. Ancòra.

Ànda   Sf.  Termine che vale: spinta, stimolo. Anda! = Vattene! Dâr l’ànda = mettere in moto, avviare.

Andâ, Andâda Agg. 1) Andata, partita. 2) Fuori di testa. 3) Patita, avariata.   

Andâda  Sf.  1) Andata, metà del viaggio (solo andata). 2) Modo di camminare, andatura. 3) Sollecitazione, aire. Tör l’andâda = prendere il giusto ritmo. Tör sö ‘na brúta andâda = prendere una brutta piega.  Capîr l’andâda = rendersi conto delle cose.  A l’andâda  al rìd, int al turnâr al piànš = mentre va ride, quando ritorna piange (= il secchio che cigola quando scende nel pozzo, poi sgocciola nel risalire, come se piangesse).

Andadûr 1) Sm. (Poco usato)  Andito, corridoio, punto di passaggio nella stalla, dietro le poste 2) Agg. camminatore, instancabile.

Andadûra   Sf.  Passo, modo di camminare, andatura.

Andamênt   Sm.  Modo di procedere (anche degli eventi),  andazzo, tran tran.

Andamênt (Casina)    Sm.  1) Andito, zona di passaggio, androne. 2)  Corridoio nella stalla, fra le due file di poste.

Andân   Sm.   Ontano. Dal latino classico àlnus si è passati ad un latino tardivo alnetànus.  Nell’alto Frignano diventa agnedân. Minghelli cita il celtico Al lan (= presso l’acqua) che sarebbe il progenitore del latino àlnus. Albero delle betullacee, cresce in zone umide (…Palùdibus alni nascuntur – Virgilio) fino a circa 1000 metri di altitudine. 

Andâna   Sf.   Lo spazio di erba che rientra in un giro di  falce. (Vedi anche Antûn). Ciapâr l’andâna = prendere l’abbrivio. Anche: prendere una brutta piega.

Andâr  V. intr. 1) Andare; camminare. 2) Funzionare. 3) Essere di moda,  essere in vigore. Anche in questo caso gli studiosi sono divisi. Alcuni pensano che si tratti della contrazione del latino ambitare, composto da amb (intorno, qua e là) e il verbo itàre, intensivo di ire ( = andare). Altri si rifanno al latino annatàre (ad = verso) natàre (= nuotare verso). Muratori propone anditare (frequentativo di adire). Altri citano l’arabo anada = partire, andarsene.   Andâr föra = andare fuori, usciree; andare a pascolare. Andâr a cavì-c = correre all’impazzata. Andâr a gamb a l’aria = cadere. Andâr a stâr = trasferirsi. Andâr ad cûrsa = correre, avere fretta.  Andâr al pàs = essere aggiornato, stare alle norme.  Andâr d’ rànda = correre, avere fretta. Andâr da mâl = avariare, marcire. Andâr in bestia = arrabbiarsi; infuriarsi. Andâr in calûr  (detto di animali) = avere l’estro, equivalente di: Gnîr ai bö. Andâr in gatûn = gattonare. Andâr per serva, per garšûn = andare a servizio. Andâr šó d’ tèsta = impazzire. Andar šù = gradire, riuscire a deglutire; tramontare (del sole).  Andâr sú = salire. Andâr súta = a) Spiare, indagare furtivamente; b) Passare dalla parte del debitore; perdere, subire. Andâr in fúm = Sfumare, svanire, perdere una buona occasione. Andâr e gnîr = andirivieni. Andâr adrê = seguire; tenerla lunga. Andâr a la bàsa = emigrare in pianura. Andâr a dâr = capitare, trovarsi, finire. Andâr d’ad là = superare, oltrepassare. Morire. Lasâr andâr = lasciar perdere.

Andarîn  Sm.   Girello, strumento per aiutare i piccoli a camminare.

Andcör Sm.  Male di cuore, pre-infarto. Ch’a t’ vègna l’an d’ cör = Ti prenda un colpo.

Anegâr  V. intr.  Annegare, affogare. È più usato Afugâr. Dal latino ad+necàre = uccidere. L’uccisione per annegamento era considerata un’esecuzione di rispetto [Devoto].

Andiāmo Sm. Prima persona plurale del verbo andare, indicativo presente. In pratica è la sostantivazione di quella voce. Equivale a:  1) stimolo, ricarica, predisposizione per fare qualcosa; 2) adeguamento a situazioni; 3) assuefazione; appiattimento.  Ciapâr l’andiàmo = adattarsi alle situazioni. L’é un brút andiàmo = è una situazione poco piacevole.  Adatâs a l’andiàmo = adeguarsi al comportamento comune.

Àndit  Sm.  Andito, androne, corridoio, corsia. Dal latino medioevale ànditus = deambulatorio, spazio a disposizione, derivato da andare.

Andrûn  Sm.  Androne, corridoio (anche nella stalla, tra le poste). Vi è chi collega il termine alla voce greca àndron, che era la zona della casa riservata agli uomini. [DEDI). Il che ci lascia immaginare  le case greche o romane, ma anche i palazzoni rinascimentali o posteriori,  ove gli uomini passeggiavano a coperto dei maestosi portici all’interno delle abitazioni, parlando di politica o di affari, lontano da orecchi indiscreti. Sin. Curidûr, Stansûn.

Anê, Anèl Sm. s. e pl.  Anelli, anello. Dal latino ànulus = anello.

Anebiâ  Agg.   Nebuloso; poco chiaro; annebbiato.

Anegâr  V. intr.  Annegare, affogare. È più usato Afugâr. Dal latino ad+necàre = uccidere. L’uccisione per annegamento era considerata un’ esecuzione di rispetto [Devoto]. Questione di gusti.

Anèla, Anèli  Sf. sing. e pl.  Anella, anelle. Fede nuziale.  Al dî d’l’anèl = anulare.

Anemìa Sf. Anemia, mancanza di globuli rossi, pallore. Dal greco an-aimìa = mancanza di sangue.

Anèmich  Agg.   Anemico, pallido.

Angiùl, Angiùla 1) Nomi propri =  Angelo, Angela. 2)  Sm. = angelo, messaggero divino; 3) Putto.  Dal greco ànghelos = messaggero. Nella religione cristiana gli angeli sono i messaggeri di Dio, dotati di intelletto e libero volere, superiori agli uomini e inferiori a Dio.  Sono suddivisi in nove ordini, o cori: Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Virtù, Potestà, Principati, Arcangeli, Angeli.

Angiulîn  Sm.  Angelo, putto.

Anguìla  Sf.  Anguilla.  Dal latino ànguis = serpe, per la forma. Detto anche di persona scaltra o poco affidabile. L’é péš che n’anguìla = è sfuggevole, è viscido e scaltro.

Àngul  Sm.   Angolo, spigolo, cantuccio. È più usato cantûn.  Dal latino àngulus, ma di derivazione orientale, da una radice Ang o Ank = gomito, spigolo, curva. Ancona deriva dal greco Ànkon = gomito, per la posizione su un gomito di riviera.

Angúria  Sf.   Anguria, cocomero. Dal bizantino anghýrion Raro cucùmbra.

Angùta   Pron. ind.   Nulla, niente. Sin. Gnênt, Brîša.  A Ligonchio e Busana si usa Vìtta (Castellini). Dal latino nec gùttam = neanche una goccia. “Il dialetto ha sovrapposto un senso figurato tendente ad indicare un nonnulla; il termine in unione con l’avverbio an = non, ha assunto il senso generico di negazione simile all’italiano niente” [Cavalieri].

Ànice  Sm.   Anice.  Dal greco ànyson, bizantino ànis, = anice. Ombrellifera, nota anche come Pimpinella anisum. È di tipo annuo. I semi vengono utilizzati in pasticceria e nella preparazione di liquori. L’olio ricavato dai semi ha proprietà sedative per gli spasmi nervosi.

Animâl, Nimâl   Sm. e Agg. 1) Animale in genere, 2)  maiale. 3)  persone rozze, volgari, infide. Dal latino ànimal = essere vivente animato.

Animalàs, Nimalâs  Agg.   Peggiorativo del precedente. 

Aniversàri  Sm.  Anniversario, compleanno. Il termine è composto da due parole latine: annus e vèrtere, e significa “Che ritorna ogni anno”.

Anlîn  Sm. s. e pl.  Anellino, anellini.

Anlûn  Sm.  Anellone.

Ànma   Sf.  1) Anima; spirito immortale. 2) Ideale politico o religioso. 3) Midollo; 4) Interno di un incastro. 5) Persona animatrice. Dal latino ànimus = spirito della vita.  Quànd la cârna l’è frústa  anch l’ànma la s’ jústa. = quando il corpo è messo male si regolarizza anche l’anima. Che equivale all’altro prov. Quand l’é vè-c e sênsa dênt – anch al diâvle al và in cunvênt! = quando ormai non può più peccare anche il diavolo si fa frate. Ánma di ptûn = parte interna di un bottone ricoperto di stoffa. Rumper l’ànma = scocciare, infastidire. Dâr l’ànma = dedicarsi con tutte le forze. Bùn’ànma = persona di cuore. Si usa riferito a persona deceduta. Ánma catîva, ànma danâda = persona perversa. A n’ gh’é ànma vîva = non c’è nessuno. Mangiâs l’ànma = rodersi internamente. Purtâr vìa ânch l’ànma = razziare, rubare tutto. Trâr vìa ânch l’ànma = vomitare anche le budella.

Ansâr   V. intr.  Ansare, ansimare, avere il fiatone. Dal tardo latino anxàre, dall’aggettivo ànxus = stretto, angusto.

Ânsi! Cong.   Anzi, tutt’altro. Dal latino classico àntea, corrotto poi in àntia = anteriore, da mettere in primo piano.

Ansiân   Agg.  Anziano, maggiore di età; saggio. Dal medievale antiànus (da àntea) =  d’una età anteriore.

 Ansianòt  Agg.  Piuttosto anziano.

 Ansûn  Pron.   Nessuno. Dal latino neque unum = neanche uno, nessuno, nulla.

Antâna  Sm.  Vedi Intâna.   

Antèna Sf. 1) Antenna per captare segnali radio o televisivi. 2) Palo sottile e lungo per issare le vele. Per Devoto si tratta di un termine dei biscaioli sabini (an-tend); altri pensano alla città sabina di antemnæ, che era situata vicino ad un fiume (ànte àmnem) [Rusconi]. Stànga dal pajâr =  antenna del pagliaio.

Anticàja  Sf.  Roba vecchia, anticaglia.

Anticàmbra  Sf.  1) Anticamera, stanza collocata prima di un ufficio o di un ambulatorio: 2) attesa; 3) preambolo. Dal latino ànte = prima, e dal greco kàmara = camera, stanza.

Antichitâ Sf.  Antichità, epoca lontana, oggetti del passato. 

Antìcip  Sm. 1) Anticipo di denaro; 2) accorgimento per fare partire i vecchi motori. Alla lettera indica un fatto che accade prima, o un dovere assolto prima della scadenza. Ma indica anche una somma (o parte di essa) data come garanzia al momento di stipulare un contratto. L’ha bèli versâ l’antìcip = ha già versato l’anticipo (la caparra).

Anticipâr V tr.  Anticipare, precedere, precorrere.   Dal latino ànte = prima, e capàre (versione popolare di càpere) = prendere.  Il concetto base è l’assolvimento di un compito prima della scadenza (pagare, arrivare, ecc…).

Antìfuna  Sf.  1) Antifona = versetto iniziale, a ritornello, nel canto liturgico. Alla  lettera significa: Suono anteriore,  che equivale al nostro ritornello, 2) Suggerimento: Chi vuol capire…  3) Minaccia.  Dal latino ecclesiastico antìphona = versetto di  prolusione nel canto liturgico. 

Antîga  Agg.  Antica, vecchia; antiquata. Dal latino antìquus = che viene prima (da ànte e una radice *oc = visto prima, che è già stato davanti agli occhi). A l’antîga = alla maniera, secondo i principi di una volta.

Antigêl, Antišêl Sm.  Liquido antigelo per motori.

Antîgh  Agg.  Antico, vecchio; superato, antiquato.  T’ê antîgh = sei arretrato.

Antigôt  Agg.  Antico, vecchiotto, superato, desueto.

Antipàst  Sm.  Antipasto.

Antipàtich Agg.  Antipatico. 

Antipatìa Sf.  Antipatia, avversione, insopportabilità.  Dal greco antipàtheja, in latino antipatìa, e indica un “insieme di sentimenti avversi” [Devoto].

Antiquàri   Sm.   Antiquario, commerciante di oggetti antichi. Dal latino antìquus = che viene prima.

Antûn   Sm.   1) Spazio tra un filare e l’altro. 2) Spazio di prato che il falciatore riesce a prendere  con una sola “mandata”. Dal latino ànte = che sta davanti.  Minghelli riporta il termine Ondàna (e anche Andàna) con lo stesso significato del nostro  antûn, ricollegandolo al latino ùnda, e spiegando il fatto con la similitudine dell’andamento dell’onda marina. Tör l’antûn = Iniziare a falciare il proprio pezzo. Quando si falciavano i fieni o lo strame a mano vi era un apripista che iniziava la falciatura. Dopo un poco partiva il secondo, poi il terzo, ecc. Era importante mantenere una certa distanza dal precedente e da quello successivo per non incorrere in incidenti.

Anuvlâs  V. rifl.  Annuvolarsi. Vedi  Anuvlîs.

Anuvlî   Agg.    Nuvoloso, rabbuiato. Dal latino nèbula, poi nùbila =  nebbia, foschia, di derivazione  indoeuropea, presente in greco (nephēle). Il nome di Novellara deriva dal termine latino Nubilaria = luogo dalle molte nebbie.

Anuvlîr  V. impers. Annuvolarsi (del tempo). È pochissimo usato.  A s’é adrê ‘nuvlîr = si sta annuvolando.

Anuvlîs  V. rifl. Annuvolarsi (del tempo), rabbuiarsi (di persona).

Anvâda, ‘nvâda   Sf.  Nevicata. Vedi Nvâda.

 Anvadîna   Sf.  Nevicata leggera. Vedi Nvadîna.

 Anvâr   V. intr.  Nevicare. Vedi Nvâr.

 Anvûd   Sm.  Nipote. Vedi Nvûd.

 Anvudîn   Sm.  Nipotino. Vedi Nvûd.

 Apâlt  Sm.  1) Appalto; 2) Licenza per tabaccheria, spezieria, o per lavori. Dal latino ad pactum = per contratto,  poi  apàltus nel medioevo, che era l’esposizione di  merce. Il termine, in era moderna, sottintende l’appalto di generi di monopolio.

Apanâ, Apanâda  Agg.   1) Appannato; spento; opaco. 2) Smorto.

Apanâr  V. tr.   Appannare; rendere non trasparenti i vetri. Al posto dei vetri si usava una carta velina fissata al telaio con colla di farina, che rendeva impossibile la vista verso l’esterno. Dall’uso di mettere un panno davanti  alla finestra. Vedi anche Impanâda.

Apanâs  V. rifl.   Appannarsi; spegnersi.

Aparciâr   V. tr.   Apparecchiare.  Dal latino pariculàre, intensivo di paràre = apparecchiare.

Aparè-c  Sm.  1) Aeroplano. 2)  Apparecchio, macchina. 3) Dentiera. 4) MeccaniSm.o.

Aparênsa Sf.  Apparenza, parvenza, aspetto ingannevole. Dal latino ad + parēre = ubbidire, adeguarsi, seguire una moda. Il verbo parēre in latino aveva assunto il significato di ubbidire, mentre ha conservato il valore di sembrare, comparire nelle lingue romanze. [Colonna]. A la sîra tú-c i gàt i’ pari bîš = di sera tutti i gatti sembrano bigi.

Apartamênt   Sm.   1) Appartamento, isolamento. 2) Casa, dimora. Dallo spagnolo apartamiento, da  apartàrse = appartarsi, ritirarsi.

Apasîr   V. intr.  1) Appassire, sfiorire. 2) Ammalarsi. 3) Perdere la  vivacità. 4) Impallidire. Dal latino pàtior = soffro, sopporto, tollero.

Apasiunâ Agg.  1) Appassionato, focoso. 2)  Interessato. Dal latino ad + passio(nem) = (fino alla)  sofferenza.

Apastâr V. tr.  Appastare, ingrassare le oche o i maiali. Consisteva del costringere maiali o oche a mangiare molto e muoversi poco o niente in modo che fossero grassi per dicembre, quando si uccidevano per avere carne per le feste.

Apatarâ  Agg.  Accovacciato.

Apatarâs V. intr. Accovacciarsi, gesto tipico delle anatre o delle oche stanche di camminare. Se riferito a persona normalmente indica il gesto di chi si predispone per soddisfare un’esigenza fisiologica.

Apèl  Sm.  Appello, controllo delle presenze. Dal latino appellàre, intensivo di appèllere (pèllere ad) = spingere verso.

Apèna   Avv.  Appena.

Apenîn  N. proprio.  Appennino, catena montuosa che si sviluppa lungo tutta la penisola e anche in Sicilia per 1500 km, partendo dal Colle di Cadibona. Per la parte peninsulare raggiunge la massima altezza col Gran Sasso (Corno Grande, 2914 m. s. m.) nell’App. centrale, mentre in Emilia il Cimone raggiunge i 2163 m. Fa eccezione l’Etna, in quanto è un vulcano, che raggiunge i 3270 m.  Da noi viene ancora chiamato tranquillamente “Âlp”. Dal celtico Pen, o Pennos, = cima, monte altissimo. A conferma si cita il nome di Penna di Novellano come esempio di monte aspro e scosceso.

Aperitîv  Sm.   Aperitivo. Dal latino medioevale  aperitivus. Si tratta di un termine medico per indicare bevande atte a stimolare la diuresi. Deriva dal latino aperìre per la funzione diuretica. Arriva da noi tramite il francese aperitif, e oggi indica una bevanda che stimola l’appetito.

Apetitûš  Sm.   Appetitoso.

Apiâ, Apiâda  Agg.  1) Acceso, (luce, fuoco o sigaretta). 2) Avviato (motore). 3) Arrabbiato. V. Apiâr.

Apiâr   V. tr.  1) Accendere, (luce, fuoco o sigaretta); 2) Avviare un motore. 3) Arrabbiarsi. Dal latino volgare adpicjàre, = trattare con pece, quindi preparare per essere acceso. Al s’apìa cun gnênt = è molto irascibile, nervoso.

A pièt Avv. Completamente, totalmente, senza  eccezione. Fâr (andâr) a pièt = raccogliere tutto, come si usava quando si faceva l’ultima raccolta delle castagne, con l’intenzione di non ripassare più, e anche dopo la legatura dei covoni. Dopo di che potevano subentrare gli spigolatori.

Apišlâ   Agg.   Appisolato; sonnacchioso. Onomatopeico del sostantivo pisolo, dal gruppo ps…ps,  che riproduce il respiro di chi dorme.

Apišlâs   V. rifl.   Appisolarsi; addormentarsi.

Apò-g   Sm.   Appoggio, sostegno; solidarietà. Dal latino ad pòdjum = sul piedistallo. Avêgh d’i apò-g = Avere persone altolocate cui potere chiedere favori.

Apòsta, A posta Avv. 1) Apposta, volontariamente. 2) Per scherzo. Dal latino ad pòsitam [voluntatem], che  equivalente a  deliberatamente. Fêt apòsta o fêt dabûn? = scherzi  o fai sul serio?

Apòstle Sm.  Apostolo. Dal tardo latino Apòstolus, derivato dal greco apostèllō  = invio, mando.

Apostulâ Sm.  Apostolato, predicazione.

Aprendìsta   Sm. 1) Apprendista, principiante. 2)  Scolaro. Dal verbo apprendere = imparare.

Apruvâr   V. tr.   Approvare, accondiscendere. Dal latino (ad) probàre = passare al  crogiolo o al giudizio severo di qualcuno. Quindi  selezionare,  purificare.

Apruvasiûn   Sf.   Approvazione, consenso.

Aptît   Sm.   Fame, appetito, brama. Dal latino ad + pètere = tendere a, quindi bramare.

Aptitûš   Agg.   Appetitoso, gradevole.

Apûnt Sm.  1) Appunto, nota. 2) Richiamo, rimprovero. Dal latino ad + puntare,  derivato dall’uso di fermare con un punto (spillo) un avviso (foglio in bacheca).

Apuntâ Sm.   Appuntato, carabiniere. Dal francese appointé  = assegnato ad un compito speciale.

Apuntamênt Sm.   Appuntamento, abboccamento. Dal francese appointement = sentenza con la quale il giudice chiedeva di rimandare ad altra data la sentenza per potere ascoltare testimoni nuovi o esaminare nuove prove.

Apuntî, Apuntîda  Agg.   Aguzzo, appuntito. Da punta = dotato di punta, a sua volta derivato dal verbo pùngere (part. pass. pùnctum).

Apustamênt Sm. Appostamento, imboscata, spiata. Da  (Loca) posita, = posti stabiliti per il cambio dei cavalli o per riposare. Ma nel caso specifico equivale a luogo scelto per appostamento, cioè nascondiglio per aggredire. Il termine ricorda soprattutto il modo di fare caccia di postazione.

Apustulâ Sm.  Apostolato, predicazione.

Àqua  Sf. Acqua, pioggia. Dal latino àqua, derivato da una radice gotica  àkwa. Aqua piuvâna = acqua raccolta in tempo di pioggia, non di sorgente. Aqua santa = 1) acqua benedetta. 2)  Persona ipocrita. Tör sú l’aqua cul cavàgn = fare un lavoro inutile. Mandâr l’aqua a l’insú  = tentare l’impossibile. Aqua in búca = silenzio, omertà. Fâr un bûš int l’aqua = non ottenere uno scopo. L’aqua d’la nèbia la bàgna i cujûn: / a pâr ch’a n’ piöva ma la bàgna dabûn! = l’umidità della nebbia imbroglia i minchioni: sembra che non piova ma bagna davvero. A l’àqua = a cielo aperto, sotto la pioggia. Aqua da bèvre = acqua potabile. Aqua morta = acqua ferma, cheta.  Aqua  nigra = acqua lurida. L’ha fàt agli aque = le si è rotta la placenta, sta per partorire. Fâr la cûra dagli aqui = fare le cure termali. Andâr in aqua = sudare forte.  Catâr l’aqua = trovare la vena (proprio dei rabdomanti). Al sàngve al n’é mia aqua = il sangue non può mentire.

Aquadìs Sm. (raro)  Mezzo vino, vino poco buono. Dal latino aquàticus = relativo all’acqua. Erano più usati  mešvîn e turciâ. Il vino annacquato era l’accusa ricorrente contro gli osti.

Aquafôrta Sf.   Acquaforte. Oggi il termine indica una incisione. In origine indicava l’acido nitrico usato per la riproduzione di un disegno su lastra di rame. Sulla lastra di rame veniva spalmata della cera. Sulla cera si incideva il disegno, poi, immergendo la lastra nell’acido nitrico, la lastra restava impressa nelle parti graffiate, diventando il cliché per la stampa.

Aquaràja Sf.   Umore acqueo, sierosità.

Aquaràša Sf.   Acquaragia, solvente per vernici.

Aquarèl Sm.   Acquerello, quadro o tecnica di pittura. Dalla tecnica pittorica che prevede di stemperare il colore in acqua e gomma.

Aquaröla Sf.  È la condizione dell’uovo non fecondato, che, dopo essere stato covato, diventa un liquido puzzolente e marcio. Il termine è in uso sul versante modenese. Da noi si usa èndše (endice), oppure si dice che l’uovo “l’é andâ a butàs

Aquasânta   Sf.  Acqua santa, acqua benedetta. Viene anche definita acqua lustrale.

Aquasantêra   Sf.  Acquasantiera da camera. Quella in chiesa è detta pìla (o pilèta) da l’aqua sânta.

Aquedòt Sm.  Acquedotto, conduttura per l’acqua. Dal latino àquæ dùctus = conduttura dell’acqua.

Àquila Sf.  1) Aquila, rapace. 2) Cima, genio. Dal latino Àquila. Al sîga cmé un’àquila = strilla molto forte.

Aquìst Sm. 1) Compera, oggetto acquistato. 2) Persona che si aggiunge ad un gruppo.

Aquistâr   V. tr. 1) Acquistare, comperare. 2) Avvantaggiarsi. 3) Migliorare in qualità. L’è mèj pêrdel che aquistâl = è meglio perderlo che trovarlo. Dal latino adquìrere, poi adquisitàre = domandare, richiedere (per possedere).

Aquûš, Acvûš   Agg.  Acquoso.

Âra  Sf.   1) Aia. 2)  Spazio. Dal latino àrea = spazio, a sua volta  derivato da àrere = seccare, asciugare, perché sull’aia si essiccavano i cereali. Quand al furmênt l’é int l’âra / i cuntadîn i’ fân cagnâra  = Quando il frumento è nell’aia i contadini fanno festa.

Arâ  Agg.   Arato, dissodato, coltivato.

Arâ  Sm.   Aratro. Dal greco àratron= aratro. Arâ da la pêrdga = aratro per fare i solchi di scarico o per seminare prodotti che non esigono semina in profondità. Si tratta di uno strumento leggero (tutto di legno escluso il vomere [la gmêra]) e privo di carrello, trainato direttamente col giogo. Nei secoli passati ne esisteva un tipo ancor più piccolo che poteva essere trainato da due persone o da un asino.

Arabî  Agg. e part. pass. 1) Arrabbiato, nervoso. 2) Accanito (detto di lavoratori indefessi). L’è arabî adrê ai sôld = è taccagno.

Arabîr  V. intr.  1) Accanirsi (nel lavoro). 2) Adirarsi.  Dal latino ràbies = rabbia.

Arabîs  V. rifl.  Accanirsi (nel lavoro). adirarsi. 

Àrabo Agg. 1) Arabo. 2) Discorso strano, incomprensibile. Dal nome del territorio, l’Aràbia. Pârlet àrabo? = parli arabo?

Aràdio Sm. Errore pacchiano, a volte abusato, per indicare la radio.  Dal latino ràdius = raggio, nome derivato dal modo di propagare le onde magnetiche irradiandole. Alsâr / sbasâr l’aradio = alzare o abbassare il volume della radio. Fu inventata da G. Marconi nel 1899, su teorie di Hertz, Lodge, Poynting.

Aradûr  Sm.  Aratore, colui che ara.

Aradûra  Sf.  Aratura dei campi.

Arampinâ Agg. 1) Contorto, uncinato. 2) Avaro, 3) Rattrappito.  Dal franco hrampön = salire, rampare, contrarsi. Si dice anche di persone magre o morte stecchite.

Arangiâr  V.  tr. 1) Arrangiare, adattare. 2)  Mettere, inserire, fare rientrare nei ranghi.

Arangiâs  V. rifl. 1) Arrangiarsi, darsi da fare. 2) Accontentarsi di poco. 3) Il termine comprende anche la Sf.umatura di “prendere, rubare”.

Arâns   Sm.  1) Arancio, arancia. 2) Il colore arancione. Dal persiano hnàrangh (in sanscrito  nagaranja) = frutto gradito all’elefante.

Aransî   Agg. e part. pass. Rancido, avariato, irrancidito.

Aransîr   V. intr.  Prendere il rancido.

Aransûn   Agg.  Arancione.

Arâr  V. tr.  Arare, dissodare.

Aràs   Sm.  Arazzo. Dal nome della città francese Arras, dove si producevano gli arazzi.

Arbaltâ Agg. Ribaltato, capovolto. Dal latino ri + balta = ripetere il rovesciamento. [Devoto]. Altri ricorrono a riboltare, o a revolvitare (in latino girare) unito a balza.

Arbaltamênt Sm.  Ribaltamento, capovolgimento.

Arbaltâr   V. tr.  Ribaltare, rovesciare, capovolgere. Da una radice bàlta = capovolto. In particolare ci si riferiva al cassone pieno di letame o di sabbia, sistemato sul bersiòt in modo da poterlo sganciare e ribaltare facilmente.

Arbaltâs  V. rifl.  Ribaltarsi, rovesciarsi, capovolgersi.

Arbaltûn   Sm.  Ribaltone, caduta.

Arbasâ   Agg.  1) Ribassato, diminuito. 2) Scontato.

Arbasâr V. tr.  1) Abbassare, ribassare. 2) Scendere a compromesso. 3) Collocare in basso. 4) Degradare. 5) Diminuire il prezzo. Iterativo di abasâr.

Arbasâs   V. rifl.  1) Abbassarsi. 2) Ribassarsi.

Arbàtla   Sf.   Ribattola, cròtalo. (strumento per fare rumore, usato il Venerdì Santo).

Arbàter, Arbàtre  V. tr 1) Ribattere (chiodi). 2) Rintuzzare. 3) Rispondere. 4) Difendersi. Iterativo del latino battùere (poi  bàttere) con lo stesso senso.

Arbatû,  Arbatûda Agg.  Ribattuto, insistito.  Al gh’ha i ciôld arbatû = è duro da convincere.

Arbatûda  Sf.  1) Ribattuta (dei chiodi). 2) Orlatura, fare la ribattuta.

Arbecâs  V. Intr.  1) Ribattere, ribellarsi. 2) Rimbeccare le  provocazioni. Dal latino bèccus, di derivazione  gallica, legata a bucca. Quindi: rivolgere il becco verso il provocatore.

Arbèch  Sm.  Gesto di rivolta, reazione.

Ârbi (Ramiseto)   Trogolo.

Àrbiter  Sm.  Arbitro,  giudice. Dal latino àrbiter = testimone. Ma resta il concetto di una persona autonoma nel giudizio.

Arbitrâr  Sm.  Arbitrare, giudicare. 

Arbómb (Carp).   Sm.  1) Rimbombo. 2) Tuono. 3) Eco di uno scoppio.

Arbùch Sm.. Rabbocco, livellamento. Relativo a bucca (Vedi   Búca). Si usa in prevalenza parlando di damigiane  di vino nuovo.

Arbucâda (Carp).  S . f.  Rabbocco, livellamento.

Arbucadûra  s . f. Rabbocco, livellamento.

Arbucâr V. tr.  1) Rabboccare. 2) Rimboccare. 3) Intonacare.

Arbufâr  V. intr.  1) Il ritornare del fumo giù dal camino.  2)  Rabbuffare, scompigliare.

Arbufâs  V. rifl. 1)  Rabbuffarsi. 2) Scompigliarsi.

Arbújre   V. intr  1) Ribollire. 2) Fermentare. 3) Logorarsi per ira o per invidia. Iterativo del latino bullìre, onomatopeico del  borbottio della bollitura (bl..bl.).

Arbujû  Agg. 1) Ribollito, stracotto. 2) Ripetitivo, noioso.

Arbujûda  Agg. 1)  Stracotta. Sf. 2) Ribollita, ribollitura.

Arbùmb  Sm. 1) Rimbombo. 2) Tuono. 3) Eco di uno scoppio.

Arbumbâr  V. intr.  Rimbombare, echeggiare.

Arbút  Sm. Virgulto, rametto, nuovo getto. 

Arbutâda  Sf.  Il rispuntare dei germogli.

Arbutâr  V. intr. Rispuntare, germogliare, ributtare. Dal gotico bàutan = gettare, germogliare.

Arbutâs  V. rifl. Comportamento del somaro che si rivolta  nella polvere. Iterativo di buttare = gettare.  Anche Aršacâs.

Ârca  Sf.  Arca, con riferimento reale o metaforico a quella di Noè. L’è vè-c (antîgh) cme l’ârca d’ Nuè = è vecchissimo (di mentalità).

Arcâ  Agg.  Arcuato, curvato. Vedi Inarcâ.

Arcâda Sf.  1) Arco. 2) Volta. 3) Arcata di ponte, di chiesa  o portico. Dal latino àrcus = arco.

Arcalsadûra  Sf.  Rincalzatura.

Arcalsâr  V. tr.  1) Rincalzare. 2) Riportare a livello. 3) Rinfocolare. 4) Rabboccare (le lenzuola). Arcalsâr la bùta = rincalzare la botte. Arcalsâr al fögh = riattizzare il fuoco.

Arcàngel  Sm.  Arcangelo.  Gli Arcangeli sono tre:  Michele (che significa: Chi è come Dio?), Raffaele (Medicina di Dio), Gabriele (Inviato da Dio). Dal greco arkhànghelos attraverso il latino ecclesiastico arcangelus. Significa: primo fra gli angeli, quindi a capo degli angeli.

Arcapesâs = V. rifl. 1) Raccapezzarsi. 2) Ritrovare. 3) Riprendere le facoltà mentali.  Legato al  latino caput = testa. = ritrovare la testa.

Arcaplâr  (in disuso) V. tr.  Rabboccare i tini o le damigiane.  Da cappello, come se si aggiungesse il cappello all’uva pigiata dentro il tino o altro vino a quello già presente nella damigiana.

Arcarcâr  V. tr. 1) Ricalcare. 2) Premere, insistere.  Dal latino calcàre = imprimere la  propria impronta (col calcagno). Anche calcagno e càliga derivano dalla  stessa radice.

Arcargâr  V. tr.  1) Ricaricare merce da un veicolo ad un altro. 2) Ricaricare un’arma.  Dal latino tardo carricàre =  utilizzare il carro.

Arcatâr V. tr.  1) Raccogliere, raccattare. 2) Ritrovare.  

Arcatâs V. rifl.  Ritrovarsi, incontrarsi, rivedersi.  

Arcgnùser, Arcgnùsre  V. tr. 1) Riconoscere, individuare. 2) Dare il proprio cognome ad un figlio illegittimo. 3) Essere riconoscente per un beneficio ricevuto.  Dal latino recognòscere.  Me i’ n’ v’arvîš e gnân ch’i n’ v’arcgnùs = Non  riesco a riconoscervi.

Arcgnusènsa Sf.  Riconoscenza, gratitudine.  L’arcgnusènsa la n’è brîša da  st’ mónd = la riconoscenza non è di questo mondo.

Arcgnusênt  Agg.  Riconoscente, grato.  

Arcgnusû  Agg. 1) Riconosciuto, identificato. 2) Legittimato.  A l’ha ‘rcgnusû per fiöl = gli ha dato la paternità. Lo ha riconosciuto come figlio.

Ârch Sm. 1) Arco. 2) Volta. 3) Arcata di un ponte o di un portico. Dal latino Ârcus.

Archervâr   V. tr. 1)   Ricreare. 2) Rigenerare. 3) Rinnovare  (imponendo il nome di un antenato). Etim.:  dal latino re-creàre = creare di nuovo. Era l’uso di dare al figlio il nome del padre o del  nonno, praticato anche nell’antichità, quale segno di riverenza e devozione verso gli avi (che venivano considerati dei penati o tutori della casa e della famiglia).

 Archèt  Sm.  Archetto per violino o per vecchi trapani.

Archièt Agg.   Raccolto, preso su,  accolto. Da  recollìgere = raccogliere di nuovo.

Archièta  Sf.   1) Raccolto, risultato, raccolta di prodotti di stagione (frutta). 2)  Raccolto. 3)  Risultato. Da recollecta = cose raccolte.

Architèt  Sm.   Architetto, progettista. Dal greco architècton= capo dei costruttori di abitazioni.

Architetûra  Sf.   Architettura, progettazione.

Architrâv  Sm.   1) Architrave. 2) Trave maestra, trave principale.

Archìvi  Sm. 1) Archivio. 2) Raccolta di documenti  importanti. 3) Nascondiglio di segreti. Dal tardo latino archìvum. Il termine equivalente greco indicava la dimora dei  magistrati.

Archivìsta Sm. Archivista, impiegato d’archivio, addetto alla classificazione di documenti importanti.

Arciàm Sm. 1) Richiamo. 2) Strumento da caccia. 3) Rimprovero. 4) Sollecitazione. 5) Richiamo tipografico. Esca.  Dal latino reclàmo = richiamo. I’ arciàm = uccelli da richiamo.  La campâna l’ha batû l’arciàm = la campana ha suonato l’ultimo richiamo per la Messa.

Arciamâ  part. pass. e Sm.  1)  Reclutato di nuovo. 2) Richiamato in servizio. In questo caso ha valore di “convocato di nuovo”.

Arciamâr  V. tr. 1) Richiamare, rinominare. 2) Sgridare, rimbrottare. 3) Richiamare al servizio militare. I’ l’hân arciamâ = È stato richiamato sotto le armi.

Arciapâr V. tr.  1) Riprendere, riacchiappare. 2) Raggiungere.

Arciapâs V. rifl.  1) Riprendersi, riacchiapparsi. 2) Raggiungersi. 

Arcmandâ Agg. E p. passato   Raccomandato,  protetto, favorito.

Arcmandâda Sf.  1)  Raccomandata postale. 2) Agg.  e part. pass. Protetta, raccomandata.

Arcmandâr  V. tr.  1) Raccomandare. 2) Consigliare, suggerire.  Dal latino Recommendàre = riaffidare, dare in mano a qualcuno.

Arcmandâs  V. tr.  Raccomandarsi,  chiedere protezione o aiuto.  

Arcmandasiûn  Sf. 1) Raccomandazione, privilegio. 2) Favoreggiamento.  

Arcöjre  V. tr. 1) Raccogliere. 2) Notare, capire un’allusione. Dal latino re-collìgere = cogliere,  scegliere.

Arcôrd  Sm. 1) Ricordo, memoria. 2) Buona fama. 3) Oggetti regalati o  ereditati da qualcuno. Dal latino recordàri = tenere a mente,  legato alla radice cor = cuore. Il cuore era considerato la sede dei buoni sentimenti, quindi anche della loro memoria.

Arcrövre  V. tr.   1) Coprire, ricoprire. 2) Fecondare, accoppiare (riferito ad animali). Dal latino re-cooperìre = coprire di nuovo, ricoprire.

Arcuntâr V. tr. 1) Raccontare, narrare. 2) Contare di nuovo, ripetere. Iterativo del latino comptàre, derivato da computàre = conteggiare.

Arcurdânsa   Sf.  Ricordo vago, approssimativo. A la mi’ arcurdânsa = per quel che ricordo io. A l’arcurdânsa d’i vè-c = stando a quanto ricordavano i vecchi.

Arcurdâr   V. tr. 1)  Ricordare, tenere a mente, 2) Commemorare. Dal latino re-cordàri = ricordare,  derivato dalla stessa radice di  cor = cuore.

Arcurdâs   V. rifl.   Ricordarsi, tenere a mente.

Ardâr   V. tr.  Rendere, ridare, restituire. Dal latino re-dàre, che poi diventa rèddere = ridare.

Ardensâda     Sf.  Risciacquatura, lavaggio veloce, di poco impegno.

Ardensadûra  Sf.  Risciacquatura, lavaggio veloce.

Ardensâr     V. tr.  Risciacquare.

Ardensâs   V. rifl.  Risciacquarsi,  lavarsi, pulirsi.

Ardî   Agg.  1) Ardito, focoso, impetuoso, coraggioso, temerario. 2) In epoca fascista: allievo avanguardista. Dal franco hardiàn = indurirsi, irrigidirsi.

Ardiûn  Sm.  Fermo della fibbia, ardiglione di aggancio. Dal francese hardillon (legaccio), che deriva a sua volta, dal franco hard = filo ritorto.

Ardupiâ   Agg. e part. pass.: 1) Raddoppiato. 2)  Moltiplicato. 3) Piegato in due o più parti. 4) Doppiato nella corsa.

Ardupiâr   V. tr. 1) Raddoppiare, doppiare. 2) Moltiplicare. 3) Piegare in due. 4) Doppiato nella corsa. Iterativo del latino plus, tramite il  francese doublèr = ripetere più volte.

Ardupiâs V. rifl.  1) Raddoppiarsi. 2) Farsi  in quattro. 3) Piegarsi in due.

Ardûr   Sm.  1) Ardore. 2) Calore. 3) Caldo afoso o intenso. Dal latino àrdor, derivato dal verbo àrdere = bruciare, essere ardente. Il verbo deriva a sua volta da un antecedente àreo = rendo arido, secco.

Ardusâr   V. tr.  Addossare, accollare, caricare.

Ardusâs V. rifl.  Addossarsi, accollarsi, caricarsi. Al s’é ardusâ la cûlpa = si è preso tutte le colpe.

Ardî   Agg. e part. Pass. 1) Riunito, ammucchiato. 2) Costretto alla resa. 3) Ridotto in mala condizione.

Ardîr   V. tr. 1) Radunare, convogliare, raccogliere, unire, riunire. 2) Ricondurre, ridurre a.

Ardîs V. rifl. 1) Ridursi al punto di. 2) Decidersi a fare. 3) Ritrovarsi. Dal latino re-dùcere = ricondurre,   guidare di nuovo. Al s’é ‘rdušî prân mâl! = come si è ridotto male! Al s’é ‘rdušî a cà = è rientrato a casa.

Arêd  Sm.  Arredo, mobile, mobilio.

Aredamênt  Sm.  Arredo, mobile, mobilio.

Aredâr  V. tr. Arredare, ammobiliare. Dal medioevale arredàre, derivato dal  gotico (ga)redan = aver cura.

Arèla, Arêla (Carp). Sf.  1) Stuoia di canne utilizzata per sagomare strutture ad arco o plafoni per  contro-soffitto, su cui poi si applica l’intonaco. 2) Steccato, recinto fatto di canne. Dal tardo latino aruntièlla =  piccola canna. In Minghelli (pag. 61) viene riportata la parola carèlla (variante della dialettale garella) che indica “la trama di graticci o cannucci destinati a sorreggere, a loro volta, fichi, o uva o castagne da seccare”. In tal caso il termine deriva dal latino quàdrus, poi corrottosi in quarrus, rientrato in Italia come quadrello dalla Provenza (cairèl), inteso anche come freccia, dardo.

Arêna   Sf.   1) Rena, sabbia.  (Vedi Rêna). 2) Antico anfiteatro o una piazza per la corrida. 3) Circo. Da harèna = sabbia, che veniva stesa sulle corsie per attutire le cadute dei concorrenti.

Arèndse   V. rifl.   Arrendersi, cedere, non opporre resistenza.

Arênsa (Ramiseto) Sf.    Resa, rendimento.

Arênt  Avv.   Vicino, radente. Dal latino ràdere = rasare, tagliare a filo di terra.

Arèst, Arêst (Carp)   Sm.   1) Arresto, stop, fermata. 2) Guasto. 3) Arresto, imprigionamento, cattura. Dal latino re-stare =  ristare, fermarsi.

Arestâ  Agg. e part. Pass. 1) Arrestato, imprigionato, catturato. 2) Fermato.

Areuplân  Sm.   Aereo. Vedi Reuplân e Riuplân.

Arèver, Arèvre  V. tr.   1) Aprire. 2) Iniziare. 3) Sturare, stappare. 4) Intraprendere un’attività. Dal latino aperìre.  Arèver la búca = parlare (anche a sproposito). Arèver i’ ò-c = aprire gli occhi. accorgersi, rendersi conto, intuire.

Arfâr V. tr.  1) Rifare, ripetere. 2) Imitare. Dal latino re-fàcere = fare di nuovo. L’é un piö-c arfàt = zoticone, grezzo, borioso.

Arfâs   V. rifl. 1) Rivalersi. 2) Rivalersi. 3) Riattivarsi. 4) Riprendere le forze. 5) Recuperare posizioni nel gioco o nello sport.

Arfilâ, Arfilâda Agg.  e part. Pass.  Affilato, arrotato.

Arfiladûr Agg.  1) Arrotino, affilatore. 2) Strumento per affilare, mola.

Arfiladûra Sf.   Affilatura.

Arfilâr V. tr.   Affilare, arrotare.

Arfiltrâr V. tr.   Filtrare di nuovo.

Arfinâr V. tr.   Raffinare.

Arfinîr V. tr.   Rifinire.

Arfiulâr V. tr.   Partorire di nuovo.

Arfrìt   Agg. e p. pass.  1) Rifritto. 2) Riutilizzato. 3) Abusato, scontato. 

Argàgn  Sm. 1)  Latrato di cane adirato. Muggito di vitelli. 2) Lamento umano. 3) Bimbo piccolo.  Suono onomatopeico. Il termine esprime una situazione di rabbia e rivolta. (Vedere  anche   Stragàgn).

Argênt  Sm.  1) Argento. 2) Di colore grigio. Dal greco argýrios = qualcosa che  riluce.  Argênt vîv = vivacità dei bimbi, (ma è anche il nome dialettale del  mercurio). Al martel d’argênt al rèva al pôrti d’ fèr = coi denari si ottiene tutto [in Vitali].

Argentâ, Argentâda  Agg: e p. pass.  Argentato (come tinta).  È normalmente riferito alla capigliatura.

Argentâda Sf.   1) L’azione di inargentare.  2) Agg. e p. pass. = argentata.  

Argentadûra  Sf.  Argentatura.    

Argentâr  V. tr.  Inargentare, cromare con argento.    

Argenterèja (Carp).  Sf.   Argenteria, vasellame o posateria  preziosa.

Argenterìa  Sf.   Argenteria, vasellame o posateria  preziosa.

Argentûn  Sm.   Argentone (finto argento).

Arghégn  (Carp). Sm.  1) Atto di ribellione, contrattacco, reazione violenta. 2) A volte indica l’aspetto, il ghigno, la smorfia dell’arrabbiato.

Ârghen   Sm.   Argano, verricello. Dal latino medioevale àrganum, di derivazione greca.

Arghìgn   Sm.   1) Atto di ribellione, contrattacco, reazione violenta. 2) A volte indica l’aspetto, il ghigno, la smorfia dell’arrabbiato. Dal francese guignêr = fare smorfie.

Arghignâ Agg. e p. pass.  Ribelle, arrabbiato, rivoltoso, litigioso.  Dal francese guignêr = fare smorfie.

Arghignâda Sf.  Lite, alterco, ribellione verbale. Al gh’ha fat sú un’arghignâda = gli ha dato una forte sgridata.

Arghignâs  V. rifl. 1) Ribellarsi, rivoltarsi, reagire con rabbia. 2) Opporsi alle sopraffazioni.

Arghignûš  Agg. 1) Bilioso, irritabile, dispettoso, antipatico. 2) Fastidioso. ingiurioso. Vedi Ghignûš.

Arghitâr   (Casina) V. tr.   Rimettere, vomitare.

Argîr  Sm.  Rigiro, imbroglio. Guadagnare tempo. Intensivo del verbo girare, quindi  circuire, girare intorno, confondere.  Al gh’ha di bröt argîr = non è chiaro, non offre garanzie.

Argiulîr  V. intr. 1) Essere allegro, vivace. 2)  Rifiorire.

Argnîr, Arvgnîr  V. Intr. 1) Ritornare, ridiventare. 2) Rinvenire. Dal latino re-venìre = ritornare,  venire di nuovo.

Argôder, Argôdre   V. intr.    Godere di nuovo, riprovare piacere.

ArgöSm. Orgoglio, vanto, superbia, boria.  Dal provenzale orgòlh.

Arguardâr V. tr.   Rivedere, riguardare. Al gh’ha arguardâ = ha esaminato meglio.

Arguardâs V.  rifl.   Riguardarsi, proteggersi.

Argumênt  Sm.  1) Argomento, tema. 2) Ragione valida. Dal  latino argùere = fare brillare (le proprie prove, i propri argomenti), argomentare, dimostrare.

Ària Sf.   1) Aria (come elemento). 2) Atteggiamento. 3) Motivetto. 4) Tono. 5) Boria.  Dal greco hàer, (latino àer, àeris) divenuto prima àrea, poi ària. Dâs dagli àrii = vantarsi, gongolare. Mandâr a l’ària = far fallire, invalidare. Ciapâr ‘na bucâda d’aria = riposarsi un attimo, prendere aria fresca, distrarsi. Aria! = Vattene! Equivale a: Vattene perché mi togli l’aria. L’ê un’aria ch’ la tàja = freddo intenso.  Un fîl d’aria = leggera brezza.  Un cûlp d’ària da la fnèstra –  l’ê ‘na s-ciuptâda o un cûlp ed balèstra = un colpo d’aria preso alla finestra è come una fucilata o un colpo di balestra. Ària bùna = aria salutare. Dâr ària = arieggiare. Al gh’ha la testa pr’ària = è distratto, assente. Dâr ària ai dênt = parlare a vanvera.  A mèš’ària = a mezza altezza.

Arichî  Agg. e p. pass.  1) Arricchito, migliorato. 2) Diventato ricco. 

Arichîr  V. intr. e  tr.  1) Arricchire, migliorare. 2) Diventare ricco. 

Ariegiâ   Agg. e p. pass.  Arieggiato, ventilato.

Arièta  Sf.  Brezza, venticello.

Arìnga,  Sf.   Aringa.

Aritmètica (anche Ritmètica) Sf.  Matematica, aritmetica, calcolo.  Dal greco aritmetikē  tèknē = arte  dei numeri, attraverso il latino  arithmètica (ars).

Ariûš  Agg.   Arioso, ameno.

Arîv  Sm. 1)  Trovata, battuta, gag. 2) Arrivo (di una gara). 3)  Traguardo, meta.

Arivâr  V. intr. 1) Giungere, arrivare. 2) Raggiungere. 3) Capire, intendere. Dal latino ad-ripàre = (ad ripam  ire) = raggiungere la riva, approdare.

Arlechîn 1) n. pr. Arlecchino. 2) Sm.  Stravagante, incoerente. Forse dal francese  hellequin (che corrisponde a: un povero diavolo).

Arlechinâda Sf. 1) Stravaganza, incoerenza. 2)  Voltafaccia.

Arlìa  Sf.   Rabbia, nervoso, dispetto, fastidio. Dal portoghese arelìa = dispetto, noia

Arliâ Agg.  Adirato, innervosito, indispettito.

Arliâr  V. tr.  Fare arrabbiare.

Arliâs  V. rifl.  Arrabbiarsi, indispettirsi, innervosirsi. 

Arliûš  Agg.  Irascibile, bilioso.  

Arlöj  Sm. 1) Orologio, segna tempo. 2) Strumento di precisione. 3) Persona puntuale. Dal greco òra-lòghion = che legge il tempo.  Precîš cme ‘n’arlöj = puntuale. Arlöj da bisàca (da bisachîn)  = orologio da tasca. Cargâr (tirâr sö) l’arlöj = dare la carica all’orologio a molla o a pendolo.

Arlujâr Sm.  Orologiaio, riparatore o venditore di orologi.

Ârma Sf.  1) Arma (da difesa o offesa). 2) Stemma gentilizio. 3) Il corpo dei Carabinieri. Àrma in latino indica sia le armi che lo scudo  leggero. Lo scudo viene anche detto Parma o Pàrmula.

Armâ Agg. e p. pass. 1) Armato, armata. 2) Che dispone di mezzi di difesa e di offesa. 3) Attrezzato per lavori specifici. 4) Muro o piano rinforzato con strutture metalliche. 5) Cantiere che dispone di impalcature di protezione.

Ârmâda Sf. 1) Armata, esercito. 2) Agg. o p.pass.: Armata, dotata di armi o strumenti.

Armadûra  Sf.  1) Armatura militare o di difesa.  2) Struttura di supporto murario. Vedi   Ârma, come  difesa, protezione.

Armàgner, Armàgnre  V. intr.   1) Rimanere, restare, fermarsi, trattenersi, rimanere fermo. 2) Rimanere sorpreso. 3) Restarci male. Dal latino re-màneo = mi fermo di  nuovo. Armàgnr’ a pê = subire un’avaria. Perdere la  coincidenza con un mezzo pubblico. Restare di stucco.  Armàgnr’ a bùca súta = rimanere sorpreso, ma anche non  raggiungere lo scopo. Armàgnr’ in camîša = perdere tutto [normalmente al gioco]. Armàgnr’ ad sas = restare di stucco. Al fa armàgner = lascia a bocca aperta (sia per lo stupore che per la delusione).  Armàgnghe dénter = restarci invischiato, non riuscire a concludere. Armàgnr’ indrê = Restare indietro, non tenere il passo. Perdere l’occasione.  Armàgner sóta a un falimênt = rimanere coinvolto in un fallimento.

 Armamênt  Sm. sing. o plur.  1) Armamento, insieme delle armi.  2) Chiamata alle armi. Il disporsi alla guerra.

Armangiâr  V. tr.  Rimangiare (la parola). Dal latino remanducàre.

Armangiâs  V. tr.  Rimangiarsi (la parola).

Armâr  V. tr.  1) Dotare di armi, preparare un esercito. 2) Predisporre scavi o muri per le gettate di cemento o per la sicurezza contro le possibilità di frane. Dal latino àrma intesa come protezione (scudo).

Armàri Sm.  Armadio, mobile. Persona grossa. Dal latino armàrium = mobile per  custodire le armi.  Armàri da mûr = armadio a muro. Al pâr un armàri = è grosso come un armadio.

Armarîn Sm.  Armadietto.

Armaröl  Sm.  Armaiolo, venditore di armi.

Armâs V. rifl.  Armarsi, disporsi alla guerra. 

Armâš Agg.  Rimasto,  avanzato. Vedi  Armàgner.  A volte il termine diventa sostantivo ed indica i resti, gli avanzi

Armès-c  Agg. e Sm.   1) Mescolato, misto. 2) Mescolanza. Miscela.

Armesciânsa  Sf.   Mescolanza, confusione.

Armes-ciâr   V. tr.   Rimescolare, confondere, mescolare. 

Armes-ciâs   V.  rifl.   Rimescolarsi, confondersi, mescolarsi. Impegolarsi. 

Armes-ciúm   Sm.   Mescolanza, confusione, promisquità, guazzabuglio.

Armètre   V. tr.  1) Riporre.  2) Rimetterci. 3) Vomitare. Dal latino re-mìttere = restituire. re-inviare.

Armètse V.  rifl.  1) Riproporsi. 2) Rimettersi, guarire.  3) Abbandonarsi, mettersi nelle mani di qualcuno.

 Armìsa Sf.   1) Perdita. 2) Riparo, rimessa, garage, capannone per ricovero attrezzi.

ArmistìsSm.   Armistizio, cessazione delle ostilità. Dal latino armæ stìtium, parola coniata solo nel XVIIº secolo, sulla falsariga di solstitium,  = riporre, tacitare le armi. Stìtium deriva da stàre = fermare, bloccare.

Armòs  Agg. e p. pass. Rimosso,  spostato, tolto.

Armövre   V. tr. Rimuovere, muovere di nuovo. Rimestare qualcosa di passato, tirare in ballo.

Armudâr  V. tr.   Cambiare, mutare, sostituire.

Armundadûra Sf.   Mondatura, ripulitura.

Armundâr V. tr. 1) Ripulire, vagliare. 2) Potare. Armundâr la stala = pulire la stalla. Armundâr al  furmênt = ripulire il frumento [dalle erbacce quando è ancora nel campo; dai semi parassiti quando è già trebbiato]. Armundâr ‘na piânta = potare un albero. Armundâr i plûn = spollonare le viti.  Armundâr i fašö = ripulire i fagioli dopo averli liberati dal baccello.

Armunìa Sf.   1) Armonia. 2) Concordia. 3) Pace. 4) Accordo musicale. Dal greco armònia = accordo fra  strumenti musicali. I’ sèma in armunìa = c’è concordia fra noi.

Armûnta Sf.   Rimonta, recupero.

Armuntâr 1) V. tr. = Rimontare (un mobile, un apparecchio). 2) V. intr.= Recuperare, ritornare fra i primi (in una corsa). 

Armûr Sm. 1) Rumore; chiasso; baccano. 2) Cicaleccio, chiacchiere. 3) Brusio. 4) Notizia clamorosa Dal latino rùmor = rumore. Una nûša da lê int un sàch la n’ fa brîša armûr = una noce sola in un sacco non fa chiasso.

Arnâ  Agg.  1) Rinato, rispuntato. 2) Ristabilito.

Arnàj  Sm.  Arenile, alveo.

Arnašâr V. tr.  Fiutare di nuovo, riannusare.

Arnàser, Arnàsre V. intr. Rinascere, riprendersi. Dal latino Re-nàscor = rinasco.

Arnasû p. pass. 1)  Rinato, rispuntato. 2) Ristabilito.

Arnêga (Carp.-Cast.) Sm. Appestamento, ammorbamento, puzzo.

Arnegâr (Casteln.) V. tr. 1) Rinnegare. 2) Appestare, ammorbare, puzzare. Dal latino renecàre = uccidere di nuovo [Cavalieri]. Na púsa ch’ l’arnêga = una puzza che ammorba.

Arnêš Sm. 1) Arnese, attrezzo, utensile,  strumento, 2) Ferri del mestiere. 3) Persona poco affidabile. Dal provenzale hernèis = armatura  del cavallo e del cavaliere. Pini cita anche lo scandinavo hèrnest = provviste. La Castellini preferisce l’inglese harness = mezzi, strumenti. Qualsiasi strumento da lavoro. 4) Indica anche una cosa non ben definita, nuova. L’é pròpia un bûn arnêš = è proprio un tipo da prendere con le molle. 5) (allusivo) membro virile.

Arnunsâr V. intr.  1) Rinunciare, ritirarsi da una carica. 2) V. tr. Cedere un bene o un’attività a qualcuno. Dal latino renuntiàre = annunciare di nuovo, ma con senso negativo, come se si volesse annullare una decisione presa..

Arnuvâr  V. tr.  1) Rinnovare. 2) Ripulire. 3) Spianare (un vestito).  Dal latino renovàre = fare nuovo. È più usato Spianâr un vestî.

Arnuvâs  V. rifl.  1) Rinnovarsi. 2) Aggiornarsi. 

Arnuvlâr  V. intr.  1) Annuvolarsi. 2) Oscurarsi.

Aröla Sf.  (Poco usato) Gruppo di covoni esposti al sole per asciugarli. Dal latino arèola = piccola aia, piazzola.

Aròst Sm.  Arrosto. Agg. Arrostito. Dal germanico ròstjan = cuocere al  fuoco. Tânt fúm e pôch aròst = molta apparenza e poca sostanza. L’aròst ch’ a n’ túca mia a me al pöl ânch brušâr = ciò che non mi riguarda può anche andare in malora.

A róta d’ côl (Casteln.),  A rùta d’ còl (Vetto.)   Locuz.  A rotta di collo, in fretta.

Ârpa  Sf.  Arpa, strumento musicale.  Dal franco harpa,  attraverso il tardo latino (V° sec.) harpaDevoto traduce il termine franco (harpa) con erpice (herpex), ma pare che il vocabolo erpice derivi dal sannita ìrpum (lupo),  ai denti del quale assomiglia  di più. [Colonna].

Arparâr  V. tr. È più usato Riparâr.  Riparare, aggiustare. Dal latino reparàre = riordinare, ri-preparare, rimettere in uso..

Arparèla  Sf.  Rondella, dischetto metallico con foro centrale per rinforzo a vite. Dal latino reparàre = proteggere (dall’usura la  parte fragile  del legno o della vite).

Arparlâr  V. Intr.  1) Riparlare, ripetere, 2) Ritrattare, ritornare sull’argomento.  Dal latino medioevale (IX° sec.) reparabulàre = riproporre, tornare a narrare. Vedi Parlâr.

Arparlâs  V. rifl.  Riparlarsi, riappacificarsi. 

Arparšâr  V. tr.  Ripareggiare, equilibrare.

Arpàs  Sm.  Ripasso, approfondimento.

Arpasâr  1) V. tr. Ripassare (una lezione).  2) Rivedere (un’idea, un progetto). 3) V. intr. Ritornare (in un luogo o sopra un discorso). Dal latino re-passàre = ripetere i  passi, cioè ritornare.

Arpensâr V. tr.   Ripensare, riconsiderare.

Arpescâr   V. tr. Ripescare, riproporre.

Arpìa Sf.  Arpia, strega. Persona avara. Dal greco arpýiai = le rapitrici.

Arpiànšer  V. tr.  Rimpiangere.

Arpiâr V. tr. 1) Riaccendere, ridestare. 2) V. intr.: ringalluzzire.  Da reappiccàre.

Arpiâs 1) V. rifl.  Riaccendersi, il riprendersi della fiamma. 2) V. intr.  Riprendersi, ritornare in salute.

Arpicajâ (Casteln.). Agg.   Salvo per miracolo, riacciuffato. Che ha superato il rischio di morire. Alla lettera significa: riappeso al peduncolo (picàj) come se un frutto caduto venisse riattaccato all’albero.

Arpicajâs V. rifl.  Rinfrancarsi, riprendersi.

Arpigâr V. tr. 1) Piegare di nuvo. 2) Reincartare, rifasciare. V. intr.: 3) Pendere, propendere.  4) Curvare.   Dal   latino re + plicare = incartare, intrigare, intrecciare. 

Arpigâs V. rifl. 1) Piegarsi di nuovo. 2) Pendere.  3) Curvarsi.  

Arpôš Sm.  Riposo, respiro, tregua, sollazzo, pausa, sosta.

Arpùndre V. tr.  Rispondere, contrapporsi.  Opporre (termine giuridico), contro-querelare. Dal   latino oppònere = portare argomenti  contrari. Il termine latino è composto dal verbo pònere e dal prefisso ob, che indica contrarietà, opposizione.   Vedi Pùndre.

Arpurtâr   V. tr.  Riportare, restituire, ridare.

Arpušâr  V. tr.  1)  Riposare. 2) Riporre. Da repausàre = riposare, fare pausa.

Arquèster, Arquèstre   (Casteln.) Sm. pl.  Le interiora di animali pennuti (galline, uccelli).

Aršacâs V. rifl. 1) Ricoricarsi. 2) Stravaccarsi, sdraiarsi. 3) Rotolarsi. Da rejàceo = mi corico di nuovo. Da iàceo deriva anche Šac [zàc] = caduta, zacco.  

Aršân  Sm. e agg.  Reggiano. Dal nome della città di Reggio Emilia. Arsân da la testa quâdra: l’epiteto datoci dai nostri confinanti troverebbe una spiegazione se ci si riferiasce al ceppo originario: i reggiani, brachicefali, di  discendenza celtica, i modenesi, dolicocefali, (detti da noi nušûn), di ascendenza etrusca (Bellei).

Arsanâ Agg. 1) Risanato, guarito. 2) Bonificato.

Arsanâr  V. tr. 1) Risanare. 2) Bonificare. Dal latino re-sanàre = risanare.

Arsanâs  V. rifl. Guarire, riacquistare la salute.

Aršanîn  Sm.  Reggianino.

Arsavêr  V. tr. Risapere, venire a conoscenza. Dal latino re-sàpere = aver sapore, avere conoscenza.

Ârše, Âršen (Casteln.), Ârši, Sm.  Argine, riparo, nascondiglio. Dal latino àgger = mucchio, cose  accatastate. Rùmper i’ âršen = rompere gli argini (a causa di alluvioni).  Se riferito al comportamento corrisponde a:  perdere la pazienza). Al nòster siûr padrûn – l’é bûn cùma ‘l bûn pân – da stâr insìma a l’ârši – a dire: “Fê andâr ch’al mân”! = il nostro signor padrone è buono come il pane per stare sull’argine (della risaia) a dire: “Movete quelle mani.

Aršêl  Agg.  Leggero, facile.

Arsenâl  Sm. Arsenale, deposito di armi. Capannone di lavorazione presso porti. Dall’arabo dar-as-sinàha (da cui darsena), attraverso il dialetto genovese.  In veneto diventa arzanà.

Aršentâr  V. tr.   Risciacquare. Vedi Ardensâr.

Aršentèla Sf. Lucertola.  Mangiâr dagli aršentèli, significa essere  molto magro. Catâr l’aršentèla da dû cùvi = avere fortuna. La lucertola da due code è un fenomeno quasi impossibile. Al proposito va ricordata quella scolpita sulla porta bronzea del Duomo di Pisa, ben levigata e lucidata dalla superstizione dei passanti. Curiûš cme ‘n’arsentèla = curioso come una lucertola, perché sembra che vengano a spiare cosa stai facendo.

Arsentîr V. tr.   Risentire, riascoltare. Dal latino resentìre = ripetere la  sensazione.

Arsentîs V. rifl.   Restarci male, offendersi, risentirsi.

Âršer (òpi Sm.  Acero. L’òpi âršer serviva a fare le piantate, o i filari. Ad esso si appoggiavano le viti per farle reggere alte, e dare la possibilità di passarvi sotto durante l’aratura o la fienagione, con gli aratri o con i birocci.  Dal latino àcer = forte. Il legno d’acero veniva usato per la costruzione dei gioghi perché ha la caratteristica di non infiammare il collo dei bovini per il troppo uso.

Ârši  Sm.  Argine, riparo, nascondiglio. V. Àrše.

Aršìl   Agg.  Arzillo.

Arsiprêt  Sm. Arciprete, presule a capo di una circoscrizione gerarchica ecclesiastica. Caporione.  Dal greco ârkō = primo, e  presbýteros = anziano, saggio. Quindi: primo fra gli anziani.

Arsnâr  V. intr.   Ricenare, ripetere la cena.

Arsôr   Sm.  Ristoro, riposo, refrigerio. Tös  un pô d’arsôr = riposarsi un attimo.

Âršre Sm.  Acero. Vedi Âršer.

Arstâr   V. intr.  Ristare, fermarsi, trattenersi.

Arsûgh  Sm.  Fritto rinsecchito.

Arsuladûra    Sf.  Risuolatura.

Arsulâr V. tr.  Risuolare (le scarpe). riparare. Dal latino resolàre = mettere un’altra suola, risuolare.

Arsûr   Sm.  Ristoro, riposo, refrigerio.

Arsûra  Sf.  Arsura, sete. Dal latino arsùra, che indica cose arse dal fuoco o dalla siccità.

Arsurâ  Agg. Riposato, ristorato.

Arsurâr V. intr. e tr. 1) Ristorasi, riposarsi. 2) Raffreddarsi (di cibi cotti). Lasâr arsurâr la mnèstra = lasciare raffreddare la minestra.

Arsurâs  V. rifl.  1) Riposarsi, ristorarsi, rilassarsi. 2) Raffreddarsi (detto del cibo).

Arsusitâr    V. tr. e intr.  1) Resuscitare, riportare in vita. 2) Ritornare in salute.

Ârt,  Ârta   Sf.   1) Arte. 2) Mestiere. Dal latino àrs = tecnica di un mestiere.  A n’ gh’avêr né ârta né pârta = non intendersi del lavoro, essere profano. Impâra  l’ârta  e mètla da ‘na pârta = impara l’arte (il mestiere) e mettila da parte (che può sempre ritornate utile).

Artacâr  V. tr.  1)  Ricominciare. 2) Riattaccare.

Artàch (vedi Atàch) Sm.  1) Aggancio, attacco per sci. 2) Riaggancio.

Artàj Sm.   Ritaglio, frammento, rimasuglio.

Artajâr V. tr.   Ritagliare, ricavare. Dal latino re-tàlio, contenete l’idea  della talèa, e quindi di potatura.

Artajâs V. rifl.   Ritagliarsi, ricavarsi uno spazio.

Artéchel  Sm.   Articolo. V. Artìcle.

Artécol Sm.   Articolo. V. Artìcle.

Arténšer V. tr. Ritingere, ricolorare. Vedi Artìnšer.

Artèrio   Sf.   Arteriosclerosi.  Al gh’ha l’artèrio = è cocciuto, ha l’arteriosclerosi. Agg.   Sclerotico.

Artešiân Sm. Pozzo artesiano. Dal francese artésien, cioè “della regione di Artois“, da dove si sono diffusi i pozzi artesiani.

Artgnîr   V. tr.  Trattenere, contenere, ritenere dentro, essere convinto. Dal latino retìneo, tengo di nuovo,  tengo a lungo, ricordo.

Artìcle  1) Articolo (gramm.). 2) Soggetto strano. 3) Capo di vestiario o altro in commercio. 4) Capoverso di un codice. 5) Elaborato giornalistico. Dal latino àrtus, al diminutivo artìculus = piccolo arto.

Artìcul Sm.   Articolo. V. Artìcle.

Artficiâl  Agg.   Artificiale, artefatto, non autentico. Dal lartino àrs, unito al verbo fàcere, quindi qualcosa realizzato con arte, non naturale.

Artigiân Sm. Artigiano, lavoratore autonomo. Dal latino artigiànus, colui che esercita un’arte o un mestiere  .

Artigianâl  Agg.  Artigianale, non di serie, non fatto a macchina. Vedi   Artigiân (artigiano).

Artigianâ  Sm.  Artigianato. Confederazione degli artigiani.

Artiliêr  Agg. Soldato in artiglieria. Dal francese  artilleur. Deriva da un precedente vocabolo artillier, un rudimentale antenato del cannone.

Artilierìa  Sf. Artiglieria, armamento pesante, da guerra. Col termine si indicano anche i revolver dei fils western e le armi di mafia, camorra ecc…

Artìnšer     V. tr.   Ritingere, ricolorare. Dal latino re iterativo + tìngere = immergere in un liquido per colorare.

Artirâ     Agg.   Ritirato. Ristretto. Un sudûr artirâ = sudore riassorbito.

Artirâr V. tr.  Ritirare. Rilanciare, tirare di nuovo.

Artirâs V. rifl. 1) Ritirarsi. 2) Arrendersi. 3) Restringersi. 4) Stirarsi.

Artìsta Sm.   Artista. Attore, professionista provetto, attore da circo.  Fâr l’artìsta = fare il prezioso, il saputello, darsi l’aria di intenditore.

Artìstich  Agg.   Artistico, fatto a regola d’arte.

Artistûn Sm.   Artista importante, famoso, geniale.

Artóch (Carp). Sm.   Ritocco, correzione, rifinitura. Vedere Artúch.

Artör   V. tr.   Riprendere, riappropriarsi. Iniziare di nuovo. Dal verbo iterativo ri-togliere. A dâr e artör – a và la bìsa al cör = chi fa un regalo poi lo chiede indietro è come se avesse una serpe al posto del cuore.

Artràt Agg. 1)  Rattrappito, deformato dalle artriti. 2)  Rilanciato. 3)  Ritirato, ripreso. Dal latino retràhere = ri-tirare.

Artrîte   Sf.   Artrite, dolore alle ossa.  Dal greco arthrìtis, nel tardo latino arthritis = malattia delle articolazioni.

Artrìtich Agg.   Artritico, sofferente di artriti.

Artrôši   Sf.   Artrosi.

Artucâ, Artucâda Agg. e p. pass. Ritoccato, rifinito, migliorato. Sf.. Ritoccata, rifinitura, miglioramento.

Artucadûr Sm.  Rifinitore, restauratore.

Artucâr V. tr. 1) Ritoccare, rifinire. 2) Modificare, migliorare.

Artùch   Sm.    Ritocco, correzione, rifinitura.

Arturnâr   V. intr.  1) Ritornare. 2) Ripetersi. Dal latino returno = ri-giro.

Aru   Agg.  Arruffato, spettinato, rufo. Dal longobardo ràuffen, da cui rùffa  = calca, ressa.

Arufâr   V. tr.  Arruffare, spettinare, scompigliare.

Arufâs V. rifl. Arruffarsi, spettinarsi, scompigliarsi.

Arugânsa Sf. Arroganza, prepotenza, sopraffazione. Dal latino arrogantia, derivato da  rogàre = chiedere con insistenza.

Arugânt   Agg.  Arrogante, prepotente, sbruffone.

Arumàj, Urmàj    Avv.  Ormai, d’ora in poi. Dal latino (Ad) horam magis: un’ora  dopo, ad un’ora in più.

Arustîn Sm.  Arrosto appetitoso, gustoso.

Arustîr  V. tr.  1) Cuocere, arrostire, bruciare, abbrustolire. 2) V.  intr.: Avere molto caldo.

A rùta d’ còl   Locuz.  A rotta di collo, in fretta.

Arutundâ  Agg. e p. pas. 1)  Arrotondato, smussato, reso circolare. 2) Prezzo agevolato.

Arutundamênt Sm.  Arrotondamento, complemento.

Arutundâr   V. tr.   Arrotondare, Sm.ussare.

Arvangâr   V. tr. 1)  Rivangare. 2) Rimescolare. 3) Rimuginare. 4) Risollevare questioni passate. Iterativo di vangare = ritornare su un lavoro già fatto.

Arvaröla (Casteln.), Alvaröli  (Vetto) Sf. pl.  Tirelle, cinghie di cuoio che univano le corna dei buoi al giogo. Vedi Alvaröli.

 Arvèdre   V. tr.  Rivedere, ricontrollare, ripassare.

Arvèdse V. rifl.   Arrivederci. Rivedersi. Vale anche come formula di congedo:  Arrivederci!

Arvènder V. tr. Rivendere, rimettere in commercio.

Arvêrs  Sm.   Acquazzone, rovescio, scroscio, temporale.

Arvêrsa  (A l’) Loc. avv.  Nella maniera rovesciata, al contrario. Al pâr fàt a l’arvêrsa = sembra fatto a rovescio (= Bastian contrario).

Arversâr V. tr.   1) Rovesciare. Far cadere. 2) Travasare. 3) Capovolgere. 4) Rivoltare un abito. Era uno dei rimedi per sfruttare al massimo i tessuti ed avere un cappotto o una giacca apparentemente nuovi. Stratagemmi dovuti alla miseria! 5) V. intr. Diluviare.  Dal latino tardo reversàre = rovesciare.

 Arvgnîr   V. intr.  1) Ritornare, rivenire. 2) Rinvenire, rianimarsi.

Arvgnû , Arvgnûda  Agg. 1) Ritornato, rivenuto. 2) Rinvenuto, rianimato.

Arvìa Sf. Pisello selvatico, veccia. Dal latino ervìlia, (diminutivo di èrvum = veccia, legume), derivato a sua volta dal greco òrobos. In lingua spagnola si dice: arvèja e arvejòte, (molto simile ad Arvìa e  Reviòt). Il nome scientifico è làthyrus odoràtus. Viene anche definita lathyrus montanus o silvestris, da non confondere col pisum sativum [Ricchi].

Arvîna   Sf.   1) Rovina, macerie, disastro. 2) Tracollo finanziario, fallimento. Dal latino ruìna, legato a  rùere = rotolare giù, precipitare.

Arvinâr  V. tr.  1) Rovinare, guastare. 2) Mandare in  fallimento.

Arvinâs  V. tr.  1) Rovinarsi, guastarsi. 2) Fallire. 

Arvincâ, Arvincâda  Agg.  e p. pass. Ricurvato, piegato, piegato su se stesso.

Arvincâda  Sf.   Piegatura, curvatura.

Arvincâr  V. tr.  Ricurvare, piegare. Forse da vìncus, vimine, in quanto facile  da piegare.

Arvincâs  V. rifl.  Ricurvarsi, piegarsi, curvarsi.

Arviòt  Sm.  Variante di Rèviot (Vedi).  Piselli

Arvišâr V. intr.  Ravvisare, rassomigliare, intravedere. Dal latino revìsere = ri-vedere, rassomigliare a. Me i’ n’ v’arvîš e gnân ch’i’ n’ v’arcgnós = Non vi riconosco.  Arvišâr a… = rassomogliare.  Arvišâr ûn = trovare somiglianze. Paragonare.

Arvišâs  V. rifl.  Rassomigliarsi.

Arvišèria   Sf.  Somiglianza.

Arvìst  Agg.  1) Rivisto, incontrato di nuovo. 2) Ricontrollato, ripassato. 3) Ritrattato, modificato (riferito a documenti). Deriva dal verbo vedere.

Arvistîr   v. tr.  Rivestire, ricoprire.

Arvistîs   v. rifl.  Rivestirsi, ricomporsi.

Arvivre   V. intr.  Ritornare a vivere, risorgere.

Arvöj Sm. 1) Groviglio, intreccio. 2) Cercine, cuscino circolare da  porre sul capo come appoggio dei recipienti  per trasportare acqua. Dal latino revòlvere = ri-avvolgere.

Arvôlt  Sm.  Scompiglio, rivoltamento, sconvolgimento.

Arvujâ, Arvujâda  Agg. e p. pass. Attorcigliato, intricato. Involuto L’é un discûrs töt arvujâ = è un discorso contorto.

Arvujâda  Sf.  Attorcigliamento.

Arvujamênt  V. rifl.  Attorcigliamento.

Arvujâr  V. tr.  Avvolgere, attorcigliare. Dal latino re-vòlvere = ri-avvolgere. Arvujâr sö = abbindolare, plagiare, circuire.

Arvujâs V. rifl.  Rivoltarsi, avvolgersi, agitarsi, essere inquieto. Arvujâs al màndghi = tirarsi su le maniche. La bésa la s’é arvujâda = la biscia si è attorcigliata.

Arvultâr  V. tr. 1) Rivoltare, rigirare. 2) Rimettere a nuovo.

Arvultâs  V. rifl. 1) Rivoltarsi, ribellarsi, non accettare soprusi, reagire. 2) Rigirarsi.

A s’   pron.   Si.  A s’ và = si va. A s’arîva = si arriva. A s’ dîš = si dice, ecc…

Às   Sm.  1) Asso (delle carte). 2) Campione. 3) Carta o mossa vincente. Catâr l’às = trovare la soluzione. L’às ad brìscula = carta vincente.

Àsa   Sf.  1) Asse, tavola. 2) Tavola per il bucato. 3) Tavola per portare il pane crudo al forno. Dal latino àssis. Andâr a l’àsa = viaggiare a tutto gas (col pedale del gas schiacciato al massimo). Dâr l’àsa = mollare, rassegnarsi, chiudere una discussione. Si dice anche: dâr l’âlta!  L’espressione deriva da una usanza, poco edificante, di mettere un rospo sopra una tavoletta in bilico, poi colpire la tavoletta dal lato libero. Il rospo veniva proiettato verso l’alto e, cadendo, rimaneva stordito. Il fatto è legato alla credenza che il rospo, quando si gonfia, sputi negli occhi e la sua saliva sia avvelenata e capace di far perdere la vista.

Ašacâ  Agg. e p. p.  1) Sdraiato, coricato, a riposo. 2) Steso, abbattuto. Vedi  Šacâ

Ašacâs  V. rifl.   1) Cadere. 2) Sdraiarsi. 3) Inciampare e cadere lungo disteso. Vedi Šacâs.

Ašàch   Sm.   Caduta, inciampo con caduta. Vedi  Šâch.

Asâda   Sf.  Colpo inferto con un’asse.

Asà-g Sm.   1) Assaggio, prova, controllo. 2) Saggio. Dal latino exàgium, ma con reminiscenze del verbo sàpere = avere  sapore, consistenza. Fâr un asà-g = provare, assaggiare.

Asagiâr  V. tr.   Assaggiare, provare, controllare. Vedi  Asà-g.

Asâl  Sm.  Assale per le ruote di auto, carrozze, carri. Vedi Sâla.

Asâlt  Sm. Assalto, aggressione.

Asaltâr   V. tr.  Assaltare, aggredire. Dal latino ad + silìre =  salire verso, salire su, semplificato poi in assilìre, da cui  il sostantivo assàltus.

Asâr Sm.  1) Acciaio. Metallo durissimo. 2) Carattere irremovibile. Dal tardo latino (ferrum) aciàrium, (da àcies = spada), che indicava il filo della spada.

Ašàrd Sm.  1) Rischio. 2) Azzardo (anche gioco). 3) Temerarietà. Dall’arabohaz-zahàr = dado,  attraverso il francese hasàrd.

Asarîn  Sm.  1) Acciarino. 2) Accendino. 3) Pietra focaia. Diminutivo di Acciaro.

Asasîn Sm. 1) Sicario, assassino. 2) Traditore. 3) Sciupone, disgraziato. Da un’espressione araba hashishiyya = delitto violento (stessa radice di  hàshis). L’Ascis era un’erba utilizzata secca per preparare una bevanda da somministrare ai sicari. L’effetto allucinogeno produceva il coraggio per uccidere. Il nome deriva da quello di una banda che si era costituita nell’XI° secolo tra Damasco e Antochia, al comando del “Grande Vecchio della Montagna”, che faceva appunto uso di tale bevanda.

Asasinâr V. tr.   Uccidere, trucidare. rovinare  irrimediabilmente.

Asasìni  Sm.   Assassinio, uccisione, delitto.

Àscher  Sm.   Ascaro, soldato coloniale. Dall’arabo askarì = soldato. Sulle coste dello Zanzibar indica l’uomo armato, di scorta alle carovane. Nella Campagna d’Africa di fine ‘800 fu istituito (1891) un reparto di soldati locali, che comprendeva volontari somali o eritrei, in appoggio all’esercito italiano.

Àscra Sf.  Brama, Smania, voglia, desiderio d’avere, nostalgia. Dal greco eskarà attraverso il latino èscara, che descrive la ferita derivata da una scottatura [DEI].  Avêgh àscra = avere un forte desiderio.  I’ n’ho mìa àscra d’ sicûr! = non lo rimpiango di sicuro!

Ascultâr V. tr.  1) Ascoltare. 2) Dare retta, accettare consigli. Dal latino auscultàre, in cui rimane il prefisso au di aurìcula (orecchio) e il suffisso cultàre, intensivo di còlere (prestare attenzione).

Ašdîna Sf.   Assicella, listello di legno.

Ašê Sm.  Aceto. Dal latino acètum = inacidito. Ciapâr l’ašê = inacidirsi. Šgarbâ cmé l’ašê = grezzo, sgarbato.  Musîn da l’ašê = moscerino tipico dell’aceto.

Asê Avv. Abbastanza. Dal francese assèz = abbastanza. Dâgh d’asê = farne volentieri a meno, non essere soddisSf.atto.

Asemblèa Sf. Assemblea, riunione. Dal francese assemblée, partic. passato femm. di assembler = riunire, mettere insieme, assemblare.

Asênsia N. proprio La festa dell’Ascensione. Dal latino ascènsio = salita, ascensione.  In alcune località della provincia aveva una particolare solennità, legata alla tradizione delle Rogazioni. In quella circostanza in pianura si faceva la processione fra i campi e si collocavano le Croci con l’ulivo benedetto a protezione dei vigneti e dei raccolti in genere. La croce veniva fissata ad un albero mediante i strupèt. (Bertani: Boll. Agricolo Nº 9 del 2 Maggio 2005, pag. 9). Da noi le croci nei campi si collocavano il 3 maggio, festa della Santa Croce.

Asensûr  Sm.   Ascensore. Dal  tardo latino ascènsor  = colui che sale, quindi si considerava i soggetto attivo, non lo strumento per salire.

šer Sm.  Acero. (V. Âršer). Dal latino àcer = forte. Il legno d’acero veniva usato per la costruzione dei gioghi perché ha la caratteristica di non infiammare il collo dei bovini per il troppo uso.

Ašêrb Agg. 1) Acerbo (detto di frutti). 2) Immaturo (riferito a persona). 3) Aspro, agro (detto di frutti, bevande, o cibi in genere). Dal latino acèrbus, con lo stesso significato dell’italiano, ma con reminiscenza di Àcer = forte, brusco, inteso qui come componente del sapore. Del resto, parlando di vino che sta diventando aceto, si dice anche che “ha preso il forte”, oppure che ha la punta”.

Asès   Sm.   Ascesso, bubbone. Dal latino abscèssus, da ascèndo =  vengo su, vengo fuori, in quanto il pus sale in superficie, esce dal corpo.

Aséster   V. tr.   1) Assistere, vigilare.  2) Presenziare. 3) Imbattersi. Vedi  Asìster.

Asesûr   Sm.   Assessore. Da ad+sèssor = colui che siede a fianco (del sindaco nel nostro caso).

Asesurâ, Asesurât   Sm.   Assessorato.

Asfâlt Sm.   Asfalto, bitume. Strada. Dal greco àsphaltos, in latino  asphàltus, termine che indicava il così detto bitume di Giudea, con ogni probabilità un grumo di petrolio.

ši  Sm.   1) Asino. 2) Persona ritardata. Dal latino àsinus. Pare sia una parola mediterranea.   Dâr d’ l’âši = maltrattare, schernire. Fâr l’âši = contraddire, fare lo stupido, litigare. Fare il cascamorto. Ligâr l’âši indu’ a völ al padrûn = non discutere gli ordini. Ubbidire senza fiatare. Méj un âši vîv che un dutûr môrt = meglio un asino vivo che un dottore morto. A fâr dal bên a i âši a s’ ciàpa di câls = a fare del bene agli asini si ricevono calci. Na volta pr’ûn a cavàl a l’âši = un poco per uno non fa male a nessuno. Per cgnùser bên un âši a gh’ völ un âtr âši. = per conoscere bene un asino ce ne vuole un altro. A fâr dal bên a j âši Sant’Antùni a s’n’ha pr’a mâl. = a fare del bene agli asini Sant’Antonio si offende. In mancânsa d’ cavàj a tròta ânch i’ âši = in mancanza di cavalli camminano anche gli asini. Vale a dire:  se non si hanno strumenti all’ultimo grido si può ottenere il risultato anche con altri mezzi meno prestigiosi. Del resto i nostri antenati hanno realizzato opere maestose pur non possedendo le macchine e le fonti energetiche attuali. Nel 1800 questo proverbio veniva tradotto: A tempo di carestia pan feccioso. a tempo di guerra ogni cavallo ha soldo. Lavâr la testa a l’âši = perdere tempo e denaro. Schêna d’âši = dosso. La vûš d’un âši la và pôch luntân = raglio d’asino non giunge in cielo. L’âši al pôrta al vîn ma al bèva l’aqua = l’asino trasporta il vino ma beve l’acqua.

Asicurâda Sf.  Assicurata, (tipo di missiva con trattamento riservato).

Asicuradûr  Sm.  Assicuratore.

Asicurâr V. tr.  Assicurare.

Asicus V. rifl.  Assicurarsi. Dal latino volgare Adsecuràre = mettere al sicuro, con questo processo: ad se curare = salvare, accantonare per sé.

Asicurasiûn  Sf.  1) Assicurazione. 2) Rassicurazione.

Asidênt  Sm.  Accidente, malanno, disgrazia. Dal latino àccidens = che accade, che avviene (quasi per caso).

Asidênti!  escl.  Accidenti! L’espressione cela il desiderio che l’accidente colpisca la causa del malanno sopraggiunto.

Ašiènda Sf.  Azienda, impresa. Dal latino agènda = le cose da fare.

Asìgn Sm.   Assegno.

Ašìj Sm.  Irritabilità degli animali stimolati troppo dai tafani. Dal latino assillus = tormento, derivato dal verbo assilìre (ad + silìre) = assaltare, aggredire. Scusate una digressione. Virgilio (di cui si dice che da ragazzo venisse a pascolare nei boschi di Marola, ma non è dimostrato) descrive così l’effetto prodotto dall’assìlus.  “…C’è un frequente alato, il cui nome è l’assillo, al quale i Greci cambiarono nome chiamandolo estro, aspro, che manda un acuto ronzio. Ne sono atterriti tutti gli armenti e fuggono qua e là per le selve. Rimbomba l’aria percossa dai muggiti…[Georgiche, libro IIIº, vv. 146-151]. Gh’êt l’ašìj? Sei forse innamorato? Hai l’estro? Sei in mattana?

Ašîlo  Sm.   1) Asilo, ospitalità. 2) Scuola per l’infanzia. Il termine greco hieròn àsyle indica un tempio in cui era vietato catturare  chi vi si rifugiava.

Asistênsa  Sf.  Assistenza, aiuto.

Asistensiâl  Agg.  Assistenziale.

Asistênt  Sm.  Assistente, aiutante.

Asìster V. tr.  1) Assistere. 2) Vigilare. 3) Presenziare. 4) Imbattersi. Dal latino  ad + sìstere = sedere accanto, quindi stare vicino.

Asis  Agg.  Assistito, assistita, aiutato, guidato.

Asiûn 1 Sf.  Azione, comportamento, impresa, atto, gesto. Contrario in inerzia, inattività. Dal latino  àctio, sostantivazione di àgere = fare.  realizzare. Fâr ‘na brúta asiûn = comportarsi male.

Asiûn 2 Sf.  Investimento, quota di capitale, titolo di credito. Dal francese  action, ma vi è chi lo ritiene derivato dall’olandese aktie.

Asiunâr V. tr.  Azionare, mettere in uso.

Asiûn catòlica Sf.  Azione cattolica. Movimento di origine laica, affiancato alla gerarchia ecclesiastica, che si impegna a contrastare i tentativi di laicizzare la società. Sorse nella seconda metà del 1800. Inizialmente erano gruppi locali, a diffusione europea (Germania, Francia, Belgio). In Italia sorse nel 1866, a Bologna, l’Assoc. Cattolica per la libertà della Chiesa. Soppressa dal governo, rinacque col nome di Società della gioventù cattolica italiana nel 1868. A volte osteggiato e altre volte favorito, il movimento ebbe fasi alterne fino alla riorganizzazione del 1905, con altri momenti di crescita nel 1908, poi nel 1913 e infine, nel 1919. Anche sotto il fasciSm.o fu ostacolato.

Asiunìsta Sm.  Azionista, socio, comproprietario.

Àšma Sf. ASm.a, difficoltà di respiro. Dal greco àsthma, àstma anche in latino, = affanno, legato in qualche modo ad ànxia (ansia).

šnâda Sf.   Asinata, minchionata.

Ašs  Sm.   Asinaccio, tonto, somaro, poco furbo.

šne  Sm.   Asino, somaro, poco furbo. Vedi  ši.

Ašnîn  Sm.   Somarello.

Ašnûn  Sm.   Tonto, somaro, poco furbo.

Asolusiûn Sf. Assoluzione, dichiarazione di non colpevolezza. Dal latino absolùtio = slegare, sciogliere dall’accusa.

Àspa Sf. Aspo per dipanare le matasse, arcolaio. Dal longobardo hàspa = cosa che annaspa, che si  agita. Fâr l’àspa = cadere rovinosamente, capovolgersi. Dâr l’àspa = contribuire a fare cadere.

Àsper, Àspre  agg.   Aspro, ruvido. secco, riarso.  Dal latino àsper = rugoso, ruvido.

Aspêrges Sm.  Aspersorio per benedire con l’acqua santa. Dalla prima parola dell’antifona latina  Asperges me, Domine, con la quale iniziava la formula della benedizione. Abbinato all’aspèrges vi era il secchiello con l’acqua santa, divenuto simbolo di ipocrisia:  T’a srê ‘l parletîn da l’aqua sânta! = sarai il secchiello dell’acqua santa!

Aspersòri Sm. Aspersorio per benedire con l’acqua santa. Dal latino aspersòrium, da aspèrgere = bagnare, cospargere.

Aspèt Sm.  1) Aspetto, cera, apparenza. 2) Lato di una questione: dal latino Aspèctus, da Aspìcere = guardare, osservare. 3) Sala d’aspetto = da Aspettare.

Aspetâr, (S(p)târ) V. intr.  Attendere, aspettare. Dal latino expectàre = attendere osservando.

Aspirânt  Sm.   1) Aspirante, pretendente. 2) Giovane dell’Azione cattolica.

Aspirâr  V. intr. 1) Aspirare2) Mirare a, sperare.  Dal latino Adspiràre = soffiare verso qualcosa. Si fonda sul concetto che chi anela a qualcosa emette sospiri.

Aspròt   Agg.   Che tende all’aspro.

šre Sm.  Acero.  Dal latino Àcer = forte. Vedi  Âršre.

Assânta (è più frequente ssântaNum. card.  Sessanta. Contrazione del latino Sexa[gi]nta.

Asta 1 Sf.  Asta, listello di legno. Dal latino hasta = lancia. La radice sanscrita (hasta-) indica la mano, considerando l’arto come una diramazione dal tronco, un ramo, una verga.

Asta 2  Sf.  Asta, vendita di oggetti per recuperare soldi. Dall’espressione latina sub hasta pònere (= mettere vicino all’asta) quando ammucchiavano i beni dei debitori sotto un’asta posta in un luogo  prestabilito per venderli e pagare i creditori. Ancora oggi si dice: mettere all’asta.

Astlîna  Sf.  Asticciola, listello di legno. Vedi   Asta (1).

Astúc Sm.  Astuccio, piccola teca. Normalmente si intende l’astuccio di legno usato a scuola per riporvi pennini, portapenna e matite. Dal provenzale estu-g, che a sua volta deriva dal latino stùdium = attenzione, cura.

Astúsia  Sf.  Astuzia furbizia.  Dal latino astùtia. Il termine deriva da àstus = sagacia, astuzia, abilità,  furbizia.

Àšula   Sf.  Asola. Si usa di più  Piaghèta (Vedi).

Asûn   Sm. Tavola, grossa asse.

Asupî, Asupîda  Agg. e p. pass.  Assopito, dormiente, appisolato.  Dal latino sòpor = sonno.

Ašúr Sm.   Azzurro, colore. Dal bizantino Lýthos lazýrios = lapislazzuli.

Asurtimênt Sm. Assortimento, disponibilità, varietà. Dal latino sòrs = sorte.  Nel caso specifico però si indica l’esposizione di alcuni capi di diverse specie.

A t’   =   Ti, a te. 

Atàca   Avv.   Vicino, accanto. 

Atacâ   Agg.   1) Attaccato, aderente, unito. 2) Appeso.  3) Affezionato.  

Atacânt   Sm.   Attaccante, ruolo nel gioco del calcio.

Atacâr (Tacâr) V. tr. 1) Attaccare, incollare, unire. 2) Iniziare. 3) Aggiogare. 4) Attecchire di una pianticella. Fusione del termine gotico taikka (= incavo, sede) e il longobardo thikkjan = prosperare [Rusconi]. Colonna lo fa derivare dal gotico (ga)thejan = germogliare.

Atàch 1   Avv.   Vicino, accanto.  Êsre atàch a pôch = avere poche speranze.

Atàch 2  Sm.   1) Attacco, inizio. 2)  Attacchi per sci. Dal gotico tàiken = incidere.

Atendênt Sm.  Attendente, soldato addetto alla persona di un ufficiale. Dal verbo attèndere = curare.

Atensiûn Sf.   Attenzione, impegno, interesse.

Atênt  Agg.   Attento, vigile, interessato. Dal latino ad-tèntus = proteso verso.

Atentâs   V. intr.   Attentarsi, osare, non avere paura. Chi n’ s’atênta, al stênta! = chi non osa soffre.

Atênti!  Avv. mod. 1) Attenti. occhio! 2) Ordine militare. Dal latino ad tèndere = puntare  verso qualcosa. Derivato dal linguaggio militare moderno. 

Âter, Âtre   Pron.   Altro, diverso, nuovo. Dal latino alter = secondo, diverso. Âter l’é dîr e âter l’é fâr = Una cosa è il dire, un’altra il fare. Tra il dire e il fare – c’è di mezzo il mare.

Âter chí   Locuz.   Altro che, senz’altro.

Atertânt  Agg.  e  Pron.   Altrettanto.

Àtim  Sm.  Attimo, breve spazio di tempo. Dal greco àtomos= indivisibile.

Atirâr   V. tr.   Attirare, attrarre,  lusingare, sedurre. Dal latino tirare, col prefisso ad intensivo.

Atîv  Agg.  Attivo, solerte, laborioso. meccaniSm.o in funzione. Dal latino actìvus, da àgere = fare.

Ativâr  V. tr.  Attivare, far funzionare, mettere in moto.

Ativìsta   Sm.  Attivista, propagandista, sostenitore.

Ativitâ   Sf.  1) Mestiere, attività. 2) Lena, voglia di lavorare.

Atlêta  Sm.   Atleta, persona robusta e agile.  Dal greco athlētē’s = lottatore, attraverso il latino athlèta, con lo stesso significato.

Atlêtich  Agg.   Atletico, robusto e agile.

Àtme  Sm.  Attimo, breve spazio di tempo. Dal greco àtomos= indivisibile.

Àtomo  Sm.  Atomo. Dal grecoàtomos = indivisibile.

Atòmich   Agg. Atomico, relativo alla bomba atomica.

Atòmica   Sf.  Atomica, bomba atomica.  Dal greco àtomos = indivisibile.

Atrès  Sm.  Attrezzo strumento. Dal francese antico  attraits,  con reminiscenze del latino ad + tràhere = attirare. Il termine francese conserva il senso di vezzo, attrattiva.  È quindi probabile un ritorno al significato iniziale del verbo tràhere = tirare, visto che molti attrezzi si usano a tiro, a traino.

Atresìsta  Sm.  Attrezzista, manovratore di macchine operatrici. 

Atûr Sm.  1) Attore, interprete. 2) Fintone, imbroglione.  Dal latino àctor, derivato sempre da àgere = fare, specificatamente: chi fa la parte di.

Atûrna (D’Avv.  Attorno, intorno. Dâs d’atûrna = darsi da fare, impegnarsi.

Augùsto  N. Proprio  Augusto. In latino Augùstus deriva da Augus, legato ad àugure, a sua volta derivato dal verbo augère = incrementare, aumentare, ma anche: consacrare.

Aumênt  Sm.  Aumento, crescita, incremento.

Aumentâr V. tr.  Aumentare, accrescere, incrementare. Dal latino augmentàre, dal verbo augère = accrescere.

A ûš  – Locuz. Ad uso di. Alla maniera di. Dalla frase latina ad usum, che equivale a: riservato a. Ad usum delphini” erano i libri riservati  all’erede al trono di Francia.

Àuto  Sf.  Auto, automobile, macchina.

Autoblinda, Autoblindo Sf.   Vettura militare, autoblinda. Fusione dei due termini auto (vettura, automobile) e blinda (dal tedesco blinde = cieca) corazzatura, armatura di un oggetto tale da non lasciare punti deboli.

Automàtich 1) Agg. Automatico. 2) Sm. Tipo di bottone. Dal greco autòmatos  = che agisce da solo, che pensa da solo. Da mettere in relazione ad automa.

Automòbil  Sf.  Auto, automobile, macchina. Dal greco àutos = da solo, se stesso, e il latino mòbilis,  = che si muove. Quindi: che si muove da sola.

Automobilista  Sm.  Automobilista, dotato di auto, che guida l’auto.

Autopsìa, Autupsìa   Sf.   Autopsia. Dal greco autopsìa(vista di se stesso),  attraverso il francese autopsie = esame  necroscopico.

Autostrâda  Sf.  Autostrada.

Autûr   Sm.   Autore, progettista.

Auturišâ, Auturišâda Agg.   Autorizzato, abilitato.

Auturišasiûn Sf..   Autorizzazione, abilitazione.

Auturitâ  Sf.   Autorità, responsabile, superiore. Dal latino Auctòritas = chi ha il  comando.

Avàl  Sm.  1) Avallo, garanzia.  Dal francese Avàl, abbreviazione di À valoir, sigla posta sulle cambiali dal garante. 2) Avvallamento, depressione nel terreno.

Avàl (pêr)   Sm.   Pera da cuocere assieme alle castagne.

Avanguardìsta   Sm. Giovane militante fascista. Per il fatto che avrebbero dovuto essere sempre in avanguardia. Dal francese Avant-garde.

Avâns   Sm.   Avanzo, resto. abbondanza. Dal latino abantiàre = mettersi  davanti (ab ante), nel caso di avanzamento o di vanto. Nel caso di resto: che sta lì davanti

Avânti 1  Sm.    Parte anteriore di un oggetto, facciata.

Avânti 2 Avv. Essere in vantaggio, arrivare prima d’altri, trovarsi in posizione anteriore. Dal latino Ab ante (Abànte nel medioevo) = ciò che viene prima.

Avâr  Sm.    Avaro, egoista, spilorcio. Dal latino avàrus, derivato dalla stessa radice di àvidus.

Avaràs  Agg.    Avaraccio, egoista, spilorcio.

Avarìsia  Sf.    Avarizia, taccagneria.

Ave Maria, anche Avmarìa 1) Ave Maria. Preghiera. 2) L’ora dell’Angelus. In senso figurato: imprecazione, bestemmia. Dal latino Ave = salve, sta bene, e Maria, la destinataria del messaggio che Dio ha affidato all’arcangelo Gabriele relativo all’incarnazione del Messia. Tirâr dagli Avmarìi = bestemmiare.

Avêna, anche Vêna Sf.  Avena, cereale. Biada per cavalli. Dal latino Avèna con lo stessi significato dell’italiano. Da notare che in latino il termine indica anche un fragilissimo strumento musicale (piva) che anche noi, da ragazzi, costruivamo con uno stelo di avena o grano.

Avênt Sm. Avvento, periodo liturgico in preparazione al S. Natale. Dal latino Advèntus = l’evento per eccellenza, cioè l’arrivo, la venuta di Cristo.

Aventûr Sm.    Avventore, cliente, compratore.

Aventûra Sf.   Avventura, evento fuori del normale. Dal latino Adventùra = le cose che  accadranno, (attraverso il francese  Aventùre). Il termine latino dà l’idea di un qualcosa di incerto, di opinabile: ventura = cose che avverranno in futuro.

Avêr  V. tr.  Avere, possedere, essere in grado di, provare. Dal latino habère = avere, derivato da una radice osco-umbra. L’é méj avêr ajû che avêr da avêr = meglio avere ricevuto che dovere avere. L’é ûn ch’a gh’ n’ha = è ricco.

Avêr a ch’ fâr   Locuz.  Avere a che fare, essere interessato a.

Avèrbi  Sm.  Avverbio. Dal latino ad + verbum = parola aggiunta, specificazione.

Aversâr  V. tr.  Avversare, osteggiare, ostacolare. Dal latino Advèrsor = contrasto.

Aversàri  Sm.  Avversario. antagonista. nemico. 

Avèrt, Avèrta   Agg.  Aperto. spontaneo. sincero. Spazioso. Dal latino apèrio = apro.

Avêrta   Sf.  Ampio spazio, distesa. Durmîr a l’avêrta = dormire all’addiaccio.

Avertîr   V. tr.   Avvertire, informare. Avere una sensazione, prevedere. Dal latino advèrtere = girarsi verso, cioè fare attenzione a.

Avesâ Agg.  Avvezzo, abituato. Allenato. Dal latino ad + vìtium = viziato, assecondato. Abituato a prendere il latte della mamma (il cui contrario è: svezzato).

Avesâr   V. tr.  Avvezzare, abituare.

Avesâs   V. rifl.   Abituarsi, adattarsi.

Avgnîr V. tr.  Avvenire, accadere.

Avgnîr Sm.  L’avvenire, il futuro.

Avgurâr V. tr. Augurare. Dal latino augùrium = relativo agli  àuguri (portatori di buone notizie).

Avgurâs V. tr. Sperare, augurarsi.

Avgûri! Escl. Auguri!   Ti sia di buon auspicio! L’espressione arriva direttamente dall’italiano.

Avgúri  Sm.  Augurio.

Aviâ  Agg.   1) Abituato, solito, assuefatto. 2) Tollerante. 3) Incamminato, instradato. 4) Attività commerciale redditizia. Equivale a: posto sulla via per fare. L’é aviâ mâl = è abituato male.

Aviamênt  Sm. 1)  Motorino elettrico per avviare i motori a scoppio.  2) Tipo di scuola di un tempo.

Aviâr  V. tr.  Abituare, assuefare, instradare. guidare.

Aviâs  V. rifl.  Abituarsi, assuefarsi.

Aviasiûn Sf.  Aviazione, parte della difesa nazionale. Dal francese aviation, legato al termine latino àvis = uccello, quindi dotato di mezzi per volare.

Avilî   Agg.  Avvilito, scoraggiato.

Avilimênt   Sm.  Avvilimento, scoraggiamento.

Avilîr   V. tr.  Avvilire, umiliare. Dal latino vìlis = annichilito.

Avilîs   V. rifl.  Avvilirsi, demoralizzarsi.

Avîš Sm.  Avviso, circolare, parere, informazione, ammonimento. Dal latino ad vìsum = fatto vedere,  posto davanti agli occhi. Mèter föra i’ avîš = pubblicare le informazioni. Ma anche: esporre le pubblicazioni di matrimonio. Tacâr i’ avîš = Affiggere i manifesti.

Avîš (D’) =  Mi sembra, sono del parere che, ho l’impressione che, ho constatato. A m’é d’avîš = mi pare, mi sembra.

Avišâr   V. tr.  Avvertire, avvisare, allertare, ammonire. Òm avišâ l’é mèš salvâ = uomo avvisato mezzo salvato. Stâr avišâ = stare all’erta.

Avlinâr   V. tr.  Avvelenare. Dal latino ad + venènum.

Avòri Sm.   Avorio (anche come colore). Dal latino ebòreus, aggettivo di èbor = avorio.

 Avrîl   Sm.   Aprile. Sembra derivare dal nome di una  divinità etrusca (come Marzo da Màrs, Marte). Prima della riforma del calendario voluta da Giulio Cesare Aprile era il secondo mese dell’anno. Pr’al prìm d’avrîl / tu-c i cujûn i vân in gîr = per il primo d’aprile tutti i minchioni vanno in giro, e si fa loro portare il pesce d’aprile. In dialetto si dice: Purtâr al cúc. In aprile piove spesso: Avrîl / tú-c i dì un barîl = aprile, ogni giorno un barile.

Avšên Avv. Vicino. Dal latino vicìnus = che abita nello stesso vico, quindi confinante. Anche ‘všên, arênt, atacâ.

Avšinâr, Všinâr   V. tr. Avvicinare, accostare. 

Avšinâs   V. tr. 1) Avvicinarsi. 2) Riappacificarsi. 

Avtûn Sm. 1) Autunno. 2) Decadenza. Dal latino Autùmnus derivato da un antico verbo, poi scomparso,  Àutere = rinfrescare.

Avucât Sm. 1) Avvocato, magistrato, consigliere, difensore. 2) Blaterone, chiacchierone. Dal latino advocàtus = chiamato (a giudicare).  L’è l’avucât desnöv: a ‘l n’ha mai vînt. Gioco di parole per dire che si tratta di un avvocato da due soldi.  Méj un tôp in bùca a un gàt che un cliênt in mân a un avucât! = meglio un topo in bocca ad un gatto che un cliente in mano ad un avvocato!   I siòch e j’ ustinâ – i’ fân rich i’ avucât! = gli sciocchi e i testoni arricchiscono gli avvocati.