Pà Sm. Padre, papà. Voce onomatopeica, dall’espressione pa-pa dei bimbi.
Pabiâr V. intr. Masticare a fatica, avere il pastone in bocca.
Pabiûn Sm. Chi si mangia le parole.
Pàbla Sf. Filastrocca, racconto in versi. Dal latino tardo parabola e poi dal latino medievale parabolare (IX secolo). Gênta, gnî atàch a la mi tâvla, I’ v’ vöi cuntâr ’na bèla bâbla = gente, venite vicino al mio tavolo: voglio raccontarvi una bella filastrocca [Jàcmé da la Cèsa].
Pàca Sf. Pacca, manata sulle spalle.
Pàch Sm. Pacco, collo, involucro. Dall’olandese pack = balla di lana.
Pachèt Sm. Pacchetto, piccolo collo a forma regolare (scatola). Altrimenti si usa scartò-c.
Paciàfra Sf. Poltiglia di neve, neve parzialmente sciolta, pesante da lavorare e da pestare.
Paciâna Sf. 1. Rospo femmina. 2. Cosa grossolana. 3. Parola onomatopeica (simula il tonfo in acqua dell’anfibio). 4. Tra gli anni Sessanta e Ottanta fu così nominata l’auto della Citroën, modello Pallas, per la sua forma.
Pacianûn Sm. 1. Grosso rospo. 2. Bombolo, persona grassa.
Paciarâna Sf. Eufemismo per indicare la vagina.
Paciaròta Sf. Poltiglia di neve che si scioglie.
Pacìfich Agg. Pacifico, calmo, remissivo. Dal latino pacificus, da pacem facere. L’é pacìfich = è certo, è sicuro.
Pacifìsta Sm. Chi vuole la pace a tutti i costi.
Paciugâda 1. Sf. Pasticcio, lavoro mal riuscito. 2. Lavoretto di poca importanza. 3. Agg. e Pp. Pasticciata.
Paciugâr V. intr. Fare cose di poca importanza, fare lavoretti.
Paciûgh Sm. 1. Fango, poltiglia, pantano. 2. Lavoretto da poco. 3. Bimbetto. Dal latino tardo impactiare = imbrattare. L’é ciâr cmé ’l paciûgh = non ci si capisce niente.
Paciugûn Agg. Pasticcione. Ma anche persona che fa lavoretti senza pretese.
Pactîn Sm. Pacchettino, piccolo collo.
Padèla Sf. 1. Padella da cucina. 2. Padella per infermi. 3. Scaldaletto (detto anche “suora”). 4. Macchia d’unto. 5. Padella per fare le caldarroste. Dal latino patèra, poi patèlla = piatto piano. La padèla dal brêš = scaldaletto, bracere. Padèla dal mundîni = padella forata per le caldarroste. T’ê bèla, – cmé ’l cûl d’la padèla! = sei bella come il fondo della padella, che è sempre sporco di caligine (proverbio per ragazzine vanitose). La ragazzina, se invece era sveglia, rispondeva: Ma al cûl dla padèla l’è rutùnd, – e me i’ sûn la pu’ bèla dal mûnd = ma il fondo della padella è rotondo, e io sono la più bella del mondo. Cascâr da la padèla int al brêši = cadere dalla padella nelle braci.
Pâder (poco usato. Si preferisce Papà o Pupà) Sm. Padre, genitore
Padî Agg. e Pp. 1. Patito, sofferto. 2. Avariato, decomposto, andato a male. 3. Malaticcio, pallido, scarno. Dal latino patior = patisco.
Padîda 1. Sf. Digestione lenta, smaltimento. 2. Deperimento fisico. 3. Agg. Patita, sofferta; emaciata. L’ê un pô padîda = è magra, è pallida, è smorta. Cârna padîda = carne avariata.
Padîr V. tr. e intr. 1. Patire, soffrire. 2. Sentire (caldo o freddo). 3. Cuocere bene. 4. Maturare, stagionare. 5. Scontare. Padîr al pêni d’ l’infêrne = soffrire pene indicibili. Padîr câld, padîr frèd, padîr fàm, padîr sê, patire caldo, freddo, fame, sete.
Padlîn, Padlîna Sm. e Sf. Tegamino, pentolino.
Padlòt Sm. Tegamino.
Padlûn Sm. 1. Grosso tegame. 2. Persona sporca di macchie di unto. 3. Inconcludente, dormiglione.
Padretêrne Sm. 1. Padre Eterno. 2. Persona superba, boriosa. Dal latino Pàter ætèrnus = Dio.
Padrìgn Sm. 1. Patrigno. 2. Padre adottivo. 3. Sfruttatore. Dal latino volgare patrignus.
Padrîn Sm. 1. Padrino. 2. Compare. 3. Chi si prende la responsabilità di collaborare coi genitori per l’educazione dei figli, in occasione di battesimo o cresima. Dal latino cristiano patrinus, chi supplisce al posto del padre. Il padrino e la madrina vengono detti anche gudàs e gudàsa.
Padrûn Sm. 1. Padrone, proprietario. 2. Capo, responsabile. 3. Titolare. 4. Possessore. Dal latino patronus. Cúša cmàndel, siûr padrûn?, = domanda ironica rivolta a chi pretende essere servito senza averne i meriti. Di padrûn e di mlûn ogni sênt a gh’n’è ûn bûn! = di padroni e di meloni buoni ce n’è uno su cento. Ligâr l’âši indù’ a völ al padrûn! = legare l’asino dove vuole il padrone. Cioè non discutere le decisioni di chi comanda. L’ó-c dal padrûn l’ingràsa ’l cavàl (al câmp), l’occhio del padrone ingrassa il cavallo (il campo). Al padrûn miarê ch’a gh’l’aìsa sulamênt i cân = il padrone dovrebbero averlo solo i cani. Andâr sùta padrûn, = andare a servizio. Lavurâr sùta padrûn = essere alle dipendenze. Fâla da padrûn = spadroneggiare.
Padrunâl Agg. Che interessa o riguarda il padrone.
Padúl Sm. Palude, padule, acquitrino. Dal latino pàlus (paludis).
Pàdva, N. pr. Padova. Il nome viene ricollegato a Padus, Po.
Padvân Agg. Abitante o nativo di Padova.
Padvâna Agg. Tipo di gallina.
Paêš Sm. 1. Paese. 2. Nazione. 3. Borgata. 4. Territorio. 5. Luogo d’origine. Dal latino pagus = borgo.
Paešà-g Sm. 1. Paesaggio. 2. Panorama. 3. Quadro.
Pâga Sf. 1. Paga, stipendio. 2. Batosta, sconfitta. Dal latino pacàre = calmare, tranquillizzare il creditore.
Pagâ Agg. e Pp. Pagato, soddisfatto. Castigato. Messo a tacere.
Pagâda 1. Sf. Paga. 2. Costo di una cosa. 3. Batosta, sconfitta. Al gh’ha dâ ’na pagâda = gli ha dato una lezione. 4. Agg. e Pp. Pagata, saldata.
Pagadêbte Sm. Pagadebiti. Era un randello o grosso bastone usato per una giustizia sbrigativa e personale.
Pagadûr Sm. 1. Cassiere. 2. Addetto ai saldi. 3. Uno che mantiene fede agli impegni presi. 4. Chi sconta per un altro. 5. Colui che (ri)paga gli affronti con un fracco di botte.
Pagamênt Sm. 1. Quota da pagare a una scadenza fissata. 2. Rata.
Pagân Agg. Pagano, non cristiano, materialista. Dal latino pagus = borgo, villaggio.
Pagâr V. tr. 1. Pagare. 2. Assolvere ai propri doveri. 3. Soddisfare la giustizia. 4. Scontare una pena. Dal latino pacàre = calmare, soddisfare. A pagâr e a murîr a s’fà sémpr’in têmp = per pagare e per morire c’è sempre tempo. Fâr al cujûn pr’a n’ pagâr al dàsi = fingersi tonto per non pagare le tasse. Pagâr int l’úngia = pagare in contanti; rispondere a tono. Pagâr per tú-c = essere il capro espiatorio. Pagâr a la lùnga = dilazionare il pagamento.
Pagarò Sm. 1. Cambiale, tratta. 2. Impegno.
Pagèla Sf. 1. Pagella. 2. Diploma. 3. Giudizio. 4. Attestato. Dal latino pagella, diminutivo di pagina.
Pagèt Sm. 1. Paggetto. 2. Ragazzino. 3. Servitore di corte. 4. Paggetto che regge lo strascico alla sposa. Dal francese antico page. Dal greco paidìon = giovane schiavo, latino pathicus.
Paghèta Sf. 1. Piccola paga. 2. Soldi dati ai figli per le esigenze settimanali.
Pàgina Sf. 1. Pagina di un libro, di un giornale, di un registro. 2. Resoconto, elenco delle cose di cui una persona deve rispondere. Dal latino pàgina, da pàngere, che, di per sé, significa piantare alberi in maniera ordinata [Colonna]. Al gh’à avêrt la pàgina! = gli ha aperto il libro, gli ha detto quello che si meritava.
Pàgn Sm. pl. 1. Panni. 2. Indumenti, vestiario, stoffe. Dal latino pannus = panno. Dio ’l mànda al frèd secùnd i pàgn! = Dio manda il freddo proporzionato agli abiti. I pàgn spôrch i’ s’ lâvne in cà! = i panni sporchi si lavano in casa. Tajâr i pàgn adòs = calunniare, diffamare. Fâs tirâr pr’ i pàgn, = farsi desiderare. Sinonimi: Vestî, Bìs, Stràs.
Pagnòta Sf. 1. Pagnotta, micca di pane. 2. Persona grassottella. Dal latino panis = pane, panhotta in provenzale. Guadagnâs la pagnòta = guadagnarsi da vivere.
Pàja Sf. 1. Paglia, foraggio. 2. Prodotto scadente. 3. Esca. Rischio, pericolo. 4. Materiale per rivestire i fondi delle sedie. Dal latino pàlea = paglia, buccia. Cùa ’d pàja = (che ha la) coda di paglia, facile ad offendersi. Tè-c ad pàja, = tetto di paglia (di capanne). Màš urtlân, tânta pàja e pôch pân = se maggio produce molte verdure avremo molta paglia e poco grano. Pàja trîda = pagliccio, scarto. Quaciâr cûn la pàja = fare l’impagliatura. Dâr pàja = alimentare la trebbiatrice.
Pajadûr Sm. Chi alimenta con la paglia la trebbiatrice.
Pajâr Sm. Pagliaio, mucchio di fieno o paglia sistemato a forma di cono. In certi luoghi indica semplicemente il fienile. Nell’alto Frignano viene anche detto fìggna, termine presente con poche varianti anche in Romagna (fenia), nella pianura modenese (fègna), nel mantovano (fìgna), nel polesano (féggna), nel padovano (frigna). Dal latino fœnun = fieno [Minghelli]. La stànga dal pajâr = l’antenna intorno alla quale viene costruito il pagliaio. Cân da pajâr = cane buono a nulla, pauroso e invecchiato.
Pajarîn Agg. Paglierino, giallognolo, colore della paglia.
Pajaröl Sm. L’addetto all’alimentazione della trebbiatrice. Era la persona che si collocava in una nicchia sopra i cilindri della trebbiatrice e inseriva la paglia all’interno dei rulli, con le spighe in avanti. Il grido: Pàja! indicava l’esaurimento della scorta, ma valeva anche come sollecitazione a chi doveva fornire i covoni. Fuori di tale ambiente significa tuttora “sveglia!”, “lavora!”.
Pajaröla Sf. Colei che distribuiva la paglia da intrecciare per fare cappelli, sporte, cestini.
Pajàs Sm. 1. Pagliaccio, saltimbanco. 2. Spaventapasseri. 3. Voltafaccia; persona non affidabile. Dal latino pàlea = paglia, quindi di poco valore [Colonna]. Lo spaventapasseri è un vecchio abito riempito di paglia. Sinonimi: Saltimbânch, Mariunèta.
Pajasâda Sf. Pagliacciata, cretinata, scenata.
Pàjni Sf. pl. Rametti sporchi di vischio che si montavano sul parmûn per catturare gli uccelli migratori.
Pajöl Sm. Paglia triturata che resta sull’aia dopo la trebbiatura fatta con al cersi o con la pietra (al Piagnûn). Veniva utilizzato come lettiera.
Paišân Agg. Paesano, conterraneo. Abitante di piccoli centri. Poco emancipato.
Paišanòt Sm. Contadinotto.
Paišèt Sm. Borgatella, piccolo gruppo di case.
Paišòt Sm. Nucleo di case consistente, piccolo centro.
Paišûn Sm. Grosso paese.
Pajúm Sm. Rimanenze di paglia e loppa, scarti del pagliaio o della trebbiatura, utilizzabile come lettiere per gli animali.
Pajûn Sm. Pagliericcio, saccone pieno di foglie di granoturco. In alcune località indica anche il pagliaio. Brušâr al pajûn = mancare di parola.
Pajûra, Paûra Sf. Paura, timore, spavento. Dal latino pavor e pavura nel volgare. Chi ch’a gh’à la camîša sporca l’à sèmper pajûra, = chi ha la camicia (coscienza) sporca ha sempre paura. La pajûra la fa nuvânta = la paura fa novanta. Espressione presa dalla cabala del lotto o delle tombole, ove il numero novanta viene abbinato appunto alla paura. Ciapâr pajûra = impaurirsi. Fâr pajûra = intimorire.
Pajûrûš Agg. 1. Timido, pauroso, complessato. 2. Spaventoso.
Pâl Sm. 1. Palo, pertica. 2. Palo per le linee telefoniche o elettriche. 3. Persona magra. 4. Spia, chi sta di guardia mentre altri commettono un furto o un reato. Dal latino palus e pala = che si conficca. Pâl da tirèlli = palo per rinforzare frutteti e vigneti.
Pâla Sf. 1. Pala, badile. 2. Pala di legno. 3. Pala per mettere il pane nel forno. 4. Pala delle turbine di un mulino ad acqua. Normalmente il termine indica la pala per togliere la neve, ricavata da un tronco scavato. Varianti: Badîl, Palòt, Palèta, Gavâl.
Pàla, Sf. Palla, pallone. Dal latino pila, che poi diventa palla in longobardo e balla in franco.
Palâda, Sf. Palata, badilata, sia come percossa che come quantità di materiale mosso. A piöv a palâdi = piove a dirotto.
Paladîn Sm. Difensore, sostenitore, divulgatore di un’idea, propugnatore. Dal latino medievale (comes) palatinus perché residente nel palatium del signore. Costoro, in pratica, costituivano la scorta personale dell’imperatore e dovevano difenderlo in guerra e in pace.
Palânca Sf. Moneta, denaro, quattrini. Dallo spagnolo blanca = moneta. La Palanca era una moneta di poco valore in uso in alcune regioni d’Italia, tra cui proprio la Repubblica di Genova, dove, probabilmente, traeva il nome dai panetti di rame da cui si coniava. In antico portoghese e spagnolo per chiamare queste barre di metallo di diceva appunto Palancos o Palancas. Tîra la côrda, ma la côrda la se s-ciâca! Chî d’ Rusân i’ n’ gh’han pu’ gnân ‘na palânca! Tira la corda ma la corda si rompe. Quelli di Rosano non hanno più nemmeno una palanca!
Palanchîn Sm. Leva, palanchino, piede di porco, paranco. Dal greco fàlanx, che nel latino volgare diventa palanca = trave, tronco, sbarramento.
Palâr V. tr. Era un modo per pulire il grano sgranato con la pietra o i correggiati (cêrsi). Si lanciavano palate di grano verso un punto preciso dell’aia, con un metodo a spaglio, cioè a ventaglio. Il grano, più pesante, si depositava nel luogo scelto, mentre la pula veniva allontanata dalla brezza. Questa operazione si doveva fare al mattino presto, finché c’era la rugiada.
Palàs, Sm. Palazzo, casa signorile. Dal latino palàtium. Deriva dal nome del colle Palatino, su cui sorgeva la dimora di Augusto.
Palasèt Sm. (neologismo) Palazzo modesto. Oggi indica una grande palestra per lo sport.
Palasîna Sf. Palazzina, villetta, piccolo palazzo.
Palasòt Sm. Palazzotto.
Pâlch Sm. Palco, tribuna; scena di teatro. Dal longobardo balk = trave, supporto.
Palchè, Parchè Sm. Pavimento in legno, a volte intarsiato. “Alla corte del Re di Francia Luigi XIV le stanze avevano pavimenti in legno e la parola parquet, originariamente utilizzata come sinonimo di parco, venne presto utilizzata per indicare questa tipologia di rivestimento a listelli di legno”.
Palchèt Sm. Piccolo ripiano rialzato.
Palêdra Sf. Càrice o falasco, vegetale palustre usato per impagliare le sedie o i fiaschi.
Palêš Agg. Palesato, reso noto, evidente. Dal latino palam, apertamente.
Palešâr V. tr. Palesare, raccontare, confidare
Palèstra Sf. Palestra per ginnastica. Dal greco palaìstra, in latino palæstra = il luogo di allenamento per i lottatori.
Palèt Sm. Paletto, fittone, sostegno per piante tenere o per rete.
Palèta Sf. Paletta, piccola pala. La palèta da la farîna serviva anche come misura per dare l’obolo alla parrocchia o l’offerta ai poveri.
Pàlid Agg. Pallido, bianco. Dal latino pallēre = impallidire.
Palîna Sf. Paletto di sostegno per le recinzioni o per i segnali stradali. Cavalletto per attrezzi degli agrimensori.
Palinâr V. tr. Impallinare.
Paliòt Sm. Paliotto, parte anteriore di un altare. Dal latino pallium = mantello. In origine era un telo ricamato e incorniciato che copriva tutta la parte anteriore dell’altare. In seguito i paliotti vennero realizzati in legno o a scagliola.
Palisâda Sf. Palizzata, recinzione fatta con pali. Dal provenzale palisada.
Pâlma Sf. Palma. Dal greco palàme, in latino palma = tronco di palma, poi la stessa palma.
Pâlme Sm. 1. Palmo della mano. 2. Misura approssimativa (come area corrisponde all’apertura della mano, come misura lineare copre la distanza dalla punta del pollice alla punta del mignolo, a mano aperta). Purtâr in pâlme ’d mân = apprezzare moltissimo.
Palmûn Sm. 1. Polmone, organo del corpo. Dal latino pulmo (pulmonis), legato al greco pnèuma = soffio, respiro. 2. Panione, trappola a base di vischio per uccelli migratori. Avêgh l’àqua ìnt i palmûn = avere il siero pleurico. Avêgh l’ària ìnt i palmûn = avere l’enfisema polmonare.
Palmunîte, Pulmunîte Sf. Polmonite.
Palmús Sm. Parte concava della mano.
Palòt, Sm. Pala di legno, più piccola della pala normale.
Palòta Sf. 1. Pallina. 2. Boccetta. 3. Pallottola.
Palòtola, Palòtula Sf. Proiettile, pallottola. I primi proiettili usati con le armi da fuoco avevano la forma sferica.
Palpâ Agg. e Pp. Palpeggiato; toccato. Spesso allude a palpeggi con secondi fini.
Palpàble Agg. Palpabile, controllabile, constatabile, evidente, ben percepibile.
Palpadîna Sf. Palpeggio, palpatina, toccamento.
Palpâr V. tr. 1. Palpeggiare. 2. Saggiare, toccare. 3. Rendersi conto; toccare con mano. Dal latino palpàri = palpare, accarezzare. Palpâr la frûta = palpare la frutta per sentire se è matura.
Palpêdra Sf. Palpebra, sopracciglia. Dal latino pàlpebra.
Palpegiâr V. tr. 1. Palpeggiare, palpare. 2. Toccare morbosamente. Intensivo di palpâr.
Palpitâr V. intr. 1. Palpitare. 2. Emozionarsi. 3. Avere la tachicardia.
Palpitasiûn Sf. 1. Palpitazione. 2. Emozione. 3. Tachicardia.
Pâlta Sf. 1. Appalto. 2. Tabaccheria. 3. Spezieria. Dal latino ad pactum = per contratto, poi, nel medioevo (XIII secolo) diventa apaltus, ed indicava l’esposizione della merce. Il termine si utilizzava per indicare generi di monopolio.
Paltâda 1. Sf. Palettata, botta con la pala. 2. Quantità contenibile nella paletta. 3. Pp. Appaltata, data in appalto.
Paltadûr Sm. 1. Appaltatore, chi concede o riceve in appalto. 2. Titolare della licenza commerciale.
Paltîn Sm. Bottegaio, appaltatore.
Paltò Sm. Cappotto, paletot. Dal francese paletot = giaccone. Sinonimi: Gabâna, Pastrân.
Paltûn Sm. Pallettone. Vedi Baltûn.
Paltunsîn Sm. Cappottino, giaccone.
Palûda Sf. Acquitrino, palude. Si usa di più Padúl. Dal latino palus (paludis).
Palumbâr Sm. Palombaro, esperto dei fondi marini. Dal latino tardo palumbarius = sparviero, che si tuffa a caccia della preda.
Palûn 1. Sm. Pallone; mongolfiera. 2. Grossa balla di fieno. Rotoballa. 3. Palo di sostegno, pilastro. 4. Agg. Presuntuoso, vanitoso. Palûn ’d la lûš = traliccio, palo della linea elettrica.
Palûr Sm. 1. Pallore. 2. Ammaloramento del grano.
Palutuliêr Sm. Pallottoliere (primo strumento per imparare a far di conto). Deve il nome alle pallottole (piccole palle) o sfere scorrevoli, per contare.
Pân Sm. 1. Pane, alimento in genere. Dal latino panis. 2. Pane, filetto delle viti e dei bulloni. Dal latino panus, in origine “filo avvolto sul rocchetto”. Al pân ’d chiêtre al gh’à sèt crùsti = il pane (guadagnato) a casa d’altri ha sette croste. Chi gh’à i dênt a’n gh’à brîša ’l pân; – chi gh’à ’l pân a’n gh’à brîša i dênt = chi ha i denti non ha il pane; chi ha il pane non ha i denti. Cavâs al pân d’in bùca = togliersi il cibo di bocca, sacrificarsi. La salút dal cuntadîn? Cör alégher, pân e vîn! = la salute del contadino? Cuor allegro, pane e vino. Pân e vîn e lègna, e pu’ làsa ch’ la vègna! = pane, vino e legna (di scorta), e poi lascia che venga (la neve)! Al pân al gh’à valûr – se t’al guadàgn cûn al sudûr = il pane ha valore se te lo guadagni con il sudore. Pân dal cúch = il muscàrium racemusum. Pân fāt in cà = pane casalingo. Pân cùmper = pane acquistato. Pân sênsa alvadûr = pane azzimo. Pân radû = pane grattugiato. Pân màt = pane dolce profumato all’anice. Pân e cumpanàdghe = pane e companatico.
Pàn Sm. 1. Panno, coperta, plaid. 2. Stoffa. 3. Indumento.
Pàna Sf. Panna (è il velo che si forma sulla superficie di un liquido).
Panâda Sf. Pane cotto condito. Mangiâr la panâda = pancotto per chi è senza denti. Andâr in panâda = diventare pappa, spappolarsi.
Panâra Sf. Madia. Da pane. Ve ne erano di due tipi: il mobile ove si impastava il pane (panâra a cûnca), o dove lo si conservava (detto màdia, mobile a coperchio fisso con possibilità di sfiato per il calore mediante un fermaglio detto bernèl).
Panaràsa Sf. Insetto repellente, blatta.
Panaràsa o Panarîša Sf. Malattia che provoca la caduta dell’unghia.
Panarîna Sf. Piccola madia.
Panciòt Sm. Panciotto, gilè.
Pân còt Sm. Zuppa, panata (condita con burro e formaggio serviva per chi aveva poco appetito. Era anche la pappina per svezzare i bambini).
Pàn dal cúch Sm. Infiorescenza di una liliacea di colore blu, il Muscarium racemòsum. Lo utilizzavano per colorare le uova a Pasqua.
Pandôra Sf. e Agg. Donna grassottella e un poco disordinata, trascurata.
Panèl Sm. 1. Pannello (separatore; espositore). 2. Sostegno per cassa da muratore. 3. Parete mobile, divisoria. Dal latino volgare pannellus, che era un panno separatore, divisorio.
Panêr. Panêra Sm. , Sf. Paniere, cesta di vimini. Serviva a trasportare il pane dal forno al cliente o dal forno alla casa. Serviva anche a trasportare il bucato, pur conservando lo stesso nome.
Panerîn, Panerîna Sm. e Sf. Piccolo paniere.
Panerûn, Panerûna Sm. e Sf. Grosso paniere
Panèsa Sf. 1. Tipo di stoffa ruvida. 2. Tessuto fatto in casa. Dal tardo latino pannicium, fatto di panno. Era una stoffa di lana di pecora, molto consistente. Un tempo potere indossare un vestito di panèsa era un lusso.
Panèt Sm. 1. Pannetto, panno leggero. 2. Ceppo per freni a martinicca. 3. Calcio nel sedere; calcio violento al pallone.
Panetêr Sm. Fornaio, panettiere. Colui che fa il pane.
Panetûn Sm. Panettone. Variante di pân. Si chiama anche pân cûns (famoso il panettone milanese, che risale al XV secolo. Pare che significhi: Pân ed Tùni, pane di Antonio (il cuoco o panettiere dei Visconti).
Panîn Sm. Panino (imbottito).
Panîna Sf. 1. Panno, stoffa. 2. Scampolo. 3. Pannolano.
Panòcia (raro: Pagnòca) Sf. Pannocchia di granturco. Dal latino tardo panucula, diminutivo di panis.
Pânsa Sf. Pancia, ventre, epa. Varianti: Pansûn, budrîga. A pânsa a l’aria = supino, ozioso. Pânsa piéna = satollo. Gratâs la pânsa = oziare. Mèter sú la pânsa = ingrassare. Pânsa a pûnta – un mas–c a-spûnta; – pânsa tùnda – fèmna còmda = se la gestante ha la pancia a punta nascerà un maschio; se ce l’ha rotonda nascerà una femmina. Al parôli gli impìsi pôch la pânsa = le chiacchiere non sfamano. Pânsa piêna la n’ créd mìa a cla vöda = chi sta bene non si cura di chi è meno fortunato di lui. Tgnîs la pânsa pr’al rìdre = sbellicarsi per le risa. Fâr ’d la pânsa (detto di parete) = non è perpendicolare, è rigonfia.
Pansâda Sf. 1. Panciata. 2. Tuffo mal riuscito.
Panšâna Sf. Panzana, frottola.
Pansêra Sf. Panciera, busto.
Pansèta Sf. 1. Pancetta (carne conciata). 2. Pancia grassottella.
Pansîn Sm. Pancino, piccola pancia.
Pansûn Sm. 1. Pancione, epa. 2. Mangione.
Pantalûn 1. N. pr. Pantalone (maschera). Dal veneziano pantalôn e questo dal patrono della chiesa di San Pantaleone a Venezia. 2. Sm. pl. Pantaloni. Dal francese pantalons, calzoni lunghi associati all’immagine della maschera italiana Pantalone. Ma di solito si usa brâghi. À pâga Pantalûn = paga Pantalone (sarà sempre la povera gente a pagare gli errori dei governanti). Ci sono due versioni sull’origine dl motto. La prima: nella guerra contro i turchi Venezia pagava le spese anche per Ferrara, Napoli e Pisa sue alleate. La seconda: dopo Campoformio i plenipotenziari partirono senza saldare il conto al locandiere. Questi chiese: Chi mi paga? Gli rispose Pantalone che stava a cassetta: Pago mi. Il nome Pantalone a Venezia era molto diffuso grazie alla chiesa dedicata al santo omonimo.
Pantân Sm. 1. Pantano; mota. 2. Stagno trascurato. Da un tema mediterraneo palta = fango.
Pantiâr V. intr. 1. Ansimare, respirare a fatica. 2. Avere il fiato grosso.
Pantìj Sm. Respiro pesante, affannoso.
Pantiûn Sm. Respiro affannoso, asma.
Pantòfla Sf. Pantofola, ciabatta. Forse dal greco bizantino pantofellòs = tutto sughero, quindi leggero.
Pantumîna, Pantumîna Sf. 1. Pantomima. 2. Confusione. 3. Sgridata. Dal latino pantomìmus e dal francese pantomime.
Pâpa Sm. 1. Papa, pontefice. 2. Persona appagata. Dal greco pàppos, che in origine indicava il nonno, attraverso il latino tardi papa. Stâr da pâpa = stare bene, essere appagato. ’Na vôlta ògni môrt ad pâpa = molto raramente. Môrt un pâpa a s’n’in fa un âter = morto un papa se ne elegge un altro. Andâr a Rúma sénsa vèdre ’l pâpa = non approfittare delle circostanze; fare una cosa inutile.
Pàpa Sf. Pappa (cibo in gergo infantile). Dal latino volgare pappa, onomatopeico. Catâr la pàpa còta = trovare la pappa fatta.
Papà Sm. Babbo, papà, padre. Varianti: Pupà, pà.
Papagàl Sm. 1. Pappagallo. 2. Orinatoio. Dell’arabo babaghà [Devoto – Colonna].
Papalîna Sf. Papalina, zucchetto dei prelati. Da papalino, allusione giocosa allo zucchetto del papa.
Papardèla Sf. 1. Tagliatella. 2. Riquadro di sfoglia. 3. Predicozzo, tiritera. Dal provenzale papard = pasta.
Paparòcia Sf. 1. Ploccia, fanghiglia, poltiglia. 2. Brodaglia.
Papàver, Papàvre Sm. 1. Papavero. 2. Personalità di spicco. 3. Dirigente. 4. Eminenza ecclesiastica (in senso ironico). Dal latino volgare papàverum, classico papàver.
Papèta Sf. Pappina, minestrina collosa.
Papîna Sf. 1. Pappa per bambini. 2. Mistura per animali (tacchini, oche, pulcini). 3. Impacco con farina di lino bollente. 4. Impiastro, cataplasma. 5. (Ramiseto) Dolce a forma di ciambella. La papîna int i ò-c = cispa. L’é ‘na papîna frèda = è un pappamolla.
Paplâr V. intr. Parlare troppo e senza senso o costrutto (onomatopeico). Dallo spagnolo hablar = parlare.
Paplûn Agg. e Sm. 1. Che parla troppo e a vanvera. 2. Confusionario. Vedi Sablûn.
Pâr Sm. Paio, coppia. Dal latino par = uguale. Pr’un pâr ad pêr al pâr pêra = con un paio di pere sembra pari (si accontenta). Un pâr da scârpi = un paio di scarpe. Dû pâr d’ brâghi = due paia di pantaloni.
Parabrèsa, Parabrîš Sm. Parabrezza, riparo per motocicli e auto.
Paracadût Sm. Paracadute.
Paracadutìsta Sm. Paracadutista.
Paracàr Sm. Paracarro, salvamuro (erano sassi posti in obliquo vicino agli spigoli dei muri per tenerne lontano il carro ed evitare di graffiarli coi mozzi delle ruote).
Paracûlp Sm. Paracolpi, reggispinta, ammortizzatore.
Paracûl Sm. 1. Paraculo. 2. Leccapiedi. 3. Ruffiano. 4. Furbastro.
Paraculâr 1. V. intr. Fare il ruffiano, il leccapiedi. 2. V. tr. Proteggere qualcuno.
Parâda Sf. 1. Sfilata, rassegna di militari, ostentazione. 2. Parata del pallone da parte del portiere. Dal latino parare. Rôba rubâda – la n’ fà né pro né parâda = roba rubata / non produce né vantaggi né riuscita.
Paradênt Sm. Paradenti, gomma salvadenti nel pugilato.
Paradîš Sm. 1. Paradiso. 2. Luogo gradevole. 3. Gioia. 4. Soddisfazione. Dal greco paràdeisos = luogo ameno protetto, giardino. Avêgh di sânt in paradîš = avere chi ti favorisce. La via dal paradîš l’è strèta = la strada per andare in paradiso è stretta.
Paradûr Sm. Conducente di mandrie. In particolare erano i pastori che conducevano le pecore nella transumanza.
Parafàngh Sm. Parafango (negli automezzi).
Parà-g Sm. Vicinanza, paraggi. Dallo spagnolo paraje, attraverso il francese parage.
Paragûn, Parangûn Sm. Paragone, confronto, esempio.
Paragunâr V. tr. 1. Confrontare. 2. Portare ad esempio o come campione. Dal greco parakonào = sfrego un oggetto contro un altro, quindi lo confronto.
Parališâ Agg. e Pp. Paralizzato.
Paràliši Sf. Paralisi. Dal greco paràlysis, latino paràlysis = allentamento, scioglimento.
Paralìtich Agg. 1. Paralitico, paralizzato. 2. Invalido.
Paralúm Sm. 1. Paralume. 2. Abat-jour. 3. Cappa o tubo di protezione della fiamma.
Paralûš Sm. Schermo, paraluce.
Paramân Sm. 1. Paramano, protezione (è una striscia di pelle o stoffa usata dai calzolai per non tagliarsi il dorso della mano con lo spago. Disponeva di due buchi alle estremità: si infilava il pollice in uno poi si passava la striscia intorno alla mano e di nuovo si infilava il pollice nell’altro buco, in modo che l’attrezzo restasse fermo e coprisse la mano). 2. Frattazzo, strumento utilizzato come supporto per rifinire l’intonaco. 3. Aletta metallica affiancata ai manici dell’aratro a protezione della mano.
Paramênt Sm. 1. Indumenti sacri, indossati dal sacerdote per la celebrazione dei riti. 2. Oggetti per la vestizione solenne. 3. Parte di protezione, davanti alla macina, per fermare la farina. Dal latino tardo paramentum.
Paramùschi Sm. 1. Insieme di strisce appese allo stipite della porta per tener fuori di casa le mosche. 2. Insieme di strisce applicato alla fronte dei buoi nelle sfilate, composto da tanti fiocchetti colorati, detto anche muscaröla.
Parânch Sm. Paranco, argano, leva.
Parâncla Sf. Paranco, argano.
Paraò-c Sm. Paraocchi, due bande di cuoio lavorato, poste ai lati della cavezza in modo da impedire ai cavalli la visibilità laterale. Avêgh i paraò-c = non vedere l’evidenza.
Parapèt Sm. 1. Parapetto. 2. Protezione. 3. Balaustra.
Parâr V. tr. 1. Parare. 2. Mandare al pascolo. 3. Mandar via. Parâr via = allontanare, spaventare. Parâr inâns = incitare, spingere avanti. Parâr sú = mettere fretta, incitare. Parâr föra al bèstji = portare le bestie al pascolo. Parâr déntr’ al galîn = mandare le galline nel pollaio.
Parâs V. rifl. Nell’espressione: Parâs sú ’l màndghi = tirarsi su le maniche, impegnarsi.
Parašnò-c Sm. pl. Ginocchiere.
Paraspîgle Sm. Paraspigolo, salva spigolo.
Parastînch Sm. pl. Parastinchi (usato nel gioco del calcio).
Parasûl Sm. 1. Aletta parasole. 2. Ombrellino da sole.
Paraûrt Sm. Paraurti (negli automezzi).
Paravèla Sf. Tavola di base per le gettate di cemento.
Paravênt Sm. 1. Paravento. 2. Separé. 3. Protezione.
Paravlâr V. tr. Livellare l’armatura per la gettata di cemento.
Parcèla Sf. 1. Parcella. 2. Paga dovuta per una consulenza. Dal latino volgare particella, attraverso il francese parcelle = piccola parte (di un fondo, di un edificio), termine usato prevalentemente dal catasto.
Parchè-g Sm. 1. Parcheggio. 2. Il parcheggiare.
Parchegiâr V. tr. Parcheggiare.
Parciâda 1. Sf. Apparecchiatura. 2. Grande festa con ospiti. 3. Distesa di oggetti. 3. Agg. e Pp. Apparecchiata.
Parciadûr Sm. Chi apparecchia.
Parciadûra Sf. L’apparecchiare.
Parciâr V. tr. Apparecchiare, preparare la tavola. Dal latino volgare pariculare, classico apparare = apparecchiare.
Parè-c Avv. Parecchio, molto, assai.
Parêda Sf. 1. Parete, muro divisorio. 2. Fianco roccioso di un monte. Dal latino paries.
Parênt 1 Sm. Parente, consanguineo. Dal latino pàrens = colui che genera. Chi ch’a gh’à rôba ’l gh’à parênt = chi ha sostanze ha parenti. Parênt – serpênt! = parenti – serpenti! I parênt i’ ên cmé i stivâl: pu’ i ên strèt e pu’ i fân mâl = i parenti sono come gli stivali: più sono stretti più fanno male. Mèj un trîst amîgh che un bûn parênt = meglio un cattivo amico che un buon parente. Parênt bûn = parenti di primo grado. Parênt a la luntâna = cugini, parenti alla lunga. Andâr in parênt = andare a trovare i parenti.
Parênt 2 Sm. pl. Bardana, lappola, cardo uncinato. Le sue brattee, quando vengono a contatto con la stoffa o col vello di animali, vi si attaccano ed è difficile staccarle senza danni. Ha fiori tubolari e squame uncinate ricurve. Le più note sono la Lappa major e la Lappa vulgaris. Vedi Lûv.
Parentêla Sf. 1. Parentela, grado di consanguineità. 2. Rassomiglianza.
Parêr V. intr. 1. Parere, sembrare. 2. Apparire. Dal latino parēre = apparire, sembrare. Parêr e n’êsre, l’è cmé filâr e n’ tèsre = sembrare ma non essere, è come filare ma non tessere.
Parêr Sm. 1. Parere. 2. Giudizio, opinione. 3. Giudizio di esperto. Andâr a parêr = andare a consulto. Óm da parêr = uomo saggio, che sa dare consigli.
Parèš Sm. 1. Pareggio, parità. 2. Pareggiamento, livellamento.
Parîgi N. pr. Parigi, capitale della Francia. In origine era un villaggio costruito dai Galli Parisii su un’isola (Île de la Cité) al centro della Senna col nome di Lutetia Parisiorum. Dal IV secolo iniziò a chiamarsi Parigi.
Parigîn, Parišîn Agg. 1. Parigino, che sta o viene da Parigi. 2. Elegantone, snob; vestito all’ultima moda.
Parìglia Sf. 1. Pariglia, paio. 2. Vendetta, rivalsa. Dal latino volgare paricula (appaiata) attraverso il francese pareille. Al gh’à ’rdâ la parìglia = gli ha reso pane per focaccia.
Paritâ Sf. Parità, uguaglianza. Dal latino paritas.
Parlâda Sf. 1. Modo di parlare, parlata. 2. Dialetto, cadenza. Al gh’à ’na parlâda furastêra = ha un accento forestiero, non è nativo di queste parti.
Parladûr Sm. 1. Chiacchierone. 2. Persona convincente. 3. Oratore, conferenziere.
Parlamênt Sm. Parlamento, organo istituzionale costituito dalle due camere: deputati e senatori.
Parlantîna Sf. Parlantina, voglia di chiacchierare.
Parlâr 1 V. intr. 1. Parlare. 2. Chiacchierare. 3. Intervenire in una disputa. 4. Fare la spia o rivelare segreti. 5. Andare “a morosa”. Dal latino medievale parabolare = parlare, raccontare. Al pârla perché ’l gh’à la lìngua in bùca = parla senza riflettere. Fâr parlâr = dare adito a chiacchiere. Parlâr bên e pu’ fâr mâl = predicare bene ma razzolare male. Gnân da parlân = neanche da parlarne, indiscutibile. Parlâr a mèša bùca = dire e non dire. Parlâr adrê = sparlare.
Parlâr 2 Sm. 1. Parlata, lingua. 2. Gergo. 3. Cadenza.
Parlatòri Sm. 1. Parlatorio. 2. Sala d’aspetto. 3. Luogo destinato alla conversazione nei collegi, nei conventi o nelle carceri.
Parlèta Sf. Pentola, piccolo paiolo.
Parletîn Sm. Pentolino. Quello per il caffè era diventato proverbiale per le piccole dimensioni e perché non veniva quasi mai lavato per fargli conservare l’aroma dell’orzo cotto.
Parlutâr V. intr. 1. Parlottare. 2. Discorrere a voce bassa, come in segreto.
Parlutâr Sm. Parlottio, bisbiglio.
Pârma N. pr. Parma. Il nome della città è da collegare a quello del torrente Parma che l’attraversa.
Parmûn (raro Palmûn) Sm. Panione (insieme di panie), trappola a base di vischio per uccelli migratori. Consisteva in una pertica su cui si montavano al curneti (tre supporti a raggiera) e su queste si infilavano al pànij (piccoli stecchi coperti di vischio). Poi la pertica veniva fissata a una quercia facendo sporgere oltre la chioma la parte col vischio. Gli uccelli si fermavano, attratti dal canto delle cantarèli, s’impaniavano le ali, cadevano a terra e venivano catturati.
Paròchia Sf. 1. Parrocchia. 2. Territorio gestito dal Parroco. Nel latino ecclesiastico parœcia, diminutivo parròcula (dal greco paroikìa), indica la pertinenza, il territorio del Parroco. 3. Pancia prominente (in senso ironico).
Pàroco Sm. 1. Parroco. 2. Curato. Dal latino ecclesiastico parochus. Si preferiva: periûr, pervòst, arsiprêt
Paröl Sm. Paiolo, grossa pentola. Dal latino medievale (VIII secolo) parjolum.
Parôla Sf. 1. Parola, termine, vocabolo, nome. 2. Garanzia, impegno; fiducia. Dal latino medievale paraula, latino tardo parabola = racconto. Brušar la parôla = non mantenere la parola data. Êsr’ad parôla = mantenere la parola. Êsr’ in parôla = essere impegnato, avere una trattativa in corso. Tör la parôla = prendere la parola, intervenire. Dâr la parôla = concedere la parola, garantire. Ad pôchi parôli = conciso, laconico. Biasâr al parôli = masticare le parole. La parôla l’è ’na parôla = ciò che è detto è detto. Parôla tûrna indrê = ritiro ciò che ho detto. Òm ad parôla = galantuomo, fidato. Mangiâs la parôla = venir meno ai patti. Mantgnîr la paróla = non tradire. Mètghe ’na bùna parôla = intercedere.
Parpadlâr V. intr. Parlare a sproposito.
Parpadlîn Sm. Persona loquace, chiacchierino.
Parpadlûn Sm. Persona loquace, chiacchierone.
Parpàja Sf. Farfalla. Redîn da parpàja = retino per farfalle. Andâr a parpàj = perdere tempo.
Parpaîna Sf. 1. Farfallina. 2. Fuliggine. 3. Tarma. 4. Tipo di minestra.
Parpajöla Sf. 1. Farfalla. 2. Sesso femminile (eufemismo).
Parpajûn Sm. 1. Grossa farfalla. 2. Persona spocchiosa, vanitosa.
Paršadûr Sm. 1. Pareggiatore. 2. Livellatore.
Paršâr V. tr. 1. Pareggiare, appianare. 2. Favorire. 3. Mettersi in pari (coi debiti). Paršâr i cûnt = pareggiare i debiti. Paršâr al rödi = bilanciare le ruote.
Parsiâl Agg. 1. Parziale, incompleto. 2. Di parte, non equo. Dal latino tardo partialis (da pars).
Parsialitâ Sf. 1. Parzialità, favoritismo. 2. Ingiustizia. Fâr dal parsialitâ = fare favoritismi.
Pârt 1 Sm. 1. Parto. 2. Invenzione. 3. Componimento. Dúna ad pârt = puerpera.
Pârt, Pârta 2 Sf. 1. Parte. 2. Spettanza, eredità. 3. Quota, rata. 4. Parte da recitare in uno spettacolo. 5. Zona, località. 6. Lato di un edificio. Dal latino pars. A gh’é tucâ la su’ pârta = ha ereditato. Fâr al pârti = ripartire. Fâr la su’ pârta = dare il proprio contributo; fare bella figura. Mèter da pârta = risparmiare. Mèter da ’na pârta = scartare. Pasâr da ’na pârta a cl’âtra = cambiare bandiera. Tör pârta = schierarsi, prendere le difese. Stâr da ’na pârta = restare appartato, isolarsi. Fàt da ’na pârta! = spostati.
Partamênt Sm. Appartamento. Dallo spagnolo apartamiento, da apartàrse, appartarsi. Vedi Apartamênt.
Partecipânsa Sf. Il diritto di voto in certe organizzazioni sociali di origine medievale.
Partecipâr V. intr. Prendere parte a qualcosa. Dal latino partecipare = avere parte.
Partecipasiûn Sf. 1. Partecipazione, comunicazione di un evento. 2. Il foglio di comunicazione. 3. Invito alle nozze.
Partênsa Sf. 1. Partenza. 2. Avvio. Ad partênsa = fin dall’inizio.
Partgnîr V. intr. Appartenere.
Partî 1. Sm. Partito politico, fazione. 2. Occasione di matrimonio. 3. Agg. e Pp.. Partito, andato. 4. Suddiviso (patrimonio). Cúst l’é un fàt ch’i’ arî capî: / me i’ rispèt tú-c i partî = questo è un fatto che avrete compreso: io rispetto tutti i partiti [Isaia Zanetti]. L’é un bûn partî = è ricco, quindi conviene sposarlo.
Partìcula Sf. Particola (ostia piccola, per comunicare i fedeli). Dal latino particula, diminutivo di pars, particella.
Particulâr 1. Sm. Dettaglio. 2. Agg. Proprio di una persona. 3. Speciale. Dal latino tardo particularis = relativo a una piccola parte (particula).
Partîda 1. Sf. Partita a carte o ad altro gioco. 2. Lotto, quantità di merce. 3. Contenuto di una questione. 4. Agg. e Pp. Partita, andata via. 5. Avviata (di macchina). 6. Ridotta in parti, spartita, distribuita, separata. Fâr ’na partîda, = giocare. I’ v’ cûnt la partîda = vi spiego come stanno le cose.
Partidîna Sf. Gioco senza molto impegno, per puro passatempo.
Partidûra Sf. 1. Spartizione. 2. Separazione. 3. Spartito musicale. 4. Impegno scritto.
Partigiân Sm. e Agg. 1. Partigiano. 2. Sostenitore a oltranza.
Partîr 1. V. intr. Partire, andarsene, intraprendere un viaggio. 2. V. tr. Dividere, fare le parti; dividere (l’eredità). Dal latino partiri = spartire, dividere.
Parturîr V. tr. e V. intr. Generare, figliare, partorire. Dal latino pario = genero.
Parúca Sf. Parrucca.
Paruchêr, Paruchêra Sm. e Sf. Acconciatore, parrucchiera.
Paruchiâl Agg. Parrocchiale, inerente alla parrocchia.
Paruchiân Sm. 1. Residente nella parrocchia. 2. Sotto la giurisdizione di una parrocchia.
Parulàj Agg. 1. Chiacchierone. 2. Imbonitore. 3. Venditore di fumo.
Parulàsa Sf. 1. Parolaccia, sconcezza. 2. Offesa. 3. Volgarità.
Parulîn Sm. Pentolino, piccolo paiolo. Parulîn da l’aqua santa = pentolino dell’acqua santa, ipocrita, falso devoto o anche finto onesto.
Parulîna Sf. 1. Parolina. 2. Vezzo. 3. Elogio. 4. Minaccia celata. 5. Sprone. Dîr ’na parulîna int n’urècia = mettere sull’avviso, mettere in guardia.
Pàs Sm. 1. Passo (spazio tra un piede e l’altro mentre si cammina). 2. Passaggio, valico. 3. Iniziativa. 4. Passo importante, decisione. 5. Modo o ritmo di camminare, andatura. Dal latino passus. Fâr al pàs pu’ lungh che la gamba = intraprendere iniziative per le quali non si è adeguati. Tú-c i câls i mandi avanti un pàs = ogni calcio manda avanti un passo. Pàs d’al fiúm = guado. Pêrdr’ al pàs = restare indietro, non tenere il ritmo. Andâr al pàs, = marciare con ordine; stare in armonia, restare aggiornato. Al pàs ad l’ôca = passo dell’oca (modo di marciare degli eserciti, che alzano la gamba in movimento fino a fare angolo retto con quella appoggiata).
Pàs Agg. 1. Appassito. 2. Invecchiato. Gnîr pàs = appassire, ammosciarsi.
Pâš Sf. 1. Pace, tranquillità. 2. Ambiente rilassante. Dal latino pax = pace.
Pasâ 1. Agg. e Pp. Passato, trascorso. 2. Transitato. 3. Promosso agli esami. 4. Sm. Il passato, il tempo andato. 5. Cibo macinato, passato nel tritatutto.
Pasàbil Agg. Passabile, accettabile. Dal francese passable = che può essere accettato.
Pasâda 1. Sf. Passata (verdure cotte passate nel passaverdure). 2. Sgridata, sollecitazione, rimprovero. 3. Presa di erba raggiungibile con un colpo di falce. 4. Ripassata, rilettura. 5. Agg. Passata, trascorsa. Àqua pasâda la n’ mâšna pu’, = ciò che è stato è stato. Dar ’na pasâda = fermarsi per una visita veloce.
Pasadîna Sf. 1. Ripassatina. 2. Richiamo alla memoria. 3. Sollecito. 4. Rimprovero. 5. Rinfrescata.
Pasadmân Avv. Dopodomani, poi, in seguito.
Pasafîl Sm. Passafilo (spatola per preparare l’ordito nella tessitura).
Pasà-g Sm. 1. Passaggio, transito. 2. Scorsa, lettura. 3. Passaggio (del pallone a un altro giocatore). 4. Un turno in una operazione specifica. Dal latino volgare passare = fare passi, attraverso il francese passage.
Pasamân Sm. 1. Frattazzo. 2. Trina, bordo da applicare a stoffe. 3. Passaggio a mano di un oggetto fra più persone; catena di lavoro. 4. Poggiamano lungo le scale.
Pasamuntàgna Sm. Copricapo integrale, con solo l’apertura per gli occhi e la bocca.
Pasânt 1. Agg. Che passa, che transita. 2. Sm. Passante, viandante. 3. Oggetto passante. 4. Occhiello per la cintura, asola passanastro.
Pasapôrt Sm. Passaporto (lasciapassare, documento ufficiale che permette di uscire dal proprio stato).
Pasâr V. tr. 1. Passare. 2. Dare un oggetto ad altra persona. 3. Fare il passamano. Dal latino volgare passare.
Pasâr V. intr. e tr. 1. Passare, fare passi. 2. Attraversare. 3. Oltrepassare, superare. Pasâr d’avanti = sorpassare.
Pasarèla Sf. 1. Passerella per le sfilate di moda. 2. Passaggio rimediato sopra un torrente, ponticello improvvisato.
Pasarîna Sf. 1. Passerotto, passerina. 2. Vulva (di una ragazzina).
Pasaròt Sm. Passerotto.
Pasâs V. rifl. 1. Passarsi. 2. Trasmettersi. Pasâsla ben = vivere agiatamente.
Pasatêmp Sm. 1. Passatempo. 2. Divertimento.
Pàscol Sm. 1. Pascolo. 2. Terreno. 3. Conduzione degli armenti. Dal latino pascuum = luogo ove nutrire (pascere, pascolare) gli animali.
Pasdîn Sm. 1. Passettino. 2. Primo tentativo di camminare. 3. Inizio a rilento.
Pasè-g Sf. 1. Passeggio. 2. Diporto. 3. Luogo per il passeggio.
Pasegêr Sm. 1. Passeggero. 2. Viaggiatore su mezzi pubblici. Agg. Transitorio, di poca durata.
Pasegiâda Sf. Passeggiata.
Pasegiâr V. intr. 1. Passeggiare, camminare comodamente. 2. Gironzolare per spasso.
Pasegîn Sm. (neol.) 1. Passeggino. 2. Carrozzina (mezzo per il trasporto dei bambini).
Pasèt Sm. 1. Foro passante. 2. Asola. 3. Infilaguaine per sarti.
Pasià Sm. 1. Pascià, autorità islamica. 2. Chi sta bene e gode dei propri agi. Dal turco pashà.
Pasiênsa Sf. 1. Tolleranza, rassegnazione. 2. Scapolare di frati, suore o di appartenenti a confraternite. Dal latino patientia, da pati = sopportare. La pasiênsa l’è cmé la pìsa: quand la scàpa, la scàpa! = la pazienza è come la pipì: quando scappa, scappa! Pérder la pasiênsa = spazientirsi. Purtâr pasiênsa = pazientare.
Pasiênt 1. Agg. Paziente, tollerante. 2. Sm. Ammalato.
Pasîr V. intr. 1. Appassire. 2. Ammalarsi. 3. Perdere la vivacità. 4. Impallidire.
Pasiûn Sf. 1. Passione, interesse, hobby. 2. Sofferenza. Avêgh pasiûn = dedicarsi intensamente.
Pasiunâ Agg. e Pp. 1. Appassionato. 2. Sofferente.
Pasiunâs V. rifl. 1. Appassionarsi. 2. Innamorarsi appassionatamente.
Pasiûn d’ Crìst Sf. 1. Passione di Cristo. 2. Grandi sofferenze. 3. Preghiere recitate durante la Settimana Santa.
Pasîv 1. Agg. Passivo. 2. Non redditizio, a rimessa. 3. Sm. Ammontare del debito o del deficit. Dal latino tardo passivus, derivato di passus.
Pàsqua Sf. 1. Pasqua, festa della resurrezione. 2. Felicità, contentezza. Dall’ebraico pesàh, attraverso il greco pàska e il latino pascha. Per gli ebrei ricordava il passaggio dalla schiavitù alla libertà. Per i cristiani dallo stato di peccato a quello di grazia. Fâr pàsqua = confessarsi e comunicarsi, precetto annuale dei cattolici. Guastâr la pàsqua = comportarsi male appena confessati e comunicati. La lûna cûlma ’d mârs la porta la pàsqua = la fase lunare successiva al plenilunio di marzo porta la pasqua. Per Pasqua e per Nadâl – tú-c i gàl al su’ pulâr, – e ’l galîni indùa a gh’ pâr = a Pasqua e a Natale i giovani stiano a casa e le ragazze dove pare loro. Öv ad Pàsqua, = uova pasquali.
Pasquèta Sf. Lunedì dell’Angelo o secondo giorno di pasqua. Trattandosi del giorno successivo alla Pasqua è come se fosse una seconda festa, una piccola Pasqua.
Pàsra Sf. Passero, passerotto.
Pàsre Sm. Passero, passerotto. Dal latino passer.
Pàst Sm. Pasto. Dal latino pastus, participio passato di pàscere. Stâr a pàst = rispettare l’orario dei pasti. Mangiâr šù ’d pàst = mangiare fuori pasto.
Pàsta Sf. 1. Pasta, minestra. 2. Dolce. 3. Pomata, unguento. 4. Carattere, indole. Dal latino tardo pasta, in greco pastè = farina impastata. Êsr ’d pāsta bûna = essere di buon carattere. Gratâr vìa la pàsta = togliere la pasta appiccicata alla madia. La fàbrica ’d la pàsta = pastificio.
Pastafróla, Pasta fròla Sf. 1. Pasta frolla (preparato per dolci o cibi particolari). 2. Persona di carattere debole.
Pastài Sm. Pastaio, produttore di pasta.
Pastâr V. tr. Ingrassare gli animali (oche, maiali). Pastâr al pursèl = ingrassare il maiale. Pastâr agli ôchi = ingrassare le oche.
Pastarâša Sf. Pasta particolare ottenuta con un impasto di pan grattato, farina, formaggio e uova.
Pastâs V. rifl. 1. Alimentarsi. 2. Divertirsi. Pastâs dal rìdre = ridere a crepapelle.
Pastasúta Sf. Pastasciutta.
Pastegiâr V. intr. 1. Gustarsi il pasto. 2. Fare assaggi.
Pastèla Sf. 1. Pastella di uova e farina per friggere. 2. Sfoglia.
Pasticêr Sm. Pasticcere, fornaio. Confezionatore di dolci.
Pastìglia Sf. Compressa, pastiglia. Dal latino volgare pasticula (piccola pasta) attraverso lo spagnolo pastilla.
Pastîn Sm. Pastaio.
Pastîna Sf. Pasta minuta, per ammalati, bambini o anziani, cotta in brodo.
Pastìs Sm. 1. Pasticcio. 2. Guazzabuglio. 3. Faccenda imbrogliata. 4. Timballo. Dal latino volgare pasticjum (da pasta).
Pastisâr V. intr. 1. Pasticciare, fare cose confuse. 2. Imbrogliare le cose. 3. Agire maldestramente. 4. Sporcare, imbrattare.
Pastisûn Agg. Pasticcione, confusionario.
Pastlîna Sf. Pastina, piccola sfoglia.
Pastòja (poco usato) Sm. 1. Pastoia. 2. Fune. 3. Legaccio (applicato alle zampe degli equini da domare per impedire loro movimenti incontrollabili). 4. Intralcio, ostacolo burocratico. Dal latino medievale pastoria.
Pastrân Sm. Pastrano, impermeabile, giaccone. Sinonimi: Gabâna, Mantlîna, Paltò, Palandrâna.
Pastrò-c Sm. 1. Pastrocchio. 2. Imbrattamento. 3. Cibo poco curato. 4. Lavoro fatto male.
Pastruciâr V. intr. Imbrattare, pasticciare; lavoricchiare.
Pastûn Sm. 1. Pastone per fare il pane. 2. Pastone di mistura per gli animali. 3. Impasto in genere, anche di calce o cemento.
Pastunêša Sf. Castagna piccola ma dolce (ottima sia lessa che arrostita).
Pastûr Sm. 1. Pastore. 2. Guida. 3. Conduttore. Dal latino pastor = colui che pasce.
Pastûra Sf. 1. Pascolo. 2. Il pascolare. 3. Terreno adibito a pascolo. 4. Mangime dato ai pesci (per poterli pescare) o agli uccelli (per attirarli nelle trappole). 5. Interiora della selvaggina. Dal tardo latino pastura, legata a pasto.
Pasturâr V. tr. 1. Condurre gli armenti al pascolo, guidarli per nutrirli meglio. 2. Dare da mangiare ai pesci.
Pasturišâ Agg. e Pp. (Latte) trattato, pastorizzato.
Pasturišâr V. tr. 1. Pastorizzare (latte o vino). Dal francese pasteuriser, dal nome di L. Pasteur (1822-1895).
Pasturìsia Sf. Pastorizia.
Pasturûn Sm. 1. Bonaccione, giovialone. 2. Facile da convincere.
Pastûš Agg. 1. Pastoso. 2. Molle. 3. Duttile. 4. Plasmabile.
Pasûn Sm. Palo da recinzione. Sinonimi: Palûn, Palèt, Clûna.
Pàt Sm. 1. Patto, accordo. 2. Convenzione. 3. Condizioni. Dal latino pactum. A tú-c i pàt partî = a ogni costo.
Pàta Sf. 1. Pareggio (al gioco). 2. Battente. 3. Orlo, cucitura. 4. Apertura anteriore dei pantaloni, detta anche bottega. 5. Mese in cui cadono due lunazioni. Dal latino pacta.
Patàca Sf. 1. Patacca, sculacciata. 2. Oggetto di poco valore. 3. Medaglia o moneta scadente. 4. Macchia d’unto su un vestito. Dal provenzale antico patac = ornamento con oggetti venali. Simpatica anche l’ipotesi che fa derivare il vocabolo dall’arabo patàqa, contrazione di abu-tàqa = padre alla finestra. Sarebbe una interpretazione umoristica dell’effigie di Carlo V° fra le colonne d’Ercole, incisa su una moneta (Colonna).
Patacâda 1. Sf. Sculacciata. 2. Lezione. 3. Pp. Sculacciata, percossa.
Patacâr V. tr. Pataccare, sculacciare.
Patachîn Sm. Frugoletto.
Pataclênt Agg. Pieno di patacche, sporco.
Patacûn 1. Sm. e pl. Sculaccione; sculacciata. 2. Agg. Sporco, unto.
Patâda Sf. Patata, tubero. Dallo spagnolo patàta. Patâda bujênta = situazione difficile da risolvere. Farîna d’ patâda = fecola di patata.
Pataflân, Pataflâna Sm. e Sf. Ciccione, lento, traballante nel muoversi.
Patàja Sf. 1. Camicia. 2. Camicia da notte. 3. Sottoveste. (Patàja in senso stretto indica le due falde terminali della camicia, poi, col tempo, è passata a indicare la camicia intera). Patàja spôrca, = coscienza sporca. Stâr in patàja = essere in camicia; essere in miseria. Éser cûl e patàja, = essere molto amici o avere interessi in comune. Armàgnr’ in patàja = perdere tutto. Mnèstra in patàja = minestra scondita. Rîš in patàja = riso in bianco.
Patajöla Sf. Camiciola.
Patajûn Sm. Sottanone, camicione.
Patarâs V. rifl. Accovacciarsi.
Patarîn, Patarîna Agg. Piccolo piccolo, basso di statura.
Patasûn Sm. Sberla, schiaffone.
Patêna Sf. Piattino di metallo su cui si appoggia l’ostia.
Patênta, Patênte Sf. 1. Patente (autorizzazione alla guida). 2. Documento per le credenziali presso altri stati. Dal latino pàtens (da patère, manifestare).
Patentâ Agg. e Pp. 1. Che ha ottenuto la patente. 2. Abilitato. L’é un testûn patentâ = è un testone patentato (ironico).
Patentîn Sm. Patentino (certificato di abilitazione per lavori specifici).
Pàter, Patèr Sm. La preghiera Pàter Noster. Dall’incipit latino dell’omonima preghiera: Pater noster qui es in caelis = Padre nostro che sei nei cieli.
Paterlènga Sf. Bacca di rosa canina. Era usata come astringente. In periodi di fame anche per fare conserva. Êt mangiâ dal paterlènghi? = hai mangiato delle paterlenghe?, riferito a chi si gratta il sedere.
Paternâla, Paternâle Sf. Predica, rimprovero. Dal latino paternalis = che compete al padre.
Patî Agg. e Pp. 1. Deperito, emaciato. 2. Macilento. Vedi Padî.
Patimênt Sm. Patimento, sofferenza.
Pàtina Sf. 1. Lucido per scarpe (detta anche lúster). 2. Crema, pomata. 3. Opacità dovuta al tempo, alla esposizione alla luce, all’accumulo di polvere. 4. Ossidazione dei metalli.
Patîna Sf. 1. Panno, a volte imbottito, utilizzato per sollevare pentolame che scotta. 2. Presina.
Patòch Agg. 1. Molto maturo. 2. Decrepito. Mârs patòch = marcio del tutto.
Pàtria Sf. 1. Patria. 2. Nazione. 3. Terra d’origine. 4. Luogo di nascita. 5. L’insieme degli abitanti di una nazione. Dal latino (terra) patria = terra dei padri.
Patriârca Sm. 1. Patriarca, capo di una stirpe. 2. Caporione. 3. Grado gerarchico della chiesa. Dal greco patriàrkes = padre iniziale, progenitore, primo di una serie.
Patrìgn Agg. 1. Patrigno. 2. Padre acquisito ma non naturale.
Patrimùni Sm. 1. Patrimonio, asse ereditario. 2. Beni accumulati. 3. Disponibilità. Dal latino patrimonium. Al cústa un patrimúni = è carissimo. Divìdr’ al patrimúni = spartire l’eredità.
Patriòt, Patriôta Sm. 1. Patriota. 2. Eroe. Dal greco patriòtes, attraverso il latino tardo patriota e poi il francese patriote.
Patrucìni Sm. 1. Patrocinio. 2. Protezione. 3. Favoritismo. Dal latino patrocinium.
Patrûn Sm. 1. Santo patrono di una città o di una parrocchia. 2. Padrone del podere dato a mezzadria. 3. Locatore. Dal latino patronus.
Patúglia Sf. Pattuglia (gruppetto di soldati in ispezione). Êsr ad patúglia = essere in servizio di pattuglia.
Patugliâr V. tr. Pattugliare, sorvegliare (una strada, un locale). Dal francese patrouiller.
Patúm Sm. Pattume.
Patûn Sm. 1. Grumo, sporcizia stratificata. 2. Sculacciata.
Patûna Sf. 1. Focaccia, castagnaccio. 2. Sberla. 3. Macchia d’unto sui vestiti.
Patunâr V. tr. Sculacciare.
Patús Sm. Fogliame in decomposizione, pattume.
Patusâr V. tr. Percuotere, picchiare, dare scapaccioni. Vedi Spatusâr.
Pajurûš, Paurûš Agg. 1. Pauroso, timoroso. 2. Che incute paura.
Pavêra Sf. Vedi Palêdra.
Pavimênt Sm. 1. Pavimento. 2. Pavimentazione. 3. Piano. Dal latino pavimentum.
Pàvle, Paolo 1. N. pr. Paolo. 2. Sm. Moneta in argento, coniata sotto Paolo III (1534- 1559) in sostituzione del Giulio di Giulio II.
Pavûn Sm. Pavone. Dal latino pavo.
Pcâ Sm. 1. Peccato. 2. Trasgressione. 3. Disappunto. Dal latino peccatum. Pcâ da pôch = peccato veniale. Pcâ murtâl = peccato mortale. L’é pcâ = è un vero peccato.
Pcâda Sf. 1. Beccata, puntura d’insetto. 2. Cibo portato al nido. Dal latino beccus. Vedi Bcâda.
Pcadûr, Pcadûra Sm. 1. Peccatore. 2. Trasgressore.
Pcadûra Sf. Becchime (cibo per pollame o uccelli). Vedi Bcadûra.
Pcâr 1 V. intr. 1. Peccare. 2. Trasgredire. 3. Mancare.
Pcâr 2 V. tr. Beccare. Vedi Bcâr.
Pcâr 3 Sm. 1. Beccaio, droghiere. 2. Macellaio. Da “becco”, il caprone, perché anticamente il beccaro vendeva carne di montone (becco).
Pcarìa Sf. Negozio di carni, macelleria.
Pcâs V. rifl. 1. Beccarsi, bisticciare. 2. Istigarsi, provocarsi.
Pcûn Sm. Porzione, boccone. Pcûn ed tèra = piccolo appezzamento di terreno. L’é un bûn pcûn = è una birba. A bcûn a bcûn = pezzo a pezzo. A pès e pcûn = poco alla volta. Dâr al pcûn = dare una manciata d’erba alle bestie. Ma anche dare la bustarella. Vedi Bcûn.
Pcunsîn Sm. Bocconcino, pezzettino.
Pè (pl. Pê) Sm. 1. Piede. 2. Zampa. 3. Contrafforte, zoccolo (di muro). 4. Innesto. Dal latino pes = piede. Alsâr (Alvâr) i pê = andarsene in fretta. Andâr a pê = camminare a piedi. Avêr i pê ìnt la fòsa = stare per morire. Cun i pê sùta al tavlîn = seduti a tavola per mangiare. Êsr’ ìnt i pê = dare fastidio. Lavurâr cûn i pê = lavorare male. Mètr’ in pê = iniziare un’attività. Saltâr a pè pêra = saltare tenendo i piedi uniti; risolvere facilmente; ma anche omettere, non tenere conto. Tgnîr i pê per tèra = essere concreto, realistico. Tirâs la sàpa ìnt i pê = tradirsi; farsi del male da soli. Vultâr i pê a l’ús = morire. Alvâs in pê, alzarsi. Êsr’ a pê = essere appiedato.
Pèca Sf. 1. Gradino, scalino. 2. Pecca, mancanza. 3. Sforbiciata nei capelli. Saltâr al pèchi a pè pêra = saltare i gradini a piedi pari, accorciare il cammino. Fâr al pèchi a dû a dû = andare svelti; essere agili. La pèca ’d l’ús = la soglia di casa.
Pìch Sm. 1. Piccone, marra. 2. Picco, cima. 3. A pìch = perpendicolarmente. Calâr a pìch = affondare. Cascâr (andâr šú) a pìch = precipitare.
Pìcia la póma Locuz. Vedi Póma.
Piciaprêda Sm. Scalpellino, tagliapietre.
Pedâl Sm. Pedale, pedaliera.
Pedalâda Sf. 1. Pedalata. 2. Sforzo. 3. Accelerata. 4. Modo di pedalare.
Pedalâr V. intr. 1. Pedalare, viaggiare. 2. Darsi da fare. 3. Lavorare alacremente. Êt vrû la biciclèta? Pedâla! = hai voluto la bicicletta? Pedala! Chì bšùgna pedalâr = qui bisogna darsi da fare.
Pedalîn Sm. “Pattìna” da pavimento (per non sporcare o rovinare la cera).
Pedâna Sf. 1. Pedana. 2. Base in legno. 3. Palchetto. Dal latino volgare pedana.
Pedavlâr V. intr. Pedalare.
Péder N. pr. Pietro. Dal latino Petrus.
Pè ’d fèr Sm. Piede di ferro (forma per calzolaio).
Pêdga Sf. 1. Pertica. 2. Stanga. 3. Persona alta. Dal latino pèrtica = pertica. Vedi Pêrdga.
Pedîna Sf. 1. Pedina del gioco della dama o degli scacchi. 2. Persona o strumento importante per una iniziativa. Dal latino volgare pedina.
Pedivèla Sf. Pedale.
Pè ’d pursèl Sm. 1. Piede di porco, grimaldello, ferro da scasso.
Pedûn Sm. Pedone, chi cammina a piedi.
Pedunâl Agg. (neol.) Pedonale, riferito a corsie o aree vietate alle auto.
Pègia, Sf. 1. Pellicola interna delle castagne. 2. Persona avara, taccagna.
Pegiuramênt Sm. 1. Peggioramento. 2. Decadenza.
Pegiurâr V. intr. e V. tr. 1. Peggiorare, decadere. 2. Aggiungere danno. Dal latino tardo peiorare (da peius), peggiorare.
Pègla Sf. 1. Pece. 2. Collante. Dal latino picula = un po’ di pece.
Peglûn 1. Sm. Grumo appiccicoso. 2. Agg. Unto, appiccicaticcio, lercio.
Peglûš Agg. 1. Attaccaticcio, colloso. 2. Esigente.
Pégn Sm. Pegno, garanzia, arra. Dal latino pignus = pegno.
Pégra Sf. Pecora, ovino. Dal latino pecus (plurale pècora) = armenti in genere. Pègra nîgra = disonore della famiglia. La môrt dal pègri l’è la salût di cân = la morte delle pecore è la salute dei cani (in quanto la carne degli animali morti per malattia, per motivi igienici, non veniva consumata dal padrone). Furmàj ad pègra = pecorino. Stalèt dal pégri = ovile. Andâr föra al pégri = andare a pascolare.
Pegrâr Sm. Pecoraio, pastore. Equivale a Pastûr.
Pegraröla Sf. Passeraceo grigio e nero.
Pegrîna Sf. Pecorella, pecora giovane.
Pegrûn Sm. 1. Pecorone. 2. Persona grezza. 3. Timido.
Pêl Sm. 1. Pelo. 2. Crine. 3. Setola. 4. Vello. Dal latino pilus = pelo. Quand al pêl a s’fa bianclîn – làsa la dùna e dàt al vîn = quando i capelli diventano bianchi lascia perdere le donne e passa al vino. Sercâr al pêl int l’öv = cercare il pelo nell’uovo. Al lûv al pêrd al pêl, brìša ’l vìsi = il lupo perde il pelo ma non il vizio. Avêgh al pêl ìnt al stùmghe = essere deciso; essere competente.
Pêl (A) Locuz. 1. A pelo (dell’acqua). 2. Vicinissimo. 3. Appena. 4. Montare il cavallo senza sella.
Pèla Sf. 1. Pelle, buccia; scorza. 2. Esistenza. 3. Avaro, spilorcio, taccagno. Dal latino pellis = pelle. I’ t’ fàgh cambiâr pèla cmé a ’na bìsa, = ti do un mucchio di bastonate fino a staccarti la pelle dal corpo. L’è ’na pèla dûra = è duro da convincere; è una persona resistente. Plâr i piö-c per vènder la pèla = pelare i pidocchi per venderne la pelle (cioè essere estremamente avari). O cambiâr pèla o cambiâr nóm = o cambiare pelle o cambiare nome. Infesiûn ’d la pêla = dermatosi. Stra cârna e pêla = superficiale, superficialmente. Pèla d’ôca = brividi.
Pelâgra Sf. 1. Pellagra (malattia). 2. Avaro, taccagno. Dal latino medievale (X secolo) palagra.
Pelandrûn Sm. Pigrone, fiaccone, sfaticato, perdigiorno.
Pelapiö-c Sm. 1. Pelapidocchi, avaro. 2. Interessato. Al plarê i piö-c per vènder la pèla! = pelerebbe i pidocchi per venderne la pelle.
Pelegrîn 1. N. pr. Pellegrino. 2. Sm. Pellegrino, viandante. 3. Poveraccio. 4. Sprovveduto. Dal latino peregrinus. Cúl ch’a n’ šöga per nadâl, – cúl ch’a n’ bàla a carnevâl, – ch’a n’ s’imberiâga a san Martîn – al srà sémpr un pelegrîn = chi non gioca a natale, chi non balla a carnevale, chi non si ubriaca a san Martino sarà sempre un poveraccio. Nel medioevo pellegrino era colui che viaggiava per visitare i luoghi santi.
Pelegrîna Sf. 1. Mantellina per le dame che affrontavano un lungo viaggio. Dal francese pèlerine = mantellina da viaggiatori. Madùna pelegrîna = la statua della Vergine portata in pellegrinaggio nelle parrocchie della diocesi negli anni immediatamente dopo la seconda guerra.
Pelegrinà-g Sm. Pellegrinaggio, viaggio a un santuario.
Pèli Sf. pl. Pelli di coniglio, di pecora o di talpa che venivano vendute al pollivendolo per farle conciare. Dal latino pellis.
Pelicân Sm. Pellicano.
Pelìcula Sf. Pellicola, striscia di celluloide o di materiale plastico. Dal latino pellìcula = piccola pelle.
Péltre (ormai raro) Sm. Peltro (lega di stagno e argento, per questo detto anche argentone). Dal latino volgare peltrum.
Pèna Sf. 1. Penna di uccelli. 2. Penna per scrivere. 3. Lama ricurva del pennato. 4. Plettro per chitarra o mandolino. Dal latino penna = ala.
Pêna Sf. 1. Pena. 2. Pietà. 3. Sofferenza. 4. Punizione, penale. Dal greco poinè, latino pœna. Dâs pêna = preoccuparsi. Fâr pena = fare compassione.
Penâla, Penâle Sf. Penale, risarcimento per mancata osservanza di certe clausole. Dal latino pœnalis.
Pendàj Sm. 1. Pendaglio. 2. Ninnolo. 3. Malfattore. Scapestrato, degno della forca. Dal latino pèndere, attraverso il francese antico pendaille = degno di pendere dalla forca.
Pendênsa Sf. 1. Pendenza, area inclinata. 2. Campo in dislivello. 3. Lite o processo non ancora conclusi. 4. Debito da saldare.
Pendênt 1. Sm. Orecchino. 2. Agg. Pendente, inclinato, pericoloso.
Pènder, Pèndre V. intr. 1. Pendere. 2. Essere sospeso. 3. Essere inclinato. Dal latino pèndere.
Pendicîte Sf. Appendicite, infiammazione dell’appendice.
Pèndola Sf. Pendola (grande orologio da muro o a colonna).
Pendulîn Sm. Pendolino (usato dai chiromanti e dai cercatori di acqua).
Pèni, Sf. pl. Penne di uccelli.
Penîn Sm. Pennino da intingere nell’inchiostro.
Penitênsa Sf. 1. Penitenza. 2. Sacrificio. 3. Pena o scorno da subire. 4. Sacrificio volontario. Dal latino pœnitentia. Chî ch’l’à fàt al pcâ al dèv fâr la penitênsa = chi ha commesso il peccato deve fare la penitenza. Fâr penitênsa = espiare.
Penlâda 1. Sf. Pennellata. 2. Rifinitura. 3. Gesto delicato. 4. Insaponatura della barba.
Penlâr V. tr. 1. Decorare. 2. Verniciare. 3. Trattare con garbo. 4. Perfezionare, rifinire.
Penlèsa Sf. Pennellessa (grosso pennello per imbiancare i muri).
Penlîn Sm. Piccolo pennello.
Pénsa Sf. Piega, risvolto (negli abiti). Dal francese pince = piega.
Pensâda 1. Sf. Pensata. 2. Ragionamento. 3. Idea risolutrice. 4. Pp.. Ideata, pensata.
Pensamênt Sm. Ragionamento, ricerca di una soluzione.
Pensâr V. intr. 1. Pensare. 2. Riflettere. 3. Preoccuparsi, aver cura. 4. Fare i propri interessi. Dal latino pensàre, intensivo di pendere.
Pensêr Sm. 1. Preoccupazione, assillo. 2. Pensiero, teoria, opinione. 3. Asola o supporto per la rocca, applicato al corpetto. Dal latino pensum = la quantità di lana (pesata) che l’ancella romana doveva filare in un giorno [Biondini]. Avêgh di pensêr = essere preoccupato.
Pensierîn Sm. 1. Pensierino. 2. Valutazione di una possibilità. 3. Compito scolastico. Fâgh un pensierîn = farci un pensierino.
Pensierûš Agg. Pensieroso, serio, preoccupato.
Pensiûn Sf. 1. Pensione, vitalizio. 2. Pensione, alloggio e vitto a pagamento. 3. Retta. Dal latino pensio, da pendere = pagare. Andâr (êsre) in pensiûn = aver raggiunto il termine del periodo lavorativo; non essere più efficienti. Stâr a pensiûn = stare a pensione; pagare una cifra per vitto e alloggio. Tirâr la pensiûn = riscuotere la pensione.
Pensiunâ Agg. e Pp. Chi gode di una pensione.
Pentî, Agg. e Pp. 1. Pentito, contrito. 2. Ravveduto. 3. Deluso.
Pentimênt Sm. 1. Pentimento, ravvedimento. 2. Dispiacere per cose andate male.
Pentîs V. rifl. Pentirsi, ricredersi. Dal latino pœnitere = pentirsi.
Penûltme, Penûtme Agg. e Sm. Penultimo. Dal latino pæne e ultimus = quasi ultimo.
Pêr Sm. Pero. Sf. Pera. Dal latino pirus = pero. Gnîr šú dal pêr (albero) = ammettere la sconfitta, convincersi dell’errore fatto. Quand al pêr l’é madûr al cröda da lû = quando la pera è matura cade da sola (resisti pure, ma alla fine dovrai cedere). Pêr avàl = pera selvatica, da cuocere assieme alle castagne. Pêr butêr = pera butirra. Pêr gnòch = pera bugiarda. Pêr spadûn = pera spadona. Pêr carlèt = pera carletta. Pêr rúšne = pera rugginosa. Pêr bergamòt = pera bergamotta. Pêr bianclîn = pere primaticce. Pêr nòble = pere nobili (tardive).
Pêr, Pêra 1. Agg. Pari, collocato bene, fermo su un piano. 2. Spianato, pianeggiante. Pêra o dìspre = pari o dispari. Mèter pêra = mettere in equilibrio, sistemare. 3. Locuz. In equilibrio, alla pari. Stâr pêra = essere in equilibrio, stare comodi; non avere debiti.
Percàl Sm. Percalle (tessuto di cotone leggero).
Percantîna (Casteln.) Sf. 1. Ramanzina. 2. Lavata di capo. 3. Predica.
Percântla Sf. Sgridata, rimprovero. Vedi Percantîna.
Percentuâla, Percentuâle Sf. Percentuale.
Perchè 1 Cong. Perché.
Perché 2 Sm. 1. Causa, motivo. 2. Scusa. 3. Sostanza. Vrêr savêr al perchè = cercare il motivo.
Perdaröl Sm. Fungo prataiolo. Psalliota campestris oppure Boletus luteus. Gnîr sú cmé i perdarö = spuntare come i funghi.
Pérder, Pérdre 1. V. tr. Perdere, essere sconfitto. 2. Non trattenere (un liquido). Si dice anche fâr dàn. 3. Perdere al gioco. 4. V. intr. Essere sconfitto. 5. Trasudare, sgocciolare. Dal latino perdere. Chi và a l’óst – al pérd al póst; – chi va a Rùma – al pêrd la pultrûna = chi va all’osteria perde il posto. Detto di chi lascia il proprio posto a sedere, e al ritorno lo trova occupato. Pèrdr’d vìsta = perdere di vista.
Pêrdga Sf. 1. Pertica, stanga, bastone lungo. 2. Bilanciere. 3. Stanga fissa dell’aratro. 4. Spilungone. 5. Antica unità di misura lineare o di superficie (equivaleva a circa 5,68 metri oppure a 34,17 metri quadrati). Per il Comune di Reggio tale misura era incisa come una scanalatura su una colonna della facciata della chiesa di San Giovanni Battista, di fianco al duomo. Si prendeva la pertica del commerciante e la si confrontava con la scanalatura per vedere se corrispondeva o meno. Da qui l’espressione: San Švān al fà váder l’ingàn = san Giovanni fa vedere l’inganno). Fâr la pêrdga dal lùv = stare con le mani in terra e i piedi per aria. L’espressione nasce dal fatto che il lupo cacciato e ucciso, veniva portato al villaggio appeso a una pertica con la testa rivolta al basso [Bertani]. Drìt cmé ’na pêrdga = impettito. A gh’é ancùra ’na pêrdga ’d sûl = il sole è ancora alto all’orizzonte.
Perdgâda Sf. 1. Perticata, bastonata. 2. Abbacchiatura (castagne, noci, ecc.).
Perdgadûra Sf. 1. Misurazione in pertiche. 2. Perticatura.
Perdgâra Sf. Perticaia, bosco di alti fusti.
Pardgûn Sm. 1. Grossa pertica. 2. Uomo alto, stangone.
Perdiâna!, Perdîna! Inter. 1. Per Diana. 2. Per Bacco!
Pèrdita Sf. 1. Rimessa. 2. Perdita al gioco. 3. Rottura di un contenitore o di un tubo. 4. Disavanzo. Dal latino pèrdere.
Perdûn Sm. 1. Perdono. 2. Condono. 3. Rappacificamento. Al perdûn = il perdono. È l’indulgenza concessa ai fedeli il 2 agosto, detto anche Perdono della Porziuncola. Pr’al perdûn – mèt la sàpa ìnt al cantûn = per il perdono riponi la zappa (se non hai ancora finito l’aratura ormai è troppo tardi).
Perdunânsa Sf. Visita ai santuari per ottenere il perdono.
Perdunâr V. tr. Perdonare, scusare, risparmiare (da un castigo). Dal latino medievale (X secolo) perdonare.
Perèta Sf. 1. Interruttore mobile (da letto). 2. Pompetta per praticare clisteri (per la forma simile a una pera).
Perfìdia Sf. Cattiveria, malignità. Dal latino perfidia.
Perfesiûn Sf. Perfezione, esattezza.
Perfèt 1. Agg. Perfetto. 2. Esatto, puntuale. 3. Somigliante al massimo grado. Dal latino perfectus = portato a termine. 4. Sm. Prefetto. Dal latino præfectus.
Pèrfid Agg. 1. Perfido, cattivo. 2. Disumano.
Perfîn Avv. Perfino, oltre tutto, anche.
Perfùm Sm. 1. Profumo, odore, aroma, olezzo; essenza di profumo. 2. Boccetta per profumo. Dal latino volgare perfumus.
Perfúnd 1. Agg. Profondo. 2. Sm. Profondità. 3. Inferno. Dal latino profundus. Al srân ànmi ’d cl’ âter mund / ch’a gli ên scapâdi dal perfúnd = saranno anime dell’altro mondo – che sono sfuggite dal profondo [Isaia Zanetti].
Pergnö Sm. pl. Bacche del pruno spinoso. Vedi Bergnö.
Pergnöl 1. Sm. Prugnolo, tipo di fungo. Ve ne sono di primaverili, Tricholoma georgi o Calocybe gambòsa, e di autunnali, Clitocybe geotropa. 2. Sm.pl. Bacche del pruno spinoso. Vedi Bergnö.
Pergnulâra Sf. Terreno in cui crescono i prugnoli.
Perícle Sm. Pericolo, minaccia. Dal latino perìculum.
Periculânt Agg. Pericolante, a rischio di crollo.
Periculûš Agg. Pericoloso, rischioso.
Perìsia Sf. 1. Perizia, analisi. 2. Controllo.
Perît Sm. 1. Perito, esperto. 2. Tecnico specializzato. Dal latino peritus.
Periûr Sm. 1. Priore. 2. Parroco. 3. Capo di una confraternita. Dal latino prior, che sta davanti, il primo di tutti. Sinonimi: Pervòst, Arsiprêt, Retûr.
Pêrla Sf. 1. Perla. 2. Oggetto prezioso. 3. Cosa bellissima.
Perlaquâle Agg. Perbene, apprezzabile.
Perlîna Sf. 1. Piccola perla; oggetto ornamentale. 2. Assicella con incastri, utilizzata per rivestire pareti o soffitti.
Perlinâ 1. Agg. e Pp. Perlinato, rivestito di perline. 2. Sm. Parete o soffitto ricoperto di “perline”.
Perlinâr V. tr. Montare le “perline”.
Permalûš Agg. 1. Permaloso, suscettibile. 2. Ombroso, sospettoso.
Permanênt Agg. 1. Permanente, definitivo. 2. Costante. Dal latino permanère.
Permanênta 1. Sf. Pettinatura permanente. 2. Agg. e Pp. Permanente, definitiva.
Permès 1. Sm. Permesso, autorizzazione, documento che certifica l’autorizzazione. 2. Agg. Permesso; lecito, autorizzato. Dal latino permittere.
Permisiûn Sf. 1. Concessione. 2. Tolleranza.
Permisîv Agg. 1. Permissivo. 2. Debole di carattere, pacioso.
Pêrmuta Sf. Permuta, scambio; baratto. Dal latino permutare.
Pêrne Sm. 1. Perno. 2. Fulcro, cardine.
Pernìša Sf. Pernice. Dal latino perdix = pernice. Pernice delle nevi (Lagopus mutus). Pernice di mare (Lareola pratincola). Pernice rossa (Alectoris rufa). Pernice grigia (Perdix italica, e altri sottotipi). Ò-c ad pernîša = occhio di pernice (decoro a occhio di pernice).
Pernišîn Sm. Piccolo della pernice.
Pernišòt Sm. Piccolo della pernice.
Però Cong. Però. Ma guarda! Dal latino per hoc = per mezzo di questa cosa.
Peronòspera Sf. Peronospora (malattia delle viti).
Perpètua Sf. 1. Domestica dei parroci. Dal nome della domestica di don Abbondio nel romanzo di Alessandro Manzoni I promessi sposi. 2. Agg. Continua, senza termine.
Perpètve Agg. Perpetuo, duraturo. Dal latino perpetuus = ininterrotto.
Perquišîr V. tr. Perquisire, sequestrare. Dal latino perquirere = indagare a fondo.
Perquišisiûn Sf. Controllo (nei locali o sulla persona) per scoprire tracce o prove di un reato.
Pêrs Agg. e Pp. 1. Perso, smarrito. 2. Spaesato. Dal latino perdere. Bòcia pêrsa = individuo su cui non si può fare affidamento.
Persèmle Sm. Prezzemolo. Dal greco petrosèlinon = sedano delle pietre. In latino popolare diventa petrosemolum, dal classico petroselinum. Detto anche êrbi bûni.
Persênt Sm. 1. Percento. 2. Percentuale. 3. Parte spettante. Dal latino decadente per centum = (uno) ogni cento.
Persiân Agg. 1. Abitante della Persia, l’antico nome dell’odierno Iran. 2. Gatto persiano. 3. Tappeto persiano.
Persiâna Sf. Imposta per finestre, serrandina. Dal francese persienne (da Persia), tipo di serranda che all’inizio dell’Ottocento si sostituì alla gelosia [Colonna].
Persuàder, Parsuàdre V. tr. 1. Convincere. 2. Costringere a ragionare. Dal latino persuadēre.
Persuàdse V. rifl. 1. Convincersi, capacitarsi. 2. Persuadersi. 3. Farsi una ragione.
Persuâš Agg. e Pp. Persuaso, convinto, sicuro.
Persuašiûn Sf. Persuasione, convincimento.
Peršûn Sf. Prigione, prigionia. Dal latino prehènsio = cattura.
Persûna Sf. Individuo, persona, essere umano. Dal latino persona, maschera, poi carattere di un individuo. Persûna numinâda l’è per la strâda = gente nominata è per la strada. La pulênta la n’ vên búna – fîn ch’a n’ sûda la persûna = la polenta non è pronta, finché non suda chi la mescola.
Persunà-g Sm. 1. Persona importante, famosa. 2. Ruolo in un dramma. 3. Persona buffa o fuori delle norme.
Persunâl 1. Sm. Fisico di un individuo, aspetto. 2. Forze di lavoro a disposizione. 3. Agg. Personale, privato. 4. Riservato.
Peršunêr Sm. 1. Prigioniero, schiavo, detenuto. 2. Perno particolare, normalmente a forma conica, incastrato ad altri organi meccanici (pedali delle biciclette). Il perno che impedisce ai settori della ruota di legno di sfilarsi (Vedi Gàvel). Posto tra un settore e l’altro, dotato di rondelle, avvitato o ribattuto. Dâs peršunêr = consegnarsi al nemico, arrendersi.
Persút Sm. Prosciutto, coscia. Dal latino volgare perexuctus = asciugato (stagionato) completamente. Però i latini lo chiamavano perna o pernula. A rome esiste ancora un rione detto Panisperna. Anticamente qui si trovava una locanda che aveva una specialità: il panispèrna = panino al prosciutto.
Pertèndre, Pretènder V. tr. Pretendere, esigere. Dal latino prætendere = tendere avanti.
Pertròp, Pürtròp Avv. Purtroppo.
Perúca (raro), Parúca Sf. Parrucca.
Pervertî Agg. e Pp. 1. Pervertito, immorale. 2. Snaturato. Dal verbo latino pervèrtere = volgere oltre, sovvertire.
Pervgnîr V. intr. 1. Pervenire. 2. Giungere, arrivare. 3. Spettare, toccare.
Per via che Locuz. Poiché, dato che, trattandosi di.
Pervòst, Prevòst, Sm. Prevosto, parroco. Dal latino præpòsitus = messo a capo. Sinonimi: Periûr, Retûr, Arsiprêt.
Pêš 1. Agg. Pesante, indigesto, noioso, pedante. 2. Sm. Peso, marchio della bilancia. Dal latino pensum (da pèndere = pesare). S’ l’é pêš! = quanto è noioso!
Péš 1. Avv. Peggio. 2. Agg. Peggiore. 3. Sm. Il peggio, la sfortuna. Dal latino peior, peius = peggiore. A la péš = nel peggiore dei modi. Fâr a la péš, comportarsi malamente. A la méno péš, in qualche modo.
Pès 1 Sm. Pesce. Dal latino piscis = pesce. Êsr’ un pès föra d’âqua = non sentirsi a proprio agio. Sân cmé un pès, = sanissimo. Càna da pès, = canna da pesca. Svelt cmé un pès = agilissimo.
Pès 2 Sm. Pezzo, porzione. Dal latino medievale pettia = parte. Pès ad chersênta = pezzo di gnocco fritto. Un pès ad vìa = un tratto di strada.
Pèsa Sf. 1. Pezza, toppa, rammendo. 2. Pezza, quantità di stoffa necessaria per un abito. 3. Rotolo intero della tela appena tessuta. 4. Pannolino. Dal latino medievale pettia. Biânch cmé ’na pèsa ’d bugâda = pallido come una pezza di bucato. Al gh’à ’l pèsi ìnt al brâghi = è un poveraccio. Mètghe ’na pèsa = rimediare alla meglio. Pèsa da pê, = buono a nulla.
Pêša Sf. 1. Pesa, stadera. 2. Pesatura. Dal latino volgare pe[n]sare, = pesare.
Pèsca 1 Sf. La pesca, il pescare. Ma di solito si usa il verbo: andâr a pescâr. Vàtla a pèsca!, indovinala!
Pèsca 2 Sf. Tubo di pompa sommerso nell’acqua da estrarre. Detto anche sumêrsa.
Pescâda 1. Sf. Pesca, cattura di pesci. ’Na grân pescâda = una grossa pesca. 2. Agg. e Pp. Pescata.
Pescadûr Sm. Pescatore.
Pescâr V. tr. 1. Pescare, catturare pesci. 2. Indovinare, scegliere un oggetto. 3. Cercare. ’Sa péschet? = cosa cerchi?
Peschêra Sf. Peschiera, allevamento di pesci.
Pescherìa Sf. Pescheria, rivendita di pesce.
Pêšghe Sm. 1. Pésco. 2. Pésca. Dal latino persica (malus) = mela persiana. Pêšghe, fîgh e mlûn – ògni cósa à la sù stagiûn = pesche, fichi e meloni, ogni cosa alla sua stagione.
Pèsta Sf. 1. Peste, pestilenza. 2. Monello, ragazzino incorreggibile. 3. Cattivo odore, puzza. Dal latino pestis. L’é pèš che la pèsta = è pestifero.
Pestilênsa Sf. 1. Peste, endemia. 2. Cattivo odore.
Pestilensiûš Agg. Fetido, maleodorante, pestifero.
Pèt, Pètle Sf. Pezzettino di escremento. È più frequente pètle.
Pèt Sm. 1. Stomaco, torace. È più usato stùmghe. 2. Ciuffetto di lana. 3. Seno. Dal latino pectus.
Pêt Sm. 1. Mammella di animali. Il termine riferito in particolare a mucche, cavalle, asine, capre, pecore. T’a m’ fê gnîr al pêt = mi stai annoiando.
Petègle Agg. e Sm. Pettegolo, ficcanaso, chiacchierone.
Petègla Sf. Pettegola, chiacchierona. Dal veneto petègolo (piccolo peto).
Petlâr V. intr. Petulare, chiedere lamentandosi. Dal latino petulare iterativo di pètere = chiedere con insistenza.
Petlûn Agg. e Sm. 1. Petulante. 2. Noioso. 3. Brontolone.
Petnâda 1. Sf. Pettinatura, modo di pettinarsi. 2. Stile. 3. Batosta. 4. Sconfitta al gioco. 5. Lezione con botte. 6. Agg. e Pp.. Pettinata, ordinata.
Petnadûra Sf. 1. Parrucchiera, acconciatrice. 2. Una specie di mantellina usata dalle donne sopra i vestiti quando si pettinavano.
Petnadûra Sf. Stile di pettinatura.
Petnâr V. tr. 1. Pettinare. 2. Dare una dura lezione. 3. Sconfiggere al gioco. Dal latino pèctere = pettinare.
Pètne Sm. 1. Pettine. 2. Rastrelliera. 3. Pettine per tessere (tra un dente e l’altro di quest’ultimo si passavano i fili dell’ordito; attraverso il movimento dei licci si otteneva la trama del tessuto). Dal latino pecten.
Petnîn Sm. Pettine da tasca.
Petnîna Sf. Pettinina (si usava per asportare le lendini), pettine a doppia fila di denti sottili e fitti.
Petròli Sm. 1. Petrolio. 2. Combustibile (anche per lampade). 3. Carburante in genere. Dal latino medievale petræ oleum = olio di pietra o olio minerale) e dal francese pétrole.
Petrùs, Petrùsle Sm. Pettirosso. Dalla macchia di rosso che l’uccellino ha sul petto. Una leggenda narra cche un pettirosso abbia tentato di estrarre uno spino dal capo di Gesù. Per premio ricevette una stilla di sangue sul petto. Da qui il nome.
Pêver, Pèvre Sm. 1. Pepe. 2. Spezia per rendere piccanti gli alimenti. 3. Carattere o battute pepate, sarcastiche. Dal greco pèperi, in latino piper = pepe. Mašnîn d’ al pèvre = macinapepe.
Pevraröla Sf. Vasetto per il pepe.
Pevrûn Sm. Peperone. Intorno al 1940 si sentiva canticchiare questa strofetta: L’à mangiâ ’l pevrûn sens’òli – dêgh ad l’òli, – o la murirà = ha mangiato il peperone senza olio; / datele dell’olio / o morirà.
Pevrunâda 1. Sf. Salsa con peperoni cotti, peverata. 2. Agg. Impepata, condita con pepe.
Pevrunsîn Sm. Peperoncino.
Piacênsa N. pr. Piacenza, città dell’Emilia Romagna. È l’antica Placentia romana.
Piadûr Sm. Accendino, accendisigari.
Piâga Sf. 1. Ferita, taglio. 2. Persona noiosa. 3. Ferita morale. 4. Fessura. 5. Contrattempo, seccatura. Dal latino plaga = colpo, taglio. Tör un bûš per ’na piâga = prendere lucciole per lanterne. L’é pèš che ’na piâga murêla = è peggio di una piaga livida.
Piaghèta Sf. 1. Asola, occhiello. 2. Fenditura. 3. Persona noiosa. 4. Punto occhiello.
Piàgna Sf. Lastra di pietra. Dal latino volgare planea. Era l’elemento base per i tetti per chi non riusciva a procurarsi tegole o coppi, o anche per pavimentare aie, stalle, strade. Una particolare piagna (piagnûn), a forma di campana, possibilmente di tufo, serviva per sgranare i cereali.
Piagnistèri Sm. 1. Piagnisteo, piagnucolio. 2. Tristezza. Dal latino medievale plangisterium.
Piagnuclâr V. intr. Piagnucolare.
Piagnûn Sm. Grossa lastra di pietra per sgranare cereali (usata a traino animale).
Piân 1. Sm. Piano, pavimento. 2. Progetto, stratagemma. 3. Pianura, zona pianeggiante. 4. Agg. Piano, pianeggiante; spianato, livellato; reso agevole. 5. Avv. Adagio, leggermente, pianino. Dal latino planus. Piân trên = pianterreno. Prìm piân = primo piano. Piân nòble = piano nobile. Piân dal scâli = pianerottolo. Piân sút tèra = scantinato. Chi ch’ và piân al và sân e ’l và luntân, chi ch’ va fôrt al va a la môrt = chi va piano, va sano e va lontano, chi va forte va alla morte.
Piâna Sf. 1. Piccola pianura, terreno pianeggiante. 2. Supporto che ferma l’imposta al cardine.
Pianâl Sm. 1. Pianale, banco da lavoro, tavolaccio, basamento, base di lavoro per utensili. 2. Livellamento per macchinari. 3. Fondo di carro, fondo di scocca.
Pianofôrt Sm. Pianoforte, strumento musicale.
Pianèla Sf. 1. Pianella, tipo di ciabatta fatta in casa. 2. Piastrella di rivestimento. 3. Piastra di sasso. 4. Breve tratto pianeggiante.
Pianeròt Sm. Pianerottolo.
Pianésta Sm. Suonatore di pianoforte.
Pianêta Sm. 1. Pianeta (corpo celeste che ruota attorno al sole). 2. Paramento sacro per celebrare la messa. 3. Foglietti volanti distribuiti nelle fiere e nei mercati, con gli oroscopi. Dal greco planètes = che gira intorno.
Pianlâr V. tr. Pianellare, piastrellare.
Pianlûn Sm. Piastrone, lastrone. Vedi Piagnûn.
Pianšân Sm. e Agg. Che abita in pianura.
Piànšre 1 V. intr. 1. Piangere, lacrimare. 2. Sgocciolare (detto di alberi potati). Dal latino plàngere. Al piànš cmé ’na funtâna = piange a dirotto. Quànd la vîda la piànš – al cuntadîn al rìd = quando la vite (potata) lacrima, il contadino sorride (avrà molta uva). Fâr bùca da piànšer = atteggiarsi al pianto.
Piànšer 2 Sm. 1. Pianto, lacrime. 2. Il piangere.
Pianšlênt Agg. Piangente, piagnucolone.
Pianšlûn Agg. Piagnucolone, triste.
Pianšûda Sf. Pianto.
Pianšudîna Sf. 1. Piagnucolatina. 2. Sfogo.
Piânta Sf. 1. Albero, pianta vegetale. 2. Pianta dei piedi, base. 3. Incudine per battere e affilare la falce fienaria (veniva conficcata in terra o su un trespolo). Dal latino planta = pianta, getto. A n’ gh’è piânta sênsa fiûr, – a n’ gh’è dúna sênsa amûr = non c’è albero senza fiore, non c’è donna senza amore. La piânta la s’ drìsa da šûvna, = l’albero si raddrizza finché è giovane. La nêva ch’l’a s’ fêrma in sìma a la piânta / la n’ìn ciàma tânta = la neve che resta sulla pianta, / ne chiama tanta.
Piantâda 1. Sf. Filare, fila di alberi per reggere le viti. In genere erano “aceri biondi” (Acer campestre), detti oppi, raramente olmi, alternati con pali secchi, di castagno, detti brescàj. Signâr la piantâda = tracciare la direzione dei filari. 2. Agg. e Pp. Conficcata, interrata. 3. Abbandonata, smessa; lasciata dal fidanzato.
Piantagiûn Sf. Piantagione, terreno con alberi piantati di proposito (frutteto, vigneto).
Piantâna Sf. 1. Stelo per lampada. 2. Barra o tubo verticale di una impalcatura. 3. Palo capofila nei filari delle viti.
Piantâr V. tr. 1. Piantare, conficcare. 2. Lasciare, seminare. 3. Abbandonare; rompere il rapporto con la fidanzata. Piântla târdi, piântla prèst, / la gh’à ’l caplîn per sân Benedèt = seminala tardi, seminala presto – (la fava) ha il cappellino per san Benedetto (21 marzo). Con la variante modenese: la gh’à ’l caplàt per sân Jušef, ha il cappellino per san Giuseppe (19 marzo). Piantâr lì, = lasciare incompiuta una cosa. Piantare in asso.
Piantaröla Sf. Piantina pronta per il trapianto.
Piantâs V. rifl. 1. Arrestarsi. 2. Impantanarsi. 3. Avere un’amnesia. 4. Lasciarsi (fra innamorati).
Piantlîna Sf. Piantina, pianticella.
Piantrên Sm. Pianterreno (piano a livello della strada). Avêgh e’ cûl a piantrên = avere il sedere basso.
Piamtúm Sm. Sottobosco, insieme di arbusti.
Piantumâr V. tr. Trapiantare piantine di ortaggi.
Piantûn 1 Sm. 1. Fittone. 2. Colonna di legno per recinzione. 3. Sostegno per piccole piante. 4. Perno del volante.
Piantûn 2 Sm. Piantone, militare di guardia.
Piantunâr V. tr. 1. Stare di guardia, sorvegliare. 2. Tenere sotto controllo.
Pianûra Sf. Pianura; terreno pianeggiante.
Piâr V. tr. Accendere (il fuoco, una candela). Dal latino volgare [ad]piciare = appiccare. Sinonimo: Impiâr. Pìa la lúma = accendi il lume. Vedi Apiâr.
Piâs V. rifl. 1. Accendersi. 2. Adirarsi. Vedi Apiâs.
Piàsa Sf. Piazza, slargo. In piàsa = in pubblico, alla presenza di tutti. Dal latino platea. Andâr in piàsa = andare in piazza, al mercato, a un comizio. Diventare calvo.
Piasâda 1. Sf. Piazzata, scenata pubblica. 2. Agg. e Pp. Sistemata, collocata, venduta.
Piasâl Sm. Piazzale, grande spiazzo.
Piasâr V. tr. Piazzare, collocare, sistemare. Dal francese placer.
Piasaröl Sm. 1. Piazzista, ambulante, mercante. 2. Ciarlatano, imbonitore. Vedi Piasìsta.
Piašèr 1 V. intr. Piacere, essere gradito. Dal latino placēre. La mujêra bšúgna ch’ la piâša, ch’ la stàga in cà e ch’ la täša = la moglie deve piacere, stare in casa e tacere. Piašêr a tú-c = essere popolare.
Piašêr 2 Sm. 1. Piacere, favore. 2. Soddisfazione. Fâr un piašêr = fare un favore, una cortesia. Per piašêr = per favore.
Piasìsta Sm. 1. Ambulante, commerciante da piazza. 2. Imbonitore.
Piasöla Sf. Piazzetta, piazzuola, area di sosta.
Piasterlâ Agg. e Pp. Pavimentato, rivestito.
Piasterlâr V. tr. Pavimentare, rivestire con piastrelle.
Piàstra Sf. 1. Piastra, lamina. 2. Sasso sottile e largo. Šugâr a la piàstra = giocare con la piastra. Dopo aver scelto un punto come meta si lanciano a turno le piastre. Vince chi si avvicina di più all’obiettivo fissato.
Piastrèla Sf. Mattonella, piastrella.
Piastrîna Sf. 1. Lamina di piccole dimensioni su cui sono incisi i dati personali dei soldati. 2. Elemento coagulante del sangue.
Piastrûn Sm. 1. Lastrone. 2. Agglomerato di lerciume.
Piàt 1. Agg. Piatto, piano, insulso, monotono. 2. Sm. Piatto, fondina, stoviglie. 3. Disco. 4. Strumento della banda musicale. 5. Piatto del giradischi. Dal greco platys, in latino tardo plattus = spianato. Spudâr ìnt al piàt indùa a s’è mangiâ = sputare nel piatto ove si è mangiato (essere ingrati). Piàt fùnd = fondina.
Piatâr Sm. 1. Commerciante di piatti. 2. Fabbricante di piatti.
Piatèl Sm. Piattello, tiro al bersaglio.
Piatêra Sf. Piattaia, rastrelliera per piatti.
Piatîn, Piatlîn Sm. Piattino per dolce, per tazzine da caffè.
Piatîna Sf. 1. Piattina di metallo, striscia, listello. 2. Filo elettrico appiattito.
Piàtla Sf. 1. Piattola, acaro. 2. Persona lagnosa. Dal latino parlato blattula diminutivo del classico blatta. Fâr gnîr al piàtli = annoiare a morte.
Pì-c Sm. Botta, urto, manrovescio. Ad prìm pì-c = di primo acchito. Ìnt un pì-c = di botto, di colpo.
Pìca Sf. 1. Dispetto, ripicca. È più usato ripìca. 2. Arma medievale, simile alla lancia.
Picàj Sm. Picciolo. Dal latino volgare pecjolus.
Picàja Sf. 1. Racemo di vite con grappolo. 2. Gancio per fermare l’accetta alla cintola (Picàja ’d la pudàja). 3. Catenella. Êser dûls ad picàja = essere accondiscendente. Êser dûr ad picàj = essere insensibile.
Picajâr V. intr. 1. Ciondolare, bighellonare. 2. Penzolare.
Picajûn Agg. e Sm. Spilungone.
Picânt Agg. 1. Piccante, pepato. 2. Scabroso.
Picèt Sm. Gioco coi sassolini, detto anche giarèla.
Pìch, Sm. 1. Piccone, marra. 2. Picco, cima. Calâr a pìch, = affondare. Cascâr (andâr šó) a pìch,= precipitare.
Piché Sm. Stoffa ricamata. Dal francese piqué.
Pichèt Sm. 1. Picchetto, presidio, custodia. Dal francese piquet, = drappello. 2. Fittone per delimitare un’area, paletto. Êsr’ ad pichèt, = essere di guardia. Al gh’à mìs i pichèt, = ha segnato i confini.
Pichèta Sf. Martellina, martello particolare per temperare le macine.
Pichetâr V. tr. 1. Fare il picchetto, stare di guardia. 2. Delimitare una superficie coi paletti.
Pichiâta Sf. 1. Acrobazia con l’aereo. 2. Discesa veloce. 3. Corsa. Da picchiare, termine dei piloti di aereo per indicare discesa a caduta libera.
Piciâ Agg. e Pp. 1. Percosso, battuto. 2. Fissato, maniaco. 3. Poco furbo, picchiatello (riferito a persone). 4. Lavorato, bulinato, picchiettato (riferito a sassi). Darumàj l’é piciâ = ormai è fissato e non c’è nulla da fare. Sàs piciâ = sasso lavorato.
Piciâda 1. Sf. Percossa, botta, serie di botte. 2. Agg. e Pp.. Picchiata.
Piciadûr Sm. 1. Picchiatore, violento, prepotente. 2. Buttafuori. 3. Guardia del corpo.
Pícia la pôma Locuz. Gioco del nascondino. Vedi Póma.
Piciamân Sm. 1. Applauso. 2. Assenso. 3. Leccapiedi. 4. Persona servile.
Piciapôrta Sm. Battiporta, picchiotto. Si tratta di una manina in metallo che stringe una sfera, fissata alla porta con uno snodo. In corrispondenza con la porta veniva applicato un bullone su cui far battere la sfera.
Piciâr V. tr. 1. Picchiare, percuotere. 2. Bussare alla porta. 3. Andare a sbattere. 4. Urtare. 5. Preparare o scolpire la pietra, bulinare. Dal latino volgare picculare iterativo di piccare = percuotere (con la picca). Manîna màta -la pìcia chi la càta; – la càta ’l su’ padrûn: – la gh’ mòla dû s-ciafûn = la manina pazza picchia chi incontra; incontra il suo padrone e gli molla due schiaffoni. Piciâgh dénter, = darci sotto. Piciâr šù = cadere, crollare. Piciâr al mân = applaudire.
Piciarîn, Piciaröl, Piciasàs, Sm. Scalpellino, chi lavora la pietra.
Piciôrla Sm. 1. Vino scadente. 2. Ciottolo affusolato. 3. Persona un poco tonta.
Picòsa Sf. Piccozza. Normalmente s’intende quella degli alpinisti.
Picùl, Sm. 1. Picciolo della frutta. 2. Pene, membro virile. Dal latino pediculus = piccolo piede, sostegno.
Piculèsa Sf. Banalità, piccolezza, cosa di poca importanza.
Picûn Sm. Piccone.
Picunâda Sf. Picconata, zappata, colpo violento.
Picunâr, Spicunâr V. tr. Dissodare, scavare, bonificare il terreno da sassi e radici.
Picundrìa Sf. Ipocondria. Dal greco ypokondrion = cartilagine posta sotto le costole ove si credeva risiedesse la malinconia [Colonna].
Pidemìa Sf. Epidemia, contagio.
Pièla Sf. 1. Legno di abete. 2. Legno dolce (in genere). Dal latino abies, abiella al diminutivo, poi bièlla quindi in pièlla.
Piemuntêš Agg. Piemontese.
Piên 1. Agg. Pieno, colmo, completato. 2. Cicciottello, grassoccio. 3. Sm. Pesto per tortelli, agnolini o cappelletti. Dal latino plenus = pieno. Per Sânta Madalêna – la nûša l’è piêna – e s’ tàja l’avêna = per Santa Maddalena (22 luglio) la noce è piena e si falcia l’avena. L’é piên ’d sôld cmé un cân piên ’d piö-c = è pieno di soldi come un cane è pieno di pidocchi. In piêna lûš,= allo scoperto, alla luce. In piêna nòta, = al buio, a notte fonda.
Piêna 1. Agg. Colma, satura, piena, gravida (riferito ad animali). 2. Sf. Alluvione, fiumana.
Pienûn Sm. 1. Pienone. 2. Grande folla.
Pièt (A) Locuz. Completamente, a tappeto, del tutto. L’espressione la si usaava quando si faceva l’ultima raccolta delle castagne, con l’intenzione di non cercarne più. Dopo c’era libertà per i pitocchi di raccogliere quello che trovavano.
Pietâ Sf. 1. Pietà, compassione, umanità verso chi soffre. 2. Devozione. Dal latino pìetas.
Pietânsa Sf. Pietanza, contorno.
Piêva Sf. Pieve, chiesa madre. Dal latino plebs = plebe, luogo in cui si raccoglieva il popolo.
Pifanìa Sf. Festa dell’Epifania. Dal greco epiphàneia ierà = festa della manifestazione della divinità del Cristo. Vedi Epifanìa.
Pifre Sm. 1. Piffero, zufolo. 2. Naso notevole. 3. Colpetto, dato col dito medio sganciandolo dal pollice. 4. Fischiatore.
Pifrûn 1. Agg. Nasuto. 2. Sm. Nasone.
Pîga Sf. 1. Piega, piegatura. 2. Segno della stiratura. 3. Tendenza, andazzo, propensione. 4. Andamento. Al pôrta ’l brâghi cûn la pîga = porta i calzoni sempre ben stirati. Fâgh dal pîghi = fare le frange a un discorso. Tör ’na brúta pîga = prendere una cattiva strada. An fâr gnân ’na pîga = non scomporsi.
Pigâ Agg. e Pp. 1. Piegato. 2. Curvo, chino. 3. Chiuso in un involto.
Pigadûra Sf. 1. Macchina che piega le lamiere. 2. Occhiellatrice, cavatrice.
Pigadûra Sf. Piega, piegatura.
Pigadûri Sf. pl. Confezionamento delle carni suine a lunga conservazione (coppa, pancetta, soppressa, ecc.).
Pigafèr Sm. Congegno per piegare il ferro per sagomare grate per porte, finestre, recinzioni.
Pigâr V. tr. 1. Piegare, pendere. 2. Curvare. 3. Chinare. 4. Flettere. 5. Ripiegare indumenti. 6. Riordinare tovaglia e tovaglioli, mettere a posto il bucato. 7. V. intr. Propendere, pendere da un lato. Dal latino plicare = piegare. La stròpa la s’ pîga fîn ch’l’è šûvna = il pollone si piega finché è giovane.
Pigâs V. rifl. 1. Piegarsi, flettersi, curvarsi. 2. Sottomettersi.
Pigàs Sm. 1. Picchio, notticola. 2. Minchione. 3. Una persona che pencola da tutte le parti. Dal latino picus, = picchio.
Pighîn Sm. Piegatore.
Piglâr V. intr. Pigolare, pipiare. Onomatopeico da pigolare.
Pìgna Sf. Pigna. Dal latino pinea = di pino.
Pignàta Sf. Pignatta, teglia, tegame di terracotta. Da pigna per la forma. In origine le pignatte erano più alte, strette in basso e in alto, e larghe al centro, a forma di pigna. Al câld di linsö an’ fà mìa bùjer la pignàta = il tepore del letto non procura cibo. Un ò–c a la pignàta e ûn a la gàta = controlla il tegame (con dentro la carne) e il gatto (perché non la rubi). Al diâvle al fa ’l pignàti, brîša i quêr-c = il diavolo fa le pentole, non i coperchi.
Pignatâr Sm. Venditore di pignatte.
Pignatîn Sm. Tegamino.
Pignatûn Sm. 1. Grosso tegame; persona impacciata. 2. Ciccione, grassone.
Pignöl 1. Agg. Pignolo, esigente, fiscale. 2. Sm. Seme di pigna.
Pignûn Sm. 1. Pignone, vite conica per trasformare il movimento meccanico di una macchina da rettilineo ad angolare. 2. Bica di covoni. Dal longobardo bìga = mucchio.
Pignunâra Sf. Grossa bica di covoni, radunati nell’aia prima della trebbiatura.
Pigrìsia Sf. Pigrizia, indolenza. Dal latino pigritia.
Pigusâr V. intr. 1. Dormicchiare. 2. Pencolare. 3. Comportamento dei pennuti (gallina, pollo, tacchino) in condizione di sfinimento per malattia o per sonno, che pigolano mentre cercano di tenersi svegli.
Pìla Sf. 1. Pila di legno, porzione di tronco di un grosso albero sul quale si sbattevano le sacchelle piene di castagne secche per sgusciarle, o si sezionava in parti il maiale ucciso. 2. Recipiente di legno, a forma di cono rovesciato (detto giuvèl), entro cui si sgusciavano le castagne secche mediante un bastone con ghiera ferrata (detto gràfi). 3. Mortaio da cucina, ceppo per macellaio. 4. Mucchio di cose. 5. Acquasantiera. 6. Recipiente ottenuto scavando una grossa pietra e utilizzato come abbeveratoio per animali. 7. Sasso utilizzato dal calzolaio per infeltrire il cuoio. Si tratta di un semplice ciottolo di fiume, di sasso “crudo”, cioè molto resistente, su cui il calzolaio temperava il cuoio bagnato per renderlo più consistente e resistente. 8. Accumulatore, batteria elettrica, pila per torce o piccoli elettrodomestici. 9. Denaro, soldi. T’ê la pìla da l’âqua sânta, sei un’acquasantiera, cioè un ipocrita.
Pilàster, Pilàstre Sm. 1. Colonna, pilastro, sostegno. 2. Cippo. Dal latino volgare pilaster, una pila, un accumulo di pietre sovrapposte.
Pilastrîn Sm. 1. Muricciolo. 2. Colonnetta votiva. 3. Maestà, cippo votivo.
Pilèt Sm. 1. Sostegno per piante tenere. 2. Pilastrino in muratura. 3. Mortaio, in marmo o in legno.
Pilèta Sf. 1. Piletta per l’acqua santa; acquasantiera. 2. Sasso o legno scavato, usato per dare da bere agli animali da cortile.
Pilúch Sm. Pilucco.
Pìlula Sf. 1. Pillola, pastiglia, caramella medicinale. 2. Anticoncezionale.
Pilûn Sm. 1. Traliccio per le linee di alta tensione. 2. Pilastro di sostegno per i ponti.
Pilutâr V. tr. 1. Guidare l’aereo o una macchina da corsa. 2. Influenzare qualcuno nelle proprie scelte. 3. Manipolare certi eventi a proprio vantaggio (come elezioni, concorsi, ecc.). Dal francese piloter.
Pîn Sm. 1. Pino, conifera. Dal latino pinus = pino. 2. Bimbo. Dal latino tardo putus = bimbo. Bèl al mi’ pîn! = caro il mio ragazzo (con sfumatura di compassione).
Pîna 1. Sf. Bimba. 2. Donna (vezzeggiativo). 3. N. pr. Giuseppina.
Pinàcul Sm. 1. Pinnacolo. 2. Pennacchio. 3. Gioco con le carte da ramino. Dal latino tardo pinnaculum, diminutivo di pinna (penna), quindi mazzetto di penne, pennacchio.
Pinaröl Sm. Fungo che cresce sotto i pini (Boletus luteus).
Pincàj Sm. 1. Peduncolo di foglia o frutto. 2. Fronzolo. 3. Organo sessuale maschile. Dal latino pediculus = piedino.
Pincajûn (In) 1. Locuz. A penzoloni. Vedi (In) Spincajûn. 2. Agg. Fiaccone, sfaticato.
Pinciâna Sf. Sberleffo, imitazione beffarda, linguaccia. Fâr la pinciâna = fare sberleffi, rifare il verso.
Pinêta Sf. Pineta, bosco di pini. Dal latino pineta (neutro di pinetum).
Pìnghel, Pìngle Sm. Chiodo sottile e lungo, a sezione circolare. Dal francese epingle = spillo, oggetto appuntito. Sinonimi: Ciôd, Fêrla, Burchèta, Smênsa.
Pinglîn Sm. Chiodo lungo e sottile.
Pinguîn Sm. Pinguino. Dal francese pingouin, derivato dall’antico bretone penngwenn, = testa bianca.
Pinîn Sm. Bimbetto.
Pinò Sm. 1. Vino pinot. 2. Vitigno di origini francesi, ma oggi presente anche in Italia.
Pînsa Sf. 1. Pinza. 2. Pinzetta. 3. Ganascia meccanica.
Pìnša Sf. 1. Striscia di terreno. 2. Ramo con foglie e frutti.
Pinšèta Sf. Rametto con foglie e frutti.
Pînta Sf. Fiaschetta; misura di liquidi. Dal francese pìnte, con lo stesso significato.
Pintröl Sm. 1. Aculeo, punteruolo. 2. Stimolo fissato su un bastone. Stùmbel cûn al pintröl, = bastone sottile e lungo, usato per stimolare i buoi. Normalmente era di frassino.
Pintrulâr V. tr. 1. Stimolare gli animali da tiro col pintröl. 2. Punzecchiare, infastidire.
Pìo pìo Locuz. Fifa, paura. Al gàmbi al fân pio pio = le gambe non mi reggono.
Piö–c Sm. 1. Pidocchio, acaro. 2. Avaro. Dal latino tardo peduculus (diminutivo di pedis) = pidocchio. Plâr i piö-c per vènder la pèla = il massimo dell’avarizia. Piö–c arfàt = cafone arricchito. Chi ch’a gh’ à i piöc e chi ch’a gh’à i sôld – a i multìplica sênt volt = chi ha pidocchi e chi ha soldi li moltiplica cento volte. Tös d’ìnt i piö-c = togliersi dalla miseria.
Piöd Sm. Aratro. Dal greco pluomaràtron = vomere con ruote. Il termine compare nell’editto di Rotari (643 d.C.) come plovum. Nomenclatura: Cûltra; Gmêra; Cùvi; Urèci; Martèl; Scudgadûr; Cariöl; Röda gròsa; Röda cìca; Sústa; Êla o âla; Gmerîn; Paramân, Paracùvi.
Piöda Sf. Tipo di aratro (per solchi grandi). Era ancora il grosso aratro di legno.
Piöl Sm. 1. Piolo. 2. Gradino. 3. Poggiapiedi. 4 Perno. Dal latino volgare pirjolus.
Piôla 1 Sf. 1. Pialla. 2. Pialletto (strumento per levigare). Dal latino volgare planula, da plana = pialla, spianatrice. Variante: pialèt e piulèt. Piôla da rìs = truciolatrice. Piôla da spesûr = piallatrice a spessore.
Piôla 2 Sf. Osteria di campagna.
Piòpa Sf. Pioppo (albero), legno fragile e dolce. Dal latino pòpulus.
Piöver, Piövre V. intr. 1. Piovere. 2. Cadere dal cielo. 3. Arrivare improvvisamente. Dal latino plùere = piovere. A piöv sûra ’l bagnâ = piove sul bagnato. A piöv che Dio la mànda = piove a dirotto. Se Dio ’l völ a piöv ànch cûn al sûl = se Dio lo vuole / piove anche quando è sereno.
Pìpa Sf. 1. Pipa per fumare. 2. Tubo a gomito. 3. Patta dei pantaloni. 4.Vulva. Dal francese pipe. A n’ valêr ’na pìpa = non valere nulla. Và a fâr dal pìpi = va a quel paese.
Pipâda Sf. 1. Fumata con la pipa. 2. Presa di tabacco. 3. Stupidaggine. Avêgh tanti pipâdi = fare tante storie.
Pipâr V. tr. e V. intr. 1. Fumare usando la pipa. 2. Poltrire, sonnecchiare. 3. Boccheggiare. 4. Essere vicino all’ultimo respiro.
Pipî 1. Sf. Pipì. 2. Sm. Pisello di bimbo.
Pipiâr V. intr. Pigolare, tipico di uccelli o pulcini appena nati. Dal latino pipiare, pigolare.
Pipiöla Sf. 1. Tettarella, ciuccio del biberon. 2. Biberon per i vitelli.
Pipistrèl, Papastrèl Sm. Pipistrello. Dal latino volgare vespertellus, dal classico vespertilio = uccello serotino.
Pìpo N. pr. Pippo (nome con cui si definiva un aereo che viaggiava di notte e bombardava ogni luogo in cui ci fosse un lume acceso, durante la II guerra mondiale).
Pipùl Sm. 1. Ricciolo. 2. Crocchia di capelli sulla testa.
Piràmide Sf. Piramide. Dal latino pyramis.
Piràta Sm. Pirata.
Pirimpimpêra Sf. Esclamazione apparentemente senza senso. La si usa quando si vuole accennare a qualcosa di approssimativo, sia in musica, sia per fare il verso a qualche sbruffone.
Pirîn Sm. Piccolo di tacchino o di pollo. Si dice anche picin.
Pirin pirin: voce onomatopeica per chiamare i pulcini.
Pirlûn Sm. 1. Albero verticale del mulino. 2. Stupido, imbranato.
Pirúl Sm. 1. Pippiolino, puntina. 2. Coperchio, cupolino.
Pirulèta Sf. Piroetta, giro su se stessi. Dal francese pirouette.
Pirulîn Sm. 1. Pippiolino, puntina. 2. Coperchio, cupolino.
Pirûna pirûna voce onomatopeica per chiamare a raccolta le galline.
Pìs Sm. 1. Pizzo, trina, orlo ricamato. 2. Barbetta. 3. Pezzetto di terreno. 4. Spicchio.
Pîša N. pr. Pisa. Fâr cmé i làdre ’d Piša, che ad dì i tàchi lita e d’ nòt i vân a rubâr insèm = Litigare e rifare pace appena c’è un vantaggio in vista. A gh’è chi ’d Pîša = si sta appisolando. L’aîd ’d Pîša = soccorso tardivo e inutile.
Písa Sf. Urina, piscio. An tgnîr gnân la pìsa = non riuscire a tenere un segreto. La pìsa l’è fûrba, la scàpa anch ai carabiniêr = la pipì è astuta, scappa anche ai carabinieri.
Pisâ Agg. e Pp. 1. Pisciato. 2. Spifferato, rivelato.
Pisacân Sm. Fungo velenoso. Vedi Bisacân.
Pisàcra Sf. 1. Beccaccia (uccello migratore simile alla starna e alla pernice). 2. Organo sessuale femminile.
Pisacrân, Pisacrûn Sm. 1. Piscione, incontinente. 2. Rubinetto che sgocciola.
Pisâda Sf. Pisciata.
Pisadîna Sf. 1. Pisciata. 2. Inezia. Pisadîna da gnênt, inezia, sciocchezzuola.
Pisadûr Sm. 1. Pisciatore. 2. Pisciatoio, orinatoio.
Pisalèt Sm. Tarassaco o dente di leone. Ha fiore giallo, a corona, che, maturando, si trasforma in piumino. Per evitare che i bimbi lo toccassero si diceva loro che faceva fare la pipì a letto (pìsa a lèt).
Pisâr V. intr. 1. Erogare acqua. 2. Sgocciolare (delle fontanelle). 3. Urinare. Verbo di origine onomatopeica. Se t’ vö stâr sân pìsa spès cùma i cân = se vuoi restare sano urina spesso come i cani. Prêr pisâr a lèt e dîr che t’ê sudâ, = essere in grado di fare i propri comodi.
Pisaröla Sf. Sgocciolio, scolo di liquidi.
Pisaròt, Pisaròta Sm. e Sf. 1. Sgocciolio, scolo di liquidi. 2. Fontanella spontanea.
Pisâs V. rifl. nell’espressione: Pisâs adòs = farsela sotto. Pisâs adòs d’al rìdre = scompisciarsi dalle risa.
Pisèt Sm. Pizzetto, barba.
Pìside Sf. Pisside (teca a forma di calice ove si conservano le particole consacrate).
Pisîna Sf. Piscina.
Pišlâ Agg. e Pp. Appisolato; sonnacchioso.
Pišlâr V. intr. Pisolare, dormicchiare.
Pislâr V. intr. Sgocciolare, innaffiare leggermente.
Pišlâs V. rifl. Appisolarsi.
Pîšle Sm. Pisolo, sonno leggero.
Pislênt Agg. 1. Madido, fradicio. 2. Fradicio di piscio.
Pišlîn Sm. Pisolino, riposino.
Pist 1. Agg. Pesto, schiacciato; disfatto, umiliato; stanco morto. 2. Sm. Pesto, sugo. Concia per la carne.
Pista Sf. 1. Pista, traccia, corsia per le corse. 2. Percorso tracciato nei boschi da animali selvatici (cinghiali, cerbiatti). Da un antico italico “pista”, orma, attraverso il francese piste. Pista! = richiesta di lasciare libera la pista per manifestazioni o gare.
Pistâ Agg. e Pp. 1. Pestato. 2. Macinato. 3. Picchiato. 4. Trebbiato (relativo al grano).
Pistâda 1. Sf. Battuto di lardo con aromi per preparare il soffritto. 2. Pp. Macinata, pestata.
Pistadûr Sm. 1. Battilardo. 2. Pestello, pila per triturare spezie. 3. Pestatore, picchiatore.
Pistadûra Sf. 1. Battilardo. 2. Tavoletta per tritare verdure. 3. Macchina per trebbiare o per sgusciare le castagne.
Pistadûra Sf. 1. Pestaggio. 2. Macellazione, scomposizione del maiale ucciso. 3. Trebbiatura. 4. Sgusciatura delle castagne.
Pistàgna Sf. Orlo, pistagna, risvolto. Dallo spagnolo pestaña = ciglio, orlo.
Pistapèvre Sm. Pestapepe, macinino per il pepe.
Pistâr V. tr. 1. Pestare. 2. Schiacciare. 3. Calpestare. 4. Picchiare. 5. Triturare nel mortaio. Dal latino tardo pistare, = pestare. Pistâr l’àqua al galîni = fare una cosa inutile. Pistâr i pê = dare fastidio; fare capricci, ribellarsi.
Pistârd Sm. (neol.) Corridore in bicicletta. Dal francese pistard = colui che corre in pista.
Pistarèla Sf. 1. Battilardo. 2. Tavoletta su cui si triturano le verdure.
Pistaröl, Pistaröla Sm. e Sf. 1. Pestello. 2. Pila per battere il lardo o triturare spezie.
Pistâs V. rifl. Pestarsi, calpestarsi, picchiarsi.
Pistôla Sf. 1. Rivoltella, arma. 2. Persona poco seria. 3. Membro virile.
Pistulâda Sf. 1. Cretinata, stupidaggine. 2. Imbroglio.
Pistulîn Sm. Piccolo pene, pisello.
Pistulûn Sm. 1. Persona incapace, che non mantiene le promesse. 2. Giuggiolone, minchione.
Pistûn Sm. 1. Fiasco, bottiglione. 2. Pestone sui piedi. 3. Pistone (meccanico). Dal francese pistôn. 4. Tasto di strumento a fiato.
Pistunsîn Sm. Fiaschetto, piccolo bottiglione. Diminutivo di pistûn.
Pišulîn Sm. Pisolino, riposino, sonno leggero.
Pisûn 1 Sm. Piccione, colombo. Dal latino tardo pipio (pipionis). È più usato clùmb.
Pisûn 2 Sm. Piscione. Affetto da enuresi.
Pît Sm. 1. Tacchino. 2. Persona tonta, ritardato, cascamorto. Fâr al pît = cercare approcci con una ragazza. Ingugnâr a pît = deglutire il boccone intero, senza masticarlo; cioè restarci male, essere deluso. Rùs cmé un pît, = rosso per l’ira. Arliâ cmé un pît = arrabbiato, infuriato.
Pîta Sf. 1. Tacchina. 2. Asso di denari (per la figura che lo rappresenta, in cui si può ravvisare una tacchina). 3. Donna tonta.
Pitâl Sm. Pitale, vaso da notte. Aqua, diêta e pitâl – i guarìsi tú-c i mâl = acqua, dieta e pipì guariscono tutti i mali. Vedi Bucâl.
Pitîn Sm. Tacchinello.
Pitòch Agg. e Sm. 1. Pitocco. 2. Poveraccio. 3. Ladro. 4. Tonto, poco sveglio. Dal greco ptokòs = mendicante. I pitocchi rubavano le castagne, o passavano, a raccolto avvenuto, per recuperare quanto rimaneva delle castagne o del grano.
Pitucâr V. intr. Chiedere l’elemosina o una riduzione sul prezzo.
Pitucûn Sm. 1. Pitoccone. 2. Assillante. 3. Importunatore.
Pitûr Sm. 1. Pittore, disegnatore. 2. Imbianchino. Dal latino pictor = pittore.
Pitûra Sf. 1. Quadro. 2. Opera d’arte. 3. Colore, tinta, vernice. 4. Rossetto o belletto. Dal latino pictura.
Piturâ Agg. e Pp. 1. Pitturato. 2. Tinteggiato. 3. Imbellettato.
Piturâda 1. Sf. L’atto di pitturare. 2. Dipinta, tinteggiata con uno strato di colore. 3. Agg. e Pp. Imbellettata. I’ gh’ho dâ ’na piturâda = l’ho imbiancata alla meglio.
Piturâr V. tr. 1. Pitturare, dipingere. 2. Imbiancare, tinteggiare. Dal latino tardo picturare, classico pingere, dipingere.
Piturâs V. rifl. Imbellettarsi.
Piuciâra Sf. 1. Nido di pidocchi. 2. Colonia di pidocchi su fiori o piante.
Piucîna Sf. Semi di stafisagria (Delphinium Staphysagria), il cui olio veniva adoperato per confezionare antiparassitari.
Piuciûn Agg. 1. Pidocchioso. 2. Sporco. 3. Avaro, meschino.
Piuciûš Agg. 1. Pidocchioso. 2. Lercio (riferito anche alle piante cariche di acari).
Piudàsa Sf. Aratro di legno, con carrello a catene. Normalmente si tratta del piöd mansîn (aratro con ala a sinistra) adatto per terreni disagevoli.
Piudîn Sm. Piccolo aratro.
Piulâda Agg. e Pp. Piallata, levigata.
Piuladûra Sf. Piallatura, levigatura. Indica anche i ricci prodotti dalla pialla, gli scarti.
Piulâr V. tr. Piallare, levigare.
Piulèt Sm. Pialletto, piccola pialla.
Piulûn Sm. Grossa pialla (adatta a sgrossare più che a rifinire).
Piúma Sf. 1. Piuma, penna. 2. Materasso di piume. Aršêl cmé na piúma = leggero come una piuma.
Piumàs Sm. 1. Piumaccio. 2. Cuscino. Dal latino tardo plumacium = piumaccio.
Piùmb Sm. 1. Piombo (lega metallica). 2. Pallottole di arma da fuoco. 3. Strumento per rilevare la perpendicolarità di una parete. Dal latino plùmbum. Stâr a piómb = avere l’appiombo. Rigare dritto. Föra ’d piùmb = fuori filo, non in linea. Mâl dal piómb = saturnismo.
Piumbadûr Sm. 1. Piombista, addetto alla piombatura. 2. Chi cura la messa a piombo dei muri.
Piumbadûra Sf. 1. Piombatura (apposizione dei sigilli di piombo). 2. Rivestimento di piombo (cupole, recipienti).
Piumbâr V. tr. 1. Mettere a piombo un muro. 2. Mettere i sigilli (sequestrare una casa, un ufficio o un oggetto per precauzione di carattere giudiziario). 3. Sigillare un plico postale. 4. Otturare un dente. Piumbâr adòs; piumbâr in cà = arrivare all’improvviso, di sorpresa.
Piumbîn Sm. pl. 1. Piccoli proiettili di piombo, sferici, per la caccia. 2. Sigilli usati sugli spaghi dei pacchi postali o in occasione di sequestri per garantire la segretezza e l’incolumità dell’oggetto.
Piumîn Sm. 1. Piccola coltre; coperta. 2. Giacca imbottita di piume. 3. Scopetto per spolverare.
Piumûn Sm. Coperta di piume (in sostituzione della vecchia imbottita, cuêrta imbutîda).
Piupâra Sf. Pioppeto.
Piupîn Sm. Fungo della famiglia dell’Agrocybe ægerita, che cresce vicino ai pioppi. Piupîn màt = fungo della famiglia dell’Hypholoma.
Piupûn Sm. 1. Grosso pioppo. 2. Persona ignorante.
Piušèl Sm. 1. Polvere di tarlo. Fâr al piušèl = tarlarsi (detto del legno o anche di derrate alimentari).
Piušèla Sf. Varietà di castagne.
Piutlâr V. intr. Piagnucolare; lamentarsi. Vedi Spiutlâr.
Piutlûn Agg. Noioso, lagnoso. Vedi Spiutlûn.
Piuvâna (Aqua) Sf. Acqua piovana.
Piuvûda 1. Sf. Scroscio di pioggia. 2. Pp. Caduta, piovuta, capitata a sorpresa.
Piuvûš Agg. Piovoso.
Pîva Sf. 1. Piva; zufolo; zampogna. La pîva veniva costruita: a) con la buccia di getti giovani di castagno o salice; b) con un segmento di sambuco oppure c) dal segmento di un soffione; d) da una fogliolina d’erba fresca inumidita con la saliva e posizionata come ancia fra i due pollici; con due segmenti di vite verde e una strisciolina di cortecci della stesssavite. 2. Soffione, erba con inflorescenza a piumino. 3. Palloncino munito di fischietto. 4. Persona o discorso noioso. Dal latino volgare pipa = pigolio. Cùsta l’è pròpia ’na bèla pîva = è proprio una bella solfa. La pîva dal carnêr era un antico strumento a fiato, la cornamusa, usato fino all’Ottocento nelle feste campagnole. Il termine carnêr indica l’otre di pelle riempito d’aria per far suonare la zampogna.
Pivâda Sf. Antico ballo lento, suonato con la piva.
Piviâl Sm. Paramento sacro a forma di mantello. Dal latino pluvialis = mantello para-pioggia.
Plâ Agg. e Pp. 1. Pelato, calvo. 2. Spoglio, arido, brullo. 3. Ripulito della scorza (tronco) o della buccia (frutto).
Plàca Sf. 1. Placca, piastrina metallica. 2. Verniciatura. Dall’olandese plàken, attraverso il francese plaque.
Placâ Agg. e Pp. 1. Placcato, ricoperto di una placca metallica. 2. Placato, calmato.
Placadûra Sf. Placcatura di un oggetto.
Placâr V. tr. Placcare, ricoprire con una placca. Dal francese plaquer.
Plachèta Sf. Placchetta, targhetta metallica.
Plâda 1. Sf. Pelata, calvizie. 2. Radura nel bosco. 3. Agg. e Pp. Pelata, sbucciata. 4. Calva. 5. Priva di erba. Cúcia plâda = zucca pelata. Cúcia plâda al fà i turtê / sénsa dân ai sö fradê; / i sö fradê i fân la sulâda (fertâda) / sénsa dân a cúcia plâda = zucca pelata prepara i tortelli / senza offrirli ai suoi fratelli; / i suoi fratelli preparano la crostata / (la frittata) senza offrirla a zucca pelata.
Pladîna Sf. 1. Pelatina, leggera scalfittura. 2. Calvizie incipiente.
Pladûn Agg. e Sm. Calvo, pelato.
Pladûr Sm. 1. Depilatore. 2. Pelatoio, raschietto.
Plafûn Sm. Plafone, soffitto. Dal francese plafond, soffitto.
Plafunâr V. tr. Plafonare, soffittare.
Plafuniêra Sf. Plafoniera, coprilampada radente il soffitto.
Plàm Sm. 1. Pelame. 2. Peluria.
Plâr V. tr. 1. Pelare, sbucciare, spellare (riferito alla preparazione di conigli e galline prima di cucinarli). 2. Pelare (figurato), riferito al gelo. 3. Far pagare caro. 4. Pelare, esaurire (figurato, riferito al gioco). Dal latino tardo pilare, = pelare; quindi togliere il pelo. A gh’é un vênt ch’al pêla = c’è un vento freddo che pela. ‘Na brúta gàta da plâr = avere un problema difficile da risolvere.
Plâs V. rifl. Pelarsi, radersi, sbucciarsi, spellarsi, depilarsi.
Plàsa Sf. 1. Pellaccia. 2. Avaraccio.
Plàstica Sf. Plastica.
Plastificâr V. tr. 1. Plastificare. 2. Proteggere con uno strato plastico.
Plàtne Sm. Platano, albero ad alto fusto.
Plàtin Sm. Platino, metallo prezioso. Dallo spagnolo platina, derivato da plata = argento.
Platinâr V. tr. Platinare, cromare con platino. Rendere i capelli biondi quasi bianchi.
Platò Sm. Cassetta per frutta, ortaggi e simili. Dal francese plateau = piano.
Plèure, Pleurìte Sf. Malattia dei polmoni, dovuta all’infiammazione della membrana che li avvolge. Dal greco pleurà = fianco.
Plîna Sf. Pellicina, pellicola.
Plìsa, Sf. 1. Pelliccia. 2. Zolla con erba fresca e corta, utilizzata per ricostruire argini o per coprire la carbonaia.
Plisûn Sm. Pelliccione.
Plòcia Sf. 1. Fanghiglia, mota. 2. Neve in fase di scioglimento.
Plòdga Sf. 1. Carne poltigliosa. 2. Ammasso gelatinoso. Andâr in plòdga = andare in poltiglia.
Plucâr V. tr. e intr. Sbocconcellare; assaggiare.
Plúch Sm. 1. Pilucco. 2. Fiocchetto di peluria. 3. Piccola porzione. Dal latino volgare piluccare = togliere i peli (o le foglie). Andâr adrê a tú-c i plúch = essere pignolo, cavillare, cercare il pelo nell’uovo.
Pluchîn Sm. Pilucchetto, pilucco.
Plûn Sm. 1. Pollone, getto nuovo di pianta. 2. Pampino, tralcio. Dal latino pullus, che indica sia il pulcino che il getto nuovo, fresco, della vite. Splunâr = staccare i polloni inutili. Fâr i plûn = germogliare.
Plûš Agg. 1. Peloso, villoso. 2. Persona ambigua, esosa, cavillosa. Dal latino pilosus.
Pnâ Sm. Pennato, accetta a forma di roncola. Dal latino pinnatus = dotato di penna (la punta a forma di becco).
Pnèl Sm. Pennello. Dal latino volgare penellus. Gnîr a pnèl = cadere a puntino.
Pú Avv. Più, di più, maggiormente. I pú = la maggioranza.
Po N. pr. Fiume Po. Dal latino Padus.
Pò, Pù Avv. Poi, dopo. Dal latino post.
Pô Sm. e Avv. Un poco. Dal latino paucum. Un pô = piccola quantità. Un pô d’ vîn = un goccio di vino. Spèta un pô = attendi un po’. Guârda un pô = guarda, osserva.
Pôch Sm., Agg. e Avv. Poco. A pôch a pôch = poco alla volta. Pôch pú’ = poco più.
Pòcia Sf. 1. Intingolo, sugo, bagna, salsa. 2. Fango.
Pôdghe, Pôrdghe Sm. 1. Portico. 2. Colonnato a tettoia. 3. Fienile. 4. Ricovero per attrezzi. Dal latino porticus.
Pògia! Escl. Ordine dato agli animali di spostarsi appena.
Pogiafêr Sm. 1. Appoggiaferro. 2. Servitore, attrezzo su cui il fabbro appoggiava i ferri da lavorare o lavorati che superavano le dimensioni del banco da lavoro.
Pogiamân Sm. 1. Passamano lungo le scale, corrimano. 2. Asticella usata dai pittori per rendere più stabile la mano.
Pogiapê Sm. Poggiapiedi, supporto sostenitore per i piedi.
Pogiapiân Sm. Posapiano, persona lenta.
Pogiaschêna Sm. Poggiaschiena, schienale, spalliera.
Pogiatèsta Sm. Poggiatesta.
Pòlga Sf. Albero giovane; getto sviluppato. Dal latino pullus = germoglio.
Pòlisa Sf. Polizza, contratto assicurativo. Dal greco apòdeisis = dimostrazione, prova.
Póma (Pìcia la) Locuz. 1. Gioco da bimbi, simile al nascondino. La póma è il punto prefissato che deve essere raggiunto e “toccato” in anticipo rispetto a chi “conta” (o sta sotto) per potere liberare tutti. 2. Cercare di guadagnare tempo. Šugâr a pìcia’ la póma = giocare a nascondino o a “liberi tutti”. Se riferito agli adulti: cercare di evitare certi discorsi, distrarre.
Pómb, Pùmb Sm. 1. Mela, melo, pomo. 2. Pomolo, maniglia. 3. Borchia sferica. Dal latino pomum = frutto. Vîn ad pómb = sidro. Snâr cûn di pùmb cot = cenare con mele cotte; essere alla miseria.
Pòpolo Sm. 1. Popolo, popolazione. 2. Gente comune. Dal latino pòpulus.
Pòr Sm. 1. Porro. 2. Verruca, escrescenza. Dal latino porrum. Êser piên ’d pòr = avere molte verruche.
Pör, Pöra Avv. Pure, anche.
Pôrch Sm. 1. Porco, maiale. 2. Persona laida. Dal latino porcus = porco domestico.
Pôrfid Sm. Porfido, pietra dura da pavimentazione stradale. Dal greco porphyreos = pietra purpurea.
Pôrt Sm. 1. Porto. 2. Scalo. 3. Traguardo. Dal latino portus.
Pôrta Sf. 1. Porta, accesso. 2. Varco nelle mura cittadine. Dal latino porta, passaggio. Pôrta môrta = l’arco di accesso al cortile tra casa padronale e stalla.
Portabandiêra Sm. 1. Alfiere. 2. Capo del corteo. 3. Supporto per la bandiera. 4. Sostenitore di un ideale; precursore; divulgatore di un’idea.
Portabašlòt Sm. Portacatino; lavabo.
Portacìchi Sm. Posacenere.
Portaciâv Sm. Portachiavi.
Portaföj Sm. 1. Portafoglio; portamonete. 2. Soldi.
Portafurtûna Sm. Portafortuna, oggetto scaramantico. Il più comune è il quadrifoglio.
Portalâmpada Sm. Portalampada.
Portamès-ci, Sm. Portamescoli, appendimescoli.
Portaöv Sm. Vasetto portauovo a forma di calice. Rêda portaöv = rete portauova, era un canestrello metallico entro cui si ponevano le uova dopo l’alvâda.
Portapàch Sm. 1. Portapacchi. 2. Accessorio per auto, moto o bici.
Portapèna Sm. 1. Portapenne. 2. Cannuccia per reggere i pennini. Sinonimo: Canúcia.
Portaritràt, Sm. 1. Portafoto. 2. Cornice per foto. Anticamente le foto venivano dette ritràt.
Portarlöj Sm. Portaorologio, minuscola bacheca cui si appendeva l’orologio da tasca prima di coricarsi.
Portasavûn Sm. Portasapone.
Portasèndra, Sm. Posacenere.
Portasigarèti, Sm. Cofanetto per le sigarette. Può essere anche una scatola da borsetta o da tasca.
Portasìgre, Sm. Cofanetto per sigari.
Portasìpria, Sm. Portacipria, cofanetto contenente cipria e tampone.
Portavûš Sm. 1. Portavoce, intermediario. 2. Ambasciatore.
Portinfân Sm. (neol.) Portinfante = marsupio per il trasporto di neonati.
Portugàl Sm. e N. pr. 1. Mandarino. 2. Portogallo (stato). Vedi Purtugàl.
Portulàca S. f. Neologismo. Fiore a tinte vivaci, originario dell’America.
Portumbrèla Sm. Portaombrelli.
Pöš Sm. Poggio, poggiolo, rialzo. Dal latino podium, poggio.
Pôša Sf. 1. Posa, atteggiamento. 2. Presa di posizione. 3. Arroganza. 4. Fondo di liquami, deposito. 5. Posizionamento (di oggetti come mattonelle).
Pòst Sm. 1. Posto, luogo. 2. Posto di lavoro. 3. Impiego. Dal latino pòsitus (da ponere), situato, collocato. Cambiâr pòst = trasferirsi, cambiare attività. Dâr al pòst = cedere il posto. Fermâr al pòst = prenotare. Mètr’ a pòst, = mettere in ordine. Êsr’ a post = essere bene (ma se detto in modo ironico significa trovarsi a mal partito o nonessere normale). Chi ch’ va a l’òst, al pèrd al pòst = chi va all’osteria, perde il posto, chi si allontana perde il turno.
Pòsta Sf. 1. Corrispondenza. 2. Ufficio postale. Dal latino (loca) posita, intendendo sia la stazione di sosta e distribuzione sia la corrispondenza. 3. Vagone o furgone adibito al trasporto della corrispondenza. 4. Stallo per animali. 5. Somma puntata al gioco. 6. Modo di fare la caccia stando in postazione fissa. 7. Portata, entità. Impiegâ d’ la pòsta = postelegrafonico. Cân da pòsta = cane da ferma. Andâr a la pòsta = cacciare da fermi; appostarsi. Fâr la pòsta = controllare, spiare. A pòsta = di proposito.
Pòta! 1. Escl. Perbacco! Caspita! 2. Sf. Vulva. Il vocabolo è nato dalla interpretazione frettolosa di Pot.ta, che nella corrispondenza tra le autorità locali e quella centrale equivaleva a Pot(es)tà = podestà, autorità.
Pôver, Pôvre Agg. 1. Povero, tapino. 2. Defunto. Dal latino pàuper = povero, carente.
Povrèt Agg. 1. Povero. 2. Defunto. Scritto così si usa come espressione di pietà.
Pr’ Prep. Contrazione di “per” davanti a parola che inizia per vocale. Pr’avêr = per avere.
Prâ Sm. 1. Prato. 2. Campo. Dal latino pratum. Prâ da cà = prato vicino a casa. Terên mìs a prâ = terreno prativo. Fâr prâ = inerbare.
Pradîn, Pradîna Sm. e Sf. Pratino, radura.
Pr’a mâl, Per mâl Locuz. Avêsne per mâl = sentirsi offeso, risentirsi.
Pramšân 1. Agg. Parmigiano, parmense. 2. Sm. Territorio di Parma. 3. Formaggio grana. Dal nome della città Parma. Vênt pramšân = vento da occidente. Ìnt al pramšân = nel territorio di Parma.
Pramšâna Agg. Modo per indicare il territorio parmense: I’ ên andâ fîn in pramšâna = sono arrivati in territorio di Parma.
Prân Avv. Molto, assai, pur anche. T’ê prân brâv = sei davvero bravo. L’é prân bèl = è molto bello.
Pràtich Agg. 1. Pratico, concreto. 2. Esperto, competente. 3. Frequentatore. 4. Facile da usare. Dal grecopràsso = faccio, attraverso il latino tardo practicus.
Pràtica Sf. 1. Pratica, esercizio, esperienza. 2. Documento, certificato. 3. Iter di una domanda. Avêgh d’ la pràtica, = avere esperienza. Sbrujâr ‘na pràtica = ottenere una documentazione da un ufficio pubblico.
Praticânt Sm. Chi impara un mestiere.
Praticâr V. tr. Praticare, frequentare.
Precedênsa Sf. Precedenza, diritto di priorità. Dal latino præcèdere = camminare davanti.
Precedênt Agg. Anteriore, precedente.
Precèt Sm. 1. Precetto, comando. 2. Comando sacro. 3. Ordine di partire per il servizio militare. Dal latino præcèptum., Festa obbligatoria = Fèsta ’d precèt. Avviso di arruolamento: Cartulîna d’ precèt.
Precîš, Agg. 1. Preciso, esatto. 2. Uguale. 3. Meticoloso. 4. Ordinato. Dal latino præcìsus = tagliato, reso abbreviato. Precîš cmé ’n arlöj = preciso come un orologio. Precîš l’é môrt; Cîrca l’é in agunìa; e pu’ sta mâl ânch Bastasìa = “Preciso” è morto, “Circa” sta per morire, poi è grave anche “Purchesia”.
Precišâr V. tr. Specificare, precisare, mettere in chiaro.
Precišiûn Sf. Precisione, esattezza, meticolosità.
Prêda Sf. 1. Pietra, sasso. 2. Cote, pietra smerigliata. 3. Pietra focaia. 4. Grossa pietra per sgranare i cereali (vedi Piagnûn). Dal latino pètra = sasso. La Prêda per antonomasia è Bismantova. Al mâl d ‘la prêda = 1. Calcolosi renale. 2. Mania di costruire. Dâr la prêda = affilare con la cote.
Predèla Sf. Predella, podio, base.
Prèdica Sf. 1. Predica, lavata di capo. 2. Sermone sacro. Sunâr la prèdica = suonare le campane per annunciare la predica. Mnèstra fìsa e prèdica ciâra = minestra densa e predica comprensibile, cioè: patti chiari e amicizia lunga.
Predicâr V. tr. 1. Predicare. 2. Diffondere un’idea. 3. Rimproverare; fare la morale. Dal latino cristiano prædicare, predicare. Improvvisare la predica: Predicâr a bràs.
Predicatûr Sm. Predicatore, oratore di materia sacra.
Predicòs Sm. Rimprovero, sollecitazione.
Predîna Sf. Pietra focaia per accendini. Nei primi accendini, quelli a benzina, era possibile cambiare anche la “pietrina”, oltre che ricaricarli.
Prefasiûn Sf. 1. Prefazione. 2. Introduzione. Dal latino præfatio (da præ-fari) = discorso che viene prima.
Preferênsa Sf. 1. Preferenza, scelta. 2. Simpatia. 3. Partigianeria. Avêr [fâr] dal preferênsi = favorire qualcuno a danno di altri.
Preferîr V. tr. 1. Preferire, prediligere. 2. Scegliere. Dal latino præferre = mettere prima.
Prefèt Sm. Prefetto, capo di un nucleo, di una provincia. Dal latino præfèctus = messo a capo, preposto.
Prefetûra Sf. 1. Prefettura, luogo ove risiede il prefetto. 2. Territorio di giurisdizione del prefetto.
Pregâr V. tr. e V. intr. 1. Pregare, implorare, supplicare. 2. Pregare, dire orazioni, invocare Dio o i santi. 3. Insistere con qualcuno per ottenere una cosa. Dal latino precari.
Preghiêra Sf. 1. Preghiera. 2. Orazione. 3. Domanda di favori. Si diceva: Dîr al bên.
Pregiudicâ Agg. e Pp. 1. Pregiudicato. 2. Sospettato di reato. 3. Bandito. 4. Compromesso.
Pregiudìsi Sm. 1. Prevenzione, pregiudizio, sospetto. 2. Danno, danneggiamento. Dal latino præjudicium.
Prégn, Prégna Agg. 1. Impregnato, pieno. 2. Gravida. L’ê prégna = è gravida.
Prelúdi Sm. 1. Preludio. Dal latino præludere, che, alla lettera significa giocare prima. Alla base c’è il concetto che fare musica ssia un gioco. Ancora in Francia si dice jouer de piano = suonare il piano.
Prèmi Sm. 1. Premio, ricompensa. 2. Trofeo. 3. Gratifica. Dal latino præmium.
Premiâr 1. V. tr. Premiare, gratificare. 2. V. intr. Stare a cuore, interessare.
Premiasiûn Sf. Premiazione, gratifica, riconoscimento di meriti.
Prèmre V. intr. Premere, stare a cuore, interessare. A m’ prèma fnîr al lavûr = ho fretta di concludere.
Premûra Sf. 1. Premura, attenzione. 2. Preoccupazione. 3. Fretta. Fâr premûra = sollecitare.
Premurûš Agg. Premuroso, delicato, ossequiente.
Preparâr V. tr. 1. Preparare, predisporre. 2. Allestire; cucinare. 3. Provvedere per tempo. Dal latino præ e paràre, = procurare.
Preparâs V. rifl. 1. Premunirsi, prepararsi. 2. Predisporsi (anche a eventuali brutti eventi).
Preparasiûn Sf. 1. Preparazione, allestimento. 2. Predisposizione. 3. Impegno, studio.
Preputênsa Sf. 1. Prepotenza, violenza. 2. Usurpazione. 3. Condizionamento. Dal latino tardo præ+potentia = mostrare la (propria) potenza.
Preputênt Agg. 1. Prepotente, arrogante. 2. Violento.
Prêr 1. V. intr. Potere, avere ascendente, comandare. 2. Disporre di mezzi economici. 3. Sm. pl. I poteri, i mezzi, le facoltà. Avêgh di prêr = avere dei poteri.
Prèsa Sf. Pressa (macchina per pressare prodotti ceramici, o per imballare il fieno, la paglia, la carta o gli stracci). Dal latino pressare = premere.
Prêša Sf. 1. Presa, modo di prendere. 2. Pizzico di qualcosa (tabacco). 3. Pezzetto di terreno, zona di orto. 4. Presa elettrica o telefonica. 5. Aggancio a sistema idrico (canale o tubo). 6. Presa, presina, piccolo ritaglio di stoffa imbottito che si usa per afferrare i tegami. Dal latino prehensio = presa. Prešulîna = piccola area da coltivare; riquadro dell’orto. Fâr prêša = quando l’impasto (cemento o calce) diventa sodo. Cimênt a prûnta prêša = cemento a presa rapida.
Presâr V. tr. 1. Premere. 2. Insistere. 3. Stimolare. 4. Pressare. 5. Imballare foraggi. Dal latino pressàre, intensivo di prèmere.
Prešênsa Sf. Presenza. Dal latino præsèntia.
Prešênt Agg. 1. Presente. 2. Che assiste. 3. Consapevole. 4. Sveglio. Dal latino præsens. In questo momento = Al prešênt. Per il momento = Pr’al prešênt.
Prešentadûr Sm. 1. Presentatore. 2. Conduttore di uno spettacolo.
Prešentâr V. tr. 1. Presentare. 2. Mostrare. Dal latino tardo præsentare = mostrare.
Prešentâs V. rifl. 1. Presentarsi. 2. Declinare le proprie generalità. 3. Farsi notare (anche in maniera negativa). 4. Andare a un appuntamento. Prešentâs bên = fare bella figura, fare bella mostra di sé.
Prešentasiûn Sf. Presentazione (di un prodotto, di una persona, di un libro).
Prešèpi Sm. Presepio, Natività. Dal latino præsèpe o præsèpium = recinto per animali con mangiatoia. Il primo presepio della storia fu quello vivente preparato da san Francesco a Greccio nel 1223.
Prèsi Sm. 1. Costo. 2. Prezzo. 3. Sacrificio. Dal latino pretium = prezzo. L’útme prèsi = prezzo definitivo. Scrìvre al prèsi = prezzare. Tirâr insìma al prèsi = tirare sul prezzo. Tgnîr bàs i prèsi = calmierare.
Prèsia Sf. Fretta, urgenza.
Prèside Sm. Presiede. Dal latino præses (idis) = colui che presiede.
Presidênsa Sf. 1. Presidenza, carica. 2. Luogo ove risiede il presidente.
Presidênt Sm. 1. Presidente. 2. Capo di una associazione o di un ente.
Presìdi, Sm. 1. Presidio. 2. Protezione. 3. Controllo militare. Dal latino præsidium. Alla lettera: stabilirsi (sedersi) davanti a un oggetto per proteggerlo.
Presiûn Sf. 1. Pressione. 2. Compressione, insistenza. 3. Pressione arteriosa. Dal latino pressio = peso, schiacciamento. Pruvâr la presiûn = misurare la propria pressione arteriosa. Bàsa presiûn = situazione atmosferica di bassa pressione; stato di pessimismo, di depressione.
Presiûš Agg. 1. Prezioso, inestimabile. 2. Importante, raro. 3. Oggetto prezioso, di valore. Dal latino pretiosus, = che ha un alto prezzo.
Prešlîna, Prešulîna Sf. Piccola parte di orto.
Prèst Avv. Presto, velocemente, in fretta, di buon’ora. Dal latino præsto. come dire: sto già qua.
Prèst Sm. Prestito. Andâr in prèst ad pân = chiedere il pane in prestito. Dâr in prēst = prestare. Dmandâr in prèst = chiedere in prestito. Êsr’ in prèst = trovarsi a disagio. Un prestito di oggetti fatto a malincuore era accompagnato dal detto: Si chiama Pietro – ritorna indietro, quasi a garantirne la restituzione.
Prestâr V. tr. 1. Dare a prestito. 2. Chiedere un oggetto in prestito. 3. Fare attenzione.
Prestâs V. rifl. Prestarsi, rendersi disponibile.
Prêt Sm. 1. Prete, sacerdote. Dal greco presbyteros, in latino presbyter = anziano, saggio. 2. Supporto per lo scaldino da letto. 3. Varietà di farfalla. Si dicevano “preti” quelle nere e “frati” quelle rosse. Capèl da prêt = tipo di zampone a forma triangolare. Schêrs da prêt = scherzo pesante. Bcûn dal prêt = posteriore del pollo.
Prêta Sf. Perpetua (termine scherzoso).
Pretendênt Sm. 1. Pretendente. 2. Pretenzioso.
Pretensiûš Agg. Pretenzioso. Esigente.
Pretêša Sf. Pretesa.
Pretèst Sm. 1. Pretesto, scusa. 2. Occasione.
Pretûr Sm. Pretore, autorità preposta all’ordine pubblico in una provincia. Dal latino prætor. Ah! Ch’e’ sênta, sgnûr Pritûr, /cûl lé l’êra un bröt lavûr = Ah! Senta, signor Pretore, quello era davvero un fattaccio [Quirûn da Palarê].
Pretûra Sf. 1. Pretura, uffici. 2. Residenza del pretore.
Prevèder, Prevèdre V. tr. Prevedere, presagire, immaginare. Dal latino prævidere = vedere in anticipo.
Preventîv 1. Sm. Preventivo. 2. Piano finanziario. 3. Abbozzo di progetto. 4. Agg. (Metodo o cura) che previene. Dal latino prævenire = giungere in anticipo, prevenire.
Previdênsa Sf. 1. Previdenza. 2. Accantonamento di mezzi economici in previsione di eventuali necessità future.
Previdênt Agg. 1. Previdente, cauto. 2. Preoccupato per il futuro.
Previšiûn Sf. 1. Previsione. 2. Accortezza. 3. Premonizione, preveggenza. Dal latino prævisio.
Prevìst Agg. e Pp. 1. Previsto, immaginato. 2. Aspettato.
Prevustûra Sf. Prevostura.
Prìl, Sm. 1. Giro su se stesso, giravolta. 2. Cambiamento di direzione. 3. Cambiamento di parere, cambiamento di umore. 4. Gesto incongruente. Ciapâr un prìl = prendere una decisione avventata.
Prìla Sf. Trottola.
Prilâda 1. Sf. Giravolta. 2. Ritirata. 3. Improvviso cambiamento di direzione (anche morale). 4. Agg. e Pp.. Ruotata, girata.
Prilamênt Sm. Giramento; capogiro (usato particolarmente in riferimento ai giramenti di testa).
Prilâr 1. V. tr. Girare, rigirare. 2. Far roteare. 3. V. intr. Indugiare. Prilâr al fûš = filare lana o canapa. Vôlta e prìla = gira e rigira, non concludere. Vôlta e prìla, vôlta e prìla, ma ‘l comûn l’armàgn a Vìla, = volta e rivolta, ma il municipio resta a Villa (così si diceva ogni volta che si tentava di spostare il municipio da Villa a Minozzo).
Prilâs V. rifl. Girarsi, rigirarsi.
Prilîn Sm. 1. Trottolino. 2. Bambino vivace.
Prilîna Sf. 1. Trottolina. 2. Bambina vivace.
Prìm, Prìm Agg. num. 1. Primo. 2. Migliore. 3. Anteriore. Êsre al prìm = essere il primo (della classe). Fâr da prìm = Cantare con voce tenorile, e intonare il coro.
Prìma 1 Avv. Prima, anteriormente, in precedenza. Prìma ’d fâr ’na coša = prima di fare una cosa. Prìma al duvêr e po’ ’l piâšer = prima il dovere, poi il piacere.
Prìma 2 Sf. Classe prima elementare. Fâr la prìma = frequentare la prima elementare.
Primadìs Agg. Primaticcio, frutto iniziale di stagione.
Primàri Sm. Primario, responsabile di un reparto d’ospedale. Primus inter pares per i latini: primo fra uguali.
Primaröl Agg. “Primaiolo”, che giunge primo (è riferito ai primi frutti di stagione). Dal latino primarius = che sta nei primi posti.
Primaröla Sf. Mucca di primo parto.
Primavêra Sf. 1. Primavera, bella stagione. 2. Età giovanile. 3. Numero d’anni. Dal latino primo vere. Fiûr d’ la primavêra, croco.
Primaverîl Agg. 1. Primaverile. 2. Fresco. 3. Giovane.
Primiêra Sf. Punto ottenuto con la somma dei sette e dei sei (nel gioco della scopa o dello scopone).
Prìncip Sm. Principe. Dal latino princeps = il primo, chi dà inizio aduna sequenza.
Principâl 1. Agg. Principale. 2 . Più importante. 3. Essenziale. 4. Sm. Titolare, responsabile. Dal latino principàlis.
Principèsa Sf. 1. Principessa, nobildonna. 2. Persona che si dà delle arie, vanitosa o schizzinosa.
Prinsìpi Sm. Principio, inizio. Dal latino princìpium.
Prîv Agg. Privo, carente, mancante di qualcosa. Dal latino privus.
Privâ 1. Sm. Privato, impedito. 2. Agg. e Pp.. Personale, riservato. 3. Costretto a rinunciare a qualcosa.
Privâr V. tr. Privare, sottrarre, impedire. Dal latino privare.
Privâs V. rifl. 1. Privarsi. 2. Sacrificarsi, rinunciare a qualcosa.
Privasiûn Sf. 1. Privazione, sottrazione di qualcosa. 2. Sacrificio. 3. Mancanza di mezzi economici, stento.
Privatìsta Sm. Chi si presenta a un esame (dopo aver frequentato un corso di studi privato).
Privatîva Sf. Tabaccheria, drogheria, spaccio per articoli di monopolio. Dal latino tardo privàtivus.
Privilè-g Sm. 1. Privilegio. 2. Benemerenza. Dal latino privilegium.
Privilegiâ Agg. e Pp. 1. Privilegiato. 2. Esentato. 3. Favorito.
Privilegiâr V. tr. 1. Privilegiare. 2. Favorire.
Pro Sm. Pro, utilità, vantaggio. Dal latino pro = a favore di.
Pröl Sm. 1. Piolo, scalino. 2. Perno. 3. Cavicchio.
Pròpi Agg. 1. Proprio. 2. Pertinente, caratteristico.
Pròpi Avv. Proprio così, esattamente.
Pròpia Avv. Proprio, esattamente. Al gh’ vrîva pròpia = è stata una cosa provvidenziale (ma anche il contrario).
Propòsta 1. Agg. Proposta, suggerita. 2. Sf. Termini per un contratto. Fâr ’na prupòsta = proporre.
Proprietâ Sf. 1. Proprietà. 2. Podere. 3. Possessione, titolo di proprietà.
Pròsper, Pròspre 1. Agg. Rigoglioso, fiorente. 2. N. pr. Prospero, patrono della diocesi di Reggio Emilia. Dal latino prosper.
Pröva Sf. 1. Prova. 2. Test; esperimento. 3. Sofferenza, dolore. Dal latino probatio. Dâr a pröva = dare in prova. Fâr al prövi = provare. Fâr dal prövi = sperimentare.
Prublêma Sm. 1. Problema, compito di aritmetica. 2. Difficoltà. 3. Contrattempo. 4. Dilemma. Dal greco pròblema, attraverso il latino problema = questione.
Prucès Sm. 1. Processo, causa legale. 2. Procedimento. Rôba da prucès = cose inaudite.
Prucesâ Agg. e Pp. Processato, condannato.
Prucesâr V. tr. Processare, condannare.
Prucesiûn Sf. 1. Processione. 2. Rito religioso. 3. Fila di gente, susseguirsi di persone. 4. Teoria di insetti (quali le formiche). Dal latino processio.
Prucûra Sf. 1. Procura, sede del procuratore. 2. Autorizzazione a curare gli interessi di una persona.
Prucuradûr Sm. 1. Procuratore, magistrato. 2. Procacciatore di affari. Dal latino procurator = chi cura gli interessi di qualcuno.
Prucurâr V. tr. 1. Procurare qualcosa. 2. Provvedere, procacciare. 3. Causare. Dal latino procurare.
Prucurâs V. rifl. Acquistare, procurarsi qualcosa.
Prudênsa Sf. 1. Prudenza, accortezza. 2. Furbizia. 3. Educazione. Dal latino prudentia. Lasâgh la prudênsa = lasciare qualcosa nel piatto per non fare brutta figura.
Prudênt Agg. 1. Prudente, ponderato. 2. Sospettoso. 3. Educato.
Prudèsa Sf. Prodezza, gesto eroico.
Prudót Sm. 1. Prodotto, raccolto. 2. Opera artigianale finita.
Prudusiûn Sf. 1. Produzione. 2. Realizzazione. 3. Ciclo di realizzazione di un prodotto.
Prudutûr Sm. Produttore, confezionatore.
Pruferîr V. tr. 1. Proferire, esprimere il proprio parere. 2. Proporre, fare una offerta. 3. Riferire, parlare. Dal latino proferre. Al n’à pruferî parôla = è stato zitto.
Prufesìa Sf. 1. Profezia, predizione. 2. Presagio.
Prufesiûn Sf. 1. Professione, mestiere. 2. Dichiarazione. Dal latino professio.
Prufesiunâl Agg. 1. Professionale. 2. Ben fatto.
Prufesiunìsta Sm. Professionista, specialista in un mestiere.
Prufesûr Sm. 1. Professore. 2. Medico esperto. 3. Docente. 4. Saccente, sbruffone.
Prufesurèsa Sf. 1. Professoressa, insegnante. 2. Esperta.
Prufesurûn Sm. 1. Persona molto istruita. 2. Persona boriosa.
Prufêta Sm. 1. Profeta (in senso biblico). 2. Preveggente; indovino. Dal tardo latino propheta, a sua volta dal greco pro (prima, in anticipo) e phemì (parlo), quindi prevedo, predìco.
Prufîl Sm. 1. Profilo, lineamenti (del corpo). 2. Modo di apparire (di una cosa). 3. Lato (da discutere).
Prufìt Sm. Profitto, guadagno, rendita. Dal latino profectus, attraverso il francese profit.
Prufitadûr Agg. Profittatore, opportunista.
Prufitâr V. intr. 1. Approfittare. 2. Cercare vantaggi. 3. Utilizzare. 4. Abusare, sfruttare.
Prufitâs V. rifl. Cogliere l’occasione, approfittare, fare il proprio interesse.
Prufrîs V. rifl. Proporsi, offrirsi, profferirsi.
Prufúm, Perfùm Sm. 1. Profumo, odore, aroma, olezzo; essenza di profumo. 2. Boccetta per profumo. Dal latino volgare perfumus.
Prufumâ Agg. e Pp. 1. Profumato, odoroso. 2. Cosparso di profumo. 3. Impomatato.
Prufumâr 1. V. intr. Emanare profumo. 2. V. tr. Cospargere di profumo.
Prufumâs V. rifl. 1. Profumarsi. 2. Curare la propria persona.
Prufumerìa Sf. Profumeria, negozio di profumi.
Prugèt Sm. 1. Progetto, piano. 2. Idea per un lavoro. 3. Disegno per un’opera. Dal francese projet.
Prugetâr V. tr. 1. Progettare, studiare un piano o uno schizzo. 2. Mettere su carta i dati per un lavoro.
Prugetasiûn Sf. Progettazione. Organizzazione di un lavoro o di un evento.
Prugetìsta Sm. 1. Chi fa o analizza progetti. 2. Ingegnere; architetto.
Prugràma Sm. 1. Programma, predisposizione di un lavoro. 2. Piano. Dal greco prògramma, anche in latino programma.
Prugramâr V. tr. Programmare, organizzare un piano.
Prugramasiûn Sf. Piano di lavoro, programmazione.
Prugredîr V. intr. Progredire, migliorare; evolversi in meglio. Dal latino progredi = camminare in avanti.
Prugrès Sm. Progresso, evoluzione; miglioramento.
Prugresìsta Sm. Chi segue idee innovative.
Pruibî Agg. e Pp. 1. Vietato, proibito. 2. Irraggiungibile. 3. Fuori della portata.
Pruibîr V. tr. Proibire, impedire; vietare. Dal latino prohibēre.
Pruibisiûn Sf. 1. Proibizione, impedimento. 2. Negazione.
Pruibisiunìsta Sm. Chi condivide le idee del proibizionismo.
Pruibisiunîšme Sm. Proibizionismo. Fase storica in cui, negli Stati Uniti, fu vietata la vendita di alcolici.
Pruietâr V. tr. 1. Lanciare lontano. 2. Proiettore (di film o diapositive).
Prujètil Sm. Proiettile, pallottola, pallettone di fucile. Dal latino projectus, da projcere = lanciare.
Prulùnga Sf. 1. Prolunga. 2. Parte aggiuntiva. 3. Cavo elettrico con presa e spina.
Prumètre V. tr. 1. Promettere. 2. Dare parola d’onore. Dal latino promittere.
Prumìs, Agg. e Pp. 1. Promesso, pattuito. 2. Contrattato.
Prumìsa Sf. 1. Promessa, garanzia. 2. Impegno.
Prumòs Agg. e Pp. 1. Promosso, abilitato. 2. Passato a un incarico superiore.
Prumöver, Prumövre V. tr. 1. Promuovere, abilitare. 2. Dare un incarico superiore. Dal latino promovēre = muovere in avanti.
Prûnt Agg. 1. Pronto, disponibile. 2. Preparato. 3. Vestito, agghindato per uscire. 4. Di mente vivace, intuitivo, sveglio. Dal latino pròmptus.
Pruntèsa Sf. 1. Prontezza di spirito, vivacità di intelletto. 2. Forma fisica.
Prunûnsia Sf. Pronuncia, flessione del parlare.
Prununsiâr V. tr. 1. Pronunciare, dire. 2. Esprimere il proprio parere. Dal latino pro+nuntiare = annunziare alla preseenza di qualcuno
Prununsiâs V. rifl. Dare un giudizio, esprimersi in merito.
Prupagànda Sf. 1. Pubblicità di un prodotto. 2. Diffusione di una idea politica, sociale o religiosa. Dal latino propaganda = cose da diffondere, da rendere note.
Prupagandâr V. tr. 1. Propagandare, diffondere. 2. Fare pubblicità.
Pruperietâ Sf. 1. Proprietà, podere. 2. Possessione. 3. Titolo di proprietà. Dal latino proprietas.
Prupòsta 1. Agg. Proposta, suggerita. 2. Sf. Termini per un contratto. Fâr ’na prupòsta = proporre.
Pruprietàri Sm. Proprietario, possidente.
Prupursiûn Sf. 1. Proporzione, adeguatezza. 2. Giusta misura.
Prupursiunâ Agg. e Pp. 1. Proporzionato, adeguato. 2. In misura bilanciata.
Prús, Sm. Pero o pera selvatica.
Pruseguimênt Sm. Continuazione, proseguimento.
Pruseguîr V. intr. Proseguire, procedere, continuare. Dal latino prosequi.
Prutagunìsta Sm. 1. Protagonista. 2. Chi osa in prima persona. 3. Personaggio principale in un’opera letteraria. Dal greco pròtos + agonistès = il primo lottatore o il primo attore (nel teatro).
Prutèger, Prutèg-re V. tr. 1. Proteggere, difendere. 2. Riparare; mettere a coperto. Dal latino protegere = coprire.
Prutesiûn Sf. Protezione, difesa; riparo.
Prutèsta Sf. 1. Protesta. 2. Reazione a un sopruso.
Prutestânt Sm. Protestante. Seguace di Lutero o altre confessioni staccatesi dalla Chiesa cattolica. 2. Agg. Chi protesta.
Prutestâr V. intr. 1. Reagire a una imposizione o a un sopruso. 2. Dissentire. Dal latino protestari = attestare pubblicamente.
Prutetûr Sm. 1. Protettore, difensore. 2. Tutore. 3. Sfruttatore (nel gergo della mala). 4. Santo patrono della parrocchia o di un luogo.
Prutucòl Sm. 1. Protocollo. 2. Registro di documenti. 3. Numero di una pratica. Dal latino medievale protocollum, a sua volta dal greco protòkollon, alla lettera il primo foglio incollato.
Prutuculâr 1 V. tr. 1. Dare un numero a una pratica. 2. Registrare un documento importante.
Prutuculâr 2 Agg. 1. Conforme alle regole, al protocollo. 2. Conforme al galateo, educato.
Pruvâgh V. intr. 1. Provarci, osare, tentare, azzardare. 2. Tentare approcci.
Pruvâr V. tr. 1. Provare, osare, tentare. 2. Sperimentare.
Pruvèder, Pruvèdre V. tr. e intr. 1. Provvedere; procurare. 2. Rimediare. Dal latino providēre.
Pruvedimênt Sm. Soluzione, provvedimento, rimedio.
Pruveditûr Sm. 1. Provveditore (pubblico ufficiale che sovrintende alla scuola). 2. Colui che provvede, che fornisce. Negli ordini religiosi è colui che deve provvedere a trovare il necessario (cibo, materiale vario).
Pruvediturâ, Pruvediturât Sm. 1. Provveditorato. 2. Ufficio del Provveditore.
Pruvêrbi, Sm. Motto, proverbio, modo di dire, sentenza, motteggio. Dal latino provèrbium. I pruvêrbi, cûn pasiênsa, / i’ ên stâ fât da l’esperiênsa [Mazzaperlini] = i proverbi, con pazienza, / sono stati creati dall’esperienza.
Pruvidênsa Sf. 1. Provvidenza, volontà divina. 2. Abbondanza. 3. Soluzione di un problema a sorpresa. Dal latino providēre.
Pruvîn Sm. 1. Provino. 2. Esercitazione. 3. Saggio. 4. Prova.
Pruvîncia Sf. 1. Provincia, suddivisione territoriale. 2. Provincia, organo amministrativo del territorio provinciale. Dal latino provincia.
Pruvinciâl Agg. 1. Provinciale, relativo al territorio di una provincia. 2. Provinciale, periferico, inferiore rispetto alla città.
Pruvišòri Agg. Provvisorio, temporaneo, non definitivo. Dal latino medievale provisòrius.
Pruvìsta Sf. Provvista, scorta, riserva.
Psâ Agg. e Pp. Rappezzato, rattoppato.
Psadûra Sf. Rammendo, rattoppo.
Psàm Sm. Pezzame, ritagli di stoffa.
Psâr V. tr. 1. Rappezzare, rattoppare. 2. Rimediare qualcosa. 3. Aggiustare. Dal latino medievale [re]petiare (pettia, pezza). Pra sta vôlta a l’à psâda = per questa volta ci ha messo una pezza.
Pšâr (ma si usa di più Bšâr) V. tr. Pesare, valutare, ponderare. Dal latino pe[n]sare = pesare.
Psêr V. intr. 1. Potere, disporre. 2. Avere autorità. Dal latino posse.
Psîga Sf. 1. Vescica (della pelle). 2. Vescica (del maiale). Dal latino vesica.
Psigadûra Sf. Pizzico, pizzicotto.
Psigâr 1. V. tr. Pizzicare, essere piccante. 2. Pizzicottare, sbocconcellare. 3. V. intr. Pizzicare (detto degli occhi). Al psîga = pizzica, punge.
Psîgh Sm. Pizzicotto; piccola porzione di qualcosa, pizzico.
Psigòt Sm. Pizzico, pizzicotto.
Psigûn Sm. 1. Pizzico. 2. Morso di insetto.
Psöl Sm. Pezzetto, poca cosa. Un’ûra e un pšöl = un’ora e un pezzetto.
Psöla Sf. Pezzuola, ritaglio di stoffa.
Psulîn Sm. Pezzettino, bocconcino.
Ptitûš Agg. Appetitoso, gustoso.
Ptûn Sm. Vedi Btûn.
Ptunâr V. tr. Abbottonare, chiudere. Stâr ptunâ = non concedere confidenze. Vedi Btunâr.
Ptúnga Sf. Erba betonica (ha molte caratteristiche medicinali. Le sue foglie, seccate e macinate, sostituivano il tabacco in tempo di guerra).
Pu’, Pó Avv. Poi, dopo, in seguito; di conseguenza. Dal latino post = dopo.
Pu’ Avv. e prep. Più, di più, maggiormente.
Púa, Púva Sf. Pupa, bambola. Dal latino pupa = fanciulla, bambola.
Publicâr V. tr. 1. Rendere di pubblico dominio. 2. Stampare; editare. 3. Annunciare al pubblico.
Publicasiûn Sf. 1. Pubblicazione. 2. Annuncio in pubblico. 3. Edizione.
Públich, 1. Agg. Pubblico, noto, palese. 2. Relativo all’amministrazione pubblica o statale. 3. Sm. Spettatori, popolazione presente a una manifestazione. Dal latino publicus.
Pù-c Sm. 1. Poccio, pasticcio. 2. Fanghiglia, melma (ma è più usato pùcia). 3. Intruglio. 3. Salsina per pinzimonio. 3. Poccio, cioè la salsina per il pinzimonio.
Puchèt Agg. e Avv. Poco, pochi.
Puchîn Agg. e Sm. Poco, poca cosa.
Puchinîn Avv. e Sm. Poco, poca cosa.
Pùcia Sf. Salsa, intingolo. La pùcia (o il pucîn) era il misto di sale, olio, aceto, per condire il pinzimonio. L’à mangiâ ’l pevrûn sens’òli, – dêgh ed l’òli / o la murirà = ha mangiato il peperone senza olio, datele dell’olio o morirà (era una canzone degli anni ’30).
Puciâda 1. Agg. e Pp. Inzuppata. 2. Sf. L’atto di intingere.
Puciâr V. tr. 1. Intingere, condire. 2. Mettere a mollo.
Pucîn Sm. 1. Tazzina con olio, aceto e sale per pinzimonio. 2. Intingolo, sugo, salsa. 3. Macchia, pasticcio.
Puciûn Sm. Pasticcione, disordinato, imbrattatore.
Pûda Sf. Potatura, sfrondatura. Fasîn da la pûda = fascine della potatura per accendere il forno. Vìda da pûda = vite da potare.
Pudâ Agg. e Pp. Potato, sfrondato, sfoltito.
Pudâda 1. Sf. Potatura, sfrondatura. 2. Agg. e Pp. Potata.
Pudadûr Sm. Potatore, giardiniere.
Pudadûra Sf. 1. Potatura delle viti o degli alberi. 2. Sfrondatura.
Pudàj, Pudàja Sm. e Sf. Accetta, mannaia. La vera pudàja aveva una parte a roncola e una a scure, e nel manico un pendaglio (vèra) per appenderla alla cintura.
Pudâr V. tr. 1. Potare. 2. Ripulire. 3. Sfoltire. Dal latino putare, poi potàre = tagliare [Colonna].
Pudêr, Prêr 1 V. intr. Potere, disporre; essere influente. Dal latino posse.
Pudêr 2 Sm. 1. Podere. 2. Tenuta. 3. Possessione.
Pudestà Sm. 1. Podestà. 2. Governatore. Dal latino potèstas. Nei documenti diplomatici veniva siglato con Pot.ta.
Pudghèt, Purdghèt Sm. 1. Portico. 2. Loggiato. 3. Ballatoio.
Puešìa 1. Poesia. 2. Rima. 3. Romanticismo. 4. Incanto. Dal greco poìesis, latino pòesis.
Puêta Sm. 1. Poeta. 2. Artista. 3. Strambo, originale. Làsa stâr ’d fâr al puêta – ch’a ’l n’è mìa un mestêr per te! – La puešìa l’è per chi – ch’a gh’à d’l’inšìgn sùta ai cavî = lascia perdere di fare il poeta che non è un mestiere adatto a te; la poesia è per coloro che hanno ingegno sotto i capelli (Ricciardo Guidetti).
Puetèsa Sf. Poetessa.
Puètich Agg. 1. Poetico. 2. Romantico.
Pugiâ Agg. e Pp. 1. Appoggiato. 2. Accantonato; messo da parte. 3. Lasciato per un attimo.
Pugiâr V. tr. 1. Appoggiare, riporre.
Pugiâs V. rifl. 1. Appoggiarsi. 2. Sostenersi a qualcuno o a qualcosa. 3. Chiedere garanzie. 4. Alloggiare provvisoriamente.
Pugiöl Sm. 1. Poggiolo, poggetto. 2. Balcone.
Púgn Sm. 1. Pugno; cazzotto 2. Manciata; quantità che può essere contenuta in una mano. Dal latino pugnus. Fâr a púgn = fare a pugni; essere incompatibile. Púgn ad fèr = pugno di ferro.
Pugnadîn Sm. Piccola quantità (quanta ne può contenere un piccolo pugno).
Pugnâl Sm. 1. Pugnale, arma bianca corta, aguzza, a doppio taglio, o triangolare.
Pugnalâda Sf. 1. Colpo di pugnale. 2. Tradimento. 3. Ferita morale. 4. Agg. e Pp. Colpita da una pugnalata.
Pugnalâr V. tr. 1. Pugnalare, uccidere. 2. Tradire.
Pugnèta Sf. 1. Masturbazione. 2. Persona litigiosa, che cerca cavilli, pretesti.
Pugnîn Sm. Piccolo pugno; quantità minima.
Pujâna Sf. 1. Uccello rapace, predatore in particolare dei pulcini. Dal latino volgare pulliana, da pullus. 2. Spartineve (per la somiglianza del mezzo con l’uccello) [Serra].
Puîda, Puvîda 1 Sf. Malattia che colpisce la lingua dei gallinacei. Dal latino pituita. Non era gradito sentirsi dire: T’ gnìsa la puîda! = ti toccasse restare zitto!
Puîda 2 Sf. Pipita (filamento di pelle che si stacca in prossimità dell’unghia).
Púla Sf. Polla, sorgente. Dal latino pullare = sgorgare, spuntare.
Púla Sf. 1. Pula, loppa. 2. Segatura. Si dice anche böla. 3. Buccia delle castagne (triturata per sgusciarle). Quella del grano viene detta lùch.
Pulàca Sf. Tipo di imbottitura per rinforzare i punti deboli di un vestito, tra fodera e stoffa.
Pulachèt, Pulachîn Sm. Polachetto, stivaletto.
Pulàch Sm. 1. Abitante della Polonia. 2. Tipo di scarponcino.
Pulâr 1. Sm. Pollaio, recinto per pollame. Dal latino pullus. 2. Confusione, chiasso. 3. Agg. Polare (relativo al Polo nord), freddo. Dal latino polus = asse, perno. L’é un bastûn da pulâr = è tanto sporco che non si sa da dove prenderlo.
Pulâr Agg. Polare (relativo al Polo nord), freddo. Dal latino polus = asse, perno.
Pulâr V. tr. 1. L’atto di fecondare il pollame. 2. (gergale) Compiere l’atto sessuale. Dal latino pullare.
Pularöl Sm. Pollivendolo; negoziante di polli.
Pulàster, Pulàstre Sm. 1. Pollo, gallinaccio. 2. Mannella di grano. 3. Persona inesperta, poco sveglia. Dal latino pullus = animale giovane. Varianti: pulàstra (riferito anche a ragazza), pulastrîn, pulastrèl, pulicîn (pulcino).
Pulàstra Sf. 1. Pollastra, gallinella. 2. Ragazza.
Pulastrài Sm. Venditore di polli.
Pulastrèla Sf. 1. Pollastrina. 2. Ragazzina.
Pulastrîn, Pulastrîna Sm. Piccolo pollo. Sf. 1. Pollastrina. 2. Ragazzina.
Pulcarîna Sf. 1. Uccellino minuto. 2. Persona esile, gracile. L’é màgre cmé ’na pulcarîna = è gracilissimo.
Pûlcra Sf. Variante di polca, danza. Dal boemo polka = danza polacca.
Pulêder, Pulêdre Sm. 1. Puledro, giovane cavallo. 2. Giovane focoso, temerario. Dal latino volgare pulletrus.
Pulègia Sf. Puleggia, carrucola. Dal grecopolìdron (diminutivo di pòlos) = che ha molti perni.
Pulênta Sf. 1. Polenta (di granoturco o di castagna). 2. Mistura. 3. Pasticcio. Dal latino polenta, che si preparava con la farina d’orzo. Fîl d’la pulênta = filo di refe per tagliare la polenta. Pulênta stiâda, o destiâda = polenta tenera (stiâda, assottigliata) che si stende su un tavolo (tulêr), condita in varie maniere. Pulênta e ušèi, polenta e uccelli (piatto veneto). Pulênta e bacalà = polenta e baccalà. Pulênta rustîda = polenta riscaldata sopra le braci, sulla graticola o sulle molle. La pulênta la n’ vên búna / fîn ch’a n’ sûda la persûna = la polenta non è pronta finché non suda chi la mescola. A gh’ mânca al fîl d’ la pulênta = ci manca poco. Trâr šù la pulênta = versare la polenta sul tagliere. Stiâr la pulenta = stendere e spianare (assottigliare) la polenta.
Pulentâda Sf. Polentata, grande mangiata di polenta.
Pulentài Sm. Mangiatore di polenta.
Pulentîna Sf. 1. Bimba lenta. 2. Persona che batte la fiacca. 3. Poltiglia.
Pulentûn Sm. 1. Mangiatore di polenta. 2. Persona pigra, lenta.
Pulèsa Sf. Spicchio d’aglio, bulbillo.
Púlga Sf. 1. Pulce, acaro. 2. Sospetto, dubbio. 3. Persona minuta. Dal latino pulex, con lo stesso significato. Mèter ’na púlga ìnt l’urècia = mettere una pulce nell’orecchio, creare un sospetto, mettere in guardia.
Pulgûn Agg. 1. Pulcioso, pieno di pulci. 2. Fannullone, fiaccone.
Pulî Agg. e Pp. Pulito, nitido, onesto, sincero. Dal latino polire = levigare. Pêš pulî = peso senza tara. Parlâr pulî, = parlare forbito, parlare con eleganza.
Pulicîn, Pulšîn Sm. 1. Pulcino. 2 Piccolo pennuto. 3. Persona minuta. Möj cm’ un pulšîn, bagnato come un pulcino.
Pulidîn Agg. 1. Grazioso, carino. 2. Educato.
Pulidûra Sf. Pulizia, pulitura.
Pulîn (Piö-c pulîn) Agg. (Pidocchio) dei polli.
Pulîr V. tr. Pulire, nettàre. Dal latino polire = levigare.
Pulisìa 1 Sf. 1. Pulizia. 2. Ordine. 3. Man bassa, razzia.
Pulisìa 2 Sf. Polizia, pubblica sicurezza. Dal greco politèja = governo della città.
Pulisiòt Sm. 1. Agente della polizia. 2. Guardia.
Pulìtica Sf. 1. Politica. 2. Arte diplomatica. 3. Amministrazione pubblica. Dal greco politikòs = relativo alla città.
Puliticânt Sm. e Agg. 1. Chi fa politica. 2. Politicante, chi fa molte promesse ma ne mantiene poche. 3. Chi cerca di avvantaggiarsi da situazioni.
Pulìtich Agg. Chi fa politica.
Pulmûn (Casteln.) Sm. Polmone (organo del corpo). Dal latino pulmo (pulmunis), = soffio, respiro.
Pulmunîte Sf. Polmonite, infiammazione ai polmoni.
Pûlpa Sf. 1. Polpa. 2. Carne magra. 3. Polpa di frutti. 4. Consistenza di un discorso. Dal latino pulpa = carne magra.
Pulpàs Sm. Polpaccio, muscolo delle gambe.
Pulpastrèl Sm. Polpastrello, parte terminale delle dita.
Pulpèta Sf. 1. Polpetta. 2. Sferetta di carne macinata cotta. 3. Bustarella, incentivo per avere favori. 4. Pasticcione, incapace. 5. Grassoccio.
Pulpetûn Sm. 1. Polpettone. 2. Persona grassa e pigra.
Pûlpit Sm. 1. Pulpito. 2. Podio. Dal latino pulpitum. Tgnîr púlpit = tenere banco. Sênt da che púlpit! = senti chi parla!
Pulpûš Agg. Polposo, sostanzioso.
Pûls Sm. 1. Polso. 2. Energia, vigore. 3. Fermezza nel decidere. Dal latino pulsus. Tastâr al pûls = sondare le intenzioni di qualcuno o provarne la resistenza. L’é d’ pûls = sa imporsi.
Pulšîn 1 Sm. Vedi Pulicîn.
Pulsîn 2 Sm. 1. Parte terminale della manica. 2. Sm. pl. Coppia di bottoni per fermare il polso della camicia, detti anche gemelli.
Pultiâr V. intr. Pasticciare. Dal francese antico poltille = polenta.
Pultìj Sm. 1. Poltiglio, pasticcio, intruglio. 2. Confusione.
Pultrûn Sm. Poltrone, fiaccone.
Pultrûna Sf. Poltrona, divano.
Pultrunsîna Sf. Poltroncina, sedia.
Pûlvra, Pûvra Sf. Polvere. Vedi Pûra.
Pulvrîna Sf. Polverina.
Pumàs (Casteln.) Sm. Vedi Piumās.
Pumàta Sf. 1. Pomata, unguento. 2. Brillantina.
Pùmb Sm. 1. Mela, melo, pomo. 2. Pomolo, maniglia. 3. Borchia sferica. Dal latino pomum = frutto. Vîn ad pómb = sidro. Snâr cûn di pùmb cot = cenare con mele cotte; essere alla miseria.
Pumdôr, Pundôr, Pandôr Sm. Pomodoro.
Pumèl, Sm. Pomello, manopola (per la forma simile a un pomo).
Pùmpa Sf. 1. Pompa per acqua; per irrigare; per gonfiare pneumatici. 2. Distributore di benzina. Dal francese pompe = macchina aspirante. Cargâr la pùmpa = adescare la pompa, metterla in condizioni di lavorare. 3. Pompa, fasto. Dal latino pompa, derivata dal greco pompè = corteo. Fâr d’ la pùmpa = darsi delle arie.
Pumpâ Agg. e Pp. 1. Pompato, esaltato, gonfiato. 2. Trasferito ad altro recipiente con la pompa.
Pumpêr Sm. Pompiere, vigile del fuoco.
Pumpèta Sf. 1. Pompa. 2. Vescica per clisteri. 3. Oliatore. 4. Ingrassatore.
Punciòt Sm. Punteruolo, punta per lavorare la pietra. Si dice anche gúcia da sàs.
Pùndga Sf. 1. Topo di fogna. 2. Pantegana, grosso topo.
Pùndre V. tr. 1. Porre. 2. Porgere. 3. Opporre (termine giuridico), controquerelare. 4. Deporre. Dal latino ponere, = porre, mettere. Andâr a pùndre = andare a deporre in tribunale, ricorrere. Pùnder i’ öv = predisporre le uova per la covata. Pùndî a mênt = osservate bene; fate attenzione, guardate.
Pundšèl Sm. Ponticello, passerella.
Punisiûn Sf. 1. Punizione, castigo. 2. Penale.
Punsâr, Pušâr V. tr. 1. Posare. 2. Deporre. 3. Mettere in opera pavimenti. Dal tardo latino pausare = cessare.
Púnšre V. tr. 1. Pungere. 2. Forare. 3. Punzecchiare. Dal latino pungere.
Punšûn Sm. 1. Punzone. 2. Bulino. 3. Oggetto appuntito.
Pûnt Sm. 1. Ponte. 2. Ponteggio per edilizia. 3. Sostegno, appoggio. 4. Paranco. 5. Ripetitore. Dal latino pons.
Pûnt Sm. 1. Segno ortografico. 2. Punto di partenza o d’arrivo. 3. Modo di cucire. 4. Punto metallico. 5. Punto di vista in una questione. 6. Luogo d’osservazione. 7. Bollino (per acquisire il diritto a omaggi commerciali). 8. Conteggio del valore delle carte al gioco o in una graduatoria. Dal latino punctum (da pungere). Propia in pûnt = in tempo, puntualmente. Ciamâr i pûnt = dichiarare i punti al gioco. Dâr un pûnt = mettere un punto, cucire. Dâr di pûnt = rammendare; battere, superare. Andâr a pûnt = accostare la boccia al pallino. Guadagnâr di pûnt, = guadagnare prestigio. Pèrder di pûnt = screditarsi. Tirâr sú i pûnt = rimagliare. Pûnt a pûnt a s’ cušìsa ’na scârpa, = poco alla volta si cuce una scarpa (si conclude il lavoro).
Pûnta Sf. 1. Punta, parte terminale aguzza. 2. Dolorino improvviso. 3. Pungiglione. 4. Punta per trapano. 5. Scalpello per lavorare sassi. 6. Vomere dell’aratro. 7. Sapore acre e forte (detto del vino). Dal latino tardo pùncta (da pungere). Pûnta di dî = polpastrello. Ciapâr la pûnta, prendere l’aceto. In pûnta ’d pê = alla chetichella, di soppiatto. Töla ’d pûnta = volere riuscire a tutti i costi. Essere suscettibile. Fâr la pûnta = appuntire, aguzzare un oggetto (matita; paletto); cercare il pelo nell’uovo. A pûnta = a punta, aguzzo, acuminato. Fâr la pûnta al gùci = fare la punta agli aghi, essere di una pignoleria estrema. Pûnta ’d furmàj = punta di formaggio.
Puntâda Sf. Getto nuovo di alberi. La crescita effettuata nell’ultima stagione.
Puntâda 1. Sf. Puntata (di una serie, di un romanzo). 2. Puntata al gioco, quantità di soldi messa per una scommessa. 4. Agg. e Pp. Puntata, stimolata; presa di mira.
Puntadûr Sm. 1. Chi fa le puntate al gioco. 2. Chi prende la mira sull’obiettivo. 3. Il cane che punta la preda.
Puntalâr V. tr. Puntellare; sorreggere, rinforzare.
Puntâr V. tr. 1. Puntare. 2. Indicare. 3. Individuare. 4. Tenere d’occhio. 5. Prendere la mira. 6. Fermare provvisoriamente. 7. Scommettere una somma. 8. Scegliere un bersaglio di motteggio.
Puntè-g Sm. Ponteggio da muratore; armatura di sostegno; impalcatura.
Puntè-g Sm. Punteggio ottenuto per un concorso, per una gara.
Puntìj Sm. Puntiglio, dispetto.
Puntèl Sm. 1. Sostegno, rinforzo, puntello. 2. Contrafforte. 3. Armatura edile.
Puntêr Sm. Pontiere (militare del genio addetto alla costruzione dei ponti).
Puntigliûš Agg. Puntiglioso, dispettoso, esigente. Dallo spagnolo puntillo.
Puntîn Sm. 1. Puntino, neo. 2. Sciocchezza. A puntîn = a proposito.
Puntîna Sf. 1. Puntina. 2. Chiodino. 3. Rivelatore dei suoni nei grammofoni. Puntîna ’d pursèl = costina di maiale.
Puntiröl Sm. Punteruolo.
Puntlâr, V. tr. 1. Puntellare. 2. Sorreggere, rinforzare.
Puntröl, Pintröl Sm. 1. Aculeo. 2. Punteruolo. 3. Punta fissata sullo stùmbel (o aghièl), un bastone per sollecitare gli animali da tiro.
Puntû Agg. Appuntito, aguzzo.
Puntuâl Agg. Puntuale, preciso.
Puntualitâ Sf. Puntualità, precisione.
Puntûn Sm. 1. Pontone, zatterone. 2. Piattaforma.
Puntûra Sf. 1. Puntura (di spino o di insetto). 2. Iniezione. 3. Fitta, dolore acuto e improvviso. Dal latino tardo punctura = contrazione di pungitura.
Pupà, Papà Sm. Babbo, papà. Dal francese papa. Variante: pà. Mi pà = mio padre.
Pupàs Sm. 1. Pupazzo, burattino. 2. Voltabandiera.
Púpla Sf. 1. Upupa. 2. Spippola. 3. Ciocca di capelli sollevata. Dal latino upupa.
Pupùl Sm. Upupa. Vedi Pipúl.
Pupulâr 1 Agg. 1. Popolare. 2. Noto. 3. Che appartiene al popolo, popolano.
Pupulâr 2 V. tr. 1. Popolare. 2. Incrementare, aumentare la popolazione.
Pûr, Pûra Agg. Puro, genuino, schietto. Dal latino pùrus = puro.
Púr, Púra Avv. Eppure, pure, anche.
Pûra, Sf. 1. Polvere. 2. Polvere da sparo. Dal latino pulvis = polvere. Dâr ’d la pûra int j’ ò-c = far credere cose non vere, illudere. Pûra nìgra = polvere da mine. Fâr mangiâr la pûra = seminare gli avversari.
Purasîna Sf. 1. Polvere. 2. Gioco di bimbi nella polvere.
Purcâda Sf. 1. Porcheria. 2. Gesto volgare. 3. Atto disonesto.
Purcàj Sm. Porcaio.
Purcelâna Sf. Porcellana, maiolica.
Purcherìa Sf. 1. Porcheria, sporcizia. 2. Volgarità. 3. Atto disonesto.
Purcûn Sm. Persona volgare, laida.
Purdghèt Sm. 1. Portico. 2. Loggiato. 3. Ballatoio.
Purè Sm. Purèa, crema di patate. Dal francese purée, passata.
Purèt Agg. Poveretto, bisognoso.
Pûrga Sf. 1. Purga. 2. Pulizia. 3. Pena da scontare. Dal latino purgare = ripulire.
Purgâda Agg. e Pp.. 1. Pagata, scontata. 2. Espiata.
Purgâla locuz. Purgarla, scontare o pagare il fio di un comportamento disonesto.
Purgânt Sm. Purgante, lassativo.
Purgâr V. tr. 1. Purgare. 2. Risanare. 3. Espiare. 4. Pagare il fio di una azione disonesta. Dal latino purgare.
Purgatòri, Purgatōre (Carp.) Sm. 1. Purgatorio. 2. Periodo di adattamento o di rieducazione.
Purîn, Purinîn Agg. Poverino!
Purpurîna Sf. Porporina, vernice colore oro o argento. Dal latino purpura.
Pursèl, Pursēl (Carp.) Sm. 1. Porcello, maiale, porco. 2. Persona equivoca, depravata. Dal latino porcellus, da porcus, maiale.
Pursiûn Sf. 1. Porzione. 2. Parte spettante. 3. Frazione. Dal latino portio, parte.
Purslîn Sm. Maialino, porcellino. Purslîn ad sânt’Antóni, onisco (coleottero, detto anche Balotamèrda). Fâr i purslîn, vomitare (detto dei bambini). Purslîn d’India, porcellino d’India, cavia.
Purtâ Agg. e Pp.. 1. Portato, recato. 2. Incline. 3. Idoneo.
Purtâda 1. Sf. Capacità di un mezzo di trasporto o di un canale o fiume. 2. Quantità trasportata in un certo periodo. 3. Ciascuna delle diverse vivande che si servono a un pranzo. 4. Gittata di un’arma; distanza coperta da uno sparo. 5. Agg. Portata, recata. 6. Incline; idonea.
Purtadûr Sm. Portatore, facchino.
Purtaföj Sm. 1. Portafogli, borsellino. 2. Capitale, averi. Dal francese porte-feuille, porta fogli.
Purtâl Sm. Portale, portone.
Purtamênt Sm. 1. Condotta, portamento. 2. Stile.
Purtantîn Sm. Chi porta la lettiga; portantino, barelliere.
Purtantîna Sf. 1. Lettiga. 2. Sedia trasportata a braccia. 3. Barella.
Purtâr V. tr. 1. Portare, recare, condurre; consegnare; recapitare. 2. Stimare, rispettare. 3. Indossare un abito. Dal latino portare. Purtâr la crûš = avere grossi dispiaceri. Purtâs adrê = portare con sé. Purtâr avanti = differire, continuare, portare a compimento un impegno. Purtâr bên, portare fortuna. Purtâr dénter, = introdurre; mettere al coperto; imprigionare. Purtâr a cà = raccogliere, bottinare (delle api). Purtâr vìa tút, = razziare, depredare. Purtâr indrê = restituire. Purtâla föra = salvare la pelle. Purtâr föra, fare uscire, portare fuori, esportare. Anche portare in salvo, togliere da un pericolo imminente.
Purtâs V. rifl. Comportarsi. Purtâs föra = togliersi da una situazione. Purtâs bên = comportarsi bene.
Purtêr Sm. Portinaio, portiere, guardiano.
Purtêra Sf. 1. Portiera. 2. Sportello.
Purtinàj Sm. Portinaio, guardiano.
Purtugàl 1. Sm. Arancia. Dal nome della nazione da cui tali agrumi venivano esportati verso il resto dell’Europa. 2. N. pr. Portogallo (stato della penisola Iberica). Si chiamò Lusitània fino al dominio dei Mori.
Purtûn Sm. 1. Portone, ingresso principale. 2. Parte posteriore dei pantaloni dei bimbi.
Pùs 1 Sm. Pozzo, cisterna. Dal latino puteus = pozzo. O ’l pùs l’é fùnd o la cadêna l’è cûrta = o il pozzo è (troppo) profondo o la catena è corta (con allusione alla riduzione delle capacità sessuali).
Pùs 2 Sm. 1. Pus, materia, marcio. 2. Decomposizione. Dal latino pus (puris) = pus.
Pùsa Sf. 1. Pozza. 2. Pozzanghera. Dal latino puteus = pozzo.
Pûša Sf. 1. Posa, messa in opera. 2. Atteggiamento. 3. Fondo di liquami, deposito.
Púsa Sf. Puzza, miasma, cattivo odore. Dal latino putēre = puzzare.
Pušâ Agg. e Pp.. 1. Posto, posato, appoggiato. 2. Quieto.
Pušâdi Sf. pl. Posate (stoviglie). Dallo spagnolo posada.
Pušadûr Sm. Pavimentatore, chi posa le mattonelle.
Pusàngra Sf. Pozzanghera, acquitrino.
Pusâr V. intr. Puzzare, fare cattivo odore.
Pušâr V. tr. Posare, appoggiare, depositare. Pavimentare con piastrelle. Mettersi in posa per sfilate o fotografie.
Pušasèndra, Sm. Posacenere.
Pusìbil, Pusìble Agg. 1. Possibile, fattibile. 2. Raggiungibile. Dal latino possibilis (da posse).
Pusès Sm. 1. Possesso, proprietà. 2. Possedimento. Dal latino possessio.
Pusèt Sm. Pozzetto, tombino.
Pušèt Sm. Poggetto, altura, poggiolo.
Pusibilitâ Sf. Possibilità, alternativa.
Pusibilmênt Avv. Possibilmente.
Pusidênt Sm. Padrone, possidente; proprietario terriero.
Pušisiûn Sf. 1. Posizione. 2. Collocazione. 3. Collocazione gerarchica nella carriera. Dal latino positio, = collocazione.
Pušitîv Agg. 1. Positivo, costruttivo; ottimista. 2. Polo elettrico che porta corrente.
Pusiûn Sf. Podere, possessione, possedimento. Dal latino possessio.
Puslênt Agg. 1. Maleodorante. 2. Fetente. Dal latino putēre = avere cattivo odore.
Pusòt Sm. Pozzo nero, fossa biologica.
Pustâl Agg. 1. Postale. 2. Dipendente delle poste. .
Pustâl Sm. Corriera di linea che trasportava anche la posta. Fino al 1960 pustâl equivaleva a Servizio pubblico. Era espletato dalla SARSA (vedi), che copriva interamente la provincia di Reggio Emilia.
Pustarîn Sm. Posticino, luogo comodo.
Pustéma Sf. 1. Ascesso, apòstema. 2. Peso di stomaco.
Pustì–c Agg. 1. Posticcio, provvisorio. 2. Secondario. Dal latino volgare appositicius = aggiunto.
Pusticîn Sm. Posticino, luogo comodo e gradevole.
Pustîn Sm. 1. Postino. 2. Fattorino, commesso.
Pút 1 Agg. Scapolo, non sposato. Dal latino puttus = ragazzo.
Pút 2 Agg. Pepato, piccante.
Púta (Erba) Sf. Acetosella, erba delle ossalidàcee, commestibile, da cui si ricava l’acido ossalico, solvente per le macchie di ruggine.
Púta Agg. Zitella, putta. Púta arabîda = zitella acida.
Putà-c Sm. 1. Pasticcio. 2. Fanghiglia. 3. Spezzatino. Dal francese potage = minestra, zuppa.
Putaciâr V. intr. 1. Pasticciare. 2. Eseguire male un lavoro. 3. Sporcarsi.
Putacîn (Casteln.) Sm. 1. Spezzatino, intingolo rimediato in fretta. 2. Lavoretto da nulla.
Putaciûn 1 Sm. Gioco con polvere e acqua. Il gioco consisteva nell’impastare polvere e acqua, poi fare sagome o recinti minuti.
Putaciûn 2 Sm. Chi combina guai o lavora male, senza curare le rifiniture.
Putâna Sf. Sgualdrina, donna di malaffare. Dal francese antico putaine.
Putanêr 1 Sm. 1. Chi frequenta sgualdrine. 2. Chi non mantiene la parola data.
Putanêr (Pùmb), Putanèli Sm. e Sf. (Qualità di mele selvatiche) commestibili solo a piena maturazione (inverno), utilizzate in prevalenza come deodoranti contro altri odori. Dal latino putidus = pi[zzi]cante.
Putanîn Sm. Tipo di pesci marinati.
Putêca Sf. 1. Ipoteca. 2. Vincolo. Dal greco ypothèke = cosa posta sotto sequestro.
Putênsa Sf. Potenza, vigoria, forza.
Putênt Agg. Potente; dominante; robusto; ricco. Dal latino potens (potentis).
Putifèri Sm. Trambusto, putiferio, confusione.
Putîn, Putîna Sm. e Sf. Bambino, bambina.
Putòst Avv. Piuttosto, altrimenti. Putòst che gnênt l’è sémper mèj putòst = piuttosto che nulla è sempre meglio piuttosto.
Putrefàt Agg. Putrefatto, decomposto.
Putrèla Sf. Putrella, trave di ferro, longherone. Dal francese poutrelle = travetto.
Púva Sf. Pupa, bambola di stoffa.
Puvertâ Sf. Povertà, indigenza, miseria. Dal latino paupertas, da pauper = che manca di qualcosa.
Pûvra Sf. Polvere. Vedi Pûra.
Puvràs Agg. 1. Poveraccio. 2. Ridotto male.
Puvrèt Agg. 1. Poveretto, poveraccio. 2. Nullatenente. 3. Indigente. Dal latino pauper, che manca di qualcosa.
Puvrîn Agg. Poveretto, poveraccio (come in latino pauperculus).
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