Vigliacco, vile, codardo; vocabolo di etimo incerto.
Concordi i vocabolari italiani che lo fanno derivare dallo spagnolo “bellaco”: malvagio, vile, furfante ma non concordi sull’eventuale origine; chi da “vello” dal latino “villus”: pelo, quindi “peloso” poi “indolente, villano” o da “bellaqueria” come prestito dal catalano “bacallaria” a sua volta da “bacallar”: vigliacco, propriamente contadino di condizione media tra il servo e il padrone, di origine francese antico in cui “bachelier” era il giovane non ancora cavaliere; chi di origine oscura ma raccostato al latino “vile”.
Pare più sicuro Paolo Minucci che nelle “Note al Malmantile racquistato”, del 1688, a pagina 469 scrive: «Vigliacco: vile, codardo. E’ voce spagnuola, “bellaco” che appresso di noi significa furbo, e furfante, poltrone.»
La “Real Academia Spagňola” dice: «bellaco: malo, pícaro, ruin» ossia ‘ Cattivo, canaglia, vile.’
Il “Definicion”, vocabolario di etimologia spagnola, di “bellaco” dice:
« In questo caso possiamo stabilire che si tratta di una parola su cui si fondano diverse teorie in questo senso: quella che afferma che derivi dal celtico “bakkallakos”, che può essere tradotto con “pastore”, quella che viene a stabilire che derivi dal basco “vilhakatu”, che è sinonimo di “tirare i capelli”, quella che indica che deriva dal latino “bellum”, che può essere tradotto come “battaglia”.»
Pianigiani oltre che lo spagnolo “bellaco” cita il portoghese “velhaco” che il “Diciōnaro de português” definisce: «Chi è traditore; chi cerca di ingannare un’altra persona. Ragazzo che finge di essere innocente ma si comporta in modo intelligente. Chi agisce con trucchi, furfanti; mascalzone.» Pianigiani cita pure due forme latine la prima da “Vilis” mediante una forma “viliàceus, viliàcus”e la seconda che dice «usata da altri» “valacus”: valacco (abitante della Valacchia, regione geografica della Romania) aggiungendo «usato in senso dispregiativo.»
Nota
Le parole che in italiano iniziano con la lettera Z , quando vengono tradotte in dialetto reggiano iniziano con S (es. zucchero= sócher; zia = sía).
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