Eric Carle è stato un bravissimo scrittore e illustratore americano di letteratura per l’infanzia, pluripremiato dalle più importanti organizzazioni del settore, che ci ha lasciato nel 2021.
Denis Ferretti è un grande conoscitore del dialetto reggiano e ha tradotto nella nostra lingua locale il libro più famoso di Eric Carle, The Very Hungry Caterpillar, venduto in più di 50 milioni di copia e tradotto in 70 lingue. Denis, da par suo, ha trovato un azzeccato titolo “reggianissimo”che rende molto bene il titolo originale del libro: Al Bèigh Gunsòun.
Qualcuno può avere difficoltà a comprendere questi due termini e dunque sveliamone il significato.
Bèigh sta per baco, bruco, verme, baco da seta, detto anche in italiano filugello. Tgnîr i bèigh significava un tempo allevare i bachi da seta e il bozzolo in cui le larve si richiudevano era detto fulşèl.
Gunsòun significa grande mangiatore, perché è ben noto l’insaziabile appetito dei bachi da seta e dei bruchi in generale. Il termine deriva da ingunsêres (ingozzarsi).
Con questo lavoro, il nostro sito web si arricchisce di un’altra perla per l’infanzia, dopo Ōv frét e persót del Dr. Seuss e le traduzioni del Cipollino di Rodari apparse negli anni ’50 del secolo scorso sul Pioniere.
E’ nostra convinzione che sia possibile far avvicinare i bambini, anche in tenera età, al nostro dialetto raccontando loro piccole storie, tanto per iniziare. Non ostante si dica da almeno cent’anni che i dialetti stanno morendo, in realtà si vanno evidenziando sempre più nuovi ambiti di utilizzo delle lingue locali. Sottratti ormai alla funzione tradizionale della comunicazione quotidiana, i dialetti trovano nuova vita nelle occasioni ludiche, come la musica rock, l’intrattenimento e i nuovi mezzi di comunicazione. Noi pensiamo che anche la letteratura dialettale per giovani e giovanissimi possa avere un posto in queste nuova dimensione di fruizione del dialetto.
Il video che presentiamo qui, preparato per la Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali 2023, si avvale dell’animazione prodotta dall’Illustrated Film, disponibile in Youtube, sulla quale si è innestata la recitazione in dialetto reggiano. Ricordiamo che la versione italiana del libro di Eric Carle porta il titolo Il Piccolo Bruco Maisazio ed è edita dalla Mondadori.
La narrazione della storia del Bèigh Gunsòun è di Luciano Cucchi.
A ‘l luşōr ed la lûna, in séma a ‘na fòja ä s avdîva ‘n ōv.
Na domènica matèina ch ä gh ēra ‘l sōl, da ‘l ōv ē saltê fōra un bèigh. Un bèigh cichîn, mo cun na fâm damând a un lōv.
L à tachê subét a ‘ndêr in gîr a vèder s’ä gh ēra quèl da magnêr.
A ‘l lunedé, l à magnê un pòm, mó gnân che la fâm la ‘n gh pasêva mia.
A ‘l mertedé l à magnê dû pèir. E gnân che la fâm la ‘n gh ē pasêda.
Al mercordé l à magnê trèi brógni, mó la fâm la ‘n gh ē mia pasêda listès.
Al giovedé l à magnê quâter frâvli bèli capôlghi. Mó ‘n gh l à mia cavêda a cavêres la fâm.
A ‘l venerdé, l à magnê sînch partugâj e gnân ch al s ē cavê la fâm.
A ‘l sâbet l à magnê: na tōrta ‘d cicolâta, un şlê, un sedròun, na gròsta ‘d furmâj, na caramèla ‘d pòm, na fèta d esponghêda, un turtlèin frét, na salsésa e na fèta d cucòmbra.
A la sîra ä gh ē gnû mêl la pânsa.
Al dé dôp l’ēra incòra domènica, e ‘l bèigh gunsòun al s ē més a magnêr na bèla fòja vèirda. E alōra al s ē sintî dmèj. La fâm la gh ēra pasêda e pó al ‘n ēra gnân pió tânt céch. L ēra dvintê bèl ciûnt… e alōra al s ē fât na cà ch’ ä la ciâmen fulşèl.
Al gh ē ‘rmêş dèinter per pió d dō stmâni, pó ‘l gh à fât un bûş… piân pianèin l ē gnû fōra e… l ēra dvintê na bèla parpâja tóta colorêda!
Alla luce della luna, sopra ad una foglia si vedeva un uovo.
Una domenica mattina che c’era il sole, dall’uovo è uscito un baco. Un baco piccolo piccolo, ma con una fame da lupo. Ha cominciato subito ad andare in giro per cercare qualcosa da mangiare.
Al lunedì ha mangiato una mela, ma la fame non è passata.
Al martedì ha mangiato due pere. Ma la fame non è passata.
Al mercoledì ha mangiato tre prugne, ma ugualmente la fame non è passata.
Al giovedì ha mangiato quattro fragole belle grandi. Ma non è riuscito a togliersi la fame.
Al venerdì ha mangiato cinque arance e non è riuscito a togliersi la fame.
Al sabato ha mangiato una torta di cioccolata, un gelato, un cetriolo, una crosta di formaggio, una caramella di pomo, una fetta di spongata, un tortellino fritto, una salciccia e una fetta di cocomero. Alla sera gli è venuto il mal di pancia.
Il giorno dopo era ancora domenica e il baco mangiatutto si è mangiato una bella foglia verde. Allora si è sentito meglio. La fame gli era passata e poi non era più così piccolo. Era diventato bello sodo e allora si è fatto una casa che la chiamano bozzolo.
E’ rimasto lì dentro per più di due settimane, poi ha fatto un buco…piano piano è uscito e ….era diventato una bella farfalla tutta colorata!