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LÉNGUA MÊDRA

Rèș e la nôstra léngua arsâna

Vocabolario dialettale della Valle del Tassobio

P

 Sm. Padre, papà. Voce onomatopeica, dall’espressione pa-pa dei bimbi.

Pabiâr V. intr. Masticare a fatica, avere il pastone in bocca.

Pabiûn Sm. Chi si mangia le parole.

Pàbla  Sf.  Filastrocca, racconto in versi. Dal latino tardo parabola e poi dal latino medievale parabolare (IX secolo). Gênta, gnî atàch a la mi tâvla, I’ v’ vöi cuntâr ’na bèla bâbla = gente, venite vicino al mio tavolo: voglio raccontarvi una bella filastrocca [Jàcmé da la Cèsa]. 

Pàca  Sf.  Pacca, manata sulle spalle. 

Pàch   Sm. Pacco, collo, involucro. Dall’olandese pack = balla di lana.

Pachèt Sm. Pacchetto, piccolo collo a forma regolare (scatola). Altrimenti si usa scartò-c.

Paciàfra Sf. Poltiglia di neve, neve parzialmente sciolta, pesante da lavorare e da pestare. 

Paciâna Sf. 1. Rospo femmina. 2. Cosa grossolana. 3. Parola onomatopeica (simula il tonfo in acqua dell’anfibio). 4. Tra gli anni Sessanta e Ottanta fu così nominata l’auto della Citroën, modello Pallas, per la sua forma.

Pacianûn Sm. 1. Grosso rospo. 2. Bombolo, persona grassa.

Paciarâna Sf. Eufemismo per indicare la vagina.

Paciaròta  Sf. Poltiglia di neve che si scioglie.

Pacìfich  Agg. Pacifico, calmo, remissivo. Dal latino pacificus, da pacem facere. L’é pacìfich = è certo, è sicuro.

Pacifìsta  Sm. Chi vuole la pace a tutti i costi.

Paciugâda 1. Sf. Pasticcio, lavoro mal riuscito. 2. Lavoretto di poca importanza. 3. Agg. e Pp. Pasticciata.

Paciugâr  V. intr. Fare cose di poca importanza, fare lavoretti.

Paciûgh Sm. 1. Fango, poltiglia, pantano. 2. Lavoretto da poco. 3. Bimbetto. Dal latino tardo impactiare = imbrattare. L’é ciâr cmé ’l paciûgh = non ci si capisce niente. 

Paciugûn  Agg. Pasticcione. Ma anche persona che fa lavoretti senza pretese.

Pactîn  Sm. Pacchettino, piccolo collo.

Padèla  Sf. 1. Padella da cucina. 2. Padella per infermi. 3. Scaldaletto (detto anche “suora”). 4. Macchia d’unto. 5. Padella per fare le caldarroste. Dal latino patèra, poi patèlla = piatto piano. La padèla dal brêš = scaldaletto, bracere. Padèla dal mundîni = padella forata per le caldarroste. T’ê bèla, – cmé ’l cûl d’la padèla! = sei bella come il fondo della padella, che è sempre sporco di caligine (proverbio per ragazzine vanitose). La ragazzina, se invece era sveglia, rispondeva: Ma al cûl dla padèla l’è rutùnd, – e me i’ sûn la pubèla dal mûnd = ma il fondo della padella è rotondo, e io sono la più bella del mondo. Cascâr da la padèla int al brêši = cadere dalla padella nelle braci.

Pâder (poco usato. Si preferisce Papà o Pupà) Sm. Padre, genitore 

Padî   Agg. e Pp.  1. Patito, sofferto. 2. Avariato, decomposto, andato a male. 3. Malaticcio, pallido, scarno. Dal latino patior = patisco.

Padîda 1. Sf. Digestione lenta, smaltimento. 2. Deperimento fisico. 3. Agg. Patita, sofferta; emaciata. L’ê un pô padîda = è magra, è pallida, è smorta. Cârna padîda = carne avariata.

Padîr  V. tr. e intr. 1. Patire, soffrire. 2. Sentire (caldo o freddo). 3. Cuocere bene. 4. Maturare, stagionare. 5. Scontare. Padîr al pêni d’ l’infêrne = soffrire pene indicibili. Padîr câld, padîr frèd, padîr fàm, padîr sê, patire caldo, freddo, fame, sete. 

Padlîn, Padlîna Sm. e Sf.   Tegamino, pentolino.

Padlòt  Sm.  Tegamino.  

Padlûn  Sm. 1. Grosso tegame. 2. Persona sporca di macchie di unto. 3. Inconcludente, dormiglione.

Padretêrne  Sm. 1. Padre Eterno. 2. Persona superba, boriosa. Dal latino Pàter ætèrnus = Dio.

Padrìgn Sm. 1. Patrigno. 2. Padre adottivo. 3. Sfruttatore. Dal latino volgare patrignus.

Padrîn   Sm. 1. Padrino. 2. Compare. 3. Chi si prende la responsabilità di collaborare coi genitori per l’educazione dei figli, in occasione di battesimo o cresima. Dal latino cristiano patrinus, chi supplisce al posto del padre. Il padrino e la madrina vengono detti anche gus e gusa.

Padrûn  Sm. 1. Padrone, proprietario. 2. Capo, responsabile. 3. Titolare. 4. Possessore. Dal latino patronus. Cúša cmàndel, siûr padrûn?,  = domanda ironica rivolta a chi pretende essere servito senza averne i meriti. Di padrûn e di mlûn ogni sênt a gh’n’è ûn bûn! = di padroni e di meloni buoni  ce n’è uno su cento. Ligâr l’âši indù’ a völ al padrûn! = legare l’asino dove vuole il padrone. Cioè non discutere le decisioni di chi comanda. L’ó-c dal padrûn l’ingràsa ’l cavàl (al câmp), l’occhio del padrone ingrassa il cavallo (il campo). Al padrûn miarê ch’a gh’l’aìsa sulamênt i cân = il padrone dovrebbero averlo solo i cani. Andâr sùta padrûn, = andare a servizio. Lavurâr sùta padrûn = essere alle dipendenze. Fâla da padrûn = spadroneggiare. 

Padrunâl  Agg. Che interessa o riguarda il padrone.

Padúl    Sm. Palude, padule, acquitrino. Dal latino pàlus (paludis).

PàdvaN. pr. Padova. Il nome viene ricollegato a Padus, Po.

Padvân  Agg. Abitante o nativo di Padova.

Padvâna  Agg. Tipo di gallina.

Paêš   Sm. 1. Paese. 2. Nazione. 3. Borgata. 4. Territorio. 5. Luogo d’origine. Dal latino pagus = borgo.

Paešà-g   Sm. 1. Paesaggio. 2. Panorama. 3. Quadro.

Pâga  Sf. 1. Paga, stipendio. 2. Batosta, sconfitta. Dal latino pacàre = calmare, tranquillizzare il creditore. 

Pagâ   Agg. e Pp.   Pagato, soddisfatto. Castigato. Messo a tacere.

Pagâda 1. Sf. Paga. 2. Costo di una cosa. 3. Batosta, sconfitta. Al gh’ha dâ ’na pagâda = gli ha dato una lezione. 4. Agg. e Pp.  Pagata, saldata.

Pagadêbte   Sm. Pagadebiti. Era un randello o grosso bastone usato per una giustizia sbrigativa e personale.

Pagadûr   Sm. 1. Cassiere. 2. Addetto ai saldi. 3. Uno che mantiene fede agli impegni presi. 4. Chi sconta per un altro. 5. Colui che (ri)paga gli affronti con un fracco di botte.

Pagamênt   Sm. 1. Quota da pagare a una scadenza fissata. 2. Rata.

Pagân   Agg. Pagano, non cristiano, materialista. Dal latino pagus = borgo,  villaggio.

Pagâr   V. tr. 1. Pagare. 2. Assolvere ai propri doveri. 3. Soddisfare la giustizia. 4. Scontare una pena. Dal latino pacàre = calmare, soddisfare. A pagâr e a murîr a s’fà sémpr’in têmp = per pagare e per morire c’è sempre tempo. Fâr al cujûn pr’a n’ pagâr al dàsi = fingersi tonto per non pagare le tasse. Pagâr int l’úngia =  pagare in contanti; rispondere a tono. Pagâr per tú-c = essere il capro espiatorio. Pagâr a la lùnga = dilazionare il pagamento.

Pagarò   Sm. 1. Cambiale, tratta. 2. Impegno.

Pagèla  Sf. 1. Pagella. 2. Diploma. 3. Giudizio. 4. Attestato. Dal latino pagella,  diminutivo di pagina.

Pagè Sm. 1. Paggetto. 2. Ragazzino. 3. Servitore di corte. 4. Paggetto che regge lo strascico alla sposa. Dal francese antico page. Dal greco paidìon = giovane schiavo, latino pathicus.

Paghèta  Sf. 1. Piccola paga. 2. Soldi dati ai figli per le esigenze settimanali.

Pàgina  Sf. 1. Pagina di un libro, di un giornale, di un registro. 2. Resoconto, elenco delle cose di cui una persona deve rispondere. Dal latino pàgina, da pàngere, che, di per sé, significa piantare alberi in maniera ordinata [Colonna]. Al gh’à avêrt la pàgina! = gli ha aperto il libro, gli ha detto quello che si meritava.

Pàgn  Sm. pl. 1. Panni. 2. Indumenti, vestiario, stoffe. Dal latino pannus  = panno. Dio ’l mànda al frèd secùnd i pàgn! = Dio manda il freddo proporzionato agli abiti. I pàgn spôrch i’ s’ lâvne in cà! =  i panni sporchi si lavano in casa.  Tajâr i pàgn adòs = calunniare, diffamare.  Fâs tirâr pr’ i pàgn, =  farsi desiderare. Sinonimi: Vestî, s, Stràs.

Pagnòta   Sf. 1. Pagnotta, micca di pane. 2. Persona grassottella. Dal latino panis = pane, panhotta in  provenzale.  Guadagnâs la pagnòta = guadagnarsi da vivere.

Pàja  Sf. 1. Paglia, foraggio. 2. Prodotto scadente. 3. Esca. Rischio, pericolo. 4. Materiale per rivestire i fondi delle sedie. Dal latino pàlea = paglia, buccia. Cùa ’d pàja =  (che ha la) coda di paglia, facile ad offendersi. Tè-c ad pàja, = tetto di paglia (di capanne). Màš urtlân, tânta pàja e pôch pân = se maggio produce molte verdure avremo molta paglia e poco grano. Pàja trîda = pagliccio, scarto. Quaciâr cûn la pàja = fare l’impagliatura. Dâr pàja = alimentare la trebbiatrice.

Pajadûr Sm. Chi alimenta con la paglia la trebbiatrice.

Pajâr  Sm. Pagliaio, mucchio di fieno o paglia sistemato a forma di cono. In certi luoghi indica semplicemente il fienile. Nell’alto Frignano viene anche detto fìggna, termine presente con poche varianti anche in Romagna (fenia), nella pianura modenese (fègna), nel mantovano (fìgna), nel polesano (féggna), nel padovano (frigna). Dal latino fœnun = fieno [Minghelli]. La stànga dal pajâr = l’antenna intorno alla quale viene costruito il pagliaio. Cân da pajâr = cane buono a nulla, pauroso e invecchiato.

Pajarîn  Agg. Paglierino, giallognolo, colore della paglia.

Pajaröl Sm. L’addetto all’alimentazione della trebbiatrice. Era la persona che si collocava in una nicchia sopra i cilindri della trebbiatrice e inseriva la paglia all’interno dei rulli, con le spighe in avanti. Il grido: Pàja! indicava l’esaurimento della scorta, ma valeva anche come sollecitazione a chi doveva fornire i covoni. Fuori di tale ambiente significa tuttora “sveglia!”, “lavora!”.

Pajaröla  Sf.  Colei che distribuiva la paglia da intrecciare per fare cappelli, sporte, cestini.

Pajàs   Sm.  1. Pagliaccio, saltimbanco. 2. Spaventapasseri. 3. Voltafaccia; persona non affidabile. Dal latino pàlea = paglia, quindi di poco valore [Colonna]. Lo spaventapasseri è un vecchio abito riempito di paglia. Sinonimi: Saltimbânch, Mariunèta.

Pajasâda  Sf.  Pagliacciata, cretinata, scenata.

Pàjni  Sf. pl. Rametti sporchi di vischio che si montavano sul parmûn per catturare gli uccelli migratori.

Pajöl  Sm. Paglia triturata che resta sull’aia dopo la trebbiatura fatta con al cersi o con la pietra (al Piagnûn). Veniva utilizzato come lettiera.

Paišân  Agg. Paesano, conterraneo. Abitante di piccoli centri. Poco emancipato.

Paišanòt Sm. Contadinotto.

Paišèt  Sm. Borgatella, piccolo gruppo di case.

Paišòt   Sm. Nucleo di case consistente, piccolo centro.

Paišûn  Sm. Grosso paese.

Pajúm   Sm. Rimanenze di paglia e loppa, scarti del pagliaio o della trebbiatura, utilizzabile come lettiere per gli animali.

Pajûn  Sm. Pagliericcio, saccone pieno di foglie di granoturco. In alcune località indica anche il pagliaio. Brušâr al pajûn =  mancare di parola.

Pajûra, Paûra  Sf. Paura, timore, spavento. Dal latino pavor e pavura  nel volgare. Chi ch’a gh’à la camîša sporca l’à sèmper pajûra, = chi ha la camicia (coscienza) sporca ha sempre paura. La pajûra la fa nuvânta = la paura fa novanta. Espressione presa dalla cabala del lotto o delle tombole, ove il numero novanta viene abbinato appunto alla paura. Ciapâr pajûra = impaurirsi.  Fâr pajûra = intimorire.

Pajûš  Agg. 1. Timido, pauroso, complessato. 2. Spaventoso.

Pâl   Sm. 1. Palo, pertica. 2. Palo per le linee telefoniche o elettriche. 3. Persona magra. 4. Spia, chi sta di guardia mentre altri commettono un furto o un reato. Dal latino palus e pala = che si conficca. Pâl da tirèlli = palo per rinforzare frutteti e vigneti.

Pâla  Sf.  1. Pala, badile. 2. Pala di legno. 3. Pala per mettere il pane nel forno. 4. Pala delle turbine di un mulino ad acqua. Normalmente il termine indica la pala per togliere la neve, ricavata da un tronco scavato. Varianti: Badîl, Palòt, Palèta, Gavâl.

Pàla,   Sf. Palla, pallone. Dal latino pila, che poi diventa palla in longobardo e balla in franco.

Palâda, Sf. Palata, badilata, sia come percossa che come quantità di materiale mosso. A piöv a palâdi = piove a dirotto.

Paladîn  Sm. Difensore, sostenitore, divulgatore di un’idea, propugnatore. Dal latino medievale (comes) palatinus perché residente nel palatium del signore. Costoro, in pratica, costituivano la scorta personale dell’imperatore e dovevano difenderlo in guerra e in pace.

Palânca Sf. Moneta, denaro, quattrini. Dallo spagnolo blanca = moneta. La Palanca era una moneta di poco valore in uso in alcune regioni d’Italia, tra cui proprio la Repubblica di Genova, dove, probabilmente, traeva il nome dai panetti di rame da cui si coniava. In antico portoghese e spagnolo per chiamare queste barre di metallo di diceva appunto Palancos o Palancas. Tîra la côrda, ma la côrda la se s-ciâca! Chî d’ Rusân i’ n’ gh’han pu’ gnân ‘na palânca! Tira la corda ma la corda si rompe. Quelli di Rosano non hanno più nemmeno una palanca!

Palanchîn   Sm. Leva, palanchino, piede di porco, paranco. Dal greco fàlanx, che nel latino volgare diventa palan­ca = trave, tronco, sbarramento.

Palâr V. tr. Era un modo per pulire il grano sgranato con la pietra o i correggiati (cêrsi). Si lanciavano palate di grano verso un punto preciso dell’aia, con un metodo a spaglio, cioè a ventaglio. Il grano, più pesante, si depositava nel luogo scelto, mentre la pula veniva allontanata dalla brezza. Questa operazione si doveva fare al mattino presto, finché c’era la rugiada.

PalàsSm. Palazzo, casa signorile. Dal latino palàtium. Deriva dal nome del colle  Palatino, su cui sorgeva la dimora di Augusto.

Palasèt Sm. (neologismo) Palazzo modesto. Oggi indica una grande palestra per lo sport.

Palasîna Sf. Palazzina, villetta, piccolo palazzo.

Palasòt   Sm. Palazzotto.

Pâlch  Sm. Palco, tribuna; scena di teatro. Dal longobardo balk = trave, supporto.

Palchè, Parchè Sm. Pavimento in legno, a volte intarsiato. “Alla corte del Re di Francia Luigi XIV le stanze avevano pavimenti in legno e la parola parquet, originariamente utilizzata come sinonimo di parco, venne presto utilizzata per indicare questa tipologia di rivestimento a listelli di legno”.

Palchèt  Sm. Piccolo ripiano rialzato.

Palêdra  Sf.  Càrice o falasco, vegetale palustre usato per impagliare le sedie o i fiaschi.

Palêš   Agg.  Palesato, reso noto, evidente. Dal latino palam, apertamente.

Palešâr  V. tr. Palesare, raccontare, confidare

Palèstra   Sf. Palestra per ginnastica. Dal greco palaìstra, in latino palæstra = il luogo di allenamento per i lottatori.

Palèt  Sm. Paletto, fittone, sostegno per piante tenere o per rete.

Palèta   Sf. Paletta, piccola pala. La palèta da la farîna serviva anche come misura per dare l’obolo alla parrocchia o l’offerta ai poveri.

Pàlid    Agg. Pallido, bianco. Dal latino pallēre =  impallidire.

Palîna Sf. Paletto di sostegno per le recinzioni o per i segnali stradali. Cavalletto per attrezzi degli agrimensori.

Palinâr  V. tr. Impallinare.

Paliòt   Sm. Paliotto, parte anteriore di un altare. Dal latino pallium = mantello. In origine era un telo ricamato e incorniciato che copriva tutta la parte anteriore dell’altare. In seguito i paliotti vennero realizzati in legno o a scagliola.

Palisâda  Sf.  Palizzata, recinzione fatta con pali. Dal provenzale palisada.

Pâlma  Sf. Palma. Dal greco palàme, in latino palma = tronco di palma,  poi la stessa palma.

Pâlme  Sm. 1. Palmo della mano. 2. Misura approssimativa (come area corrisponde all’apertura della mano, come misura lineare copre la distanza dalla punta del pollice alla punta del mignolo, a mano aperta). Purtâr in pâlme ’d mân =  apprezzare moltissimo.

Palmûn  Sm. 1. Polmone, organo del corpo. Dal latino pulmo (pulmonis), legato al greco pnèuma = soffio, respiro. 2. Panione, trappola a base di vischio per uccelli migratori. Avêgh l’àqua ìnt i palmûn = avere il siero pleurico. Avêgh l’ària ìnt i palmûn = avere l’enfisema polmonare. 

Palmunîte, Pulmunîte  Sf. Polmonite.

Palmús   Sm.  Parte concava della mano.

PalòtSm. Pala di legno, più piccola della pala normale.

Palòta   Sf. 1. Pallina. 2. Boccetta. 3. Pallottola.

Palòtola, Palòtula Sf. Proiettile, pallottola. I primi proiettili usati con le armi da fuoco avevano la forma sferica.

Palpâ   Agg. e Pp.  Palpeggiato; toccato. Spesso allude a palpeggi con secondi fini.

Palpàble  Agg.  Palpabile, controllabile, constatabile, evidente, ben percepibile.

Palpadîna  Sf. Palpeggio, palpatina, toccamento.

Palpâr  V. tr. 1. Palpeggiare. 2. Saggiare, toccare. 3. Rendersi conto; toccare con mano. Dal latino palpàri = palpare, accarezzare. Palpâr la frûta =  palpare la frutta per sentire se è matura.

Palpêdra  Sf. Palpebra, sopracciglia. Dal latino pàlpebra.

Palpegiâr  V. tr. 1. Palpeggiare, palpare. 2. Toccare morbosamente. Intensivo di palpâr.

Palpitâr   V. intr. 1. Palpitare. 2. Emozionarsi. 3. Avere la tachicardia.

Palpitasiûn  Sf. 1. Palpitazione. 2. Emozione. 3. Tachicardia.

Pâlta   Sf. 1. Appalto. 2. Tabaccheria. 3. Spezieria. Dal latino ad pactum = per contratto, poi, nel medioevo (XIII secolo) diventa  apaltus, ed indicava l’esposizione della merce. Il termine si utilizzava per indicare generi di monopolio.

Paltâda 1. Sf. Palettata, botta con la pala. 2. Quantità contenibile nella paletta. 3. Pp.  Appaltata, data in appalto.

Paltadûr  Sm. 1. Appaltatore, chi concede o riceve in appalto. 2. Titolare della licenza commerciale.

Paltîn  Sm. Bottegaio, appaltatore.

Paltò  Sm. Cappotto, paletot. Dal francese paletot = giaccone. Sinonimi: Gabâna, Pastrân.

Paltûn Sm. Pallettone. Vedi Baltûn.

Paltunsîn Sm. Cappottino, giaccone.

Palûda   Sf.  Acquitrino, palude. Si usa di più Padúl. Dal latino palus (paludis).

Palumbâr Sm. Palombaro, esperto dei fondi marini. Dal latino tardo palumbarius = sparviero, che si tuffa a caccia della preda.

Palûn 1. Sm. Pallone; mongolfiera. 2. Grossa balla di fieno. Rotoballa. 3. Palo di sostegno, pilastro. 4. Agg. Presuntuoso, vanitoso. Palûn ’d la lûš = traliccio,  palo della linea elettrica.

Palûr  Sm. 1. Pallore. 2. Ammaloramento del grano.

Palutuliêr  Sm. Pallottoliere (primo strumento per imparare a far di conto). Deve il nome alle pallottole (piccole palle) o sfere scorrevoli, per contare.

Pân  Sm. 1. Pane, alimento in genere. Dal latino panis. 2. Pane, filetto delle viti e dei bulloni. Dal latino panus, in origine “filo avvolto sul rocchetto”. Al pân ’d chiêtre al gh’à sèt crùsti =  il pane (guadagnato) a casa d’altri ha sette croste. Chi gh’à i dênt a’n gh’à brîša ’l pân; – chi gh’à ’l pân a’n gh’à brîša i dênt = chi ha i denti non ha il pane; chi ha il pane non ha i denti. Cavâs al pân d’in bùca = togliersi il cibo di bocca, sacrificarsi. La salút dal cuntadîn? Cör alégher, pân e vîn! = la salute del contadino? Cuor allegro, pane e vino. Pân e vîn e lègna, e pu’ làsa ch’ la vègna! = pane, vino e legna (di scorta), e poi lascia che venga (la neve)! Al pân al gh’à valûr – se t’al guadàgn cûn al sudûr = il pane ha valore se te lo guadagni con il sudore. Pân dal cúch = il muscàrium racemusum. Pân fāt in cà = pane casalingo.  Pân cùmper = pane acquistato. Pân sênsa alvadûr = pane azzimo.  Pân radû = pane grattugiato. Pân màt = pane dolce profumato all’anice. Pân e cumpanàdghe = pane e companatico.

Pàn   Sm. 1. Panno, coperta, plaid. 2. Stoffa. 3. Indumento. 

Pàna  Sf. Panna (è il velo che si forma sulla superficie di un liquido).

Panâda  Sf. Pane cotto condito. Mangiâr la panâda  = pancotto per chi è senza denti. Andâr in panâda = diventare pappa, spappolarsi.

Panâra  Sf. Madia. Da pane. Ve ne erano di due tipi: il mobile ove si impastava il pane (panâra a cûnca), o dove lo si conservava (detto màdia, mobile a coperchio fisso con possibilità di sfiato per il calore mediante un fermaglio detto bernèl).

Panaràsa   Sf. Insetto repellente, blatta.

Panaràsa o Panarîša  Sf. Malattia che provoca la caduta dell’unghia.

Panarîna  Sf. Piccola madia.

Panciòt   Sm. Panciotto, gilè.

Pân còt   Sm. Zuppa, panata (condita con burro e formaggio serviva per chi aveva poco appetito. Era anche la pappina per svezzare i bambini).

Pàn dal cúch   Sm. Infiorescenza di una liliacea di colore blu, il Muscarium racemòsum. Lo utilizzavano per colorare le uova a Pasqua.

Pandôra  Sf. e Agg. Donna grassottella e un poco disordinata, trascurata.

Panèl    Sm. 1. Pannello (separatore; espositore). 2. Sostegno per cassa da muratore. 3. Parete mobile, divisoria. Dal latino volgare pannellus, che era un panno separatore, divisorio.

Panêr. Panêra  Sm. , Sf.  Paniere, cesta di vimini. Serviva a trasportare il pane dal forno al cliente o dal forno alla casa. Serviva anche a trasportare il bucato, pur conservando lo stesso nome.

Panerîn, Panerîna   Sm. e Sf. Piccolo paniere.

Panerûn, Panerûna Sm. e Sf. Grosso paniere

Panèsa  Sf. 1. Tipo di stoffa ruvida. 2. Tessuto fatto in casa. Dal tardo latino pannicium, fatto di panno. Era una stoffa di lana di pecora, molto consistente. Un tempo potere indossare un vestito di panèsa era un lusso.

Panèt  Sm. 1. Pannetto, panno leggero. 2. Ceppo per freni a martinicca. 3. Calcio nel sedere; calcio violento al pallone.

Panetêr  Sm. Fornaio, panettiere. Colui che fa il pane.

Panetûn  Sm. Panettone. Variante di pân. Si chiama anche pân cûns (famoso il panettone milanese, che risale al XV secolo. Pare che significhi: Pân ed Tùni, pane di Antonio (il cuoco o panettiere dei Visconti).

Panîn  Sm. Panino (imbottito).

Panîna  Sf. 1. Panno, stoffa. 2. Scampolo. 3. Pannolano. 

Panòcia   (raro: PagnòcaSf. Pannocchia di granturco. Dal latino tardo panucula, diminutivo di panis.

Pânsa Sf. Pancia, ventre, epa. Varianti: Pansûn, budrîga. A pânsa a l’aria = supino, ozioso. Pânsa piéna = satollo. Gratâs la pânsa = oziare. Mèter sú la pânsa = ingrassare. Pânsa a pûnta – un masc a-spûnta; – pânsa tùnda – fèmna còmda = se la gestante ha la pancia a punta nascerà un maschio; se ce l’ha rotonda nascerà una femmina.  Al parôli gli impìsi pôch la pânsa = le chiacchiere non sfamano. Pânsa piêna la n’ créd mìa a cla vöda = chi sta bene non si cura di chi è meno fortunato di lui. Tgnîs la pânsa pr’al  rìdre = sbellicarsi per le risa. Fâr ’d la pânsa (detto di parete) = non è perpendicolare, è rigonfia.

Pansâda   Sf. 1. Panciata. 2. Tuffo mal riuscito.

Panšâna Sf. Panzana, frottola.

Pansêra Sf. Panciera, busto.

Pansèta  Sf. 1. Pancetta (carne conciata). 2. Pancia grassottella.

Pansîn Sm. Pancino, piccola pancia.

Pansûn  Sm. 1. Pancione, epa. 2. Mangione.

Pantalûn  1. N. pr. Pantalone (maschera). Dal veneziano pantalôn e questo dal patrono della chiesa di San Pantaleone a Venezia. 2. Sm. pl. Pantaloni. Dal francese pantalons, calzoni lunghi associati all’immagine della maschera italiana Pantalone. Ma di solito si usa brâghiÀ pâga Pantalûn =  paga Pantalone (sarà sempre la povera gente a pagare gli errori dei governanti). Ci sono due versioni sull’origine dl motto. La prima: nella guerra contro i turchi Venezia  pagava le spese anche per Ferrara, Napoli e Pisa sue alleate. La seconda: dopo Campoformio i plenipotenziari partirono senza saldare il conto al locandiere. Questi chiese: Chi mi paga? Gli rispose Pantalone che stava a cassetta: Pago mi.  Il nome Pantalone a Venezia era molto diffuso grazie alla chiesa dedicata al santo omonimo.

Pantân  Sm. 1. Pantano; mota. 2. Stagno trascurato. Da un tema mediterraneo palta = fango.

Pantiâr  V. intr. 1. Ansimare, respirare a fatica. 2. Avere il fiato grosso.

Pantìj   Sm. Respiro pesante, affannoso.

Pantiûn  Sm. Respiro affannoso, asma.

Pantòfla  Sf.  Pantofola, ciabatta. Forse dal greco bizantino pantofellòs = tutto sughero, quindi leggero.

Pantumîna, Pantumîna   Sf. 1. Panto­mima. 2. Confusione. 3. Sgridata. Dal latino pantomìmus e dal francese pantomime.

Pâpa  Sm. 1. Papa, pontefice. 2. Persona appagata. Dal greco pàppos, che in origine indicava il  nonno, attraverso il latino tardi papa. Stâr da pâpa = stare bene, essere appagato. ’Na vôlta ògni môrt ad pâpa = molto raramente. Môrt un pâpa a s’n’in fa un âter = morto un papa se ne elegge un altro.  Andâr a Rúma sénsa vèdre ’l pâpa =  non approfittare delle circostanze; fare una cosa inutile.

Pàpa  Sf. Pappa (cibo in gergo infantile). Dal latino volgare pappa, onomatopeico. Catâr la pàpa còta = trovare la pappa fatta.

Papà  Sm. Babbo, papà, padre. Varianti: Pupà,  pà.

Papagàl  Sm.  1. Pappagallo. 2. Orinatoio. Dell’arabo babaghà [Devoto – Colonna].

Papalîna Sf. Papalina, zucchetto dei prelati. Da papalino, allusione giocosa allo zucchetto del papa.

Papardèla  Sf. 1. Tagliatella. 2. Riquadro di sfoglia. 3. Predicozzo, tiritera. Dal provenzale papard =  pasta.

Paparòcia  Sf. 1. Ploccia, fanghiglia, poltiglia. 2. Brodaglia.

Papàver, Papàvre Sm. 1. Papavero. 2. Personalità di spicco. 3. Dirigente. 4. Eminenza ecclesiastica (in senso ironico). Dal latino volgare papàverum, classico papàver.

Papèta   Sf.  Pappina, minestrina collosa.

Papîna  Sf. 1. Pappa per bambini. 2. Mistura per animali (tacchini, oche, pulcini). 3. Impacco con farina di lino bollente. 4. Impiastro, cataplasma. 5. (Ramiseto) Dolce a forma di ciambella. La papîna int i ò-c = cispa. L’é ‘na papîna frèda = è un pappamolla.

Paplâr  V. intr. Parlare troppo e senza senso o costrutto (onomatopeico). Dallo spagnolo hablar =  parlare.

Paplûn Agg. e Sm. 1. Che parla troppo e a vanvera. 2. Confusionario. Vedi Sablûn.

Pâr  Sm. Paio, coppia. Dal latino par = uguale. Pr’un pâr ad pêr al pâr pêra = con un paio di pere sembra pari (si accontenta). Un pâr da scârpi = un paio di scarpe.  pâr  d’ brâghi = due paia di pantaloni.

Parabrèsa, Parabrîš  Sm. Parabrezza, riparo per motocicli e auto.

Paracadû Sm. Paracadute.

Paracadutìsta  Sm. Paracadutista.

Paracàr  Sm. Paracarro, salvamuro (erano sassi posti in obliquo vicino agli spigoli dei muri per tenerne lontano il carro ed evitare di graffiarli coi mozzi delle ruote).

Paracûlp  Sm. Paracolpi, reggispinta, ammortizzatore.

Paracûl  Sm. 1. Paraculo. 2. Leccapiedi. 3. Ruffiano. 4. Furbastro.

Paraculâr  1. V. intr. Fare il ruffiano, il leccapiedi. 2. V. tr. Proteggere qualcuno.

Parâda   Sf. 1. Sfilata, rassegna di militari, ostentazione. 2. Parata del pallone da parte del portiere. Dal latino parare. Rôba rubâda – la n’ fà né pro né parâda = roba rubata / non produce né vantaggi né riuscita.

Paradênt  Sm. Paradenti, gomma salvadenti nel pugilato.

Paradîš  Sm. 1. Paradiso. 2. Luogo gradevole. 3. Gioia. 4. Soddisfazione. Dal greco paràdeisos = luogo ameno protetto, giardino. Avêgh di sânt in paradîš =  avere chi ti favorisce. La via dal paradîš l’è strèta = la strada per andare in paradiso è stretta.

Paradûr  Sm. Conducente di mandrie. In particolare erano i pastori che conducevano le pecore nella transumanza.

Parafàngh  Sm. Parafango (negli automezzi).

Parà-g   Sm. Vicinanza, paraggi. Dallo spagnolo paraje, attraverso il francese parage.

Paragûn, Parangûn   Sm. Paragone, confronto, esempio.

Paragunâr   V. tr.  1. Confrontare. 2. Portare ad esempio o come campione. Dal greco parakonào = sfrego un oggetto contro un altro, quindi lo confronto.

Parališâ   Agg. e Pp.  Paralizzato.

Paràliši  Sf. Paralisi. Dal greco paràlysis, latino paràlysis = allentamento, scioglimento.

Paralìtich   Agg. 1. Paralitico, paralizzato. 2. Invalido.

Paralúm  Sm. 1. Paralume. 2. Abat-jour. 3. Cappa o tubo di protezione della fiamma.

Paralûš   Sm. Schermo, paraluce.

Paramân  Sm. 1. Paramano, protezione (è una striscia di pelle o stoffa usata dai calzolai per non tagliarsi il dorso della mano con lo spago. Disponeva di due buchi alle estremità: si infilava il pollice in uno poi si passava la striscia intorno alla mano e di nuovo si infilava il pollice nell’altro buco, in modo che l’attrezzo restasse fermo e coprisse la mano). 2. Frattazzo, strumento utilizzato come supporto per rifinire l’intonaco. 3. Aletta metallica affiancata ai manici dell’aratro a protezione della mano.

Paramênt  Sm. 1. Indumenti sacri, indossati dal sacerdote per la celebrazione dei riti. 2. Oggetti per la vestizione solenne. 3. Parte di protezione, davanti alla macina, per fermare la farina. Dal latino tardo paramentum.

Paramùschi  Sm. 1. Insieme di strisce appese allo stipite della porta per tener fuori di casa le mosche. 2. Insieme di strisce applicato alla fronte dei buoi nelle sfilate, composto da tanti fiocchetti colorati, detto anche muscaröla.

Parânch  Sm. Paranco, argano, leva.

Parâncla  Sf.  Paranco, argano.

Paraò-c   Sm. Paraocchi, due bande di cuoio lavorato, poste ai lati della cavezza in modo da impedire ai cavalli la visibilità laterale. Avêgh i paraò-c = non vedere l’evidenza.

Parapèt    Sm. 1. Parapetto. 2. Protezione. 3. Balaustra.

Parâr  V. tr.  1. Parare. 2. Mandare al pascolo. 3. Mandar via.  Parâr via = allontanare, spaventare. Parâr inâns = incitare, spingere avanti. Parâr sú = mettere fretta, incitare. Parâr föra al bèstji = portare le bestie al pascolo. Parâr déntr’ al galîn = mandare le galline nel pollaio.

Parâs   V. rifl. Nell’espressione: Parâs ’l màndghi = tirarsi su le maniche, impegnarsi.

Parašnò-c   Sm. pl.  Ginocchiere.

Paraspîgle  Sm.  Paraspigolo, salva spigolo.

Parastînch  Sm. pl.  Parastinchi (usato nel gioco del calcio).

Parasûl Sm. 1. Aletta parasole. 2. Ombrellino da sole.

Paraûrt  Sm.  Paraurti (negli automezzi).

Paravèla   Sf.  Tavola di base per le gettate di cemento.

Paravênt  Sm. 1. Paravento. 2. Separé. 3. Protezione.

Paravlâr  V. tr.  Livellare l’armatura per la gettata di cemento.

Parcèla  Sf.  1. Parcella. 2. Paga dovuta per una consulenza. Dal latino volgare particella, attraverso il francese parcelle = piccola parte (di un fondo, di un edificio), termine usato prevalentemente dal catasto.

Parchè-g  Sm.  1. Parcheggio. 2. Il parcheggiare.

Parchegiâr  V. tr.  Parcheggiare.

Parciâda 1. Sf. Apparecchiatura. 2. Grande fe­sta con ospiti. 3. Distesa di oggetti. 3. Agg. e Pp.  Apparecchiata.

Parciadûr  Sm. Chi apparecchia.

Parciadûra  Sf. L’apparecchiare.

Parciâr  V. tr.  Apparecchiare, preparare la tavola. Dal latino volgare pariculare, classico apparare = apparecchiare.

Parè-c   Avv. Parecchio, molto, assai.

Parêda Sf. 1. Parete, muro divisorio. 2. Fianco roccioso di un monte. Dal latino paries.

Parênt 1 Sm. Parente, consanguineo. Dal latino pàrens = colui che genera. Chi ch’a gh’à rôba ’l gh’à parênt = chi ha sostanze ha parenti. Parênt – serpênt! = parenti – serpenti! I parênt i’ ên cmé i stivâl: pu’ i ên strèt e pu’ i fân mâl = i parenti sono come gli stivali: più sono stretti più fanno male. Mèj un trîst amîgh che un bûn parênt = meglio un cattivo amico che un buon parente. Parênt bûn = parenti di primo grado. Parênt a la luntâna = cugini, parenti alla lunga. Andâr in parênt = andare a trovare i parenti.

Parênt 2  Sm. pl. Bardana, lappola, cardo uncinato. Le sue brattee, quando vengono a contatto con la stoffa o col vello di animali, vi si attaccano ed è difficile staccarle senza danni. Ha fiori tubolari e squame uncinate ricurve. Le più note sono la Lappa major e la Lappa vulgaris. Vedi Lûv.

Parentêla  Sf. 1. Parentela, grado di consanguineità. 2. Rassomiglianza.

Parêr  V. intr. 1. Parere, sembrare. 2. Apparire. Dal latino parēre = apparire, sembrare. Parêr e n’êsre, l’è cmé filâr e n’ tèsre = sembrare ma non essere, è come filare ma non tessere.

Parêr  Sm. 1. Parere. 2. Giudizio, opinione. 3. Giudizio di esperto. Andâr a parêr = andare a consulto. Óm da parêr = uomo saggio, che sa dare consigli. 

Parèš  Sm. 1. Pareggio, parità. 2. Pareggiamento, livellamento.

Parîgi   N. pr.  Parigi, capitale della Francia. In origine era un villaggio costruito dai Galli Parisii su un’isola (Île de la Cité) al centro della Senna col nome di Lutetia Parisiorum. Dal IV secolo iniziò a chiamarsi Parigi.

Parigîn, Parišîn  Agg. 1. Parigino, che sta o viene da Parigi. 2. Elegantone, snob; vestito all’ultima moda.

Parìglia   Sf.  1. Pariglia, paio. 2. Vendetta, rivalsa. Dal latino volgare paricula (appaiata) attraverso il francese pareille.   Al gh’à ’rdâ la parìglia = gli ha reso pane per focaccia.

Paritâ  Sf.  Parità, uguaglianza. Dal latino paritas.

Parlâda  Sf.  1. Modo di parlare, parlata. 2. Dialetto, cadenza. Al gh’à ’na parlâda furastêra = ha un accento forestiero, non è nativo di queste parti.

Parladûr  Sm. 1. Chiacchierone. 2. Persona convincente. 3. Oratore, conferenziere.

Parlamênt  Sm. Parlamento, organo istituzionale costituito dalle due camere: deputati e senatori.

Parlantîna  Sf. Parlantina, voglia di chiacchierare.

Parlâr V. intr. 1. Parlare. 2. Chiacchierare. 3. Intervenire in una disputa. 4. Fare la spia o rivelare segreti. 5. Andare “a morosa”. Dal latino medievale parabolare = parlare, raccontare. Al pârla perché ’l gh’à la lìngua in bùca = parla senza riflettere. Fâr parlâr = dare adito a chiacchiere.  Parlâr bên e pu’ fâr mâl = predicare bene ma razzolare male.  Gnân da parlân = neanche da parlarne, indiscutibile. Parlâr a mèša bùca = dire e non dire. Parlâr adrê = sparlare.

Parlâr 2  Sm. 1. Parlata, lingua. 2. Gergo. 3. Cadenza.

Parlatòri   Sm. 1. Parlatorio. 2. Sala d’aspetto. 3. Luogo destinato alla conversazione nei collegi, nei conventi o nelle carceri.

Parlèta   Sf. Pentola, piccolo paiolo.

Parletîn  Sm. Pentolino. Quello per il caffè era diventato proverbiale per le piccole dimensioni e perché non veniva quasi mai lavato per fargli conservare l’aroma dell’orzo cotto.

Parlutâr  V. intr. 1. Parlottare. 2. Discorrere a voce bassa, come in segreto.

Parlutâr  Sm. Parlottio, bisbiglio.

Pârma  N. pr.  Parma. Il nome della città è da colle­gare a quello del torrente Parma che l’attraversa.

Parmûn (raro PalmûnSm. Panione (insieme di panie), trappola a base di vischio per uccelli migratori. Consisteva in una pertica su cui si montavano al curneti (tre supporti a raggiera) e su queste si infilavano al pànij (piccoli stecchi coperti di vischio). Poi la pertica veniva fissata a una quercia facendo sporgere oltre la chioma la parte col vischio. Gli uccelli si fermavano, attratti dal canto delle cantarèli, s’impaniavano le ali, cadevano a terra e venivano catturati.

Paròchia  Sf. 1. Parrocchia. 2. Territorio gestito dal Parroco. Nel latino ecclesiastico parœcia, diminutivo parròcula (dal greco paroikìa), indica la pertinenza, il territorio del Parroco. 3. Pancia prominente (in senso ironico).

Pàroco  Sm. 1. Parroco. 2. Curato. Dal latino ecclesiastico parochus. Si preferiva: periûr, pervòstarsiprêt

Paröl   Sm. Paiolo, grossa pentola. Dal latino medievale (VIII secolo) parjolum.

Parôla  Sf.  1. Parola, termine, vocabolo, nome. 2. Garanzia, impegno; fiducia. Dal latino medievale paraula, latino tardo parabola = racconto. Brušar la parôla = non mantenere la parola data. Êsr’ad parôla = mantenere la parola. Êsr’ in parôla = essere impegnato, avere una trattativa in corso. Tör la parôla = prendere la parola, intervenire. Dâr la parôla = concedere la parola, garantire. Ad pôchi parôli = conciso, laconico. Biasâr al parôli = masticare le parole. La parôla l’è ’na parôla = ciò che è detto è detto. Parôla tûrna indrê = ritiro ciò che ho detto. Òm ad parôla = galantuomo, fidato. Mangiâs la parôla = venir meno ai patti. Mantgnîr la paróla = non tradire. Mètghe ’na bùna parôla = intercedere.

Parpadlâr  V. intr.  Parlare a sproposito.

Parpadlîn  Sm.  Persona loquace, chiacchierino.

Parpadlûn  Sm.  Persona loquace, chiacchierone.

Parpàja   Sf.  Farfalla. Redîn da parpàja = retino per farfalle. Andâr a parpàj = perdere tempo.

Parpaîna   Sf. 1. Farfallina. 2. Fuliggine. 3. Tarma. 4. Tipo di minestra.

Parpajöla   Sf. 1. Farfalla. 2. Sesso femminile (eufemismo).

Parpajûn  Sm. 1. Grossa farfalla. 2. Persona spocchiosa, vanitosa.

Paršadûr   Sm. 1. Pareggiatore. 2. Livellatore.

Paršâr  V. tr. 1. Pareggiare, appianare. 2. Favorire. 3. Mettersi in pari (coi debiti). Paršâr i cûnt = pareggiare i debiti. Paršâr al rödi = bilanciare le ruote.

Parsiâl  Agg. 1. Parziale, incompleto. 2. Di parte, non equo. Dal latino tardo partialis (da pars).

Parsialitâ  Sf. 1. Parzialità, favoritismo. 2. Ingiustizia. Fâr dal parsialitâ = fare favoritismi.

Pârt  1  Sm. 1. Parto. 2. Invenzione. 3. Componimento. Dúna ad pârt = puerpera. 

Pârt, Pârta 2   Sf.  1. Parte. 2. Spettanza, eredità. 3. Quota, rata. 4. Parte da recitare in uno spettacolo. 5. Zona, località. 6. Lato di un edificio. Dal latino pars. A gh’é tucâ la su’ pârta = ha ereditato. Fâr al pârti = ripartire. Fâr la su’ pârta = dare il proprio contributo; fare bella figura. Mèter da pârta = risparmiare. Mèter da ’na pârta = scartare. Pasâr da ’na pârta a cl’âtra = cambiare bandiera. Tör pârta = schierarsi, prendere le difese. Stâr da ’na pârta = restare appartato, isolarsi. Fàt da ’na pârta! = spostati. 

Partamênt  Sm.  Appartamento. Dallo spagnolo apartamiento, da apartàrse, appartarsi. Vedi Apartamênt.

Partecipânsa  Sf. Il diritto di voto in certe organizzazioni sociali di origine medievale.

Partecipâr  V. intr.  Prendere parte a qualcosa. Dal latino partecipare = avere parte.

Partecipasiûn Sf. 1. Partecipazione, comunicazione di un evento. 2. Il foglio di comunicazione. 3. Invito alle nozze.

Partênsa Sf. 1. Partenza. 2. Avvio. Ad partênsa = fin dall’inizio.

Partgnîr V. intr. Appartenere.

Partî  1. Sm. Partito politico, fazione. 2. Occasione di matrimonio. 3. Agg. e Pp.. Partito, andato. 4. Suddiviso (patrimonio). Cúst l’é un fàt ch’i’ arî capî: / me i’ rispèt tú-c i partî = que­sto è un fatto che avrete compreso: io rispetto tutti i partiti [Isaia Zanetti]. L’é un bûn partî = è ricco, quindi conviene sposarlo.

Partìcula  Sf. Particola (ostia piccola, per comunicare i fedeli). Dal latino particula, diminutivo di pars, particella.

Particulâr  1. Sm. Dettaglio. 2. Agg. Proprio di una persona. 3. Speciale. Dal latino tardo particularis = relativo a una piccola parte (particula).

Partîda  1. Sf. Partita a carte o ad altro gioco. 2. Lotto, quantità di merce. 3. Contenuto di una questione. 4. Agg. e Pp.  Partita, andata via. 5. Avviata (di macchina). 6. Ridotta in parti, spartita, distribuita, separata. Fâr ’na partîda, = giocare. I’ v’ cûnt la partîda = vi spiego come stanno le cose.

Partidîna  Sf. Gioco senza molto impegno, per puro passatempo.

Partidûra  Sf. 1. Spartizione. 2. Separazione. 3. Spartito musicale. 4. Impegno scritto.

Partigiân   Sm. e Agg. 1. Partigiano. 2. Sostenitore a oltranza.

Partîr 1. V. intr. Partire, andarsene, intraprendere un viaggio. 2. V. tr. Dividere, fare le parti; dividere (l’eredità). Dal latino partiri = spartire,  dividere.

Parturîr V. tr. e V. intr. Generare, figliare, partorire. Dal latino pario = genero.

Parúca   Sf. Parrucca.

Paruchêr, Paruchêra   Sm. e Sf. Acconciatore, parrucchiera.

Paruchiâl  Agg. Parrocchiale, inerente alla parrocchia.

Paruchiân  Sm. 1. Residente nella parrocchia. 2. Sotto la giurisdizione di una parrocchia.

Parulàj   Agg. 1. Chiacchierone. 2. Imbonitore. 3. Venditore di fumo.

Parulàsa  Sf. 1. Parolaccia, sconcezza. 2. Offesa. 3. Volgarità.

Parulîn  Sm. Pentolino, piccolo paiolo. Parulîn da l’aqua santa = pentolino dell’acqua san­ta, ipocrita, falso devoto o anche finto onesto.

Parulîna  Sf. 1. Parolina. 2. Vezzo. 3. Elogio. 4. Minaccia celata. 5. Sprone. Dîr ’na parulîna int n’urècia = mettere sull’avviso, mettere in guardia.

s   Sm. 1. Passo (spazio tra un piede e l’altro mentre si cammina). 2. Passaggio, valico. 3. Iniziativa. 4. Passo importante, decisione. 5. Modo o ritmo di camminare, andatura. Dal latino passusFâr al pàs pu’ lungh che la gamba = intraprendere iniziative per le quali non si è adeguati. Tú-c i câls i mandi avanti un pàs  = ogni calcio manda avanti un passo. s d’al fiúm = guado.  Pêrdr’ al pàs = restare indietro, non tenere il ritmo. Andâr al pàs, = marciare con ordine; stare in armonia, restare aggiornato. Al pàs ad l’ôca = passo dell’oca (modo di marciare degli eserciti, che alzano la gamba in movimento fino a fare angolo retto con quella appoggiata).

s   Agg. 1. Appassito. 2. Invecchiato. Gnîr pàs = appassire, ammosciarsi.

š   Sf. 1. Pace, tranquillità. 2. Ambiente rilassante. Dal latino pax = pace.

Pasâ  1. Agg. e Pp.  Passato, trascorso. 2. Transitato. 3. Promosso agli esami. 4. Sm. Il passato, il tempo andato. 5. Cibo macinato, passato nel tritatutto.

Pasàbil   Agg. Passabile, accettabile. Dal francese passable = che può essere accettato.

Pasâda 1. Sf. Passata (verdure cotte passate nel passaverdure). 2. Sgridata, sollecitazione, rimprovero. 3. Presa di erba raggiungibile con un colpo di falce. 4. Ripassata, rilettura. 5. Agg. Passata, trascorsa.  Àqua pasâda la n’ mâšna pu’, = ciò che è stato è stato. Dar ’na pasâda = fermarsi per una visita veloce.

Pasadîna Sf. 1. Ripassatina. 2. Richiamo alla memoria. 3. Sollecito. 4. Rimprovero. 5. Rinfrescata.

Pasadmân   Avv. Dopodomani, poi, in seguito.

Pasafîl   Sm. Passafilo (spatola per preparare l’ordito nella tessitura).

Pasà-g  Sm. 1. Passaggio, transito. 2. Scorsa, lettura. 3. Passaggio (del pallone a un altro giocatore). 4. Un turno in una operazione specifica. Dal latino volgare passare = fare passi, attraverso il francese passage.

Pasamân  Sm. 1. Frattazzo. 2. Trina, bordo da applicare a stoffe. 3. Passaggio a mano di un oggetto fra più persone; catena di lavoro. 4. Poggiamano lungo le scale.

Pasamuntàgna   Sm. Copricapo integrale, con solo l’apertura per gli occhi e la bocca.

Pasânt  1. Agg. Che passa, che transita. 2. Sm. Passante, viandante. 3. Oggetto passante. 4. Occhiello per la cintura, asola passanastro.

Pasapôrt  Sm. Passaporto (lasciapassare, documento ufficiale che permette di uscire dal proprio stato).

Pasâr  V. tr. 1. Passare. 2. Dare un oggetto ad altra persona. 3. Fare il passamano. Dal latino volgare passare.

Pasâr  V. intr. e tr. 1. Passare, fare passi. 2. Attraversare. 3. Oltrepassare, superare. Pasâr d’avanti = sorpassare. 

Pasarèla  Sf. 1. Passerella per le sfilate di moda. 2. Passaggio rimediato sopra un torrente, ponticello improvvisato.

Pasarîna  Sf. 1. Passerotto, passerina. 2. Vulva (di una ragazzina).

Pasaròt   Sm. Passerotto.

Pasâs  V. rifl. 1. Passarsi. 2. Trasmettersi. Pasâsla ben = vivere agiatamente.

Pasatêmp   Sm. 1. Passatempo. 2. Divertimento.

Pàscol   Sm. 1. Pascolo. 2. Terreno. 3. Conduzione degli armenti. Dal latino pascuum = luogo ove nutrire (pascere, pascolare) gli animali.

Pasdîn   Sm. 1. Passettino. 2. Primo tentativo di camminare. 3. Inizio a rilento.

Pasè-g  Sf. 1. Passeggio. 2. Diporto. 3. Luogo per il passeggio.

Pasegêr  Sm. 1. Passeggero. 2. Viaggiatore su mezzi pubblici. Agg. Transitorio, di poca durata.

Pasegiâda Sf. Passeggiata.

Pasegiâr  V. intr. 1. Passeggiare, camminare comodamente. 2. Gironzolare per spasso.

Pasegîn  Sm. (neol.) 1. Passeggino. 2. Carrozzina (mezzo per il trasporto dei bambini).

Pasèt   Sm. 1. Foro passante. 2. Asola. 3. Infilaguaine per sarti.

Pasià  Sm. 1. Pascià, autorità islamica. 2. Chi sta bene e gode dei propri agi. Dal turco pashà.

Pasiênsa  Sf. 1. Tolleranza, rassegnazione. 2. Scapolare di frati, suore o di appartenenti a confraternite. Dal latino patientia, da pati = sopportare. La pasiênsa l’è cmé la pìsa: quand la scàpa, la scàpa! = la pazienza è come la pipì: quando scappa, scappa! Pérder la pasiênsa = spazientirsi. Purtâr pasiênsa = pazientare.

Pasiênt 1. Agg. Paziente, tollerante. 2. Sm. Ammalato.

Pasîr  V. intr. 1. Appassire. 2. Ammalarsi. 3. Perdere la vivacità. 4. Impallidire.

Pasiûn  Sf. 1. Passione, interesse, hobby. 2. Sofferenza.  Avêgh pasiûn = dedicarsi intensamente.

Pasiunâ  Agg. e Pp.   1. Appassionato. 2. Sofferente.

Pasiunâs V. rifl. 1. Appassionarsi. 2. Innamorarsi appassionatamente.

Pasiûn  d’ Crìst  Sf. 1. Passione di Cristo. 2. Grandi sofferenze. 3. Preghiere recitate durante la Settimana Santa.

Pasîv  1. Agg.  Passivo. 2. Non redditizio, a rimessa. 3. Sm. Ammontare del debito o del deficit. Dal latino tardo passivus, derivato di passus.

Pàsqua  Sf. 1. Pasqua, festa della resurrezione. 2. Felicità, contentezza. Dall’ebraico pesàh, attraverso il greco pàska e il latino pascha. Per gli ebrei ricordava il passaggio dalla schiavitù alla libertà. Per i cristiani dallo stato di peccato a quello di grazia. Fâr pàsqua = confessarsi e comunicarsi, precetto annuale dei cattolici. Guastâr la pàsqua = comportarsi male appena confessati e comunicati. La lûna cûlma ’d mârs la porta la pàsqua = la fase lunare successiva al plenilunio di marzo porta la pasqua. Per Pasqua e per Nadâl – tú-c i gàl al su’ pulâr, – e ’l galîni indùa a gh’ pâr = a Pasqua e a Natale i giovani stiano a casa e le ragazze dove pare loro. Öv ad Pàsqua, = uova pasquali.

Pasquèta   Sf. Lunedì dell’Angelo o secondo giorno di pasqua. Trattandosi del giorno successivo alla Pasqua è come se fosse una seconda festa, una piccola Pasqua.

sra  Sf.  Passero, passerotto.

Pàsre   Sm. Passero, passerotto. Dal latino passer.

Pàst  Sm.  Pasto. Dal latino pastus, participio passato di pàscere.   Stâr a pàst = rispettare l’orario dei pasti. Mangiâr šù ’d pàst = mangiare fuori pasto.

Pàsta   Sf. 1. Pasta, minestra. 2. Dolce. 3. Pomata, unguento. 4. Carattere, indole. Dal latino tardo pasta, in greco pastè = farina impastata.  Êsr ’d pāsta bûna  = essere di buon carattere. Gratâr vìa la pàsta = togliere la pasta appiccicata alla madia. La fàbrica ’d la pàsta = pastificio.

Pastafróla, Pasta fròla    Sf. 1. Pasta frolla (preparato per dolci o cibi particolari). 2. Persona di carattere debole.

Pastài  Sm. Pastaio, produttore di pasta.

Pastâr  V. tr.  Ingrassare gli animali (oche, maiali). Pastâr al pursèl =  ingrassare il  maiale.  Pastâr agli ôchi =   ingrassare le oche.

Pastarâš Sf.  Pasta particolare ottenuta con un impasto di pan grattato, farina, formaggio e uova.

Pastâs  V. rifl. 1. Alimentarsi. 2. Divertirsi. Pastâs dal rìdre = ridere a crepapelle.

Pastasúta    Sf.  Pastasciutta.

Pastegiâr  V. intr. 1. Gustarsi il pasto. 2. Fare assaggi.

Pastèla  Sf. 1. Pastella di uova e farina per friggere. 2. Sfoglia.

Pasticêr  Sm. Pasticcere, fornaio. Confezionatore di dolci.

Pastìglia  Sf. Compressa, pastiglia. Dal latino volgare pasticula (piccola pasta) attraverso lo spagnolo pastilla.

Pastîn  Sm. Pastaio.

Pastîna  Sf. Pasta minuta, per ammalati, bambini o anziani, cotta in brodo.

Pastìs  Sm. 1. Pasticcio. 2. Guazzabuglio. 3. Faccenda imbrogliata. 4. Timballo. Dal latino volgare pasticjum (da pasta).

Pastisâr  V. intr. 1. Pasticciare, fare cose confuse. 2. Imbrogliare le cose. 3. Agire maldestramente. 4. Sporcare, imbrattare.

Pastisûn  Agg.  Pasticcione, confusionario.

Pastlîna  Sf.  Pastina, piccola sfoglia.

Pastòja (poco usato) Sm. 1. Pastoia. 2. Fune. 3. Legaccio (applicato alle zampe degli equini da domare per impedire loro movimenti incontrollabili). 4. Intralcio, ostacolo burocratico. Dal latino medievale pastoria.

Pastrân  Sm. Pastrano, impermeabile, giaccone. Sinonimi: Gabâna, Mantlîna, Paltò, Palandrâna.

Pastrò-c Sm. 1. Pastrocchio. 2. Imbrattamento. 3. Cibo poco curato. 4. Lavoro fatto male.

Pastruciâr  V. intr. Imbrattare, pasticciare; lavoricchiare.

Pastûn  Sm. 1. Pastone per fare il pane. 2. Pastone di mistura per gli animali. 3. Impasto in genere, anche di calce o cemento.

Pastunêša  Sf. Castagna piccola ma dolce (ottima sia lessa che arrostita).

Pastûr  Sm. 1. Pastore. 2. Guida. 3. Conduttore. Dal latino pastor = colui che pasce.

Pastûra  Sf. 1. Pascolo. 2. Il pascolare. 3. Terreno adibito a pascolo. 4. Mangime dato ai pesci (per poterli pescare) o agli uccelli (per attirarli nelle trappole). 5. Interiora della selvaggina. Dal tardo latino pastura, legata a pasto. 

Pasturâr  V. tr. 1. Condurre gli armenti al pascolo, guidarli per nutrirli meglio. 2. Dare da mangiare ai pesci.

Pasturišâ   Agg. e Pp.  (Latte) trattato, pastorizzato.

Pasturišâr  V. tr. 1. Pastorizzare (latte o vino). Dal francese pasteuriser, dal nome di L. Pasteur (1822-1895).

Pasturìsia Sf. Pastorizia.

Pasturûn  Sm. 1. Bonaccione, giovialone. 2. Facile da convincere.

Pastûš  Agg. 1. Pastoso. 2. Molle. 3. Duttile. 4. Plasmabile.

Pasûn  Sm. Palo da recinzione. Sinonimi: Palûn, Palèt, Clûna.

Pàt   Sm. 1. Patto, accordo. 2. Convenzione. 3. Condizioni. Dal latino pactum.  A tú-c i pàt partî = a ogni costo.

Pàta  Sf. 1. Pareggio (al gioco). 2. Battente. 3. Orlo, cucitura. 4. Apertura anteriore dei pantaloni, detta anche bottega. 5. Mese in cui cadono due lunazioni. Dal latino pacta.

Patàca  Sf. 1. Patacca, sculacciata. 2. Oggetto di poco valore. 3. Medaglia o moneta scadente. 4. Macchia d’unto su un vestito. Dal provenzale antico patac = ornamento con oggetti venali.  Simpatica anche l’ipotesi che fa derivare il vocabolo dall’arabo patàqa, contrazione di abu-tàqa = padre alla finestra. Sarebbe una interpretazione umoristica dell’effigie di Carlo V° fra le colonne d’Ercole, incisa su una moneta (Colonna).

Patacâda  1.  Sf. Sculacciata. 2. Lezione. 3. Pp. Sculacciata, percossa.

Patacâr  V. tr. Pataccare, sculacciare.

Patachîn  Sm. Frugoletto.

Pataclênt  Agg. Pieno di patacche, sporco.

Patacûn 1. Sm. e pl. Sculaccione; sculacciata. 2. Agg. Sporco, unto.

Patâda  Sf. Patata, tubero. Dallo spagnolo patàta. Patâda bujênta = situazione difficile da risolvere. Farîna d’ patâda = fecola di patata.

Pataflân, Pataflâna  Sm. e Sf. Ciccione, lento, traballante nel muoversi.

Patàja   Sf. 1. Camicia. 2. Camicia da notte. 3. Sottoveste. (Patàja in senso stretto indica le due falde terminali della camicia, poi, col tempo, è passata a indicare la camicia intera). Patàja spôrca, = coscienza sporca. Stâr in patàja = essere in camicia; essere in mi­seria. Éser cûl e patàja, = essere molto amici o avere interessi in comune.  Armàgnr’ in patàja = perdere tutto.  Mnèstra in patàja = minestra scondita. Rîš in patàja = riso in bianco.

Patajöla Sf. Camiciola.

Patajûn Sm. Sottanone, camicione.

Patarâs  V. rifl. Accovacciarsi.

Patarîn, Patarîna   Agg. Piccolo piccolo, basso di statura.

Patasûn  Sm. Sberla, schiaffone.

Patêna  Sf. Piattino di metallo su cui si appoggia l’ostia.

Patênta, Patênte  Sf. 1. Patente (autorizzazione alla guida). 2. Documento per le credenziali presso altri stati. Dal latino pàtens (da patère, manifestare).

Patentâ  Agg. e Pp. 1. Che ha ottenuto la patente. 2. Abilitato. L’é un testûn patentâ = è un testone patentato (ironico).

Patentîn  Sm. Patentino (certificato di abilitazione per lavori specifici).

Pàter, Patèr Sm. La preghiera Pàter Noster. Dall’incipit latino dell’omonima preghiera: Pater noster qui es in caelis = Padre nostro che sei nei cieli.

Paterlènga   Sf. Bacca di rosa canina. Era usata come astringente. In periodi di fame anche per fare conserva. Êt mangiâ dal paterlènghi? = hai mangiato delle paterlenghe?, riferito a chi si gratta il sedere.

Paternâla, Paternâle   Sf. Predica, rimprovero. Dal latino paternalis = che compete al padre.

Patî   Agg. e Pp.  1. Deperito, emaciato. 2. Macilento. Vedi Padî.

Patimênt  Sm. Patimento, sofferenza.

Pàtina  Sf. 1. Lucido per scarpe (detta anche lúster). 2. Crema, pomata. 3. Opacità dovuta al tempo, alla esposizione alla luce, all’accumulo di polvere. 4. Ossidazione dei metalli.

Patîna  Sf. 1. Panno, a volte imbottito, utilizzato per sollevare pentolame che scotta. 2. Presina.

Patòch   Agg. 1. Molto maturo. 2. Decrepito. Mârs patòch = marcio del tutto.

Pàtria  Sf. 1. Patria. 2. Nazione. 3. Terra d’origine. 4. Luogo di nascita. 5. L’insieme degli abitanti di una nazione. Dal latino (terra) patria = terra dei padri.

Patriârca  Sm. 1. Patriarca, capo di una stirpe. 2. Caporione. 3. Grado gerarchico della chiesa. Dal greco  patriàrkes = padre iniziale, progenitore, primo di una serie.

Patrìgn   Agg. 1. Patrigno. 2. Padre acquisito ma non naturale.

Patrimùni   Sm. 1. Patrimonio, asse ereditario. 2. Beni accumulati. 3. Disponibilità. Dal latino patrimonium. Al cústa un patrimúni = è carissimo. Divìdr’ al patrimúni = spartire l’eredità.

Patriòt, Patriôta  Sm. 1. Patriota. 2. Eroe. Dal greco patriòtes, attraverso il latino tardo patriota e poi il francese patriote.

Patrucìni  Sm. 1. Patrocinio. 2. Protezione. 3. Favoritismo. Dal latino patrocinium.

Patrûn  Sm. 1. Santo patrono di una città o di una parrocchia. 2. Padrone del podere dato a mezzadria. 3. Locatore. Dal latino patronus.  

Patúglia   Sf. Pattuglia (gruppetto di soldati in ispezione). Êsr ad patúglia = essere in servizio di pattuglia.

Patugliâr  V. tr. Pattugliare, sorvegliare (una strada, un locale). Dal francese patrouiller.

Patúm  Sm. Pattume.

Patûn Sm. 1. Grumo, sporcizia stratificata. 2. Sculacciata.

Patûna  Sf. 1. Focaccia, castagnaccio. 2. Sberla. 3. Macchia d’unto sui vestiti.

Patunâr  V. tr. Sculacciare.

Patús   Sm.  Fogliame in decomposizione, pattume.

Patusâr  V. tr. Percuotere, picchiare, dare scapac­cioni. Vedi Spatusâr.

Pajuš, Pauš   Agg. 1. Pauroso, timoroso. 2. Che incute paura.

Pavêra  Sf.  Vedi Palêdra.

Pavimênt  Sm. 1. Pavimento. 2. Pavimentazione. 3. Piano. Dal latino pavimentum.

Pàvle, Paolo   1. N. pr.  Paolo. 2. Sm. Mo­neta in argento, coniata sotto Paolo III (1534- 1559) in sostituzione del Giulio di Giulio II.

Pavûn   Sm. Pavone. Dal latino pavo.

Pcâ  Sm. 1. Peccato. 2. Trasgressione. 3. Disappunto. Dal latino peccatum. Pcâ da pôch = peccato veniale. Pcâ murtâl = peccato mortale. L’é pcâ = è un vero peccato. 

Pcâda  Sf. 1. Beccata, puntura d’insetto. 2. Cibo portato al nido. Dal latino beccus. Vedi Bcâda.

Pcadûr, Pcadûra  Sm. 1. Peccatore. 2. Trasgressore.

Pcadûra  Sf. Becchime (cibo per pollame o uccelli). Vedi Bcadûra.

Pcâr 1    V. intr. 1. Peccare. 2. Trasgredire. 3. Mancare.

Pcâr V. tr.  Beccare. Vedi Bcâr.

Pcâr  3   Sm. 1. Beccaio, droghiere. 2. Macellaio. Da “becco”, il caprone, perché anticamente il beccaro vendeva carne di montone (becco).

Pcarìa   Sf. Negozio di carni, macelleria.

Pcâs   V. rifl. 1. Beccarsi, bisticciare. 2. Istigarsi, provocarsi.

Pcûn  Sm. Porzione, boccone. Pcûn ed tèra = piccolo appezzamento di terreno. L’é un bûn pcûn = è una birba. A bcûn a bcûn = pezzo a pezzo.  A pès e pcûn = poco alla volta.  Dâr al pcûn =  dare una manciata d’erba alle bestie. Ma anche dare la bustarella.  Vedi Bcûn.

Pcunsîn  Sm. Bocconcino, pezzettino.

(pl. Sm. 1. Piede. 2. Zampa. 3. Contrafforte, zoccolo (di muro). 4. Innesto. Dal latino pes = piede. Alsâr (Alvâr) i pê = andarsene in fretta. Andâr a pê = camminare a piedi. Avêr i pê ìnt la fòsa = stare per morire. Cun i pê sùta al tavlîn = seduti a tavola per mangiare. Êsr’ ìnt i pê = dare fastidio. Lavurâr cûn i pê = lavorare male. Mètr’ in pê = iniziare un’attività. Saltâr a pè pêra = saltare tenendo i piedi uniti; risolvere facilmente; ma anche omettere, non tenere conto. Tgnîr i pê per tèra = essere concreto, realistico. Tirâs la sàpa ìnt i pê = tradirsi; farsi del male da soli.  Vultâr i pê a l’ús = morire. Alvâs in pê, alzarsi.  Êsr’ a pê = essere appiedato.

Pèca  Sf. 1. Gradino, scalino. 2. Pecca, mancanza. 3. Sforbiciata nei capelli. Saltâr al pèchi a pè pêra = saltare i gradini a piedi pari, accorciare il cammino. Fâr al pèchi a dû a dû = andare svelti; essere agili. La pèca ’d l’ús = la soglia di casa. 

Pìch   Sm. 1. Piccone, marra. 2. Picco, cima. 3. A pìch = perpendicolarmente.  Calâr a pìch = affondare. Cascâr (andâr šú) a pìch = precipitare.

Pìcia la póma   Locuz. Vedi Póma.

Piciaprêda  Sm. Scalpellino, tagliapietre.

Pedâl Sm. Pedale, pedaliera. 

Pedalâda  Sf. 1. Pedalata. 2. Sforzo. 3. Accelerata. 4. Modo di pedalare.

Pedalâr   V. intr. 1. Pedalare, viaggiare. 2. Darsi da fare. 3. Lavorare alacremente. Êt vrû la biciclèta? Pedâla! = hai voluto la bicicletta? Pedala! Chì bšùgna pedalâr = qui bisogna darsi da fare.

Pedalîn   Sm. “Pattìna” da pavimento (per non sporcare o rovinare la cera).

Pedâna   Sf. 1. Pedana. 2. Base in legno. 3. Palchetto. Dal latino volgare pedana.

Pedavlâr   V. intr.  Pedalare.

Péder   N. pr. Pietro. Dal latino Petrus.

Pè ’d fèr  Sm. Piede di ferro (forma per calzolaio).

Pêdga   Sf. 1. Pertica. 2. Stanga. 3. Persona alta. Dal latino pèrtica = pertica. Vedi Pêrdga.

Pedîna Sf. 1. Pedina del gioco della dama o degli scacchi. 2. Persona o strumento importante per una iniziativa. Dal latino volgare pedina.

Pedivèla  Sf.   Pedale.  

Pè ’d pursèl   Sm. 1. Piede di porco, grimaldello, ferro da scasso. 

Pedûn  Sm. Pedone, chi cammina a piedi.

Pedunâl   Agg. (neol.)  Pedonale, riferito a corsie o aree vietate alle auto.

Pègia,  Sf. 1. Pellicola interna delle castagne. 2. Persona avara, taccagna.

Pegiuramênt Sm. 1. Peggioramento. 2. Decadenza.

Pegiurâr V. intr. e V. tr. 1. Peggiorare, decadere. 2. Aggiungere danno. Dal latino tardo peiorare (da peius), peggiorare.

Pègla   Sf. 1. Pece. 2. Collante. Dal latino picula = un po’ di pece.

Peglûn   1. Sm. Grumo appiccicoso. 2. Agg. Unto, appiccicaticcio, lercio.

Peglûš    Agg. 1. Attaccaticcio, colloso. 2. Esigente.

Pégn   Sm. Pegno, garanzia, arra. Dal latino pignus = pegno.

Pégra    Sf.  Pecora, ovino. Dal latino pecus (plurale pècora) = armenti in genere. Pègra nîgra = disonore della famiglia. La môrt dal pègri l’è la salût di cân = la morte delle pecore è la salute dei cani (in quanto la carne degli animali morti per malattia, per motivi igienici, non veniva consumata dal padrone). Furmàj ad pègra = pecorino. Stalèt dal pégri = ovile. Andâr föra al pégri = andare a pascolare.

Pegrâr   Sm. Pecoraio, pastore. Equivale a Pastûr.

Pegraröla   Sf.  Passeraceo grigio e nero.

Pegrîna   Sf. Pecorella, pecora giovane.

Pegrûn   Sm. 1. Pecorone. 2. Persona grezza. 3. Timido.

Pêl  Sm. 1. Pelo. 2. Crine. 3. Setola. 4. Vello. Dal latino pilus = pelo. Quand al pêl a s’fa bianclîn – làsa la dùna e dàt al vîn = quando i capelli diventano bianchi lascia perdere le donne e passa al vino. Sercâr al pêl int l’öv = cercare il pelo nell’uovo.  Al lûv al pêrd al pêl, brìša ’l vìsi = il lupo perde il pelo ma non il vizio. Avêgh al pêl ìnt al stùmghe = essere deciso; essere competente.

Pêl (A)  Locuz. 1. A pelo (dell’acqua). 2. Vicinissimo. 3. Appena. 4. Montare il cavallo senza sella.

Pèla  Sf. 1. Pelle, buccia; scorza. 2. Esistenza. 3. Avaro, spilorcio, taccagno. Dal latino pellis = pelle. I’ t’ fàgh cambiâr pèla cmé a ’na bìsa, = ti do un mucchio di bastonate fino a staccarti la pelle dal corpo. L’è ’na pèla dûra =  è duro da convincere; è una persona resistente. Plâr i piö-c per vènder la pèla = pelare i pidocchi per venderne la pelle (cioè essere estremamente avari).  O cambiâr pèla o cambiâr nóm = o cambiare pelle o cambiare nome. Infesiûn ’d la pêla = dermatosi. Stra cârna e pêla =  superficiale, superficialmente. Pèla d’ôca = brividi.

Pelâgra  Sf. 1. Pellagra (malattia). 2. Avaro, taccagno. Dal latino medievale (X secolo) palagra.

Pelandrûn   Sm. Pigrone, fiaccone, sfaticato, perdigiorno.

Pelapiö-c   Sm. 1. Pelapidocchi, avaro. 2. Interessato. Al plarê i piö-c per vènder la pèla! = pelerebbe i pidocchi per venderne la pelle.

Pelegrîn 1.  N. pr. Pellegrino. 2. Sm. Pellegrino, viandante. 3. Poveraccio. 4. Sprovveduto. Dal latino peregrinus. Cúl ch’a n’ šöga per nadâl, – cúl ch’a n’ bàla a carnevâl, – ch’a n’ s’imberiâga a san Martîn – al srà sémpr un pelegrîn = chi non gioca a natale, chi non balla a carnevale, chi non si ubriaca a san Martino sarà sempre un poveraccio. Nel medioevo pellegrino era colui che viaggiava per visitare i luoghi santi.

Pelegrîna  Sf. 1. Mantellina per le dame che affrontavano un lungo viaggio. Dal francese pèlerine = mantellina da viaggiatori. Madùna pelegrîna = la statua della Vergine portata in pellegrinaggio nelle parrocchie della diocesi negli anni immediatamente dopo la seconda guerra.

Pelegrinà-g   Sm. Pellegrinaggio, viaggio a un santuario.

Pèli   Sf. pl. Pelli di coniglio, di pecora o di talpa che venivano vendute al pollivendolo per farle conciare. Dal latino pellis.

Pelicân  Sm. Pellicano.

Pelìcula  Sf. Pellicola, striscia di celluloide o di materiale plastico. Dal latino pellìcula = piccola pelle.

Péltre (ormai raro) Sm. Peltro (lega di stagno e argento, per questo detto anche argentone). Dal latino volgare peltrum.

Pèna   Sf. 1. Penna di uccelli. 2. Penna per scrivere. 3. Lama ricurva del pennato. 4. Plettro per chitarra o mandolino. Dal latino penna =  ala. 

Pêna Sf. 1. Pena. 2. Pietà. 3. Sofferenza. 4. Punizione, penale. Dal greco poinè, latino pœna. Dâs pêna = preoccuparsi. Fâr pena = fare compassione. 

Penâla, Penâle Sf. Penale, risarcimento per mancata osservanza di certe clausole. Dal latino pœnalis.

Pendàj   Sm. 1. Pendaglio. 2. Ninnolo. 3. Malfattore. Scapestrato, degno della forca. Dal latino pèndere, attraverso il francese antico pendaille  = degno di pendere dalla forca.

Pendênsa   Sf. 1. Pendenza, area inclinata. 2. Campo in dislivello. 3. Lite o processo non ancora conclusi. 4. Debito da saldare.

Pendênt  1. Sm. Orecchino. 2. Agg. Pendente, inclinato, pericoloso.

Pènder, Pèndre   V. intr. 1. Pendere. 2. Essere sospeso. 3. Essere inclinato. Dal latino pèndere.

Pendicîte  Sf. Appendicite, infiammazione dell’appendice.

Pèndola  Sf. Pendola (grande orologio da muro o a colonna). 

Pendulîn  Sm. Pendolino (usato dai chiromanti e dai cercatori di acqua).

Pèni,  Sf. pl. Penne di uccelli. 

Penîn   Sm. Pennino da intingere nell’inchiostro.

Penitênsa Sf. 1. Penitenza. 2. Sacrificio. 3. Pena o scorno da subire. 4. Sacrificio volontario. Dal latino pœnitentia. Chî ch’l’à fàt al pcâ al dèv fâr la penitênsa = chi ha commesso il peccato deve fare la penitenza. Fâr penitênsa = espiare. 

Penlâda 1. Sf. Pennellata. 2. Rifinitura. 3. Gesto delicato. 4. Insaponatura della barba. 

Penlâr   V. tr. 1. Decorare. 2. Verniciare. 3. Trattare con garbo. 4. Perfezionare, rifinire.

Penlèsa    Sf.  Pennellessa (grosso pennello per imbiancare i muri).

Penlîn   Sm. Piccolo pennello.

Pénsa  Sf. Piega, risvolto (negli abiti). Dal francese pince = piega.

Pensâda    1. Sf. Pensata. 2. Ragionamento. 3. Idea risolutrice. 4. Pp.. Ideata, pensata.

Pensamênt   Sm. Ragionamento, ricerca di una soluzione.

Pensâr   V. intr. 1. Pensare. 2. Riflettere. 3. Preoccuparsi, aver cura. 4. Fare i propri interessi. Dal latino pensàre, intensivo di pendere.

Pensêr   Sm. 1. Preoccupazione, assillo. 2. Pensiero, teoria, opinione. 3. Asola o supporto per la rocca, applicato al corpetto. Dal latino pensum = la quantità di lana (pesata) che l’ancella romana doveva filare in un giorno [Biondini]. Avêgh di pensêr = essere preoccupato.

Pensierîn   Sm. 1. Pensierino. 2. Valutazione di una possibilità. 3. Compito scolastico. Fâgh un pensierîn = farci un pensierino.

Pensierûš   Agg. Pensieroso, serio, preoccupato.

Pensiûn   Sf. 1. Pensione, vitalizio. 2. Pensione, alloggio e vitto a pagamento. 3. Retta. Dal latino pensio, da pendere = pagare.  Andâr (êsre) in pensiûn = aver raggiunto il termine del periodo lavorativo; non essere più efficienti. Stâr a pensiûn = stare a pensione; pagare una cifra per vitto e alloggio. Tirâr la pensiûn = riscuotere la pensione. 

Pensiunâ   Agg. e Pp. Chi gode di una pensione.

Pentî,   Agg. e Pp.  1. Pentito, contrito. 2. Ravveduto. 3. Deluso.

Pentimênt   Sm. 1. Pentimento, ravvedimento. 2. Dispiacere per cose andate male.

Pentîs   V. rifl. Pentirsi, ricredersi. Dal latino pœnitere = pentirsi.

Penûltme, Penûtme   Agg. e Sm. Penultimo. Dal latino pæne e ultimus = quasi ultimo.

Pêr  Sm. Pero. Sf. Pera. Dal latino pirus =  pero. Gnîr šú dal pêr (albero) = ammettere la sconfitta, convincersi dell’errore fatto. Quand al pêr l’é madûr al cröda da lû = quando la pera è matura cade da sola (resisti pure, ma alla fine dovrai cedere). Pêr avàl = pera selvatica, da cuocere assieme alle castagne. Pêr butêr = pera butirra. Pêr gnòch = pera bugiarda. Pêr spadûn = pera spadona. Pêr carlèt = pera carletta. Pêr rúšne = pera rugginosa. Pêr bergamòt = pera bergamotta. Pêr bianclîn = pere primaticce. Pêr nòble = pere nobili (tardive).

Pêr, Pêra  1. Agg. Pari, collocato bene, fermo su un piano. 2. Spianato, pianeggiante. Pêra o dìspre =  pari o dispari.  Mèter pêra =  mettere in equilibrio, sistemare.  3. Locuz. In equilibrio, alla pari. Stâr pêra = essere in equilibrio, stare comodi; non avere debiti.

Percàl  Sm. Percalle (tessuto di cotone leggero).

Percantîna (Casteln.)  Sf. 1. Ramanzina. 2. Lavata di capo. 3. Predica.

Percântla  Sf.  Sgridata, rimprovero. Vedi Percantîna.

Percentuâla, Percentuâle    Sf.   Percentuale.

Perchè  1 Cong. Perché.

Perché    Sm. 1. Causa, motivo. 2. Scusa. 3. Sostanza. Vrêr savêr al perchè = cercare il motivo.

PerdaröSm. Fungo prataiolo.  Psalliota campe­stris oppure Boletus luteusGnîr sú cmé i perdarö = spuntare come i funghi.

Pérder, Pérdre  1. V. tr. Perdere, essere sconfitto. 2. Non trattenere (un liquido). Si dice anche fâr dàn. 3. Perdere al gioco. 4. V. intr. Essere sconfitto. 5. Trasudare, sgocciolare. Dal latino perdere. Chi và a l’óst – al pérd al póst; – chi va a Rùma – al pêrd la pultrûna = chi va all’osteria perde il posto. Detto di chi lascia il proprio posto a sedere, e al ritorno lo trova occupato. Pèrdr’d vìsta = perdere di vista.

Pêrdga  Sf. 1. Pertica, stanga, bastone lungo. 2. Bilanciere. 3. Stanga fissa dell’aratro. 4. Spilungone. 5. Antica unità di misura lineare o di superficie (equivaleva a circa 5,68 metri oppure a 34,17 metri quadrati). Per il Comune di Reggio tale misura era incisa come una scanalatura su una colonna della facciata della chiesa di San Giovanni Battista, di fianco al duomo. Si prendeva la pertica del commerciante e la si confrontava con la scanalatura per vedere se corrispondeva o meno. Da qui l’espressione: San Švān al fà váder l’ingàn = san Giovanni fa vedere l’inganno). Fâr la pêrdga dal lùv = stare con le mani in terra e i piedi per aria. L’espressione nasce dal fatto che il lupo cacciato e ucciso, veniva portato al villaggio appeso a una pertica con la testa rivolta al basso [Bertani]. Drìt cmé ’na pêrdga = impettito.  A gh’é ancùra ’na pêrdga ’d sûl = il sole è ancora alto all’orizzonte. 

Perdgâda  Sf. 1. Perticata, ba­stonata. 2. Abbacchiatura (castagne, noci, ecc.).

Perdgadûra   Sf. 1. Misurazione in per­tiche. 2. Perticatura.

Perdgâra   Sf.  Perticaia, bosco di alti fusti.

Pardgûn   Sm. 1. Grossa pertica. 2. Uomo alto, stangone.

Perdiâna!, Perdîna! Inter. 1. Per Diana. 2. Per Bacco!

Pèrdita Sf. 1. Rimessa. 2. Perdita al gioco. 3. Rottura di un contenitore o di un tubo. 4. Disavanzo. Dal latino pèrdere

Perdûn   Sm. 1. Perdono. 2. Condono. 3. Rappacificamento. Al perdûn = il perdono. È l’indulgenza concessa ai fedeli il 2 agosto, detto anche Perdono della Porziuncola. Pr’al perdûn – mèt la sàpa ìnt al cantûn = per il perdono riponi la zappa (se non hai ancora finito l’aratura ormai è troppo tardi).

Perdunânsa   Sf. Visita ai santuari per ottenere il perdono.

Perdunâr   V. tr. Perdonare, scusare, risparmiare (da un castigo). Dal latino medievale (X secolo) perdonare.

Perèta  Sf.  1. Interruttore mobile (da letto). 2. Pompetta per praticare clisteri (per la forma simile a una pera).

Perfìdia  Sf.  Cattiveria, malignità. Dal latino perfidia.

Perfesiûn  Sf.  Perfezione, esattezza.

Perfèt 1.   Agg. Perfetto. 2. Esatto, puntuale. 3. Somigliante al massimo grado. Dal latino perfectus = portato a termine. 4. Sm. Prefetto. Dal latino præfectus.

Pèrfid   Agg. 1. Perfido, cattivo. 2. Disumano.

Perfîn   Avv. Perfino, oltre tutto, anche.

Perfù Sm. 1. Profumo, odore, aroma, olezzo; essenza di profumo. 2. Boccetta per profumo. Dal latino volgare perfumus.

Perfúnd 1. Agg. Profondo. 2. Sm. Profondità. 3. Inferno. Dal latino profundus.  Al srân ànmi ’d cl’ âter mund / ch’a gli ên scapâdi dal perfúnd = saranno anime dell’altro mondo – che sono sfuggite dal profondo [Isaia Zanetti].

Pergnö   Sm. pl. Bacche del pruno spinoso. Vedi Bergnö.

Pergnöl   1. Sm. Prugnolo, tipo di fungo. Ve ne sono di primaverili, Tricholoma georgi o Calocybe gambòsa, e di autunnali, Clitocybe geotropa. 2. Sm.pl. Bacche del pruno spinoso. Vedi Bergnö.

Pergnulâra  Sf. Terreno in cui crescono i prugnoli.

Perícle  Sm. Pericolo, minaccia. Dal latino perìculum.

Periculânt  Agg.  Pericolante, a rischio di crollo.

Periculûš  Agg. Pericoloso, rischioso.

Perìsia   Sf. 1. Perizia, analisi. 2. Controllo.

Perît   Sm. 1. Perito, esperto. 2. Tecnico specializzato. Dal latino peritus.

Periûr  Sm. 1. Priore. 2. Parroco. 3. Capo di una confraternita. Dal latino prior, che sta davanti, il primo di tutti. Sinonimi: Pervòst, Arsiprêt, Retûr.

Pêrla  Sf. 1. Perla. 2. Oggetto prezioso. 3. Cosa bellissima.

Perlaquâle   Agg. Perbene, apprezzabile.

Perlîna  Sf. 1. Piccola perla; oggetto ornamentale. 2. Assicella con incastri, utilizzata per rivestire pareti o soffitti.

Perlinâ 1. Agg. e Pp.  Perlinato, rivestito di perline. 2. Sm. Parete o soffitto ricoperto di “perline”.

Perlinâr  V. tr. Montare le “perline”.

Permalûš  Agg. 1. Permaloso, suscettibile. 2. Ombroso, sospettoso.

Permanênt  Agg. 1. Permanente, definitivo. 2. Costante. Dal latino permanère.

Permanênta 1. Sf.  Pettinatura permanente. 2. Agg. e Pp. Permanente, definitiva.

Permès   1. Sm. Permesso, autorizzazione, documento che certifica l’autorizzazione. 2. Agg. Permesso; lecito, autorizzato.  Dal latino permittere.

Permisiûn  Sf. 1. Concessione. 2. Tolleranza.

Permisîv  Agg. 1. Permissivo. 2. Debole di carattere, pacioso.

Pêrmuta  Sf. Permuta, scambio; baratto. Dal latino permutare.

Pêrne   Sm. 1. Perno. 2. Fulcro, cardine.

Pernìš Sf. Pernice. Dal latino perdix = pernice. Pernice delle nevi (Lagopus mutus). Pernice di mare (Lareola pratincola). Pernice rossa (Alectoris rufa). Pernice grigia (Perdix italica, e altri sottotipi). Ò-c ad pernîša = occhio di pernice (decoro a occhio di pernice).

Pernišîn  Sm. Piccolo della pernice.

Pernišòt   Sm. Piccolo della pernice.

Però   Cong.  Però. Ma guarda! Dal latino per hoc = per mezzo di questa cosa.

Peronòspera    Sf. Peronospora (malattia delle viti).

Perpètua  Sf. 1. Domestica dei parroci. Dal nome della domestica di don Abbondio nel romanzo di Alessandro Manzoni I promessi sposi. 2. Agg. Continua, senza termine.

Perpètve Agg. Perpetuo, duraturo. Dal latino perpetuus = ininterrotto.

Perquišîr  V. tr. Perquisire, sequestrare. Dal latino perquirere = indagare a fondo.

Perquišisiûn  Sf. Controllo (nei locali o sulla persona) per scoprire tracce o prove di un reato.

Pêrs  Agg. e Pp.  1. Perso, smarrito. 2. Spaesato. Dal latino perdereBòcia pêrsa = individuo su cui non si può fare affidamento. 

Persèmle  Sm. Prezzemolo. Dal greco petrosèlinon =  sedano delle pietre. In latino popolare diventa petrosemolum, dal classico petroselinum. Detto anche êrbi bûni.

Persênt   Sm. 1. Percento. 2. Percentuale. 3. Parte spettante. Dal latino decadente per centum = (uno) ogni cento.

Persiân  Agg. 1. Abitante della Persia, l’antico nome dell’odierno Iran. 2. Gatto persiano. 3. Tappeto persiano.

Persiâna  Sf. Imposta per finestre, serrandina. Dal francese persienne (da Persia), tipo di serranda che all’inizio dell’Ottocento si sostituì alla gelosia [Colonna].

Persuàder, Parsuàdre  V. tr. 1. Convincere. 2. Costringere a ragionare. Dal latino persuadēre.

Persuàdse   V. rifl. 1. Convincersi, capacitarsi. 2. Persuadersi. 3. Farsi una ragione.

Persš   Agg. e Pp. Persuaso, convinto, sicuro.

Persuašiûn  Sf. Persuasione, convincimento.

Peršûn   Sf.  Prigione, prigionia. Dal latino prehènsio = cattura.

Persûna  Sf. Individuo, persona, essere umano. Dal latino persona, maschera, poi carattere di un individuo. Persûna numinâda l’è per la strâda = gente nominata è per la strada. La pulênta la n’ vên búna – fîn ch’a n’ sûda la persûna = la polenta non è pronta, finché non suda chi la mescola.

Persunà-g    Sm. 1. Persona importante, famosa. 2. Ruolo in un dramma. 3. Persona buffa o fuori delle norme.

Persunâl   1. Sm. Fisico di un individuo, aspetto. 2. Forze di lavoro a disposizione. 3. Agg. Personale, privato. 4. Riservato.

Peršunêr   Sm. 1. Prigioniero, schiavo, detenuto. 2. Perno particolare, normalmente a forma conica, incastrato ad altri organi meccanici (pedali delle biciclette). Il perno che impedisce ai settori della ruota di legno di sfilarsi (Vedi Gàvel). Posto tra un settore e l’altro, dotato di rondelle, avvitato o ribattuto.  Dâs peršunêr = consegnarsi al nemico, arrendersi.

Persút   Sm. Prosciutto, coscia. Dal latino volgare perexuctus = asciugato (stagionato) completamente. Però i latini lo chiamavano perna o pernula. A rome esiste ancora un rione detto Panisperna. Anticamente qui si trovava una locanda che aveva una specialità: il panispèrna = panino al prosciutto.

Pertèndre, Pretènder   V. tr. Pretendere, esigere. Dal latino prætendere = tendere avanti.

Pertròp, Pürtròp  Avv. Purtroppo.

Perúca (raro), Parúca     Sf. Parrucca.

Pervertî  Agg. e Pp.   1. Pervertito, immorale. 2. Snaturato. Dal verbo latino pervèrtere = volgere oltre, sovvertire.

Pervgnîr   V. intr. 1. Pervenire. 2. Giungere, arrivare. 3. Spettare, toccare.

Per via che   Locuz.  Poiché, dato che, trattandosi di.

Pervòst, Prevòst,  Sm. Prevosto, parroco. Dal latino præpòsitus = messo a capo. Sinonimi: Periûr, Retûr, Arsiprêt.

š 1.  Agg. Pesante, indigesto, noioso, pedante. 2. Sm. Peso, marchio della bilancia. Dal latino pensum (da pèndere = pesare).  S’ l’é pêš! = quanto è noioso!

š 1. Avv. Peggio. 2. Agg. Peggiore. 3. Sm. Il peggio, la sfortuna. Dal latino peior, peius = peggiore.  A la péš = nel peggiore dei modi. Fâr a la péš, comportarsi malamente. A la méno péš, in qualche modo.

s   1  Sm. Pesce. Dal latino piscis = pesce. Êsr’ un pès föra d’âqua = non sentirsi a proprio agio. Sân cmé un pès, = sanissimo. Càna da pès, = canna da pesca. Svelt cmé un pès = agilissimo.

s   2  Sm. Pezzo, porzione. Dal latino medievale pettia = parte. s ad chersênta = pezzo di gnocco fritto. Un pès ad vìa =  un tratto di strada.

sa  Sf. 1. Pezza, toppa, rammendo. 2. Pezza, quantità di stoffa necessaria per un abito. 3. Rotolo intero della tela appena tessuta. 4. Pannolino. Dal latino medievale pettia. Biânch cmé ’na pèsa ’d bugâda = pallido come una pezza di bucato. Al gh’à ’l pèsi ìnt al brâghi = è un poveraccio. Mètghe ’na pèsa = rimediare alla meglio.  Pèsa da pê, = buono a nulla.

ša  Sf. 1. Pesa, stadera. 2. Pesatura. Dal latino volgare pe[n]sare, = pesare.

Pèsca  1  Sf. La pesca, il pescare. Ma di solito si usa il verbo: andâr a pescâr. Vàtla a pèsca!, indovinala!

Pèsca  2  Sf. Tubo di pompa sommerso nell’acqua da estrarre. Detto anche sumêrsa.

Pescâda 1. Sf. Pesca, cattura di pesci. ’Na grân pescâda = una grossa pesca. 2. Agg. e Pp. Pescata.

Pescadûr  Sm.  Pescatore.

Pescâr  V. tr. 1. Pescare, catturare pesci. 2. Indovinare, scegliere un oggetto. 3. Cercare. ’Sa péschet? = cosa cerchi?

Peschêra  Sf. Peschiera, allevamento di pesci.

Pescherìa  Sf.  Pescheria, rivendita di pesce.

šghe   Sm. 1. Pésco. 2. Pésca. Dal latino persica (malus) = mela persiana. Pêšghe, fîgh e mlûn – ògni cósa à la sù stagiûn = pesche, fichi e meloni, ogni cosa alla sua stagione.

Pèsta  Sf. 1. Peste, pestilenza. 2. Monello, ragazzino incorreggibile. 3. Cattivo odore, puzza. Dal latino pestis. L’é pèš che la pèsta = è pestifero.

Pestilênsa   Sf. 1. Peste, endemia. 2. Cattivo odore.

Pestilensiûš   Agg. Fetido, maleodorante, pestifero.

Pèt, Pètle    Sf.  Pezzettino di escremento. È più frequente pètle.

Pèt  Sm. 1. Stomaco, torace. È più usato stùmghe. 2. Ciuffetto di lana. 3. Seno. Dal latino pectus.

Pêt  Sm. 1. Mammella di animali.  Il termine riferito in particolare a muc­che, cavalle, asine, capre, pecore. T’a m’ fê gnîr al pêt = mi stai annoiando.

Petègle   Agg. e Sm. Pettegolo, ficcanaso, chiacchierone.

Petègla   Sf. Pettegola, chiacchierona. Dal veneto petègolo (piccolo peto).

Petlâr  V. intr. Petulare, chiedere lamentandosi. Dal latino petulare iterativo di pètere = chiedere con insistenza.

Petlûn  Agg. e Sm. 1. Petulante. 2. Noioso. 3. Brontolone.

Petnâda 1. Sf. Pettinatura, modo di pettinarsi. 2. Stile. 3. Batosta. 4. Sconfitta al gioco. 5. Lezione con botte. 6. Agg. e Pp.. Pettinata, ordinata.

Petnadûra   Sf. 1. Parrucchiera, acconciatrice. 2. Una specie di mantellina usata dalle donne sopra i vestiti quando si pettinavano.

Petnadûra  Sf. Stile di pettinatura.

Petnâr  V. tr. 1. Pettinare. 2. Dare una dura lezione. 3. Sconfiggere al gioco. Dal latino pèctere = pettinare.

Pètne  Sm. 1. Pettine. 2. Rastrelliera. 3. Pettine per tessere (tra un dente e l’altro di quest’ultimo si passavano i fili dell’ordito; attraverso il movimento dei licci si otteneva la trama del tessuto). Dal latino pecten.

Petnîn   Sm.  Pettine da tasca.

Petnîna  Sf.  Pettinina (si usava per asportare le lendini), pettine a doppia fila di denti sottili e fitti.

Petròli   Sm. 1. Petrolio. 2. Combustibile (anche per lampade). 3. Carburante in genere. Dal latino medievale petræ oleum = olio di pietra o olio minerale) e dal francese pétrole.

Petrùs, Petrùsle Sm. Pettirosso. Dalla macchia di rosso che l’uccellino ha sul petto. Una leggenda narra cche un pettirosso abbia tentato di estrarre uno spino dal capo di Gesù. Per premio ricevette una stilla di sangue sul petto. Da qui il nome.

Pêver, Pèvre Sm. 1. Pepe. 2. Spezia per rendere piccanti gli alimenti. 3. Carattere o battute pepate, sarcastiche. Dal greco pèperi, in latino piper =  pepe. Mašnîn d’ al pèvre = macinapepe. 

Pevraröla  Sf. Vasetto per il pepe.

Pevrûn  Sm. Peperone. Intorno al 1940 si sentiva canticchiare questa strofetta: L’à mangiâ ’l pevrûn sens’òli – dêgh ad l’òli, – o la murirà = ha mangiato il peperone senza olio; / datele dell’olio / o morirà.

Pevrunâda  1. Sf. Salsa con peperoni cotti, peverata. 2. Agg. Impepata, condita con pepe.

Pevrunsîn  Sm. Peperoncino.

Piacênsa  N. pr.  Piacenza, città dell’Emilia Romagna. È l’antica Placentia romana.

Piadûr Sm. Accendino, accendisigari.

Piâga Sf. 1. Ferita, taglio. 2. Persona noiosa. 3. Ferita morale. 4. Fessura. 5. Contrattempo, seccatura. Dal latino plaga = colpo, taglio. Tör un bûš per ’na piâga = prendere lucciole per lanterne. L’é pèš che ’na piâga murêla = è peggio di una piaga livida.

Piaghèta   Sf. 1. Asola, occhiello. 2. Fenditura. 3. Persona noiosa. 4. Punto occhiello.

Piàgna  Sf. Lastra di pietra. Dal latino volgare planea. Era l’elemento base per i tetti per chi non riusciva a procurarsi tegole o coppi, o anche per pavimentare aie, stalle, strade. Una particolare piagna (piagnûn), a forma di campana, possibilmente di tufo, serviva per sgranare i cereali.

Piagnistèri   Sm. 1. Piagnisteo, piagnucolio. 2. Tristezza. Dal latino medievale plangisterium.

Piagnuclâr   V. intr. Piagnucolare.

Piagnûn Sm. Grossa lastra di pietra per sgranare cereali (usata a traino animale).

Piân 1. Sm. Piano, pavimento. 2. Progetto, stratagemma. 3. Pianura, zona pianeggiante. 4. Agg. Piano, pianeggiante; spianato, livellato; reso agevole. 5. Avv. Adagio, leggermente, pianino. Dal latino planusPiân trên = pianterreno. Prìm piân = primo piano. Piân nòble = piano nobile. Piân dal scâli = pianerottolo. Piân sút tèra = scantinato. Chi ch’ và piân al và sân e ’l và luntân, chi ch’ va fôrt al va a la môrt = chi va piano, va sano e va lontano, chi va forte va alla morte. 

Piâna  Sf. 1. Piccola pianura, terreno pianeggiante. 2. Supporto che ferma l’imposta al cardine.

Pianâl  Sm. 1. Pianale, banco da lavoro, tavolaccio, basamento, base di lavoro per utensili. 2. Livellamento per macchinari. 3. Fondo di carro, fondo di scocca.

Pianofôrt  Sm. Pianoforte, strumento musicale.

Pianèla Sf. 1. Pianella, tipo di ciabatta fatta in casa. 2. Piastrella di rivestimento. 3. Piastra di sasso. 4. Breve tratto pianeggiante.

Pianeròt  Sm. Pianerottolo.

Pianésta Sm. Suonatore di pianoforte.

Pianêta  Sm. 1. Pianeta (corpo celeste che ruota attorno al sole). 2. Paramento sacro per celebrare la messa. 3. Foglietti volanti distribuiti nelle fiere e nei mercati, con gli oroscopi. Dal greco planètes =  che gira intorno.

Pianlâr V. tr. Pianellare, piastrellare.

Pianlûn Sm. Piastrone, lastrone. Vedi Piagnûn.

Pianšân  Sm. e Agg. Che abita in pianura.

Piànšre 1  V. intr. 1. Piangere, lacrimare. 2. Sgocciolare (detto di alberi potati). Dal latino plàngereAl piànš cmé ’na funtâna = piange a dirotto. Quànd la vîda la piànš – al cuntadîn al rìd = quando la vite (potata) lacrima, il contadino sorride (avrà molta uva). Fâr bùca da piànšer = atteggiarsi al pianto.

Piànšer 2  Sm. 1. Pianto, lacrime. 2. Il piangere.

Pianšlênt  Agg. Piangente, piagnucolone.

Pianšlûn  Agg. Piagnucolone, triste.

Pianšûda  Sf. Pianto.

Pianšudîna Sf. 1. Piagnucolatina. 2. Sfogo.

Piânta Sf. 1. Albero, pianta vegetale. 2. Pianta dei piedi, base. 3. Incudine per battere e affilare la falce fienaria (veniva conficcata in terra o su un trespolo). Dal latino planta = pianta, getto. A n’ gh’è piânta sênsa fiûr, – a n’ gh’è dúna sênsa amûr = non c’è albero senza fiore,  non c’è donna senza amore. La piânta la s’ drìsa da šûvna, = l’albero si raddrizza finché è giovane. La nêva ch’l’a s’ fêrma in sìma a la piânta / la n’ìn ciàma tânta = la neve che resta sulla pianta, / ne chiama tanta.

Piantâda 1. Sf. Filare, fila di alberi per reggere le viti. In genere erano “aceri biondi” (Acer campestre), detti oppi, raramente olmi, alternati con pali secchi, di castagno, detti brescàjSignâr la piantâda = tracciare la direzione dei filari.  2. Agg. e Pp. Conficcata, interrata. 3. Abbandonata, smessa; lasciata dal fidanzato.

Piantagiûn Sf. Piantagione, terreno con alberi piantati di proposito (frutteto, vigneto).

Piantâna Sf. 1. Stelo per lampada. 2. Barra o tubo verticale di una impalcatura. 3. Palo capofila nei filari delle viti.

Piantâr  V. tr. 1. Piantare, conficcare. 2. Lasciare, seminare. 3. Abbandonare; rompere il rapporto con la fidanzata. Piântla târdi, piântla prèst, / la gh’à ’l caplîn per sân Benedèt = seminala tardi, seminala presto – (la fava) ha il cappellino per san Benedetto (21 marzo). Con la variante modenese: la gh’à ’l caplàt per sân Jušef, ha il cappellino per san Giuseppe (19 marzo). Piantâr lì, = lasciare incompiuta una cosa. Piantare in asso.

Piantaröla  Sf. Piantina pronta per il trapianto.

Piantâs  V. rifl. 1. Arrestarsi. 2. Impantanarsi. 3. Avere un’amnesia. 4. Lasciarsi (fra innamorati).

Piantlîna  Sf. Piantina, pianticella.

Piantrên Sm. Pianterreno (piano a livello della strada). Avêgh e’ cûl a piantrên =  avere il sedere basso.

Piamtúm  Sm. Sottobosco, insieme di arbusti.

Piantumâr  V. tr. Trapiantare piantine di ortaggi.

Piantûn  1  Sm. 1. Fittone. 2. Colonna di legno per recinzione. 3. Sostegno per piccole piante. 4. Perno del volante.

Piantûn  2  Sm. Piantone, militare di guardia.

Piantunâr  V. tr. 1. Stare di guardia, sorvegliare. 2. Tenere sotto controllo.

Pianûra  Sf. Pianura; terreno pianeggiante.

Piâr  V. tr. Accendere (il fuoco, una candela). Dal latino volgare [ad]piciare = appiccare. Sinonimo: Impiâr. Pìa la lúma = accendi il lume. Vedi Apiâr.

Piâs V. rifl. 1. Accendersi. 2. Adirarsi. Vedi Apiâs.

Piàsa  Sf. Piazza, slargo. In piàsa = in pubblico, alla presenza di tutti. Dal latino platea. Andâr in piàsa = andare in piazza, al mercato, a un comizio. Diventare calvo. 

Piasâda   1. Sf. Piazzata, scenata pubblica. 2. Agg. e Pp.  Sistemata, collocata, venduta.

Piasâl  Sm. Piazzale, grande spiazzo.

Piasâr  V. tr.  Piazzare, collocare, sistemare. Dal francese placer.

Piasaröl  Sm. 1. Piazzista, ambulante, mercante. 2. Ciarlatano, imbonitore. Vedi Piasìsta.

Piašèr  1  V. intr. Piacere, essere gradito. Dal latino placēre. La mujêra bšúgna ch’ la piâša, ch’ la stàga in cà e ch’ la täša = la moglie deve piacere, stare in casa e tacere. Piašêr a tú-c = essere popolare.

Piašêr 2  Sm. 1. Piacere, favore. 2. Soddisfazione. Fâr un piašêr = fare un favore, una cortesia. Per piašêr = per favore.

Piasìsta   Sm. 1. Ambulante, commerciante da piazza. 2. Imbonitore.

Piasöla  Sf. Piazzetta, piazzuola, area di sosta.

Piasterlâ  Agg. e Pp.  Pavimentato, rivestito.

Piasterlâr  V. tr. Pavimentare, rivestire con piastrelle.

Piàstra  Sf. 1. Piastra, lamina. 2. Sasso sottile e largo. Šugâr a la piàstra = giocare con la piastra. Dopo aver scelto un punto come meta si lanciano a turno le piastre. Vince chi si avvicina di più all’obiettivo fissato.

Piastrèla  Sf. Mattonella, piastrella.

Piastrîna Sf. 1. Lamina di piccole dimensioni su cui sono incisi i dati personali dei soldati. 2. Elemento coagulante del sangue.

Piastrûn Sm. 1. Lastrone. 2. Agglomerato di lerciume.

Piàt  1. Agg. Piatto, piano, insulso, monotono. 2. Sm. Piatto, fondina, stoviglie. 3. Disco. 4. Strumento della banda musicale. 5. Piatto del giradischi. Dal greco platys, in latino tardo plattus = spianato. Spudâr ìnt al piàt indùa a s’è mangiâ = sputare nel piatto ove si è mangiato (essere ingrati). Piàt fùnd = fondina.

Piatâr  Sm. 1. Commerciante di piatti. 2. Fabbricante di piatti.

Piatèl   Sm. Piattello, tiro al bersaglio.

Piatêra Sf. Piattaia, rastrelliera per piatti.

Piatîn, Piatlîn Sm. Piattino per dolce, per tazzine da caffè.

Piatîna Sf. 1. Piattina di metallo, striscia, listello. 2. Filo elettrico appiattito.

Piàtla Sf. 1. Piattola, acaro. 2. Persona lagnosa. Dal latino parlato blattula diminutivo del classico blatta. Fâr gnîr al piàtli  = annoiare a morte.

Pì-c  Sm. Botta, urto, manrovescio. Ad prìm pì-c = di primo acchito. Ìnt un pì-c = di botto, di colpo.

Pìca  Sf. 1. Dispetto, ripicca. È più usato ripìca. 2. Arma medievale, simile alla lancia.

Picàj  Sm. Picciolo. Dal latino volgare pecjolus.

Picàja   Sf. 1. Racemo di vite con grappolo. 2. Gancio per fermare l’accetta alla cintola (Picàja ’d la pudàja). 3. Catenella. Êser dûls ad picàja = essere accondiscendente. Êser dûr ad picàj = essere insensibile.

Picajâr  V. intr. 1. Ciondolare, bighellonare. 2. Penzolare.

Picajûn  Agg. e Sm. Spilungone.

Picânt  Agg. 1. Piccante, pepato. 2. Scabroso.

Picè Sm. Gioco coi sassolini, detto anche giarèla.

Pìch,   Sm. 1. Piccone, marra. 2. Picco, cima. Calâr a pìch, = affondare. Cascâr (andâr šó) a pìch,=  precipitare.

Piché   Sm. Stoffa ricamata. Dal francese piqué.

Pichè Sm. 1. Picchetto, presidio, custodia. Dal francese piquet, = drappello. 2. Fittone per delimitare un’area, paletto. Êsr’ ad pichèt, = essere di guardia. Al gh’à mìs i pichèt, = ha segnato i confini.

Pichèta   Sf. Martellina, martello particolare per temperare le macine.

Pichetâr  V. tr. 1. Fare il picchetto, stare di guardia. 2. Delimitare una superficie coi paletti.

Pichiâta  Sf. 1. Acrobazia con l’aereo. 2. Discesa veloce. 3. Corsa. Da picchiare, termine dei piloti di aereo per indicare discesa a caduta libera.

Piciâ  Agg. e Pp.   1. Percosso, battuto. 2. Fissato, maniaco. 3. Poco furbo, picchiatello (riferito a persone). 4. Lavorato, bulinato, picchiettato (riferito a sassi). Darumàj l’é piciâ = ormai è fissato e non c’è nulla da fare. Sàs piciâ = sasso lavorato.

Piciâda 1. Sf. Percossa, botta, serie di botte. 2. Agg. e Pp.. Picchiata.

Piciadûr Sm. 1. Picchiatore, violento, prepotente. 2. Buttafuori. 3. Guardia del corpo.

Pícia la pôma   Locuz.   Gioco del nascondino. Vedi Póma.

Piciamân Sm. 1. Applauso. 2. Assenso. 3. Leccapiedi. 4. Persona servile.

Piciapôrta Sm. Battiporta, picchiotto. Si tratta di una manina in metallo che stringe una sfera, fissata alla porta con uno snodo. In corrispondenza con la porta veniva applicato un bullone su cui far battere la sfera.

Piciâr V. tr. 1. Picchiare, percuotere. 2. Bussare alla porta. 3. Andare a sbattere. 4. Urtare. 5. Preparare o scolpire la pietra, bulinare. Dal latino volgare picculare iterativo di piccare = percuotere (con la picca). Manîna màta -la pìcia chi la càta; – la càta ’l su’ padrûn: – la gh’ mòla dû s-ciafûn = la manina pazza  picchia chi incontra; incontra il suo padrone e gli molla due schiaffoni. Piciâgh dénter, = darci sotto. Piciâr šù = cadere, crollare. Piciâr al mân = applaudire.

Piciarîn, Piciaröl, PiciasàsSm. Scalpellino, chi lavora la pietra.

Piciôrla  Sm. 1. Vino scadente. 2. Ciottolo affusolato. 3. Persona un poco tonta.

Picòsa Sf. Piccozza. Normalmente s’intende quella degli alpinisti.

PicùlSm. 1. Picciolo della frutta. 2. Pene, membro virile. Dal latino pediculus = piccolo piede, sostegno.

Piculèsa  Sf. Banalità, piccolezza, cosa di poca importanza.

Picûn  Sm. Piccone.

Picunâda  Sf.  Picconata, zappata, colpo violento.

Picunâr, Spicunâr V. tr. Dissodare, scavare, bonificare il terreno da sassi e radici.

Picundrìa  Sf.  Ipocondria. Dal greco ypokondrion = cartilagine posta sotto le costole ove si credeva risiedesse la malinconia [Colonna].

Pidemìa   Sf.  Epidemia, contagio.

Pièla  Sf. 1. Legno di abete. 2. Legno dolce (in genere). Dal latino abies, abiella al diminutivo, poi bièlla quindi in pièlla.

Piemuntêš  Agg. Piemontese.

Piên 1. Agg. Pieno, colmo, completato. 2. Cicciottello, grassoccio. 3. Sm. Pesto per tortelli, agnolini o cappelletti. Dal latino plenus = pieno. Per Sânta Madalêna – la nûša l’è piêna – e s’ tàja l’avêna = per Santa Maddalena (22 luglio) la noce è piena e si falcia l’avena. L’é piên ’d sôld cmé un cân piên ’d piö-c = è pieno di soldi come un cane è pieno di pidocchi. In piêna lûš,= allo scoperto, alla luce. In piêna nòta, = al buio, a notte fonda.

Piêna 1. Agg. Colma, satura, piena, gravida (riferito ad animali). 2. Sf. Alluvione, fiumana.

Pienûn Sm. 1. Pienone. 2. Grande folla.

Pièt (ALocuz. Completamente, a tappeto, del tutto. L’espressione la si usaava quando si faceva l’ultima raccolta delle castagne, con l’intenzione di non cercarne più. Dopo c’era libertà per i pitocchi di raccogliere quello che trovavano.

Pietâ  Sf. 1. Pietà, compassione, umanità verso chi soffre. 2. Devozione. Dal latino pìetas.

Pietânsa  Sf. Pietanza, contorno. 

Piêva  Sf. Pieve, chiesa madre. Dal latino plebs = plebe, luogo in cui si raccoglieva il popolo.

Pifanìa   Sf. Festa dell’Epifania. Dal greco epiphàneia ierà = festa della manifestazione della divinità del Cristo. Vedi Epifanìa.

Pifre  Sm. 1. Piffero, zufolo. 2. Naso notevole. 3. Colpetto, dato col dito medio sganciandolo dal pollice. 4. Fischiatore.

Pifrûn  1. Agg. Nasuto. 2. Sm. Nasone.

Pîga  Sf. 1. Piega, piegatura. 2. Segno della stiratura. 3. Tendenza, andazzo, propensione. 4. Andamento. Al pôrta ’l brâghi cûn la pîga = porta i calzoni sempre ben stirati.  Fâgh dal pîghi = fare le frange a un discorso. Tör ’na brúta pîga = prendere una cattiva strada.  An fâr gnân ’na pîga = non scomporsi.

Pigâ  Agg. e Pp. 1. Piegato. 2. Curvo, chino. 3. Chiuso in un involto.

Pigadûra  Sf. 1. Macchina che piega le lamiere. 2. Occhiellatrice, cavatrice.

Pigadûra  Sf. Piega, piegatura.

Pigadûri  Sf. pl. Confezionamento delle carni suine a lunga conservazione (coppa, pancetta, soppressa, ecc.).

Pigafèr  Sm. Congegno per piegare il ferro per sagomare grate per porte, finestre, recinzioni.

Pigâr  V. tr. 1.  Piegare, pendere. 2. Curvare. 3. Chinare. 4. Flettere. 5. Ripiegare indumenti. 6. Riordinare tovaglia e tovaglioli, mettere a posto il bucato. 7. V. intr. Propendere, pendere da un lato. Dal latino plicare = piegare. La stròpa la s’ pîga fîn ch’l’è šûvna = il pollone si piega finché è giovane.

Pigâs  V. rifl. 1. Piegarsi, flettersi, curvarsi. 2. Sottomettersi.

Pigàs   Sm. 1. Picchio, notticola. 2. Minchione. 3. Una persona che pencola da tutte le parti. Dal latino picus, = picchio.

Pighîn Sm. Piegatore.

Piglâr V. intr. Pigolare, pipiare. Onomatopeico da pigolare.

Pìgna  Sf. Pigna. Dal latino pinea = di pino.

Pignàta Sf. Pignatta, teglia, tegame di terracotta. Da pigna per la forma. In origine le pignatte erano più alte, strette in basso e in alto, e larghe al centro, a forma di pigna. Al câld di linsö an’ fà mìa bùjer la pignàta = il tepore del letto non procura cibo. Un òc a la pignàta e ûn a la gàta = controlla il tegame (con dentro la carne) e il gatto (perché non la rubi).  Al diâvle al fa ’l pignàti, brîša i quêr-c = il diavolo fa le pentole, non i coperchi. 

Pignatâr Sm. Venditore di pignatte.

Pignatîn Sm. Tegamino.

Pignatûn Sm. 1. Grosso tegame; persona impacciata. 2. Ciccione, grassone.

Pignöl 1. Agg. Pignolo, esigente, fiscale. 2. Sm. Seme di pigna.

Pignûn Sm. 1. Pignone, vite conica per trasformare il movimento meccanico di una macchina da rettilineo ad angolare. 2. Bica di covoni. Dal longobardo bìga = mucchio.

Pignunâra Sf. Grossa bica di covoni, radunati nell’aia prima della trebbiatura.

Pigrìsia Sf. Pigrizia, indolenza. Dal latino pigritia.

Pigusâr  V. intr. 1. Dormicchiare. 2. Pencolare. 3. Comportamento dei pennuti (gallina, pollo, tacchino) in condizione di sfinimento per malattia o per sonno, che pigolano mentre cercano di tenersi svegli.

Pìla   Sf. 1. Pila di legno, porzione di tronco di un grosso albero sul quale si sbattevano le sacchelle piene di castagne secche per sgusciarle, o si sezionava in parti il maiale ucciso. 2. Recipiente di legno, a forma di cono rovesciato (detto giuvèl), entro cui si sgusciavano le castagne secche mediante un bastone con ghiera ferrata (detto gràfi). 3. Mortaio da cucina, ceppo per macellaio. 4. Mucchio di cose. 5. Acquasantiera. 6. Recipiente ottenuto scavando una grossa pietra e utilizzato come abbeveratoio per animali. 7. Sasso utilizzato dal calzolaio per infeltrire il cuoio. Si tratta di un semplice ciottolo di fiume, di sasso “crudo”, cioè molto resistente, su cui il calzolaio temperava il cuoio bagnato per renderlo più consistente e resistente. 8. Accumulatore, batteria elettrica, pila per torce o piccoli elettrodomestici. 9. Denaro, soldi. T’ê la pìla da l’âqua sânta, sei un’acquasantiera, cioè un ipocrita.

Pilàster, Pilàstre  Sm. 1. Colonna, pilastro, sostegno. 2. Cippo. Dal latino volgare pilaster, una pila, un accumulo di pietre sovrapposte.

Pilastrîn  Sm. 1. Muricciolo. 2. Colonnetta votiva. 3. Maestà, cippo votivo.

Pilè Sm. 1. Sostegno per piante tenere. 2. Pilastrino in muratura. 3. Mortaio, in marmo o in legno.

Pilèta  Sf. 1. Piletta per l’acqua santa; acquasantiera. 2. Sasso o legno scavato, usato per dare da bere agli animali da cortile.

Pilúch  Sm. Pilucco.

Pìlula  Sf. 1. Pillola, pastiglia, caramella medicinale. 2. Anticoncezionale. 

Pilûn  Sm. 1. Traliccio per le linee di alta tensione. 2. Pilastro di sostegno per i ponti.

Pilutâr  V. tr. 1. Guidare l’aereo o una macchina da corsa. 2. Influenzare qualcuno nelle proprie scelte. 3. Manipolare certi eventi a proprio vantaggio (come elezioni, concorsi, ecc.). Dal francese piloter.

Pîn Sm. 1. Pino, conifera. Dal latino pinus = pino. 2. Bimbo. Dal latino tardo putus = bimbo. Bèl al mi’ pîn! = caro il mio ragazzo (con sfumatura di compassione).

Pîna 1. Sf. Bimba. 2. Donna (vezzeggiativo). 3. N. pr. Giuseppina.

Pinàcul Sm. 1. Pinnacolo. 2. Pennacchio. 3. Gioco con le carte da ramino. Dal latino tardo pinnaculum, diminutivo di pinna (penna), quindi mazzetto di penne, pennacchio.

Pinaröl   Sm. Fungo che cresce sotto i pini (Boletus luteus).

Pincàj  Sm. 1. Peduncolo di foglia o frutto. 2. Fronzolo. 3. Organo sessuale maschile. Dal latino pediculus = piedino.

Pincajûn (In)  1. Locuz. A penzoloni. Vedi (In) Spincajûn. 2. Agg. Fiaccone, sfaticato.

Pinciâna  Sf. Sberleffo, imitazione beffarda, linguaccia. Fâr la pinciâna = fare sberleffi, rifare il verso.

Pinêta  Sf. Pineta, bosco di pini. Dal latino pineta (neutro di pinetum).

Pìnghel, Pìngle   Sm. Chiodo sottile e lungo, a sezione circolare. Dal francese epingle = spillo, oggetto appuntito. Sinonimi: Ciôd, Fêrla, Burchèta, Smênsa.

Pinglîn Sm. Chiodo lungo e sottile.

Pinguîn Sm. Pinguino. Dal francese pingouin, derivato dall’antico bretone penngwenn, = testa bianca.

Pinîn Sm. Bimbetto.

Pinò Sm. 1. Vino pinot. 2. Vitigno di origini francesi, ma oggi presente anche in Italia.

Pînsa Sf. 1. Pinza. 2. Pinzetta. 3. Ganascia meccanica.

Pìnš Sf. 1. Striscia di terreno. 2. Ramo con foglie e frutti.

Pinšèta   Sf. Rametto con foglie e frutti.

Pînta  Sf. Fiaschetta; misura di liquidi. Dal francese pìnte, con lo stesso significato.

Pintröl  Sm. 1. Aculeo, punteruolo. 2. Stimolo fissato su un bastone. Stùmbel cûn al pintröl, = bastone sottile e lungo, usato per stimolare i buoi. Normalmente era di frassino. 

Pintrulâr  V. tr.  1. Stimolare gli animali da tiro col pintröl. 2. Punzecchiare, infastidire.

Pìo pìo  Locuz. Fifa, paura. Al gàmbi al fân pio pio =  le gambe non mi reggono.

Piö Sm. 1. Pidocchio, acaro. 2. Avaro. Dal latino tardo peduculus (diminutivo di pedis) = pidocchio. Plâr i piö-c per vènder la pèla = il massimo dell’avarizia. Piöc arfàt = cafone arricchito. Chi ch’a gh’ à i piöc e chi ch’a gh’à i sôld – a i multìplica sênt volt = chi ha pidocchi e chi ha soldi li moltiplica cento volte. Tös d’ìnt i piö-c = togliersi dalla miseria.

Piöd  Sm. Aratro. Dal greco pluomaràtron = vomere con ruote. Il termine compare nell’editto di Rotari (643 d.C.) come plovum. Nomenclatura: Cûltra; Gmêra; Cùvi; Urèci; Martèl; Scudgadûr; Cariöl; Röda gròsa; Röda cìca; Sústa; Êla o âla; Gmerîn; Paramân, Paracùvi.

Piöda Sf. Tipo di aratro (per solchi grandi). Era ancora il grosso aratro di legno.

Piöl Sm. 1. Piolo. 2. Gradino. 3. Poggiapiedi. 4 Perno. Dal latino volgare pirjolus.

Piôla 1  Sf. 1. Pialla. 2. Pialletto (strumento per levigare). Dal latino volgare planula, da plana = pialla, spianatrice. Variante: pialèt e piulèt. Piôla da rìs = truciolatrice. Piôla da spesûr = piallatrice a spessore.

Piôla 2  Sf. Osteria di campagna.

Piòpa Sf. Pioppo (albero), legno fragile e dolce. Dal latino pòpulus.

Piöver, Piövre  V. intr. 1. Piovere. 2. Cadere dal cielo. 3. Arrivare improvvisamente.  Dal latino plùere = piovere. A piöv sûra ’l bagnâ = piove sul bagnato. A piöv che Dio la mànda = piove a dirotto. Se Dio ’l völ a piöv ànch cûn al sûl = se Dio lo vuole / piove anche quando è sereno.

Pìpa Sf. 1. Pipa per fumare. 2. Tubo a gomito. 3. Patta dei pantaloni. 4.Vulva. Dal francese pipe.  A n’ valêr ’na pìpa = non valere nulla. Và a fâr dal pìpi = va a quel paese.

Pipâda  Sf. 1. Fumata con la pipa. 2. Presa di tabacco. 3. Stupidaggine. Avêgh tanti pipâdi = fare tante storie.

Pipâr  V. tr. e V. intr. 1. Fumare usando la pipa. 2. Poltrire, sonnecchiare. 3. Boccheggiare. 4. Essere vicino all’ultimo respiro.

Pipî 1. Sf. Pipì. 2. Sm. Pisello di bimbo.

Pipiâr V. intr. Pigolare, tipico di uccelli o pulcini appena nati. Dal latino pipiare, pigolare.

Pipiöla Sf. 1. Tettarella, ciuccio del biberon. 2. Biberon per i vitelli.

Pipistrèl, Papastrèl  Sm. Pipistrello. Dal latino volgare vespertellus, dal classico vespertilio = uccello serotino.

Pìpo  N. pr. Pippo (nome con cui si definiva un aereo che viaggiava di notte e bombardava ogni luogo in cui ci fosse un lume acceso, durante la II guerra mondiale).

Pipù Sm. 1. Ricciolo. 2. Crocchia di capelli sulla testa.

Piràmide  Sf. Piramide. Dal latino pyramis.

Piràta  Sm. Pirata.

Pirimpimpêra  Sf. Esclamazione apparentemente senza senso. La si usa quando si vuole accennare a qualcosa di approssimativo, sia in musica, sia per fare il verso a qualche sbruffone.

Pirîn  Sm. Piccolo di tacchino o di pollo. Si dice anche picin.

Pirin pirin:  voce onomatopeica per chiamare i pulcini.

Pirlûn  Sm. 1. Albero verticale del mulino. 2. Stupido, imbranato.

Pirúl  Sm. 1. Pippiolino, puntina. 2. Coperchio, cupolino.

Pirulèta Sf. Piroetta, giro su se stessi. Dal francese pirouette.

Pirulîn Sm. 1. Pippiolino, puntina. 2. Coperchio, cupolino.

Pirûna pirûna  voce onomatopeica per chiamare a raccolta le galline.

s  Sm. 1. Pizzo, trina, orlo ri­camato. 2. Barbetta. 3. Pezzetto di terreno. 4. Spicchio.

ša   N. pr. Pisa. Fâr cmé i làdre ’d Piša, che ad dì i tàchi lita e d’ nòt i vân a rubâr insèm = Litigare e rifare pace appena c’è un vantaggio in vista. A gh’è chi ’d Pîša = si sta appisolando. L’aîd ’d Pîša = soccorso tardivo e inutile.

sa  Sf.  Urina, piscio.  An tgnîr gnân la pìsa = non riuscire a tenere un segreto.  La pìsa l’è fûrba, la scàpa anch ai carabiniêr =  la pipì è astuta, scappa anche ai carabinieri.

Pisâ   Agg. e Pp. 1. Pisciato. 2. Spifferato, rivelato.

Pisacân  Sm.  Fungo velenoso. Vedi Bisacân.

Pisàcra  Sf. 1. Beccaccia (uccello migratore simile alla starna e alla pernice). 2. Organo sessuale femminile.

Pisacrân, Pisacrûn Sm. 1. Piscione, incontinente. 2. Rubinetto che sgocciola.

Pisâda  Sf. Pisciata.

Pisadîna Sf. 1. Pisciata. 2. Inezia. Pisadîna da gnênt, inezia, sciocchezzuola.

Pisadûr Sm. 1. Pisciatore. 2. Pisciatoio, orinatoio.

Pisalèt  Sm. Tarassaco o dente di leone. Ha fiore giallo, a corona, che, maturando, si trasforma in piumino. Per evitare che i bimbi lo toccassero si diceva loro che faceva fare la pipì a letto (pìsa a lèt).

Pisâr  V. intr. 1. Erogare acqua. 2. Sgocciolare (delle fontanelle). 3. Urinare. Verbo di origine onomatopeica. Se t’ vö stâr sân pìsa spès cùma i cân = se vuoi restare sano urina spesso come i cani.  Prêr pisâr a lèt e dîr che t’ê sudâ, = essere in grado di fare i propri comodi.

Pisaröla  Sf. Sgocciolio, scolo di liquidi.

Pisaròt, Pisaròta Sm. e Sf. 1. Sgocciolio, scolo di liquidi. 2. Fontanella spontanea.

Pisâs  V. rifl. nell’espressione: Pisâs adòs = farsela sotto. Pisâs adòs d’al rìdre = scompisciarsi dalle risa.

Pisèt    Sm.  Pizzetto, barba.

Pìside   Sf. Pisside (teca a forma di calice ove si conservano le particole consacrate).

Pisîna  Sf.  Piscina.

Piš   Agg. e Pp.   Appisolato; sonnacchioso.

Pišlâr   V. intr. Pisolare, dormicchiare.

Pislâr   V. intr. Sgocciolare, innaffiare leggermente.

Pišlâs   V. rifl. Appisolarsi.

šle   Sm. Pisolo, sonno leggero.

Pislênt   Agg. 1. Madido, fradicio. 2. Fradicio di piscio.

Pišlîn   Sm. Pisolino, riposino.

Pist    1. Agg.  Pesto, schiacciato; disfatto, umiliato; stanco morto. 2. Sm. Pesto, sugo. Concia per la carne.

Pista    Sf. 1. Pista, traccia, corsia per le corse. 2. Percorso tracciato nei boschi da animali selvatici (cinghiali, cerbiatti). Da un antico italico “pista”, orma, attraverso il francese piste. Pista! = richiesta di lasciare libera la pista per manifestazioni o gare.

Pistâ   Agg. e Pp. 1. Pestato. 2. Macinato. 3. Picchiato. 4. Trebbiato (relativo al grano).

Pistâda   1. Sf. Battuto di lardo con aromi per preparare il soffritto. 2. Pp.  Macinata, pestata.

Pistadûr   Sm. 1. Battilardo. 2. Pestello, pila per triturare spezie. 3. Pestatore, picchiatore.

Pistadûra   Sf. 1. Battilardo. 2. Tavoletta per tritare verdure. 3. Macchina per trebbiare o per sgusciare le castagne.

Pistadûra   Sf. 1. Pestaggio. 2. Macellazione, scomposizione del maiale ucciso. 3. Trebbiatu­ra. 4. Sgusciatura delle castagne.

Pistàgna   Sf.  Orlo, pistagna, risvolto. Dallo spagnolo pestaña = ciglio, orlo.

Pistapèvre   Sm. Pestapepe, macinino per il pepe.

Pistâr   V. tr. 1. Pestare. 2. Schiacciare. 3. Calpestare. 4. Picchiare. 5. Triturare nel mortaio. Dal latino tardo pistare, = pestare. Pistâr l’àqua al galîni = fare una cosa inutile. Pistâr i pê = dare fastidio; fare capricci, ribellarsi.

Pistârd   Sm. (neol.) Corridore in bicicletta. Dal francese pistard = colui che corre in pista.

Pistarèla    Sf. 1. Battilardo. 2. Tavoletta su cui si triturano le verdure.

Pistaröl, Pistaröla Sm. e Sf. 1. Pestello. 2. Pila per battere il lardo o triturare spezie.

Pistâs  V. rifl.  Pestarsi, calpestarsi, picchiarsi.

Pistôla  Sf. 1. Rivoltella, arma. 2. Persona poco seria. 3. Membro virile.

Pistulâda  Sf. 1. Cretinata, stupidaggine. 2. Imbroglio.

Pistulîn  Sm. Piccolo pene, pisello.

Pistulûn  Sm. 1. Persona incapace, che non mantiene le promesse. 2. Giuggiolone, minchione.

Pistûn   Sm. 1. Fiasco, bottiglione. 2. Pestone sui piedi. 3. Pistone (meccanico). Dal francese pistôn. 4. Tasto di strumento a fiato.

Pistunsîn  Sm. Fiaschetto, piccolo bottiglione. Diminutivo di pistûn.

Pišulîn  Sm. Pisolino, riposino, sonno leggero.

Pisûn  1  Sm. Piccione, colombo. Dal latino tardo pipio (pipionis). È più usato clùmb.

Pisûn  2  Sm. Piscione. Affetto da enuresi.

Pît   Sm. 1. Tacchino. 2. Persona tonta, ritardato, cascamorto. Fâr al pît = cercare approcci con una ragazza. Ingugnâr a pît = deglutire il boccone intero, senza masticarlo; cioè restarci male, essere deluso. s cmé un pît, = rosso per l’ira. Arliâ cmé un pît = arrabbiato, infuriato.

Pîta  Sf.  1. Tacchina. 2. Asso di denari (per la figura che lo rappresenta, in cui si può ravvisare una tacchina). 3. Donna tonta.

Pitâl   Sm.  Pitale, vaso da notte. Aqua, diêta e pitâl – i guarìsi tú-c i mâl = acqua, dieta e pipì guariscono tutti i mali. Vedi Bucâl.

Pitîn  Sm.  Tacchinello.

Pitòch    Agg. e Sm. 1. Pitocco. 2. Poveraccio. 3. Ladro. 4. Tonto, poco sveglio. Dal greco ptokòs = mendicante. I pitocchi rubavano le castagne, o passavano, a raccolto avvenuto, per recuperare quanto rimaneva delle castagne o del grano.

Pitucâr   V. intr. Chiedere l’elemosina o una riduzione sul prezzo.

Pitucûn Sm. 1. Pitoccone. 2. Assillante. 3. Importunatore.

Pitûr    Sm. 1. Pittore, disegnatore. 2. Imbianchino. Dal latino pictor = pittore.

Pitûra  Sf. 1. Quadro. 2. Opera d’arte. 3. Colore, tinta, vernice. 4. Rossetto o belletto. Dal latino pictura.

Pitu  Agg. e Pp.  1. Pitturato. 2. Tinteggiato. 3. Imbellettato.

Piturâda  1. Sf. L’atto di pitturare. 2. Dipinta, tinteggiata con uno strato di colore. 3. Agg. e Pp. Imbellettata. I’ gh’ho dâ ’na piturâda = l’ho imbiancata alla meglio.

Piturâr V. tr. 1. Pitturare, dipingere. 2. Imbiancare, tinteggiare. Dal latino tardo picturare, classico pingere, dipingere.

Piturâs   V. rifl. Imbellettarsi.

Piuciâra  Sf. 1. Nido di pidocchi. 2. Colonia di pidocchi su fiori o piante.

Piucîna  Sf.  Semi di stafisagria (Delphinium Staphysagria), il cui olio veniva adoperato per confezionare antiparassitari.

Piuciûn  Agg. 1. Pidocchioso. 2. Sporco. 3. Avaro, meschino.

Piuciûš  Agg.  1. Pidocchioso. 2. Lercio (riferito anche alle piante cariche di acari).

Piudàsa  Sf.  Aratro di legno, con carrello a catene. Normalmente si tratta del piöd mansîn (aratro con ala a sinistra) adatto per terreni disagevoli.

Piudîn  Sm.  Piccolo aratro.

Piulâda  Agg. e Pp.   Piallata, levigata.

Piuladûra  Sf. Piallatura, levigatura. Indica anche i ricci prodotti dalla pialla, gli scarti.

Piulâr  V. tr. Piallare, levigare.

Piulèt  Sm. Pialletto, piccola pialla.

Piulûn  Sm. Grossa pialla (adatta a sgrossare più che a rifinire).

Piúma  Sf. 1. Piuma, penna. 2. Materasso di piume.  Aršêl cmé na piúma = leggero come una piuma.

Piumàs   Sm. 1. Piumaccio. 2. Cuscino. Dal latino tardo plumacium = piumaccio.

Piùmb Sm. 1. Piombo (lega metallica). 2. Pallottole di arma da fuoco. 3. Strumento per rilevare la perpendicolarità di una parete. Dal latino plùmbum. Stâr a piómb = avere l’appiombo. Rigare dritto. Föra ’d piùmb = fuori filo, non in linea. Mâl dal piómb = saturnismo.

Piumbadûr Sm. 1. Piombista, addetto alla piombatura. 2. Chi cura la messa a piombo dei muri.

Piumbadûra Sf. 1. Piombatura (apposizione dei sigilli di piombo). 2. Rivestimento di piombo (cupole, recipienti).

Piumbâr  V. tr.  1. Mettere a piombo un muro. 2. Mettere i sigilli (sequestrare una casa, un ufficio o un oggetto per precauzione di carattere giudiziario). 3. Sigillare un plico postale. 4. Otturare un dente. Piumbâr adòs; piumbâr in cà = arrivare all’improvviso, di sorpresa. 

Piumbîn  Sm. pl. 1. Piccoli proiettili di piombo, sferici, per la caccia. 2. Sigilli usati sugli spaghi dei pacchi postali o in occasione di sequestri per garantire la segretezza e l’incolumità dell’oggetto.

Piumîn  Sm.  1. Piccola coltre; coperta. 2. Giacca imbottita di piume. 3. Scopetto per spolverare.

Piumûn  Sm.  Coperta di piume (in sostituzione della vecchia imbottita, cuêrta imbutîda).

Piupâra  Sf.  Pioppeto.

Piupîn  Sm. Fungo della famiglia dell’Agrocybe ægerita, che cresce vicino ai pioppi. Piupîn màt = fungo della famiglia dell’Hypholoma.

Piupûn  Sm. 1. Grosso pioppo. 2. Persona ignorante.

Pièl   Sm. 1. Polvere di tarlo. Fâr al piušèl = tarlarsi (detto del legno o anche di derrate alimentari).

Pièla    Sf. Varietà di castagne.

Piutlâr   V. intr.  Piagnucolare; lamentarsi. Vedi Spiutlâr.

Piutlûn   Agg. Noioso, lagnoso. Vedi Spiutlûn.

Piuvâna (AquaSf. Acqua piovana.

Piuvûda 1. Sf. Scroscio di pioggia. 2. Pp. Caduta, piovuta, capitata a sorpresa.

Piuvûš   Agg. Piovoso.

Pîva  Sf. 1. Piva; zufolo; zampogna. La pîva veniva costruita: a) con la buccia di getti giovani di castagno o salice; b) con un segmento di sambuco oppure c) dal segmento di un soffione; d)  da una fogliolina d’erba fresca inumidita con la saliva e posizionata come ancia fra i due pollici; con due segmenti di vite verde e una strisciolina di cortecci della stesssavite. 2. Soffione, erba con inflorescenza a piumino. 3. Palloncino munito di fischietto. 4. Persona o discorso noioso. Dal latino volgare pipa = pigolio. Cùsta l’è pròpia ’na bèla pîva = è proprio una bella solfa. La pîva dal carnêr era un antico strumento a fiato, la cornamusa, usato fino all’Ottocento nelle feste campagnole. Il termine carnêr indica l’otre di pelle riempito d’aria per far suonare la zampogna.

Pivâda  Sf. Antico ballo lento, suonato con la piva.

Piviâl  Sm. Paramento sacro a forma di mantello. Dal latino pluvialis = mantello para-pioggia.

Plâ   Agg. e Pp.  1. Pelato, calvo. 2. Spoglio, arido, brullo. 3. Ripulito della scorza (tronco) o della buccia (frutto).

Plàca   Sf. 1. Placca, piastrina metallica. 2. Verniciatura. Dall’olandese plàken, attraverso il francese plaque.

Placâ   Agg. e Pp.  1. Placcato, ricoperto di una placca metallica. 2. Placato, calmato.

Placadûra  Sf.  Placcatura di un oggetto.

Placâr   V. tr.  Placcare, ricoprire con una placca. Dal francese plaquer.

Plachèta   Sf.  Placchetta, targhetta metallica.

Plâda   1. Sf. Pelata, calvizie. 2. Radura nel bo­sco. 3. Agg. e Pp. Pelata, sbucciata. 4. Calva. 5. Priva di erba. Cúcia plâda = zucca pelata. Cúcia plâda al fà i turtê / sénsa dân ai sö fradê; / i sö fradê i fân la sulâda (fertâda) / sénsa dân a cúcia plâda = zucca pelata prepara i tortelli / senza offrirli ai suoi fratelli; / i suoi fratelli pre­parano la crostata / (la frittata) senza offrirla a zucca pelata.

Pladîna  Sf. 1. Pelatina, leggera scalfittura. 2. Calvizie incipiente.

Pladûn   Agg. e Sm. Calvo, pelato.

Pladûr   Sm. 1. Depilatore. 2. Pelatoio, raschietto.

Plafûn   Sm.  Plafone, soffitto. Dal francese plafond, soffitto.

Plafunâr  V. tr.  Plafonare, soffittare.

Plafuniêra   Sf. Plafoniera, coprilampada radente il soffitto.

Plàm   Sm. 1. Pelame. 2. Peluria.

Plâr   V. tr. 1. Pelare, sbucciare, spellare (riferito alla preparazione di conigli e galline prima di cucinarli). 2. Pelare (figurato), riferito al gelo. 3. Far pagare caro. 4. Pelare, esaurire (figurato, riferito al gioco). Dal latino tardo pilare, = pelare; quindi togliere il pelo. A gh’é un vênt ch’al pêla = c’è un vento freddo che pela. ‘Na brúta gàta da plâr = avere un problema difficile da risolvere.

Plâs   V. rifl. Pelarsi, radersi, sbucciarsi, spellarsi, depilarsi.

Plàsa   Sf. 1. Pellaccia. 2. Avaraccio.

Plàstica   Sf.  Plastica.

Plastificâr   V. tr. 1. Plastificare. 2. Proteggere con uno strato plastico.

Plàtne   Sm. Platano, albero ad alto fusto.

Plàtin   Sm. Platino, metallo prezioso. Dallo spagnolo platina, derivato da plata = argento.

Platinâr   V. tr. Platinare, cromare con platino.  Rendere i capelli biondi quasi bianchi.

Platò   Sm. Cassetta per frutta, ortaggi e simili. Dal francese plateau = piano.

Plèure, Pleurìte   Sf.  Malattia dei polmoni, dovuta all’infiammazione della membrana che li avvolge. Dal greco pleurà = fianco.

Plîna   Sf.  Pellicina, pellicola.

Plìsa,   Sf. 1. Pelliccia. 2. Zolla con erba fresca e corta, utilizzata per ricostruire argini o per coprire la carbonaia.

Plisûn  Sm. Pelliccione.

Plòcia   Sf. 1. Fanghiglia, mota. 2. Neve in fase di scioglimento.

Plòdga   Sf. 1. Carne poltigliosa. 2. Ammasso gelatinoso. Andâr in plòdga = andare in poltiglia.

Plucâr   V. tr. e intr.  Sbocconcellare; assaggiare.

Plúch   Sm. 1. Pilucco. 2. Fiocchetto di peluria. 3. Piccola porzione. Dal latino volgare piluccare = togliere i peli (o le foglie).  Andâr adrê a tú-c i plúch = essere pignolo, cavillare, cercare il pelo nell’uovo.

Pluchîn  Sm. Pilucchetto, pilucco.

Plûn  Sm. 1. Pollone, getto nuovo di pianta. 2. Pampino, tralcio. Dal latino pullus, che indica sia il pulcino che il getto nuovo, fresco, della vite. Splunâr = staccare i polloni inutili. Fâr i plûn = germogliare.

Plûš   Agg. 1. Peloso, villoso. 2. Persona ambigua, esosa, cavillosa. Dal latino pilosus.

Pnâ   Sm. Pennato, accetta a forma di roncola. Dal latino pinnatus = dotato di penna (la punta a forma di becco).

Pnèl  Sm.  Pennello. Dal latino volgare penellus. Gnîr a pnèl = cadere a puntino.

Pú   Avv. Più, di più, maggiormente. I pú = la maggioranza.

Po   N. pr.  Fiume Po. Dal latino Padus.

Pò, Pù   Avv.   Poi, dopo. Dal latino post.

  Sm. e Avv.  Un poco. Dal latino paucum. Un pô = piccola quantità. Un pô d’ vîn = un goccio di vino. Spèta un pô = attendi un po’. Guârda un pô = guarda, osserva.

Pôch   Sm., Agg. e Avv.  Poco. A pôch a pôch = poco alla volta. Pôch pú=  poco più.

Pòcia   Sf. 1. Intingolo, sugo, bagna, salsa. 2. Fango.

Pôdghe, Pôrdghe   Sm. 1. Portico. 2. Colonnato a tettoia. 3. Fienile. 4. Ricovero per attrezzi. Dal latino porticus.

Pògia!   Escl.  Ordine dato agli animali di spostarsi appena.

Pogiafêr  Sm. 1. Appoggiaferro. 2. Servitore, attrezzo su cui il fabbro appoggiava i ferri da lavorare o lavorati che superavano le dimensioni del banco da lavoro.

Pogiamân Sm. 1. Passamano lungo le scale, corrimano. 2. Asticella usata dai pittori per rendere più stabile la mano.

Pogiapê  Sm. Poggiapiedi, supporto sostenitore per i piedi.

Pogiapiân   Sm. Posapiano, persona lenta.

Pogiaschêna  Sm. Poggiaschiena, schienale, spalliera.

Pogiatèsta  Sm. Poggiatesta.

Pòlga Sf. Albero giovane; getto sviluppato. Dal latino pullus =  germoglio.

Pòlisa  Sf.  Polizza, contratto assicurativo. Dal greco apòdeisis = dimostrazione, prova.

Póma (Pìcia laLocuz. 1. Gioco da bimbi, simi­le al nascondino. La póma è il punto prefissato che deve essere raggiunto e “toccato” in antici­po rispetto a chi “conta” (o sta sotto) per potere liberare tutti. 2. Cercare di guadagnare tempo. Šugâr a pìcia’ la póma =  giocare a nascondino o a “liberi tutti”. Se riferito agli adulti: cercare di evitare certi discorsi, distrarre.

Pómb, Pùmb Sm. 1. Mela, melo, pomo. 2. Pomolo, maniglia. 3. Borchia sferica. Dal latino pomum = frutto. Vîn ad pómb = sidro. Snâr cûn di pùmb cot = cenare con mele cotte; essere alla miseria. 

Pòpolo Sm. 1. Popolo, popolazione. 2. Gente comune. Dal latino pòpulus.

Pòr  Sm.  1. Porro. 2. Verruca, escrescenza. Dal latino porrum. Êser piên ’d pòr = avere molte verruche.

Pör, Pöra   Avv.  Pure, anche.

Pôrch  Sm. 1. Porco, maiale. 2. Persona laida. Dal latino porcus =  porco domestico.

Pôrfid  Sm. Porfido, pietra dura da pavimentazione stradale. Dal greco porphyreos =  pietra purpurea.

Pôrt  Sm. 1. Porto. 2. Scalo. 3. Traguardo. Dal latino portus.

Pôrta  Sf. 1. Porta, accesso. 2. Varco nelle mura cittadine. Dal latino porta, passaggio. Pôrta môrta = l’arco di accesso al cortile tra casa padronale e stalla.

Portabandiêra   Sm. 1. Alfiere. 2. Capo del corteo. 3. Supporto per la bandiera. 4. Sostenitore di un ideale; precursore; divulgatore di un’idea.

Portabašt  Sm. Portacatino; lavabo.

Portacìchi   Sm. Posacenere.

Portaciâv   Sm. Portachiavi.

Portaföj   Sm. 1. Portafoglio; portamonete. 2. Soldi.

Portafurtûna   Sm. Portafortuna, oggetto scaramantico. Il più comune è il quadrifoglio.

Portalâmpada   Sm. Portalampada.

Portamès-ci,   Sm. Portamescoli, appendimescoli.

Portaöv   Sm. Vasetto portauovo a forma di calice. Rêda portaöv = rete portauova, era un canestrello metallico entro cui si ponevano le uova dopo l’alvâda.

Portapàch   Sm. 1. Portapacchi. 2. Accessorio per auto, moto o bici.

Portapèna   Sm. 1. Portapenne. 2. Cannuccia per reggere i pennini. Sinonimo: Canúcia.

Portaritràt Sm. 1. Portafoto. 2. Cornice per foto. Anticamente le foto venivano dette ritràt.

Portarlöj   Sm. Portaorologio, minuscola bacheca cui si appendeva l’orologio da tasca prima di coricarsi.

Portasavûn   Sm. Portasapone.

PortasèndraSm. Posacenere.

PortasigarètiSm. Cofanetto per le sigarette. Può essere anche una scatola da borsetta o da tasca.

PortasìgreSm. Cofanetto per sigari.

PortasìpriaSm. Portacipria, cofanetto contenente cipria e tampone.

Portavûš   Sm. 1. Portavoce, intermediario. 2. Ambasciatore.

Portinfân  Sm. (neol.) Portinfante = marsupio per il trasporto di neonati.

Portugàl   Sm. e N. pr.  1. Mandarino. 2. Portogallo (stato). Vedi Purtugàl.

Portulàca   S. f.  Neologismo. Fiore a tinte vivaci, originario dell’America.

Portumbrèla  Sm. Portaombrelli.

Pöš  Sm. Poggio, poggiolo, rialzo. Dal latino podium, poggio.

ša  Sf. 1. Posa, atteggiamento. 2. Presa di posizione. 3. Arroganza. 4. Fondo di liquami, deposito. 5. Posizionamento (di oggetti come mattonelle).

Pòst   Sm. 1. Posto, luogo. 2. Posto di lavoro. 3. Impiego. Dal latino pòsitus (da ponere), situato, collocato. Cambiâr pòst = trasferirsi, cambiare attività. Dâr al pòst = cedere il posto. Fermâr al pòst = prenotare. Mètr’ a pòst, = mettere in ordine. Êsr’ a post = essere bene (ma se detto in modo ironico significa trovarsi a mal partito o nonessere normale).  Chi ch’ va a l’òst, al pèrd al pòst = chi va all’osteria, perde il posto, chi si allontana perde il turno.

Pòsta  Sf. 1. Corrispondenza. 2. Ufficio postale. Dal latino (loca) posita, intendendo sia la stazione di sosta e distribuzione sia la corrispondenza. 3. Vagone o furgone adibito al trasporto della corrispondenza. 4. Stallo per animali. 5. Somma puntata al gioco. 6. Modo di fare la caccia stando in postazione fissa. 7. Portata, entità. Impiegâ d’ la pòsta = postelegrafonico. Cân da pòsta = cane da ferma. Andâr a la pòsta = cacciare da fermi; appostarsi. Fâr la pòsta = controllare, spiare.  A pòsta = di proposito.

Pòta!   1. Escl. Perbacco! Caspita! 2. Sf. Vulva.  Il vocabolo è nato dalla interpretazione frettolosa di Pot.ta, che nella corrispondenza tra le autorità locali e quella centrale equivaleva a Pot(es) = podestà, autorità.

Pôver, Pôvre   Agg. 1. Povero, tapino. 2. Defunto. Dal latino pàuper = povero, carente.

Povrèt   Agg. 1. Povero. 2. Defunto. Scritto così si usa come espressione di pietà.

Pr’  Prep. Contrazione di “per” davanti a parola che inizia per vocale. Pr’avêr = per avere.

Prâ  Sm. 1. Prato. 2. Campo. Dal latino pratum. Prâ da cà = prato vicino a casa.  Terên mìs a prâ = terreno prativo. Fâr prâ = inerbare.

Pradîn, Pradîna  Sm. e Sf.   Pratino, radura.

Pr’a mâl, Per mâl   Locuz.  Avêsne per mâl =  sentirsi offeso, risentirsi.

Pramšân 1.  Agg. Parmigiano, parmense. 2. Sm. Territorio di Parma. 3. Formaggio grana. Dal nome della città Parma. Vênt pramšân = vento da occidente. Ìnt al pramšân = nel territorio di Parma.

Pramšâna Agg. Modo per indicare il territorio parmense:  I’ ên andâ fîn in pramšâna = sono arrivati in territorio di Parma.

Prân   Avv. Molto, assai, pur anche. T’ê prân brâv = sei davvero bravo. L’é prân bèl = è molto bello.

Pràtich   Agg. 1. Pratico, concreto. 2. Esperto, competente. 3. Frequentatore. 4. Facile da usare. Dal grecopràsso = faccio, attraverso il latino tardo practicus.

Pràtica   Sf. 1. Pratica, esercizio, esperienza. 2. Documento, certificato. 3. Iter di una domanda. Avêgh d’ la pràtica, = avere esperienza. Sbrujâr ‘na pràtica = ottenere una documentazione da un ufficio pubblico.

Praticânt   Sm. Chi impara un mestiere.

Praticâr   V. tr. Praticare, frequentare.

Precedênsa   Sf. Precedenza, diritto di priorità. Dal latino præcèdere = camminare davanti.

Precedênt   Agg. Anteriore, precedente.

Precèt   Sm. 1. Precetto, comando. 2. Comando sacro. 3. Ordine di partire per il servizio militare. Dal latino præcèptum., Festa obbligatoria =  Fèsta ’d precèt.  Avviso di arruolamento: Cartulîna d’ precèt.

Precîš,    Agg. 1. Preciso, esatto. 2. Uguale. 3. Meticoloso. 4. Ordinato. Dal latino præcìsus = tagliato, reso abbreviato. Precîš cmé ’n arlöj = preciso come un orologio. Precîš l’é môrt; Cîrca l’é in agunìa; e pu’ sta mâl ânch Bastasìa  = “Preciso” è morto, “Circa” sta per morire, poi è grave anche “Purchesia”.

Precišâr   V. tr.  Specificare, precisare, mettere in chiaro.

Precišiûn    Sf.  Precisione, esattezza, meticolosità.

Prêda  Sf. 1. Pietra, sasso. 2. Cote, pietra smerigliata. 3. Pietra focaia. 4. Grossa pietra per sgranare i cereali (vedi Piagnûn). Dal latino pètra = sasso.  La Prêda per antonomasia è Bismantova.  Al mâl  d ‘la prêda = 1. Calcolosi renale. 2. Mania di costruire. Dâr la prêda =  affilare con la cote.

Predèla   Sf. Predella, podio, base.

Prèdica  Sf. 1. Predica, lavata di capo. 2. Sermone sacro. Sunâr la prèdica = suonare le campane per annunciare la predica. Mnèstra fìsa e prèdica ciâra = minestra densa e predica comprensibile, cioè:  patti chiari e amicizia lunga.

Predicâr   V. tr. 1. Predicare. 2. Diffondere un’idea. 3. Rimproverare; fare la morale. Dal latino cristiano prædicare, predicare. Improvvisare la predica:  Predicâr a bràs.

Predicatûr   Sm. Predicatore, oratore di materia sacra.

Predicòs   Sm. Rimprovero, sollecitazione.

Predîna  Sf. Pietra focaia per accendini. Nei primi accendini, quelli a benzina, era possibile cambiare anche la “pietrina”, oltre che ricaricarli.

Prefasiûn   Sf. 1. Prefazione. 2. Introduzione. Dal latino præfatio (da præ-fari) = discorso che viene prima.

Preferênsa   Sf. 1. Preferenza, scelta. 2. Simpatia. 3. Partigianeria. Avêr [fâr] dal preferênsi = favorire qualcuno a danno di altri.

Preferîr   V. tr. 1. Preferire, prediligere. 2. Scegliere. Dal latino præferre = mettere prima.

Prefèt   Sm. Prefetto, capo di un nucleo, di una provincia. Dal latino præfèctus = messo a capo, preposto.

Prefetûra   Sf. 1. Prefettura, luogo ove risiede il prefetto. 2. Territorio di giurisdizione del prefetto.

Pregâr    V. tr. e V. intr. 1. Pregare, implorare, supplicare. 2. Pregare, dire orazioni, invocare Dio o i santi. 3. Insistere con qualcuno per ottenere una cosa. Dal latino precari.

Preghiêra   Sf. 1. Preghiera. 2. Orazione. 3. Domanda di favori. Si diceva: Dîr al bên.

Pregiudicâ     Agg. e Pp.   1. Pregiudicato. 2. Sospettato di reato. 3. Bandito. 4. Compromesso.

Pregius Sm. 1. Prevenzione, pregiudizio, sospetto. 2. Danno, danneggiamento. Dal latino præjudicium.

Prégn, Prégna  Agg. 1. Impregnato, pieno. 2. Gravida. L’ê prégna = è gravida.

Prelúdi   Sm. 1. Preludio. Dal latino præludere, che, alla lettera significa giocare prima.  Alla base c’è il concetto che fare musica ssia un gioco. Ancora in Francia si dice jouer de piano = suonare il piano.

Prèmi  Sm. 1. Premio, ricompensa. 2. Trofeo. 3. Gratifica. Dal latino præmium.

Premiâr 1. V. tr. Premiare, gratificare. 2. V. intr. Stare a cuore, interessare. 

Premiasiûn  Sf. Premiazione, gratifica, riconoscimento di meriti.

Prèmre   V. intr.  Premere, stare a cuore, interessare. A m’ prèma fnîr al lavûr = ho fretta di concludere.

Premûra   Sf. 1. Premura, attenzione. 2. Preoccupazione. 3. Fretta. Fâr premûra = sollecitare.

Premuš   Agg. Premuroso, delicato, ossequiente.

Preparâr   V. tr. 1. Preparare, predisporre. 2. Allestire; cucinare. 3. Provvedere per tempo. Dal latino præ e paràre, = procurare.

Preparâs   V. rifl. 1. Premunirsi, prepararsi. 2. Predisporsi (anche a eventuali brutti eventi).

Preparasiûn  Sf. 1. Preparazione, allestimento. 2. Predisposizione. 3. Impegno, studio.

Preputênsa  Sf. 1. Prepotenza, violenza. 2. Usurpazione. 3. Condizionamento. Dal latino tardo præ+potentia = mostrare la (propria) potenza.

Preputênt  Agg. 1. Prepotente, arrogante. 2. Violento.

Prêr   1. V. intr. Potere, avere ascendente, comandare. 2. Disporre di mezzi economici. 3. Sm. pl. I poteri, i mezzi, le facoltà.  Avêgh di prêr = avere dei poteri.

Prèsa   Sf. Pressa (macchina per pressare prodotti ceramici, o per imballare il fieno, la paglia, la carta o gli stracci). Dal latino pressare = premere.

Prêša   Sf. 1. Presa, modo di prendere. 2. Pizzico di qualcosa (tabacco). 3. Pezzetto di terreno, zona di orto. 4. Presa elettrica o telefonica. 5. Aggancio a sistema idrico (canale o tubo). 6. Presa, presina, piccolo ritaglio di stoffa imbottito che si usa per afferrare i tegami. Dal latino prehensio = presa. Prešulîna = piccola area da coltivare; riquadro dell’orto.  Fâr prêša = quando l’impasto (cemento o calce) diventa sodo. Cimênt a prûnta prêša = cemento a presa rapida.

Presâr   V. tr. 1. Premere. 2. Insistere. 3. Stimolare. 4. Pressare. 5. Imballare foraggi. Dal latino pressàre, intensivo di prèmere.

Prešênsa  Sf. Presenza. Dal latino præsèntia.

Prešênt   Agg. 1. Presente. 2. Che assiste. 3. Consapevole. 4. Sveglio. Dal latino præsens. In questo momento = Al prešênt.  Per il momento = Pr’al prešênt.

Prešentadûr   Sm. 1. Presentatore. 2. Conduttore di uno spettacolo.

Prešentâr   V. tr. 1. Presentare. 2. Mostrare. Dal latino tardo præsentare = mostrare.

Prešentâs  V. rifl. 1. Presentarsi. 2. Declinare le proprie generalità. 3. Farsi notare (anche in maniera negativa). 4. Andare a un appuntamento. Prešentâs bên = fare bella figura, fare bella mostra di sé.

Prešentasiûn  Sf. Presentazione (di un prodotto, di una persona, di un libro).

Prešèpi    Sm. Presepio, Natività. Dal latino præsèpe o præsèpium = recinto per animali con mangiatoia. Il primo presepio della storia fu quello vivente preparato da san Francesco a Greccio nel 1223.

Près  Sm. 1. Costo. 2. Prezzo. 3. Sacrificio. Dal latino pretium = prezzo. L’útme prèsi = prezzo definitivo. Scrìvre al prèsi = prezzare. Tirâr insìma al  prèsi = tirare sul prezzo. Tgnîr bàs  i prèsi = calmierare.

Prèsia  Sf. Fretta, urgenza.

Prèside  Sm. Presiede. Dal latino præses (idis) = colui che presiede.

Presidênsa   Sf.  1. Presidenza, carica. 2. Luogo ove risiede il presidente.

Presidênt   Sm. 1. Presidente. 2. Capo di una associazione o di un ente.

PresìdiSm. 1. Presidio. 2. Protezione. 3. Controllo militare.  Dal latino præsidium.  Alla lettera: stabilirsi (sedersi) davanti a un oggetto per proteggerlo.

Presiûn   Sf. 1. Pressione. 2. Compressione, insistenza. 3. Pressione arteriosa. Dal latino pressio = peso, schiacciamento. Pruvâr la presiûn = misurare la propria pressione arteriosa. sa presiûn = situazione atmosferica di bassa pressione; stato di pessimismo, di depressione.

Presš   Agg. 1. Prezioso, inestimabile. 2. Importante, raro. 3. Oggetto prezioso, di valore. Dal latino pretiosus, = che ha un alto prezzo.

Prešlîna, Prešulîna  Sf. Piccola parte di orto.

Prèst  Avv. Presto, velocemente, in fretta, di buon’ora. Dal latino præsto. come dire: sto già qua.

Prèst  Sm. Prestito. Andâr in prèst ad pân = chiedere il pane in prestito. Dâr in prēst = prestare. Dmandâr in prèst = chiedere in prestito. Êsr’ in prèst = trovarsi a disagio. Un prestito di oggetti fatto a malincuore era accompagnato dal detto: Si chiama Pietro – ritorna indietro, quasi a garantirne la restituzione.

Prestâr V. tr. 1. Dare a prestito. 2. Chiedere un oggetto in prestito. 3. Fare attenzione.

Prestâs  V. rifl. Prestarsi, rendersi disponibile.

Prêt  Sm. 1. Prete, sacerdote. Dal greco presbyteros, in latino presbyter = anziano, saggio. 2. Supporto per lo scaldino da letto. 3. Varietà di farfalla. Si dicevano “preti” quelle nere e “frati” quelle rosse. Capèl da prêt = tipo di zampone a forma triangolare. Schêrs da prêt = scherzo pesante. Bcûn dal prêt = posteriore del pollo.

Prêta   Sf. Perpetua (termine scherzoso).

Pretendênt   Sm. 1. Preten­dente. 2. Pretenzioso.

Pretensiûš   Agg. Preten­zioso. Esigente.

Pretêš Sf. Pretesa.

Pretèst  Sm. 1. Pretesto, scusa. 2. Occasione.

Pretûr  Sm. Pretore, autorità preposta all’ordine pubblico in una provincia. Dal latino prætorAh! Ch’e’ sênta, sgnûr Pritûr, /cûl lé l’êra un bröt lavûr = Ah! Senta, signor Pretore, quello era davvero un fattaccio [Quirûn da Palarê].

Pretûra  Sf. 1. Pretura, uffici. 2. Residenza del pretore.

Prevèder, Prevèdre   V. tr. Prevedere, presagire, immaginare. Dal latino prævidere = vedere in anticipo.

Preventîv 1. Sm. Preventivo. 2. Piano finanziario. 3. Abbozzo di progetto. 4. Agg. (Metodo o cura) che previene. Dal latino prævenire = giungere in anticipo, prevenire.

Previdênsa   Sf. 1. Previdenza. 2. Accantonamento di mezzi economici in previsione di eventuali necessità future.

Previdênt  Agg. 1. Previdente, cauto. 2. Preoccupato per il futuro.

Previšiûn  Sf. 1. Previsione. 2. Accortezza. 3. Premonizione, preveggenza. Dal latino prævisio.

Prevìst   Agg. e Pp.   1. Previsto, immaginato. 2. Aspettato.

Prevustûra   Sf.  Prevostura.

Prìl,    Sm. 1. Giro su se stesso, giravolta. 2. Cambiamento di direzione. 3. Cambiamento di parere, cambiamento di umore. 4. Gesto incongruente. Ciapâr un prìl = prendere una decisione avventata.

Prìla    Sf. Trottola.

Prilâda 1. Sf. Giravolta. 2. Ritirata. 3. Improvviso cambiamento di direzione (anche morale). 4. Agg. e Pp.. Ruotata, girata.

Prilamênt  Sm. Giramento; capogiro (usato particolarmente in riferimento ai giramenti di testa).

Prilâr  1. V. tr. Girare, rigirare. 2. Far roteare. 3. V. intr. Indugiare. Prilâr al fûš = filare lana o canapa. Vôlta e prìla = gira e rigira, non concludere. Vôlta e prìla, vôlta e prìla, ma ‘l comûn l’armàgn a Vìla, = volta e rivolta,  ma il municipio resta a Villa (così si diceva ogni volta che si tentava di spostare il municipio da Villa a Minozzo).

Prilâs   V. rifl. Girarsi, rigirarsi.

Prilîn Sm. 1. Trottolino. 2. Bambino vivace.

Prilîna Sf. 1. Trottolina. 2. Bambina vivace.

Prìm,  Prìm  Agg. num. 1. Primo. 2. Migliore. 3. Anteriore. Êsre al prìm = essere il primo (della classe). Fâr da prìm = Cantare con voce tenorile, e  intonare il coro.

Prìma   1  Avv. Prima, anteriormente, in precedenza.  Prìma ’d fâr ’na coša = prima di fare una cosa. Prìma al duvêr e po’ ’l piâšer =  prima il dovere, poi il piacere.

Prìma  Sf.  Classe prima elementare. Fâr la prìma = frequentare la prima elementare.

Primadìs    Agg. Primaticcio, frutto iniziale di stagione.

Primàri  Sm. Primario, responsabile di un reparto d’ospedale. Primus inter pares per i latini: primo fra uguali.

Primaröl    Agg. “Primaiolo”, che giunge primo (è riferito ai primi frutti di stagione). Dal latino primarius = che sta nei primi posti.

Primaröla   Sf. Mucca di primo parto.

Primavêra   Sf. 1. Primavera, bella stagione. 2. Età giovanile. 3. Numero d’anni. Dal latino primo vere. Fiûr d’ la primavêra, croco.

Primaverîl   Agg. 1. Primaverile. 2. Fresco. 3. Giovane.

Primiêra   Sf. Punto ottenuto con la somma dei sette e dei sei (nel gioco della scopa o dello scopone).

Prìncip   Sm. Principe. Dal latino princeps = il primo, chi dà inizio aduna sequenza.

Principâl 1. Agg. Principale. 2 . Più importante. 3. Essenziale. 4. Sm. Titolare, responsabile. Dal latino principàlis.

Principèsa  Sf. 1. Principessa, nobildonna. 2. Persona che si dà delle arie, vanitosa o schizzinosa.

Prinsìpi   Sm. Principio, inizio. Dal latino princìpium.

Prîv  Agg. Privo, carente, mancante di qualcosa. Dal latino privus.

Privâ  1. Sm. Privato, impedito. 2. Agg. e Pp.. Perso­nale, riservato. 3. Costretto a rinunciare a qual­cosa.

Privâr  V. tr. Privare, sottrarre, impedire. Dal latino privare.

Privâs  V. rifl. 1. Privarsi. 2. Sacrificarsi, rinunciare a qualcosa.

Privasiûn  Sf. 1. Privazione, sottrazione di qualcosa. 2. Sacrificio. 3. Mancanza di mezzi economici, stento.

Privatìsta  Sm. Chi si presenta a un esame (dopo aver frequentato un corso di studi privato).

Privatîva  Sf. Tabaccheria, drogheria, spaccio per articoli di monopolio. Dal latino tardo privàtivus.

Privilè-g   Sm. 1. Privilegio. 2. Benemerenza. Dal latino privilegium.

Privilegiâ  Agg. e Pp.  1. Privilegiato. 2. Esentato. 3. Favorito.

Privilegiâr   V. tr.  1. Privilegiare. 2. Favorire.

Pro   Sm. Pro, utilità, vantaggio. Dal latino pro = a favore di.

Pröl   Sm. 1. Piolo, scalino. 2. Perno. 3. Cavicchio.

Pròpi   Agg. 1. Proprio. 2. Pertinente, caratteristico.

Pròpi   Avv. Proprio così, esattamente.

Pròpia   Avv. Proprio, esattamente. Al gh’ vrîva pròpia = è stata una cosa provvidenziale (ma anche il contrario).

Propòsta  1. Agg. Proposta, suggerita. 2. Sf. Termini per un contratto. Fâr ’na prupòsta = proporre.

Proprietâ   Sf. 1. Proprietà. 2. Podere. 3. Possessione, titolo di proprietà.

Pròsper,  Pròspre   1. Agg. Rigoglioso, fiorente. 2. N. pr.  Prospero, patrono della diocesi di Reggio Emilia. Dal latino prosper.

Pröva   Sf. 1. Prova. 2. Test; esperimento. 3. Sofferenza, dolore. Dal latino probatioDâr a pröva = dare in prova. Fâr al prövi = provare. Fâr dal prövi = sperimentare.

Prublêma  Sm. 1. Problema, compito di aritmetica. 2. Difficoltà. 3. Contrattempo. 4. Dilemma. Dal greco pròblema, attraverso il latino problema = questione.

Prucès   Sm. 1. Processo, causa legale. 2. Procedimento. Rôba da prucès = cose inaudite.

Prucesâ   Agg. e Pp.   Processato, condannato.

Prucesâr  V. tr. Processare, condannare.

Prucesiûn   Sf. 1. Processione. 2. Rito religioso. 3. Fila di gente, susseguirsi di persone. 4. Teoria di insetti (quali le formiche). Dal latino processio.

Prucûra   Sf. 1. Procura, sede del procuratore. 2. Autorizzazione a curare gli interessi di una persona.

Prucuradûr  Sm. 1. Procuratore, magistrato. 2. Procacciatore di affari. Dal latino procurator = chi cura gli interessi di qualcuno.

Prucurâr   V. tr. 1. Procurare qualcosa. 2. Provvedere, procacciare. 3. Causare. Dal latino procurare.

Prucurâs   V. rifl. Acquistare, procurarsi qualcosa.

Prudênsa   Sf. 1. Prudenza, accortezza. 2. Furbizia. 3. Educazione. Dal latino prudentiaLasâgh la prudênsa = lasciare qualcosa nel piatto per non fare brutta figura.  

Prudênt   Agg.  1. Prudente, ponderato. 2. Sospettoso. 3. Educato.

Prudèsa  Sf. Prodezza, gesto eroico.

Prudót   Sm. 1. Prodotto, raccolto. 2. Opera artigianale finita. 

Prudusiûn   Sf. 1. Produzione. 2. Realizzazione. 3. Ciclo di realizzazione di un prodotto.

Prudutûr  Sm. Produttore, confezionatore.

Pruferîr  V. tr. 1. Proferire, esprimere il proprio parere. 2. Proporre, fare una offerta. 3. Riferire, parlare. Dal latino proferre.   Al n’à pruferî parôla = è stato zitto.

Prufesìa  Sf. 1. Profezia, predizione. 2. Presagio.

Prufesiûn   Sf. 1. Professione, mestiere. 2. Dichiarazione. Dal latino professio.

Prufesiunâl   Agg. 1. Professionale. 2. Ben fatto.

Prufesiunìsta   Sm. Professionista, specialista in un mestiere.  

Prufesûr   Sm. 1. Professore. 2. Medico esperto. 3. Docente. 4. Saccente, sbruffone.

Prufesurèsa   Sf. 1. Professoressa, insegnante. 2. Esperta.

Prufesurûn Sm. 1. Persona molto istruita. 2. Persona boriosa.

Prufêta   Sm. 1. Profeta (in senso biblico). 2. Preveggente; indovino. Dal tardo latino propheta, a sua volta dal greco pro  (prima, in anticipo) e phemì (parlo), quindi prevedo, predìco.

Prufîl   Sm. 1. Profilo, lineamenti (del corpo). 2. Modo di apparire (di una cosa). 3. Lato (da discutere).

Prufìt  Sm. Profitto, guadagno, rendita. Dal latino profectus, attraverso il francese profit.

Prufitadûr  Agg. Profittatore, opportunista.

Prufitâr   V. intr. 1. Approfittare. 2. Cercare vantaggi. 3. Utilizzare. 4. Abusare, sfruttare.

Prufitâs   V. rifl. Cogliere l’occasione, approfittare, fare il proprio interesse.

Prufrîs   V. rifl. Proporsi, offrirsi, profferirsi.

Prufúm, Perfù Sm. 1. Profumo, odore, aroma, olezzo; essenza di profumo. 2. Boccetta per profumo. Dal latino volgare perfumus.

Prufu  Agg. e Pp.   1. Profumato, odoroso. 2. Cosparso di profumo. 3. Impomatato.

Prufumâr    1. V. intr. Emanare profumo. 2. V. tr. Cospargere di profumo.

Prufumâs   V. rifl. 1. Profumarsi. 2. Curare la propria persona.

Prufumerìa  Sf. Profumeria, negozio di profumi.

Prugèt    Sm. 1. Progetto, piano. 2. Idea per un lavoro. 3. Disegno per un’opera. Dal francese projet.

Prugetâr   V. tr. 1. Progettare, studiare un piano o uno schizzo. 2. Mettere su carta i dati per un lavoro.

Prugetasiûn  Sf. Progettazione. Organizzazione di un lavoro o di un evento.

Prugetìsta   Sm. 1. Chi fa o analizza progetti. 2. Ingegnere; architetto.

Prugràma Sm. 1. Programma, predisposizione di un lavoro. 2. Piano. Dal greco prògramma, anche in latino programma.

Prugramâr    V. tr.  Programmare, organizzare un piano.

Prugramasiûn   Sf. Piano di lavoro, programmazione.

Prugredîr    V. intr. Progredire, migliorare; evolversi in meglio. Dal latino progredi = camminare in avanti.

Prugrès   Sm. Progresso, evoluzione; miglioramento.

Prugresìsta   Sm. Chi segue idee innovative.

Pruibî   Agg. e Pp.  1. Vietato, proibito. 2. Irraggiungibile. 3. Fuori della portata.

Pruibîr   V. tr. Proibire, impedire; vietare. Dal latino prohibēre.

Pruibisiûn   Sf. 1. Proibizione, impedimento. 2. Negazione.

Pruibisiunìsta   Sm. Chi condivide le idee del proibizionismo.

Pruibisiunîšme   Sm. Proibizionismo. Fase storica in cui, negli Stati Uniti, fu vietata la vendita di alcolici.

Pruietâr  V. tr. 1. Lanciare lontano. 2. Proiettore (di film o diapositive).

Prujètil   Sm. Proiettile, pallottola, pallettone di fucile. Dal latino projectus, da projcere = lanciare.

Prulùnga   Sf. 1. Prolunga. 2. Parte aggiuntiva. 3. Cavo elettrico con presa e spina.

Prumètre V. tr. 1. Promettere. 2. Dare parola d’onore. Dal latino promittere.

Prumìs,   Agg. e Pp. 1. Promesso, pattuito. 2. Contrattato.

Prumìs Sf. 1. Promessa, garanzia. 2. Impegno.

Prumòs    Agg. e Pp.  1. Promosso, abilitato. 2. Passato a un incarico superiore.

Prumöver, Prumövre   V. tr. 1. Promuovere, abilitare. 2. Dare un incarico superiore. Dal latino promovēre = muovere in avanti.

Prûnt   Agg. 1. Pronto, disponibile. 2. Preparato. 3. Vestito, agghindato per uscire. 4. Di mente vivace, intuitivo, sveglio. Dal latino pròmptus.

Pruntès Sf. 1. Prontezza di spirito, vivacità di intelletto. 2. Forma fisica.

Prunûnsia   Sf.  Pronuncia, flessione del parlare.

Prununsiâr  V. tr. 1. Pronunciare, dire. 2. Esprimere il proprio parere. Dal latino pro+nuntiare = annunziare alla preseenza di qualcuno

Prununsiâs V. rifl. Dare un giudizio, esprimersi in merito.

Prupagànda   Sf. 1. Pubblicità di un prodotto. 2. Diffusione di una idea politica, sociale o religiosa. Dal latino propaganda = cose da diffondere, da rendere note.

Prupagandâr V. tr. 1. Propagandare, diffondere. 2. Fare pubblicità.

Pruperietâ Sf. 1. Proprietà, podere. 2. Possessione. 3. Titolo di proprietà. Dal latino proprietas.

 

Prupòsta  1. Agg. Proposta, suggerita. 2. Sf. Termini per un contratto. Fâr ’na prupòsta = proporre.

Pruprietàri   Sm. Proprietario, possidente.

Prupursiûn  Sf. 1. Proporzione, adeguatezza. 2. Giusta misura. 

Prupursiunâ   Agg. e Pp.   1. Proporzionato, adeguato. 2. In misura bilanciata.

Prús,    Sm.  Pero o pera selvatica.

Pruseguimênt   Sm. Continuazione, proseguimento.

Pruseguîr   V. intr. Proseguire, procedere, continuare. Dal latino prosequi.

Prutagunìsta   Sm. 1. Protagonista. 2. Chi osa in prima persona. 3. Personaggio principale in un’opera letteraria. Dal greco pròtos + agonistès = il primo lottatore o il primo attore (nel teatro).

Prutèger, Prutèg-re   V. tr. 1. Proteggere, difendere. 2. Riparare; mettere a coperto. Dal latino protegere = coprire.

Prutesiûn   Sf.  Protezione, difesa; riparo.

Prutèsta   Sf.  1.  Protesta. 2. Reazione a un sopruso.

Prutestânt   Sm.  Protestante. Seguace di Lutero o altre confessioni staccatesi dalla Chiesa cattolica. 2. Agg. Chi protesta.

Prutestâr   V. intr. 1. Reagire a una imposizione o a un sopruso. 2. Dissentire. Dal latino protestari = attestare pubblicamente.

Prutetûr   Sm. 1. Protettore, difensore. 2. Tutore. 3. Sfruttatore (nel gergo della mala). 4. Santo patrono della parrocchia o di un luogo.

Prutucòl   Sm. 1. Protocollo. 2. Registro di documenti. 3. Numero di una pratica. Dal latino medievale protocollum, a sua volta dal greco protòkollon, alla lettera il primo foglio incollato.

Prutuculâr  1   V. tr. 1. Dare un numero a una pratica. 2. Registrare un documento importante.

Prutuculâr  2   Agg. 1. Conforme alle regole, al protocollo. 2. Conforme al galateo, educato.

Pruvâgh   V. intr. 1. Provarci, osare, tentare, azzardare. 2. Tentare approcci.

Pruvâr   V. tr. 1. Provare, osare, tentare. 2. Sperimentare.

Pruvèder, Pruvèdre  V. tr. e  intr. 1. Provvedere; procurare. 2. Rimediare. Dal latino providēre.

Pruvedimênt  Sm. Soluzione, provvedimento, rimedio.

Pruveditûr  Sm. 1. Provveditore (pubblico ufficiale che sovrintende alla scuola). 2. Colui che provvede, che fornisce. Negli ordini religiosi è colui che deve provvedere a trovare il necessario (cibo, materiale vario).

Pruvediturâ,  Pruvediturât   Sm. 1. Provveditorato. 2. Ufficio del Provveditore.

PruvêrbiSm. Motto, proverbio, modo di dire, sentenza, motteggio. Dal latino provèrbium. I pruvêrbi, cûn pasiênsa, / i’ ên stâ fât da l’esperiênsa [Mazzaperlini] = i proverbi, con pazienza, / sono stati creati dall’esperienza.

Pruvidênsa  Sf. 1. Provvidenza, volontà divina. 2. Abbondanza. 3. Soluzione di un problema a sorpresa. Dal latino providēre.

Pruvîn  Sm. 1. Provino. 2. Esercitazione. 3. Saggio. 4. Prova.

Pruvîncia  Sf. 1. Provincia, suddivisione territoriale. 2. Provincia, organo amministrativo del territorio provinciale. Dal latino provincia.

Pruvinciâl   Agg. 1. Provinciale, relativo al territorio di una provincia. 2. Provinciale, periferico, inferiore rispetto alla città.

Pruvišòri   Agg. Provvisorio, temporaneo, non definitivo. Dal latino medievale provisòrius.

Pruvìsta  Sf. Provvista, scorta, riserva.

Psâ    Agg. e Pp.  Rappezzato, rattoppato.

Psadûra   Sf. Rammendo, rattoppo.

Psàm   Sm. Pezzame, ritagli di stoffa.

Psâr   V. tr. 1. Rappezzare, rattoppare. 2. Rimediare qualcosa. 3. Aggiustare. Dal latino medievale [re]petiare (pettia, pezza). Pra sta vôlta a l’à psâda =  per questa volta ci ha messo una pezza.

Pšâr  (ma si usa di più Bšâr)  V. tr. Pesare, valutare, ponderare. Dal latino pe[n]sare = pesare. 

Psêr    V. intr. 1. Potere, disporre. 2. Avere autorità. Dal latino posse.

Psîga  Sf. 1. Vescica (della pelle). 2. Vescica (del maiale). Dal latino vesica.

Psigadûra   Sf. Pizzico, pizzicotto.

Psigâr  1. V. tr. Pizzicare, essere piccante. 2. Pizzicottare, sbocconcellare. 3. V. intr. Pizzicare (detto degli occhi). Al psîga = pizzica, punge. 

Psîgh   Sm. Pizzicotto; piccola porzione di qualcosa, pizzico.

Psigòt   Sm. Pizzico, pizzicotto.

Psigûn   Sm. 1. Pizzico. 2. Morso di insetto.

Psöl   Sm.   Pezzetto, poca cosa. Un’ûra e un pšöl = un’ora e un pezzetto.

Psöla   Sf. Pezzuola, ritaglio di stoffa.

Psulîn   Sm. Pezzettino, bocconcino.

Ptitûš   Agg. Appetitoso, gustoso.

Ptûn   Sm. Vedi Btûn.

Ptunâr   V. tr. Abbottonare, chiudere. Stâr  ptunâ = non concedere confidenze. Vedi Btunâr.

Ptúnga   Sf. Erba betonica (ha molte caratteristiche medicinali. Le sue foglie, seccate e macinate, sostituivano il tabacco in tempo di guerra).

Pu’,    Avv. Poi, dopo, in seguito; di conseguenza. Dal latino post = dopo.

Pu’    Avv. e prep. Più, di più, maggiormente.

Púa, Púva   Sf. Pupa, bambola. Dal latino pupa = fanciulla, bambola.

Publicâr   V. tr. 1. Rendere di pubblico dominio. 2. Stampare; editare. 3. Annunciare al pubblico.

Publicasiûn Sf. 1. Pubblicazione. 2. Annuncio in pubblico. 3. Edizione.

Públich,  1. Agg. Pubblico, noto, palese. 2. Relativo all’amministrazione pubblica o statale. 3. Sm. Spettatori, popolazione presente a una manifestazione. Dal latino publicus.

Pù-c   Sm. 1. Poccio, pasticcio. 2.  Fanghiglia, melma (ma è più usato pùcia). 3. Intruglio. 3. Salsina per pinzimonio. 3. Poccio, cioè la salsina per il pinzimonio. 

Puchè Agg. e Avv. Poco, pochi. 

Puchîn  Agg. e Sm. Poco, poca cosa.

Puchinîn  Avv. e Sm. Poco, poca cosa.

Pùcia    Sf. Salsa, intingolo. La pùcia (o il pucîn) era il misto di sale, olio, aceto, per condire il pinzimonio. L’à mangiâ ’l pevrûn sens’òli, – dêgh ed l’òli / o la murirà = ha mangiato il peperone senza olio, datele dell’olio o morirà (era una canzone degli anni ’30).

Puciâda  1. Agg. e Pp.   Inzuppata. 2. Sf. L’atto di intingere.

Puciâr  V. tr. 1. Intingere, condire. 2. Mettere a mollo.

Pucîn   Sm. 1. Tazzina con olio, aceto e sale per pinzimonio. 2. Intingolo, sugo, salsa. 3. Macchia, pasticcio.

Puciûn  Sm.  Pasticcione, disordinato, imbrattatore.

Pûda Sf. Potatura, sfrondatura. Fasîn da la pûda = fascine della potatura per accendere il forno. Vìda da pûda = vite da potare.

Pudâ  Agg. e Pp.  Potato, sfrondato, sfoltito.

Pudâda  1. Sf. Potatura, sfrondatura. 2. Agg. e Pp.   Potata.

Pudadûr  Sm. Potatore, giardiniere.

Pudadûra  Sf. 1. Potatura delle viti o degli alberi. 2. Sfrondatura.

PudàjPudàja   Sm. e Sf. Accetta, mannaia. La vera pudàja aveva una parte a roncola e una a scure, e nel manico un pendaglio (vèra) per appenderla alla cintura.

Pudâr  V. tr. 1. Potare. 2. Ripulire. 3. Sfoltire. Dal latino putare, poi potàre = tagliare [Colonna].

Pudêr, Prêr    1  V. intr. Potere, disporre; essere influente. Dal latino posse.

Pudêr 2   Sm. 1. Podere. 2. Tenuta. 3. Possessione.

Pudestà  Sm. 1. Podestà. 2. Governatore. Dal latino potèstas. Nei documenti diplomatici veniva siglato con Pot.ta.

Pudghèt, Purdghèt    Sm. 1. Portico. 2. Loggiato. 3. Ballatoio.

Puešìa  1. Poesia. 2. Rima. 3. Romanticismo. 4. Incanto. Dal greco poìesis,  latino pòesis.

Puêta   Sm. 1. Poeta. 2. Artista. 3. Strambo, originale. sa stâr ’d fâr al puêta – ch’a ’l n’è mìa un mestêr per te! – La puešìa l’è per chi – ch’a gh’à d’l’inšìgn sùta ai cavî = lascia perdere di fare il poeta che non è un mestiere adatto a te; la poesia è per coloro che hanno ingegno sotto i capelli (Ricciardo Guidetti).

Puetèsa  Sf. Poetessa.

Puètich   Agg. 1. Poetico. 2. Romantico.

Pugiâ   Agg. e Pp.  1. Appoggiato. 2. Accantonato; messo da parte. 3. Lasciato per un attimo.

Pugiâr  V. tr. 1. Appoggiare, riporre.

Pugiâs   V. rifl. 1. Appoggiarsi. 2. Sostenersi a qualcuno o a qualcosa. 3. Chiedere garanzie. 4. Alloggiare provvisoriamente.

PugiöSm. 1. Poggiolo, poggetto. 2. Balcone.

Púgn  Sm. 1. Pugno; cazzotto 2. Manciata; quantità che può essere contenuta in una mano. Dal latino pugnus. Fâr a púgn = fare a pugni; essere incompatibile. Púgn ad fèr =  pugno di ferro.

Pugnadîn  Sm. Piccola quantità (quanta ne può contenere un piccolo pugno).

Pugnâl  Sm. 1. Pugnale, arma bianca corta, aguzza, a doppio taglio, o triangolare.

Pugnalâda Sf. 1. Colpo di pugnale. 2. Tradimento. 3. Ferita morale. 4. Agg. e Pp. Colpita da una pugnalata.

Pugnalâr V. tr. 1. Pugnalare, uccidere. 2. Tradire.

Pugnèta  Sf. 1. Masturbazione. 2. Persona litigiosa, che cerca cavilli, pretesti.

Pugnîn  Sm. Piccolo pugno; quantità minima.

Pujâna Sf. 1. Uccello rapace, predatore in particolare dei pulcini. Dal latino volgare pulliana, da pullus. 2. Spartineve (per la somiglianza del mezzo con l’uccello) [Serra].

Puîda, Puvîda  1  Sf. Malattia che colpisce la lingua dei gallinacei. Dal latino pituita. Non era gradito sentirsi dire: T’ gnìsa la puîda! = ti toccasse restare zitto!

Puîda  2   Sf. Pipita (filamento di pelle che si stacca in prossimità dell’unghia).  

Púla  Sf.  Polla, sorgente. Dal latino pullare = sgorgare, spuntare.

Púla   Sf. 1. Pula, loppa. 2. Segatura. Si dice anche böla. 3. Buccia delle castagne (triturata per sgusciarle). Quella del grano viene detta lùch.

Pulàca Sf. Tipo di imbottitura per rinforzare i punti deboli di un vestito, tra fodera e stoffa.

Pulachèt, Pulachîn  Sm. Polachetto, stivaletto.

Pulàch  Sm. 1. Abitante della Polonia. 2. Tipo di scarponcino.

Pulâr 1. Sm. Pollaio, recinto per pollame. Dal latino pullus. 2. Confusione, chiasso. 3. Agg. Polare (relativo al Polo nord), freddo. Dal latino polus = asse, perno. L’é un bastûn da pulâr = è tanto sporco che non si sa da dove prenderlo.

Pulâr  Agg. Polare (relativo al Polo nord), freddo. Dal latino polus = asse, perno.

Pulâr  V. tr. 1. L’atto di fecondare il pollame. 2. (gergale) Compiere l’atto sessuale. Dal latino pullare.

Pularöl   Sm. Pollivendolo; negoziante di polli.

Pulàster, Pulàstre Sm. 1. Pollo, gallinaccio. 2. Mannella di grano. 3. Persona inesperta, poco sveglia. Dal latino pullus = animale giovane. Varianti: pulàstra (riferito anche a ragazza), pula­strîn, pulastrèl, pulicîn (pulcino).

Pulàstra Sf. 1. Pollastra, gallinella. 2. Ragazza.

Pulastrài  Sm. Venditore di polli.

Pulastrèla Sf. 1. Pollastrina. 2. Ragazzina.

Pulastrîn, Pulastrîna Sm. Piccolo pollo.  Sf. 1. Pollastrina. 2. Ragazzina.

Pulcarîna Sf. 1. Uccellino minuto. 2. Persona esile, gracile. L’é màgre cmé ’na pulcarîna = è gracilissimo.

Pûlcra  Sf.  Variante di polca, danza. Dal boemo polka = danza polacca.

Pulêder, Pulêdre Sm. 1. Puledro, giovane cavallo. 2. Giovane focoso, temerario. Dal latino volgare pulletrus.

Pulègia Sf. Puleggia, carrucola. Dal grecopolìdron (diminutivo di pòlos) = che ha molti perni.

Pulênta Sf. 1. Polenta (di granoturco o di castagna). 2. Mistura. 3. Pasticcio. Dal latino polenta, che si preparava con la farina d’orzo. Fîl d’la pulênta = filo di refe per tagliare la polenta. Pulênta stiâda, o destiâda =  polenta tenera (stiâda, assottigliata) che si stende su un tavolo (tulêr), condita in varie maniere. Pulênta e ušèi, polenta e uccelli (piatto veneto). Pulênta e bacalà = polenta e baccalà. Pulênta rustîda = polenta riscal­data sopra le braci, sulla graticola o sulle molle. La pulênta la n’ vên búna / fîn ch’a n’ sûda la persûna = la polenta non è pronta finché non suda chi la mescola.  A gh’ mânca al fîl d’ la pulênta = ci manca poco. Trâr šù la pulênta = versare la polenta sul tagliere. Stiâr la pulenta =  stendere e spianare (assottigliare) la polenta.

Pulentâda  Sf. Polentata, grande mangiata di polenta.

Pulentài   Sm. Mangiatore di polenta.

Pulentîna   Sf. 1. Bimba lenta. 2. Persona che batte la fiacca. 3. Poltiglia.

Pulentûn   Sm. 1. Mangiatore di polenta. 2. Persona pigra, lenta.

Pulèsa   Sf. Spicchio d’aglio, bulbillo.

Púlga  Sf. 1. Pulce, acaro. 2. Sospetto, dubbio.  3.  Persona minuta. Dal latino pulex, con lo stesso significato. Mèter ’na púlga ìnt l’urècia = mettere una pulce nell’orecchio, creare un sospetto, mettere in guardia.

Pulgûn  Agg. 1. Pulcioso, pieno di pulci. 2. Fannullone, fiaccone.

Pulî   Agg. e Pp.  Pulito, nitido, onesto, sincero. Dal latino polire = levigare. Pêš pulî = peso senza tara. Parlâr pulî, = parlare forbito, parlare con eleganza.

Pulicîn, Pulšîn    Sm. 1. Pulcino. 2 Piccolo pennuto. 3. Persona minuta. Möj cm’ un pulšîn, bagnato come un pulcino.

Pulidîn  Agg. 1. Grazioso, carino. 2. Educato.

Pulidûra  Sf. Pulizia, pulitura.

Pulîn (Piö-c pulîn) Agg. (Pidocchio) dei polli.

Pulîr   V. tr. Pulire, nettàre. Dal latino polire = levigare.

Pulisìa    Sf. 1. Pulizia. 2. Ordine. 3. Man bassa, razzia.

Pulisìa   2  Sf. Polizia, pubblica sicurezza. Dal greco politèja = governo della città.

Pulisiòt  Sm. 1. Agente della polizia. 2. Guardia.

Pulìtica   Sf. 1. Politica. 2. Arte diplomatica. 3. Amministrazione pubblica. Dal greco politikòs = relativo alla città.

Puliticânt  Sm. e Agg. 1. Chi fa politica. 2. Politicante, chi fa molte promesse ma ne mantiene poche. 3. Chi cerca di avvantaggiarsi da situazioni.

Pulìtich   Agg. Chi fa politica.

Pulmûn  (Casteln.) Sm. Polmone (organo del corpo). Dal latino pulmo (pulmunis), = soffio, respiro.

Pulmunîte Sf. Polmonite, infiammazione ai polmoni.

Pûlpa     Sf. 1. Polpa. 2. Carne magra. 3. Polpa di frutti. 4. Consistenza di un discorso. Dal latino pulpa = carne magra. 

Pulpàs   Sm. Polpaccio, muscolo delle gambe.

Pulpastrè Sm. Polpastrello, parte terminale delle dita.

Pulpèta   Sf. 1. Polpetta. 2. Sferetta di carne macinata cotta. 3. Bustarella, incentivo per avere favori. 4. Pasticcione, incapace. 5. Grassoccio.

Pulpetûn  Sm. 1. Polpettone. 2. Persona grassa e pigra.

Pûlpit   Sm. 1. Pulpito. 2. Podio. Dal latino pulpitumTgnîr púlpit = tenere banco. Sênt da che púlpit! = senti chi parla!

Pulpûš   Agg. Polposo, sostanzioso.

Pûls Sm. 1. Polso. 2. Energia, vigore. 3. Fermezza nel decidere. Dal latino pulsus. Tastâr al pûls =  sondare le intenzioni di qualcuno o provarne la resistenza. L’é d’ pûls = sa imporsi.

Pulšîn  1  Sm. Vedi Pulicîn.

Pulsîn  2   Sm. 1. Parte terminale della manica. 2. Sm. pl. Coppia di bottoni per fermare il polso della camicia, detti anche gemelli.

Pultiâr   V. intr.  Pasticciare. Dal francese antico poltille = polenta.

Pultìj   Sm. 1. Poltiglio, pasticcio, intruglio. 2. Confusione.

Pultrûn  Sm. Poltrone, fiaccone.

Pultrûna   Sf.  Poltrona, divano.

Pultrunsîna   Sf.  Poltroncina, sedia.

Pûlvra, Pûvra    Sf.  Polvere. Vedi Pûra.

Pulvrîna   Sf. Polverina.

Pus (Casteln.)  Sm. Vedi Piumās.

Pumàta   Sf. 1. Pomata, unguento. 2. Brillantina.

Pùmb Sm. 1. Mela, melo, pomo. 2. Pomolo, maniglia. 3. Borchia sferica. Dal latino pomum = frutto. Vîn ad pómb = sidro. Snâr cûn di pùmb cot = cenare con mele cotte; essere alla miseria. 

Pumdôr, Pundôr, Pandôr  Sm. Pomodoro.

Pumèl,    Sm. Pomello, manopola (per la forma simile a un pomo).

Pùmpa   Sf. 1. Pompa per acqua; per irrigare; per gonfiare pneumatici. 2. Distributore di benzina.  Dal francese pompe = macchina aspirante. Cargâr la pùmpa = adescare la pompa, metterla in condizioni di lavorare. 3. Pompa, fasto. Dal latino pompa, derivata dal greco pompè =  corteo. Fâr d’ la pùmpa = darsi delle arie.

Pumpâ   Agg. e Pp.   1. Pompato, esaltato, gonfiato. 2. Trasferito ad altro recipiente con la pompa.

Pumpêr   Sm. Pompiere, vigile del fuoco.

Pumpèta    Sf. 1. Pompa. 2. Vescica per clisteri. 3. Oliatore. 4. Ingrassatore.

Punciòt    Sm. Punteruolo, punta per lavorare la pietra. Si dice anche gúcia da sàs.

Pùndga Sf. 1. Topo di fogna. 2. Pantegana, grosso topo.

Pùndre   V. tr. 1. Porre. 2. Porgere. 3. Opporre (termine giuridico), controquerelare. 4. Deporre. Dal latino ponere, = porre, mettere. Andâr a pùndre = andare a deporre in tribunale, ricorrere. Pùnder i’ öv = predisporre le uova per la covata. Pùndî a mênt = osservate bene; fate attenzione, guardate.

Pundšèl    Sm. Ponticello, passerella.

Punisiûn  Sf. 1. Punizione, castigo. 2. Penale.

Punsâr, Pušâr   V. tr. 1. Posare. 2. Deporre. 3. Mettere in opera pavimenti. Dal tardo latino pausare = cessare.

Púnšre    V. tr. 1. Pungere. 2. Forare. 3. Punzecchiare. Dal latino pungere.

Punšûn  Sm. 1. Punzone. 2. Bulino. 3. Oggetto appuntito.

Pûnt  Sm. 1. Ponte. 2. Ponteggio per edilizia. 3. Sostegno, appoggio. 4. Paranco. 5. Ripetitore. Dal latino pons.

Pûnt Sm. 1. Segno ortografico. 2. Punto di partenza o d’arrivo. 3. Modo di cucire. 4. Punto metallico. 5. Punto di vista in una questione. 6. Luogo d’osservazione. 7. Bollino (per acquisire il diritto a omaggi commerciali). 8. Conteggio del valore delle carte al gioco o in una graduatoria. Dal latino punctum (da pungere). Propia in pûnt = in tempo, puntualmente. Ciamâr i pûnt = dichiarare i punti al gioco. Dâr un pûnt = mettere un punto, cucire. Dâr di pûnt = rammendare; battere, superare. Andâr a pûnt = accostare la boccia al pallino. Guadagnâr di pûnt, = guadagnare prestigio. Pèrder di pûnt = screditarsi. Tirâr sú i pûnt = rimagliare. Pûnt a pûnt a s’ cušìsa ’na scârpa, = poco alla volta si cuce una scarpa (si conclude il lavoro).

Pûnta   Sf. 1. Punta, parte terminale aguzza. 2. Dolorino improvviso. 3. Pungiglione. 4. Punta per trapano. 5. Scalpello per lavorare sassi. 6. Vomere dell’aratro. 7. Sapore acre e forte (detto del vino). Dal latino tardo pùncta (da pungere). Pûnta di dî = polpastrello. Ciapâr la pûnta, prendere l’aceto. In pûnta ’d pê = alla chetichella, di soppiatto. Töla ’d pûnta = volere riuscire a tutti i costi. Essere suscettibile. Fâr la pûnta = appuntire, aguzzare un oggetto (matita; paletto); cercare il pelo nell’uovo. A pûnta = a punta, aguzzo, acuminato. Fâr la pûnta al gùci =  fare la punta agli aghi, essere di una pignoleria estrema.  Pûnta ’d furmàj = punta di formaggio.

Puntâda    Sf.  Getto nuovo di alberi. La crescita effettuata nell’ultima stagione. 

Puntâda 1. Sf. Puntata (di una serie, di un romanzo). 2. Puntata al gioco, quantità di soldi messa per una scommes­sa. 4. Agg. e Pp.  Puntata, stimolata; presa di mira.

Puntadûr Sm. 1. Chi fa le puntate al gioco. 2. Chi prende la mira sull’obiettivo. 3. Il cane che punta la preda.

Puntalâr  V. tr. Puntellare; sorreggere, rinforzare.

Puntâr  V. tr. 1. Puntare. 2. Indicare. 3. Individuare. 4. Tenere d’occhio. 5. Prendere la mira. 6. Fermare provvisoriamente. 7. Scommettere una somma. 8.  Scegliere un bersaglio di motteggio.

Puntè-g   Sm. Ponteggio da muratore; armatura di sostegno; impalcatura.

Puntè-g   Sm. Punteggio ottenuto per un concorso, per una gara.

Puntìj   Sm. Puntiglio, dispetto.

Puntè Sm. 1. Sostegno, rinforzo, puntello. 2. Contrafforte. 3. Armatura edile.

Puntêr   Sm. Pontiere (militare del genio addetto alla costruzione dei ponti).

Puntigliûš Agg. Puntiglioso, dispettoso, esigente. Dallo spagnolo puntillo.

Puntîn Sm. 1. Puntino, neo. 2. Sciocchezza.  A puntîn = a proposito.

Puntîna Sf. 1. Puntina. 2. Chiodino. 3. Rivelatore dei suoni nei grammofoni. Puntîna ’d pursèl = costina di maiale.

Puntiröl   Sm. Punteruolo.

Puntlâr,  V. tr. 1. Puntellare. 2. Sorreggere, rinforzare.

Puntröl,  PintröSm. 1. Aculeo. 2. Punteruolo. 3. Punta fissata sullo stùmbel (o aghièl),  un bastone per sollecitare gli animali da tiro.

Puntû   Agg.  Appuntito, aguzzo.

Puntuâl   Agg. Puntuale, preciso.

Puntualitâ  Sf. Puntualità, precisione.

Puntûn Sm. 1. Pontone, zatterone. 2. Piattaforma.

Puntûra  Sf. 1. Puntura (di spino o di insetto). 2. Iniezione. 3. Fitta, dolore acuto e improvviso. Dal latino tardo punctura = contrazione di pungitura.

Pupà, Papà   Sm.  Babbo, papà. Dal francese papa. Variante: . Mi pà = mio padre.

Pus    Sm. 1. Pupazzo, burattino. 2. Voltabandiera.

Púpla   Sf. 1. Upupa. 2. Spippola. 3. Ciocca di capelli sollevata. Dal latino upupa.

PupùSm.   Upupa.   Vedi Pipúl.

Pupulâr   Agg. 1. Popolare. 2. Noto. 3. Che appartiene al popolo, popolano.

Pupulâr  2   V. tr. 1. Popolare. 2. Incrementare, aumentare la popolazione.

Pûr, Pûra    Agg. Puro, genuino, schietto. Dal latino pùrus =  puro.

Púr, Púra    Avv.   Eppure, pure, anche.

PûraSf. 1. Polvere. 2. Polvere da sparo. Dal latino pulvis = polvere. Dâr ’d la pûra int j’ ò-c  far credere cose non vere, illudere. Pûra nìgra = polvere da mine.   Fâr  mangiâr la pûra = seminare gli avversari.

Purasîna Sf. 1. Polvere. 2. Gioco di bimbi nella polvere. 

Purcâda Sf. 1. Porcheria. 2. Gesto volgare. 3. Atto disonesto.

Purcàj   Sm. Porcaio.

Purcelâna   Sf. Porcellana, maiolica.

Purcherìa   Sf. 1. Porcheria, sporcizia. 2. Volgarità. 3. Atto disonesto.

Purcûn Sm. Persona volgare, laida.

Purdghèt    Sm. 1. Portico. 2. Loggiato. 3. Ballatoio.

Pu  Sm. Purèa, crema di patate. Dal francese purée, passata.

Purèt   Agg. Poveretto, bisognoso. 

Pûrga   Sf. 1. Purga. 2. Pulizia. 3. Pena da scontare. Dal latino purgare = ripulire.

Purgâda Agg. e Pp.. 1. Pagata, scontata. 2. Espiata.

Purgâla locuz. Purgarla, scontare o pagare il fio di un comportamento disonesto.

Purgânt Sm. Purgante, lassativo.

Purgâr V. tr. 1. Purgare. 2. Risanare. 3. Espiare. 4. Pagare il fio di una azione disonesta. Dal latino purgare.

Purgatòri, Purgatōre (Carp.) Sm. 1. Purgatorio. 2. Periodo di adattamento o di rieducazione.

Purîn, Purinîn Agg. Poverino!

Purpurîna Sf. Porporina, vernice colore oro o argento. Dal latino purpura.

Pursèl, Pursēl (Carp.) Sm. 1. Porcello, maiale, porco. 2. Persona equivoca, depravata. Dal latino porcellus, da porcus, maiale.

Pursiûn Sf. 1. Porzione. 2. Parte spettante. 3. Frazione. Dal latino portio, parte.

Purslîn Sm. Maialino, porcellino. Purslîn ad sânt’Antóni, onisco (coleottero, detto anche Balotamèrda). Fâr i purslîn, vomitare (detto dei bambini). Purslîn d’India, porcellino d’India, cavia.

Purtâ Agg. e Pp.. 1. Portato, recato. 2. Incline. 3. Idoneo.

Purtâda 1. Sf. Capacità di un mezzo di trasporto o di un canale o fiume. 2. Quantità trasportata in un certo periodo. 3. Ciascuna delle diverse vivande che si servono a un pranzo. 4. Gittata di un’arma; distanza coperta da uno sparo. 5. Agg. Portata, recata. 6. Incline; idonea.

Purtadûr Sm. Portatore, facchino.

Purtaföj  Sm. 1. Portafogli, borsellino. 2. Capitale, averi. Dal francese porte-feuille, porta fogli.

Purtâl Sm. Portale, portone.

Purtamênt Sm. 1. Condotta, portamento. 2. Stile.

Purtantîn Sm. Chi porta la lettiga; portantino, barelliere.

Purtantîna Sf. 1. Lettiga. 2. Sedia trasportata a braccia. 3. Barella.

Purtâr V. tr. 1. Portare, recare, condurre; consegnare; recapitare. 2. Stimare, rispettare. 3. Indossare un abito. Dal latino portare. Purtâr la crûš = avere grossi dispiaceri. Purtâs adrê = portare con sé. Purtâr avanti = differire, continuare, portare a compimento un impegno. Purtâr bên, portare fortuna. Purtâr dénter, = introdurre; mettere al coperto; imprigionare. Purtâr a cà = raccogliere, bottinare (delle api). Purtâr vìa tút, = razziare, depredare. Purtâr indrê = restituire. Purtâla föra = salvare la pelle. Purtâr föra, fare uscire, portare fuori, esportare. Anche portare in salvo, togliere da un pericolo imminente.

Purtâs V. rifl. Comportarsi. Purtâs föra = togliersi da una situazione. Purtâs bên = comportarsi bene.

Purtêr Sm. Portinaio, portiere, guardiano.

Purtêra Sf. 1. Portiera. 2. Sportello.

Purtinàj Sm. Portinaio, guardiano.

Purtugàl   1. Sm. Arancia. Dal nome della nazione da cui tali agrumi venivano esportati verso il resto dell’Europa. 2. N. pr. Portogallo (stato della penisola Iberica). Si chiamò Lusitània fino al dominio dei Mori.

Purtûn Sm. 1. Portone, ingresso principale. 2. Parte posteriore dei pantaloni dei bimbi.

s    Sm. Pozzo, cisterna. Dal latino puteus = pozzo. O ’l pùs l’é fùnd o la cadêna l’è cûrta = o il pozzo è (troppo) profondo o la catena è corta (con allusione alla riduzione delle capacità sessuali).

s    Sm. 1. Pus, materia, marcio. 2. Decomposizione. Dal latino pus (puris) = pus.

sa    Sf. 1. Pozza. 2. Pozzanghera. Dal latino puteus = pozzo.

ša    Sf. 1. Posa, messa in opera. 2. Atteggiamento. 3. Fondo di liquami, deposito.

Púsa    Sf. Puzza, miasma, cattivo odore. Dal latino putēre = puzzare.

Pušâ   Agg. e Pp.. 1. Posto, posato, appoggiato. 2. Quieto.

Pušâdi   Sf. pl. Posate (stoviglie). Dallo spagnolo posada.

Pušadûr  Sm. Pavimentatore, chi posa le mattonelle.

Pusàngra   Sf. Pozzanghera, acquitrino.

Pusâr   V. intr.  Puzzare, fare cattivo odore.

Pušâr  V. tr.  Posare, appoggiare, depositare. Pavimentare con piastrelle. Mettersi in posa per sfilate o fotografie.

PušasèndraSm. Posacenere.

Pusìbil, Pusìble  Agg. 1. Possibile, fattibile. 2. Raggiungibile. Dal latino possibilis (da posse).

Pusès   Sm. 1. Possesso, proprietà. 2. Possedimento. Dal latino possessio.

Pusè Sm. Pozzetto, tombino.

Pèt   Sm. Poggetto, altura, poggiolo.

Pusibilitâ Sf. Possibilità, alternativa.

Pusibilmênt  Avv. Possibilmente.

Pusidênt   Sm. Padrone, possidente; proprietario terriero.

Pušisiûn   Sf. 1. Posizione. 2. Collocazione. 3. Collocazione gerarchica nella carriera. Dal latino positio, = collocazione.

Pušitîv   Agg. 1. Positivo, costruttivo; ottimista. 2. Polo elettrico che porta corrente.

Pusiûn  Sf.  Podere, possessione, possedimento. Dal latino possessio.

Puslênt   Agg. 1. Maleodorante. 2. Fetente. Dal latino putēre = avere cattivo odore.

Pusòt   Sm. Pozzo nero, fossa biologica.

Pustâl  Agg. 1. Postale. 2. Dipendente delle poste. .

Pustâl   Sm. Corriera di linea che trasportava anche la posta. Fino al 1960 pustâl equivaleva a Servizio pubblico. Era espletato dalla SARSA (vedi), che copriva interamente la provincia di Reggio Emilia.

Pustarîn  Sm.  Posticino, luogo comodo.

Pustéma    Sf. 1. Ascesso, apòstema. 2. Peso di stomaco.

Pustì Agg. 1. Posticcio, prov­visorio. 2. Secondario. Dal latino volgare appositicius = aggiunto.

Pusticîn  Sm. Posticino, luogo comodo e gradevole.

Pustîn Sm. 1. Postino. 2. Fattorino, commesso.

Pút 1 Agg. Scapolo, non sposato. Dal latino puttus =  ragazzo.

Pút 2   Agg. Pepato, piccante.

Púta (Erba)  Sf. Acetosella, erba delle ossalidàcee, commestibile, da cui si ricava l’acido ossalico, solvente per le macchie di ruggine.

Púta  Agg. Zitella, putta. Púta arabîda = zitella acida.

Putà-c   Sm. 1. Pasticcio. 2. Fanghiglia. 3. Spezzatino. Dal francese potage =  minestra, zuppa.

Putaciâr  V. intr. 1. Pasticciare. 2. Eseguire male un lavoro. 3. Sporcarsi.

Putacîn  (Casteln.) Sm. 1. Spezzatino, intingolo rimediato in fretta. 2. Lavoretto da nulla.

Putaciûn Sm. Gioco con polvere e acqua. Il gioco consisteva nell’impastare polvere e acqua, poi fare sagome o recinti minuti.

Putaciûn  Sm. Chi combina guai o lavora male, senza curare le rifiniture.

Putâna  Sf. Sgualdrina, donna di malaffare. Dal francese antico putaine.

Putanêr  1  Sm. 1. Chi frequenta sgualdrine. 2. Chi non mantiene la parola data.

Putanêr (Pùmb), Putanèli     Sm. e Sf. (Qualità di mele selvatiche) commestibili solo a piena maturazione (inverno), utilizzate in prevalenza come deodoranti contro altri odori. Dal latino putidus = pi[zzi]cante.

Putanîn  Sm. Tipo di pesci marinati.

Putêca  Sf. 1. Ipoteca. 2. Vincolo. Dal greco ypothèke = cosa posta sotto sequestro.

Putênsa  Sf.  Potenza, vigoria, forza.

Putênt   Agg.   Potente; dominante; robusto; ricco. Dal latino potens (potentis).

Putifèri    Sm. Trambusto, putiferio, confusione.

Putîn, Putîna   Sm. e Sf. Bambino, bambina.

Putòst   Avv. Piuttosto, altrimenti. Putòst che gnênt l’è sémper mèj putòst = piuttosto che nulla è sempre meglio piuttosto.

Putrefàt     Agg.   Putrefatto, decomposto.

Putrèla    Sf. Putrella, trave di ferro, longherone. Dal francese poutrelle = travetto.

Púva  Sf. Pupa, bambola di stoffa.

Puvertâ  Sf. Povertà, indigenza, miseria. Dal latino paupertas, da pauper = che manca di qualcosa.

Pûvra  Sf.  Polvere. Vedi Pûra.

Puvràs   Agg. 1. Poveraccio. 2. Ridotto male.

Puvrèt   Agg. 1. Poveretto, poveraccio. 2. Nullatenente. 3. Indigente. Dal latino pauper, che manca di qualcosa.

Puvrîn   Agg. Poveretto, poveraccio (come in latino pauperculus).