“Prân: assai, ben, pure, è un rafforzativo; pare derivare dal provenzale “de plan” derivato dal latino “planum”. In “Don Denis – Poesie D‘Amore”, titolo di una tesi di laurea della Scuola di dottorato di ricerca in Scienze linguistiche, filologiche e letterarie con indirizzo di Romanistica dell’università di Padova, si legge: «l’avverbio “pran”, normalmente preceduto dalla preposizione “de”, e, sporadicamente, da “a”, ha il valore di “senza dubbio, certamente, in verità”, ed è documentato esclusivamente nei testi poetici. Dal latino “plānum”, entrò nel linguaggio poetico probabilmente attraverso il provenzale “de plan”». Il Don Denis citato in questa tesi, è il sesto re del Portogallo (1279-1325), il quale fu il più prolifico tra i trovatori profani galego-portoghesi.
“De plan”, trasformato nell’italiano antico “di piano”: con facilità, agevolmente, lo troviamo citato in “Voci e locuzioni italiane derivate dalla lingua provenzale” di Vincenzo Nannucci del 1840 dove, tra le altre cose, si legge: «In secondo luogo, fa veramente ridere quell’andare pescando, com’ essi fanno, l’origine dell’ avv. “di piano” nella lingua Spagnuola e nella Sarda, non essendo che locuzione de’ Provenzali, che dal latino “de plano” dissero “de plan”, che vale “perfettamente, chiaramente, manifestamente, alla scoperta, totalmente, affatto” ecc.; da cui i nostri Antichi “di piano”.»
Il latino “planum” deriva da “plānus”: chiaro, evidente”